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Mattarella: Polizia ogni giorno realizza Costituzione, anche con migranti

Mattarella: Polizia ogni giorno realizza Costituzione, anche con migranti




Mattarella: Polizia ogni giorno realizza Costituzione, anche con migranti



















Roma, 12 apr. (askanews) – “Ogni giorno la Polizia di Stato è chiamata a presidiare la cornice di legalità e di sicurezza necessaria al compiuto esercizio delle libertà personali e collettive”. Così come “coniugando rigore ed equilibrio, ogni giorno gli appartenenti alla Polizia di Stato sono interpreti dei valori costituzionali di solidarietà e di coesione sociale, come il contributo offerto in occasione di recenti eventi emergenziali e la complessa attività nel campo dell’immigrazione e dei servizi per l’integrazione degli stranieri”. Lo scrive fra l’altro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Festa della Polizia di Stato, nel messaggio inviato al Capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini. Sottolineando che proprio “quest’anno celebriamo, quest’anno, il 75esimo anniversario dall’entrata in vigore della nostra Costituzione”.

“La dedizione al bene comune che caratterizza l’azione del Corpo, a rischio della vita nell’adempimento del proprio dovere, – afferma Mattarella nel messaggio letto dalla terrazza del Pincio presente fra gli altri la premier Giorgia Meloni- rappresenta un patrimonio e un esempio prezioso. La medaglia d’oro al Valor Civile, attribuita alla bandiera della Polizia di Stato, ne è conferma e testimonianza”. “Ogni giorno – rimarca il capo dello Stato- le azioni di contrasto alle mafie colpiscono le pretese di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico, rafforzando le condizioni per lo sviluppo e la libertà di impresa. Ogni giorno prosegue l’impegno nella prevenzione dei rischi eversivo-terroristici, anche in ambiti sempre più strategici come la sicurezza delle infrastrutture informatiche, nonché nella cooperazione internazionale di polizia, di cui desidero sottolineare l’importanza nell’anno del centenario dell’istituzione dell’Interpol.

“Mi è grato esprimere a centosettantuno anni dalla fondazione del Corpo – ha concluso il presidente della Repubblica- la gratitudine e l’apprezzamento della Repubblica alle donne e agli uomini della Polizia di Stato impegnati, ogni giorno, a inverarne e a incarnarne i principi. A tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato e alle loro famiglie rivolgo, in questa ricorrenza, i più sentiti auguri”. E “ai caduti e ai feriti, alle loro famiglie, rinnovo la vicinanza dell’intero Paese”.

Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su

Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su




Vino, Alois Lageder: cambio clima? Compreremo terreni da 1.000 mt in su




















Bolzano, 12 apr. (askanews) – Se letteralmente sta per ‘la parte più alta’, il termine latino Summa in italiano significa ‘compendio di saperi’. Queste due definizioni racchiudono insieme il senso della due giorni che si tiene ogni anno nel delizioso Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang della Tenuta della storica azienda agricola Alois Lageder. La cornice è quella di Magré, piccolo comune dell’Alto Adige, poco più vicino a Bolzano che a Trento, a 250 metri sul livello del mare, sotto il quale si estende un immenso meleto, esempio lampante del peso dell’agricoltura industriale. Da 24 anni Summa è un crocevia di vignaioli ‘alternativi’, un luogo di incontro e confronto su buone pratiche in vigna e in cantina, in un borgo isolato e protetto dalle montagne. Qui prima del vino ci sono l’uva, le piante, il suolo, l’aria, l’acqua, le bestie (dalle galline ai buoi), la frutta, la verdura, le erbe aromatiche, i cereali, gli uomini e le donne: la natura e le persone che la abitano e la vivono rispettandola. Qui il vino è una parte del tutto: ‘microcosmo e macrocosmo’ storpiando il fondatore dell’Antroposofia, Rudolf Steiner, da cui nasce la biodinamica che caratterizza da oramai trent’anni la Cantina Lageder, che di Summa è l’artefice.

