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FI, Gasparri: bene numerose adesioni amministratori locali Fvg

FI, Gasparri: bene numerose adesioni amministratori locali FvgRoma, 12 mar. (askanews) – “Ho incontrato oggi in Senato la segretaria regionale del Friuli Venezia Giulia di Forza Italia, Alessandra Savino, che mi ha riferito delle numerose adesioni di amministratori locali al nostro movimento. Mi sono compiaciuto per queste scelte di esponenti di Arba, di Budoia, di Pasiano di Pordenone, di Sacile, di San Vito al Tagliamento, di Cordovado e di altri comuni”. Lo dichiara il responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia, senatore Maurizio Gasparri.


“Nelle prossime settimane sarò in Friuli Venezia Giulia per le elezioni di Monfalcone e di Pordenone e nell’occasione, oltre a sostenere i candidati delle liste di Forza Italia, incontrerò, con Sandra Savino ed i nostri dirigenti, gli amministratori locali che hanno scelto di condividere l’appello di Antonio Tajani per il rafforzamento di Forza Italia in tutto il territorio nazionale”, aggiunge.

Difesa Ue, Giorgetti: prima valutare le necessità poi la spesa

Difesa Ue, Giorgetti: prima valutare le necessità poi la spesaRoma, 12 mar. (askanews) – “Invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per quelli che sono gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno” nell’ambito del piano ReArm EU. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad un’interrogazione nel corso del question time alla Camera.


“Prima di tutto l’Italia deve rispettare gli impegni internazionali. Fa parte di un’allenza e se questa alleanza richiede un impegno del 2% del pil siamo tenuti a rispettarlo – ha spiegato – La seconda dimensione è che invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno che il governo italiano dovrà sostenere”. “Terza dimensione, questo sforzo – ha precisato – non potrà non contemplare una valutazione di politica industriale con riferimento all’industria della difesa che dovrà produrre un beneficio in termini di crescita economica e di occupazione”.


Dopo aver ribadito che la spesa per la difesa, in ogni caso, non sarà a scapito di sanità e servizi Pubblici, Giorgetti ha giudicato positivamente la clausola di salvaguardia decisa dalla Commissione europea per questo tipo di investimenti. “Tuttavia – ha concluso il Ministro – la flessibilità della spesa non deve compromettere la sostenibilità dei conti pubblici e non deve far aumentare in misura significativa il debito pubblico”.

Nuovo sito per Artea, agenzia toscana per erogazioni agricoltura

Nuovo sito per Artea, agenzia toscana per erogazioni agricolturaRoma, 12 mar. (askanews) – Artea, l’agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura, ha un nuovo sito internet pià facile, intuitivo e accessibile rispetto a quello nato nel 2002. Il sito è stato presentato oggi dal presidente Eugenio Giani, dall’assessore all’agricoltura Stefania Saccardi e dal direttore di Artea, Fabio Cacioli durante la quale è stato anche annunciato che Artea quest’anno ha ricevuto dal certificatore dei conti incaricato dal Masaf il punteggio massimo nei tre ambiti principali misurati, ovvero il sistema di controllo interno e la conformità ai criteri di accreditamento, i sistemi di governance istituiti dagli stati membri e la comunicazione dell’efficacia dell’attuazione in merito agli indicatori di output e di risultato.


“Abbiamo rinnovato un sito che oggi, per il mondo dell’agricoltura ma non solo, diventa strumento importante, facile da consultare e intuitivo così da essere più vicino alle imprese e agli utenti”, ha detto Giani. “Sul sito sarà semplice verificare lo stato di avanzamento delle domande, le procedure, i livelli dei pagamenti – ha spiegato Saccardi – e tutta una serie di informazioni che si sono rese accessibili in modo molto semplice. Artea, ente pagatore non solo dell’agricoltura, ha ottenuto la certificazione ISO 37001 per la trasparenza rispetto ai fenomeni corruttivi e nell’ultima verifica dell’ente di controllo del Ministero abbiamo ricevuto il punteggio massimo rispetto ad alcuni parametri valutati in modo molto positivo”.

