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Giornata Mondiale Suolo, analisi di 3Bee su uso del suolo

Giornata Mondiale Suolo, analisi di 3Bee su uso del suoloRoma, 2 dic. (askanews) – In occasione della Giornata Mondiale del Suolo 2024 (5 Dicembre), la naturetech company 3Bee ha realizzato un’analisi approfondita sull’uso del suolo in alcune città italiane, quelle con oltre 200.000 abitanti, tramite la sua Element-E Platform, la prima piattaforma che consente a municipalità, imprese e parchi naturali di monitorare impatti e dipendenze dalla natura per definire una strategia climatica su misura, con l’obiettivo di valutare l’impatto dell’urbanizzazione e delle attività agricole sul suolo urbano, con particolare attenzione alla permeabilità idrica.


Il suolo è infatti una delle risorse naturali più preziose e vulnerabili, essenziale per la regolazione dei cicli idrici, il sostegno alla biodiversità e la mitigazione del cambiamento climatico. Tuttavia, secondo il rapporto ISPRA 2023, in Italia il consumo di suolo continua ad aumentare, con 77 km² persi nel 2022, pari a un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. L’urbanizzazione, le attività agricole intensive e l’impermeabilizzazione stanno compromettendo irreversibilmente molte delle sue funzioni ecosistemiche, aumentando la vulnerabilità delle città a eventi meteorologici estremi, come alluvioni e siccità.


Il tema scelto dalle Nazioni Unite per la Giornata Mondiale del Suolo 2024, “Caring for Soils: Measure, Monitor, Manage”, sottolinea l’importanza di dati precisi e strumenti avanzati per comprendere le caratteristiche del suolo e supportare decisioni informate sulla sua gestione sostenibile. “Il suolo rappresenta il punto di incontro tra natura e artificio. Prendersene cura permette di ridurre fenomeni come le isole di calore, le alluvioni, le inondazioni e l’erosione del terreno. La piattaforma ambientale Element-E ha l’obiettivo di supportare municipalità, imprese e parchi naturali nella tutela del suolo per rafforzare la loro resilienza climatica.” – afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee.


La gestione del suolo, elemento chiave per la resilienza ambientale, non può prescindere dalla collaborazione tra settore pubblico e privato. In questo senso, la Element-E Platform di 3Bee offre alle imprese uno strumento integrato per monitorare e gestire i propri impatti e dipendenze dalla natura, consentendo di definire strategie climatiche su misura, nel rispetto della compliance normativa. Grazie a soluzioni scalabili e basate sui dati, anche il mondo impresa può contribuire concretamente a trasformare le città in ecosistemi resilienti, promuovendo l’equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale. Un’analisi macroscopica dell’uso del suolo nelle città italiane


L’analisi di 3Bee sull’uso del suolo nelle città italiane con oltre 200.000 abitanti si è concentrata su quattro indicatori chiave: 1. Superficie artificiale, percentuale di territorio occupato da infrastrutture urbane (strade, edifici, industrie, marciapiedi…). 2. Superficie naturale: percentuale di territorio costituito da aree verdi non edificate, come parchi e boschi. 3. Superficie agricola: percentuale di territorio destinato all’agricoltura. 4. Rischio idrogeologico: valutazione del rischio associato a eventi meteorologici estremi, in particolare le alluvioni. I dati raccolti mostrano come l’urbanizzazione e le attività antropiche abbiano trasformato il suolo delle principali città italiane, con impatti significativi sulle funzioni ecosistemiche essenziali. Partendo dall’indicatore relativo alla superficie artificiale, Venezia presenta la percentuale più bassa, pari al 16,7%, grazie alla sua morfologia lagunare che limita l’espansione edilizia. Tuttavia, questa peculiarità non esime la città dai rischi legati agli eventi estremi. In particolare, il fenomeno dell’acqua alta, intensificatosi negli ultimi anni, è il risultato di una combinazione di fattori climatici e antropici: l’innalzamento del livello del mare e l’abbassamento del suolo lagunare, influenzato anche da attività umane storiche come il prelievo di acqua dalle falde, hanno ulteriormente aumentato la vulnerabilità della città. Milano invece, con oltre il 63% del territorio occupato da superfici artificiali, si distingue come la città con il più alto grado di urbanizzazione. Questo dato riflette una densità infrastrutturale estremamente elevata, che amplifica il rischio di impermeabilizzazione del suolo, compromettendo la capacità del territorio di assorbire le acque meteoriche e rendendo la città particolarmente vulnerabile a fenomeni estremi come le alluvioni. Le superfici naturali, come parchi, boschi e altre aree verdi, giocano un ruolo cruciale nella resilienza delle città. Con riferimento a questo indicatore, Genova si distingue positivamente, con oltre il 72% del territorio costituito da aree naturali. Questa percentuale, la più alta tra le città analizzate, è favorita dalla particolare conformazione geografica della città, incastonata tra montagne e mare, che preserva ampie porzioni di territorio non edificato. Anche Messina presenta una percentuale significativa di superficie naturale, pari al 68,90%. Tuttavia, altre città presentano percentuali significativamente inferiori. Bari registra il valore più basso, con solo il 16,72% di superficie naturale, seguita da Padova (17,13%), Catania (19,33%) e Milano (19,95%). La riduzione delle superfici naturali con materiali artificiali compromette la capacità del terreno di assorbire le acque piovane, aumentando il rischio di alluvioni e sovraccaricando le reti di drenaggio urbano. Inoltre, questa trasformazione riduce la ricarica delle falde acquifere, aggravando la vulnerabilità idrica delle aree urbane, impatta negativamente sulla biodiversità e amplifica il fenomeno delle isole di calore urbane. Con riferimento al rischio idrogeologico, tra le città con i livelli di rischio più elevati (livello 4 su 5) figurano Torino, Milano, Padova, Bologna, Verona, Genova e Venezia. Tra i fattori principali si evidenziano l’urbanizzazione intensiva, che riduce le superfici permeabili e la capacità dei territori di gestire le acque meteoriche, e il cambiamento climatico, che sta intensificando fenomeni estremi come precipitazioni violente e inondazioni. La stessa Genova, nonostante l’elevata percentuale di superficie naturale nelle aree collinari circostanti, resta fortemente esposta al rischio idrogeologico a causa di fattori come la canalizzazione dei torrenti, l’urbanizzazione nelle piane alluvionali e l’aumento della frequenza delle precipitazioni. La conformazione geografica, con valli strette e ripide, accelera il deflusso delle acque piovane, aumentando la probabilità di esondazioni improvvise, come dimostrato dalle alluvioni ricorrenti che hanno colpito la città negli ultimi anni. Infine, per quanto riguarda l’agricoltura, l’analisi di 3Bee mette in luce come questa attività possa spesso portare a fenomeni di erosione e compattamento del suolo, soprattutto se accompagnata da pratiche intensive. Un esempio emblematico è quello di Catania, dove il 46,02% del territorio è destinato all’agricoltura a scapito delle superfici naturali, che si riducono al 19,33%. Ciò evidenzia uno squilibrio che compromette la complessità ecologica del territorio e la sua capacità di supportare la biodiversità. Alla luce di questi dati, si prevede che il rating di rischio idrogeologico di Catania possa aumentare nei prossimi anni. Le città italiane si trovano ad affrontare sfide complesse legate alla gestione del suolo e gli interventi infrastrutturali realizzati per contrastare fenomeni estremi spesso non sono sufficientemente mirati o pianificati con un approccio di lungo termine. Tuttavia, l’innovazione tecnologica offre oggi strumenti che consentono di comprendere queste problematiche in modo più scalabile ed efficace. La Element-E Platform di 3Bee nasce proprio con l’obiettivo di supportare l’individuazione delle aree urbane maggiormente esposte a rischi e aiutare nella pianificazione degli interventi. Nella valutazione dei rischi naturali, la piattaforma si concentra in particolare sul rischio idrogeologico, considerando la severità e la frequenza di eventi alluvionali e fornendo una stima della probabilità che episodi simili si verifichino nei due anni successivi.

Sabato 7 dicembre torna Birrifici Aperti Unionbirrai

Sabato 7 dicembre torna Birrifici Aperti UnionbirraiRoma, 2 dic. (askanews) – Sabato 7 dicembre, i birrifici artigianali di tutta Italia aprono le loro porte al pubblico con visite guidate, degustazioni e incontri con i birrai. “Birrifici Aperti” è la giornata organizzata da Unionbirrai, l’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, con l’obiettivo di promuovere la cultura della birra artigianale in Italia, educando i consumatori sulle diverse varietà e qualità di birre prodotte localmente, sostenendo i piccoli produttori nel panorama birrario nazionale.