‘L’intuizione è stata quella di portare i nostri ospiti qui invece che continuare ad andare noi a Vinitaly’ racconta ad askanews Alois Lageder, quinta generazione della famiglia di vignaioli altoatesini, ricordando che l’idea nacque trent’anni fa nell’ambito di Vinexpo (il salone del vino che si tiene a Bordeaux dal 1981, ndr ). ‘La cosa interessante non era la fiera, quanto essere invitati a cena in uno Chateau a fare le degustazioni’ spiega, aggiungendo che ‘nel 1999, con alcuni produttori, abbiamo messo insieme cinque cantine francesi con altrettante tedesche, austriache e italiane per fare una presentazione tutti insieme in uno Chateau che credo fosse Gazin’. ‘Quell’anno chiamai Castello di Ama, Conti Costanti, Jermann e Bruno Giacosa e poi l’anno dopo decisi di organizzare l’incontro da me e così è iniziato tutto’. Da venti cantine, si è arrivati alle 110 dell’edizione che si è da poco conclusa, scelte per la loro indiscutibile qualità. Un criterio che però inizia a stare stretto. ‘Oggi potremmo averne anche 300, abbiamo tantissime richieste’ spiega Alois, rivelando però ‘che l’anno prossimo vorremmo concentrarci ancora di più su aziende biodinamiche o biologiche, realtà che interpretano l’agricoltura come noi, con i nostri stessi valori’. ‘Anche perché nel 2024 non solo tutti i nostri vini saranno biologici o biodinamici – evidenzia – ma lo saranno anche le uve conferite dai nostri 80 vignaioli: un sogno che si realizza’. L’edizione che andrà in scena il 13 e 14 aprile 2024 potrebbe segnare comunque un nuovo record di Cantine, che potrebbero salire fino a 130, probabilmente non di più per motivi di spazio. A Summa si viene accolti in un grande cortile, un luogo privato che diventa di tutti, come l’intero borgo che prende vita e si anima tra viuzze e palazzi. Il vino è appunto una parte del tutto, elemento vitale che, per dirla con Alois ‘non è solo un prodotto della natura ma anche l’espressione del nostro atteggiamento spirituale’. Nonostante la costante crescita di produttori, di addetti ai lavori, di pubblico e di interesse generale registrati in questi anni, Summa ha mantenuto un ‘allure’ di esclusività, per le quinte incantate che lo delimitano e lo proteggono, per il concentrato di eccellenze che lo compongono, per i modi aristocratici di chi lo organizza. Un’affascinante ‘elite’ a cui si sente di appartenere per il solo fatto di frequentarlo. ‘Credo che per chi viene qui sia molto importante respirare il senso del gruppo’ dice Alois, quindi ‘un senso di appartenenza, di condivisione e di valori’ destinato a rafforzarsi si se arriverà a restringere il campo a chi ha scelto biologico e/o biodinamico non solo come metodo di lavoro ma come visione della vita.

L’azienda, fondata nel 1823, conta oggi su oltre 55 ettari di vigneti coltivati con approccio olistico, sostenibilità e circolarità. E’ da anni una realtà solida e riconosciuta sia in Italia che all’estero, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 19,6 milioni di euro, il 60% del quale rappresentato dall’export in 65 Paesi. La sua forza sono vini di grande personalità che rappresentano le diverse anime dell’Alto Adige, territorio dove le vigne condizionano sempre più il paesaggio e l’economia. Regione ricca, ancorata alle tradizioni ma capace, tra le prime, di scommettere su bioedilizia, architettura sostenibile e energie alternative, con giovani che scalpitano per fare bene. Come Clemens, Anna e Helena, i tre figli di Veronika e Alois Lageder, sesta generazione che oggi gestisce l’azienda. ‘Vedo con grande piacere i miei figli andare avanti’ dice Alois con una punta di orgoglio e commozione, spiegando ‘tu arrivi fino ad un certo punto, fai una grande curva verso l’alto che poi si appiattisce e non riesce più a salire, è normale, probabilmente è un fatto di età, e invece loro partono da quel livello e riescono ad andare ancora più in alto. Sono molto contento che ci sia stato il passaggio generazionale – chiosa – lo abbiamo fatto bene, e questo permetterà all’azienda di fare un altro salto di qualità’. “Quando ho preso in mano l’azienda nel 1974, l’Alto Adige era noto solo oltralpe come fornitore di vini rossi, perché storicamente eravamo la zona viticola più a Sud dell’impero austroungarico’ ricorda Alois, aggiungendo che fu la sorella (con il marito che per 40 anni è stato l’enologo dell’azienda), a vedere l’altra faccia della medaglia e cioè che, al contrario, ‘per il mercato italiano eravamo la zona viticola più a Nord e quindi quella più adatta ai vini bianchi’. Prima di sua sorella e pochissimi altri vignaioli, lo avevano intuito solo gli spumantisti che compravano i bianchi sfusi, mentre gli altri produttori altoatesini capirono che era necessario puntare sui bianchi negli anni Novanta, quando al centro del loro lavoro misero prima di tutto quella qualità che oggi è un marchio di fabbrica riconosciuto.

