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Partito dallo Spallanzani il cammino del Consorzio europeo “AVITHRAPID”

Partito dallo Spallanzani il cammino del Consorzio europeo “AVITHRAPID”Roma, 23 feb. (askanews) – Il 13 e 14 febbraio, presso il Centro congressi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, si sono riuniti oltre 130 delegati in rappresentanza dei 18 enti e società di ricerca – provenienti da Italia, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Olanda, Portogallo, Lettonia, Svizzera – che fanno parte del Consorzio europeo AVITHRAPID (Antiviral Therapeutics for Rapid Response Against Pandemic Infectious Diseases). Si è trattato del primo incontro di un progetto che avrà una durata di 54 mesi.


Lanciato sotto l’Horizon research programme dell’Unione Europea, il progetto AVITHRAPID nasce con l’intento di combattere e prevenire più efficacemente le malattie infettive con potenziale pandemico. In particolare, l’obiettivo del progetto è quello di stabilire una pipeline di agenti antivirali basati su piccole molecole che possono essere ampiamente utilizzati e rapidamente sviluppati in terapie contro le malattie infettive emergenti. Il progetto di ricerca identificherà molecole che sono potenziali candidati farmacologici contro SARS-CoV-2, epatite e altri agenti patogeni. Inoltre, intende testare una piccola molecola contro il virus Zika in un trial clinico. Il tutto sfruttando anche l’intelligenza artificiale avanzata e la simulazione molecolare su larga scala. Per il coordinatore del progetto, Björn Windshügel della Fraunhofer Institute for Translational Medicine and Pharmacology ITMP di Amburgo, “essere preparati per future pandemie è estremamente importante. Noi vogliamo supportare questo identificando e sviluppando agenti antivirali contro le malattie infettive emergenti”. L’I.N.M.I. Spallanzani si occuperà in particolare della verifica dell’efficacia di nuovi farmaci antivirali in vitro in laboratorio e in trial clinici in vivo. Del Consorzio AVITHRAPID fanno parte: Fraunhofer Gesellschaft zur Förderung der angewandten Forschung (Coordinator), Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, Elettra Sincrotrone Trieste SCOA, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Siena, Università degli studi di Cagliari, Università degli studi di Siena, Università degli studi di Roma Tor Vergata, Dompé farmaceutici SpA, Euresist Network GEIE, Université de Tours – Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement (INRAE), VSB Technical University of Ostrava, First Health Pharmaceuticals B.V., Instituto de Medicina Molecular Joao Lobo Antunes, Latvijas Organiskas Sintezes Instituts, Swiss Tropical and Public Health Institute, Chelonia SA.

L’Ucraina entra nel terzo anno di guerra contro la Russia tra incognite e speranze

L’Ucraina entra nel terzo anno di guerra contro la Russia tra incognite e speranzeRoma, 23 feb. (askanews) – La guerra in Ucraina entra domani nel terzo anno, con nessuna soluzione in vista, una crescente contrapposizione tra Russia e Occidente e il G7 con presidenza italiana significativamente riunito a Kiev. Molte incognite, nella generale convinzione che, in un modo o nell’altro, il 2024 sarà l’anno decisivo per l’esito del conflitto scatenato dall’invasione russa due anni fa.


DOPO MESI DI STALLO I RUSSI SPINGONO, KIEV SPERA NEGLI AIUTI OCCIDENTALI Sulla linea del fronte, dopo fasi ad alterne sorti, vige una sorta di stallo che sembra favorire la parte russa. L’invasione russa del 24 febbraio 2022 mirava a prendere il controllo di Kiev e probabilmente a ottenere un cambio di regime: fallimento su entrambi i punti, sulla scia di una reazione ucraina inattesa in termini di efficacia e resilienza. Così da marzo di due anni fa le forze russe hanno ripiegato verso Sud e Sud-est, arrivando a controllare, non senza difficoltà, la maggioranza del Donbass e la fascia litoranea luogo il mar Nero, da Mariupol a Kherson, corridoio di continuità territoriale con la Crimea a cui difficilmente Mosca vorrà rinunciare.


