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Festival Cinema Marateale, Janet Yang ospite d’onore

Festival Cinema Marateale, Janet Yang ospite d’onoreRoma, 29 mar. (askanews) – Il Festival del Cinema “Marateale – Premio Internazionale Basilicata”, che si terrà il prossimo mese di luglio nella splendida città di Maratea, conosciuta come la “perla del Tirreno”, si prepara ad accogliere Janet Yang, celebre produttrice cinematografica e Presidente dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, organizzazione che assegna ogni anno i premi Oscar.


Vincitrice di Emmy e Golden Globe, è diventata famosa grazie alla sua collaborazione con Steven Spielberg in “Empire of the Sun”, seguita dalla partnership con Oliver Stone e Lisa Henson. Figura di spicco nell’industria cinematografica internazionale, Janet Yang ha lavorato a produzioni di grande successo. Durante il Marateale, Janet Yang prenderà parte ad un panel – con altre figure di spicco dell’industria cinematografica mondiale – dal titolo “Flipping the Narrative of Filmmaking: Bridging Cultures through new visions on co-producing, packaging, branding and sustainability”. Un momento speciale che offrirà al pubblico, ai giovani filmmakers e ai professionisti del settore, un’opportunità rara di approfondimento con i leaders che hanno fatto la storia del cinema di ieri e di domani. “Siamo onorati di ospitare una figura di tale rilievo come Janet Yang” ha dichiarato Nicola Timpone, Direttore Artistico del Marateale, il quale ha aggiunto: “La sua esperienza e il suo contributo al cinema mondiale rappresentano un’ispirazione per tutti gli appassionati e i professionisti del settore”. Il Marateale si conferma un importante ed imperdibile appuntamento per il panorama cinematografico internazionale, che offre incontri esclusivi con protagonisti di fama mondiale in una delle location più affascinanti d’Italia.

Grande successo a Modica per il concerto di Joseph Lu

Grande successo a Modica per il concerto di Joseph LuRoma, 29 mar. (askanews) – Grande successo a Modica per l’attesissimo concerto dell’artista e compositore siciliano Joseph Lu nella splendida cornice del Teatro Garibaldi. Ieri sera, infatti, è andato in scena il primo appuntamento del tour nazionale ed internazionale del “pianista dei sogni” che ha voluto partire dalla sua Sicilia, precisamente da Modica, sua città natale.


La direzione artistica del Concerto, che ha ottenuto il Patrocinio dell’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della Regione Sicilia, del Comune di Modica e della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica, è stata affidata al maestro Vince Tempera. Joseph Lu ha proposto un connubio fra musica ed immagini, un viaggio che ha trascinato il pubblico in una dimensione onirica, dentro un viaggio proteso tra interiorità che ha reso possibile entrare in relazione con l’artista, di connettersi con le sue emozioni attraverso le vibrazioni, a cui egli ha dato vita, e di calarsi nelle sue espressioni oniriche, i cui colori si sono alternati al ritmo di un tempo impercettibile.


I brani sono stati eseguiti con nuovi arrangiamenti, grazie alla presenza di musicisti di grande rilievo, i quali hanno supportato il compositore in questa prima apparizione del 2025, tra cui la sua nuova opera dal titolo “ONIRIC” che descrive in musica l’epico viaggio di Ulisse, definito come un’ esplorazione dell’inconscio, come una metafora della conoscenza e come un percorso dentro la nostra anima per cercare la genesi della vita, e “Power of love” che tratta il tema dell’autismo e che ha ottenuto un importante riconoscimento ai World Entertainment Awards di Los Angeles. Il pianista è conosciuto anche per l’impegno che egli profonde a favore della trattazione di problematiche di natura umana e sociale, il cui messaggio la musica, per sua intrinseca natura, riesce a veicolare in ambiti molto diversi e molto lontani, sicché esso diviene messaggio universale.

Per Rigoni di Asiago finanziamento da 37,5 mln a sostegno crescita estera

Per Rigoni di Asiago finanziamento da 37,5 mln a sostegno crescita esteraMilano, 29 mar. (askanews) – Rigoni di Asiago, azienda veneta nota per le confetture bio, ha ottenuto un finanziamento per supportare il piano di crescita soprattutto all’estero. Ha infatti siglato con un pool banche (Bpm, UniCredit, illimity Bank e Sparkasse – Cassa di Risparmio di Bolzano) un nuovo finanziamento da 37,5 milioni di euro.