‘Di strada ne abbiamo fatta tanta in questi cinquant’anni ma le cose sono sempre in continua evoluzione e bisogna trovare nuove strade per raggiungere livelli ancora più alti’ continua Alois, che ricordando quanto fosse tradizionalista il mondo vitivinicolo in cui è cresciuto (‘non si poteva toccare nulla’), rivela l’importanza dell’incontro con il celebre produttore della Napa Valley, Robert Mondavi. ‘Lui mi ha insegnato due cose, la prima è che non si può dire che una cosa va bene se non si provato a fare il contrario, e la seconda è che non si deve mai essere soddisfatti perché si possono sempre fare dei vini più buoni’. ‘Questo mi ha portato a capire che la tradizione è il punto di partenza e non di arrivo, e che sperimentare è essenziale per andare avanti e continuare a crescere’ prosegue, evidenziando che ‘in Alto Adige noi abbiamo sempre preso una strada un po’ diversa da quella degli altri e anche questo forse è una mia, una nostra, caratteristica, non mi è mai piaciuto seguire la massa ma trovare una mia strada’. ‘Ad esempio non credo nei vini ‘potenti’, ‘muscolari’, di 15 gradi, per me questo non è il vino’ si scalda, sottolineando che ‘il vino deve essere piacere, deve poter essere abbinato ai piatti leggeri che siamo soliti mangiare, e quindi dobbiamo cercare di fare vini freschi, pieni di tensione, di vitalità e non troppo alcolici: meglio meno che più alcol’. Quinta o sesta generazione che sia, i Lageder continuano a guardare lontano e in alto. Già, perché il cambiamento climatico che imperversa, spinge i vignaioli a puntare verso altitudini una volta impensabili, non più colline ma montagne. ‘Siamo intenzionati ad acquistare dei terreni a mille metri e oltre’ rivela Alois, spiegando che ‘non faremo lo sbaglio che è stato fatto qui nella valle, dove ci sono monocolture intensive inaccettabili’. ‘Spero che la politica dia delle direttive precise, ad esempio se uno vuole impiantare dei vigneti in montagna li deve togliere dalla pianura, quella pianura che un secolo fa era piena di prati dove i pastori portavano a far pascolare i loro greggi d’inverno. Oggi invece il prato non esiste più’ dice amareggiato, spiegando che ‘noi porteremo un approccio diverso, vigneti certo, ma anche prati, campi, bosco, delle culture miste come abbiamo fatto qui, dove insieme con le viti ci sono alberi da frutto, prati e grano’. ‘Bisogna insomma ripensare completamente questo modello di monocoltura in pianura’ aggiunge, concludendo ‘trovo i giovani di oggi molto più preparati, più seri e con un approccio molto più professionale di quello che avevamo noi alla loro età e quindi sono molto fiducioso ma è drammatico che si trovino a dover salvare il mondo che la generazione di mio padre e la mia hanno devastato’.

Golf, Gualtieri: “Open d’Italia antipasto succulento della Ryder”

Golf, Gualtieri: “Open d’Italia antipasto succulento della Ryder”




Golf, Gualtieri: “Open d’Italia antipasto succulento della Ryder”




















Roma, 12 apr. (askanews) – “L’Open di Golf avrà grande attenzione e copertura mediatica. Sarà l’antipasto succulento della Ryder che certifica ancora la relazione nel binomio tra sport e turismo”. Roma scalda i motori in visto dell’evento di fine settembre e la presentazione dell’Open d’Italia è l’ideale lancio per la manifestazione golfistica più affascinante. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri gonfia il petto in occasione della presentazione al Coni: “Stiamo crescendo e ci saranno altri appuntamenti sportivi e culturali che qualificano Roma che può diventare un catalizzatore di coinvolgimento attivo dei cittadini. Ci stiamo candidando ad ospitare tutti gli eventi possibili. Il binomio fra sport-grandi eventi e turismo sta funzionando”.

Golf, Chimenti: “Open d’Italia gratuito per promuovere lo sport”

Golf, Chimenti: “Open d’Italia gratuito per promuovere lo sport”





Golf, Chimenti: “Open d’Italia gratuito per promuovere lo sport”




















Roma, 12 apr. (askanews) – “Gli Open d’Italia saranno un evento straordinario e gratuito. Abbiamo deciso di rinunciare a un’entrata importante per la promozione dello sport”. Lo ha detto il presidente della Federgolf, Franco Chimenti, parlando dell’Open d’Italia che si svolgerà a maggio al Marco Simone, presentato questa mattina al Salone d’Onore del Coni. Chimenti ha anche parlato della Ryder cup: “Io ci ho creduto, venivo considerato un deficiente, non avendo una storia golfista questo paese. Ma ospitarla a Roma dimostra che quando si crede in qualcosa si fa un passo in avanti. Sono stato aiutato da Malagò e dalla politica. Non posso che ringraziare”.

Golf, Abodi: “I tempi dei lavori per la Ryder verranno rispettati”

Golf, Abodi: “I tempi dei lavori per la Ryder verranno rispettati”




Golf, Abodi: “I tempi dei lavori per la Ryder verranno rispettati”




















Roma, 12 apr. (askanews) – “I lavori proseguono e i tempi verranno rispettati. Prima dell’evento le opere pubbliche saranno tutte completate”. Il ministro dello sport e per i giovani, Andrea Abodi, rassicura sulle opere riguardanti la Ryder Cup in occasione della presentazione dell’Open d’Italia di golf che a maggio si terrà al Marco Simone. “Roma si sorprenderà di questo evento – prosegue Abodi – Mette in competizione due culture e due continenti e la presenza significativa del Governo non sarà estemporanea per la Ryder, durerà negli anni perché crediamo nel golf e nel suo sviluppo. Faremo tante cose insieme, è una squadra di governo che ha il piacere di collaborare, anche con confronti vivaci, ma sempre rispettosi”. Abodi ha parlato anche di diplomazia del golf: “L’appuntamento principale per la diplomazia del golf è, come ha anche ricordato il ministro Tajani, la Ryder Cup. Metterà insieme l’Europa e gli Usa, poi il mondo è un po’ più grande, ci sono anche gli altri. Ma sarà importante che questo dialogo prosegua e venga promossa la pace con azioni concrete”. Lo ha detto il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, a margine della presentazione degli Open di golf d’Italia. “Lo sport è sempre stato questo: un corridoio di diplomazia dedicato alla pace -ha aggiunto Abodi-. Oggi stiamo un po’ segnando il passo, ci sono delle ragioni delicate ed è giusto che ne parlino i responsabili delle attività diplomatiche. Vorremmo anche noi che lo sport ridiventasse quello che è stato nella sua storia: uno strumento di pacificazione e di socialità”.

Open d’Italia di golf antipasto della Ryder cup

Open d’Italia di golf antipasto della Ryder cup




Open d’Italia di golf antipasto della Ryder cup




















Roma, 12 apr. (askanews) – Il DS Automobiles 80° Open d’Italia come antipasto della Ryder Cup. Dal 4 al 7 maggio (ad anticipare la competizione, mercoledì 3, sarà la Rolex Pro-Am), al Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), sarà sfida show in uno dei tornei di punta del DP World Tour, il massimo circuito continentale maschile. Sul campo che dal 29 settembre al 1° ottobre (mancano esattamente 170 giorni al via), per la prima volta nella storia dell’Italia, ospiterà il confronto tra il team Europe, unito sotto un’unica bandiera, e il team Usa, lo spettacolo è assicurato. Dal capitano del Vecchio Continente, l’inglese Luke Donald (ex numero 1 al mondo), allo scozzese Robert McIntyre, che difenderà il titolo conquistato nel 2022. Dagli azzurri Edoardo Molinari, tra i vicecapitani europei alla prossima Ryder Cup, a Guido Migliozzi. Passando per i danesi Rasmus Hojgaard e Thorbjorn Olesen (tra i past winner della competizione). Questi e molti altri i campioni che si contenderanno un montepremi di 3.250.000 dollari, di cui 552.500 andranno al vincitore.

L’Open d’Italia è anche il primo torneo stagionale del DP World Tour in programma in Europa. Verrà trasmesso in diretta su Sky Sport, con highlights su Rai Sport. Ospite d’eccezione, il trofeo della Ryder Cup che arriverà direttamente dall’Inghilterra. All’Open d’Italia presentato oggi a Roma, prenderanno parte i migliori talenti europei, aspettando la Ryder Cup. Non solo Luke Donald ed Edoardo Molinari. Lo staff del team Europe della Ryder Cup sarà al completo. Con il britannico e il torinese parteciperanno alla competizione pure il danese Thomas Bjorn e il belga Nicolas Colsaerts, entrambi vicecapitani. Il mancino McIntyre proverà a diventare il primo giocatore a vincere consecutivamente il torneo dopo il belga Flory Van Donck e il francese Auguste Boyer, gli unici a riuscire in questa impresa (loro anche il record di successi, 4 a testa). Chance importante pure per Perez, R.Hojgaard, Olesen e Adrian Meronk. Saranno Edoardo Molinari e Migliozzi a guidare la spedizione azzurra. Con loro ci saranno sicuramente Renato Paratore e Filippo Celli (entrambi romani, giocheranno in casa). E ancora: Francesco Laporta e Matteo Manassero (tutti i nomi degli altri italiani in campo verranno annunciati a breve, non mancheranno sorprese anche per quel che riguarda i big stranieri). In 79 edizioni fin qui disputate sono 8 i successi italiani. Nel 2006, a interrompere un digiuno lungo 26 anni, ci ha pensato Francesco Molinari che, nel 2016, ha calato il bis.

Il torneo si giocherà sulla distanza di 72 buche (18 al giorno). Dopo i primi due giri il taglio lascerà in gara i primi 65 classificati e gli eventuali pari merito al 65° posto. Il montepremi sarà di 3.250.000 dollari, di cui 552.500 andranno al vincitore. Ad anticipare la sfida sarà, mercoledì 3 maggio, la Rolex Pro-Am.

Piantedosi: la gestione dei migranti non può ricadere su un solo Paese

Piantedosi: la gestione dei migranti non può ricadere su un solo Paese




Piantedosi: la gestione dei migranti non può ricadere su un solo Paese




















Roma, 12 apr. (askanews) – “Ormai da lungo tempo avete affiancato alle vostre tradizionali funzioni, anche inedite forme di gestione di fenomeni complessi che caratterizzano la nostra quotidianità. Penso, per esempio, alla gestione dell’immigrazione, del cui governo peraltro difficilmente può farsi carico un solo Paese al di fuori di un’azione congiunta, lucida e ben organizzata a livello europeo”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto alla cerimonia del 171mo anniversario della Polizia di stato alla presenza del presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Migranti, Piantedosi: gestione non può ricadere su un solo Paese

Migranti, Piantedosi: gestione non può ricadere su un solo Paese




Migranti, Piantedosi: gestione non può ricadere su un solo Paese



















Roma, 12 apr. (askanews) – “Ormai da lungo tempo avete affiancato alle vostre tradizionali funzioni, anche inedite forme di gestione di fenomeni complessi che caratterizzano la nostra quotidianità. Penso, per esempio, alla gestione dell’immigrazione, del cui governo peraltro difficilmente può farsi carico un solo Paese al di fuori di un’azione congiunta, lucida e ben organizzata a livello europeo”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto alla cerimonia del 171mo anniversario della Polizia di stato alla presenza del presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

Energia, Bain and Co: investire 10 mld nell’idroelettrico entro 2030

Energia, Bain and Co: investire 10 mld nell’idroelettrico entro 2030




Energia, Bain and Co: investire 10 mld nell’idroelettrico entro 2030




















Milano, 12 apr. (askanews) – L’energia idroelettrica è una fonte a basso impatto ambientale che rappresenta il 16% dell’energia elettrica prodotta a livello globale. Tuttavia, la maggior parte delle infrastrutture idroelettriche in Europa e Nord America hanno più di 40 anni e iniziano a richiedere importanti interventi di manutenzione e ristrutturazione per garantirne sicurezza ed efficienza. Ad oggi, la stima degli investimenti necessari in questo ambito è di oltre 300 miliardi di dollari. In Italia, dove è il 70% delle infrastrutture ad avere oltre 40 anni, sono richiesti investimenti per oltre 10 miliardi di euro entro il 2030. E’ quanto emerge da una nuova ricerca di Bain & Company, che evidenzia come il rinnovamento infrastrutturale nell’idroelettrico offra, al contempo, l’opportunità di aumentare le capacità degli impianti e di supportare proattivamente la transizione energetica.

“L’idroelettrico è uno dei pilastri della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, a cui spesso non è data l’importanza che merita – sottolinea Alessandro Cadei, Senior Partner e responsabile della practice Energy & utilities EMEA di Bain & Company -. Tre caratteristiche lo rendono un vero e proprio asset strategico: il basso impatto ambientale; la flessibilità determinata dalla programmabilità e dai tempi ridotti di avviamento degli impianti, che contribuisce a rendere la rete elettrica complessivamente più stabile e, infine, la capacità di stoccaggio di energia superiore ad altre fonti a basse emissioni. Investire nell’idroelettrico, quindi, non è solo economicamente sostenibile ma è anche una scelta indispensabile per raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione condivisi e definiti a livello Comunitario”. L’Italia e molti altri Paesi stanno affrontando sfide sempre più complesse nel settore idroelettrico. Oltre all’obsolescenza degli impianti, la crescente siccità sta diventando un fattore preoccupante – nel 2022, il nostro Paese ha visto una contrazione del 40% nella generazione da idroelettrico – che, unito alla scarsa capacità di stoccaggio dell’acqua piovana, sta facendo emergere l’urgenza di investimenti e interventi. Gli impatti entro il 2050 saranno severi anche in settori attigui (basti pensare all’agricoltura). Tuttavia, l’opportunità di tali investimenti non è ancora adeguatamente supportata dal contesto normativo: una delle maggiori cause di incertezza è infatti relativa al rinnovo delle concessioni, l’86% delle quali in scadenza entro il decennio.

Nella ricerca di Bain & Company vengono analizzate potenziali soluzioni per sbloccare tempestivamente gli investimenti, attraverso nuove formule contrattuali come Corporate PPA (Purchase Power Agreement). “Concessioni, rapporto con il territorio e ruolo sul mercato elettrico nel medio-lungo termine sono i principali punti di attenzione del settore. È fondamentale trovare soluzioni che riducano l’incertezza e ottemperino i requisiti di ammodernamento degli impianti, anche con il supporto del sistema finanziario – spiega Luigi Corleto, Partner di Bain & Company -. Questa potrebbe essere l’occasione perfetta per trasformare e ripensare l’idroelettrico attraverso opere di repowering e ottimizzazione dei bacini, digitalizzazione degli impianti e, dove possibile tecnicamente e ambientalmente sostenibile, l’introduzione di applicazioni Pumped Storage Hydro. Quest’ultima applicazione, in particolare, risulta molto interessante, perché fornisce nuove opzioni di flessibilità per il funzionamento della rete elettrica, bilanciando la variabilità di altre fonti di energia rinnovabile”.

Vino, a Milano anteprima serie tv “Archiwine, architettura in Cantina”

Vino, a Milano anteprima serie tv “Archiwine, architettura in Cantina”




Vino, a Milano anteprima serie tv “Archiwine, architettura in Cantina”



















Milano, 12 apr. (askanews) – Una serie di documentari realizzati per la televisione dedicati all’architettura nel settore vitivinicolo: è il progetto “Archiwine” che verrà presentato in anteprima a Milano in occasione del Fuorisalone, con la proiezione, il 19 aprile alle 19, della puntata “pilota” dedicata all’Alto Adige all’Anteo Palazzo del Cinema.

La proiezione è realizzata in partnership con Anteo, Erlacher e Alpewa, e al termine gli spettatori potranno degustare i vini Alto Adige DOC. Ospiti della serata saranno la produttrice vitivinicola Elena Walch e Michaela Wolf dello Studio Bergmeisterwolf. Il “pilota” dedicato alle Cantine altoatesine è stato diretto da Claudio Esposito, già regista della doc series “Art For Change” distribuita su Amazon Prime e Chili. Nato da un’idea della casa di produzione The Piranesi Experience, con la collaborazione della fondazione Architettura Alto Adige e il partenariato del Consorzio Vini Alto Adige, quello di Archiwine è un inedito viaggio per immagini attraverso tutte le regioni italiane alla scoperta dei progetti architettonici delle “case del vino”, dando voce ai protagonisti.

“In questo progetto racconteremo come si sono evoluti gli spazi di produzione, adeguati alle nuove e più sofisticate tecniche di vinificazione” spiegano gli autori, aggiungendo che si tratta di “un processo che ha trasformato negli anni l’architettura della cantina in un modello internazionale”.