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Coldiretti: nelle aree più colpite da siccità operano 300mila aziende

Coldiretti: nelle aree più colpite da siccità operano 300mila aziende




Coldiretti: nelle aree più colpite da siccità operano 300mila aziende




















Milano, 6 apr. (askanews) – “E’ importante intervenire per fronteggiare i’ grave problema della siccità che sta interessando l’intero Paese con circa 300mila aziende agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza, con la situazione più drammatica nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi un terzo dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento”. Coldiretti commenta così il decreto legge all’esame dell’ultimo Consiglio dei ministri, che contiene misure in tema di gestione della risorsa idrica.

“Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma l’acqua è essenziale per mantenere sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ricordando che “con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana è necessario intervenire sulla manutenzione e realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.

Nel 2023 in Italia 10 mln di enoturisti, 1,7 mln solo in Lombardia

Nel 2023 in Italia 10 mln di enoturisti, 1,7 mln solo in Lombardia




Nel 2023 in Italia 10 mln di enoturisti, 1,7 mln solo in Lombardia



















Milano, 6 apr. (askanews) – Un’indagine di CNA Turismo e Commercio prevede che saranno circa 1,7 milioni i turisti che nel 2023 si dedicheranno al turismo enologico in Lombardia sugli oltre 10 milioni (ci cui tre stranieri) che lo faranno in tutta Italia. Si tratta di turisti che visiteranno le circa tremila aziende vitivinicole lombarde e che pernotteranno almeno una notte fuori casa in strutture alberghiere e, spesso, extra-alberghiere, generando ricavi per circa 88 milioni di euro.

Quest’anno gli enoturisti che raggiungeranno lo Stivale, lo faranno principalmente da Francia, Germania, Regno Unito, Austria, e fuori dal Vecchio Continente, da Stati Uniti e Giappone. “L’enoturismo nella nostra regione rappresenta uno dei patrimoni culturali e gastronomici più preziosi, capace di attrarre sempre più visitatori provenienti da tutto il mondo” ha dichiarato la Presidente di CNA Lombardia Turismo e Commercio, Eleonora Rigotti, spiegando che “la grande qualità dei vini prodotti, la bellezza dei paesaggi e la passione dei produttori rendono questa esperienza unica e indimenticabile”. “Si tratta di un patrimonio collettivo che dovrà portare i territori ad una maggiore collaborazione e ad un cambio di mentalità da parte dei produttori nei riguardi dei propri colleghi, che dovranno essere visti come partner e non più come competitor” ha proseguito Rigotti, concludendo che “l’enogastronomia rappresenta un autentico driver economico per incentivare la destagionalizzazione del turismo, in grado di diversificare i territori promuovendo la scoperta di borghi meno noti ma altrettanto caratteristici, dove i turisti enologici, con elevata capacità di spesa, contribuiscono a generare ricchezza e sviluppo economico per il territorio”.

Questa tendenza di crescita del “food & wine” in Lombardia, che secondo i recenti dati di Polis Lombardia, (l’Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia) può contare su quasi 30mila strutture ricettive con circa 470mila posti letto, può essere attribuita alla grande varietà di vini prodotti nella regione con 1.4 milioni di ettolitri su di una superficie di 30mila ettari coltivati e all’elevata qualità del prodotto testimoniata dalle 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt. A tutto ciò si aggiunge l’exploit nel corso del 2022 delle esportazioni che sono cresciute del 7,8% rispetto al 2021, raggiungendo poco meno di 320 milioni di euro.

Presentata l’indagine “EISI – Empathy Index del Sistema Italia”

Presentata l’indagine “EISI – Empathy Index del Sistema Italia”




Presentata l’indagine “EISI – Empathy Index del Sistema Italia”




















Roma, 6 apr. (askanews) – E’ stata presentata a Roma l’indagine “EISI – Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione”, promossa da VERA Studio in collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi. Francesco Schlitzer, fondatore di VERA Studio, ha introdotto i risultati di questa indagine qualitativa che, per la prima volta in Italia, rileva il grado di empatia nell’ambito dei processi decisionali e di informazione, nata dalla percezione, piuttosto diffusa nell’opinione pubblica e tra gli osservatori dell’Italia, che la società italiana sia sempre più divisa e conflittuale. Ne hanno discusso Andrea Cangini, Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Laura Boella, docente di Filosofia Morale all’Università Statale di Milano e Gianfranco Rotondi, giornalista e deputato.

La ricerca che ha analizzato i tre ambiti che compongono l’empatia, ovvero Ascolto, Persuasione e Cambiamento, ha visto il coinvolgimento di 100 manager CEO o a Capo della Comunicazione del settore profit e no-profit. Al panel è stato chiesto di esprimere, mediante un’intervista diretta, un giudizio articolato sull’empatia dei tre Corpi Sociali – Istituzioni, Media e Rappresentanze Sociali – che giocano un ruolo da protagonisti sia nell’ambito della costruzione delle regole che in quello della (in)formazione dell’opinione pubblica. L’Indice EISI, espresso in virtù di una media ponderata calcolato su un punteggio da 1 a 10, è stato di “5” espressione di un paese fermo, impantanato. Le Istituzioni hanno raggiunto uno score di “4,5” insufficiente. Il panel, infatti ritiene che la classe politica sia eccessivamente condizionata dalla ricerca del consenso a scapito del ruolo di indirizzo politico. Ma è la burocrazia a risultare il principale ostacolo al cambiamento. Per i Media il punteggio raggiunto è di “5,5” vale a dire mediocre. Il tema degli assetti proprietari e quindi dell’indipendenza nel settore dell’informazione appare centrale in questa sezione dell’indagine. Inoltre per rincorrere la disintermediazione dell’informazione i Media hanno perso autorevolezza. Per le Rappresentanze sociali, il modello di rappresentanza andrebbe profondamente ripensato soprattutto in un’ottica di condivisione meno corporativismo e più responsabilità. Punteggio”5,5″ vale a dire mediocre.

“La sensazione è che anche oggi nel nostro Paese ci sia un guasto, tanta ruggine che impedisce al sistema di funzionare, facendoci perdere molte opportunità non solo di crescita economica ma anche culturali e d’innovazione” – dichiara Francesco Schlitzer, che aggiunge – “Quello che ci siamo chiesti quindi è se sia possibile, attraverso l’utilizzo di un elemento psicologico, di un sentimento, contribuire a conoscere meglio le ragioni del guasto o quanto meno se sia possibile individuare gli elementi per rimuovere un po’ di questa ruggine nelle dinamiche sociali”. “L’empatia si alimenta del pregiudizio, il pregiudizio si nutre del contesto, il contesto è in larga parte dovuto al modo di porsi dei tre soggetti testati – commenta Andrea Cangini – se politica, media e parti sociali non avessero passato gli ultimi decenni a delegittimarsi a vicenda e si fossero limitati a svolgere ciascuno la propria funzione nell’interesse dei cittadini, oggi sarebbero senz’altro più popolari e verrebbero ritenuti più empatici”.

La fintech iBanFirst continua la sua crescita (+72,2% in 4 anni) e rinnova la sua identità

La fintech iBanFirst continua la sua crescita (+72,2% in 4 anni) e rinnova la sua identità




La fintech iBanFirst continua la sua crescita (+72,2% in 4 anni) e rinnova la sua identità




















Roma, 6 apr. (askanews) – iBanFirst, fornitore globale di servizi finanziari che offre alle PMI soluzioni su misura per la gestione di incassi e pagamenti internazionali, continua anche quest’anno la sua ipercrescita – +72,7% in media ogni anno tra il 2018 e la fine del 2022 – e annuncia una nuova brand identity per riflettere al meglio l’ambizione di essere il punto di riferimento per i pagamenti internazionali B2B di nuova generazione. Presente in 10 Paesi europei, dopo l’ultima aggiunta del Regno Unito con l’acquisizione di Cornhill, e con oltre 350 dipendenti, iBanFirst punta ora a diventare l’alternativa numero uno per tutte le aziende che effettuano pagamenti internazionali.

