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M5S, Grillo: rivendico diritto a estinzione del movimento, è evaporato

M5S, Grillo: rivendico diritto a estinzione del movimento, è evaporatoRoma, 26 ott. (askanews) – “Io non voglio assolutamente fare casino o meno, io rivendico, da creatore del movimento, il mio diritto all’estinzione del movimento. Io quando vedo questa bandiera dei 5 Stelle, con davanti il mago di Oz, che parla di democrazia diretta, mi viene un buco nello stomaco”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo. “Quindi, va benissimo, dobbiamo essere persone civili, lui si può fare il suo bel partito, si può fare il suo manifesto con la sua faccia bella, simpatica, sincera, con scritto, Oz e i suoi 22 mandati, può arrivare all’8%, e poi magari se va da Fassino e si fa fare una profezia può arrivare anche al 15%” prosegue il fondatore del M5S. “Quindi io accampo questo diritto all’estinzione perché non c’è più, lo sappiamo tutti, il movimento non c’è più, è evaporato. Però, come tutte le evaporazioni anche il mare evapora. E poi magari questa evaporazione si trasforma in una tromba d’aria, in un ciclone” aggiunge.

Il ministro della Giustizia Nordio: sì alla conciliazione con i magistrati, ma bisogna essere in due

Il ministro della Giustizia Nordio: sì alla conciliazione con i magistrati, ma bisogna essere in dueRoma, 26 ott. (askanews) – “Sono ben contento di accogliere la proposta del presidente Anm: la modifica che Santalucia ha espresso nella sua opinione è un segno di sensibilità, che magari all’inizio non era apparsa tale. Riceveremo tra poco l’Anm, sono stato invitato al congresso di Magistratura Democratica e intendo andarci: sono il primo a auspicare una conciliazione, una serenità di rapporti come quella che è sempre stata auspicata da Mattarella. Ma bisogna essere in due per avere una situazione di armonia”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo a CasaCorriere Festival 2024 del Corriere della Sera.


“Io so che alcuni politici hanno usato parole forti nei confronti di magistrati, ma alcuni magistrati hanno usato parole violentisse nei confronti di politici. Vorrei che si arrivasse a che i magistrati non criticassero le leggi, se non sotto il profilo squisitamente tecnico”, ha concluso.

Liguria al voto: è sfida tra sindaco Bucci ed ex ministro Orlando

Liguria al voto: è sfida tra sindaco Bucci ed ex ministro OrlandoGenova, 26 ott. (askanews) – In Liguria sono 1.341.799 i cittadini chiamati ad eleggere domani e dopodomani il nuovo presidente della Regione e i trenta membri dell’assemblea legislativa, dopo le dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti, finito agli arresti domiciliari per quasi tre mesi con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito, che hanno portato alla convocazione di elezioni anticipate. Si tratta del primo di tre test locali che potrebbero avere anche ripercussioni nazionali. Dopo la Liguria, infatti, il 17 e il 18 novembre sarà la volta di Emilia Romagna e Umbria.


A contendersi la presidenza della Regione Liguria saranno nove candidati, ma si annuncia un testa a testa tra il sindaco di Genova ed ex commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi, Marco Bucci, appoggiato da un’ampia coalizione di centrodestra composta da Fratelli D’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Alternativa Popolare e dalle liste civiche Orgoglio Liguria e Vince Liguria, e l’ex ministro dem all’Ambiente, alla Giustizia e al Lavoro, Andrea Orlando, sostenuto da Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Azione, Psi e dalle liste civiche Andrea Orlando Presidente e Liguri a testa alta. Una campagna elettorale senza esclusione di colpi, dove non sono mancati attacchi personali e momenti di tensione tra il candidato del centrodestra, che, dopo aver detto no più volte all’ipotesi di una sua candidatura, è stato convinto a scendere in campo dalla premier Meloni nonostante la malattia contro cui sta lottando e i tre anni di mandato da sindaco ancora da onorare, e quello del centrosinistra, che in caso di sconfitta rischia di mettere a repentaglio non solo il suo futuro politico ma anche quello della coalizione progressista, che sogna di riconquistare la Liguria dopo quasi 10 anni.


