Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Cultura,Segre:i giovani scelgano i libri e non telefonino idiota

Cultura,Segre:i giovani scelgano i libri e non telefonino idiotaMilano, 22 gen. (askanews) – “In 30 anni ho sempre consigliato ai miei nipoti ideali, quei ragazzi meravigliosi delle scuole, di staccarsi dall’amore per quel telefonino idiota che li porta a mondi sconosciuti, che non sono per loro ma contro di loro, di fare la scelta”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre durante la presentazione a Palazzo Marino delle iniziative del Comune di Milano per il Giorno della memoria.

“La scelta è di ogni minuto, è quella di quale libro scegliere, di leggere assolutamente visto che la cultura è cosi importante, di come rivolgersi ai propri genitori. Oggi qualcuno li chiama per nome, togliendo loro quel ruolo biblico che hanno” ha aggiunto. “Temo sempre di essere quella nonna noiosa che sono, ma vorrei, nel pessimismo che mi pervade, coltivare almeno” una speranza, cioè “che giovani di oggi siano capaci di fare la scelta”.

Israele, i parenti degli ostaggi fanno irruzione nella Knesset

Israele, i parenti degli ostaggi fanno irruzione nella KnessetRoma, 22 gen. (askanews) – I familiari degli ostaggi israeliani, tenuti prigionieri da Hamas a Gaza dal 7 ottobre, hanno fatto irruzione e interrotto una riunione della commissione finanziaria presso la Knesset a Gerusalemme, riferisce Sky News.

I manifestanti si erano riuniti oggi davanti al parlamento israeliano per chiedere nuove elezioni e il rilascio degli ostaggi, i manifestanti avevano in precedenza bloccato l’ingresso della Knesset, facendo scattare l’intervento della polizia. Il Times of Israel ha pubblicato foto che mostrano gli agenti trascinare via per le mani e per i piedi i dimostranti. Il quotidiano ha anche raccolto alcune voci tra i dimostranti. Mor Shamgar, che guida i cori contro il premier Benjamin Netanyahu e il governo, ha raccontato di aver votato per il Likud finché Netanyahu non ha preso la guida del partito: “Ho smesso nel 1999 quando ho capito chi è Netanyahu. È preoccupato solo di se stesso. Se Yair Netanyahu (figlio maggiore del premier, ndr) andasse ad aiutare a ripulire Be’eri, o se Avner Netanyahu (figlio minore) andasse a Kfar Aza per aiutare a raccogliere frutta e verdura, allora saprei che il nostro primo ministro tiene fede alle proprie parole”. Secondo i manifestanti i partiti della coalizione al potere sono “traditori che hanno rinunciato agli ostaggi” detenuti dal gruppo palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. Alla manifestazione ha partecipato anche la presidente uscente del partito laburista, Merav Michaeli, secondo cui “il ritorno degli ostaggi non è una questione, è l’obbligo numero uno di questo governo”. “Gli ostaggi sono stati abbandonati e rapiti sotto la sua guida, quindi deve fare di tutto per riportarli a casa”, ha aggiunto Michaeli.

Domenica sera un gruppo di famiglie di ostaggi e di manifestanti ha anche bloccato il traffico davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in Azza Street a Gerusalemme, montando delle tende per chiedere al governo di raggiungere un accordo per garantire il ritorno degli ostaggi rimasti prigionieri di Hamas. Organizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, la manifestazione si è mossa su una linea sottile, ritenendo l’attuale governo responsabile per la vita degli ostaggi ma evitando al contempo di condannare apertamente l’attuale leadership israeliana. Durante i discorsi dei familiari degli ostaggi, gli organizzatori hanno dovuto mettere a tacere alcuni manifestanti che sono esplosi in cori di “vergogna!” contro il governo. La manifestazione – riportano i media locali – si è svolta con breve preavviso, tra le notizie riportate dal Wall Street Journal di un piano proposto da Stati Uniti, Egitto e Qatar per far cessare la guerra, organizzare la restituzione degli ostaggi detenuti da Hamas e portare alla piena normalizzazione di Israele con i suoi vicini e ai colloqui per la creazione di uno Stato palestinese. Israele ritiene che a Gaza rimangano 132 ostaggi, dopo un accordo di fine novembre che ha liberato 105 civili da Hamas.

