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Tag: askanews

Barilla taglia i prezzi dal 7 al 15% da febbraio fino a fine anno

Barilla taglia i prezzi dal 7 al 15% da febbraio fino a fine annoMilano, 16 gen. (askanews) – Dal mese di febbraio, Barilla annuncia che abbasserà i prezzi dei suoi prodotti dal 7% al 15%. La decisione, spiega in una nota l’azienda alimentare di Parma, avrà un impatto positivo sulla spesa alimentare di molti italiani che, sempre di più, fanno fatica ad arrivare a fine mese.

“Si tratta di una grande operazione – sottolinea l’azienda – che riguarderà non solo i famosi Spaghetti n. 5 ma gran parte dell’assortimento della pasta. Poi ci sono molti prodotti Mulino Bianco, biscotti, merendine, fette biscottate, pani. Ma anche alcuni articoli della Pavesi, come le Gocciole, brand di proprietà del gruppo”. La promozione durerà sino al 31 dicembre del 2024. “Si tratta – continua Barilla – di un’operazione straordinaria di riduzione dei prezzi di cessione ai clienti diretti e ai distributori”.

A partire dal mese di febbraio, Barilla promuoverà, sull’intero territorio nazionale, un’operazione straordinaria di riduzione dei prezzi di cessione ai clienti diretti/distributori su un significativo paniere di prodotti individuati tra i più rilevanti per milioni di famiglie. “Riteniamo – conclude Barilla – che questo ben rappresenti il forte senso di responsabilità con il quale la Barilla opera, da sempre, al fine di onorare e vedere confermata la fiducia che le persone e gli stakeholder di riferimento riconoscono, da 147 anni, all’impresa e ai suoi brand”.

I giornalisti pronti alla mobilitazione: no alla legge bavaglio

I giornalisti pronti alla mobilitazione: no alla legge bavaglioRoma, 16 gen. (askanews) – “Care lettrici, cari lettori, il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica al codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. Il testo, presentato da Enrico Costa (Azione), è stato votato da tutto l’arco parlamentare, ad eccezione di M5S, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Se anche il Senato dovesse approvare la norma, l’autonomia dei giornalisti sarebbe compressa”. Lo si legge in un appello del sindacato unitario dei giornalisti Fnsi, nel giorno dell’esame al Senato della legge di delegazione Ue dove alla Camera è stato introdotto lo stop fino all’udienza preliminare alla pubblicazione dei contenuti delle ordinanze di rinvio a giudizio e cautelari.

“Saremmo costretti – affermano i giornalisti- a essere meno precisi, analitici e verificabili nel racconto di un atto che è pubblico come la privazione della libertà personale, con il rischio di sapere molto poco fino all’udienza preliminare, diversi mesi o anni dopo il presunto reato. Solo due esempi di inchieste giornalistiche che hanno trovato, nella libertà di informare, ragioni per arrivare alla verità e dare giustizia: il caso di Stefano Cucchi, la vicenda della funivia precipitata dal Mottarone.Ne sarebbero danneggiati tutti: i cittadini che fruiscono le notizie, i magistrati, i legali di parte e chi è sottoposto alla misura cautelare”. “Dopo la riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza, la pdl Balboni sulla diffamazione che prevede ammende smisurate, la stretta di Nordio sulle intercettazioni – denuncia il documento- questo è l’ultimo tentativo di minare la corretta informazione e si aggiunge a uno scenario reso sempre più fragile negli ultimi anni dall’aumento del precariato nel mondo del lavoro giornalistico con pezzi pagati pochi euro, dalle centinaia di stati di crisi con i quali gli editori hanno depauperato le redazioni e dal costante arretramento economico per un contratto ormai fermo da anni. Un giornalista libero è un giornalista che non ha bavagli, ma che è anche sicuro del proprio futuro lavorativo”.

“Respingiamo con forza – proseguono- il sottinteso che esiste dietro questa norma. I giornalisti raccontano e non inventano, non sono “manettari”, ma anzi contribuiscono a rendere vivo il campo della democrazia con il loro lavoro di controllo su ogni potere. E non agiamo nell’illegalità: siamo sottoposti a un insieme di regole penali, civili e regolamentari/ordinistiche che determinano la nostra professione”. Per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, le Associazioni Regionali di Stampa e i Comitati di redazione, quindi, “questo è l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che rappresentare un ulteriore squilibrio nel nostro sistema giuridico e costituzionale. Il testo approvato va al di là delle disposizioni europee e viola l’articolo 21 della Costituzione. L’amministrazione della giustizia in privato è sempre una sconfitta per la democrazia. Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica Mattarella di non firmare una legge con una norma di questo tipo”.

“Diciamo no alla censura di Stato e siamo pronti a mobilitarci – conclude il documento- con tutta la categoria fino allo sciopero generale per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione, ma soprattutto il diritto di voi lettrici e lettori di avere una giusta e corretta informazione”.

Giornalisti pronti a mobilitazione: no a legge bavaglio,

Giornalisti pronti a mobilitazione: no a legge bavaglio,Roma, 16 gen. (askanews) – “Care lettrici, cari lettori, il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica al codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. Il testo, presentato da Enrico Costa (Azione), è stato votato da tutto l’arco parlamentare, ad eccezione di M5S, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Se anche il Senato dovesse approvare la norma, l’autonomia dei giornalisti sarebbe compressa”. Lo si legge in un appello del sindacato unitario dei giornalisti Fnsi, nel giorno dell’esame al Senato della legge di delegazione Ue dove alla Camera è stato introdotto lo stop fino all’udienza preliminare alla pubblicazione dei contenuti delle ordinanze di rinvio a giudizio e cautelari.

“Saremmo costretti – affermano i giornalisti- a essere meno precisi, analitici e verificabili nel racconto di un atto che è pubblico come la privazione della libertà personale, con il rischio di sapere molto poco fino all’udienza preliminare, diversi mesi o anni dopo il presunto reato. Solo due esempi di inchieste giornalistiche che hanno trovato, nella libertà di informare, ragioni per arrivare alla verità e dare giustizia: il caso di Stefano Cucchi, la vicenda della funivia precipitata dal Mottarone.Ne sarebbero danneggiati tutti: i cittadini che fruiscono le notizie, i magistrati, i legali di parte e chi è sottoposto alla misura cautelare”. “Dopo la riforma Cartabia sulla presunzione di innocenza, la pdl Balboni sulla diffamazione che prevede ammende smisurate, la stretta di Nordio sulle intercettazioni – denuncia il documento- questo è l’ultimo tentativo di minare la corretta informazione e si aggiunge a uno scenario reso sempre più fragile negli ultimi anni dall’aumento del precariato nel mondo del lavoro giornalistico con pezzi pagati pochi euro, dalle centinaia di stati di crisi con i quali gli editori hanno depauperato le redazioni e dal costante arretramento economico per un contratto ormai fermo da anni. Un giornalista libero è un giornalista che non ha bavagli, ma che è anche sicuro del proprio futuro lavorativo”.

“Respingiamo con forza – proseguono- il sottinteso che esiste dietro questa norma. I giornalisti raccontano e non inventano, non sono “manettari”, ma anzi contribuiscono a rendere vivo il campo della democrazia con il loro lavoro di controllo su ogni potere. E non agiamo nell’illegalità: siamo sottoposti a un insieme di regole penali, civili e regolamentari/ordinistiche che determinano la nostra professione”. Per la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, le Associazioni Regionali di Stampa e i Comitati di redazione, quindi, “questo è l’ennesimo bavaglio all’informazione, oltre che rappresentare un ulteriore squilibrio nel nostro sistema giuridico e costituzionale. Il testo approvato va al di là delle disposizioni europee e viola l’articolo 21 della Costituzione. L’amministrazione della giustizia in privato è sempre una sconfitta per la democrazia. Da qui la richiesta al Presidente della Repubblica Mattarella di non firmare una legge con una norma di questo tipo”.

“Diciamo no alla censura di Stato e siamo pronti a mobilitarci – conclude il documento- con tutta la categoria fino allo sciopero generale per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione, ma soprattutto il diritto di voi lettrici e lettori di avere una giusta e corretta informazione”.

Mosca ha sventato un attacco ucraino con 12 droni in due province russe

Mosca ha sventato un attacco ucraino con 12 droni in due province russeRoma, 16 gen. (askanews) – La Russia ha sventato questa notte un attacco con 12 droni in due province al confine con l’Ucraina, ha riferito il Ministero della Difesa russo, che classifica questi incidenti come attacchi terroristici.

“I mezzi della difesa aerea hanno distrutto cinque droni ucraini e ne hanno intercettati altri tre sulla provincia di Voronezh; quattro droni sono stati intercettati sulla provincia di Belgorod”, ha detto la Difesa, citata dalla Ria Novosti.

Usa 2024, Biden: Trump è il chiaro favorito tra i repubblicani

Usa 2024, Biden: Trump è il chiaro favorito tra i repubblicaniRoma, 16 gen. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riconosciuto che il suo predecessore alla Casa Bianca, Donald Trump, si sta affermando come il chiaro favorito del fronte repubblicano per una candidatura in vista delle presidenzaili del 5 novembre.

“Sembra che Donald Trump abbia appena vinto l’Iowa. In questo momento è chiaramente il favorito dall’altra parte”, ha scritto Biden sul suo account X, dopo la notizia della vittoria del magnate repubblicano al caucus in Iowa. Il presidente ha esortato coloro che si oppongono all’”estremismo” di Trump a fare delle donazioni per la campagna elettorale democratica per la rielezione di Biden e della vicepresidente Kamala Harris.

Usa, Trump vince caucus in Iowa: “Ora uniamoci e raddrizziamo il mondo”

Usa, Trump vince caucus in Iowa: “Ora uniamoci e raddrizziamo il mondo”Roma, 16 gen. (askanews) – Dopo avere vinto il caucus dell’Iowa, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato in un discorso che è tempo che gli americani si uniscano e “raddrizzino il mondo”.

“Penso davvero che questo sia il momento in cui tutti nel nostro Paese si uniscano. Vogliamo unirci, che siate repubblicani, democratici, liberali o conservatori, sarebbe così bello se potessimo unirci e raddrizzare il mondo, risolvere i problemi e trovare soluzione a tutta la morte e la distruzione a cui stiamo assistendo”, ha detto Trump. Il magnate repubblicano si è anche congratulato con gli altri contendenti alla nomina repubblicana, il governatore della Florida Ron DeSantis, che secondo le proiezioni avrebbe conquistato il secondo posto, l’ex ambasciatrice americana alle Nazioni Unite Nikki Haley e l’imprenditore Vivek Ramaswamy.

Secondo i risultati riportati dai principali quotidiani e network del Paese, Trump ha ricevuto il 51% dei voti, DeSantis si è piazzato al secondo posto con il 21% e Haley al terzo posto con il 19% delle preferenze. L’Iowa invierà 40 delegati alla Convention nazionale repubblicana, in programma dal 15 al 18 luglio a Milwaukee, nel Wisconsin. Alla convention voteranno complessivamente 2.500 persone. Per ottenere la nomina presidenziale del partito repubblicano, un candidato ha bisogno dei voti di 1.215 delegati.

Usa 2024, Cnn: Trump vince i caucus in Iowa

Usa 2024, Cnn: Trump vince i caucus in IowaRoma, 16 gen. (askanews) – L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha vinto i caucus dell’Iowa, secondo le proiezioni del network televisivo statunitense Cnn. In quella che è la prima tappa della corsa per la nomination del Partito repubblicano in vista delle elezioni presidenziali del 2024, i suoi rivali Nikki Haley, ex governatrice del South Carolina, e Ron DeSantis, governatore della Florida, combattono per il secondo posto. Al momento la Cnn attribuisce a Trump 16 delegati (sui 40 che in totale si possono ottenere in Iowa), 4 ciascuno ai due principali rivali, 16 ancora non assegnati.

M.O, attacco missilistico iraniano a Erbil: “Colpita base Mossad”

M.O, attacco missilistico iraniano a Erbil: “Colpita base Mossad”Roma, 15 gen. (askanews) – Un fitto bombardamento condotto con droni e missili ha colpito la città curda di Erbil in Iraq. L’aeroporto è stato chiuso al traffico aereo. A rivendicare l’attacco, citato fra gli altri dai quotidiani israeliani Haaretz e The Times of Israel, ma anche dall’account Twitter Iran Observer, è stato il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, secondo cui ad essere colpito sarebbe stato il quartier generale del Mossad, il servizio segreto israeliano, e basi del “terrorismo anti-iraniano”.

Europee, Tajani: non escludo di candidarmi

Europee, Tajani: non escludo di candidarmiRoma, 15 gen. (askanews) – “Vedremo che cosa accadrà, io non escludo di candidarmi” alle elezioni europee, “potrei essere candidato, certamente, mi sono sempre candidato alle elezioni europee, sono stato eletto cinque volte al Parlamento europeo”, ma “aspettiamo il nuovo congresso del partito che dovrà eleggere il segretario, sarei irrispettoso nei confronti dei delegati se prendessi una decisione oggi”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso di “Quarta Repubblica” su Rete 4.

“Qualche dubbio ce l’ho perché – ha spiegato Tajani – una campagna elettorale potrebbe farmi distogliere in parte dall’attività di ministro degli Esteri in un momento così complicato ma è lo stesso dubbio di Giorgia Meloni. Vedremo”, ha concluso Tajani.

Strage di Viareggio, Cassazione conferma responsabilità ma con possibili sconti di pena. Moretti non andrà in carcere

Strage di Viareggio, Cassazione conferma responsabilità ma con possibili sconti di pena. Moretti non andrà in carcereRoma, 15 gen. (askanews) – La Cassazione ha confermato “le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro verificatosi in Viareggio il 29 giugno 2009”. Lo spiega la Suprema corte in una nota diffusa dopo la lettura del dispositivo di sentenza sul disastro ferroviario.

E’ stato però disposto un appello ter per le attenuanti: annullamento con rinvio limitatamente alle attenuanti generiche per una rideterminazione della pena. Questa la decisione della Cassazione per l’ex amministratore delegato di Rfi e delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, per la strage di Viareggio. I giudici della III sezione della Suprema corte hanno di fatto deciso un terzo processo di appello da celebrarsi a Firenze, il che potrebbe portare ad uno sconto di pena, fino ad un terzo, per diversi imputati tra cui proprio Moretti. In particolare, i giudici della III sezione della Cassazione in “parziale accoglimento del ricorso degli imputati Andrea Schröter Andreas, Kriebel Uwe, Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini, Moretti Mauro, Michele Mario Elia, Ranier Kogelheide, Peter Linowski, Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo, Helmut Brödel” hanno “annullato la sentenza emessa dalla Corte di appello di Firenze il 30 giugno 2022, limitatamente all’entità della riduzione di pena inflitta a tali imputati per le circostanze attenuanti generiche, che era stata determinata in un nono dalla Corte di appello, con rinvio, per nuovo giudizio sul punto, ad altra sezione della Corte di appello di Firenze”. I giudici della III sezione della Cassazione hanno comunque riconosciuto “le responsabilità penali e civili già accertate per il disastro verificatosi in Viareggio il 29 giugno 2009”. Le aziende citate come responsabili sono Trenitalia, Ferrovie dello Stato, Rete ferroviaria italiana e Cima riparazioni. La tragedia in cui persero la vita 32 persone, avvenne il 29 giugno del 2009, quando un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deragliò poco dopo aver superato la stazione ferroviaria di Viareggio.

“Il ricalcolo della pena evita il rischio degli arresti per l’ingegner Moretti. Il carcere non lo rischia sicuramente: la riduzione della pena che potrebbe essere comminata a Firenze la farà scendere, non sarà più pari a cinque anni”, ha detto l’avvocato Ambra Giovene, che guida il collegio di difesa dell’ex amministratore delegato di Fs ed Rfi. La penalista ha spiegato dopo la sentenza della Cassazione: “Rimane la responsabilità che viene acclarata. Vedremo le motivazioni. Rimaniamo molto insoddisfatti rispetto all’esito conclusivo di questa vicenda perché ovviamente si rifiuta di trattare un compendio probatorio che è tutto a vantaggio dell’ingegnere Moretti perché sono profondamente convinta che è questo che emerge dagli atti del processo”. L’avvocato Giovene ha poi sottolineato: “Negli atti del processo non c’è una responsabilità dell’ingegner Moretti”. “L’unica cosa che abbiamo capito è che sono state riconosciute le responsabilità. Ora però vogliamo capire bene con i nostri avvocati il dispositivo della sentenza”, ha detto Marco Piagentini, presidente di “Il mondo che vorrei”, l’associazione dei familiari delle vittime della strage ferroviaria.