In una sfida che si annuncia quanto mai aperta, con il sindaco di Genova partito in svantaggio nei sondaggi, ma che ha poi velocemente recuperato il terreno perso, per il centrosinistra potrebbe pesare negativamente la rottura con Italia Viva. Un no all’alleanza arrivato dopo settimane di tensioni e polemiche con il M5s e Avs, in particolare sul sostegno del partito di Matteo Renzi alla giunta di centrodestra del Comune di Genova guidata dalla stesso Bucci, che hanno spinto Giuseppe Conte a decretare la fine del “campo largo”. Per il centrodestra potrebbe invece incidere sul voto il terremoto giudiziario che ha portato alla fine anticipata della legislatura precedente ed il patteggiamento a sorpresa di Toti, che ha spiazzato anche i leader nazionali della coalizione. Uno degli effetti potrebbe essere la crescita dell’astensionismo, come evidenziato dai sondaggi delle settimane scorse secondo i quali quasi la metà degli elettori potrebbe non recarsi alle urne.


L’eventuale vittoria di Bucci, simbolo insieme allo stesso Toti del cosiddetto “Modello Liguria” con la ricostruzione in tempi record del Ponte Morandi dopo il tragedia del 14 agosto 2018, porterebbe anche il Comune di Genova ad elezioni anticipate, con la probabile candidatura da parte del centrodestra dell’attuale vicesindaco Pietro Piciocchi, il cui nome era stato ventilato anche come possibile candidato alla presidenza della Regione Liguria. Un successo di Orlando, che ha puntato la sua campagna proprio sulla discontinuità rispetto alle politiche della giunta Toti, costringendo anche Bucci a prendere le distanze da alcune scelte della passata amministrazione come il sì al trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo dello coste savonesi, sancirebbe invece la fine di quel modello esaltato da tutti i leader del centrodestra e rilancerebbe la coalizione progressista anche in ottica nazionale.

Il Governo serra i ranghi, Meloni: avanti su riforme premierato, autonomia e giustizia

Il Governo serra i ranghi, Meloni: avanti su riforme premierato, autonomia e giustiziaGenova, 25 ott. (askanews) – “Uniti”, “coesi”, “non sfilacciamoci”, e avanti sulle tre riforme care ai tre partiti della maggioranza: premierato, autonomia differenziata, giustizia. La chiusura della campagna elettorale a Genova serve al centrodestra per mostrarsi compatto, con i leader che si alternano sul palco assicurando l’unità della coalizione.


Antonio Tajani invita le opposizioni a “non illudersi” perchè “non andiamo in frantumi alla prima difficoltà”. Matteo Salvini rilancia garantendo che “se non ci sfilacciamo governeremo per i prossimi 30 anni”. E poi Giorgia Meloni traduce in provvedimenti concreti le parole unitarie: “Andremo avanti con le riforme: giustizia, premierato, autonomia. Andremo avanti perché sono riforme fatte bene”, tornando a ribadire – e non lo si sentiva da un po’ – che i provvedimenti bandiera dei tre partiti principali proseguiranno tutti il loro iter. “Dicono che con il premierato vogliamo mettere il potere nelle mani di una persona sola ma noi non tocchiamo i poteri del premier. Vogliamo solo restituire ai cittadini il potere che gli è stato tolto”, ha aggiunto Meloni. “Dicono che con l’autonomia vogliamo spaccare il Nord dal Sud. Erano uniti? Bella notizia. A me pare fossero già divisi parecchio”. Quanto alla giustizia, la premier riprende le parole della mail del magistrato Paternello: “Non agisco per interesse personale, agisco per convinzione, so di essere un problema per questo, per alcuni ma non per la stragrande maggioranza di magistrati che vogliono solo poter fare bene il loro lavoro e non ne possono più delle correnti politicizzate della magistraura”.