A fine estate del 2022 l’esercito ucraino ha condotto con successo una controffensiva a Kaherson e nell’oblast di Kharkiv, costringendo i russi a ritirarsi da diverse città nelle regioni dichiarate annesse alla Federazione russa a settembre. In vista di una maggiore controffensiva ucraina nel 2023, la Federazione russa è poi passata sulla difensiva, costruendo le famose ‘linee Surovikin’ dal nome del generale a capo delle operazione all’epoca, poi allontanato per i suoi rapporti con Evgenij Prigozhin, il capo del gruppo paramilitare Wagner morto la scorsa estate in un misterioso incidente aereo. Le fortificazioni hanno limitato fortemente l’azione di manovra ucraina e contribuito al fallimento della tanto annunciata controffensiva dell’estate 2023. E la recente presa di Avdijvka permette ai russi di rafforzare le linee difensive sopra Donetsk e preparare, in teoria, altri affondi.


In questa fase la situazione è considerata da gran parte degli analisti militari favorevole alla Russia, che conta di sfruttare il vantaggio in termini di uomini, munizioni ed equipaggiamenti. Il Cremlino avrebbe ordinato di sfondare le linee di difesa ucraine prima che gli ucraini possano contrare sul campo su nuovi aiuti occidentali: almeno 60 cacciabombardieri F16, artiglieria e cannoni da 155 MM e altri equipaggiamenti che potrebbero fare la differenza, ma che non sembrano poter arrivare a Kiev prima della fine dell’anno in corso. I russi sono d’altra parte in difficoltà sul fronte marittimo, che ha visto le navi della Flotta del Mar Nero ripetutamente nel mirino degli attacchi ucraini, con consistenti successi. IL PROBLEMA DEI FRONTI INTERNI


E’ diffusa opinione tra gli analisti militari che, in assenza di uno sfondamento da parte russa, il conflitto durerà ancora a lungo. Una prospettiva che chiama in causa la tenuta del fronte interno sia da parte russa che ucraina. Mosca ha virato verso l’economia di guerra e ogni minimo dissenso viene represso: su questo sfondo, la morte in carcere dell’oppositore Aleksey Navalny fa temere al Cremlino nuove fibrillazioni, che sembravano esaurite dopo la fuga di centinaia di migliaia di russi in seguito alla prima ondata di mobilitazione. Le prossime elezioni presidenziali a marzo porteranno alla rielezione di Vladimir Putin per un quinto mandato non consecutivo, che verrà tradotto in plebiscito per il leader e per la guerra da lui iniziata e dichiarata esistenziale per la Federazione russa. Sul versante ucraino, il recente licenziamento del capo delle forze armate segnala tensioni ai vertici, mentre la nuova legge sulla mobilitazione evidenzia un’emergenza in termini di effettivi da mandare al fronte. Al posto di Valerij Zaluzhny ora è Oleksandr Syrsky. Il 2024 sarà un anno difficile per Kiev, e probabilmente decisivo per l’esito del conflitto. L’Ucraina conta di resistere sino all’arrivo degli aiuti europei, 50 miliardi per scopi civili fino al 2027, munizioni e aerei F16. E spera che alla fine il Congresso americano sbloccherà il pacchetto da 60 miliardi di dollari. Diversi Paesi europei hanno firmato accordi bilaterali con l’Ucraina sulla sicurezza, ma non vincolanti giuridicamente: l’Italia potrebbe seguire a breve. QUALE NEGOZIATO POSSIBILE? Vladimir Putin dice di essere aperto a negoziati, ma su quali basi? Il Cremlino non perde occcasione per ribadire che gli obiettivi iniziali restano invariati, compresa la “denazificazione” che sottitende un cambio di regime e la smilitarizzazione dell’Ucraina. Kiev insiste sull’obiettivo di riconquistare il suo intero territorio ai confini del 1991, quindi Cirmea inclusa, vuole che Putin sia portato davanti a un tribunale e la Russia risarcisca per la distruzione causata. Insomma, salvo implosione di uno dei due fronti, non pare giunto il momento di trattare. LE SANZIONI E LA RESILIENZA (PER ORA) DELL’ECONOMIA RUSSA L’Unione europea ha varato oggi il 13esimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, e nuove misure restrittive sono state annunciate dagli Usa. L’economia russa ha stupito per resilienza e capacità di riorganizzazione e quest’anno il pil è previsto in crescita del 2,6% dal Fmi. Ma l’iper attività del settore militare industriale minaccia squilibri macroeconomici, inflazione in primis e porrà problemi una volta terminato il conflitto, se e quando avverrà. Quest’anno nel bilancio russo sono previste spese militari per 140 miliardi di dollari. L’Europa ha drasticamente ridotto gli acquisti di gas e ufficialmente tagliato ogni ponte commerciale. Le ‘triangolazioni’ con Paesi terzi, poi, tengono in vita un flusso di importazioni che restano vitali per la Russia, soprattutto nel comparto tecnologico. Nel cosiddetto “Sud globale” nessun Paese d’altronde applica le sanzioni contro la Russia. E Mosca ha reindirizzato le sue esportazioni energetiche e di materie prime verso l’Asia, in particolare di idrocarburi verso India e Cina, che coprono quasi il 40% delle importazioni energetiche totali dalla Russia.