“Valorizzare il mondo della birra artigianale italiana, creando un contatto diretto tra birrifici e appassionati. Questo l’obiettivo della nostra iniziativa Birrifici Aperti – dichiara Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai – che mira a replicare ciò accaduto con successo in altri comparti come il vino e l’olio, aprendo le porte dei birrifici per far conoscere da vicino i processi produttivi, le materie prime utilizzate e, soprattutto, la passione che si cela dietro ogni bottiglia. Tutti ingredienti che rendono la birra artigianale nazionale oramai un vanto del made in Italy agroalimentare nel mondo, con sempre più riconoscimenti”. Sarà possibile scegliere l’appuntamento preferito tra i tanti in programma in tutto lo Stivale presenti sul sito www.birrificiapertiunionbirrai.it. “Riteniamo che i piccoli birrifici artigianali possano divenire parte integrante di itinerari turistici e mete da visitare e in cui trascorrere piacevoli momenti – conclude Ferraris (Unionbirrai) – Per questo, anche a livello normativo, siamo impegnati nel promuovere la creazione delle ‘Strade della Birra’, prendendo spunto da ciò che il mondo vitivinicolo ha già realizzato con successo con le cantine”.

Confagri Veneto: da Mercosur timori allevamenti, mais e zucchero

Confagri Veneto: da Mercosur timori allevamenti, mais e zuccheroRoma, 2 dic. (askanews) – Dopo le recenti trattative tra l’Unione Europea e il blocco sudamericano Mercosur, aumentano le preoccupazioni degli agricoltori veneti in vista dell’obiettivo di finalizzare l’accordo nell’ambito del G20 in Brasile. Ed è dai Giovani di Confagricoltura Veneto che arriva la necessità di fare chiarezza sull’accordo con il convegno “Dialogo oltre oceano: accordi con il Mercosur e impatti per l’agricoltura italiana”, che si svolgerà giovedì 5 dicembre alle 15 al Viest Hotel di Vicenza. Al convegno sarà presente anche Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura e neo eletto presidente del Copa, l’associazione che riunisce le principali organizzazioni agricole europee.


Spiega il polesano Francesco Longhi, presidente dei Giovani di Confagricoltura Veneto: “abbiamo voluto fortemente questo momento di approfondimento perché come giovani, in chiave futura, è cruciale conoscere dinamiche l’impatto di politiche comunitarie come queste che possono influenzare il sistema agricolo europeo – dice – I comparti degli allevamenti avicoli e bovini, dello zucchero e del mais sono quelli che potranno essere maggiormente penalizzati dall’accordo commerciale con il Sudamerica, con un impatto fortemente negativo sulla catena di approvvigionamento agroalimentare europea e a cascata sull’agricoltura veneta, dato che quei settori sono di importanza primaria. Dato che i Paesi del Mercosur non rispettano gli stessi standard ambientali e di benessere animale richiesti agli agricoltori europei, si rischia che venga creato un vantaggio ingiusto per i loro concorrenti”. Sebbene l’Ue sia impegnata a raggiungere obiettivi ambientali ambiziosi, l’accordo Mercosur, anche con il protocollo aggiuntivo, non includerà salvaguardie forti, vincolanti e applicabili per garantire la protezione dell’ambiente e il rispetto dei diritti umani e del lavoro. “Questa mancanza di coerenza mette a rischio l’obiettivo generale dell’Ue di promuovere una transizione verso sistemi alimentari più sostenibili – aggiunge la trevigiana Martina Dal Grande, delegata per i Giovani di Confagricoltura del Ceja, Consiglio europeo dei giovani agricoltori – L’importanza strategica dell’agricoltura e del cibo dovrebbe essere sempre riconosciuta nei negoziati commerciali, poiché la sostenibilità economica, sociale e ambientale di questi settori è fragile e facilmente perturbabile”.


L’obbligo di rispettare i più alti standard ambientali e sociali, comprese le otto convenzioni fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e le più recenti indicazioni del Wto, “dovrebbe essere un elemento essenziale e vincolante di qualsiasi accordo commerciale. Di qui l’esigenza di un dialogo costruttivo con i principali attori del sistema coinvolti, per approfondire ogni sfumatura di queste importanti dinamiche commerciali e valutare quali potrebbero essere le ripercussioni per la nostra agricoltura”, ha concluso.

Il forzista Tosi lancia Forza Nord: la Lega ormai non se ne occupa

Il forzista Tosi lancia Forza Nord: la Lega ormai non se ne occupaMilano, 2 dic. (askanews) – Rappresentare le istanze del Nord, ormai dimenticate dalla Lega “come dice lo stesso Luca Zaia”. Prosegue l’iniziativa politica di Forza Nord, il comitato interno a Forza Italia presieduto dall’ex leghista Flavio Tosi, che ieri ha riunito a Verona – città di cui è stato sindaco per 10 anni – il suo movimento, annunciando per l’inizio dell’anno la presentazione di una vera e propria organizzazione territoriale.