Difesa Ue, Conte: da M5s no corente granitico e compatto a riarmo

Difesa Ue, Conte: da M5s no corente granitico e compatto a riarmoRoma, 12 mar. (askanews) – “Durante l’ultima campagna elettorale per le europee avevo garantito che i nostri candidati, una volta eletti, sarebbero stati ‘costruttori di pace’. Ebbene, pochi minuti fa in Parlamento europeo è stata votata una risoluzione a favore del folle Piano di Riarmo da 800 miliardi di euro voluto da Von der Leyen e Giorgia Meloni. Il Movimento 5 Stelle ha votato no, in piena coerenza, in modo granitico e compatto”. Lo scrive sui social Giuseppe Conte, leader M5s.


“Purtroppo la maggioranza degli europarlamentari italiani ha sostenuto questa pazzia collettiva col proprio voto. Fratelli d’Italia ha proposto furbescamente di cambiargli nome per far sparire la parola ‘armi’ dal titolo: ovviamente la proposta non è passata, e comunque i cittadini non sono stupidi. E poi c’è la Lega, che sta nel Governo Meloni – che questa follia sulle armi l’ha condivisa e approvata- ma ora fa finta di opporsi – osserva Conte -. Meloni e soci hanno condannano l’Italia a tagli e vincoli su sanità, buste paga, imprese e carovita mentre consegnano montagne di miliardi senza i limiti di spesa europei all’industria militare. Peraltro senza uno straccio di progetto di difesa comune. Non ci vengano più a dire che non ci sono i soldi mentre gli italiani sono in fila per un esame medico da mesi o per pagare bollette da far girare la testa. Il 5 aprile a Roma con i cittadini scenderemo in piazza contro tutto questo. Fermiamoli”.

Il voto all’Europarlamento sulla difesa Ue frantuma maggioranza e opposizioni

Il voto all’Europarlamento sulla difesa Ue frantuma maggioranza e opposizioniBruxelles, 12 mar. (askanews) – Sia i partiti italiani della maggioranza di governo che quelli dell’opposizione si sono divisi al loro interno frantumandosi, nel voto dell’Europarlamento non vincolante sulla risoluzione a favore in futuro di una difesa europea.


Nel testo, che costituisce un contributo al cosiddetto “libro bianco” sulla difesa Ue, che la Commissione e l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento europeo chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra” per garantire la sicurezza dell’Unione. La risoluzione, adottata dalla plenaria con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, giudica favorevolmente il piano “ReArm Europe”, che la Commissione ha già annunciato a grandi linee (ma che non è ancora stato presentato formalmente con tutti i dettagli). In più, a integrazione di “ReArm Europe”, il Parlamento europeo chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti nell’industria della difesa su larga scala, e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, ovvero le emissioni di debito previste dal piano di rilancio post pandemico “NextGenerationEU” per essere destinate a prestiti agli Stati membri, che però in parte non sono stati richiesti. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa, abolendo le restrizioni esistenti per questo tipo di finanziamenti.


Nel voto sul testo finale della risoluzione si sono espressi a favore massicciamente tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”. Tra i partiti dell’opposizione, il Pd si è spaccato esattamente a metà fra sì e astensioni: 10 i favorevoli e 11 gli astenuti. Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo hanno votato a favore. Si sono astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, il capo delegazione Zingaretti e anche Lucia Annunziata, che si era espressa inizialmente a favore e ha corretto poi il suo voto in astensione. Di contro hanno detto no i suoi compagni di campo largo Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistre. Senza sorprese, nel gruppo della Sinistra, è arrivato il voto contrario del M5S (otto su otto) e di Mimmo Lucano di Avs (era assente Ilaria Salis). Tra i Verdi -che come gruppo europeo si sono spaccati tra una forte maggioranza favorevole, otto astenuti e tre contrari- i quattro italiani hanno tutti votato no:Guarda, Marino, Orlando e Scuderi.


Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede anche di rafforzare le relazioni con i paesi “like minded”, ovvero che condividono gli stessi principi dei paesi Ue. La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. Gli eurodeputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il Parlamento europeo condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.