L’operazione è finalizzata a sostenere il piano di sviluppo del gruppo, che punta a consolidare la propria presenza sui mercati esteri, ampliare la capacità produttiva e investire in innovazione e sostenibilità. Il finanziamento rappresenta una leva strategica per accelerare la crescita internazionale dell’azienda e rafforzarne ulteriormente la competitività, anche attraverso un utilizzo efficiente delle risorse produttive. “Siamo molto soddisfatti di questa operazione – dichiara Cristina Rigoni, amministratrice delegata – che testimonia la sinergia e la fiducia costruite negli anni con il sistema bancario. Il finanziamento ci permette di guardare al futuro con determinazione, portando avanti un piano di crescita solido e ambizioso. L’andamento dei primi mesi dell’anno ci fa essere ottimisti”. A completamento del piano di sviluppo Rigoni di Asiago continuerà a investire in progetti di sostenibilità, puntando su innovazione responsabile, riduzione dell’impatto ambientale e valorizzazione delle materie prime biologiche. Il nuovo piano di sviluppo prevede, oltre al rafforzamento della presenza nei mercati chiave europei, in particolare Germania, Francia, Benelux e Nord Europa, l’apertura di nuovi mercati, fra i quali il Middle East; sono anche previsti investimenti mirati per sostenere l’ampliamento degli impianti produttivi e per la ricerca e sviluppo di progetti innovativi.


Rigoni di Asiago è controllata da Giochele, holding della famiglia Rigoni, con una partecipazione del 57,3% del capitale sociale. Il restante 42,7% è detenuto da Kharis Capital, operatore finanziario specializzato nel settore food & beverage.

Papa, parroco Gaza: “Francesco ci ha telefonato, sempre un’allegria”

Papa, parroco Gaza: “Francesco ci ha telefonato, sempre un’allegria”Roma, 29 mar. (askanews) – Il Papa torna a farsi sentire con la parrocchia di Gaza. Lo riferisce il parroco della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli. “Francesco ci ha chiamato ieri sera (28 marzo, ndr). E’ sempre una benedizione e una grande allegria”, annuncia sui suoi canali social.


“Un nostro parrocchiano, una persona che viene qui sempre a pregare – ha raccontato – gli aveva scritto una lettera molto bella esprimendo la nostra felicità per il fatto che era stato dimesso dal Gemelli, assicurando le nostre preghiere per lui”. Il Papa “lo ha ringraziato e ha detto che è una grande benedizione che stiamo pregando per lui, per le sue intenzioni e per tutta la Chiesa”.

Vino, Consorzio Vini del Trentino a Vinitaly con una rete di alleanze

Vino, Consorzio Vini del Trentino a Vinitaly con una rete di alleanzeMilano, 29 mar. (askanews) – Il Consorzio Vini del Trentino torna a Vinitaly 2025, la fiera internazionale del vino che si terrà dal 6 al 9 aprile a Veronafiere, con un ampio e innovativo spazio espositivo che si estende su 3.000 mq nel padiglione 3 dedicato al Trentino. Cresce la partecipazione, con 44 Cantine all’interno del padiglione 3 e ulteriori 14 aziende presenti nell’ampio contesto di Vinitaly, supportate da istituzioni e dal network trentino.


L’edizione di quest’anno vedrà la partecipazione attiva e coordinata del Consorzio Vini del Trentino, con il fondamentale supporto della Provincia Autonoma di Trento, di Trentino Marketing, e varie importanti istituzioni regionali, tutte impegnate a promuovere le eccellenze enogastronomiche del territorio. La collaborazione istituzionale continua a essere uno degli aspetti centrali di questa partecipazione, volta a rafforzare l’immagine del Trentino come cuore pulsante dell’innovazione vinicola e della sostenibilità ambientale. Un elemento distintivo dello stand sarà il corner dedicato alle istituzioni, dove visitatori e buyer (provenienti principalmente da Europa e Usa) potranno immergersi nel patrimonio trentino attraverso esperienze enogastronomiche e percorsi tematici unici grazie alle Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, alla Strada dei Formaggi delle Dolomiti e alla Strada della Mela e dei Sapori delle Valli di Non e di Sole.