“Autonomia, impresa, professioni, lavoro. Parlare di questi temi significa parlare di Nord. Oggi, come dice Luca Zaia, il suo partito lo fa poco. Ce ne occupiamo noi come Forza Nord dentro Forza Italia, sotto la guida del nostro Segretario Antonio Tajani”, ha detto Tosi, europarlamentare e coordinatore veneto forzista L’occasione è stata il convegno La nuova forza del Nord. Per un’Autonomia che guarda all’Europa, organizzato da Forza Nord con Forza Italia e Ppe. Con Tosi sono intervenuti Gianmarco Senna e Max Bastoni, promotori di Forza Nord ed ex consiglieri regionali della Lombardia; e i rappresentanti regionali di Forza Nord: per la Lombardia e il Veneto gli ex deputati Marco Reguzzoni e Filippo Busin, per il Piemonte l’ex governatore Roberto Cota, responsabile Semplificazione di Forza Italia, per l’Emilia-Romagna Manes Bernardini, che è stato consigliere regionale di Bologna, e per la Valle d’Aosta Sergio Ferrero.


“Da almeno un decennio la questione settentrionale è stata messa ai margini dell’agenda politica, questo vuoto di rappresentanza ha generato un vuoto elettorale. Tanti cittadini non vanno più a votare perché di Nord non si parla più. Lo stesso Zaia ha fatto presente a Salvini che la Lega ha cambiato obiettivi: propone infatti di nazionalizzare la Pedemontana Veneta e mira a statalizzare le concessioni autostradali per riversare miliardi di utili dei nostri pedaggi sull’Anas anziché in opere pubbliche a favore dei nostri territori. Tutto il contrario dell’autonomia e del federalismo. Noi invece siamo qui per occuparci del Nord, chi è in Forza Nord si batte per il federalismo da una vita – ha sottolineato Tosi – e noi, a differenza di altri, non siamo cambiati”. Tra i temi, ovviamente, l’autonomia differenziata: “Qualche altro partito, non certo noi, sta facendo passare l’attuale riforma dell’autonomia come il Nord contro il Sud, ma se si trasmette questo devastante messaggio la riforma non passerà mai. Ricordo che nel 2006 con la devolution si commise lo stesso errore”. Per questo “è determinante il ruolo di Forza Italia come garante di una riforma seria e condivisa, perché il nostro è un partito strutturato in tutto il Paese, che è nazionale ma non nazionalista, che fin dalla fondazione porta avanti valori liberali, liberisti e anticentralisti, quindi autonomisti”. Nel suo alveo “si muove in modo organizzato Forza Nord, che a inizio anno presenterà la sua organizzazione territoriale, sotto la guida del vicepremier e nostro segretario Antonio Tajani”.

Lollobrigida: olio prodotto con margini crescita eccezionali

Lollobrigida: olio prodotto con margini crescita eccezionaliRoma, 2 dic. (askanews) – “L’olio di oliva è un prodotto sottovalitato che ha margini di crescita eccezionali, così come i formaggi. Sono prodotti da raccontare e da spiegare”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida nel corso del proprio intervento al XXII Rapporto Ismea-Qualivita, presentato oggi a Roma.


Il ministro ha sottolinea le performance eccezionali dei formaggi italiani, “alcuni dei quali hanno valori di mercato altissimi. Grazie a questo, pagano il latte molto più della media europea. Dobbiamo sempre ricordare che l’aumento di valore di un prodotto – ha detto – può fare aumentare il reddito lungo tutta la filiera”. Per questo, l’Italia deve puntare ad “un aumento e una protezione del valore, il sostegno alle filiera in difficoltà ma non nell’ottica dell’oggi ma in quella del domani, al rafforzamento delle filiere e in particolare di quella dell’olio e delle carni rosse”.

