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Jordi Savall torna alla Iuc con “Folias e Canarios”

Jordi Savall torna alla Iuc con “Folias e Canarios”Roma, 12 feb. (askanews) – Un itinerario affascinante tra antiche danze della Spagna, che per vie misteriose si sono diffuse in mezza Europa, dall’Italia meridionale alla Scozia, all’America del Nord: è “Folias e Canarios”, il concerto con cui Jordi Savall, un vero e proprio pilastro della ricerca e rivalutazione della musica antica e storica, tornerà alla Iuc (Istituzione Universitaria dei Concerti) della Sapienza di Roma domani martedì 13 febbraio alle 20.30 in Aula Magna, alla testa del suo ensemble Hespèrion XXI.


Per oltre 50 anni il maestro catalano, legatissimo alla Iuc, ha riscoperto e portato negli auditorium di tutto il mondo meraviglie musicali altrimenti lasciate nell’oscurità. “Con questo concerto – ha spiegato lo stesso Savall – faremo un viaggio nell’età dell’oro della musica europea proveniente da diversi paesi. Avvicineremo il pubblico alla forza espressiva, alla bellezza e all’emozione che queste composizioni hanno il potere di trasmettere”. L’interpretazione sarà a cura dei solisti di Hespèrion XXI: oltre a Savall che dirige e suona la viola da gamba soprano e la viola da gamba basso, Xavier Díaz-Latorre alla chitarra, Andrew Lawrence-King all’arpa barocca spagnola e David Mayoral alle percussioni. L’ensemble che celebrerà in questa maniera così simbolica i suoi 50 anni di promozione della cultura musicale europea e del dialogo interculturale. Il programma presenta vari esempi di Follia (folía in portoghese) una delle svariate forme di danza e di canto di accompagnamento alla danza di origine popolare che si svilupparono nella penisola iberica nel tardo Medioevo, in seguito assimilate dal repertorio polifonico di corte, tanto vocale che strumentale, ma anche la Morisca, una danza con un forte sapore arabo, addirittura menzionata da Miguel de Cervantes in una sua novella come una delle danze profane tanto di moda al suo tempo da essere riuscite perfino ad “intrufolarsi, per gli spiragli delle porte, dentro ai conventi”.


E ancora la Guaracha, danza messicana, e il Fandango, probabilmente di origine caraibica che divenne popolarissimo in Spagna al principio del secolo XVIII, e il suo ballo fu descritto da Giacomo Casanova come “espressione dell’amore dal principio alla fine”. Altro motivo di danza popolare in Spagna, adottato come basso continuo per variazioni strumentali in altri paesi europei fino alla metà del XVIII secolo, fu il Canarios, o Canario, apparentemente nato nelle Isole Canarie. Spesso descritte all’inizio come “barbare” e “immorali”, queste danze furono in molti casi gradualmente trasformate in sofisticati soggetti di corte secondo il gusto barocco, perdendo in questo processo molte delle loro caratteristiche popolari originarie. Grazie a questo processo, però, rimasero nel cuore del repertorio strumentale europeo. Il concerto è realizzato con il supporto del Departament de Cultura della Generalitat de Catalunya e dell’Institut Ramon Llull, l’istituto per la diffusione della lingua e cultura catalana.

Malformazioni cardiache, neonatologi e pediatri: anche fattori genetici

Malformazioni cardiache, neonatologi e pediatri: anche fattori geneticiRoma, 12 feb. (askanews) – In occasione della Giornata Mondiale delle Cardiopatie Congenite, che ricorre il 14 febbraio, la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite (SICP) sensibilizzano le famiglie sull’importanza delle nuove metodiche emergenti nella diagnosi genetica pre e postnatale dell’eziologia delle CC, non solo per le implicazioni cliniche in epoca prenatale (counseling genetico dei genitori), ma anche per gli outcomes a distanza, consentendo di selezionare i pazienti a rischio e il più corretto programma di follow up per gli stessi.