Il Consorzio Vini del Trentino proporrà una serie di degustazioni guidate da sommelier esperti, focalizzate sugli autoctoni trentini. A far da cornice, l’Istituto Trentodoc proporrà degustazioni dedicate al celebre Metodo Classico trentino, simbolo della qualità e dell’arte vinicola della regione. Non mancherà il contributo di altre prestigiose realtà, tra cui la Fondazione Edmund Mach, che si occuperà di degustazioni e accoglienza presso il proprio stand, e l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, che offrirà esperienze sensoriali uniche con la degustazione delle rinomate Grappe del Trentino. La mixology avrà un ruolo di primo piano, con esperti bartender pronti a presentare e offrire cocktail innovativi a base di Grappa del Trentino. La partecipazione del Consorzio Vini del Trentino a Vinitaly 2025 “si inserisce in un progetto più ampio che pone al centro la sostenibilità e l’innovazione come leva strategica per il futuro del settore vinicolo”.

Orsero: accordo strategico per filiera della Igp del Platano Canarie

Orsero: accordo strategico per filiera della Igp del Platano CanarieMilano, 29 mar. (askanews) – Orsero, azienda di importazione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, consolida la sua posizione nella filiera del Platano delle Canarie grazie a un accordo siglato tra Hermanos Fernández Lopez, società spagnola del gruppo, e la Cooperativas unidas de la Palma, Cupalma, una delle più grandi cooperative e aziende agricole produttrici delle Isole Canarie e la più grande dell’isola di La Palma.


L’accordo ha come obiettivo il rafforzamento del legame tra le due realtà, che intrattengono rapporti commerciali dal 1988, massimizzando le sinergie tra la fase di produzione e quella di distribuzione, al fine di valorizzare l’intera catena del valore del platano canario, prodotto agroalimentare europeo, certificato Igp. Un progetto di reciproca crescita commerciale che, proiettando i volumi registrati nell’ultimo anno, potrà portare nell’arco di tutta la durata dell’accordo ad una produzione e distribuzione di 280.000 tonnellate di Platano Canario, del valore complessivo di oltre 300 milioni di euro. Grazie a questa alleanza, gli oltre 2.000 agricoltori che compongono Cupalma avranno a disposizione l’infrastruttura spagnola del gruppo Orsero, che permette di maturare 135.000 tonnellate di prodotto all’anno, e una delle più grandi reti di distribuzione della Spagna, con una presenza nei principali porti della penisola e un network internazionale che raggiunge anche Portogallo, Francia, Italia e Grecia.


Da parte sua, Fernández consolida sotto la sua gestione le oltre 42.000 tonnellate di platano canario Igp prodotte ogni anno dai membri della cooperativa Cupalma, per un volume complessivo di commercializzazione vicino alle 90.000 tonnellate. Fernández deterrà, così, una quota di circa il 20% della produzione canaria.

Vino, a Vinitaly si celebrano i 50 anni della Doc Alto Adige

Vino, a Vinitaly si celebrano i 50 anni della Doc Alto AdigeMilano, 29 mar. (askanews) – Al Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile, l’Alto Adige sarà protagonista con un grande anniversario: mezzo secolo dalla nascita della Doc Alto Adige. Oltre a celebrare la Denominazione con la sua storia ed evoluzione, saranno presentate le nuove annate di ben 90 produttori e la fiera sarà inoltre l’occasione per approfondire l’ambizioso progetto di zonazione in vigore dalla vendemmia 2024, che consente di compiere un ulteriore passo in direzione dell’unicità, così come i nuovi progetti legati all’enoturismo, strumento fondamentale per valorizzare il paesaggio ed i suoi vini.


