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Dal 29 marzo al 3 aprile Rendez-Vous, festival cinema francese

Dal 29 marzo al 3 aprile Rendez-Vous, festival cinema franceseRoma, 5 mar. (askanews) – Rendez-Vous, Festival del cinema francese, giunto alla sua XIII edizione, apre i battenti, come ogni anno, a Roma, al Cinema Nuovo Sacher, dove sono accolti film e ospiti della rassegna. Il viaggio, partito dalla Capitale, fa poi tappa, con sezioni speciali e ospiti, alla Cineteca di Bologna, al Cinema Massimo di Torino, agli Institut Français di Milano e di Palermo. Il più prestigioso evento cinematografico italiano dedicato al cinema francese, nasce da un’iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, è realizzato dall’Institut français Italia, co-organizzato con Unifrance, l’organismo di promozione del cinema e dell’audiovisivo francese nel mondo. La direzione artistica è affidata a Vanessa Tonnini. Il festival beneficia come sempre del sostegno di BNL BNP Paribas, di Borsalino, della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea -, dell’Hotel Sofitel Rome Villa Borghese, di France 24, la chaîne d’information internationale e della SACEM. Questa edizione nasce all’insegna di un cinema libero e umanista: è proprio la libertà il motore delle scelte stilistiche dei suoi autori e insieme il messaggio trasmesso dalle opere presenti nella selezione. Il cinema francese, da sempre fucina di una grande ecletticità di talenti, in questi ultimi anni sembra attraversato da un bisogno radicale di rinnovarsi nella forma per dar meglio voce all’inquieto corpo sociale contemporaneo. Il programma di quest’anno vede opere che mescolano intimo e politico, storie dai grandi personaggi, per lo più femminili, che sono motore e acceleratore del cambiamento. Questa XIII edizione si svolgerà a Roma dal 29 marzo al 3 aprile, al Cinema Nuovo Sacher per poi spostarsi a Bologna, Torino, Milano, Palermo, con focus e sezioni speciali.
Ospite d’onore di questa edizione, un’icona del cinema internazionale: Isabelle Huppert. Pluripremiata dai festival di tutto il mondo, dal 1970 a oggi ha interpretato oltre cento film, lavorando con alcuni tra i più importanti registi di sempre. L’attrice sarà a Roma con due film: LA SYNDICALISTE di Jean-Paul Salomé e MON CRIME di François Ozon.