Per cardiopatie congenite sindromiche si intendono sindromi in cui alla cardiopatia sono associati altri sintomi extracardiaci; per molte di esse è stata dimostrata una specifica causa genetica correlata a variazione dei cromosomi (di numero o di struttura), mutazioni di uno o più geni, o di copy number variants (CNV, cioè alterazioni di regioni genomiche di DNA presenti in un numero variabile di copie nel genoma). “Spesso l’insieme di informazioni ottenute dalla valutazione clinica del paziente possono essere orientative per una specifica condizione sindromica, indirizzando il test genetico di laboratorio più appropriato per la diagnosi”, afferma il Presidente SICP Gabriele Rinelli, “talvolta, invece, l’insieme dei dati non consente di porre una diagnosi a priori di sospetto clinico e si ricorre alla valutazione di anomalie maggiori o minori del paziente che, elaborate attraverso database computerizzati ed in associazione a specifici approfondimenti clinico strumentali, possono formulare a volte un dubbio diagnostico di anomalia genica”. L’importanza clinica di una diagnosi precoce è che la conferma genetica di un quadro sindromico può guidare lo specialista alla ricerca di una particolare cardiopatia congenita, anticiparne la storia naturale, l’outcome prognostico (che può differire tra pazienti sindromici e non a parità di cardiopatia), e protocolli di follow up multidisciplinari personalizzati. Resta, invece, più indaginosa l’identificazione dei contributi genetici alle cardiopatie congenite non sindromiche, cioè di quei quadri clinici in cui la cardiopatia congenita è isolata. Progressi importanti nelle tecnologie di sequenziamento genico hanno consentito la scoperta di una serie di varianti in nuovi geni candidati che contribuiscono, probabilmente, all’eziopatogenesi delle CC non sindromiche. Il sequenziamento massivo parallelo, o Next Generation Sequencing (NGS), in particolare, è una tecnologia recente che permette il sequenziamento in parallelo di milioni di frammenti di DNA o lo studio dell’ESOMA (insieme degli esoni del nostro organismo, regioni contenenti le informazioni per la corretta sintesi delle proteine del nostro organismo), consentendo un’analisi di molteplici geni contemporaneamente, con una resa diagnostica superiore e tempi più rapidi del sequenziamento tradizionale, e permettendo di identificare la mutazione, ad esempio, che causa una determinata malattia.


Inoltre, se i benefici clinici noti della diagnosi precoce genetica delle CC includono il trattamento precoce della cardiopatia e delle condizioni associate, l’opportunità di predire la probabilità che la malattia si ripresenti in altri familiari risulta “eticamente” impegnativa, poiché numerosi sono i contributi che possono influire sulla completa espressione della cardiopatia e della sua gravità. “Nonostante i progressi nella nostra comprensione della genetica sottostante le CC, la predizione degli esiti clinici mediante l’utilizzo dei risultati genetici rimane una sfida, conclude il Presidente SIN Luigi Orfeo, “la sfida per il prossimo futuro sarà rendere disponibili nuove terapie geniche per rallentare la progressione o prevenire l’insorgenza delle CC”.

Confagri Piacenza: servono interventi urgenti contro la Psa

Confagri Piacenza: servono interventi urgenti contro la PsaRoma, 12 feb. (askanews) – Una lettera firmata congiuntamente da circa una trentina di aziende suinicole piacentine è stata inviata via pec oggi alle Istituzioni. Lo rende noto Confagricoltura Piacenza, che ha avvallato la missiva evidenziando come la proposta sia giunta spontaneamente e trasversalmente dagli allevatori del territorio a fronte di una situazione che si fa sempre più grave.


Le richieste sono state indirizzate al Prefetto di Piacenza Giuseppe Alfredo Ponta; al presidente della Regione Emilia – Romagna Stefano Bonaccini; all’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi; al direttore generale del settore Agricoltura caccia e pesca della Regione Valtiero Mazzotti; alla presidente della Provincia di Piacenza Monica Patelli e a tutti i comuni della provincia di Piacenza. “Le aziende suinicole operative nella provincia di Piacenza, sottoscrittrici di questo documento – si legge nella missiva – sono estremamente preoccupate per la diffusione incontrollata della PSA nel selvatico e sottolineano che la PSA continua a diffondersi e recentemente è stata riscontrata in diversi cinghiali anche nella provincia di Piacenza, motivo per il quale la Commissione europea ha designato oltre l’80% dei comuni piacentini zona di protezione”.