Ma nonostante posizione Stati Uniti, Egitto e Qatar, Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non accetterà la proposta di Hamas, l’organizzazione terroristica che controlla la Striscia di Gaza, per porre fine alla guerra e liberare gli ostaggi. “Ci lavoro 24 ore su 24 ma sia chiaro: rifiuto apertamente le condizioni di resa di quei mostri di Hamas”. I commenti di Netanyahu arrivano nel contesto di quanto riferito dal Wall Street Journal secondo cui Stati Uniti, Egitto e Qatar vogliono che Israele si unisca a una nuova fase di colloqui con Hamas che inizierebbe con il rilascio degli ostaggi e porterebbe al ritiro delle forze israeliane da Gaza. Secondo il primo ministro, Hamas aveva chiesto la fine delle ostilità, il rilascio dei prigionieri palestinesi e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. In cambio, si impegnerebbe a rilasciare gli ostaggi israeliani presi il 7 ottobre. “Se accettassimo questo, i nostri soldati sarebbero caduti per niente e non saremmo in grado di garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, continua Netanyahu. Netanyahu ha detto di aver comunicato questi punti al presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante il fine settimana e ha ribadito i commenti fatti la settimana scorsa, in merito al controllo di Israele su tutto il territorio a ovest della Giordania.

Fine vita, la Corte Costituzionale chiamata di nuovo a pronunciarsi (sette anni dopo il caso dj Fabo)

Fine vita, la Corte Costituzionale chiamata di nuovo a pronunciarsi (sette anni dopo il caso dj Fabo)Roma, 22 gen. (askanews) – Sette anni dopo la disobbedienza civile di Marco Cappato per Fabiano Antoniani, viene sollevata nuovamente la questione di legittimità costituzionale, questa volta dal Tribunale di Firenze per l’aiuto al suicidio di Massimiliano (MIB) fornito, dal Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni insieme a Felicetta Maltese e Chiara Lalli. Nell’inerzia del Parlamento, la Consulta inteverrà per la terza volta sul cosiddetto “suicidio assistito”, dopo l’ordinanza e la sentenza “DjFabo/Cappato” che attualmente norma il tema.

Dei requisiti richiesti al malato, si esprimerà su quello che si presta a interpretazione più ambigua e dalle conseguenze potenzialmente discriminatorie: “Il trattamento di sostegno vitale”, per cui tanti italiani come Massimiliano (Toscana), Elena (Veneto), Romano e Margherita Botto (Lombardia), Paola (Emilia Romagna), Sibilla Barbieri (Lazio) sono stati costretti ad andare in Svizzera per poter avere accesso al suicidio assistito. “Siamo fiduciosi – afferma nel darne notizia Filomena Gallo, la segretaria dell’associazione Coscioni Filomena Gallo- sul lavoro dei giudici della Consulta. Il trattamento di sostegno vitale, se interpretato in senso restrittivo, è un requisito discriminatorio in quanto non incide sulla capacità di prendere decisioni, sulla irreversibilità della malattia, né sulle sofferenze intollerabili”. L’ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale riguarda l’aiuto che, a dicembre 2022, Felicetta Maltese e Chiara Lalli avevano fornito a Massimiliano, 44enne toscano di San Vincenzo (Livorno) affetto da sclerosi multipla, accompagnandolo in Svizzera per poter ricorrere al suicidio medicalmente assistito.

Il giorno successivo alla sua morte, Felicetta Maltese e Chiara Lalli si erano autodenunciate, presso la stazione dei carabinieri di Firenze insieme a Marco Cappato in qualità di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che aveva organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano. I tre si erano autodenunciati per aver aiutato a ottenere la morte volontaria una persona priva del requisito inteso in senso restrittivo del “trattamento di sostegno vitale” richiesto dalla Corte costituzionale per poter accedere legittimamente in Italia al suicidio assistito. A seguito di una richiesta di archiviazione, lo scorso 23 novembre si era tenuta l’udienza dinanzi alla GIP, che il 17 gennaio scorso ha emesso un’ordinanza di rimessione della questione alla Corte costituzionale. La GIP ha ritenuto di non poter accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero e dai difensori degli indagati perché la condotta degli indagati non ricade nelle ipotesi di non punibilità introdotte dalla sentenza Cappato-Antoniani della Corte costituzionale poiché Massimiliano non aveva un trattamento di sostegno vitale. Quindi risultano soddisfatte tre condizioni su quattro del giudicato costituzionale.

“Nel caso di specie sussistono tutti gli elementi costitutivi del titolo di reato in origine ipotizzato dal pubblico ministero”. Ovvero, è configurabile il reato di aiuto al suicidio – mentre viene esclusa l’ipotesi di istigazione avendo Massimiliano autonomamente deciso. In caso di giudizio con condanna gli indagati rischiano dai 5 ai 12 anni di carcere. La giudice per le indagini preliminari, Agnese De Girolamo, ha pertanto “dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 codice penale, come modificato dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, nella parte in cui richiede che la non punibilità di chi agevola l’altrui suicidio sia subordinata alla che l’aiuto sia prestato a una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, per contrasto con gli artt. 2, 3, 13, 32 e 117 Cost., quest’ultimo in riferimento agli artt. 8 e 14 della Convenzione EDU”.

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, difensore e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa, dichiara: “Dopo il caso Dj Fabo, concluso con la storica sentenza della Consulta 242 del 2019 ‘Cappato-Antoniani’ che attualmente norma il tema della morte volontaria assistita in Italia afferma ancora Gallo che è anche difensore e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa- la Corte costituzionale è chiamata a esprimersi nuovamente sulla costituzionalità dell’articolo 580 del codice penale nella versione vigente a seguito della decisione del 2019, assunta sulla base delle specifiche condizioni di salute di Fabiano Antoniani, che era effettivamente dipendente dalla respirazione artificiale e dall’assistenza continuativa. Il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale non è previsto in nessuna norma straniera sul fine vita, ed è un requisito discriminatorio se interpretato in senso restrittivo, in quanto non incide sulla capacità di prendere decisioni, sulla irreversibilità della malattia, né sulle sofferenze intollerabili. I Giudici della Consulta con questo nuovo dubbio di costituzionalità sollevato sono chiamati a decidere dinanzi alla realtà di una delle tante persone malate che hanno una condizione diversa da quella che era di Fabiano Antoniani, pur essendo affetti da malattie irreversibili che producono sofferenze intollerabili e che nella completa capacità di autodeterminarsi scelgono convintamente di accedere alla morte volontaria. Siamo fiduciosi nel lavoro della Corte costituzionale”.

Unifrutti acquisisce Verfrut, maggior esportatore uva dal Perù

Unifrutti acquisisce Verfrut, maggior esportatore uva dal PerùMilano, 22 gen. (askanews) – Unifrutti, produttore e distributore leader a livello mondiale di frutta fresca, ha acquisito il 100% di Verfrut, produttore ed esportatore del Sud America.

Fondata nel 1996, Verfrut in Cile e Perù gestisce oltre 7.500 ettari di coltivazioni agricole e centri di lavorazione completamente integrati. Verfrut coltiva un’ampia gamma di prodotti, tra cui uva, ciliegie, mele e mirtilli, è riconosciuto come il più grande esportatore di uva del Perù e si avvale di una solida rete commerciale e di distribuzione negli Stati Uniti, nell’UE, in Sud America e in Cina. Questa acquisizione strategica rappresenta un passo decisivo verso la creazione della principale piattaforma a livello globale per la commercializzazione di frutta integrata e sostenibile. Con l’acquisizione di Verfrut, Unifrutti diventa una delle più importanti aziende frutticole in Cile, uno dei maggiori centri di produzione di uva e ciliegie a livello globale, e uno dei principali operatori nel settore delle mele dell’emisfero meridionale. Inoltre, questa acquisizione estende strategicamente il raggio d’azione di Unifrutti in Perù, un hub chiave nel settore dei prodotti freschi.

Il completamento dell’acquisizione è soggetto al soddisfacimento delle condizioni di chiusura, comprese le approvazioni normative. Dopo il completamento, Unifrutti manterrà le operazioni globali di Verfrut, garantendo la continuità aziendale. “L’acquisizione di Verfrut rappresenta una pietra miliare strategica, che consentirà la crescita di Unifrutti e rafforzerà il nostro impegno per l’eccellenza e l’innovazione – Mohamed Elsarky, amministratore delegato di Unifrutti – Questa operazione non solo potenzia le nostre attuali attività, ma apre anche la strada alla crescita futura, poiché miriamo a diventare la principale e più sostenibile azienda nel settore a livello globale, stabilendo nuovi standard. Questa transazione si allinea perfettamente con la nostra storia di azienda familiare e siamo onorati e fieri di poter lavorare con una realtà con 30 anni di presenza sul mercato come Verfrut, collaborando nella creazione di un player di primo piano in Cile e in Perù”.

“Questa operazione rappresenta un’eccellente decisione per noi. Verfrut è la nostra vita – ha affermato Romano Vercellino, fondatore e presidente di Verfrut – Dopo molti anni di duro lavoro insieme al nostro meraviglioso team, siamo certi che Unifrutti manterrà i valori che ci hanno guidato fin dalla fondazione di Verfrut. Non vediamo l’ora di affrontare la prossima tappa del nostro viaggio di successo”.

Pat Rafter innamorato del padel: “Ammiro complessità del gioco”

Pat Rafter innamorato del padel: “Ammiro complessità del gioco”Roma, 22 gen. (askanews) – Il padel è la seconda vita di Pat Rafter. Due tornei di fila (Fip Rise Australian Open e Fip Promotion Melbourne) gli sono bastati per tornare a respirare l’atmosfera delle competizioni. Rafter, a 26 anni, è diventato numero 1 al mondo nel tennis: ora, a 52, si diverte con il padel, come giocatore ma anche – racconta una nota – come ambasciatore fondatore di Padel Australia.

“Ho sentito parlare per la prima volta del padel circa quindici anni fa ma inizialmente non pensai a giocare. Circa un anno fa un mio amico mi ha detto che avrei dovuto provarci davvero, così l’ho fatto – ha dichiarato in un’intervista alla FIP -. All’inizio ero piuttosto negato, ma ho imparato in fretta le basi. Sono molto fortunato ad avere un vicino che ha un campo da padel: è Matt Barrelle, che ha contribuito a portare il padel in Australia. Qui non ci sono ancora molti campi, ma l’interesse sta crescendo”. A Rafter piace molto il padel: “Ammiro la complessità del gioco, è un incrocio tra squash e tennis ma, come sto vedendo, è più importante avere abilità difensive che di attacco e questo lo devo imparare. Onestamente pensavo che avrei spazzato via un giocatore di padel con forti volée e smash, ma mi sbagliavo”.

Il padel sta crescendo di giorno in giorno in Australia, anche grazie a Rafter e alla sua popolarità. “Sono davvero interessato nel vedere i progressi di questo sport. È ancora agli inizi, sono desideroso di essere coinvolto per vedere se posso aiutare questo sport a crescere ed eventualmente investire nella creazione di uno o due centri”. Anche i fan australiani si sono interessati agli ultimi due tornei, perché sono stati molto felici di rivedere Rafter in campo: la domanda è d’obbligo, Pat giocherà ancora nel Cupra Fip Tour? “Sto tenendo aperte tutte le porte per capire dove mi porterà questo sport. Forse giocherò qualche evento con i veterani australiani, ma non lo so ancora”. Passare dal tennis al padel è stato difficile anche per l’ex numero uno del mondo: “Ognuno avrà i suoi punti di forza e di debolezza nel padel. I tennisti sono la maggior parte dei cross-over in Australia verso questo sport, giocare colpi da tennis è una cosa molto difficile da disimparare, la palla facile nel tennis non è necessariamente facile nel padel. E poi le abilità difensive sono difficili, questa cosa devo davvero impararla e ci vorrà del tempo. Capire le pareti, le rotazioni e il ritmo di palla è complicato”.

Come Rafter, molti australiani sono sempre più coinvolti nel movimento del padel, che può crescere ancora nei prossimi anni: “Ovviamente quelli dei costi dell’allestimento delle strutture e dell’affitto dei campi qui in Australia sono temi da affrontare, ma il feeling che c’è tra gli australiani mi fa pensare a una rapida crescita. Uno dei vantaggi è che l’approccio al padel è più immediato e facile rispetto al tennis: la racchetta è più corta e le palline non rimbalzano così tanto, il movimento è più breve e le palline tornano sempre ai piedi. Ci sono molte cose che mi piacciono del padel e vediamo cosa succederà nei prossimi 10 anni in Australia, non vedo l’ora di vederne la crescita”.

Demenze, Iss: forti differenze fra regioni nell’assistenza

Demenze, Iss: forti differenze fra regioni nell’assistenzaRoma, 22 gen. (askanews) – I servizi per le persone con demenza sono distribuiti in modo disomogeneo sul territorio nazionale, quanto a numero delle strutture per area territoriale e numero di residenti, orari di apertura, figure professionali impegnate. In generale, si rileva un maggiore sviluppo ed efficienza delle realtà del Nord Italia rispetto a quelle del centro e Sud Italia e isole. A livello nazionale, la valutazione dei servizi si attesta su giudizi negativi e molto negativi per il 45% dei familiari. Sono, questi, alcuni dei risultati delle attività realizzate dall’Osservatorio Demenze dell’Iss nell’ambito del Fondo per l’Alzheimer e le demenze 2021-2023, presentati durante un convegno nella sede dell’Istituto Superiore di Sanità che si tiene oggi e domani. Il Convegno è anche l’occasione per presentare le linee guida “Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment” – le prime, sulla tematica, ad essere pubblicate dal nostro Paese. Secondo un recente studio, hanno ricordato gli esperti durante il convegno, in Italia i costi complessivi sostenuti per le demenze sono stimati in 23 miliardi di euro, di cui il 63% a carico dei familiari. “Le demenze sono un tema di salute pubblica molto importante, il cui impatto è destinato a crescere nel futuro, e coinvolge attualmente anche circa 4 milioni di familiari oltre ai pazienti – afferma il presidente dell’Iss Rocco Bellantone -. Questo lavoro ha cercato di entrare nel dettaglio dei contesti locali restituendo report specifici a ogni singola regione. Questa è la direzione, camminare insieme cercando di armonizzare le realtà regionali per uniformare e garantire i servizi a livello nazionale”. Il Fondo per l’Alzheimer e le demenze – anni 2021-2023 – è stato il primo finanziamento pubblico sulle demenze in Italia e ha rappresentato, dopo il Progetto Cronos e la pubblicazione del Piano Nazionale delle Demenze (Pnd), la più grande operazione di sanità pubblica su questo tema. Il fondo ha messo a disposizione alle Regioni e Provincie autonome (Pa) un finanziamento pari a 14 milioni e 100.000 Euro, ed un finanziamento di 900.000 Euro all’Iss. Agli enti territoriali è stato richiesto di intraprendere la proposizione di una o più azioni progettuali (diagnosi precoce, diagnosi tempestiva, telemedicina, tele-riabilitazione e trattamenti psicoeducativi, di stimolazione cognitiva e di supporto ai caregiver). L’Osservatorio Demenze dell’Iss, oltre a coordinare le attività a livello nazionale, ha realizzato una serie di attività.

Incidenti nucleari e dighe crollate: al via i nuovi test “IT-alert”, il calendario dei disastri (simulati)

Incidenti nucleari e dighe crollate: al via i nuovi test “IT-alert”, il calendario dei disastri (simulati)Roma, 22 gen. (askanews) – La protezione civile continua la sperimentazione del sistema di allarme pubblico IT-alert, relativa alla fase dedicata a scenari di rischio specifici e su porzioni ridotte e circoscritte di territorio. La prima fase di test del 2024 si svolgerà da oggi 22 gennaio al 26 e verranno effettuati i test di invio del messaggio in parte dei territori di dodici regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano.

Gli scenari di rischio saranno tre: – Collasso di una grande diga in Campania, Sicilia, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano; – Incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli – Venezia Giulia, Sardegna e Toscana; – Incidente nucleare in Piemonte. L’attività di sperimentazione che sarà messa in campo, spiega la Protezione civile, ha un doppio obiettivo: sperimentare IT-alert su porzioni ridotte e circoscritte di territorio e incentivare la familiarizzazione con la ricezione del messaggio con testo declinato in base al rischio specifico e all’area interessata. Il tutto si inserisce nella cornice più ampia del processo di avvicinamento alla possibile messa in operatività del sistema di allarme pubblico, come previsto dalla Direttiva del 7 febbraio 2023.

Per lo scenario di incidente rilevante in uno stabilimento industriale soggetto alla direttiva Seveso il testo della notifica che la popolazione coinvolta riceverà sarà il seguente: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente industriale nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente industriale vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”. Mentre per lo scenario di collasso di una grande diga sarà: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO il collasso di una diga nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per il collasso di una diga vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”.