Ciclismo, La Vuelta 2025 partirà dalla Reggia di Venaria

Ciclismo, La Vuelta 2025 partirà dalla Reggia di VenariaRoma, 2 dic. (askanews) – La Vuelta 2025 partirà dal Piemonte, dalla Reggia di Venaria, ai piedi delle montagne in un’edizione molto speciale che celebra il 90° anniversario della corsa spagnola. La regione italiana ospiterà le prime tre tappe nella loro interezza, a partire dal 23 agosto, prima che il gruppo torni in Spagna. L’annuncio ufficiale è stato dato questa mattina (lunedì 2 dicembre) in un evento tenutosi a Torino, alla presenza di Stefano Lo Russo, sindaco di Torino; Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte; Marina Chiarelli, assessore al turismo, cultura e sport della Regione Piemonte; e Javier Guillén, direttore generale di La Vuelta. Per la Vuelta è la sesta partenza dall’estero e la prima volta che partirà dall’Italia, dopo Lisbona (1997), Assen (2009), Nîmes (2017), Utrecht (2022) e Lisbona-Oeiras-Cascais (2024). A questo si aggiunge la partenza ufficiale già annunciata da Monaco nel 2026.

Stellantis, Conte: ingresso Stato? Non escludo la possibilità

Stellantis, Conte: ingresso Stato? Non escludo la possibilitàPomigliano d’Arco, 2 dic. (askanews) – “Non escludo affatto la possibilità di un ingresso dello Stato in Stellantis, però, bisogna elaborare un piano industriale serio, forte. In questo piano industriale, se c’è un passaggio in cui il governo può essere utile, non escludiamolo, come d’altra parte il governo francese”. Così il leader del M5s, Giuseppe Conte, parlando agli operai dello stabilimento Gianbattista Vico di Pomigliano d’Arco (Napoli).


“Non è l’ingresso del governo oggi, senza un piano industriale, che può costituire un rimedio, ma un piano industriale in cui semmai può essere contemplata anche la responsabilità dello Stato italiano, di entrare con una partecipazione”, ha aggiunto Conte fuori i cancelli della fabbrica dopo un presidio dei dipendenti dell’indotto, Transnova.

Coldiretti: la Dop economy fa dell’Italia paese leader qualità

Coldiretti: la Dop economy fa dell’Italia paese leader qualitàRoma, 2 dic. (askanews) – La Dop economy spinge i record del Made in Italy a tavola, facendo dell’Italia il Paese leader della qualità in Europa per numero di prodotti a denominazione di origine con 328 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute, 529 vini Dop/Igp, 5547 prodotti alimentari tradizionali, grazie all’agricoltura più green della Ue. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti in occasione della presentazione del Rapporto Ismea – Qualivita 2024.


I prodotti a Dop, spiega Coldiretti, contribuiscono ad arricchire uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintività e biodiversità alla base oggi di una filiera agroalimentare allargata, che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese. L’Italia vanta peraltro il primato europeo anche per la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con Campagna Amica, oltre che nel biologico, con 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale. Oltre al cibo più amato nel mondo, l’agricoltura italiana, ricorda la Coldiretti, garantisce peraltro autentici beni pubblici quali tutela del paesaggio, biodiversità, salute e benessere, contrasto ai rischi idrogeologici, coesione territoriale, baluardo allo spopolamento delle aree marginali, turismo, territorio, energie rinnovabili.


Una minaccia ai successi della Dop economy viene però dal fenomeno del falso cibo Made in Italy, il cui valore ha superato i 120 miliardi sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. In altre parole nel mondo, rileva la Coldiretti, ci sono ben sei imitazioni per ogni prodotto a denominazione originale Made in Italy. Ma avanzano anche i cibi ultraprocessati che rischiano di sostituire sulle tavole i prodotti naturali, sulla spinta dei grandi oligarchi mondiali dell’alimentazione, con gravi effetti sulla salute dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni. Un fenomeno che spaventa oltre otto famiglie su dieci e contro il quale Coldiretti chiede una serie di misure che vanno da un’etichettatura chiara su questo tipo di prodotti al divieto dell’utilizzo nei distributori in scuole e edifici pubblici, fino al potenziamento delle ore di educazione alimentare per gli studenti.

La Fiorentina: “Edoardo Bove è sveglio e vigile, accertamenti in corso per capire le cause del malore”

La Fiorentina: “Edoardo Bove è sveglio e vigile, accertamenti in corso per capire le cause del malore”Roma, 2 dic. (askanews) – “ACF Fiorentina comunica che Edoardo Bove, dopo aver passato una notte tranquilla, è stato risvegliato ed estubato questa mattina. Attualmente è sveglio, vigile ed orientato”. Così la Fiorentina in un comunicato sulle condizioni di Edoardo Bove, che ieri pomeriggio è crollato sul terreno di gioco durante il match contro l’Inter al Franchi privo di sensi. Il giocatore, scrive la società viola “Ha parlato con la famiglia, la dirigenza Viola, il mister e i compagni che sono accorsi a trovarlo non appena ricevuta la bella notizia. Nei prossimi giorni verranno effettuati ulteriori accertamenti per stabilire le cause che hanno determinato la situazione critica avvenuta ieri. Da Careggi i medici che hanno in cura il calciatore confermano che proseguono gli approfondimenti diagnostici” “Edoardo sta meglio”, ha detto anche il portiere della Fiorentina, David De Gea, mentre usciva, insieme al compagno di squadra Lucas Beltran, dall’ospedale di Careggi di Firenze.


