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Autonomia, Occhiuto: non ci facciamo fregare, Lep finanziati tutti

Autonomia, Occhiuto: non ci facciamo fregare, Lep finanziati tuttiRoma, 8 gen. (askanews) – “Non ho alcun pregiudizio nei confronti dell’autonomia differenziata. Anzi, se fatta bene, può essere un’opportunità per le Regioni del Sud. Ad esempio, se in Calabria avessimo la possibilità di gestire in autonomia temi come l’energia o la portualità potremmo avere grandi vantaggi”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo al “Congresso delle idee”, organizzato da Forza Italia a Napoli.

“Ma l’autonomia differenziata è solo una possibilità offerta dalla Costituzione, che invece prevede due obblighi tutt’oggi inapplicati: garantire i medesimi diritti sociali e civili su tutto il territorio nazionale, e la prerequazione. Un bambino di Benevento deve avere gli stessi servizi e le stesse possibilità che ha un bambino di Sondrio. I Lep vanno finanziati e vanno finanziati tutti, non solo – come vorrebbe il ministro Calderoli – quelli oggetto delle possibili intese. Su questo vorrei che Forza Italia prendesse una posizione netta. Noi amministratori del Sud non abbiamo alcun timore reverenziale nei confronti del Nord, ma certamente non vogliamo farci fregare. L’ho già detto in altre occasioni: no money, no party”, ha concluso.

Sardegna, Todde: lavoriamo per l’unità, non raccolgo provocazioni

Sardegna, Todde: lavoriamo per l’unità, non raccolgo provocazioniRoma, 8 gen. (askanews) – “Lavoriamo, abbiamo lavorato e continueremo a lavorare per l’unità. Ho sempre ribadito dal primo momento l’importanza di una coalizione ampia, credibile, saldamente ancorata ai valori progressisti e assolutamente alternativa a questa giunta di centrodestra, la peggiore che la Sardegna abbia mai avuto. Non ho mai smesso di lavorare, e continuerò a farlo, in nome dell’unità. E ho sempre cercato – la mia storia e le mie azioni parlano chiaro – di trovare una sintesi condivisa che riuscisse a mettere d’accordo tutte le forze accomunate da principi e valori indiscutibili”. Lo dichiara in una nota Alessandra Todde (M5S), candidata alla presidenza della Regione Sardegna.

“L’obiettivo della coalizione del NOI, che ho l’onere e l’onore di rappresentare, è – spiega – quello di costituire un’alleanza forte e competitiva che dia alla Regione un governo all’altezza delle sfide che ci aspettano, cercando soluzioni necessarie per risolvere i problemi dei cittadini e delle cittadine della nostra isola. Esprimo tutta la mia soddisfazione per la scelta coraggiosa portata avanti dai progressisti, che ringrazio, orgogliosa dell’opposizione fatta in questi 5 anni alla destra in consiglio regionale e convinta del grande lavoro che faremo insieme al governo della Regione. Non ho mai nascosto stima e profondo rispetto per la loro storia politica e per la qualità umana delle persone che animano il partito”, aggiunge Todde. “Non raccolgo provocazioni di ricostruzioni unilaterali e fantasiose. Tantomeno i tentativi di screditare il lungo e faticoso percorso della coalizione di centrosinistra. Continuo a guardare alle cose che ci uniscono e fino all’ultimo momento possibile lancerò messaggi di concordia. Noi andiamo avanti per la nostra strada perché è evidente che in Sardegna c’è un vento di cambiamento e l’entusiasmo si respira tra i sardi”, conclude Todde.

Acca Larentia, le opposizioni chiedono la condanna da parte di Meloni. FdI: squallido

Acca Larentia, le opposizioni chiedono la condanna da parte di Meloni. FdI: squallidoMilano, 8 gen. (askanews) – Le opposizioni presentano interrogazioni, chiedono lo scioglimento dei gruppi neofascisti, il rispetto della Costituzione e della legge che vieta la ricostituzione del partito Fascista e l’apologia. E soprattutto chiedono parole di condanna chiare da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dal governo parla per ora solo il forzista Antonio Tajani, per condannare l’adunata neofascista e i saluti romani di Acca Larentia, in risposta ad una domanda durante una conferenza stampa.

E sempre da Forza Italia arrivano le condanne più nette, per quel che riguarda la maggioranza, insieme a quelle dell’Udc e di Noi Moderati, che sottolineano la “estraneità alla cultura del centrodestra” delle nostalgie fasciste. Da Fratelli d’Italia arriva la presa di distanza di Fabio Rampelli, che sottolinea come “iniziammo a disertare la manifestazione serale che si svolge nel Piazzale frontistante l’ex sede del Msi prima ancora che nascesse Alleanza nazionale, proprio perché già all’epoca avevamo un’altra natura e ben diversi obiettivi. Fare saluti romani non ci appartiene”. La commemorazione dei tre militanti uccisi, per quel che riguarda FdI, si svolge “la mattina del 7 gennaio con una rappresentanza ufficiale di FdI che si reca a deporre tre cuscini, mentre il pomeriggio, in perfetta coincidenza, Gioventù nazionale organizza una fiaccolata sul quadrante opposto della città, a Villa Glori”. Le opposizioni chiedono però condanne più chiare, l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine, e soprattutto una presa di posizione della presidente del Consiglio: “Cosa dice Giorgia Meloni?”, si chiede Elly Schlein, che firma anche una interrogazione al governo. La stessa domanda la pone Matteo Renzi, chiedendosi se Meloni “riuscirà a dire che è sbagliato” commemorare in quel modo le vittime di Acca Larentia.

A rispondere è invece l’ufficio stampa di Fratelli d’Italia, che parla di “solita ipocrisia della sinistra”. Per il partito della premier “è dal 1978 che su quel piazzale si commemorano, anche con il rito del ‘presente’, dei ragazzi uccisi da un commando terroristico di estrema sinistra. Un caso rimasto senza giustizia. In tutto questo tempo la sinistra è stata varie volte al potere, ma finge solo oggi di scoprire la commemorazione di Acca Larentia. Finora, anche sotto i governi PD, si è reputato di non intervenire per impedirla. Curioso – si osserva ancora dal partito di Giorgia Meloni – che la sinistra abbia cambiato idea solo ora. Utilizzare il ricordo della tragica morte di tre ragazzi ammazzati dall’odio comunista per fare bieca propaganda è squallido e vigliacco”. Una spiegazione che non soddisfa le opposizioni: il M5s presenterà un esposto in Procura, con il vice presidente della Camera Sergio Costa.

Ue, l’uscita di Michel (dopo l’annuncio di candidarsi alle Europee) e il rischio Orban al Consiglio europeo

Ue, l’uscita di Michel (dopo l’annuncio di candidarsi alle Europee) e il rischio Orban al Consiglio europeoRoma, 8 gen. (askanews) – L’annuncio, sabato scorso, dell’intenzione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, di presentarsi candidato alle elezioni europee di giugno ha creato una situazione inedita, con in più il rischio che a prendere il suo posto sia chiamato, solo per cinque mesi ma proprio nel momento delicato della gestione dei negoziati sulla nomina della nuova presidenza della Commissione europea, il più antieuropeo e filo russo dei leader dei Ventisette, l’ungherese Victor Orbßn.

La funzione del presidente stabile del Consiglio europeo, eletto per due anni e mezzo rinnovabili una volta, è stata introdotta dal Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore due anni dopo, il primo dicembre 2009. Prima di questa modifica del Trattato, la presidenza dei vertici europei era affidata proprio al capo del governo che esercitava la presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue nelle sue varie formazioni ministeriali. Finora, non c’erano mai state dimissioni prima della fine del mandato da parte dei predecessori di Michel, Donald Tusk, recentemente ritornato al potere come premier in Polonia, e prima di lui un altro belga, Herman van Rompuy. Se verrà eletto alle elezioni europee, tra le file dei Liberali, Michel dovrà dimettersi da presidente del Consiglio europeo prima di entrare in carica come eurodeputato, dopo aver prestato giuramento, ovvero entro il 14 luglio. Era già previsto che i capi di Stato e di governo dei Ventisette si accordassero (a maggioranza qualificata, secondo l’articolo 15, paragrafo 5, del Trattato sull’Unione europea) per nominare il suo successore al vertice del 24 giugno, in cui Michel dovrebbe essere per l’ultima volta al suo posto. Ma il mandato dell’attuale presidente del Consiglio europeo scadrebbe normalmente il 30 novembre 2024.

I capi di Stato e di governo hanno a questo punto tre possibili strade davanti: 1) nominare a giugno il successore di Michel, decidendo anche di anticiparne a luglio l’entrata in funzione, invece che a fine novembre; 2) affidare la presidenza provvisoria, per i cinque mesi fino a novembre, al capo del governo che da luglio assumerà la presidenza semestrale di turno delle formazioni ministeriali del Consiglio Ue, l’ungherese Victor Orbßn (come prevede l’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento interno del Consiglio europeo); 3) decidere di affidare la guida del Consiglio europeo per l’ordinaria amministrazione a un presidente provvisorio (“caretaker”), sempre fino a fine novembre, quando entrerebbe in funzione il nuovo presidente. Fonti del Consiglio europeo facevano notare ieri che le procedure previste dal regolamento interno possono essere modificate a maggioranza semplice dai capi di Stato e di governo, nel caso in cui venisse scelta la prima o la terza opzione. “Ci sono molti strumenti se c’è la volontà politica di evitare Viktor Orbßn” come presidente provvisorio del Consiglio europeo, ha dichiarato Michel alla stampa. “Ci sono varie opzioni possibili”, ha aggiunto, confermando che le regole esistenti potrebbero essere “modificate a maggioranza semplice”.

Acca Larentia,opposizioni chiedono condanna da Meloni.Fdi:squallido

Acca Larentia,opposizioni chiedono condanna da Meloni.Fdi:squallidoMilano, 8 gen. (askanews) – Le opposizioni presentano interrogazioni, chiedono lo scioglimento dei gruppi neofascisti, il rispetto della Costituzione e della legge che vieta la ricostituzione del partito Fascista e l’apologia. E soprattutto cheidono parole di condanna chiare da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dal governo parla per ora solo il forzista Antonio Tajani, per condannare l’adunata neofascista e i saluti romani di Acca Larentia, in risposta ad una domanda durante una conferenza stampa.

E sempre da Forza Italia arrivano le condanne più nette, per quel che riguarda la maggioranza, insieme a quelle dell’Udc e di Noi Moderati, che sottolineano la “estraneità alla cultura del centrodestra” delle nostalgie fasciste. Da Fratelli d’Italia arriva la presa di distanza di Fabio Rampelli, che sottolinea come “iniziammo a disertare la manifestazione serale che si svolge nel Piazzale frontistante l’ex sede del Msi prima ancora che nascesse Alleanza nazionale, proprio perché già all’epoca avevamo un’altra natura e ben diversi obiettivi. Fare saluti romani non ci appartiene”. La commemorazione dei tre militanti uccisi, per quel che riguarda FdI, si svolge “la mattina del 7 gennaio con una rappresentanza ufficiale di FdI che si reca a deporre tre cuscini, mentre il pomeriggio, in perfetta coincidenza, Gioventù nazionale organizza una fiaccolata sul quadrante opposto della città, a Villa Glori”. Le opposizioni chiedono però condanne più chiare, l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine, e soprattutto una presa di posizione della presidente del Consiglio: “Cosa dice Giorgia Meloni?”, si chiede Elly Schlein, chefirma anche una interrogazione al governo. La stessa domanda la pone Matteo Renzi, chiedendosi se Meloni “riuscirà a dire che è sbagliato” commemorare in quel modo le vittime di Acca Larentia.

A rispondere è invece l’ufficio stampa di Fratelli d’Italia, che parla di “solita ipocrisia della sinistra”. Per il partito della premier “è dal 1978 che su quel piazzale si commemorano, anche con il rito del ‘presente’, dei ragazzi uccisi da un commando terroristico di estrema sinistra. Un caso rimasto senza giustizia. In tutto questo tempo la sinistra è stata varie volte al potere, ma finge solo oggi di scoprire la commemorazione di Acca Larenzia. Finora, anche sotto i governi PD, si è reputato di non intervenire per impedirla. Curioso – si osserva ancora dal partito di Giorgia Meloni – che la sinistra abbia cambiato idea solo ora. Utilizzare il ricordo della tragica morte di tre ragazzi ammazzati dall’odio comunista per fare bieca propaganda è squallido e vigliacco”. Una spiegazione che non soddisfa le opposizioni: il M5s presneterà un esposto in Procura, con il vice presidente della Camera Sergio Costa.

Milano, tram del 1928 in collezione del museo della Scienza

Milano, tram del 1928 in collezione del museo della ScienzaMilano, 8 gen. (askanews) – Il tram Carrelli, simbolo di Milano e dell’Italia nel mondo, entra a far parte delle collezioni del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. La “Milano 1928” ha attraversato questa mattina le strade della città partendo dall’Officina Generale Atm di via Teodosio ed è entrata nella sua nuova casa di via San Vittore diventando così parte delle collezioni del Museo. Un trasporto eccezionale per il tram vettura numero 1565 che oggi ha viaggiato per le vie del centro di Milano.

Dal prossimo 25 gennaio sarà possibile visitare lo storico tram nel Padiglione Ferroviario del Museo, accanto ad altri simboli del trasporto urbano e interurbano come l’Omnibus a cavalli e il Gamba de Legn. In città sono 125 le Carrelli ancora in servizio sulle linee 1, 5, 10, 19 e 33, dopo essere state revisionate dai tecnici e falegnami di Atm. Nel mondo invece queste vetture senza tempo circolano a San Francisco in California e sono esposte al museo di Melbourne in Australia. Recentemente il tram Carrelli è diventato un’opera artistica di oltre duemila mattoncini Lego, esposta nel quartier generale della multinazionale, a Billund in Danimarca. “Il ‘tram Carrelli’ è un simbolo della nostra tradizione e della milanesità nel mondo ed è giusto valorizzare adeguatamente un mezzo che ha segnato la storia della città e della Lombardia” ha commentato l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso. “L’entrata al museo della Scienza e della Tecnica – ha aggiunto l’assessore Caruso – ne testimonia l’importanza e costituisce un elemento di attrattività per curiosi e visitatori. Storia e tecnologia si confermano ancora una volta un binomio vincente, soprattutto in un’ottica che esalta una tipicità milanese nota a livello internazionale”.

Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata per la sponsorizzazione del pandoro. Indagata anche Alessandra Balocco

Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata per la sponsorizzazione del pandoro. Indagata anche Alessandra BaloccoMilan, 8 gen. (askanews) – Chiara Ferragni è indagata a Milano per il caso della sponsorizzazione del pandoro Balocco nell’ambito di un’iniziativa benefica, un caso già finito nel mirino dell’Antitrust che ha inflitto all’influencer una sanzione da 1 milione di euro. L’ipotesi di reato contestata nel fascicolo di indagine aperto dagli inquirenti milanesi è truffa aggravata dalla minorata difesa, aggravante che scatta in caso di truffa effettuata attraverso mezzi telematici.

L’iscrizione dell’influencer sul registro degli indagati è scattata dopo il deposito in procura dell’informativa della Guardia di Finanza che ha “scandagliato” alcune mail scambiante tra l’influencer e l’azienda dolciaria sull’iniziativa benefica a favore dell’ospedale Regina Margerita di Torino. Oltre a quello di Ferragni, nel registro degli indagati è stata iscritta anche il nome di Alessandra Balocco, presidente e amministratore delegato dell’omonima azienda, pure lei sotto accusa per truffa aggravata.

Ex Ilva, il governo propone l’aumento di capitale. No di ArcelorMittal

Ex Ilva, il governo propone l’aumento di capitale. No di ArcelorMittalRoma, 8 gen. (askanews) – Il governo ha proposto ad ArcelorMittal di partecipare ad un aumento di capitale da 320 milioni di euro in Acciaierie d’Italia “così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia” ma l’azienda si è detta indisponibile a partecipare. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi con ArcelorMittal sull’ex Ilva di Taranto.

“La delegazione del Governo – si legge in una nota – ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva”. “Il Governo – prosegue il comunicato – ha preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale. Le organizzazioni sindacali saranno convocate dall’esecutivo per il pomeriggio di giovedì 11 gennaio”. Sull’ex Ilva “sono ore molte calde, la svolta c’è stata. Finalmente Arcelor Mittal ha dichiarato che non mette un euro per salvare l’acciaieria in Italia”, ha detto il leader della Uilm, Rocco Palombella, a Radio Rai 1, sottolineando: “Oggi questo è uscito in modo chiaro. Adesso, dopo aver preso atto con ritardo della situazione, lo Stato deve assumersi la responsabilità della gestione, mettere le risorse per superare questa fase e approntare un piano industriale per rilanciare la siderurgia” ricordando che “sono in ballo ventimila lavoratori”.

Abruzzo, Fdi conferma ricandidatura Marsilio: “avanti con lui”

Abruzzo, Fdi conferma ricandidatura Marsilio: “avanti con lui”Roma, 8 gen. (askanews) – “Si è completata questa mattina la presentazione dei candidati di Fratelli d’Italia alle elezioni Regionali del prossimo 10 marzo, con le liste delle province di Teramo e L’Aquila, con due conferenze stampa, distinte per territorio, nelle quali i candidati hanno illustrato il loro impegno e percorso che li ha condotti alla competizione elettorale a sostegno della riconferma del presidente Marco Marsilio”. Così, il senatore e segretario regionale di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi, che ha presenziato i due appuntamenti insieme con i suoi due vicecoordinatori, il senatore Guido Liris e il deputato Guerino Testa, e con il presidente Marsilio.

“Le voci sull’incertezza della ricandidatura del presidente Marsilio è priva di fondamento. In Abruzzo siamo in piena campagna elettorale con la convinzione che vinceremo le prossime elezioni regionali. E c’è un dato che dimostra come il centrodestra sia in vantaggio. Il primo sondaggio è quello che emerge dalla stesura delle liste: quando vengono stilate con una certa facilità e c’è tanta disponibilità è la lampante dimostrazione che abbiamo il vento in poppa”, ha esordito Sigismondi. “Noi vogliamo riaffermare Fratelli d’Italia come primo partito in Abruzzo e il presidente Marsilio alla guida della Regione. A proposito dei manifesti del centrosinistra che parlano di merito, l’Abruzzo merita di più di ciò che propone il centrosinistra che vorrebbe tornare al passato quando la regione non contava nulla, quando gli abruzzesi venivano presi in giro con promesse non mantenute. L’Abruzzo, invece, merita di proseguire la stagione di crescita, da protagonista che Marsilio è riuscito a costruire, fornendolo di una marcia in più rispetto al passato. Indietro non si torna”, ha detto ancora. “Quella di L’Aquila è l’unica provincia che ha due esponenti uscenti. Giorgia Meloni ci ha chiesto di essere classe dirigente e noi lo stiamo dimostrando con i fatti misurandoci con i problemi del territorio e con la capacità di rappresentarlo a pieno con azione istituzionale, legislativa e politica. Il governo Marsilio2 sarà contraddistinto da una presenza più forte di Fratelli d’Italia che sarà forza trainante. C’è da confermare il lavoro finora svolto, migliorandolo e ampliandolo, anche con la capacità di essere filiera istituzionale, elemento di forza e di responsabilità e di ulteriore performance politico-amministrativa nel momento in cui torneremo a essere classe dirigente in questa regione”, ha dichiarato Liris.

“Ci sono due tipologie di politica quella delle tante chiacchiere del centrosinistra, una su tutte quella dei trasporti gratis, e quella dimostrata dal centrodestra, a guida Marco Marsilio, che lavora con concretezza e autorevolezza e che, infatti, ha fatto conoscere la nostra regione al mondo. Una evidenza che, sono certo, attrarrà ancora maggior fiducia da parte degli abruzzesi, che sanno scegliere”, ha concluso Testa.

Medio Oriente, la Jihad islamica diffonde il video di un ostaggio israeliano

Medio Oriente, la Jihad islamica diffonde il video di un ostaggio israelianoRoma, 8 gen. (askanews) – La Jihad islamica palestinese ha diffuso un video che mostra l’israeliano Elad Katzir, tenuto in ostaggio dall’organizzazione nella Striscia di Gaza.

Katzir, 47 anni, è stato rapito dalla sua casa nel kibbutz di Nir Oz. Anche la madre, Hanna, è stata rapita e successivamente rilasciata, mentre il padre, Rami, è stato ucciso il 7 ottobre. Il 20 dicembre è stato pubblicato un altro video in cui Katzir era accanto a un altro ostaggio, Gadi Mozes.