Infine per lo scenario di incidente nucleare sarà: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”. Nei giorni dei test, dall’homepage del sito si accederà a una pagina dedicata dove sarà possibile visionare il testo del messaggio che i cittadini riceverebbero in caso di pericolo reale per quel determinato rischio e le informazioni sul caso specifico. Sull’homepage sarà presente anche il link al questionario che, come per i precedenti test, tutti coloro che si troveranno nei territori coinvolti saranno invitati a compilare per contribuire a implementare il sistema. Coloro che, pur trovandosi nell’area interessata dal test, non dovessero ricevere alcuna notifica di IT-alert, potranno compilarlo ugualmente per segnalare tale mancanza.

Il messaggio di test arriverà sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno nelle aree target, secondo il seguente calendario: 22 gennaio, ore 12:00 Incidente nucleare: – Regione Piemonte – Città metropolitana di Torino 23 gennaio, ore 14:30 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Toscana – TOSCOCHIMICA, Prato (PO) e Campi Bisenzio (FI) 24 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali – Regione Calabria – BUTANGAS, Montalto Uffugo, Luzzi, Rende, Rose (CS) – Regione Campania – GAROLLA S.R.L., Napoli – Regione Emilia-Romagna – SCAM S.P.A., Modena – Regione Sardegna – FIAMMA 2000 S.P.A., Serramanna (SU) e Villasor (SU) 25 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Basilicata – ENI S.P.A., Viggiano, Grumento Nova (PZ) – Regione Friuli-Venezia Giulia – RIR-GALA LOGISTICA S.R.L., Visco, Aiello del Friuli, Palmanova, San Vito al Torre (UD) Collasso grandi dighe: – Regione Campania – Diga di Presenzano – Amorosi, Dugenta, Faicchio, Limatola, Melizzano, Puglianello (BN); Ailano, Alife, Alvignano, Baia e Latina, Bellona, Caiazzo, Capua, Castel Campagnano, Castel Morrone, Dragoni, Gioia Sannitica, Piana di Monte Verna, Pietravairano, Pontelatone, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Ruviano, Sant’Angelo d’Alife e Vairano Patenora (CE) – Provincia Autonoma di Bolzano – Diga di Monguelfo – Brunico, Chienes, Monguelfo-Tesido, Perca, Rasun-Anterselva, San Lorenzo di Sebato, Valdaora. 26 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Abruzzo – GPL SODIFA S.R.L., L’Aquila Collasso grandi dighe: – Regione Sicilia – Diga di Ancipa – Centuripe, Troina (EN); Cesarò, San Teodoro (ME); Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Catania, Motta, Paternò, Randazzo, Sant’Anastasia (CT) – Regione Valle D’Aosta – Diga di Beauregard – Arvier, Valgrisenche e Villeneuve. Le date dei test potrebbero subire variazioni nel caso in cui i sistemi di protezione civile regionali si dovessero trovare impegnati in attività per eventuali allerte meteo-idro in atto o per situazioni di emergenza.

Parmacotto e Salumi Coati autorizzate a esportare in Giappone carni suine

Parmacotto e Salumi Coati autorizzate a esportare in Giappone carni suineMilano, 22 gen. (askanews) – Sono il gruppo Parmacotto e Salumi Coati le prime due aziende italiane ad aver avuto il via libera a esportare i salumi cotti in Giappone. L’autorizzazione arriva dopo l’accordo raggiunto nel maggio 2023 tra i servizi veterinari del ministero della Salute italiano e quelli del ministry of Agriculture, forestry and fisheries giapponese a proposito dei requisiti sanitari necessari per la rimozione del bando dovuto alla Peste suina africana.

La riapertura delle frontiere del mercato giapponese per Coati significa l’autorizzazione all’export per il salumificio in Valpolicella, che arriva a meno di un anno dall’incendio che ha raso al suolo lo stabilimento di Arbizzano di Negrar. Per Parmacotto la certificazione riguarda lo storico stabilimento di San Vitale Baganza (Parma) che processerà carni di suino sottoposte a trattamento termico. “Quella che ci ha portato a essere uno dei primi stabilimenti autorizzati a riprendere l’export di carni e prodotti a base di carne suina in Giappone è stata una procedura lunga e complicata – spiega Giampaolo Coati, direttore generale Salumi Coati – Siamo molto orgogliosi di questo importante risultato, che arriva a quasi un anno dall’incendio e che premia un impegno che non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà. A tutti i nostri collaboratori va un sentito ringraziamento: è soprattutto grazie a loro che siamo riusciti a ripartire, più forti di ogni avversità, dimostrando di essere all’altezza dei più alti standard internazionali. Questa ottima notizia porta una ventata di ottimismo per affrontare al meglio le sfide che riserva il 2024: anno che continuerà a vedere l’export tra gli obiettivi di crescita dell’azienda”.

“È con grande orgoglio che annunciamo di aver ottenuto questa certificazione per il nostro ‘storico’ stabilimento di San Vitale Baganza. Tengo a sottolineare che in Italia solo due poli produttivi hanno ottenuto questo riconoscimento – ha sottolineato Andrea Schivazappa, Ceo Parmacotto Group – Quest’ulteriore sfida rientra perfettamente nella nostra strategia di internazionalizzazione che ci vede crescere a doppia cifra, sia in Europa che in Usa. Come gruppo vogliamo affrontare il mercato Giappone con motivazione e fiducia, consapevoli della grande responsabilità che ci aspetta anche nei confronti del nostro territorio”.

Gdo, etichette guida per spesa consapevole ma consumatori pronti al Qr code

Gdo, etichette guida per spesa consapevole ma consumatori pronti al Qr codeMilano, 22 gen. (askanews) – Sono sempre più affollate di informazioni, più o meno obbligatorie, messaggi di marketing che ammiccano e cercano di convincere il consumatore a metterli nel carrello perchè contengono o meno un determinato ingrediente. Ma le etichette dei prodotti sono ancora utili nelle decisioni di acquisto? A quanto pare sì. La conferma arriva da un’indagine che GS1 Italy ha commissionato a Ipsos per l’Osservatorio Immagino, che da 7 anni fotografa la spesa in supermercati e ipermercati di tutta Italia partendo proprio dalle informazioni on pack.

“Le etichette vengono utilizzate sempre di più, vengono cercate, vengono lette e vengono utilizzate per prendere delle decisioni di acquisto o di non acquisto di prodotti – ha detto Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – quindi davvero l’intuizione di un po’ di tempo fa di considerare l’etichetta come un vero e proprio mezzo di comunicazione era corretta”. Sono principalmente cinque le ragioni per cui leggiamo le etichette: innanzitutto per controllare la scadenza dei prodotti, in secondo luogo, ed è un dato indicativo, per verificarne la provenienza, a seguire per ragioni pratiche, capire per esempio le modalità di uso, e poi a scendere per verificare apporto di grassi e zuccheri, i benefici per la salute, o sempre nel solco del trend salutista, per verificare i valori nutrizionali. Ma la tecnologia, già da tempo, offre una opportunità, ora sollecitata anche dal legislatore, per semplificare le etichette. E anche i consumatori sembrano pronti: “Sempre dalla ricerca Ipsos abbiamo avuto una piccola sorpresa nel senso che abbiamo scoperto che il QR Code è più conosciuto del classico barcode: il primo vince 89% a 82 – ha affermato Cuppini – Da parte nostra l’anno scorso in GS1 a livello mondo abbiamo lanciato il GS1 Digital Link che è un QR Code standardizzato e voluto che consente appunto di trasferire informazioni al consumatore con questo semplice gesto”.

Ma come è cambiata la spesa tra luglio 2022 e giugno 2023, stando alle rilevazioni condotte dall’Osservatorio Immagino su oltre 136 mila prodotti, pari a più di 46 miliardi di euro di vendite secondo una stima NielsenIQ? “Leggiamo per la seconda volta un rallentamento di quello che è il trend più consistente, quello dell’italianità che già nella edizione scorsa aveva mostrato qualche segno di leggera frenata proseguito in questa quattordicesima edizione, così come c’è la conferma di un ingrediente che ci siamo trovati in moltissimi prodotti, faccio riferimento al caramello che continua a essere presente in tanti prodotti come l’avocado. Più in generale – ha spiegato Cuppini -forse i segnali più interessanti di questa nuova edizione ci mostrano un grande incremento del tema delle proteine, presenti in tantissime categorie di prodotto, il ritorno in qualche modo dell’apporto delle fibre che nelle ultime edizioni avevano un po’ rallentato come anche intensifica il calo degli zuccheri e dei grassi”. Altro tema immancabile sulle etichette del largo consumo è la sostenibilità. L’osservatorio Immagino la monitora dal 2019 ma da questa edizione lo fa con una lente nuova, più scientifica, che ha messo in luce come oltre otto referenze su 10 sui propri pack ne parlino e, soprattutto, questi prodotti essere stati meno colpiti dalla riduzione della spesa degli italiani.

“L’Osservatorio immagino doveva dare una svolta di maggior scientificità a queste informazioni e per farlo abbiamo lavorato insieme ai massimi esperti del tema che sono i nostri amici della scuola superiore Sant’Anna di Pisa – ha rimarcato – Questo ci consentirà di restituire informazioni molto più solide e consentirà anche agli utenti dell’osservatorio quindi le aziende industriali e distributive di fare un punto più preciso su questo tema che ricordo è un tema delicato”.

Sangua, cresce raccolta plasma ma Italia non ancora autosufficiente

Sangua, cresce raccolta plasma ma Italia non ancora autosufficienteRoma, 22 gen. (askanews) – Cresce la raccolta di plasma in Italia ma ancora non basta per ottenere l’autosufficienza in materia di medicinali plasmaderivati. I dati preliminari del monitoraggio del conferimento di plasma per frazionamento nel 2023 confermano quelle che erano state le tendenze registrate già nei primi mesi dell’anno passato, con una crescita della raccolta che si attesta sui 4,3 punti percentuali. Secondo il primo monitoraggio quindi, nell’anno appena concluso sono stati raccolti 880mila chili di plasma, circa 36mila in più rispetto al 2022. Gli obiettivi di raccolta sono stati centrati da quasi tutte le Regioni e Province Autonome, con alcune che sono riuscite a raccogliere anche molto più di quanto previsto dagli obiettivi annuali. I dati del 2023 confermano però che la raccolta è a due velocità, con Regioni trainanti come Marche, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna che raccolgono in media oltre 22 kg di plasma per 1.000 abitanti (ben più dei 18 kg che permetterebbero all’Italia un grado di indipendenza strategica dal mercato estero per il soddisfacimento della domanda di albumina e immunoglobuline). La mancata autosufficienza in materia di medicinali plasmaderivati rappresenta un danno per le tasche del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo le stime contenute nel Programma di Autosufficienza Nazionale del sangue e dei suoi prodotti per l’anno 2023 (DM 1 agosto 2023), pubblicato in Gazzetta Ufficiale negli scorsi mesi, la spesa da sostenere sul mercato internazionale per soddisfare il 90% della domanda totale dei soli medicinali plasmaderivati driver, albumina e immunoglobuline, sarebbe stata indicativamente di 180 milioni di euro. Ma è prima di tutto un punto debole a livello strategico che, in caso di difficoltà di reperimento dei farmaci, come si sono registrate ad esempio durante gli anni di massima diffusione del COVID-19, potrebbe mettere a rischio le terapie salvavita di migliaia di pazienti italiani. “Sono dati sicuramente positivi – commenta il direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis – che testimoniano il buon lavoro svolto da tutti gli attori del Sistema trasfusionale. Eppure ci confermano che serve ancora uno sforzo a tutti i livelli per riuscire a raggiungere l’autosufficienza che metterebbe i pazienti italiani al sicuro dalle incognite di un mercato ormai globalizzato che offre a volte solo garanzie illusorie. Bisognerà sicuramente lavorare per ridurre le differenze tra le Regioni e per aumentare la quota dei donatori di plasma e favorire l’incremento della frequenza tra una donazione e l’altra. Ci sono tantissime persone che sarebbero perfette per donare il plasma, le donne per esempio, che a volte hanno livelli leggermente più bassi di emoglobina, o persone che hanno gruppi sanguigni come l’AB che hanno un utilizzo moderato a livello trasfusionale”. Nei prossimi giorni il Centro Nazionale Sangue avvierà la campagna di comunicazione digitale “Dona anche tu il plasma”. La campagna ha lo scopo di sensibilizzare sul tema della donazione di plasma l’ampia platea dei fruitori dei social network e fornirà contenuti informativi, compreso un link con la geolocalizzazione delle strutture più vicine presso cui si può prenotare una donazione.