Insomma, avanti con le riforme e avanti con un altro dei provvedimenti simbolo del governo, il protocollo con l’Albania sulla gestione dei migranti: “Stanno mettendo in campo tutti gli strumenti, lo avevo messo in conto, ma supereremo tutti quegli ostacoli e quel protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte. Supereremo ogni interpretazione forzata, ogni sentenza irragionevole, ogni attacco politico, ogni tentativo della sinistra di chiedere il sostegno esterno”, con la “vergognosa” richiesta di procedura di infrazione alla Ue “per punire gli italiani di non averli votati”. Infine, la rivendicazione dei risultati al governo, compresi i fondi alla sanità: “È un mistero come la sinistra possa dire che tagliamo i fondi”, dice utilizzando i dati in termini assoluti e non in percentuale del Pil, “regaleremo alla sinistra una calcolatrice”. E la convinzione di aver “smentito i pronostici apocalittici della sinistra: dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, sarebbe arrivata la tempesta finanziaria, l’Italia sarebbe andata in default, nessuno vorrà stringere la mano alla Meloni a livello internazionale. Poi si sono svegliati tutti sudati”.

Balneari vedono Meloni: ci ha chiesto fiducia ma servono risultati, congeli le gare già avviate

Balneari vedono Meloni: ci ha chiesto fiducia ma servono risultati, congeli le gare già avviateGenova, 25 ott. (askanews) – “Giorgia Meloni ci ha chiesto ancora fiducia, ma ora servono risultati concreti. Noi la fiducia gliel’abbiamo data in cabina elettorale: ora abbiamo bisogno di un risultato tangibile. Abbiamo chiesto un provvedimento che congeli le gare partite prima del decreto legge…”. I rappresentanti dei balneari raccontano così i dieci minuti di colloquio avuti con la presidente del Consiglio al termine del comizio di chiusura della campagna elettorale di Marco Bucci a Genova. A parlare è Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia, organizzazione aderente a Confindustria Turismo, che insieme a Bettina Bolla di Base Balneare ha incontrato Meloni dopo l’interruzione del comizio. E il clima è di grande “delusione”, unita alla consapevolezza che “non possiamo che sperare nel governo”. Ma il decreto legge non sarà cambiato, e ora si può solo “rimediare ai danni”, come dice il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ai balneari venuti a Genova: “Un anno fa le associazioni hanno scelto di rischiare, noi abbiamo accettato il rischio e adesso che non è andata benissimo cerchiamo di rimediare ai danni”.


Licordari racconta ancora: “Il presidente del Consiglio conosce bene la questione anche nei dettagli. Ci ha spiegato il percorso nei confronti della Commissione europea e come intende proseguire in futuro. Ha espresso la vicinanza sua e del governo alle nostre imprese, accettando di riceverci a Palazzo Chigi per poter sviluppare una strategia anche futura, nonostante il decreto legge non ci soddisfi in nessuna maniera, per poter mettere in campo misure che possano dare maggiori garanzie alle imprese balneari”. “La presidente del Consiglio ci ha chiesto fiducia, ci ha espresso le grandi difficoltà in cui si è mossa su questo dossier”. E ha chiarito che di cambiare il decreto legge non se ne parla: “Ci ha detto che se il decreto viene modificato ci sarebbero dei problemi con la Commissione europea. L’abrogazione del tavolo tecnico per la mappatura per noi è stato un errore ma ci ha detto che non c’era altra possibilità. Ci ha chiesto di avere fiducia: Meloni parlava di esproprio, ma in realtà questa è una confisca”, perchè “non si riconosce neanche un indennizzo” in caso di perdita della concessione.


Ma ormai i margini sembrano ridotti, spiega ancora Donzelli confrontandosi con i balneari: “Un anno fa avremmo avuto una legge molto meglio di quella di Draghi, oggi si rischia di no perchè abbiamo scelto tutti insieme di rischiare. Noi abbiamo rischiato perchè ce l’avete chiesto voi. Oggi proviamo ad aggiustare il tiro nelle condizioni che si può fare dopo quello che è successo”.