Alla luce di questo scenario, il Parlamento europeo evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti nei risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence. Il testo sottolinea che l’Ue deve essere in grado di muoversi e prendere decisioni molto più rapidamente in caso di guerra o di altre crisi di sicurezza su larga scala. Pur evidenziando l’importanza della cooperazione tra Ue e Nato, gli eurodeputati chiedono lo sviluppo di un pilastro europeo pienamente operativo all’interno della Nato, capace di agire autonomamente quando necessario. Gli eurodeputati ritengono che l’Ue debba definire una visione unitaria e chiara per l’industria della difesa europea, basata nel lungo termine sulla cosiddetta “preferenza europea”, senza tuttavia che tale preferenza pregiudichi la prontezza alla difesa dell’Unione. La risoluzione insiste anche sulla necessità di semplificare il processo decisionale, e chiede che si passi dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni dell’Ue nel settore della Difesa, ad eccezione delle operazioni militari con mandato esecutivo (per questo sarebbe necessaria, comunque, una modifica dei Trattati Ue). Il Parlamento avverte infine che, senza un aumento sostanziale degli investimenti, gli obiettivi di sicurezza e difesa dell’Ue non potranno essere raggiunti, sia per quanto riguarda il supporto militare all’Ucraina, sia per il miglioramento della sicurezza comune europea.

Difesa Ue, il voto all’Europarlamento frantuma maggioranza e opposizioni italiane

Difesa Ue, il voto all’Europarlamento frantuma maggioranza e opposizioni italianeBruxelles, 12 mar. (askanews) – Sia i partiti italiani della maggioranza di governo che quelli dell’opposizione si sono divisi al loro interno frantumandosi, nel voto dell’Europarlamento non vincolante sulla risoluzione a favore in futuro di una difesa europea.


Nel testo, che costituisce un contributo al cosiddetto “libro bianco” sulla difesa Ue, che la Commissione e l’Alta Rappresentante per la Politica estera comune dovrebbero presentare la prossima settimana, il Parlamento europeo chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni “simili a quelle utilizzate in tempo di guerra” per garantire la sicurezza dell’Unione. La risoluzione, adottata dalla plenaria con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astensioni, giudica favorevolmente il piano “ReArm Europe”, che la Commissione ha già annunciato a grandi linee (ma che non è ancora stato presentato formalmente con tutti i dettagli). In più, a integrazione di “ReArm Europe”, il Parlamento europeo chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti nell’industria della difesa su larga scala, e di fare ricorso ai “coronabond” inutilizzati, ovvero le emissioni di debito previste dal piano di rilancio post pandemico “NextGenerationEU” per essere destinate a prestiti agli Stati membri, che però in parte non sono stati richiesti. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa, abolendo le restrizioni esistenti per questo tipo di finanziamenti.


Nel voto sul testo finale della risoluzione si sono espressi a favore massicciamente tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”. Tra i partiti dell’opposizione, il Pd si è spaccato esattamente a metà fra sì e astensioni: 10 i favorevoli e 11 gli astenuti. Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli e Topo hanno votato a favore. Si sono astenuti invece Benifei, Corrado, Laureti, Nardella, Ricci, Ruotolo, Strada, Tarquinio, Zan, il capo delegazione Zingaretti e anche Lucia Annunziata, che si era espressa inizialmente a favore e ha corretto poi il suo voto in astensione. Di contro hanno detto no i suoi compagni di campo largo Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistre. Senza sorprese, nel gruppo della Sinistra, è arrivato il voto contrario del M5S (otto su otto) e di Mimmo Lucano di Avs (era assente Ilaria Salis). Tra i Verdi -che come gruppo europeo si sono spaccati tra una forte maggioranza favorevole, otto astenuti e tre contrari- i quattro italiani hanno tutti votato no:Guarda, Marino, Orlando e Scuderi. Nella risoluzione si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo. Il Parlamento europeo chiede anche di rafforzare le relazioni con i paesi “like minded”, ovvero che condividono gli stessi principi dei paesi Ue. La Russia, sostenuta dai suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, rappresenta “la minaccia diretta e indiretta più significativa per l’UE e la sua sicurezza”, si afferma nel testo. Gli eurodeputati sottolineano come le recenti dichiarazioni e azioni dell’amministrazione Trump abbiano aumentato le preoccupazioni sul futuro atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Russia, della Nato e della sicurezza europea. Inoltre, il Parlamento europeo condanna fermamente le minacce degli Stati Uniti nei confronti della Groenlandia.


Alla luce di questo scenario, il Parlamento europeo evidenzia che gli sforzi di difesa dell’Ue “non possono rimanere di dimensioni limitate, frammentati in termini di portata e lenti nei risultati”. I deputati chiedono quindi maggiori sforzi non solo nel settore militare, ma anche in quello industriale, tecnologico e dell’intelligence. Il testo sottolinea che l’Ue deve essere in grado di muoversi e prendere decisioni molto più rapidamente in caso di guerra o di altre crisi di sicurezza su larga scala. Pur evidenziando l’importanza della cooperazione tra Ue e Nato, gli eurodeputati chiedono lo sviluppo di un pilastro europeo pienamente operativo all’interno della Nato, capace di agire autonomamente quando necessario. Gli eurodeputati ritengono che l’Ue debba definire una visione unitaria e chiara per l’industria della difesa europea, basata nel lungo termine sulla cosiddetta “preferenza europea”, senza tuttavia che tale preferenza pregiudichi la prontezza alla difesa dell’Unione. La risoluzione insiste anche sulla necessità di semplificare il processo decisionale, e chiede che si passi dall’unanimità alla maggioranza qualificata per le decisioni dell’Ue nel settore della Difesa, ad eccezione delle operazioni militari con mandato esecutivo (per questo sarebbe necessaria, comunque, una modifica dei Trattati Ue).


Il Parlamento avverte infine che, senza un aumento sostanziale degli investimenti, gli obiettivi di sicurezza e difesa dell’Ue non potranno essere raggiunti, sia per quanto riguarda il supporto militare all’Ucraina, sia per il miglioramento della sicurezza comune europea.

Prodi: ne ho vissute tante ma questa fase politica è un casino

Prodi: ne ho vissute tante ma questa fase politica è un casinoFirenze, 12 mar. (askanews) – “Questa fase politica può essere definita solo con la definizione di casino… ne ho vissute tante in vita mia ma come in questi giorni mai”, “nemmeno con la crisi dei missili a Cuba”. Lo ha detto Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, nella sua lectio magitralis al campus delle Scienze sociali a Firenze, parlando del nuovo ordine mondiale tra guerre e nuovo corso dell’Amministrazione Usa.


“In questo mondo diviso abbiamo due grandi protagonisti, la Cina e gli Stati Uniti che si sono sempre più distanziati tra di loro fino a diventare avversari” ha aggiunto Prodi.

Credito, Confagri e Abi insieme per affrontare sfide mercati

Credito, Confagri e Abi insieme per affrontare sfide mercatiRoma, 12 mar. (askanews) – Rafforzare il dialogo tra imprese agricole, sistema bancario e assicurativo: era il tema del convegno tenutosi oggi a Palazzo della Valle, organizzato da Confagricoltura in collaborazione con l’Associazione Bancaria Italiana (ABI). Un momento di confronto per garantire alle aziende del settore primario un migliore accesso al credito e strumenti finanziari adeguati alle loro specifiche esigenze.


“Confagricoltura e ABI consolidano la loro collaborazione per aumentare l’assistenza alle imprese – ha dichiarato Alberto Statti, componente di giunta della Confederazione – Gli imprenditori agricoli cercano sempre più un’interlocuzione chiara con il sistema bancario e insieme all’ABI possiamo fornire informazioni importanti per affrontare al meglio il rapporto con gli istituti di credito”. Semplificazione burocratica, attività di formazione e informazione finanziarie e nuovi strumenti, anche alternativi al credito bancario, che prevedano la partecipazione pubblica nei progetti di investimento aziendale. Sono molti gli interventi che il settore agricolo chiede al mondo del credito.