Circa una anno fa l’ingresso in Italia: 15 assunzioni, oltre 100 clienti. Il traguardo arriva a distanza di quasi un anno dall’annuncio dell’ingresso sul mercato italiano, dove iBanFirst è riuscita ad espandere il proprio business attirando oltre 100 nuovi clienti. Recentemente, la fintech ha aperto la propria sede italiana a Milano, dove attualmente operano 15 specialisti. L’obiettivo è arrivare a quota 30 entro il 2024. In Italia il volume di transazioni nell’arco di un anno è stato di oltre 100 milioni di euro. Michele Sansone, Country Manager di iBanFirst in Italia ha dichiarato: “Ormai anche in Italia il tema della digitalizzazione non ha più confini. Anche l’operatività delle nostre PMI verrà sempre più semplificata dall’ausilio del digitale che velocizza gli interi processi, abbattendo i costi fissi. Con iBanFirst siamo riusciti a intercettare questo trend nel mercato, annullando l’operatività spesso macchinosa della sala cambi e portando ai nostri clienti un vantaggio in termini di tempo e costi, operando in piena trasparenza”.

La nuova immagine aziendale, più audace e potente, abbraccia il suo nuovo posizionamento. Il nuovo sito web, il logo rinnovato e la nuova combinazione di colori nero e viola simboleggiano la potenza e l’audacia del gruppo, che ora genera un volume di transazioni mensili pari a 1,4 miliardi di euro ed è appena stato inserito dal Financial Times tra le aziende a più rapida crescita in Europa (FT 1000) per il quarto anno consecutivo. iBanFirst ha adottato anche un nuovo motto “Trust beyond borders”. In un momento in cui le incertezze economiche e i rischi valutari non sono mai stati così grandi per le aziende coinvolte nel commercio internazionale, iBanFirst rivela il suo principale punto di forza: affermarsi con successo come partner di fiducia per migliaia di aziende, combinando la potenza della sua piattaforma con l’esperienza dei migliori specialisti FX. Uno studio esclusivo di Bain dimostra che iBanFirst ha uno dei punteggi di soddisfazione e raccomandazione più alti della sua categoria (NPS di 63).

Pierre-Antoine Dusoulier, CEO e fondatore di iBanFirst, ha dichiarato: “In meno di 10 anni, iBanFirst ha dimostrato che è possibile reinventare i servizi di pagamento internazionali a disposizione delle imprese. Investendo oltre il 20% del proprio budget annuale in tecnologia, iBanFirst ha creato un’interfaccia potente e intuitiva e ha sviluppato un ecosistema unico con banche di primo livello per affermarsi come alleato fidato di CEO e CFO. Oggi, la nuova brand identity riflette il nostro nuovo profilo di leadership e le nostre ambizioni. Il mercato internazionale dei pagamenti ha visto un cambiamento storico negli ultimi anni. Questo è solo l’inizio. Abbiamo tutte le carte in regola per diventare la prima alternativa europea per i pagamenti transfrontalieri B2B”.

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il fratello Paolo: c’è un miglioramento

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il fratello Paolo: c’è un miglioramento




Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele, il fratello Paolo: c’è un miglioramento




















Milano, 6 apr. (askanews) – Silvio Berlusconi “Sta riposando. Siamo più sollevati, c’è un miglioramento. Siamo fiduciosi”, lo ha detto Paolo Berlusconi ai giornalisti davanti all’ospedale San Raffaele dove è ricoverato suo fratello, il leader di Forza Italia. Berlusconi è ricoverato da mercoledì nel reparto di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano dove è arrivato per affaticamento respiratorio. Ha iniziato da ieri un ciclo di chemioterapia per curare la leucemia eosinofila che gli è stata diagnosticata. Il primo bollettino medico firmato dal professor Alberto Zangrillo e dal professor Fabio Ciceri ha specificato la diagnosi di “leucemia mielocitica cronica” e “infezione polmonare”, spiegando che “la strategia terapeutica prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo” e “il ripristino delle condizioni cliniche preesitenti”.