Migranti, Meloni: supereremo ogni ostacolo, protocollo Albania funzionerà

Migranti, Meloni: supereremo ogni ostacolo, protocollo Albania funzioneràGenova, 25 ott. (askanews) – “Stanno mettendo in campo tutti gli strumenti, lo avevo messo in conto, supereremo tutti quegli ostacoli e quel protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte. Supereremo ogni interpretazione forzata, ogni sentenza irragionaevole, ogni attacco politico, ogni tentativo della sinistra di chiedere il sostegno esterno perchè non è capace di fare il lavoro che deve fare in patria”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Genova per la chiusura della campagna elettorale delle Regionali in Liguria.

Riforme, Meloni: avanti con giustizia, premierato e autonomia

Riforme, Meloni: avanti con giustizia, premierato e autonomiaRoma, 25 ott. (askanews) – “Andremo avanti con le riforme: giustizia, premierato, autonomia. Faremo quello che va fatto in questa nazione per consegnarla in condizioni migliori di come l’abbiamo presa da chi veniva prima. Lo faremo nonostante l’opposizione feroce di chi non vuole mai cambiare niente magari per potersene lamentare o magari per poter usare i problemi che ci sono. Andremo avanti perché sono riforme fatte bene”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Genova dal palco di chiusura della campagna elettorale per Marco Bucci presidente della Regione Liguria.

Meloni: supereremo ogni ostacolo, protocollo Albania funzionerà

Meloni: supereremo ogni ostacolo, protocollo Albania funzioneràGenova, 25 ott. (askanews) – “Stanno mettendo in campo tutti gli strumenti, lo avevo messo in conto, supereremo tutti quegli ostacoli e quel protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte. Supereremo ogni interpretazione forzata, ogni sentenza irragionaevole, ogni attacco politico, ogni tentativo della sinistra di chiedere il sostegno esterno perchè non è capace di fare il lavoro che deve fare in patria”. Lo ha detto la presidnete del Consiglio Giorgia Meloni, a Genova per la chiusura della campagna elettorale delle Regionali in Liguria.

Salvini: non sfilacciamoci, se restiamo uniti governiamo 30 anni

Salvini: non sfilacciamoci, se restiamo uniti governiamo 30 anniGenova, 25 ott. (askanews) – “È fondamentale che tutti, dai vertici ai consiglieri comunali, sappiamo che ciò che accade al singolo può accadere domani agli altri. Non dobbiamo sfilacciarci se stiamo compatti, uniti e non siamo ricattabili, se non abbiamo il prezzo del cartellino, noi governiamo per i prossimi 30 anni perchè non siamo in vendita”. Lo ha detto il vice premier e segretario della Lega Matteo Salvini, chiudendo la campagna elettorale del centrodestra a Genova.


“Provano a dividerci, ma sappiamo che ciò che accade al singolo accade a tutti. Vale per gli avversari sicuramente, perchè gioire dei guai degli altri no, ma noi siamo diversi culturalmente: io non augurerei mai di vincere coi giudici, coi tribunali e con gli arresti. Lo lasciamo ai compagni”.

M5s, Conte: la vicenda Grillo assolutamente marginale, inutile enfasi

M5s, Conte: la vicenda Grillo assolutamente marginale, inutile enfasiRoma, 25 ott. (askanews) – “In questo momento M5s è assorbito da questa vicenda ma è una vicenda assolutamente marginale rispetto al processo costituente che l’intera comunità del Movimento sta vivendo”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte in collegamento con CasaCorriere festival 2024.


“Siamo nel pieno di questo processo e con tutto il rispetto per giornali e giornalisti che danno molta enfasi a un aspetto che è contrattuale: do per scontato che se non c’è una prestazione non può esserci una controprestazione”, ha chiarito Conte quando gli è stato chiesto se la rottura con Grillo è irreversibile. Secondo l’ex premier parlare di “parricidio” come fanno alcuni giornali è “un’enfasi inutile”: “E’ un termine giornalistico come ce ne sono tanti ma non ha molto senso: non si è mai visto un parricidio compiuto con la risoluzione di un rapporto contrattuale”.