“L’anniversario della Doc Alto Adige rappresenta un traguardo importante per il nostro territorio che ha saputo costruirsi un’identità forte e riconosciuta a livello internazionale”, spiega il presidente del Consorzio, Andreas Kofler, aggiungendo che “pur essendo una delle regioni vinicole più piccole d’Italia offriamo un panorama straordinariamente variegato di territori, vitigni e microclimi. La Denominazione, in tutti questi anni, ha saputo garantire la diversità e la ricchezza del nostro terroir alpino. Guardiamo – conclude – al futuro fieri del progetto di zonazione finalmente attivo e con tante nuove idee legate all’enoturismo, il Vinitaly sarà occasione preziosa per raccontare tutto ciò”. Oltre alla possibilità di apprezzare le referenze dei singoli produttori, il Consorzio proporrà anche degustazioni tematiche comparative, con 20 vini, alle quali ci si potrà registrare in loco (stand C2/D2 nel padiglione 6). L’obiettivo è quello di raccontare alcune delle peculiarità di questa regione: dal Gewurztraminer, che qui ha un’identità specifica, al progetto Spumante dell’Alto Adige, fino alla famiglia dei Pinot con tutte le loro sfumature, passando anche ovviamente per la freschezza e la longevità dei bianchi di montagna fino ad emblematici vitigni autoctoni come Schiava e Lagrein.

Vino, piano della Commissione contro surplus, calo consumi e cambio clima

Vino, piano della Commissione contro surplus, calo consumi e cambio climaBruxelles, 28 mar. (askanews) – La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa che modifica tre regolamenti riguardanti il settore vitivinicolo dell’Ue, con nuove misure nel quadro della Politica agricola comune (Pac) volte a garantire la competitività e la vitalità di questo settore nei prossimi anni, di fronte a tre diverse sfide che deve affrontare: le nuove tendenze che si stanno affermando tra i consumatori, con un calo della domanda di vino che va avanti ormai da cinque anni, i cambiamenti climatici, e le incertezze del mercato, già presenti negli anni scorsi ma che sono diventate ora particolarmente preoccupanti dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le minacce di una guerra dei dazi.  


Per affrontare queste sfide, nel luglio 2024 era stato istituito il Gruppo di alto livello sulla politica vinicola, con il compito di individuare le esigenze del settore e proporre soluzioni insieme agli attori del mercato e agli Stati membri. Alle riunioni del gruppo di alto livello, cominciate nel settembre scorso, hanno partecipato tutti i 27 direttori generali dei ministeri nazionali dell’agricoltura, e sulla base delle analisi economiche effettuate si è arrivati alle raccomandazioni politiche che sono state sostenute, col consenso di tutti, nel dicembre dell’anno scorso. A febbraio, il Commissario Ue all’Agricoltura, Christophe Hansen, aveva annunciato al Parlamento europeo la proposta che è stata presentata oggi, e che è stata progettata proprio per tradurre le più urgenti raccomandazioni del Gruppo di alto livello in azioni legislative concrete, che riguardano: 1) una maggiore flessibilità per le misure contro le eccedenze e 2) per quelle che regolano l’impianto o il reimpianto dei vigneti; 3) un sostegno maggiore per l’adattamento al cambiamento climatico e la mitigazione dei suoi effetti; 4) norme più chiare e più articolate per il marketing e le denominazioni dei prodotti innovativi, dei vini aromatizzati e di quelli a gradazione alcolica ridotta o nulla; 5) norme armonizzate a livello Ue per l’etichettatura digitale tramite QR code, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti; 6) un’estensione da tre a cinque anni delle misure di promozione dell’enoturismo, con la possibilità di beneficiare del sostegno estesa ai consorzi di tutela dei vini; 7) un’estensione, anche qui da tre a cinque anni, delle campagne promozionali dei vini europei nei Paesi terzi finanziate dall’Ue.      


‘Il settore vitivinicolo dell’Ue è una pietra angolare del tessuto culturale ed economico europeo. Rappresentando il 60% della produzione mondiale e il 60% del valore del vino esportato nel mondo, il settore svolge un ruolo fondamentale nelle economie rurali ed è strettamente legato alle tradizioni, alla gastronomia e al turismo europei’, sottolinea una nota della Commissione, e aggiunge: ‘Mentre la politica vinicola dell’Ue ha avuto molto successo nel proteggere le qualità e promuovere i vini europei, i cambiamenti demografici e nei modelli di consumo in corso, le sfide climatiche e le incertezze del mercato stanno mettendo a dura prova il settore’. Fonti della Commissione hanno spiegato ieri che ‘nelle analisi che sono state fatte nei mesi scorsi, si evidenziavano chiaramente dei fattori importanti che stavano inficiando il settore vitivinicolo: in particolare una riduzione dei consumi che si è accelerata a partire dal periodo post-Covid, un cambiamento dei comportamenti dei consumatori, e l’impatto del cambiamento climatico sulla produzione che fa sì che le produzioni annuali sono fluttuanti molto più che un tempo. Inoltre, c’è anche una certa difficoltà di esportazioni sui mercati principali nei Paesi terzi, e questo quando ancora non si paventavano i dazi che si stanno concretizzando oggi’.


‘La crisi in cui siamo – hanno puntualizzato le fonti – è diversa dal passato, è un misto tra fattori congiunturali e fattori strutturali, che continuano nel lungo periodo. E in più è molto frammentata, perché ha un impatto diverso da regione a regione e nei diversi segmenti produttivi: in alcune regioni possiamo vedere che il settore vitivinicolo tiene ancora bene, mentre in altre la crisi è molto profonda’. Ecco, di seguito, che cosa comportano in concreto le proposte della Commissione, che ora dovranno essere esaminate e approvate dai co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue.


1) Adattamento del regime di autorizzazioni Le proposte prevedono innanzitutto più flessibilità nell’uso, da parte degli Stati membri, delle misure volte a prevenire i surplus di produzione e stabilizzare il mercato. Viene data agli Stati membri la possibilità di limitare, e perfino di bloccare del tutto, l’attribuzione di autorizzazioni per nuovi impianti, sia a livello nazionale, sia regione per regione. Uno Stato membro può constatare che in alcune regioni il mercato è più promettente, e quindi lasciare le autorizzazioni esistenti o anche attribuire nuove autorizzazioni, bloccandole invece totalmente in altre regioni. Inoltre, ci sarà una procedura accelerata nel caso in cui gli Stati membri fossero interessati ad applicare la ‘vendemmia verde’ (la rimozione di tutte le uve da un vigneto prima della maturazione), oppure l’estirpazione di vigneti in determinate aree che soffrono di un eccesso di produzione. Entrambe le misure sarebbero finanziate con fondi nazionali e approvate dalla Commissione con procedure d’urgenza. 2) Più flessibilità per il reimpianto Per quanto riguarda le autorizzazioni di reimpianto, la proposta estende la durata delle autorizzazioni da tre a otto anni, e sospende anche le sanzioni penali per coloro che non le utilizzeranno. ‘In questo modo si vuole dare più possibilità ai produttori per valutare meglio quanto e cosa piantare in funzione dell’evoluzione di mercato. Chi è incerto, invece di piantare subito per paura di perdere l’autorizzazione o di incorrere in penali, avrà più tempo a disposizione per decidere, conservando ancora l’autorizzazione per lungo tempo. Questo non è il caso invece per le autorizzazioni dei nuovi impianti, che aumentano la superficie a vigneto: in questo caso, la proposta mantiene ancora la durata di tre anni, e la sanzione in caso di non utilizzo’ da parte dei beneficiari, hanno spiegato le fonti. 3) Sostegno contro il cambio climatico Gli Stati membri potranno aumentare l’assistenza finanziaria dell’Ue fino all’80% dei costi di investimento ammissibili per misure volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici; quindi, uno strumento aggiuntivo a disposizione per coloro che effettivamente vogliono e hanno necessità di fare degli investimenti per cercare di ridurre il rischio dei cambiamenti climatici. 4) Nuove regole di marketing e nuove denominazioni per vini dealcolati o a bassa gradazione La riduzione dei consumi a lungo termine, acceleratasi negli ultimi anni, e il cambiamento del comportamento dei consumatori necessitano un adeguamento dell’offerta, con prodotti più innovativi, che rispondono di più a queste nuove tendenze. Una delle misure previste è l’aumento del tasso di sostegno Ue per misure di innovazione, che viene portato anche qui all’80% dell’investimento. Un altro pacchetto di misure che questa proposta contiene è relativo ai vini dealcolati. ‘La riforma del 2021 li aveva introdotti come parte della categoria vini, ma quelle regole, stabilite soprattutto per gli spumanti, che sono i vini dealcolati più richiesti dai consumatori, si sono dimostrate eccessivamente rigide. Le modifiche proposte facilitano la produzione di questi spumanti dealcolati e in più anche dei vini aromatizzati, che hanno anch’essi un tasso di sviluppo notevole perché rispondono alla richiesta dei consumatori’, hanno spiegato ancora le fonti della Commissione, precisando che la proposta mira a definire delle denominazioni comuni in tutta Europa per i vini di questa categoria, ‘con nomi che siano più attraenti e più familiari ai consumatori’. Invece di vini ‘totalmente dealcolati’ o ‘parzialmente dealcolati’, come prevede l’attuale legislazione europea, l’idea è quella di usare denominazioni come ‘vini senza alcol’ o ‘zero zero’ se l’alcol è inferiore allo 0,05%, ‘vini a bassa gradazione’ o ‘light’ se invece la gradazione alcolica supera lo 0,5%, ma resta comunque sotto il 30% del livello minimo previsto per quella categoria di vini. Questo vale anche per i vini aromatizzati, che con le norme attuali non possono essere dealcolati. 5) Etichettatura, QR code armonizzato a livello Ue   Ci sono stati negli anni scorsi, soprattutto in Italia, molti articoli sull’etichettatura elettronica, il cosiddetto ‘QR code’ per i vini, che contiene le informazioni nutrizionali e sugli ingredienti, destinate ai consumatori. In alcuni paesi, ad esempio, sull’etichetta accanto al QR code doveva esserci la scritta ‘ingredienti’, in altri ‘informazioni nutrizionali’, in altri entrambe. Ora sarà la Commissione a decidere i dettagli dell’etichettatura per i vini, con un ‘atto delegato’ (decisioni esecutive che possono essere bloccate solo dalla maggioranza qualificata degli Stati membri), in modo armonizzato per tutta l’Ue, per eliminare i costi inevitabili per le imprese di norme diverse nei diversi Stati membri.   6) Potenziamento dell’enoturismo Il ‘turismo del vino’, o enoturismo, è un motore di promozione e consumo del vino che si sta espandendo sempre di più, con una immagine di marketing positiva, integrata con la gastronomia, il paesaggio e il territorio locali. Delle misure per promuovere l’enoturismo già esistono, ma non sono molto utilizzate perché oggi i beneficiari sono solo le organizzazioni interprofessionali. Con la nuova proposta della Commissione, anche i consorzi di tutela, che gestiscono i vini protetti da indicazioni geografiche e svolgono un ruolo primario nel mercato e sono perfettamente integrati nel territorio, riceveranno assistenza per sviluppare l’enoturismo, contribuendo a stimolare lo sviluppo economico nelle aree rurali. 7) Promozione dei vini europei nei Paesi terzi La durata delle campagne promozionali finanziate dall’Ue per consolidare la presenza dei vini europei nei mercati nei paesi terzi sarà estesa da 3 a 5 anni. Le misure di promozione in paesi terzi che già esistono si sono dimostrate troppo brevi per molti operatori, che non sono riusciti a consolidare i loro mercati nei paesi extra Ue. Di qui la richiesta, accolta dalla Commissione, di prevedere un allungamento dei tempi.   ‘Il Commissario Hansen è ben cosciente che l’Unione europea non si può permettere di perdere parti di questo settore così strategico per il sostentamento di tante zone rurali’, hanno riferito ancora le fonti comunitarie. La proposta, hanno concluso, verrà ora inviata al Parlamento europeo e al Consiglio Ue, ‘e dato il grande supporto che c’è stato, sia nel Gruppo di alto livello che da parte del Parlamento, si spera che ci sarà una rapida approvazione’.

Ue-Usa, Meloni d’accordo con Vance. Salta tregua Salvini-Tajani

Ue-Usa, Meloni d’accordo con Vance. Salta tregua Salvini-TajaniRoma, 28 mar. (askanews) – L’opinione secondo cui l’Italia dovrà prima o poi scegliere da che parte stare, tra gli Stati Uniti di Trump e l’Europa, è “infantile” e “superficiale”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Financial Times, bolla come insensate le critiche di ambiguità che l’opposizione italiana le continua a rinfacciare rispetto alle tensioni nelle relazioni transatlantiche. Anche se, per la verità, dalle parole della premier traspare una predilezione per il rapporto con gli Usa guidati dal tycoon.


Non solo, dice Meloni, gli Stati Uniti sono il “primo alleato” dell’Italia, ma “Trump è un leader repubblicano e sicuramente io sono più vicina a lui che a tanti altri”. Quindi “capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali”, perché “io difendo il mio”. In ogni caso, è “nell’interesse di tutti” superare le gravi tensioni tra le due sponde dell’Atlantico, perché “le nostre relazioni con gli Stati Uniti sono la relazione più importante che abbiamo”. Secondo Meloni, le reazioni di alcuni leader europei sono state spesso “un po’ troppo politiche”. “A volte – dice la premier nell’intervista rilasciata quando ancora Trump non aveva annunciato i dazi del 25% sulle auto costruite fuori dagli Usa – ho l’impressione che rispondiamo semplicemente d’istinto. Su questi argomenti bisogna mantenere la calma, ragionare a sangue freddo e lavorare per trovare una buona soluzione comune”. Ad ogni modo “l’Italia – sostiene la premier – può avere buoni rapporti con Stati Uniti e se c’è qualcosa che l’Italia può fare per evitare uno scontro degli Stati Uniti con l’Europa e per costruire ponti, lo farò, ed è nell’interesse degli europei”.


Anche l’approccio “conflittuale” di Trump sull’aumento delle spese per la difesa europea può diventare secondo la presidente del Consiglio, uno “stimolo” affinché il continente si assuma la responsabilità della propria sicurezza. “Mi piace dire che la crisi nasconde sempre un’opportunità”, afferma lasciando intendere che l’Italia rispetterà gli impegni seri: sono “persona seria” che vuole “rappresentare una nazione seria”. Sul sostegno all’Ucraina la premier continua a mantenere un profilo discreto. Vuole una pace giusta per Kiev ma si mostra scettica sulla “forza di rassicurazione” proposta da Francia e Regno Unito: “Dobbiamo stare attenti. Può essere vista più come una minaccia”. Secondo Meloni, l’estensione all’Ucraina della clausola di mutua difesa prevista dall’articolo 5 della Nato, senza effettivamente ammettere Kiev nell’alleanza, sarebbe invece una proposta “più facile ed efficace”.


Ma è sulla visione “politica” delle differenze tra Usa e Ue che Meloni sembra decisamente propendere per la ‘Weltanschauung’ trumpiana. “Devo dire che sono d’accordo” con le parole del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance, quando afferma che l’Europa ha abbandonato il suo impegno per la libertà di parola e la democrazia. “Lo dico da anni… l’Europa si è un po persa”, sottolinea la premier, aggiungendo che le critiche dell’amministrazione Usa all’Europa non sono rivolte al suo popolo, ma alla sua “classe dirigente… e all’idea che invece di leggere la realtà e di trovare modi per dare risposte alle persone, si preferisca imporre la propria ideologia”. Va precisato che nell’intervista si fa riferimento alle parole pronunciate da Vance a Monaco, quasi un mese fa, ma nel frattempo il vicepresidente Usa ha anche definito “scrocconi” gli europei in tema di difesa, ricevendo peraltro l’approvazione dello stesso Trump, che aveva rincarato la dose parlando di “parassiti”.


Sarà anche per questo che i contenuti dell’intervista di Giorgia Meloni sono stati accolti con grande favore dall’alleato di governo e vicepremier leghista Matteo Salvini: “Tra Trump che lavora per la pace e l’asse Macron-Von der Leyen che parlano di guerra e armi, non abbiamo dubbi da che parte stare. In un momento così delicato, dopo tre anni di conflitto e morti, è irresponsabile soffiare sui venti di guerra e boicottare i tavoli che parlano di pace e disarmo. Bene quindi la linea italiana, fondata su prudenza e affidabilità”. Di tutt’altro avviso buona parte dell’opposizione. “Giorgia Meloni – sottolinea la segretaria Pd Elly Schlein – ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano. Anzi, quello di Trump e Musk. Oggi è più chiaro che mai, ha scelto di indossare il cappellino Maga, ammainando di fatto da palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea. Ed è un problema enorme invece per l’interesse nazionale italiano se la presidente del Consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio. Il governo Meloni – conclude Schlein – si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Ue. Un fatto grave e imbarazzante per l’Italia, Paese membro fondatore dell’Unione”. “Meloni pensa di costruire un rapporto con gli Usa diverso da quello che può costruire l’Europa, la Germania o la Francia, ma penso che sia una grande illusione”, afferma più sommessamente Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. “Giorgia Meloni – secondo il vicepresidente di Italia Viva Enrico Borghi – doveva e poteva diventare la Merkel europea, trasformandosi in leader conservatrice moderna, ma rompe con l’Europa sul tema fondamentale della difesa europea e si ritrova ad essere una modesta Orban al femminile”. Intanto sembra già finita la tregua tra i due vicepremier Salvini e Tajani siglata mercoledì scorso in un vertice con la premier a Palazzo Chigi: “Sto preparando una missione con le imprese italiane per rafforzare la partnership con gli Stati Uniti, come da dialogo con J.D. Vance”, annuncia il segretario della Lega, incurante del fatto che, come non manca di ricordare Angelo Bonelli di Avs, “la competenza sul commercio estero sia del ministro degli Esteri Tajani”.

Cinema, dall’8 maggio il XVIII Festival Tulipani di Seta nera

Cinema, dall’8 maggio il XVIII Festival Tulipani di Seta neraRoma, 28 mar. (askanews) – Con un omaggio ad Eleonora Giorgi si è aperta la XVIII edizione del Festival Tulipani di Seta nera. La coraggiosa testimonianza dell’attrice recentemente scomparsa, che ha conferito dignità al racconto della malattia, secondo la madrina della selezione dei film sociali per Rai Cinema Channel, Barbara De Rossi, “ha fatto breccia in un muro, non mi ricordo che mai sia stata raccontata la malattia come ha avuto il coraggio di fare lei. Negli anni 80/90 se qualcuno era malato non lo doveva dire perché questo voleva dire rimanere a casa” ha ricordato, menzionando inoltre la difficoltà delle attrici dopo i 50 anni di lavorare e di quanto Eleonora ne avesse sofferto: “Aveva un attaccamento feroce al lavoro ma non le è stata data più la possibilità di lavorare”. “Un artista che non si è mai arresa e fino all’ultimo progettava e sognava” ha aggiunto Pino Quartullo, padrino della manifestazione, che ha ricordato l’ultimo progetto a cui stava lavorando insieme ad Eleonora Giorgi.


Rimettere al centro della narrazione l’essere umano, le diversità, la fragilità e l’unicità delle persone e dei luoghi, è anche l’obiettivo delle opere selezionate per concorrere al Premio Sorriso Rai Cinema Channel nell’ambito del Festival Internazionale della Cinematografia Sociale che si terrà dall’8 all’11 maggio al The Space cinema Moderno di Roma. Con 500 opere iscritte al concorso nelle 4 sezioni, di cui 300 cortometraggi, 70 documentari, 80 SocialClip e 50 digital serie, provenienti da tutta Italia e dal resto del mondo, tra cui Cina, Russia, Usa, Argentina, Iran, Israele, anche questa edizione vede una grande partecipazione a livello internazionale.


Sono 97 le opere scelte tra le categorie cortometraggio, documentario, #SocialClip che dal primo aprile all’11 maggio saranno visibili sulla piattaforma realizzata da Rai Cinema Channel (tulipanidisetanera.rai.it). Tra Le 5 opere che otterranno il maggior numero di visualizzazioni nella propria sezione verrà selezionato dal Direttore artistico il vincitore a cui verrà assegnato il Premio Sorriso Rai Cinema Channel durante la XVIII edizione. Il periodo utile ai fini del voto espresso per mezzo delle visualizzazioni va dal 1 al 30 aprile.


“Il cinema di qualità morale e sociale ha necessità della giusta attenzione delle istituzioni, chiediamo una riforma del tax credit che preveda un punteggio maggiore per le opere indipendenti che parlino di temi legati alla disabilità, violenza di genere, integrazione, legalità, sostenibilità e sicurezza sul lavoro, così da potere produrre opere su questi temi con maggiori mezzi, le multinazionali possono lasciare anche qualcosa ai produttori e autori più piccoli” ha detto Diego Righini presidente del Festival Tulipani di Seta Nera. Tra i protagonisti delle opere selezionate nelle varie sezioni, volti noti al grande pubblico come Claudio Amendola, Antonio Catania, Anna Ferzetti, Massimiliano Vado, Ettore Bassi, Lorenzo Flaherty, Luca Ward, Franco Oppini e Pietro De Silva.