Da Careggi arriva anche la conferma che la partita Fiorentina-Empoli si giocherà. Lo conferma, direttamente dall’ospedale, Alessandro Ferrari, direttore generale dei viola, ha sostenuto che le due squadre scenderanno in campo per il match di Coppa Italia. La richiesta è stata fatta direttamente da Edoardo Bove. La gara è in programma mercoledì 4 dicembre alle 21 allo stadio Franchi. “Bove? Ieri sono stati tutti molto professionali e lucidi. Il ragazzo lo conosco benissimo, conosco la famiglia. Le notizie di stamattina ci gonfiano il cuore di serenità e ottimismo”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine dei premi Coni-Ussi al salone d’onore, parlando del giocatore della Fiorentina che ieri pomeriggio è crollato sul terreno di gioco durante il match contro l’Inter al Franchi privo di sensi e venendo subito trasportato all’ospedale Careggi di Firenze. “Tutti in Italia diventano improvvisamente tuttologi. In Italia siamo uno dei pochissimi paesi al mondo in cui il certificato medico ha valore legale, siamo un fiore all’occhiello del sistema. Tutto è perfettibile, ma siamo molto contenti dei professionisti dell’Istituto medicina dello sport che svolgono un ruolo fondamentale”, ha aggiunto.

Arriva il Distretto per l’innovazione agroalimentare Marsica

Arriva il Distretto per l’innovazione agroalimentare MarsicaRoma, 2 dic. (askanews) – Arriva il Distretto per l’Innovazione Agroalimentare Marsica, un progetto promosso da Inps, Agea(Agenzia per le erogazioni in agricoltura), Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori) e Ost (Officina Sviluppo Territoriale), per ottimizzare il sistema produttivo della Marsica, conciliando l’agricoltura intensiva del Fucino con un’agricoltura sostenibile nelle aree circostanti.


L’obiettivo è accrescere il PIL del territorio valorizzando e ripopolando le aree inattive, diversificando la produzione e attraendo nuovi investimenti. Con l’adozione del Protocollo DIAM si stima un incremento della produzione totale del 15-20% nel Fucino e del 10-15% nella Marsica esterna al Fucino. I ricavi medi per ettaro potrebbero aumentare del 10-20% nel Fucino e del 15-25% nella Marsica extra-Fucino. Un aumento della produzione reso possibile anche grazie dati raccolti da Agea, che evidenziano un rilevante patrimonio territoriale non pienamente sfruttato nell’area. Su una superficie totale di 183.552,59 ettari, ben 114.310,99 ettari risultano infatti non richiesti, con ampie porzioni di aree seminabili abbandonate (460,68 ettari). Il progetto, presentato oggi ad Avezzano, prevede inoltre una riduzione della manodopera meno qualificata e un aumento della domanda di lavoratori specializzati in grado di gestire le nuove tecnologie. Potrebbe di conseguenza generarsi una crescita occupazionale del 10% nell’industria di trasformazione agroalimentare e del 20-30% per gli specialisti dei servizi professionali per l’agricoltura. Un modello innovativo di sviluppo territoriale che potrebbe essere replicato in altre aree d’Italia, contribuendo alla crescita economica e sociale del Paese.


Tra le soluzioni, l’introduzione di innovazioni tecnologiche e di processo, come l’agricoltura di precisione, i sensori per il monitoraggio delle colture e l’automazione, per ottimizzare l’uso delle risorse e migliorare la qualità dei prodotti. Inoltre, il progetto mira a promuovere la coltivazione di terreni incolti, puntando su produzioni ad alto valore aggiunto come le piante officinali in permacultura, e a sviluppare il settore della trasformazione agroalimentare. Il tutto, favorendo la collaborazione tra pubblico e privato attraverso la creazione di un Ente di Governance che coordini le attività del Distretto. La presentazione si è conclusa con la sottoscrizione di un accordo territoriale da parte dei partecipanti, che si impegnano a collaborare per la realizzazione del progetto.