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Il presidente tedesco: “Mai creduto che avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Usa”

Il presidente tedesco: “Mai creduto che avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Usa”Roma, 1 mar. (askanews) – Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha criticato il suo omologo americano Donald Trump in termini aspri per il suo comportamento durante l’incontro di ieri sera con Volodymyr Zelensky allo Studio Ovale della Casa Bianca.


“La diplomazia fallisce quando i partner negoziali vengono umiliati di fronte al mondo intero”, ha detto Steinmeier alla DPA, l’agenzia di stampa tedesca, durante un volo per l’Uruguay. “La scena alla Casa Bianca di ieri mi ha tolto il fiato. Non avrei mai creduto che un giorno avremmo dovuto proteggere l’Ucraina dagli Stati Uniti”, ha aggiunto.

Conferenza stampa “Lo sport è…donna” giovedì 6 marzo alla Camera

Conferenza stampa “Lo sport è…donna” giovedì 6 marzo alla CameraRoma, 1 mar. (askanews) – Giovedì 6 marzo, alle 13,00, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione, 4, avrà luogo la conferenza stampa “Lo sport è…donna”.


“A pochi giorni dalla festa della donna – spiega l’on. Maria Teresa Baldini – una conferenza per porre interrogativi e mettere in campo i vari aspetti culturali che contraddistinguono la donna nello sport e come questi abbiano risvolti sociali e culturali nella società”. Intervengono l’on. Maria Teresa Baldini, Medico Chirurgo, l’on. Catello Vitiello, avvocato, l’on Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Federica Cappelletti, Presidente Divisione Serie A Femminile Professionistica, Susanna Galli, Ex Nazionale Italiana Basket, Giocatrice “The Team” Nazionale Over 55, Virgilio Marino, Presidente Golden Player Italia, Francesco Maresca, Coach Nazionale Golden Over 45, Valerie Still, Hall of fame Kentucky University e Wnba Francesc Clapcich, Velista.


L’incontro sarà moderato da Pietro Colnago, giornalista sportivo e Fabrizio Manfredini giornalista editore.

cmqmartina è uscita col nuovo album “Brianzola issues”

cmqmartina è uscita col nuovo album “Brianzola issues”Milano, 1 mar. (askanews) – cmqmartina, la regina della nu-dance italiana, è uscita col nuovo album “Brianzola issues” per Columbia Records/Sony Music Italy.


Annunciato tramite un reel sui suoi social che anticipano le atmosfere dell’album, tra la Brianza, Monza, la nebbia, periferie vuote, paesaggi silenziosi che trasmettono calma ma inquietudine e il contrasto che tutto ciò provoca, tra sensazione di familiarità e angoscia. “Quando scrivo della mia terra ho sempre in mente scenari desolati e l’odore dell’asfalto bagnato. La Brianza è una terra pianeggiante e dà l’impressione di non cambiare, di resistere in uno stato di sospensione. Se da una parte è rassicurante, dall’altra mi angoscia. Credo mi somigli” racconta cmqmartina.


Anticipato dai singoli “mi ami davvero?”, “kids never sleep”, “allucinazione” e “vinted”, in “Brianzola Issues” l’atmosfera intima e malinconica viene accompagnata dalle sonorità dance che contraddistinguono la musica di cmqmartina, impreziosite dai produttori che hanno lavorato all’album: Ceri, okgiorgio, Simone Bertolotti, Estremo, SPX. Il ballo diventa un atto catartico e liberatorio e il dancefloor uno spazio dove affrontare e superare i propri demoni. Da marzo partirà il cmqtour nei club, prodotto da DNA Concerti. Di seguito le date, calendario in aggiornamento: 07/03 Rende (Cs) – Mood 08/03 Baronissi (Sa) – Dissonanze 09/03 Bari – Officina Degli Esordi 27/03 Torino – Off Topic 28/03 Genova – Teatro Verdi 29/03 Firenze – Combo 10/05 Verona – The Factory 14/05 Roma – Monk 15/05 Bologna – Locomotiv 24/05 Milano – Mi Ami Festival


Biglietti già disponibili qui: https://dnaconcerti.com/artisti/cmqmartina/

Eataly a Trieste per festeggiare l’arrivo dell’Amerigo Vespucci

Eataly a Trieste per festeggiare l’arrivo dell’Amerigo VespucciMilano, 1 mar. (askanews) – Eataly protagonista del “Villaggio IN Italia” a Trieste in occasione dell’arrivo di nave Amerigo Vespucci, lo storico veliero e nave scuola della Marina Militare, ambasciatore del made in Italy nel mondo.


Il “Villaggio IN Italia” è un luogo di racconto e condivisione dell’esperienza del Tour Mondiale della Vespucci. Attivo dall’1 e fino al pranzo del 4 marzo compresi, permette di scoprire le eccellenze del made in Italy, attraverso un palinsesto di eventi. La proposta enogastronomica è firmata da Eataly, che prevede dalla pizza alla pala, alle insalate ai supplì accanto a birre, soft drink, cocktail e caffetteria. Negli stessi giorni si terrà anche la Barcolana special edition, che animerà il Golfo di Trieste con numerosi appuntamenti, tra cui la Boat Parade sabato primo marzo, durante la quale tutti i natanti che parteciperanno potranno navigare assieme a Nave Vespucci e festeggiare il suo arrivo.


Nave Amerigo Vespucci lascerà le sponde di Trieste martedì 4 marzo per proseguire il “Tour Mediterraneo” che toccherà 17 città e si concluderà a Genova il 10 giugno, giornata della Marina Militare. Eataly, partner del “Tour Mediterraneo”, sarà presente nelle principali tappe italiane.

Il collettivo Heilung porta il suo rituale sonoro a Milano

Il collettivo Heilung porta il suo rituale sonoro a MilanoMilano, 1 mar. (askanews) – Il 27 aprile 2025, il Teatro degli Arcimboldi di Milano ospiterà una delle esperienze musicali più suggestive del panorama contemporaneo: il concerto di Heilung. Il collettivo danese-tedesco-norvegese, noto per il suo stile unico che fonde folk nordico, canti rituali e sonorità tribali, offrirà al pubblico un viaggio sonoro che affonda le radici nelle antiche culture germaniche e scandinave. Heilung – il cui nome significa “guarigione” in tedesco – non è una semplice band, ma un progetto artistico che trasforma la musica in un vero e proprio rito. I loro spettacoli si basano su testi tratti da iscrizioni runiche, antichi manoscritti e poesie epiche, accompagnati da strumenti storici come tamburi in pelle di cervo, ossa e campanelli sciamanici. L’esperienza live è immersiva: costumi ispirati ai popoli precristiani, coreografie evocative e atmosfere cupe contribuiscono a creare una dimensione fuori dal tempo. Ad aprire la serata sarà l’artista faroese Eivør, la cui voce intensa e ipnotica esplora le sonorità della tradizione nordica con un tocco moderno. La sua musica, che spazia dal folk alle influenze elettroniche, si sposa perfettamente con l’estetica di Heilung, promettendo un evento dall’impatto emotivo profondo. I biglietti per il concerto sono disponibili attraverso diversi circuiti di vendita.

FareAmbiente: periodo d’oro per Made in Italy, non per dieta mediterranea

FareAmbiente: periodo d’oro per Made in Italy, non per dieta mediterraneaRoma, 1 mar. (askanews) – “La dieta mediterranea è uno stile di vita, riconosciuta come modello salutare, ma solo il 5% degli adulti in Italia segue questo regime alimentare. Alla ribalta però del mercato globalizzato, i prodotti centrali della dieta mediterranea stanno vivendo un periodo d’oro, veri e propri capisaldi della sana nutrizione e pertanto protagonisti della rinnovata ascesa del Made In Italy. I dati sono molto incoraggianti, grazie all’incremento di vendite e alla rinnovata fiducia nell’etichetta di qualità e di origine controllata. Tra i 27 Paesi dell’unione Europea, l’Italia primeggia per il più alto valore aggiunto agricolo e la bilancia commerciale per il cibo tricolore fa segnare nell’ultimo anno un surplus di ben 42,4 miliardi di euro”. A raccontare i numeri del report sulla dieta mediterranea, realizzato da FareAmbiente in collaborazione con il Gal Cilento, è Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente, a margine dell’evento “Hub re.food 360, rural food revolution”.


“In particolare – si legge nel report l’incremento di volume riguarda: le coltivazioni (+1,5%), il comparto zootecnico (+0,6%), le attività secondarie (+5,2%), frutta (+5,4%), ortaggi freschi (+3,8%), vino (+3,5%); in flessione cereali (-7,1%), olio d’oliva (-5%) e foraggi (-2,5%). Insomma, le esportazioni italiane agroalimentari hanno chiuso l’anno a quota 67.679 miliardi, con il vino come prodotto più esportato, davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva”. All’evento di presentazione del report sono intervenuti Gabriele De Marco, Presidente Gal Cilento, Luca Cerretani, Coordinatore Gal Cilento, Mauro Vergari, direttore Centro Studi ADICONSUM, Esperto in viticoltura, Giovanni Carnovale, Ordine Medici di Roma, l’On. Giuseppe Vatinno , Fisico. A moderare Marco Zonetti, giornalista “Il Tempo”.


“Il successo di prodotti come olio extravergine di oliva, vino, e altri prodotti – spiega Pepe – è di certo connesso al gusto e alla pregiata qualità del marchio italiano, ma anche e non da ultimo, alla popolarità della dieta mediterranea che negli ultimi tempi si sta affermando sotto molteplici punti di vista. Nonostante la molteplice pubblicità di altri programmi nutrizionali, in tavola si preferisce portare il prodotto naturale e di origine controllata, quasi segnando una grande rivincita rispetto al cd junkfood”. “Ma – sottolinea il report – se esiste il successo del cibo a km zero e cucinato in modo sano, va sottolineato che nonostante il riconoscimento internazionale del primato della dieta mediterranea, perdurano problematiche e patologie legate al non coretto stile di vita, all’alimentazione ipercalorica importata da oltreoceano, al consumo di cibi ad alto rischio di mortalità (le patatine fritte). L’obesità – raccontano i dati – rappresenta sia a livello mondiale che a livello nazionale, un allarmante patologia, se si confrontano i dati Istat si verifica chiaramente che in Italia, più di 25 milioni di persone sono affette da obesità. Questo significa che il 47,6% degli adulti è in sovrappeso (36,1%) o obeso (11,5%), mentre tra i bambini e i ragazzi dai 3 ai 17 anni, il 26,3%, circa 2,2 milioni, risulta avere problemi di peso. Al Sud si registra la percentuale più alta di italiani in sovrappeso, dove in tutte le regioni – a eccezione di Abruzzo e Sardegna – più del cinquanta per cento della popolazione ha problemi di peso. Tra il 2016 e il 2023 la proporzione di persone obese e sovrappeso è ulteriormente aumentata, del due per cento in Puglia, per esempio, dell’1,2 per cento in Sicilia, mentre l’incremento maggiore è stato nel Lazio, +4,5 per cento. L’obesità è anche nemica del portafogli degli italiani, parliamo di costi che indirettamente gravano su tutta la popolazione, non inferiori a 6 miliardi di euro l’anno. Il dato deriva da un semplice crossover tra i risultati di numerose indagini accademiche degli ultimi anni sui costi sanitari delle malattie legate all’obesità e l’odierna spesa sanitaria italiana. A livello mondiale, l’obesità è oggi responsabile di un costo complessivo pari a circa 2.000 miliardi di dollari, che corrisponde al 2,8% del prodotto interno lordo globale. La spesa sanitaria dei Paesi Occidentali è significativamente gravata dai costi dell’obesità e dalle sue complicazioni. Oltre ai costi sanitari diretti, devono essere valutati i costi dovuti alla ridotta produttività, comprese le giornate lavorative perse e l’impossibilità di svolgere determinate mansioni, nonché l’aumento degli infortuni sul lavoro e del prepensionamento. Il costo sociale è quindi immenso e in alcuni Paesi europei ammonta addirittura all’1% del PIL e al 6% della spesa di tipo sanitario. Rispetto a una persona normopeso, allo Stato costa circa 500 euro all’anno in più il ricovero e le cure necessarie per le persone obese”.


“Alla luce dei numeri indicati dal report sarebbe auspicabile – conclude Pepe – una maggiore consapevolezza nell’educazione alimentare, ritornando probabilmente alle origini e alla semplicità dei sapori nostrani. I nostri ragazzi devono abituarsi a consumare i prodotti della tradizione italiana e il meno possibile prodotti che provengono dalle grandi multinazionali, che sicuramente hanno molti grassi e che non solo danneggiano la salute delle persone, ma non incrementano l’economia del nostro Paese”.

Dazi, ecco le “armi” a disposizione dell’Ue per rispondere a Trump

Dazi, ecco le “armi” a disposizione dell’Ue per rispondere a TrumpRoma, 1 mar. (askanews) – I dazi del 25% sulle importazioni dall’Ue annunciati da Donald Trump (ma ancora non specificati nei dettagli, a parte il riferimento alle automobili e più in generale all’acciaio e all’alluminio) stanno creando apprensione e timori soprattutto nei paesi (Germania, Italia e Irlanda) con il più alto attivo commerciale nello scambio di merci con gli Stati Uniti. La risposta della Commissione europea, che sul commercio ha una competenza esclusiva nell’Ue, è stata finora molto prudente, per mantenere aperto il negoziato con gli Usa, anche se ferma nel ribadire che le contromisure scatteranno immediatamente se i dazi verranno imposti, quando si saprà esattamente quali esportazioni dall’Ue saranno prese di mira.


Innanzitutto va detto che l’Ue è un’unione doganale, e quindi, mentre i paesi terzi possono imporre dazi all’importazione differenziati secondo i paesi di provenienza, la risposta dell’Ue non può essere nazionale, con contromisure diverse e magari negoziate da Stato membro a Stato membro, ma solo comunitaria, con dazi unici e uguali per tutti i Ventisette. Va precisato poi che gli strumenti Ue di difesa commerciale (‘trade defense’) sono sottoposti a un meccanismo decisionale diverso sia da quello riguardante la politica estera e di difesa (dove vige la regola paralizzante dell’unanimità dei paesi membri per l’approvazione), sia dal normale processo co-legislativo per la maggior parte delle politiche comuni (che richiede la maggioranza qualificata degli Stati membri).


La competenza comunitaria esclusiva per il commercio significa che le misure di ‘trade defense’, in particolare in risposta a dazi sproporzionati e ingiustificati imposti da paesi terzi alle importazioni dall’Ue, possono essere decise su iniziativa della Commissione con ‘regolamenti di esecuzione’ secondo il meccanismo della ‘comitologia’: le proposte sono formulate dall’Esecutivo Ue e sottoposta all’approvazione dei rappresentanti degli Stati membri nel ‘Comitato degli strumenti di difesa commerciale’. Qui il meccanismo decisionale prevede che le proposte di contromisure commerciali possano essere respinte solo se è contraria la maggioranza qualificata dei rappresentanti dei Ventisette (il 55% dei paesi che rappresenti almeno il 60% della popolazione totale dell’Ue). In assenza di una maggioranza qualificata contraria o favorevole, la proposta viene ripresentata in un ‘comitato di appello’: se anche in questo caso non c’è una maggioranza qualificata contraria, la Commissione può procedere senz’altro all’esecuzione delle misure. A questo punto bisogna puntualizzare che delle contromisure commerciali comunitarie riguardo ai dazi americani sull’acciaio erano già state decise all’epoca della prima Amministrazione Trump, e successivamente sospese durante l’Amministrazione Biden. La prima azione di ritorsione commerciale che l’Ue può prendere, in questo caso specifico, consisterebbe nel non prorogare la sospensione, prevista fino a fine marzo, di questi vecchi dazi, che tornerebbero quindi in vigore automaticamente entro l’inizio di aprile, se i dazi americani su acciaio e alluminio europei verranno applicati come annunciato da Trump, il 12 marzo. Il timing, tuttavia, è imprevedibile, perché il presidente americano continua a moltiplicare le minacce, ma anche a negoziare contropartite in cambio della sospensione o del rinvio dell’attuazione dei dazi annunciati.


Per quanto riguarda le altre importazioni, la Commissione ha già pronta una lista completa di prodotti americani che potrebbero essere colpiti da dazi nell’Ue, come contromisure di difesa commerciale nell’Ue. La scelta sui prodotti americani da prendere di mira sarà calibrata, in modo proporzionale, in base alle importazioni specifiche dall’Ue che verranno penalizzate dai nuovi dazi eventualmente notificati dall’Amministrazione Trump. In questo quadro, i singoli Stati potrebbero avviare trattative bilaterali per ridurre l’impatto dei dazi? Secondo il ministro italiano dell’Economia Giancarlo Giorgetti sì. ‘La risposta alla politica protezionistica dell’amministrazione Trump penso che possa essere bilaterale, perchè può essere bilaterale’, ha detto in conferenza stampa il 28 febbraio (creando qualche allarme a Bruxelles). Cosa intende Giorgetti con questa frase ‘sibillina’? Che i dazi possono essere usati come uno strumento negoziale, in una logica ‘transazionale’. Ovvero gli Stati Uniti potrebbero decidere di imporre dazi minori (o nessun dazio) a un paese specifico in cambio di alcune contropartite.


Contro questa possibilità, la Commissione dispone di un altro strumento, molto più recente (è in vigore dalla fine del 2023), ma anche più complicato da usare, lo ‘strumento anti coercizione’, a cui si può ricorrere quando sono soddisfatte due condizioni cumulative: 1) un paese terzo interferisce nelle legittime scelte sovrane dell’Unione o di uno Stato membro cercando di impedire o di ottenere la cessazione, la modifica o l’adozione di un atto legislativo specifico Ue o nazionale; 2) l’interferenza comporta l’applicazione o la minaccia di applicare misure che incidono sugli scambi o sugli investimenti. Anche in questo caso le misure sono decise in base alla procedura di ‘comitologia’. Lo strumento anti coercizione potrebbe essere usato, in particolare, nel caso in cui l’Amministrazione Trump decidesse, come si teme nell’Ue, di prendere di mira esplicitamente, con ordini esecutivi e divieti imposti alle imprese, l’applicazione delle normative comunitarie che regolano il settore digitale, e in particolare i due regolamenti ‘Digital Services Act’ (Dsa – Ue 2022/2065) e ‘Digital Markets Act’ (Dma – Ue 2022/1925), il regolamento Gdpr sulla protezione dei dati personali (‘General Data Protection Regulation’ – Ue 2016/679) e il recentissimo regolamento sull’Intelligenza Artificiale (Ue 2024/1689). E’ noto come esponenti dell’Amministrazione Trump abbiano già accusato proprio il regolamento Dsa di imporre forme di censura, mentre alcune piattaforme americane dei social media come X e Meta hanno annunciato di non applicare più il ‘fact checking’ sui loro contenuti, previsto dalle normative Ue. Un caso di scuola di coercizione economica accaduto in passato (2021-2022) è stato quello delle discriminazioni commerciali della Cina contro la Lituania (rifiuto di sdoganare o di accettare domande di importazione di merci lituane e pressioni sulle aziende dell’Ue esportatrici in Cina al fine di escludere eventuali input lituani dalle loro catene del valore), causate dall’apertura di un’ambasciata di Taiwan a Vilnius, capitale dello Stato baltico. All’epoca non era ancora stato istituito lo strumento anti coercizione, e il caso fu portato dall’Ue davanti all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). In realtà, nei rapporti con gli Stati Uniti, l’aspetto delle contromisure di difesa commerciale e quello dello strumento anti coercizione potrebbero essere entrambi coinvolti nella risposta dell’Ue, se si confermerà che dietro l’annuncio dei dazi, così come dietro la minaccia di ritirare o ridurre drasticamente l’impegno americano nella difesa europea attraverso la Nato, ci sarebbe in realtà una precisa strategia di Trump, volta a costringere i paesi sotto pressione e i loro sistemi finanziari ad acquistare massicciamente titoli del Tesoro Usa a bassi rendimenti e a lunghissimo termine. Insomma, come ha spiegato molto bene Federico Fubini sul Corriere della Sera (17 febbraio, ‘Trump e il complotto contro l’Europa: le due strategie per dare l’assalto all’euro’), basandosi su un lungo documento strategico del nuovo presidente del ‘Council of Economic Advisors’ della Casa Bianca, Stephen Miran, i dazi di Trump non sarebbero altro che un potente strumento negoziale per una gigantesca operazione di coercizione economica contro l’Europa e il resto del mondo. L’obiettivo di questa operazione andrebbe ben al di là delle finalità puramente commerciali: si tratterebbe di garantire la stabilizzazione dell’ingente debito pubblico americano (120,7% del Pil nel 2024, con un deficit al 6,3%), assicurandone il finanziamento ‘forzato’ dall’estero, a lungo termine e con rendimenti poco remunerativi, nonostante il forte aumento previsto (2.000 miliardi di dollari all’anno) del debito stesso. Questo consentirebbe anche a Trump di rispettare la promessa di ridurre ulteriormente (fino al 15%) le tasse sui profitti delle imprese (con un costo aggiuntivo per il bilancio americano calcolato a 5.000 miliardi di dollari in 10 anni), e di scongiurare il rischio che la Federal Reserve aumenti i tassi d’interesse, ciò che causerebbe grossi problemi all’economia del Paese. Dagli sviluppi delle prossime settimane si capirà se questo ‘Piano Miran’ è davvero il piano del presidente degli Stati Uniti. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”

Vino, Cantina Noelia Ricci: “Il Sangiovese come lo faceva il bisnonno”Milano, 1 mar. (askanews) – Noelia Ricci è una Cantina che sorge all’interno dell’azienda agricola Pandolfa, una Tenuta storica che si estende per 140 ettari tra vigneti, seminativi e bosco, a Predappio, ai piedi dell’Appenino Tosco-Romagnolo nella provincia di Forlì-Cesena.


Il progetto prende il via nel 2010, quando il romano Marco Cirese, insieme con la compagna Alice Gargiullo, torna nella casa di campagna dei nonni e decide di “fare il Sangiovese come lo faceva il mio bisnonno, scarico di colore, che ‘quando lo bevi – diceva lui – devi vedere attraverso il bicchiere’, un vino che nascesse dal rispetto della naturale inclinazione del territorio”. Oggi l’azienda conta su nove ettari, sette a Sangiovese e due a Trebbiano con piante tra i 25 e i 30 anni, per un totale di bottiglie che si aggira tra le 50 e le 55mila a seconda dell’annata, prodotte con la consulenza dell’enologo Paolo Salvi. Vini vinificati in purezza, che puntano, in particolare il Sangiovese, a restituire freschezza, eleganza e frutto. La Cantina nasce ufficialmente nel 2013 con tre vini “territoriali”: il “Godenza”, un Cru di Sangiovese Predappio, “Il Sangiovese”, Sangiovese Superiore d’annata, e “Bro”, il Trebbiano. “L’uva viene selezionata prima in vigna e poi in cantina, scegliamo solo i grappoli migliori che ci consentono di lavorare in cantina in modo più semplice, usando lieviti indigeni, attraverso fermentazioni spontanee e con un basso uso di solforosa” spiega il 43enne produttore, precisando che “lavoriamo in biologico fin dal nostro inizio e dall’annata 2021 i nostri vini sono certificati bio”.


Noelia Ricci, è il nome della nonna di Cirese, colei che a fine anni Ottanta decise di costruire la Cantina. Il secondo elemento che caratterizza il progetto è la fascinazione per il mondo degli animali. “Abbiamo iniziato ad indagare l’immaginario del bestiario e il mondo degli animali più contemporaneo – racconta Cirese – per scegliere le illustrazioni provenienti dagli archivi storici di fine ottocento, perché in queste figure c’è quel realismo, non ancora fotografico, che lascia margine espressivo all’immaginazione”. Ecco allora la scimmia per il “Godenza”, che è “il vino più longevo della Cantina, quello che racconta fedelmente il crinale da cui proviene: una vigna con un’altissima presenza di sabbia arenaria che cede una tipica sapidità al vino”. “Il Sangiovese” è invece contraddistinto dall’immagine di una Vespa, “l’insetto che più di ogni altro vive la vigna e che ne protegge la biodiversità: un vino d’annata, veloce e pungente, dalla beva dissetante e spensierata di una volta”. Infine, nell’etichetta del Trebbiano “Bro” c’è la balena, “che nelle culture orientali è simbolo della memoria, della famiglia e dell’esperienza”.


Predappio è un luogo storico per la viticoltura e per la cultura del locale Sangiovese, e una zona che nell’ultimo decennio ha fatto enormi passi in avanti sul piano della qualità, con tanti, piccoli, produttori dalle idee molto chiare. I Cru più interessanti si trovano in prossimità dei crinali delle colline sopra la linea dei calanchi, e sono Predappio Alta, San Cristoforo, San Zeno e Rocca delle Caminate. “Noelia Ricci rappresenta un piccolo Cru sul crinale della collina esposto a Sud-Est, tra i 200 e i 340m slm in località San Cristoforo” sottolinea il vignaiolo, evidenziando che “il clima di Predappio è tendenzialmente continentale ma salendo il crinale, aumenta l’escursione termica e l’effetto marino, poiché il mare adriatico dista circa 50 km ed i venti arrivano sulle nostre colline senza trovare ostacoli”.

Ucraina, Meloni lancia summit Usa-Ue per cercare di tornare protagonista

Ucraina, Meloni lancia summit Usa-Ue per cercare di tornare protagonistaRoma, 1 mar. (askanews) – Un vertice Usa-Unione europea. E’ questa la mossa pensata da Giorgia Meloni per cercare di ritrovare un ruolo da protagonista dopo essere stata stretta da un lato dall’iniziativa di Emmanuel Macron e Keir Starmer e dall’altro dalle uscite sempre più scomposte e provocatorie di Donald Trump, culminate il 28 febbraio nell’umiliazione di Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.


Per giorni la premier era rimasta in silenzio, nella sempre più complicata posizione di non sganciarsi dall’Europa senza dover, allo stesso tempo, rinnegare il supposto “rapporto privilegiato” con il tycoon. Dopo che Zelensky è stato maltrattato da Trump in diretta mondiale – incassando subito la solidarietà, tra gli altri, di Antonio Costa, Ursula von der Leyen, Macron – Meloni non è intervenuta per qualche ora. Ha letto (non senza irritazione) gli elogi al tycoon del suo vice Matteo Salvini, si è consultata con i suoi consiglieri, poi ha affidato il suo pensiero a una nota. Nella dichiarazione la premier non fa, ed è singolare, nessun riferimento al comportamento di Trump né esprime solidarietà al leader ucraino. “Ogni divisione dell’Occidente – afferma invece – ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro”. Questa proposta, annuncia, l’Italia la farà ai partner “nelle prossime ore”, ovvero al vertice di Londra di domenica 2 marzo e al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles giovedì 6. Poi bisognerà dirlo a Trump (che ancora non le ha fissato una data per un bilaterale alla Casa Bianca) e il tycoon non sembra proprio nella disposizione d’animo di mettersi al tavolo con l’Ue “nata – come ha detto – per fregarci”.


Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

Ue, procedimento Dsa su X rallentato da pioggia documenti da avvocati

Ue, procedimento Dsa su X rallentato da pioggia documenti da avvocatiRoma, 1 mar. (askanews) – Nel dicembre 2023, la Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se X possa aver violato il regolamento Ue sui servizi digitali (regolamento Dsa) riguardo alle disposizioni sulla gestione dei rischi, la moderazione dei contenuti, i “dark pattern” (modelli di progettazione ingannevoli, che possono influenzare il comportamento degli utenti, indurli ad agire contro i propri interessi e ostacolare la protezione dei loro dati personali), la trasparenza della pubblicità e l’accesso ai dati per i ricercatori.


Nel luglio scorso, l’Esecutivo comunitario ha informato X del suo parere preliminare secondo cui la violazione del regolamento Dsa sarebbe confermata almeno riguardo agli ultimi tre punti. E i legali di X hanno risposto inviando le loro osservazioni. Nelle accuse di Bruxelles, particolarmente rilevante è la presunta violazione sui “dark pattern”. Secondo la Commissione, X progetta e gestisce il proprio interfaccia per gli “account verificati” con il “marchio di controllo blu” in un modo che non corrisponde alla “prassi” del settore; e vi sarebbero prove di attori malevoli (come gruppi neonazisti, ndr) che abusano degli “account verificati” per ingannare gli utenti. Siccome – è l’ipotesi – chiunque può abbonarsi per ottenere lo status “verificato”, questo inciderebbe negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono.


Da quando Trump ha vinto le elezioni presidenziali Usa con il sostegno di Elon Musk, la Commissione è sotto pressione da parte della stampa che vuol conoscere il verdetto di questa inchiesta, e che sospetta Bruxelles di voler evitare lo scontro con l’uomo più ricco e con il presidente più potente del mondo. I portavoce della Commissione finora hanno sempre risposto che è ancora troppo presto, che ci vuole tempo per esaminare le risposte, e che la decisione finale dovrà essere “giuridicamente solida”, per poter reggere a un più che probabile ricorso dei responsabili di X in Corte europea di Giustizia. In effetti, quella a carico di X è la prima e più importante indagine aperta dall’Ue ai sensi del regolamento Dsa, relativamente recente (2022). Quello che è successo, e che i portavoce di Bruxelles non possono dire ufficialmente, è che al fianco dei legali di Musk sono stati reclutati anche gli avvocati di Google, con un lunga esperienza di controversie giuridiche con la Commissione. E costoro hanno messo in campo una tattica per così dire “ostruzionistica”, inviando a Bruxelles – viene spiegato da una fonte – “migliaia e migliaia di pagine” di informazioni complementari, controdeduzioni e confutazioni in risposta alle accuse formulate dalla Commissione. Sommersi da questi documenti, i pochi funzionari del team dell’Esecutivo comunitario che si occupano dell’indagine stanno facendo quello che possono per esaminarli tutti, ma ci vorrà ancora tempo.


Intanto in Italia iniziano a vedersi le prime frizioni nel rapporto tra le forze di governo e Elon Musk. A creare tensione è il Ddl spazio, in questi giorni all’esame del Parlamento. Nel disegno di legge, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’articolo 25 prevede che il Mimit realizzi una riserva di capacità trasmissiva nazionale tramite “sia satelliti sia costellazioni in orbita geostazionaria media e bassa” che “possono essere gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione Europea e all’Alleanza Atlantica”. Il deputato Dem Andrea Casu, in commissione attività produttive, ha presentato alcuni emendamenti in cui, tra le altre cose, si prevedeva di dare precedenza alle aziende europee. Molti sono stati respinti ma due sono passati con accordo bipartisan: uno che prevede un “adeguato ritorno industriale per il sistema Paese” e un altro che introduce il tema della garanzia della “sicurezza nazionale”. Due modifiche che hanno fatto infuriare Andrea Stroppa, braccio destro di Musk in Italia. Che su X non l’ha mandata a dire. “Intesa Pd-FdI. Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro”, ha scritto. Creando un notevole malumore nella maggioranza, in particolare nel partito di Giorgia Meloni, che già da qualche giorno vede con crescente irritazione e preoccupazione le mosse di Stroppa. Infatti, pochi giorni prima del ‘caso’ del Ddl Spazio, aveva lanciato su X due “sondaggi” che mettevano in cattiva luce il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Nel primo Stroppa chiedeva: “Da quando è ministro Piantedosi mi sento per me e i miei cari più o meno sicuro?”, annunciando poi il “preoccupante” risultato che il “67% si sente meno sicuro”. Il secondo chiedeva: “Quale ministro dell’Interno ha gestito meglio la sicurezza negli ultimi anni?”. La scelta era tra Marco Minniti, Luciana Lamorgese, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi. Il risultato dava come preferito Salvini (che dopo la sentenza Open Arms non ha fatto mistero di desiderare un ritorno al Viminale). “Perchè questi sondaggi, cosa c’è dietro?”, la domanda che in tanti, in Fdi ma anche a Palazzo Chigi, si sono fatti. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese