Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidente

Francia, Attal “Macron Boy” potrebbe mettere in ombra il presidenteMilano, 10 gen. (askanews) – “Completato il trasferimento dei poteri da Élisabeth Borne, Gabriel Attal si è recato nel Pas-de-Calais, colpito dalle inondazioni, per il suo primo viaggio come Primo Ministro”. Così la tv e la radio francese hanno registrato il primo passo del loro popolarissimo neopremier, descritto oggi dalla stampa parigina come il “clone” di Emmanuel Macron che però secondo qualcuno potrebbe rischiare di metterlo “in ombra”.

Attal è partito sicuramente con il piede giusto: il suo primo passo è comunque un chiaro segnale di forte contatto con la popolazione. Molti abitanti di Clairmarais aspettavano ieri sera al freddo il primo ministro. “Nessuno vi dimenticherà”, ha promesso Attal ai cittadini di Clairmarais, esprimendo loro la “solidarietà” della nazione, dopo che negli ultimi giorni le inondazioni hanno reso la vita difficile agli abitanti della zona. Visita popolare quindi, ma la carta stampata si scatena su di lui, descritto come un “Macron boy” alla carica di primo ministro, per una “scommessa audace” che pone “il sosia politico del presidente” a capo del governo.

“Gabriel Attal, l’uomo del presidente”, titola La Depeche du Midi, “Sulla scia del presidente”, afferma La Croix. Liberation va oltre, descrivendolo nel titolo come un “Macron Primo Ministro”, accompagnato da un testo che descrive il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica come un “sosia politico al governo”. Se per Paul Quinio, su Libé, questa nomina “riconosce il fatto che nulla cambia nella ‘Macronia’”, Vincent Trémolet de Villers, su Le Figaro, accoglie con favore “una scommessa coraggiosa” da parte del capo dello Stato. Un sentimento condiviso da Jean-Christophe Ploquin su La Croix che, titolando “Il richiamo della giovinezza”, la vede come “una nuova importante assunzione di rischio per il Presidente della Repubblica”.

Eppure secondo altri analisti il più giovane capo del governo della Quinta Repubblica – il primo apertamente gay – gode di una popolarità alle stelle che alla fine potrebbe mettere in “ombra” il capo dello Stato. La tv Bfm sottolinea che il capo del governo più giovane dal 1958 gode di una popolarità alle stelle. “Un profilo che non si vedeva dal 2017. Proponendo Attal alla guida del governo questo martedì, Emmanuel Macron sta facendo la sua parte per rilanciare un secondo mandato quinquennale in difficoltà” spiega la tv. Ma aggiunge: “diversi pezzi grossi del governo non apprezzano la promozione”.

Finisce il mercato tutelato del gas, guida Codacons per evitare errori

Finisce il mercato tutelato del gas, guida Codacons per evitare erroriRoma, 10 gen. (askanews) – In occasione dello stop al mercato tutelato del gas, misura che coinvolge oggi circa 5,5 milioni di famiglie non vulnerabili, il Codacons diffonde la guida completa con tutte le informazioni e i consigli utili ai consumatori per evitare errori e scelte affrettate che potrebbero avere conseguenze sulla spesa per le bollette.

“Nelle ultime ore si stanno moltiplicando le telefonate commerciali di call center specializzati e operatori che, approfittando del momento di confusione, spingono gli utenti a siglare contratti paventando l’interruzione delle forniture di gas in caso di mancata scelta di un operatore sul libero mercato – spiega il Codacons – Una pratica aggressiva e scorretta che rischia di arrecare un danno economico enorme ai consumatori: invitiamo i cittadini a non cadere nelle trappole del telemarketing, in quanto anche in caso di mancata scelta di un nuovo gestore nessuna utenza sarà interrotta, e a segnalare al Codacons comportamenti scorretti degli operatori per le denunce del caso”. Ecco, allora, i consigli dell’associazione dei consumatori.

1) Verificare se si rientra nella categoria dei clienti “vulnerabili” e se, quindi, si ha diritto a rimanere nel mercato tutelato. Sono definiti per legge vulnerabili i seguenti soggetti: Intestatario di età superiore ai 75 anni; Condizioni economiche disagiate; Utenza Gas in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi (come terremoti e alluvioni); Disabilità ai sensi dell’art.3 DL 104/92 Chi è cliente del servizio di tutela gas non deve comunicare nulla: in questo caso, se non viene scelta nessuna offerta sul libero mercato, si passerà automaticamente nel servizio di tutela della vulnerabilità. Chi è invece cliente del libero mercato ma rientra nei requisiti della vulnerabilità, può chiedere al proprio venditore di entrare nel servizio di tutela della vulnerabilità. Per accedere al servizio è possibile compilare l’apposito modulo di autodichiarazione disponibile sul sito di Arera.

Il servizio di tutela della vulnerabilità prevede condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità. Esse consistono in un prezzo variabile su base mensile, determinato sulla base della media mensile dei valori consuntivi del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead), a cui si sommano altri corrispettivi definiti dall’Autorità a copertura dei costi del servizio, nonché gli oneri e le imposte previste per legge. 2) Hai il dubbio se il tuo contratto gas sia nel mercato libero o nel servizio tutelato? In ogni tua bolletta deve essere presente l’indicazione “Servizio di tutela” oppure “Mercato libero”. Se sei un cliente non vulnerabile e sei nel mercato libero non è necessario che tu faccia nulla: resteranno le condizioni previste dal tuo attuale contratto.

3) Non farsi prendere dalla fretta. Anche se non si sceglie un operatore del mercato libero, nessuna fornitura sarà interrotta: chi alla data odierna non ha scelto un contratto sul mercato libero viene trasferito automaticamente a una fornitura cosiddetta “Placet”, cioè a prezzo libero a condizioni equiparate di tutela, con lo stesso venditore. Si tratta di offerte che tutti i venditori di gas del mercato libero devono obbligatoriamente rendere disponibili a famiglie e piccole imprese, con condizioni contrattuali prefissate definite dall’Autorità, ma a prezzi liberamente stabiliti dal venditore. 4) Non c’è una regola per risparmiare che valga per tutti: gli importi che paghiamo in bolletta dipendono da numerosi fattori, come abitudini di vita, numero di componenti familiari, orario di utilizzo del gas, ore trascorse in casa, periodi trascorsi in seconde case, ubicazione geografica (ad esempio immobili in zone molto fredde, ecc.). 5) Scegli la tariffa più adatta alle tue esigenze, tra quella fissa e quella variabile, ricordando che un contratto a prezzo fisso ha un costo più alto rispetto alle tariffe variabili, ma garantisce nel tempo la stabilità delle spese a parità di consumi. Al contrario, un contratto a prezzo variabile offre tariffe più vantaggiose, ma indicizzate al mercato: questo significa che in caso di aumento dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali, le tariffe applicate dal nostro fornitore subiranno un incremento, e di conseguenza la bolletta sarà più pesante. 6) Verifica la durata delle offerte, sia per i contratti a prezzo fisso che per quelli a prezzo variabile. In particolare le offerte a tariffa fissa hanno una durata prestabilita, in genere di 12 o 24 mesi, oltre la quale le condizioni economiche praticate cambiano. Anche per i contratti a prezzo variabile, gli operatori offrono sconti e promozioni, ma per un periodo limitato di tempo. 7) Verifica con attenzione tutte le condizioni contrattuali e i costi praticati dal venditore e addebitati in bolletta (Corrispettivi di vendita in quota fissa annua, oneri amministrativi e di commercializzazione, Oneri di sistema; Trasporto, Distribuzione e gestione del contatore; Imposte, ecc.). In caso di dubbi, rivolgiti ad una associazione dei consumatori. 8) Scegliere un fornitore con buone recensioni, consultando il web e i siti specializzati per reperire le opinioni di altri clienti. Verificare che fornisca un servizio clienti efficiente, e che metta a disposizione numeri e contatti da utilizzare in caso di problemi o informazioni, e che a tali numeri rispondano operatori fisici e non dischi pre-registrati. 9) Prima di scegliere un venditore del mercato libero, comparare le varie offerte sull’apposito comparatore disponibile sul sito di Arera, senza cedere alle pressioni dei call center che ci contattano per offrire contratti “vantaggiosi”, individuando l’offerta più adatta al nostro stile di vita e alle nostre esigenze. 10) Una volta individuate le offerte migliori, contattare direttamente i fornitori per tentare di ottenere condizioni migliori e sconti. Valutare eventuali programmi di incentivazione che possono portare benefici in bolletta, come incentivi sulla riduzione dei consumi ecc.

Europee, Fedriga: Salvini non mi ha mai chiesto di candidarmi

Europee, Fedriga: Salvini non mi ha mai chiesto di candidarmiUdine, 10 gen. (askanews) – “No, Salvini non mi ha mai chiesto di candidarmi e personalmente, a poco più di sei mesi dalle Regionali di aprile, mi sembrerebbe quantomeno balzano correre alle Europee visto che lo farei sapendo bene come in ogni caso non andrei a Bruxelles. Non è una corsa praticabile”. Lo ha dichiarato Massimiliano Fedriga, presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni, in un’intervista al Messaggero Veneto e a Il Piccolo.

Quanto all’appuntamento con le urne dell’Europarlamento Fedriga ha specificato che “la vera domanda da porsi è se esisterà una coalizione, che sia di centrodestra oppure di centrosinistra, in grado di garantire politiche omogenee in Europa. Mi auguro ci sia un vincitore chiaro, perchè continuando con alleanze tra famiglie che hanno storie e visioni profondamente diverse tra loro proseguiremmo nel campo di quella mediazione al ribasso che ci priva di vere politiche comunitarie. Se come Europa siamo il classico vaso di coccio tra le grandi potenze del mondo è anche colpa di queste situazioni”.

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”

Scontri, saccheggi e violenza: caos in Ecuador. Dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”Roma, 10 gen. (askanews) – Uomini pesantemente armati hanno preso d’assalto lo studio di un’importante emittente televisiva dell’Ecuador durante una trasmissione in diretta, spingendo il presidente del paese a dichiarare lo stato di “conflitto armato interno” nel mezzo di una serie di attacchi apparentemente coordinati in tutto il paese sudamericano. Le forze speciali della polizia hanno successivamente arrestato tutti gli uomini armati mascherati che hanno invaso la sede della rete TC Televisión nella più grande città dell’Ecuador, Guayaquil, intorno alle 14, ora locale, di ieri.

Armati di pistole, fucili, mitragliatrici, granate e candelotti di dinamite, alcuni uomini hanno invaso lo studio durante il telegiornale El Noticiero. Con le telecamere che trasmettevano in diretta, gli assalitori sono stati mostrati dalle telecamere, mentre alcuni dipendenti si sdraiavano sul pavimento e si sentiva qualcuno gridare “Non sparare!”, prima che il segnale venisse finalmente interrotto. Il quotidiano El Universo ha riferito che giornalisti e operatori, in preda al panico, al panico hanno inondato i gruppi di messaggistica con richieste di aiuto. “Vogliono ucciderci tutti. Aiutateci”, si legge in un messaggio. Alina Manrique, responsabile delle notizie per TC Television, ha detto che si trovava nella sala di controllo, di fronte allo studio, quando un gruppo di uomini mascherati è entrato nell’edificio. Uno degli uomini le ha puntato una pistola alla testa e le ha detto di sdraiarsi sul pavimento, ha spiegato all’Associated Press. “Sono ancora sotto shock”, ha detto Manrique in un’intervista telefonica. “Tutto è crollato. Tutto quello che so è che è ora di lasciare questo Paese e andare molto lontano”.

Il comandante della polizia César Zapata ha poi riferito al canale televisivo Teleamazonas che gli agenti hanno sequestrato le armi e gli esplosivi che gli uomini armati avevano con sé e che 13 persone sono state arrestate, dicendo: “Questa è un’azione che dovrebbe essere considerata un atto terroristico”. Le scene scioccanti trasmesse in diretta televisiva sono arrivate mentre i gruppi criminali lanciavano un’ondata di terrore in tutto l’Ecuador, in mezzo a nuovi scoppi di violenza nelle carceri del paese. Ci sono state segnalazioni non confermate di uomini armati entrati in un’università di Guayaquil e di saccheggi nel centro di Quito, così come video sui social media hanno mostrato apparentemente il linciaggio di alcune guardie carcerarie tenute in ostaggio da detenuti. Poco dopo l’assalto alla stazione televisiva, nel frattempo il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha emesso un decreto che designava 20 bande di trafficanti di droga come gruppi terroristici e autorizzava l’esercito ecuadoriano a “neutralizzare” le fazioni criminali “entro i limiti del diritto umanitario internazionale”. La decisione è arrivata solo un giorno dopo che Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza in seguito alla fuga dal carcere del leader della banda più pericolosa del paese.

Mentre migliaia di soldati e poliziotti cercavano Adolfo Macías, alias Fito – il leader condannato della potente banda di narcotrafficanti Los Choneros – il caos è esploso dentro e fuori le carceri in un’apparente dimostrazione di forza da parte delle bande della criminalità organizzata. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Jaime Vela Eraso martedì, a seguito di una riunione del consiglio di sicurezza, ha dichiarato 22 gruppi criminali che operano nel paese come “obiettivo militare” e ha detto che non ci sarebbero stati negoziati con loro. “Daniel Noboa, il presidente della Repubblica, ci ha fissato una missione molto chiara nel suo decreto n. 111. D’ora in poi, ogni gruppo terroristico identificato nel suddetto decreto diventerà un obiettivo militare. Il presente e il futuro del nostro paese è in gioco e nessun atto di terrorismo ci farà arrendere. Non ci ritireremo né negozieremo”, ha detto in un discorso video pubblicato dalla presidenza ecuadoriana su X. Il Perù, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza lungo il confine settentrionale con l’Ecuador. Il primo ministro Alberto Otarola ha sottolineato che la dichiarazione di emergenza prevede lo schieramento di un numero imprecisato di truppe dell’esercito per sostenere le forze di polizia e che anche i ministri della Difesa e degli Interni si recheranno alla frontiera.

Medio Oriente, forze Usa e e britanniche abbattono 21 droni e missili lanciati dagli Houthi sul Mar Rosso

Medio Oriente, forze Usa e e britanniche abbattono 21 droni e missili lanciati dagli Houthi sul Mar RossoRoma, 10 gen. (askanews) – Le forze statunitensi e britanniche hanno abbattuto 21 droni e missili lanciati dagli Houthi nel Mar Rosso meridionale verso rotte marittime internazionali, ha affermato il comando centrale dell’esercito americano, spiegando che non sono stati segnalati feriti o danni. Secondo la stessa fonte, si è trattato del 26esimo attacco degli Houthi alle rotte commerciali nel Mar Rosso dal 19 novembre. Il Centcom ha dichiarato che sono stati neutralizzati 18 droni, due missili da crociera antinave e un missile balistico antinave.

I militanti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno intensificato gli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso per protestare contro la guerra di Israele a Gaza. Diverse compagnie di navigazione hanno sospeso le operazioni, intraprendendo invece il viaggio più lungo intorno all’Africa. Gli Houthi hanno promesso di continuare gli attacchi fino a quando Israele non fermerà il conflitto a Gaza, e hanno avvertito che attaccheranno le navi da guerra statunitensi se lo stesso gruppo di miliziani fosse preso di mira.

Scontri, saccheggi e violenza: l’Ecuador è nel caos. Il presidente Noboa: stato di emergenza

Scontri, saccheggi e violenza: l’Ecuador è nel caos. Il presidente Noboa: stato di emergenzaRoma, 10 gen. (askanews) – L’Ecuador è nel caos: scontri, saccheggi, auto date alle fiamme, agenti di polizia presi in ostaggio in diverse località, e l’irruzione di uomini armati nello studio di un canale televisivo pubblico a Guayaquil. Un’ondata di violenza scoppiata dopo l’evasione dal carcere di massima sicurezza di Guayaquil del boss del narcotraffico Adolfo Macias, il nemico pubblico n. 1, leader dei “Choneros”, una banda che ha monopolizzato il fiorente traffico di droga in Ecuador. Il presidente dell’Ecuador Daniel Noboa ha emesso un decreto in cui si dichiara che il Paese è entrato un “conflitto armato interno”. Noboa ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza nazionale.

Intanto, gli uomini che, con il volto coperto, hanno fatto irruzione nello studio di un canale televisivo pubblico in Ecuador con armi ed esplosivi, sono stati arrestati. Lo ha annunciato il capo della polizia, Cesar Zapata, che ha parlato di 13 persone arrestate e di sequestro di armi, esplosivi e altre prove. Gli ostaggi, giornalisti e tecnici, sono stati portati in salvo. Il governo del Perù ha disposto l’invio immediato della Polizia al confine con l’Ecuador “per rafforzare la sicurezza alla frontiera” con il Paese vicino, attraversato da un’ondata di violenza e scontri. Il ministro della Difesa peruviano e quello degli Interni viaggeranno lungo il confine per coordinare le operazioni.

Braccio di ferro Fdi-Lega sulla Sardegna, Meloni resta su Truzzu

Braccio di ferro Fdi-Lega sulla Sardegna, Meloni resta su TruzzuMilano, 9 gen. (askanews) – È sempre più braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per la candidatura del centrodestra alle Regionali in Sardegna. Con la presidente del Consiglio che ‘benedice’ la linea dura, ricevendo a palazzo Chigi il coordinatore del partito Giovanni Donzelli che dopo l’incontro ribadirà la volontà di candidare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, in ossequio all’indicazione arrivata dal taolo regionale del centrodestra. Ma non cede neppure la Lega: “Per noi il candidato alla presidenza della regione Sardegna rimane Christian Solinas. Come rimangono gli altri uscenti: Cirio in Piemonte, Bardi in Basilicata e Marsilio in Abruzzo”, aveva detto poco prima il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Contestando peraltro la legittimità dell’indicazione arrivata dal territorio: “Al tavolo regionale c’erano liste civiche che tutte insieme hanno molti meno voti di Lega e Partito Sardo d’Azione, uno non vale sempre uno. La Dc di Rotondi non può valere come la Lega”.

Un braccio di ferro che dovrà comunque risolversi entro il prossimo fine settimana, quando scadrà (il 21 di gennaio) il termine per la presentazione delle liste. Ma che intanto vede i contendenti gettare sui piatti della bilancia tutti gli ‘argomenti’, in una escalation che già coinvolge le Europee e addirittura le Regionali del Veneto in programma per il 2025. Se Salvini infatti “brucia” l’idea di Meloni di candidarsi in Europa assicurando che lui non ha alcuna intenzione di farlo, da FdI si risponde negando la possibilità di modificare la legge per consentire un terzo mandato a Luca Zaia. Ecco perchè la Lega alza il tiro e fa perfino circolare l’ipotesi di una corsa solitaria in Sardegna. Esito difficile da prevedere al momento, anche perchè gli alleati del centrodestra si dicono tutti convinti che alla fine la Lega dovrà cedere: “Sicuramente avrà qualche vicepresidenza nelle altre Regioni al voto, ma Solinas è un candidato troppo debole per poterlo difendere: troppi i contrasti sul territorio con le altre forze della coalizione”. Anche Forza Italia, che difende comunque il principio della ricandidatura degli uscenti, viene descritta pronta a mollare Solinas nel momento in cui saranno certe le ricandidature dei ‘suoi’ Cirio e Bardi. Provocando un riequilibrio dei rapporti di forza all’interno della coalizione che vedrebbe il Carroccio fortemente penalizzato: delle quattro Regioni al voto, FdI E Fi esprimerebbero due candidati presidenti ciascuno, mentre la Lega resterebbe a bocca asciutta.

Braccio di ferro Fdi-Lega su Sardegna, Meloni resta su Truzzu

Braccio di ferro Fdi-Lega su Sardegna, Meloni resta su TruzzuMilano, 9 gen. (askanews) – È sempre più braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per la candidatura del centrodestra alle Regionali in Sardegna. Con la presidente del Consiglio che ‘benedice’ la linea dura, ricevendo a palazzo Chigi il coordinatore del partito Giovanni Donzelli che dopo l’incontro ribadirà la volontà di candidare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, in ossequio all’indicazione arrivata dal taolo regionale del centrodestra. Ma non cede neppure la Lega: “Per noi il candidato alla presidenza della regione Sardegna rimane Christian Solinas. Come rimangono gli altri uscenti: Cirio in Piemonte, Bardi in Basilicata e Marsilio in Abruzzo”, aveva detto poco prima il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Contestando peraltro la legittimità dell’indicazione arrivata dal territorio: “Al tavolo regionale c’erano liste civiche che tutte insieme hanno molti meno voti di Lega e Partito Sardo d’Azione, uno non vale sempre uno. La Dc di Rotondi non può valere come la Lega”.

Un braccio di ferro che dovrà comunque risolversi entro il prossimo fine settimana, quando scadrà (il 21 di gennaio) il termine per la presentazione delle liste. Ma che intanto vede i contendenti gettare sui piatti della bilancia tutti gli ‘argomenti’, in una escalation che già coinvolge le Europee e addirittura le Regionali del Veneto in programma per il 2025. Se Salvini infatti “brucia” l’idea di Meloni di candidarsi in Europa assicurando che lui non ha alcuna intenzione di farlo, da FdI si risponde negando la possibilità di modificare la legge per consentire un terzo mandato a Luca Zaia. Ecco perchè la Lega alza il tiro e fa perfino circolare l’ipotesi di una corsa solitaria in Sardegna. Esito difficile da prevedere al momento, anche perchè gli alleati del centrodestra si dicono tutti convinti che alla fine la Lega dovrà cedere: “Sicuramente avrà qualche vicepresidenza nelle altre Regioni al voto, ma Solinas è un candidato troppo debole per poterlo difendere: troppi i contrasti sul territorio con le altre forze della coalizione”. Anche Forza Italia, che difende comunque il principio della ricandidatura degli uscenti, viene descritta pronta a mollare Solinas nel momento in cui saranno certe le ricandidature dei ‘suoi’ Cirio e Bardi. Provocando un riequilibrio dei rapporti di forza all’interno della coalizione che vedrebbe il Carroccio fortemente penalizzato: delle quattro Regioni al voto, FdI E Fi esprimerebbero due candidati presidenti ciascuno, mentre la Lega resterebbe a bocca asciutta.

La Commissione Giustizia al Senato: ok all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Nordio: avrà impatto positivo

La Commissione Giustizia al Senato: ok all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. Nordio: avrà impatto positivoRoma, 9 gen. (askanews) – Via libera all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. La commissione giustizia del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti all’articolo 1 del Ddl Nordio. E’ stata poi approvata la modifica proposta della Lega che “tipizza meglio” il reato di traffico di influenze. Secondo quanto riferito la Commissione tornerà a riunirsi domani alle 9.15 per continuare a votare gli emendamenti relativi all’articolo 2 del Ddl, quello in cui si affronta il nodo della trascrizione delle intercettazioni.

Il ministro della giustizia, Carlo Nordio, ha espresso “grande soddisfazione per la sollecitudine con cui la commissione giustizia del Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, è arrivata al risultato odierno, con l’auspicio che la parte residua del disegno di legge venga altresì approvata nel minor tempo possibile”. Dopo la conclusione dell’esame degli emendamenti all’articolo 1 sul reato di abuso d’ufficio, il guardasigilli ribadisce che “l’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato nei giorni scorsi dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni”.

Abuso ufficio, commissione Giustizia Senato: ok ad abrogazione

Abuso ufficio, commissione Giustizia Senato: ok ad abrogazioneRoma, 9 gen. (askanews) – Via libera all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. La commissione giustizia del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti all’articolo 1 del Ddl Nordio. E’ stata poi approvata la modifica proposta della Lega che “tipizza meglio” il reato di traffico di influenze. Secondo quanto riferito la Commissione tornerà a riunirsi domani alle 9.15 per continuare a votare gli emendamenti relativi all’articolo 2 del Ddl, quello in cui si affronta il nodo della trascrizione delle intercettazioni.