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibile

La proposta di Valditara: bocciare gli studenti che occupano. Il Pd: irricevibileRoma, 12 feb. (askanews) – “Purtroppo per il ministro la risposta sanzionatoria sembra essere l’unica soluzione ad ogni problema presente nella scuola. Così davvero non si rende un buon servizio alla crescita del sistema di istruzione del nostro Paese”. Lo afferma in una dichiarazione la responsabile nazionale scuola Pd e capogruppo in commissione Istruzione alla Camera Irene Manzi, commentando l’annuncio del ministro Valditara di prossime norme per codificare la responsabilità civile per danni per gli studenti che occupano edifici scolastici ed il suo personale favore a che tale nuova responsabilità per gli studenti sia anche accompagnata dall’obbligo disciplinare di bocciatura nei loro confronti.


“La scuola – contesta Manzi a Valditara- è, prima di ogni altra cosa, una comunità educante dove si formano i cittadini di domani e non si può pensare di risolvere ogni problema che si verifica al suo interno introducendo nuovi reati e punendo indiscriminatamente gli studenti, tenuti addirittura all’onere della prova. Questo non significa essere buonisti o troppo permessivi ma, nel riconoscimento che eventuali responsabilità personali vanno sempre accertate e sanzionate se ci sono, rivendicare il ruolo principale della scuola che è quello di formare i cittadini di domani. E ogni eventuale sanzione all’interno della scuola deve avere questo obiettivo educativo davanti. Per questo si dovrebbe valorizzare sempre di più il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia, rendendolo una elaborazione sempre più partecipata e collettiva con l’obiettivo di ricostruire il dialogo necessario tra scuola, studenti, genitori e rifondare la fiducia nella scuola. Si dovrebbe operare per costruire progetti di comunità educante. Non si può pensare che la repressione sia l’unico strumento efficace per il processo di maturazione e crescita degli studenti e per ripristinare un clima di reale e proficuo confronto all’interno della scuola. Chi danneggia già oggi viene punito: ciò che occorre, valorizzando l’autonomia che caratterizza ogni scuola, è lavorare per ripristinare un clima di dialogo e confronto reciproco, per la serenità della comunità scolastica, senza affidarsi a misure propagandistiche che cavalcano le notizie del giorno”. “Il panpenalismo del governo – fa eco la deputata dem Ilenia Malavasi – l’unica risposta che hanno per ogni questione. Ma con la paura e la repressione non si fa crescere un paese e, soprattutto, non si aiutano i ragazzi. Lo dico con forza: la logica esclusivamente punitiva non può far parte della scuola. La proposta di Valditara, che tra l’altro mette sullo stesso piano chi occupa e chi danneggia, è irricevibile e dimostra come l’unica ricetta di questo governo per affrontare i problemi del Paese sia intervenire penalmente”.


“La scuola di Valditara – conclude – non educa ma obbliga a dei comportamenti senza sviluppare percorsi di crescita ed educazione dei ragazzi che ora non hanno più neppure il diritto di protestare.Bisogna investire sulla scuola come luogo di educazione, di formazione, di crescita, di sviluppo della coscienza critica e dei diritti di cittadinanza. Lungi da me giustificare chi compie atti di danneggiamento o violenza, ritengo che una scuola fondata solo sulla punizione e la repressione fallisca nella sua missione educativa”.

Al via la terza edizione di “Al centro di Roma” a Palazzo Venezia

Al via la terza edizione di “Al centro di Roma” a Palazzo VeneziaRoma, 12 feb. (askanews) – Dal 15 febbraio a Roma, a Palazzo Venezia, torna “Al centro di Roma”: la rassegna ideata da Edith Gabrielli, direttrice dell’Istituto VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con un ricco programma di conferenze rivolto a un pubblico ampio e diversificato. Giunta alla sua terza edizione, la rassegna rappresenta un appuntamento per gli amanti dell’arte, della storia e della cultura.


“L’avvio della nuova edizione della rassegna ‘Al centro di Roma’ è per noi motivo di grande orgoglio – ha dichiarato dichiara Edith Gabrielli – l’alto rilievo dei protagonisti, appartenenti al mondo della cultura, della storia, dell’architettura e dell’archeologia, e l’interesse dei temi affrontati in questi anni, rendono l’iniziativa uno dei fiori all’occhiello dell’ampia proposta culturale del VIVE, luogo sempre più aperto ai visitatori ed alla comunità”. L’edizione di quest’anno prevede cinque cicli di incontri, a cadenza settimanale. Oltre agli appuntamenti dedicati alla storia, all’arte e all’architettura si aggiungono due nuovi cicli: uno dedicato all’archeologia, curato dal professor Paolo Carafa, e un secondo in collaborazione con gli istituti di cultura esteri di Roma, a cura della professoressa Marina Formica.


A inaugurare l’edizione 2024 il ciclo “Costruire raccontare architettura” con un incontro dal titolo “Va bene così” tenuto dall’architetto Aldo Aymonino. L’incontro, previsto giovedì 15 febbraio alle ore 18 sarà aperto da un saluto di Massimo Osanna, direttore Generale Musei del Ministero della Cultura e dagli interventi introduttivi della direttrice Edith Gabrielli e di Orazio Carpenzano, preside della Facoltà di Architettura “Sapienza” Università di Roma. Le conferenze, a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, sono ospitate nella Sala del Refettorio di Palazzo Venezia, in via del Plebiscito 118 a Roma.

Il 18 febbraio cena “oleocentrica” con chef Evoo Ambassador

Il 18 febbraio cena “oleocentrica” con chef Evoo AmbassadorRoma, 12 feb. (askanews) – Una cena “oleocentrica” a 8 mani con la partecipazione di quattro chef umbri, due chef stellati Michelin e due Bib Gourmand Michelin, che esalteranno nei piatti proposti le qualità dell’olio extravergine di oliva Dop prodotto in Umbria.


L’iniziativa si propone come uno degli appuntamenti clou della due giorni dedica alla presentazione ufficiale dell’annata olearia 2023, in calendario il 19 e 20 febbraio a Bettona (Perugia). Gli chef fanno parte del circuito EvooAmbassador, la rete creata dalla Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di eccellenza tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria. Gli chef saranno Lorenzo Cantoni del ristorante Bib Gourmand Michelin Il Frantoio di Assisi, Paolo Trippini del Ristorante Trippini di Civitella del Lago (Bib Gourmand Michelin), Ada Stifani del Ristorante Ada Gourmet di Perugia (una Stella Michelin) e Fabio Cappiello del Ristorante Vespasia di Norcia (una Stella Michelin e Stella Verde Michelin).

Pancake day: passione per 5 mln di famiglie italiane, mercato vale 50 mln

Pancake day: passione per 5 mln di famiglie italiane, mercato vale 50 mlnMilano, 12 feb. (askanews) – Nel 2023 i pancake, o in alternativa i preparati per farli a casa, sono stati acquistati da quasi 5 milioni di famiglie italiane. Un mercato che, secondo i dati Nielsen, lo scorso anno ha toccato un valore di 50 milioni di euro segnando una notevole crescita, anno su anno, e mantenendo il trend stabile. I dati arrivano alla vigilia della giornata dedicata ai pancake, che come da tradizione, cade nel giorno del martedì grasso. A diffonderli Mulino Bianco che è entrata in questo mercato nel 2021 e oggi conta oltre un milione di famiglie tra i propri consumatori di pancake. Lo scorso anno, spiega il marchio di Barilla, su un totale di oltre 12 milioni di confezioni di pancake pronti, a temperatura ambiente, vendute in Italia, il 38% sono state Mulino Bianco. Parliamo di 4,5 milioni di confezioni in tutto.


I pancake negli ultimi anni hanno conquistato i gusti degli italiani entrando a far parte anche della nostra colazione. In particolare a trainare i consumi sono i giovani: sono, infatti, scelti dal 50% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Ovviamente il mercato italiano li ha fatti propri e accanto alla tradizionale sciroppo d’acero o nella versione salata con il bacon, tra gli abbinamenti dolci (vincenti col 74% delle preferenze) troviamo crema spalmabile alle nocciole (47%), marmellata (40%), miele (26%) e frutta fresca (24%). Più in fondo lo sciroppo d’acero (22%) di tradizione americana insieme a crema (17%) e scaglie di cioccolato (16%). Per chi ama i pancake salati – 13% del campione di intervistati – gli ingredienti più utilizzati sono formaggi (26%) e salumi (24%), ma anche uova strapazzate (19%), bacon, pancetta e salmone (15%). Per festeggiare il Pancake Day 2024, quest’anno Mulino Bianco si è ispirato al fenomeno delle torte decorate con il “metodo Lambeth” ideato dall’omonimo pasticcere autore del primo libro sul cake design il cui metodo ancora oggi è utilizzato per le torte nuziali. Con la nuova campagna “Dillo con pancake” Mulino Bianco dal 13 febbraio, per una settimana, lancia l’omonimo concorso che ha in palio set di tovagliette e una confezione di pancake Mulino Bianco.

Libri, di destra o di sinistra? Forse meglio un centro di gravità permanente

Libri, di destra o di sinistra? Forse meglio un centro di gravità permanenteRoma, 12 feb. (askanews) – Cosa vogliono gli Italiani? Pretendono una guida, sic et simpliciter. Le conferme provengono dalla nostra vita quotidiana e dalla storia politica italiana dal dopoguerra in poi. Comunisti, democristiani, socialisti, populisti, persino i Radicali, i più presuntamente liberali di tutti, si sono riconosciuti in un individuo integerrimo in cui riversare le proprie aspettative e le proprie speranze.


Walter Rodinò, Laureato in giurisprudenza, da sempre nel mondo della Comunicazione con Ri-Comunicare, scrive per un pubblico trasversale, offrendo spunti di riflessione dal politico al sociale, della nostra società. Con questo articolo, prepara il lettore alla prossima uscita del libro molto atteso “Ideologie, idee, ideali” dopo il successo del primo “Linguaggi, lingue, linguacce” . Rispettata la trilogia nel titolo, i lettori attendono. Sarà un testo sorprendente, sia per l’analisi ma soprattutto per la posizione presa dall’autore su tematiche come il premierato


‘Alcide De Gasperi, il ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, Giuseppe Saragat, Pietro Nenni. Si tratta di riconoscibili personalità storiche che consistevano in nord magnetici infallibili per le bussole dei futuri elettori dell’Italia liberata – spiega Rodinò -. Un comunista sapeva che in Palmiro Togliatti avrebbe trovato i propri ideali di giustizia sociale, un democristiano sapeva che in Alcide De Gasperi avrebbe trovato i valori cristiani della famiglia e l’ordine. La loro personalità si era forgiata durante la guerra e in ossequio alle ultime ideologie ottocentesche; tanto forte che, ancora oggi, essi sono visti come creature leggendarie, autentici leader, esempi di un’epoca segretamente rimpianta. Tutti i più importanti uomini del novecento sono connessi ad eventi drammatici e alle grandi ideologie. Churchill, Roosevelt, Gramsci che muore in carcere, Pertini che subisce l’arresto e organizza l’antifascismo militare. Anche Che Guevara e Fidel Castro, che appaiono sulle T-shirt dei militanti di sinistra, spesso pacifisti, sono legati alla guerra. Anche l’inno di Mameli, siamo fuori contesto, fu scritto da Goffredo Mameli, morto a ventuno anni in battaglia agli ordini di Garibaldi’. A mano a mano che ci si allontana dalla guerra e dalle grandi ideologie, i leader per l’autore diventano più ordinari, privi di quel carisma che li metteva in contatto elettrico con i propri elettori. E la stessa Giorgia Meloni ‘è emersa in tutta la sua forza dopo la pandemia, evento drammatico che, per ragioni che non starò qui ad elencare, ha avuto molte analogie con la guerra. Sacrosanta l’esaltazione della democrazia, ma la democrazia, senza una guida forte, che incanali allo stesso tempo una rappresentanza politica e morale, tende a ripiegare su sé stessa in un esercizio sterile e burocratico che tende, paradossalmente, ad allontanare i cittadini dal godimento della stessa’.


L’intera storia della politica italiana dai primi anni ’80 al 2019 fu caratterizzata dalla ricerca spasmodica, quasi sempre inconscia, di una vera personalità in cui confidare ovvero porre, riporre, con fiducia, le proprie speranze di miglioramento: ‘Se si interroga un boomer italiano su quando si è sentito maggiormente orgoglioso di essere italiano a livello politico e internazionale, probabilmente si sentirà rispondere ‘a Sigonella’. Che fino al 1985 era una sconosciuta base aeronautica italiana tra Siracusa e Catania. Al di là dei giudizi complessivi su Bettino Craxi, è opportuno evidenziare come nell’immaginario popolare si sedimentò la figura pubblica di un politico in grado di gestire momenti drammatici della vita del paese, con una facoltà decisionale indipendente’. Ancora, ‘nelle democrazie sancite dalle costituzioni l’elettore cerca sempre la fiducia e la stabilità. In Italia Berlusconi possedeva questo pregio. E non si è trattato di astuzia come qualcuno ha pensato riferendosi al celebre contratto con gli italiani. Gli italiani lo votarono perché avevano piena fiducia in lui, immediata, una corrispondenza di amorosi sensi, dove per amorosi sensi intendiamo idee senza parole, essere in sintonia poiché si avverte istintivamente di possedere qualcosa in comune con lui. Abbiamo parlato di Bettino Craxi, di Silvio Berlusconi, e di molti altri leader potremmo parlare, di destra e di sinistra. Possiamo affermare che gli elettori della sinistra sono stati immuni da tali fascinazioni della personalità dei propri leader? Certamente no, essendo anch’essi italiani ne sono stati travolti’.


Giorgio Bocca ha scritto su Togliatti: ‘nel partito non ha rivali, le masse popolari lo venerano, la stessa borghesia lo considera come l’indiscusso capo dell’opposizione’. Nel 1953, per il sessantesimo compleanno, un compagno dice: ‘Mazzini, Cavour, Garibaldi, tutti li riassumi’. Passi per Cavour a cui Togliatti era simile per alcuni aspetti, magari Garibaldi e Mazzini? Palmiro Togliatti venne soprannominato il Migliore, dai suoi e dagli avversari, dava l’impressione di occuparsi di tutto e tutti, siamo al pre berlusconismo. Cosa sarà Enrico Berlinguer se non un nuovo Togliatti da venerare? Oppure Breznev, Nilde Iotti, persino Massimo D’Alema, aggiunge l’autore. Per il quale, ‘anche a sinistra si reclamava e si reclama tuttora una individualità moralmente indiscussa, solida, in grado di stabilire un contatto elettrico con le folle dei votanti, un primus inter pares, un presidente democratico, il presidente degli italiani’. Destra e sinistra. ‘Oggi queste due parole sembrano assolutamente inutili, poiché la globalizzazione post ’89 ha reso i parlamenti omogenei tra loro e sono sfumate fino all’indifferenza le nette divisioni ideologiche seguite al secondo conflitto mondiale. Oggi i cittadini si lamentano di una democrazia che non risponde più alle sollecitazioni dal basso. Ma perché la reazione della maggioranza degli Italiani consiste unicamente nella rinuncia e nella sfiducia oppure non esiste affatto? Una delle risposte potrebbe essere che si sono sostituiti i fondamenti della democrazia con l’elargizione di una pletora di diritti in grado di mascherare il pericolo della negazione della democrazia stessa.Fu probabilmente Eduardo Galeano a coniare il neologismo ‘democratura’ (‘democradura’) che indicava una democrazia esibita, puramente formale quanto vacua, abile a nascondere un regime elitario o addirittura dittatoriale. Nella democratura il singolo cittadino partecipa formalmente alle elezioni; elegge indirettamente ‘qualcuno’ (il Presidente del Consiglio, i deputati nella lista bloccata); il suo compito democratico si esaurisce qui. Che tale qualcuno mantenga ciò che ha promesso è una speranza ridotta al lumicino già durante il periodo cosiddetto della ‘luna di miele’ (i primi cento giorni di governo dove l’elettore conserva gran parte della fiducia); oltre la luna di miele vi è, quasi sempre, la luna di fiele, cioè la sconfessione del nocciolo duro delle promesse. Oggi avvertiamo il paradosso per cui decisioni essenziali che riguardano la nostra esistenza (sanità, welfare, pensioni, lavoro, istruzione) sono prese in ambiti invisibili, spesso sovranazionali. L’Italiano avverte che il tifo fra destra e sinistra, involucri concettuali vuoti di significato, non lo appaga più. Cerca qualcos’altro, ma ancora non ne ha reale contezza. Spesso si invoca il populismo. Il populismo è l’ansia di bruciare le pastette e il politichese a favore di una diretta connessione con il governante. Utilizzare sprezzantemente i termini ‘populismo’ o addirittura bollare come ‘fascismo’ questa urgenza che sale dall’elettorato, non solo non aiuta la fredda analisi degli avvenimenti di oggi, ma la confonde ancora di più, esacerbando gli animi e predisponendo psicologicamente i cittadini a desiderare proprio ciò che si desidera contrastare ovvero l’uomo forte. Si tratterà, quindi, di considerare la voglia di partecipazione effettiva degli Italiani e di escogitare una nuova forma di governo che consenta di recepirla formalmente proprio nell’ambito democratico. Questa nuova forma dovrà contemplare l’aspirazione alla democrazia diretta e rimodulare i contrappesi costituzionali che la ancorino alla più schietta procedura democratica. Questa nuova forma potrebbe essere il premierato’, conclude Rodinò.

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%

Sud, Intesa Sanpaolo: nel 2023 export in aumento del 3,7%Napoli, 12 feb. (askanews) – Nei primi nove mesi del 2023 le esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno sono state pari a quasi 7,2 miliardi di euro, in crescita del 3,7%, a prezzi correnti, rispetto al periodo gennaio-settembre 2022 (+260 milioni di euro), un dato migliore rispetto alla media dei distretti italiani (+0,4%). E’ quanto fotografato dallo studio realizzato dalla irezione Studi e Ricerche di Banca Intesa Sanpaolo.


Dopo un primo trimestre di crescita a doppia cifra (+11%) e un secondo di lieve calo (-0,6%), il terzo trimestre ha registrato una nuova crescita (+1,1%). Nel terzo trimestre 2023 il Mezzogiorno è stata l’unica area geografica a registrare un’evoluzione positiva delle esportazioni distrettuali (Nord-Est -2,4%, Nord-Ovest -4,7% e Centro -6,5%), grazie all’elevata presenza su questo territorio dei distretti agro-alimentari (il peso dell’export dei distretti agro-alimentari sul totale è pari all’8,4% per il Centro, 15% per il Nord-Ovest, 15,4% per il Nord-Est e 63% per il Mezzogiorno). Tra le regioni del Mezzogiorno in cui si monitorano distretti industriali, solo Puglia e Basilicata hanno mostrato esportazioni in calo rispetto ai primi nove mesi del 2022 (rispettivamente -3,7% e -10,7%). Per dinamica positiva si evidenzia la Sardegna (+16,2%), seguita da Campania (+9,2%) e Abruzzo (+8,5%). Risultano in crescita anche le vendite all’estero dei distretti siciliani (+5,8%). Ben 15 distretti dei 28 monitorati hanno realizzato una crescita delle esportazioni nel periodo esaminato.

Premierato, La Russa: ruolo minore Colle? Perché si sa chi vince

Premierato, La Russa: ruolo minore Colle? Perché si sa chi vinceRoma, 12 feb. (askanews) – Nelle obiezioni che vengono fatte alla riforma costituzionale per l’introduzione del cosiddetto premierato “la mentalità di sinistra fa breccia, dà per scontato che vinca la Meloni, il che mi fa piacere: vuol dire che hanno deciso che la prossima volta non è vero che loro sperano di vicnere, è sicuro che vinca la Meloni, altrimenti non farebbero questa equazione (sulla presidente del Consiglio che vuole ‘estendere’ i suoi poteri, ndr)”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel corso della registrazione di Quarta Repubblica, in onda oggi, in prima serata su Retequattro.


Secondo La Russa “la Meloni, il centrodestra, Fratelli d’Italia e anche gli altri partiti, proponendo che il capo del Governo sia eletto direttamente dai cittadini, dal popolo, non pensano solo a quello che succederà fra tre anni, ma a quello che succederà nei prossimi trent’anni. Vogliono evitare che in futuro vi sia al governo gente che non ha vinto le elezioni, fino a quando questa riforma durerà”. Quanto ai poteri “sostanziali” che il ddl premierato, secondo i suoi critici, sottrae al Quirinale, il presidente della Repubblica, ha sostenuto La Russa, “conterebbe di meno se ci potessero essere elezioni incerte. In un sistema com’è stato fino adesso in cui alla fine delle elezioni non si sapeva chi aveva vinto, lì il presidente della Repubblica per fortuna ha avuto un ruolo, un ottimo ruolo. Col sistema rifromato del premierato, siccome con l’elezione diretta del popolo ci sarà sempre un vincitore, a quel punto il ruolo minore del presidente è perché non c’è l’incertezza”, ha concluso.