“Abbiamo bisogno di un sistema di rating specifico che tenga conto delle particolarità del comparto – ha proseguito Statti -. Riguardo al sistema di valutazione del merito creditizio, potrebbe essere utile anche un modello di rating di filiera per valorizzare anche i percorsi imprenditoriali virtuosi”. A sottolineare l’importanza strategica dell’agricoltura per il Paese è intervenuto il vicedirettore generale vicario di ABI, Gianfranco Torriero. “L’Italia è il primo Paese europeo per valore aggiunto nel settore agricolo, è essenziale, quindi, che il sistema bancario continui a sostenere le imprese agricole, garantendo strumenti adeguati alle loro necessità”. Torriero ha inoltre evidenziato che l’agricoltura riceve attualmente il 5,7% dei finanziamenti bancari complessivi.


Altro tema affrontato è il lavoro in corso in Commissione Ue sulla tassonomia dei criteri ESG nella valutazione creditizia. Al riguardo, la richiesta di Confagricoltura è che i sistemi di valutazione di sostenibilità applicati dalle singole banche vengano resi il più possibile omogenei. “Le banche sono a loro volta imprese e, mai come oggi – ha affermato in chiusura il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – è fondamentale che lavorino a fianco delle aziende agricole per affrontare le sfide del futuro”.

Cinema, al via a Roma il nuovo festival “Custodi di sogni”

Cinema, al via a Roma il nuovo festival “Custodi di sogni”Roma, 12 mar. (askanews) – Il Centro Sperimentale di Cinematografia realizza e promuove il nuovo Festival “Custodi di sogni – I tesori della Cineteca Nazionale”, ideato dal Conservatore della Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia Steve Della Casa.


La manifestazione, che si terrà dal 31 marzo al 6 aprile a Roma a ingresso libero al CSC, alla Casa del Cinema e a Spazio SCENA-sala che verrà messa a disposizione del CSC dalla Regione Lazio, intende offrire al pubblico beni culturali cinematografici conservati dalla Cineteca Nazionale, promuovere tutte le forme di sapere legate alla preservazione e al restauro, esplorare le molteplici forme di creatività legate alla ricerca e all’edizione del repertorio e del cinema del passato, aprire a tutti gli spettatori la possibilità di vedere i capolavori cinematografici restaurati e creare un cantiere di luminosità e attenzione tra tutte le cineteche del mondo sulla’importanza del lavoro di salvaguardia del cinema; contestualmente, intende mettere in luce tutte le anime della storica Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (formazione, conservazione, ricerca). Il programma prevede alcuni importanti omaggi (come quello a Claudio Caligari alla presenza di Giorgio Tirabassi e Simone Isola, in occasione del quale sarà presentato il Fondo Claudio Caligari), scoperte (come la presentazione di materiale filmico inedito, conservato e digitalizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, di una produzione cinematografica mai terminata: “The story of William Tell” di Jack Cardiff, prodotto e interpretato da Errol Flynn), “riscoperte” (come quella del cinema di Elvira Notari, prima regista donna della storia del cinema italiano della quale si festeggiano nel 2025 i 150 anni dalla nascita), una ricca proposta di cinema sperimentale (che includerà i cortometraggi realizzati da Dacia Maraini, che sarà presente per introdurli al pubblico), ma anche incontri con ospiti illustri (tra cui Liliana Cavani, anche “madrina’ d’eccezione del Festival nonché ex allieva della Scuola Nazionale di Cinema, Vittorio Cecchi Gori, Riccardo Rossi e Arturo Brachetti) ed ex allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia attivi nel panorama cinematografico e televisivo internazionale (dai produttori di Indigo Film Nicola Giuliano e Francesca Cima fino a Celeste Dalla Porta, Elia Nuzzolo e Matteo Paolillo passando per Claudio Cupellini, Francesca Mazzoleni e Costanza Quatriglio).


Inoltre, dopo i premi ed i consensi ottenuti nei mesi scorsi, saranno mostrati al pubblico “Ecce bombo” di Nanni Moretti (vincitore del Leone d’Oro al Miglior restauro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia 2024) e “Sei donne per l’assassino” di Mario Bava (presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024 registrando un sold out) nella versione restaurata dalla Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia; le proiezioni saranno precedute, rispettivamente, da una conversazione con Nanni Moretti e con Dario Argento. A fare gli onori di casa nel giorno della conferenza stampa di presentazione è stata la madrina del Festival Liliana Cavani, la quale presenterà al pubblico durante la manifestazione (il 2 aprile) due cortometraggi realizzati quando era allieva di Regia della Scuola Nazionale di Cinema: “Il Centro Sperimentale di Cinematografia era un posto bello perché si parlava solo di cinema (…) Al CSC c’erano professori bravissimi che ci hanno fatto scoprire correnti come l’espressionismo e ci hanno fatto studiare una serie di film che non si vedevano normalmente (…) E negli anni della formazione ho conosciuto amici come Bellocchio – che al CSC studiava Recitazione – e Raffaella Carrà” ha detto.


La presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Gabriella Buontempo ha dichiarato: “È bello per me iniziare la presidenza di questa Fondazione proprio nel 2025, anno in cui ricorrono i novant’anni – dal mese di aprile – dalla sua creazione. La nostra intenzione è portare sempre di più il ‘tesoro’ della Cineteca sul territorio nazionale. Stiamo infatti iniziando ad avviare collaborazioni con enti museali e regionali). Il CSC è la culla del nostro cinema: il passato – costituito appunto dal tesoro della nostra Cineteca – il presente – rappresentato dalla Scuola Nazionale di Cinema – e il futuro che è l’insieme di tutto il patrimonio conservato dalla Fondazione, comprensiva di preziose realtà come l’Archivio fotografico e la Biblioteca Luigi Chiarini. Restituire questo patrimonio e aprirlo all’esterno è la ‘via maestra’ che inizieremo a percorrere quest’anno e che proseguiremo più avanti con il tempo”.

Petrolio, Opec conferma stime domanda globale (2025 +1,4 mln barili)

Petrolio, Opec conferma stime domanda globale (2025 +1,4 mln barili)Roma, 12 mar. (askanews) – L’Opec ha confermato le sue previsioni sulla domanda globale di petrolio, stimando un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno sulla media del 2025. A trainare la crescita sono i paesi non Ocse, sostanzialmente le economie emergenti come Cina, India e simili che da sole contribuiranno per 1,3 milioni di barili, secondo quanto riporta il cartello degli esportatori nel suo ultimo rapporto mensile.


“Nel 2026 è atteso che la crescita della domanda prosegua robusta”, recita lo studio: per il prossimo anno è atteso nuovamente un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno. Anche in questo caso la stima è confermata rispetto al precedente rapporto mensile. Secondo l’Opec i maggiori contributi agli aumenti delle forniture globali di oro nero arriveranno invece da Stati Uniti, Brasile, Canada e Norvegia. Il tutto in un quadro in cui il cartello petrolifero ha mantenuto inalterate anche le sue previsioni sulla crescita economica globale: 3,1% nel 2025 e 3,2% nel 2026.


Previsioni di crescita confermate “nonostante le sfide sul commercio e i potenziali sviluppi delle dinamiche geopolitiche”, riconosce la stessa Opec in un riquadro di analisi inserito nello studio. “Le preoccupazioni sul commercio dovrebbero contribuire alla volatilità. Le pressioni sui prezzi potrebbero pesare sulla crescita globale ma è improbabile – afferma lo studio – che siano in grado di far deragliare lo slancio dell’espansione”. Nel pomeriggio, dopo i ribassi delle passate sedute i prezzi del petrolio mantengono una dinamica di risalita. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord sale dell’1,40% a 70,55 dollari. Il West Texas Intermediate aumenta dell’1,70% al 67,38 dollari.


La scorsa settimana, diversi paesi del cartello allargato degli esportatori, l’Opec+, che include la Russia, hanno concordato di non prorogare i tagli supplementari che si erano autoimposti negli anni scorsi per sostenere le quotazioni. Questo comporterà un aumento delle forniture a partire da aprile.