“Siamo veramente consapevoli che è curato nel migliore dei modi. Questo ci da la garanzia che è trattato molto bene”, ha aggiunto Paolo Berlusconi, concludendo: “Quindi siamo fiduciosi che anche questa volta mio fratello uscirà più forte di prima”.

Il Papa ha lavato i piedi a dodici giovani detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo

Il Papa ha lavato i piedi a dodici giovani detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo




Il Papa ha lavato i piedi a dodici giovani detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo




















Città del Vaticano, 6 apr. (askanews) – Papa Francesco ha lavato i piedi a dodici giovani detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma. Lo ha fatto subito dopo l’omelia della messa in Coena Domini del Giovedì Santo, celebrata nella cappella del carcere minorile romano. Un rito antichissimo, che ricorda il gesto del Cristo nel corso dell’ultima cena. Francesco, che ha tenuto l’omelia, malgrado i suoi problemi di deambulazione, ha voluto compiere questo gesto chinandosi, lavando, asciugando e baciando i piedi a dieci giovani ospiti dell’istituto e a due ragazze. Lavare i piedi all’altro, compiere gesti di amore e misericordia come ha fatto Gesù nell’ultima cena non è “un gesto folclorico” ma l’immagine dell’amore di Dio: ha detto il Papa nel corso della sua omelia, durante la celebrazione della messa in Coena Domini, nella cappella del carcere minorile.

Nella sua omelia, tenuta tutta a braccio, Francesco ha ricordato che al tempo del Cristo “chi lavava i piedi erano gli schiavi. Era in lavoro da schiavo”, ha detto. “I discepoli furono sbalorditi quando Gesù fece un lavoro da schiavo”. Un gesto che se fosse capito in profondità, ha aggiunto il Papa, “ci farebbe affrettare “ad aiutarci l’un l’altro” mentre vediamo oggi una società dove “i furbi cercano di fregare l’altro”. “Gesù sa le cose che abbiamo dentro e ci lava i piedi, non si spaventa mai delle nostre debolezze vuole solo accompagnarci e prenderci per mano. Io farò lo stesso gesto, ma non è una cosa folcloristica – ha detto il Papa – pensiamo che è un gesto che esprime come dobbiamo essere noi. Nella società vediamo quanta gente approfitta dell’altro o quante persone sono nell’angolo, ci sono ingiustizie, c’è chi è senza lavoro, malpagato, quante famiglie distrutte. Ognuno di noi – ha concluso il Pontefice – può scivolare ed è per questo che Dio ci dà la dignità di essere peccatori e Gesù ci vuole così e non ci abbandona”.

Cori razzisti nella partita Juventus-Inter: la curva bianconera chiusa contro il Napoli

Cori razzisti nella partita Juventus-Inter: la curva bianconera chiusa contro il Napoli




Cori razzisti nella partita Juventus-Inter: la curva bianconera chiusa contro il Napoli




















Roma, 6 apr. (askanews) – Tre giornate a Cuadrado, una ad Handanovic, una a Lukaku e chiusura della curva della Juve per un turno per cori razzisti. Sono le decisioni del Giudice sportivo dopo il burrascoso finale della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Inter.

Cuadrado, già diffidato, salterà tre turni “perché al termine della partita, a seguito di un diverbio con un calciatore della squadra avversaria, lo strattonava vigorosamente cingendogli le mani al collo e indirizzandogli un pugno al volto (atto, quest’ultimo, rilevato dai collaboratori della Procura federale); veniva diviso a forza dal giocatore avversario grazie all’intervento di alcuni compagni di squadra”, si legge nelle motivazioni del giudice sportivo. Un turno di stop al portiere dell’Inter Samir Handanovic (sentito il Direttore di gara, perché, al termine della partita, a seguito di un diverbio con un calciatore della squadra avversaria, lo strattonava vigorosamente cingendogli le mani al collo; veniva diviso a forza dal giocatore avversario grazie all’intervento di alcuni compagni di squadra) e all’attaccante nerazzurro Romelu Lukaku per la “doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario e per comportamento non regolamentare in campo”. Per Cuadrado e Handanovic anche una ammenda di 10mila euro. La Tribuna Sud dello Stadium, cioè il primo anello della curva, rimarrà vuota per il prossimo turno casalingo, il 23 aprile contro il Napoli. Questa le motivazioni: “Il giudice sportivo, considerato che, come segnalato dal rapporto dei collaboratori della Procura federale, i sostenitori della Società Juventus occupanti il primo anello del settore denominato ‘Tribuna Sud’ levavano, al 35esimo ed al 49esimo del secondo tempo, beceri e insultanti cori e grida di discriminazione razziale nei confronti del calciatore della Società Internazionale Lukaku Bolingoli Romelu; considerato, altresì, che nel suddetto rapporto, i collaboratori della Procura federale dichiaravano che tali gravi manifestazioni di discriminazione razziale, percepite da tutti e tre i rappresentanti della Procura federale dislocati nelle varie parti dell’impianto, provenivano dalla maggioranza dei 5.034 occupanti il predetto settore (primo anello del settore denominato “Tribuna Sud”); ritenuto che, in ragione della gravità, della dimensione e della percezione reale del fenomeno nonché della ripetitività del medesimo, i predetti comportamenti assumono rilevanza disciplinare” (a norma del Codice di Giustizia sportiva), e per questi motivi “delibera di sanzionare la Società Juventus con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato ‘Tribuna Sud’, primo anello, privo di spettatori”.

Edoardo Freddi Int. e Vinopunto3 danno vita al progetto “Vini al cubo”

Edoardo Freddi Int. e Vinopunto3 danno vita al progetto “Vini al cubo”




Edoardo Freddi Int. e Vinopunto3 danno vita al progetto “Vini al cubo”




















Milano, 6 apr. (askanews) – “Creare la prima rete commerciale nel settore vitivinicolo che possa agevolare le aziende nella penetrazione sui mercati e rafforzarne il coordinamento dei canali di vendita, sia nel segmento horeca che nel commercio al dettaglio”. Questo l’obiettivo di “Vini al Cubo”, un progetto nato dalla sinergia tra Edoardo Freddi International, prima realtà italiana di export management nel settore vinicolo, e Vinopunto3, società di consulenza che opera con attività di marketing e coordinamento commerciale nel mondo del vino.

Coordinatore della divisione commerciale è Patrizio Gorini, fondatore di Vinopunto3, con un back office che fa capo ad entrambe le società, “incaricate di supportare e sostenere lo sviluppo del business e le necessità del pre e post-vendita”. Vini al Cubo “infatti prende vita come partner per le aziende vinicole che scelgono di esternalizzare la gestione dei flussi commerciali, in modo da garantire ai diversi stakeholders un controllo organico e trasparente in termini di ordini, vendite, fatturazione e incassi, continuando nel contempo ad amministrare internamente il proprio network di agenti e clienti. Il nuovo progetto “comprende un portfolio di produttori molto prestigiosi, tra cui Azienda Agricola Pratello, Cantina Caldaro, San Patrignano, Castello di Cigognola, Tenute SalvaTerra, Marchesi di Barolo, Piero Mancini, Lea Winery, Tenuta Travaglino, Villa Saletta e Vivera, ed altre in divenire”.

“Condividere esperienze e creare network consente di creare una sinergia vincente per superare le difficoltà e aiutarsi reciprocamente” ha dichiarato Gorini, mentre Freddi ha evidenziato che “creare un network di esperienze e competenze condivise penso possa rivelarsi una scelta vincente per aiutare e sostenere i progetti imprenditoriali di piccoli e grandi produttori vinicoli italiani di qualità”.

Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma

Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma




Caro-voli, esposto della Regione Siciliana alla Procura di Roma




















Roma, 6 apr. (askanews) – Nuovo esposto della Regione per il caro-voli. A firmarlo il governatore della Sicilia, Renato Schifani. Destinataria, questa volta, la Procura della Repubblica di Roma. L’ipotesi è quella della “violazione delle norme sulla concorrenza e conseguente abuso di diritto da parte delle compagnie aeree” e per Ita, in quanto di proprietà del ministero dell’Economia ed esercente un pubblico servizio, anche di “abuso d’ufficio”.

L’esposto è stato inviato per conoscenza anche all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (alla quale la Regione ha già presentato altri due esposti più un’integrazione), al ministro delle Infrastrutture e all’Ente nazionale per l’aviazione civile. “È di palmare evidenza – si legge nel documento – che se le compagnie aeree, in una determinata tratta ove la domanda di voli in un certo periodo dell’anno è superiore all’offerta, operano tutte quante contemporaneamente, tacitamente e consapevolmente, la rarefazione dei voli a tariffe più vantaggiose (attraverso il contingentamento del numero degli stessi) ed una offerta a seguire (e parallela fra le Compagnie) degli stessi voli a costi progressivamente innalzati, apparentemente rispettano le norme sulla concorrenza, ma concretamente abusano del proprio diritto all’esercizio dell’attività imprenditoriale a svantaggio del diritto all’equo costo della mobilità per i viaggiatori che dovrebbero avvalersi degli effetti benèfici della liberalizzazione dei costi dovuti al mercato ove opera la libera concorrenza”.

Per la Regione, la situazione è ancora “più grave se esercitata da una Compagnia privata di proprietà del ministero dell’Economia, esercente un pubblico servizio, che attraverso tali ipotizzate violazioni possono arrecare ingiusti vantaggi patrimoniali al proprio bilancio ed ingiusti svantaggi patrimoniali ai viaggiatori”. Per il presidente della Regione la “situazione è aggravata dalla condizione di insularità della Sicilia che limita già a monte le possibilità di scelta dei mezzi di trasporto da parte dei viaggiatori”. Una condizione di svantaggio territoriale che – si legge nell’esposto – “è ancora più marcata per i nativi o residenti dell’Isola che in determinati periodi dell’anno (in verità sempre più spesso fortunatamente per il turismo) si trovano a dovere pagare il costo della mobilità allo stesso prezzo di tutti gli altri viaggiatori e, addirittura, in concorrenza con loro”.

“Il principio della concorrenza concretamente attuato dalle Compagnie – prosegue il documento – alla fine sembra più un esercizio di velocità per i consumatori che possono prenotare con largo anticipo piuttosto che un principio di mercato libero che dovrebbe garantire in primo luogo il diritto alla mobilità da parte dei soggetti appartenenti alla comunità svantaggiata di nativi o residenti di un’Isola”. La Regione si riserva fin da ora, nel caso in cui la Procura dovesse accertare fatti penalmente rilevanti, di costituirsi parte civile nel procedimento.

Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”

Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”




Inchiesta:”migranti in gabbia e impasticcati,Cpr violano diritti”




















Roma, 6 apr. (askanews) – Rinchiusi in attesa di essere rimpatriati e nel frattempo ‘impasticcati’ con psicofarmaci, in strutture di “detenzione” che diventano “non luoghi” sospesi nel tempo, “peggiori delle carceri”, “gabbie” dove i diritti umani sono “calpestati” con la sedazione che funge da “strumento” di controllo. E’ con queste parole che gli autori di un’inchiesta con dati inediti di Altreconomia sull’uso degli psicofarmaci nei Cpr descrivono, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, le strutture di cui oggi si vorrebbe dotare ogni Regione italiana. Una conferenza stampa voluta dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi e dal segretario di +Europa Riccardo Magi, entrambi sostenitori della necessità che i Cpr vengano invece “chiusi”.

“Nel 2022 sono transitate circa 6mila persone per un tempo di permanenza che va dai 15 giorni ad oltre due mesi – ha ricordato Luca Rondi – sono giorni tutti uguali, non sono previste attività e un operatore che abbiamo intervistato ci ha raccontato che gli psicofarmaci sono lo strumento per stordire le persone: mangiano meno, fanno meno casino e pretendono meno i loro diritti, e ha aggiunto che all’ente gestore costa di meno lo psicofarmaco che il cibo”. L’inchiesta ha proprio cercato di quantificare le spese in farmaci e capire cosa venisse somministrato ai “detenuti” nei Cpr. Persone che, ha sottolineato Ilaria Cucchi, “vengono tenute come animali senza aver commesso alcun reato” con l’unica ‘colpa’ di essere fuggiti “da guerre e fame” per trovare “disinteresse, violazione di diritti e la morte”, come Wissem Ben Abdel Latif, 26 anni, arrivato dal Cpr di Ponte Galeria e deceduto all’ospedale San Camillo di Roma su cui “c’è un’inchiesta aperta. Indagati sono medici e infermieri ma non si guarda da dove lui sia partito per arrivare lì”.

Dai dati delle Asl e delle prefetture (ottenuti solo “in parte” a causa della “scarsa trasparenza”) e dal confronto con quelli ottenuti “da un servizio dell’Asl di Vercelli che si occupa di una popolazione sovrapponibile”, emerge che la “percentuale di spese in psicofarmaci al Corelli di Milano è 160 volte più alta, a Roma la spesa è 127,5 volte più alta, al ‘Brunelleschi’ di Torino 110, a Caltanissetta 30 volte e a Macomer 25 volte più alta”. Dunque una “spesa elevatissima” a fronte della assenza nei Cpr di personale specializzato sanitario ‘sostituito’ da “personale assunto dagli enti gestori il cui ruolo di monitoraggio è spesso carente se non assente”. Ma quali e quanti psicofarmaci vengono somministrati? L’inchiesta ha rilevato un’elevata quantità di farmaci per gravi disturbi di ansia e insonnia: a Roma in 3 anni sono state acquistate 3.400 compresse di Tavor su un totale di 2.800 persone passate dal centro e poi c’è il Tranquirit e il Valium. Stessa situazione negli altri Cpr. A Torino la spesa in Rivotril, dal 2017 al 2019, è di 3.348 euro, quasi il 15% del totale (22.128 euro); a Caltanissetta tra il 2021 e il 2022 sono state acquistate 21.300 compresse di Rivotril a fronte di 574 persone, “mediamente 37 pastiglie a testa”.

A questi si aggiungono gli antipsicotici e antiepilettici e altri farmaci, antidolorifici e gastroprotettori che danno la misura del “malessere” in questi centri. A Roma, a Ponte Galeria, sono state acquistate 154.500 pastiglie di buscopan, una media di 36 pastiglie a testa, un ciclo normale il massimo è 15″. Incrociando i dati delle prefetture e delle Asl, ha aggiunto Lorenzo Figoni, è venuto fuori che a Milano, a fronte di acquisti ingenti di psicofarmaci, in più di un anno, da ottobre 2021 a dicembre 2022, le visite psichiatriche effettuate nel Cpr erano state solo 8.

L’inchiesta evidenzia in modo efficace che se da una parte il trattenimento deve avvenire solo a seguito di un certificato di idoneità alla vita in comunità, l’uso sproporzionato di psicofarmaci e le patologie psichiatriche che sottendono contrastano con un profilo idoneo ad essere trattenuto nei centri. “La nostra è solo l’ultima inchiesta che denuncia le criticità di questi centri in cui l’abuso degli psicofarmaci è solo uno degli aspetti. Oltre 30 persone hanno trovato la morte negli ultimi 25 anni nei Cpr e ad altrettante hanno rovinato la vita”. Figoni ha messo in guardia dai Sindaci che pensano di aprire dei Cpr sostenendo che sarebbero “diversi” come ha fatto il “Sindaco Sala a Milano: quello che è emerso è che non è così, non sono diversi e fa paura pensare che ci siano ragionamenti simili da parte di altri sindaci, come a Firenze” perché i Cpr sono “strutture incompatibili con il rispetto dei diritti umani”. Dal 2016 ad oggi per i Centri per il rimpatrio sono transitate oltre 35.600 persone. Un sistema, ha sottolineato Rondi, su cui il governo vuole continuare ad investire con 42,5 milioni di euro per ampliare entro il 2025 la rete dei nove Cpr già attivi con l’obiettivo di realizzarne almeno uno per Regione mentre il dl Cutro attualmente all’esame del Senato sono previste procedure semplificate per la costruzione di queste strutture.