Pnrr, Sbarra: “Dare seguito a risorse per il Mezzogiorno”

Pnrr, Sbarra: “Dare seguito a risorse per il Mezzogiorno”Palermo, 23 feb. (askanews) – “Il Pnrr resta la più grande chance per il Mezzogiorno ma va messo a terra in modo completo e veloce, dando seguito alla percentuale del 40% delle risorse per il Sud e vincolando gli investimenti ad aumenti occupazionali soprattutto per giovani e donne. Vanno alleggerite le procedure necessarie a far avanzare i progetti, senza retrocedere nel monitoraggio su trasparenza, legalità e qualità di spesa”. Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra, oggi a Palermo al Consiglio generale siciliano.

Corteo studenti a Pisa pro Palestina, scontri e cariche delle forze dell’ordine. Le opposizioni attaccano il governo

Corteo studenti a Pisa pro Palestina, scontri e cariche delle forze dell’ordine. Le opposizioni attaccano il governoRoma, 23 feb. (askanews) – Scontri e cariche a Pisa durante un corteo di studenti universitari e medi che sfilavano a sostegno delle ragioni della Palestina in Medio Oriente. Le forze dell’ordine sono intervenute con sfollagente e lacrimogeni per disperdere il corteo che la Questura ha definito “autoconvocati solo attraverso canali soci” e quindi “privo di ogni interlocuzione organizzativa”. Giustificando così la decisione di intervenire per disperderlo, risultando interdetto l’accesso pubblico a piazza dei Cavalieri. E’ stato annunciato in ogni caso “un approfondimento” su quanto accaduto.


Critiche nette sono arrivate dalle opposizioni, Pd, M5S e Più Europa.“Siamo nelle mani di un governo incapace di ascoltare il Paese e di trovare soluzioni, che inventa nemici e semina rabbia, invece di lavorare con responsabilità per una convivenza pacifica e civile. I giovani vanno ascoltati e alle loro domande e rivendicazioni vanno date risposte! E invece dopo la criminalizzazione delle ragazze e dei ragazzi che manifestano pacificamente per il clima, dopo le repressioni a tappeto di chi protesta per ottenere un’informazione libera o il cessate il fuoco a Gaza, ecco di nuovo i manganelli in azione a Pisa, stavolta contro minorenni”, afferma in una nota Annalisa Corrado della segreteria Pd, sottolineando: “Giungono immagini e video raccapriccianti da sospensione dei diritti civili. Si vorrebbero normalizzare pratiche inaccettabili, gravissime, che tentano di scoraggiare il sacrosanto diritto alla protesta pacifica e che vanno contro quanto sancito dalla nostra Costituzione. Non lo permetteremo”.