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietato

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietatoMilano, 5 mar. (askanews) – “Quello che mi piace di lui? È il suo essere spietato”. A parlare è – in tutta evidenza – un mercenario della Wagner in un video pubblicato sui social dove parla di Stalin. La telecamera scende e inquadra la sua spalla: c’è un’effige del magnifico georgiano e la scritta “ai tempi miei questo casino non c’era”.
Oggi sono 70 anni dalla morte di Stalin, icona e fantasma che aleggia spesso in Russia. Forse più che in passato, alla luce della guerra in Ucraina. Il Cremlino apparentemente ignora questa data per diversi motivi, ben consci che nella società russa ci sono molti sostenitori di Stalin e ma anche duri antistalinisti. Mosca ha ancora paura di essere accusata dall’Occidente di stalinismo e Vladimir Putin sa bene che il confronto con il leader storico può rivelarsi una lama a doppio taglio. Per ora si è ricorsi ai richiami. In primis il mito della Vittoria nella II guerra mondiale, che nella sua forma attuale è inseparabile da Stalin, o ad esempio l’anniversario di Stalingrado. Ma se la Russia continua a subire sconfitte, il tema di Stalin diventerà uno dei principali, dicono gli esperti.
“Il tiepido sfatare il “culto della personalità” operato dagli eredi di Stalin non ha potuto fermare la venerazione quasi religiosa del leader” annota oggi il sito di opposizione Meduza. “La divulgazione di informazioni sul Grande Terrore, l’Holodomor, la realpolitik di Stalin alla vigilia e durante la seconda guerra mondiale ha inorridito molti, ma non ha nemmeno portato alla destalinizzazione” aggiunge. Senza contare l’infamia dei Gulag.
E la scena anche oggi si ripete, sotto la neve, sulla Piazza rossa di Mosca: i membri del Partito Comunista della Federazione Russa, guidati dal leader del partito Gennady Zyuganov, hanno deposto fiori e ghirlande sulla tomba vicino al muro del Cremlino. “Esattamente 70 anni fa, in questo giorno alle 21.50, Joseph Vissarionovich Stalin morì. Morì, ma non morì. Le sue grandi azioni e creazioni, le sue gloriose vittorie vissero e vivranno per secoli … Ha trasformato l’impero crollato in una potenza leader, la più rispettata del pianeta”, ha detto Zyuganov ai giornalisti dopo la cerimonia, secondo Ria Novosti.
Mentre il partito dei Comunisti della Russia ha inviato un appello al Ministero dell’Istruzione con la richiesta di introdurre l ‘”Orologio di Stalin” al liceo: tre lezioni obbligatorie sulla personalità di Stalin. Secondo il presidente del partito Sergei Malinkovich, la prima lezione dovrebbe riguardare Stalin come “comandante supremo dell’esercito sovietico”.
Leader spietato e solo, Stalin. Come racconta anche la sua morte. Secondo la versione ufficiale oggi reiterata: “Stalin morì 70 anni fa per un ictus, e un esame potrebbe finalmente dissipare tutte le insinuazioni su questo punto. L’assistenza medica è stata fornita al capo dello stato sovietico troppo tardi perché Stalin ha proibito a chiunque di entrare senza permesso nella sua stanza: le guardie di sicurezza non osarono entrare quando Stalin non ne uscì, come era solito fare”. Così lo storico Sergey Viktorovich Devyatov.
E il silenzio che è seguito a quella morte è stato tanto assordante, da coprire anche un altro decesso: esattamente 70 anni fa, il 5 marzo 1953, Sergei Sergeevich Prokofiev morì nel suo appartamento. La scomparsa del più grande compositore russo del XX secolo, un brillante pianista, direttore d’orchestra (sei volte vincitore del Premio Stalin), non ha avuto praticamente alcuna risonanza nel suo paese natale a causa delle circostanze: Stalin era morto lo stesso giorno.
(Di Cristina Giuliano)

Papa Francesco: tragedie come Cutro non si ripetano mai più

Papa Francesco: tragedie come Cutro non si ripetano mai piùMilano, 5 mar. (askanews) – “Esprimo il mio dolore per la tragedia nelle acque di Cutro, prego per le vittime, i familiari e i sopravvissuti, esprimo apprezzamento alla popolazione locale e alle istituzioni per l’accoglienza e la solidarietà mostrata. Rinnovo il mio appello perché non si ripetano più queste tragedie. I trafficanti di uomini siano fermati e i viaggi della speranza non si trasformino più in acque della morte. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.

Santanchè: lavoreremo insieme per carenza personale turismo

Santanchè: lavoreremo insieme per carenza personale turismoMilano, 5 mar. (askanews) – “Nelle prossime settimane sarò ben felice di ascoltare le associazioni di categoria per affrontare l’annosa questione del problema della mancanza di personale nel settore del turismo. Lavoreremo insieme al ministro del Lavoro Calderone per affrontare la questione e trovare soluzioni adeguate. Al tempo stesso dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni raccontando loro quanto sia stimolante lavorare in un comparto così variegato e trasversale. E su questo, oltre a mettere in campo attività legate alla formazione, faremo una specifica campagna di comunicazione”. Lo ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè commentando l’allarme lanciato oggi da Assoturismo sulla mancanza di 50 mila addetti per le prossime feste.

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviario

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviarioMilano, 5 mar. (askanews) – Almeno 57 persone sono state confermate morte dopo l’incidente ferroviario in Grecia, avvenuto martedì sera di questa settimana. E ora il primo ministro greco si scusa con le famiglie delle vittime, scrive Afp. “Come primo ministro, devo chiedere perdono a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime”, ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, secondo l’agenzia di stampa.
Mercoledì di questa settimana aveva detto che è stato probabilmente un errore umano che ha portato all’incidente mortale.
L’incidente è avvenuto martedì sera fuori Larissa, a circa 380 chilometri a nord di Atene. Sono stati un treno passeggeri e un treno merci a scontrarsi frontalmente, almeno tre carrozze hanno preso fuoco.
Circa 700 manifestanti si sono riuniti giovedì pomeriggio davanti alla sede delle ferrovie greche ad Atene per protestare, tra l’altro, contro la mancanza di manutenzione della rete ferroviaria.
Il capostazione della città è stato arrestato questa settimana in relazione alla tragedia. Il capostazione, 59 anni, di Larissa, è stato accusato di omicidio colposo.
L’avvocato difensore dell’uomo ha detto che il capostazione ha riconosciuto una parziale colpa del disastro, ma ha sottolineato che anche altri fattori hanno portato all’incidente

Coldiretti: da siccità rischi per 300mila imprese agricole

Coldiretti: da siccità rischi per 300mila imprese agricoleMilano, 5 mar. (askanews) – Solo in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità che riguarda in gran parte dell’Europa, dalla Francia centrale e sud-occidentale alla Spagna settentrionale fino alla Germania meridionale, ma anche parti significative della Grecia settentrionale e meridionale Bulgaria e gran parte della Turchia. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base della mappa europea del programma Copernicus che mostra allarmi e allerte sulla bassa umidità del suolo in molte parti meridionali del Continente con effetti sull’ambiente, sull’agricoltura e sugli usi civili.
Il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti mentre In Germania, le acque basse del Reno ostacolano il traffico commerciale costringendo le barche dirette verso l’Europa centrale a caricare a metà capacità, e in Spagna a Barcellona sono state adottate limitazioni per innaffiare i parchi.
Ma la situazione è preoccupante – continua la Coldiretti – soprattutto per le forniture alimentari con la siccità che ha colpito le principali economia agricole dell’Unione Europea, già in difficoltà per gli elevati costi di produzione spinti dalla guerra in Ucraina.
In Italia ad essere assediate dalla sete sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8muila ettari e risultano al minimo da 30 anni.
Colpite anche le tipicità in altri Paesi come in Francia dove sono con le alte temperature – continua la Coldiretti – crescono le difficoltà per le produzioni di fiori da destinate ai raffinati profumi francesi alla Spagna dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al prelibato Pata negra ma soffrono anche le esportazioni di ortofrutta tanto che in Gran Bretagna si segnalano scaffali vuoti con lavvio dei razionamenti nei supermercati.
“Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.

Padre Occhetta: paure si vincono solo con confronto e incontro

Padre Occhetta: paure si vincono solo con confronto e incontroMilano, 5 mar. (askanews) – “L’immigrazione suscita spesso sentimenti razzisti e sul tema le forze politiche si dividono strumentalmente. Eppure, di fronte agli esodi dei popoli, la storia ci insegna che le abitudini e le culture possono cambiare. Ci sono cambiamenti storici che non si possono arginare. Oggi siamo di fronte ad un bivio: da una parte assistiamo inermi alla fuga di chi cerca di salvarsi da guerre e miserie mentre, dall’altra, le economie europee soffrono la crisi demografica di un continente sterile, circondato però da popolazioni giovani e da Paesi in crescita”. Lo ha scritto nel consueto editoriale Padre Francesco Occhetta, gesuita, fondatore e direttore di Comunità di Connessioni, segretario generale della Fondazione Fratelli tutti.
“Nei primi mesi del 2023 – ha proseguito – gli sbarchi di migranti in Italia sono triplicati: il 28 febbraio, erano 14.433 i migranti sbarcati rispetto ai 5.474 del 2022 e ai 5.033 dello stesso periodo dell’anno precedente. Con cifre simili non basta, dunque, accogliere fermandosi alla mera accoglienza. Ci sono domande morali che devono rimanere centrali per le società che accolgono come — chi è l’altro per me? — e l’insegnamento evangelico — ‘ero forestiero e mi avete ospitato’. Allo stesso tempo, la gestione culturale e politica del fenomeno immigratorio spinge a chiedersi come gestire questi flussi di persone all’interno di una convivenza pacifica e democratica”.
“Nel dibattito pubblico – prosegue l’editoriale – non si fa riferimento allo ius communicationis, il principio internazionale che ispira le principali Convenzioni e Istituzioni di diritto internazionale in tema di immigrazione. L’accoglienza si fonda su un sentimento di umanità, che si traduce in ospitalità, reciprocità nell’accoglienza e riconoscimento dell’altro in nome della comune appartenenza al genere umano. Su questo presupposto si sono scritte le Convenzioni internazionali, la governance sull’immigrazione e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Invece la discussione politica sul trema dell’immigrazione è passionale, a volte violenta, spesso piena di polemiche che impediscono un dialogo costruttivo. Si rischia di considerare ‘cattivi’ o ‘disobbedienti’ le persone e le organizzazioni che salvano le vite umane in mezzo al mare. Papa Francesco ha usato i quattro verbi per descrivere un’azione politica che abbiano come obiettivo l’integrazione umana: ‘accogliere, proteggere, promuovere e integrare’. È un programma che non fa sconti e richiede un cambio di mentalità profondo della classe dirigente”.
“La Chiesa in Italia – ha aggiunto il gesuita – è impegnata in prima linea per l’accoglienza attraverso strutture e investimento ingente di risorse. Il Presidente della CEI, il Card. Matteo Zuppi ha recentemente ricordato: ‘Bisogna aiutare i migranti a partire ma anche a restare’. Per farlo, però, occorre tenere insieme tutte le argomentazioni delle parti politiche: aiutare gli immigrati nei loro Paesi di provenienza, perseguire gli scafisti, creare corridoi umanitari, soccorrere in mare come obbligo morale e così via. Permettersi di scegliere alcune azioni ed escluderne altre, rischia di far pagare il prezzo più alto alle persone più deboli”.
“Le paure – ha concluso padre Occhetta – si vincono solo con l’incontro e il confronto, lo insegna la storia, l’alternativa è la paura o la guerra. Lo sbarco degli albanesi nel 1987, seguito dall’esodo polacco e ucraino, ci dice che un’integrazione è possibile e, come allora, serve anche alle imprese e alle famiglie italiane. La sfida dei prossimi anni è simile a quella di ieri. Ma occorre distinguere tra una percezione fondata sulla paura e la realtà che si basa su studi, dati e su modelli culturali e umani”.

Urso: biofuel e idrogeno per fare ripartire filiera automobili

Urso: biofuel e idrogeno per fare ripartire filiera automobiliMilano, 5 mar. (askanews) – Il rinvio della decisione europea sullo stop alla produzione di motori termici dal 2035 “rappresenta una svolta e apre una discussione ampia che coinvolge diversi dossier, dall’introduzione dell’Euro7 agli standard sui mezzi pesanti, dai regolamenti sul packaging, alle microplastiche, all’ecodesign. Questioni che determinano la competitività delle imprese italiane ed europee. Abbiamo il merito di aver mostrato che il re è nudo. Ora bisogna andare avanti”. Lo ha detto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato dal Corriere della Sera.
“Sono convinto – ha aggiunto il ministro – che la posizione italiana diventerà maggioritaria. Altri Paesi in queste ore ci hanno manifestato il loro consenso. E nel 2024 ci saranno le elezioni europee e cambierà sia il Parlamento sia la Commissione. Nel frattempo, noi abbiamo aperto una riflessione sul fatto che la transizione green non può fondarsi solo sull’elettrico, che invece è uno dei mezzi per raggiungere il risultato insieme a biofuel e idrogeno”.
“La situazione – ha concluso Urso – è profondamente cambiata, con la pandemia e con la guerra. Bisogna ricondurre intere filiere produttive in Europa e raggiungere l’autonomia energetica. Ho riscontrato particolare attenzione su questo dei due commissari con cui mi confronto, Vesteger e Breton. In tale contesto va vista la transizione green nel settore auto. Se altre tecnologie oltre l’elettrico, come i carburanti biologici e l’idrogeno, dove l’Italia è in posizione avanzata, garantiscono gli stessi risultati in termini di emissioni zero, perché non battere anche queste strade?”.