“Basta guardare le immagini delle manganellate contro gli studenti di Pisa per capire che si tratta di una violenza assolutamente spropositata e gratuita”, commenta in una nota il democratico Nicola Zingaretti, sottolineando: “La domanda da farsi è sul perché di questi comportamenti. Qualcuno nel Governo punta a un’esasperazione del clima politico in Italia? Si vuole puntare a una escalation dove la violenza torni a riempire le piazze e le strade? Qualcuno con il riflesso d’ordine pensa che gestire il potere lo autorizzi a violare principi e regole? Sono stati picchiati dei cittadini che manifestavano. Invece di gestire eventuali criticità si è preferito aumentare la tensione. A dare l’ordine sono stati gli stessi che hanno chiuso gli occhi di fronte ai saluti romani fascisti e, io penso giustamente, hanno evitato con ragionevolezza di inasprire il clima di fronte al blocco di strade e autostrade dei trattori. Si vogliono dunque criminalizzare dei giovani solo perché di un certo orientamento politico? In Italia il compito dello Stato è di garantirlo l’ordine pubblico, non di creare le premesse del disordine. Quindi, dietro tutto questo, o c’è una matrice politica, o c’è una grave inadeguatezza di chi ricopre determinati ruoli. Non so quale delle due sia peggiore. Noi ,nel chiedere chiarezza, vigileremo affinché sia tutelata e difesa la Costituzione e chiamiamo tutte e tutti a farlo con noi”.“Sono basito e indignato dalle immagini che arrivano da Pisa, dove alcuni studenti che manifestavano per chiedere di fermare la strage di Gaza sono stati violentemente attaccati dalla polizia e ripetutamente manganellati. Si tratta di immagini incresciose e dolorose, che purtroppo però non vediamo per la prima volta, a testimonianza del clima da repressione che sta montando nel Paese. Siamo al fianco degli studenti che manifestano pacificamente e subiscono attacchi sproporzionati, che condanniamo apertamente. La libertà di opinione e manifestazione, in Italia, non può essere messa in discussione”. scrivono in una nota Andrea Quartini, Deputato toscano del Movimento 5 Stelle, e Irene Galletti, Capogruppo M5S in Consiglio regionale della Toscana.


“Ancora cariche della polizia, ancora studenti manganellati, ancora botte, identificazioni e repressione. Bisogna fare piena luce su quanto accaduto questa mattina a Pisa e a Firenze dove gli studenti sono stati picchiati dalle forze dell’ordine durante una manifestazione per la Palestina”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi, aggiungendo: “Ormai quello delle cariche sembra l’unico modo che ha questo Governo per sedare il dissenso, e in particolare colpisce l’accanimento verso i più giovani e gli studenti. L’abuso della forza non può essere tollerato ed è proprio per questo che è necessario approvare al più presto una legge che imponga bodycam e numero identificativo per gli agenti. Non solo per la tutela dei privati cittadini rispetto ad eventuali abusi, ma anche nell’interesse delle stesse Forze dell’Ordine su cui non deve esserci alcuna ombra rispetto all’uso della forza”.(foto di repertorio)


 

Carburanti, Consiglio di Stato boccia cartelloni dei prezzi medi

Carburanti, Consiglio di Stato boccia cartelloni dei prezzi mediRoma, 23 feb. (askanews) – Il Consiglio di Stato ha annullato l’articolo 7 del decreto del ministero delle Imprese e del made in Italy del 31 marzo 2023 che dispone l’obbligo di esporre nei punti vendita carburanti il cartellone con i prezzi medi regionali. Lo riferisce la Staffetta Quotidiana.


Con la sentenza 1806/2024 depositata oggi, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso del Mimit contro la sentenza del Tar che aveva annullato l’intero decreto per motivi procedurali ma, entrando nel merito, ha annullato l’articolo 7 del provvedimento la cui prescrizione “si presenta come manifestamente irragionevole e sproporzionata”. Per un verso, si legge nella sentenza, “si impone di rendere conoscibile nei singoli punti vendita una informazione che il consumatore può avere (in forma ben più completa visto che è possibile sapere anche quale distributore applica i prezzi più bassi nella zona di riferimento) collegandosi al sito del Ministero ovvero scaricando delle app; per altro verso si addossano i relativi costi informativi unicamente in capo ai distributori imponendo loro degli oneri irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l’informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere”.


Se vuole intervenire di nuovo, scrivono ancora i giudici, il ministero “dovrà valutare le misure più idonee ad attuare quanto previsto dal decreto legge senza gravare i distributori di oneri eccessivi e impropri rispetto alla effettiva utilità di rendere conoscibile presso il singolo distributore il prezzo medio regionale. Un’ipotesi potrebbe essere quella suggerita dalla Confesercenti ovvero di posizionare in evidenza direttamente sugli impianti un QR-code che rinvii al sito del Ministero nella parte in cui fornisce le informazioni sui prezzi praticati in zona”. “Il prezzo medio – si legge ancora – comunica unicamente un dato: ovvero che in ambito regionale (o nazionale, in autostrada) esistono dei distributori che praticano prezzi più bassi (o anche più alti) di quelli praticati dal distributore presso il quale il consumatore si trova nel momento in cui vede il cartello del prezzo medio. Ma il consumatore non sa (semplicemente leggendo il cartello del prezzo medio) dove sia il distributore che pratica prezzi inferiori: potrebbe essere anche a centinaia di chilometri di distanza nella stessa regione. Come rilevato dal Presidente AGCM nella citata audizione, un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza (o, alternativamente, raggiungibili in un tempo di percorrenza limitato), in quanto soltanto gli impianti più vicini possono costituire una concreta alternativa per il consumatore che necessita di rifornire la propria vettura”.

Province, il 29 settembre election day di II livello

Province, il 29 settembre election day di II livelloRoma, 23 feb. (askanews) – Saranno 41 le Province che andranno al voto tutte insieme in una unica giornata il 29 settembre prossimo, con elezioni di secondo livello, ma il numero potrebbe aumentare a seguito degli esiti della prossima tornata elettorale amministrativa. A stabilirlo è l’emendamento al Dl Elezioni, richiesto da Upi, approvato ieri dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato.


“Ringraziamo i Senatori per avere ascoltato la nostra richiesta – dichiara in una nota il presidente di Upi Michele de Pascale – che ha l’obiettivo di permettere a tutte le Province di poter affrontare la prossima tornata elettorale, che riguarda un gran numero di enti, in maniera ordinata e riconoscibile su tutto il territorio. L’emendamento dà attuazione all’accordo che abbiamo siglato in Conferenza Stato Città con il Ministro per l’Interno, Piantedosi, e il Ministro per gli Affari regionali, Calderoli che differiva la scadenza degli organi provinciali in quelle Province in cui oltre il 50% dei Comuni saranno chiamati al voto in giugno”. “Purtroppo – prosegue De Pascale -, il modello elettorale delle Province, confuso e pieno di lacune, costringe a continui interventi straordinari e la disparità di anni di mandato tra Presidente di Provincia, che resta in carica 4 anni, e consigli provinciali, che invece durano 2 anni, obbliga a tenere elezioni praticamente ogni anno. Per questo ci auguriamo che la sensibilità mostrata dal Senato nell’accogliere questa richiesta si traduca a breve in una piena presa di responsabilità nel portare a termine quella riforma che ormai aspetta da dieci anni. Occorre restituire alle Province un sistema di voto diretto all’altezza di una istituzione della Repubblica e assicurare stabilità nella governance e funzioni, con risorse e personale adeguati, per garantire ai cittadini un sistema amministrativo locale più efficiente”.


L’emendamento approvato ieri al DL Elezioni prevede l”Election day’ al 29 settembre 2024 per le Province che avrebbero dovuto svolgere le elezioni a fine luglio o all’inizio di agosto, prorogando il mandato dei Presidenti e dei consiglieri in carica fino al rinnovo degli organi.

Tumori, con l’immunoterapia 4.0 opzioni di cura per l’80% dei pazienti

Tumori, con l’immunoterapia 4.0 opzioni di cura per l’80% dei pazientiRoma, 23 feb. (askanews) – Dopo gli inibitori dei checkpoint immunitari, che disattivano i “freni” al sistema immunitario, le CAR-T e la recente introduzione in via sperimentale dei vaccini a mRNA, stiamo per entrare nell’era dell’Immunoterapia 4.0. Terapie cellulari (TILs) contro il melanoma metastatico, ‘avatar’ di tumori al polmone e nuove combinazioni di farmaci per i tumori gastrici renderanno possibile l’immunoterapia di precisione, aumentando la percentuale di pazienti che rispondono alle terapie dall’attuale 50% all’80%. A raccogliere la sfida sono gli specialisti della Società Campana di Immunoterapia Oncologica (SCITO), in occasione del meeting annuale in corso a Napoli. “Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita esponenziale di ricerche innovative che hanno approfondito la comprensione dell’immuno-oncologia e permesso lo sviluppo di nuovi trattamenti in grado di sfruttare il sistema immunitario del paziente e prevenirne la fuga immunitaria – spiega Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale” di Napoli -. Abbiamo voluto dedicare questa giornata ad analizzare lo stato dell’arte e le prospettive future dell’immuno-oncologia, confrontandoci sui prossimi sviluppi e rinnovando la nostra allenza con l’obiettivo di creare il primo Polo di Immunoncologia dell’area mediterranea”.


La sfida lanciata dagli specialisti SCITO prende il via dalla recentissima approvazione dalla Food and Drug Administratio (FDA) della prima terapia cellulare TILs (tumour-infiltrating lymphocyte), chiamata lifileucel, per il trattamento del melanoma metastatico resistente a tutte le possibili terapie oggi disponibili. “Entro la fine della prossima estate, infatti, il Pascale partirà con lo studio di fase 3, l’ultimo step prima dell’approvazione da parte delle agenzie di regolamentazione, di lifileucel per valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia in combinazione con pembrolizumab, comparata con il trattamento con il solo pembrolizumab nei pazienti con melanoma in fase avanzata che non risponde più a nessuna terapia – spiega Ascierto -. La nuova terapia cellulare consiste nell’estrarre le cellule immunitarie del paziente che stanno combattendo il tumore, moltiplicarle in laboratorio e iniettarle nuovamente sperando che questo ‘esercito rinforzato’possa controllare la malattia”. L’approvazione della FDA si basa su un trial clinico che ha visto la partecipazione di 76 persone in cui si erano esaurite tutte le opzioni di trattamento possibili. Negli individui trattati, l’81% ha tratto beneficio dalle terapie. In particolare, il 31% dei pazienti ha mostrato una significativa risposta. Tra questi, oltre la metà ha mantenuto una progressione libera da malattia, ovvero il tempo che intercorre tra il trattamento e la ripresa della malattia, per almeno sei mesi dopo; il 47,8% ha mantenuto la risposta positiva per almeno nove mesi; il 43,5% ha continuato a non mostrare progressione del tumore per almeno un anno e il 42% oltre i 18 mesi. All’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino partiranno entro l’anno studi con modelli sperimentali personalizzati per il tumore al polmone, che consentiranno di valutare l’efficacia di singoli farmaci a bersaglio molecolare e gli effetti degli immunoterapici e del “microambiente tumorale”, in ogni singolo caso. “Abbiamo la possibilità di creare organoidi a partire da campioni di tumore prelevati mediante una biopsia sui pazienti in modo da avere veri e propri ‘avatar’ della malattia su cui provare e valutare diverse opzioni terapeutiche in modo da arrivare a quella più adatta ad ogni singolo caso – spiega Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Moscati di Avellino -. Utilizzato principalmente come modello per lo studio dei farmaci biologici, mirati a singole mutazioni tumorali, questi avatar ci consentiranno anche di comprendere il funzionamento di terapie immunoterapiche, da sole o in combinazione”.


Grandi novità anche per quanto riguarda i tuimori gastrointestinali. “In uno studio recentemente concluso al Pascale su 22 pazienti con tumore del colon localmente avanzato, confermiamo l’efficacia dell’immunoterapia neoadiuvante, ovvero quella somministrata prima dell’intervento chirurgico. Si tratta di pazienti con tumore con instabilità dei microsatelliti, presente in circa il 10-15% delle neoplasie localmente avanzate del colon e dello stomaco, che hanno avuto la scomparsa o quasi della malattia – afferma Antonio Avallone, direttore della SC Oncologia Clinica Sperimentale Addome dell’Istituto Nazionale Tumori – IRCCS Fondazione “Pascale” di Napoli -. Risultati simili sono stati riportati anche nei casi di tumore del retto. “Questi dati, se confermati, con studi più ampi potrebbero risparmiare al paziente il bisturi e la radioterapia, con conseguente miglioramento della qualità della vita – conclude Avallone. È dunque un buon momento per l’immunoterapia e la Campania si propone di diventare un polo di riferimento nazionale. “Consapevoli dell’eccezionale evoluzione dell’immunoncologia negli ultimi anni, abbiamo accolto la sfida che ci vedrà in prima linea nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi protocolli immunoterapici”, conclude Ascierto.

Italrugby, ecco la squadra per il match con la Francia. Sei i cambi

Italrugby, ecco la squadra per il match con la Francia. Sei i cambiRoma, 23 feb. (askanews) – Gonzalo Quesada, Ct dell’Italia di rugby, ha annunciato la formazione che domenica a Lille affronterà la Francia nella terza partita del Sei Nazioni 2024. Sono 6 i cambi rispetto alla squadra che aveva perso due settimane fa in Irlanda. In prima linea sono titolari Nicotera e Zilocchi. In terza linea, prima da titolare per Favretto e Ross con Lamaro, capitano, che torna a vestire la maglia numero 7. Page-Relo sarà il mediano di mischia titolare. Menoncello spostato all’ala con Federico Mori centro. In panchina, 6 avanti e 2 tre-quarti. Sarà il confronto numero 50 tra le due squadre, il primo a Lille nel match – diretto dall’inglese Christophe Ridley – che metterà in palio il Trofeo Garibaldi. Questa la formazione azzurra: Capuozzo; Menoncello, Brex, Mori, Ioane; Garbisi, Page-Relo; Vintcent, Lamaro, Favretto; Ruzza, Cannone; Zilocchi, Nicotera, Fischetti. A disposizione Lucchesi, Spagnolo, Ferrari, Canali, Zambonin, Zuliani, Varney, Marin.

Terzo mandato, Fedriga: Governo ascolti chi direttamente coinvolto

Terzo mandato, Fedriga: Governo ascolti chi direttamente coinvoltoTrieste, 23 feb. (askanews) – Stop per il terzo mandato? “Mi sento di propiziare – ha detto oggi a Trieste il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – un coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale perché mi sembrerebbe profondamente scorretto decidere sull’organizzazione istituzionale e democratica delle Regioni senza le Regioni”. Conversando con i giornalisti questa mattina a Trieste, Fedriga ha poi ricordato di aver mandato ieri come Conferenza una richiesta al governo di un incontro “e ci auguriamo che si ascolti – ha aggiunto Fedriga – anche chi è direttamente coinvolto perché mi sembrerebbe alquanto particolare che si limitasse a un dibattito tra parlamentari”.

Cutro, visita a sorpresa di Piantedosi a Crotone a un anno da strage

Cutro, visita a sorpresa di Piantedosi a Crotone a un anno da strageRoma, 23 feb. (askanews) – Visita a sorpresa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Crotone, in occasione dell’anniversario della strage di Cutro costata la vita a 94 migranti. La stampa è stata informata della visita del ministro solo alla sua conclusione, non c’è quindi stata alcuna possibilità di rivolgere a Piantedosi domande a un anno di distanza dai fatti.


Il ministro ha raggiunto Crotone questa mattina e ha incontrato le autorità locali. Ad accoglierlo il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, insieme al prefetto, il sindaco di Crotone e il sindaco di Cutro. Secondo quanto è stato riferito, si sono recati ai giardini di Alì, il neonato morto nel naufragio, poi al cimitero di Crotone dove il piccolo Alì è stato seppellito, e infine al cimitero di Cutro dove ci sono anche alcune salme non identificate. Domani si aprirà una tre giorni organizzata dalla Rete 26 febbraio (che si è formata subito dopo il naufragio e che continua a chiedere giustizia per i familiari delle vittime e i superstiti) con diverse iniziative per “non dimenticare”.