Trump lancia candidatura: fermerei guerra in Ucraina in un giorno

Trump lancia candidatura: fermerei guerra in Ucraina in un giornoMilano, 5 mar. (askanews) – Donald Trump ha lanciato la propria campagna elettorale dalla Convention dei Repubblicani e, nuovamente, si è presentato come l’unico candidato possibile per “finire il lavoro”.
“Io sono il vostro guerriero. Io sono la vostra giustizia. E per coloro che hanno tradito: io sono la vostra punizione”, ha detto Trump, che ha attaccato la burocrazia di Washington e ha assicurato che la sua corsa non si fermerà nemmeno in caso di incriminazione per l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Parlando di Ucraina, il miliardario ha sostenuto che a lui basterebbe “un solo giorno” per fermare la guerra e che è l’unico presidente in grado di “evitare la terza guerra mondiale”. Attaccata anche la Cina, come sempre nei discorsi di politica estera di Trump, che ha promesso di fermare l’import da Pechino.
Per quanto riguarda la politica interna l’ex presidente ha promesso di salvare il Paese dai marxisti, comunisti, drogati e dall’oblio a cui secondo lui sarebbe destinato. Ovviamente con solo lui in grado di evitarlo.

Sicilia, bloccati con l’auto sull’Etna innevato: anche un bimbo

Sicilia, bloccati con l’auto sull’Etna innevato: anche un bimboRoma, 4 mar. (askanews) – Nel pomeriggio di oggi, allertati da una guida vulcanologica, i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano sono intervenuti per il recupero di una coppia, con un bimbo di 5 mesi, che erano rimasti bloccati con la loro autovettura a causa della neve, sul versante sud dell’Etna, nel zona di Contrada Milia, in territorio del comune di Ragalna.
I due, lui toscano lei siciliana, insieme al figlio neonato, si sono avventurati a bordo della loro autovettura, lungo la strada che, dal rifugio Ariel conduce verso Contrada Milia, probabilmente tratti in inganno dal navigatore, quando lo spessore e le condizioni del manto nevoso sull’asfalto hanno impedito loro di proseguire e di ritornare indietro, costringendoli a scivolare fuori dal tratto stradale.
Le squadre del SASS, già presenti in zona per attività addestrative, sono rapidamente intervenute, raggiungendo la coppia e il piccolo dove erano rimasti bloccati, per portarli fuori dalla zona impervia fino al rifugio Ariel. Per fortuna, genitori e bimbo, sebbene provati e spaventati per l’accaduto, si presentavano in buone condizioni di salute.
In accordo e su indicazione della Polizia Stradale e della Polizia Provinciale, presenti sul posto, si raccomanda a tutti di evitare per il momento il tratto di strada interessato, in quanto ancora ricoperto da neve e di difficile percorribilità.
In caso di incidenti su pareti di roccia, sentieri, ambienti montani, ambienti innevati, scogliere, in grotta e gole fluviali o in caso di persone disperse in ambiente montano, impervio e ostile, potete allertare il Soccorso Alpino chiamando il Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, specificando che si richiede un intervento di soccorso sanitario in ambiente montano o impervio. L’operatore del #NUE112, applicando la “Procedura operativa ambienti montani ed impervi” trasferirà la chiamata alla Centrale Operativa 118, la quale provvederà ad allertare immediatamente il Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS).