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Superbonus, Toti: in Liguria pronti ad aprire tavolo con edili

Superbonus, Toti: in Liguria pronti ad aprire tavolo con edili




Superbonus, Toti: in Liguria pronti ad aprire tavolo con edili – askanews.it




















Genova, 5 apr. (askanews) – “Siamo pronti ad aprire un tavolo di lavoro con le categorie degli edili per valutare eventuali misure di carattere regionale per venire incontro alle esigenze delle imprese”. Lo ha annunciato in una nota il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che questa sera ha incontrato una rappresentanza degli edili nel palazzo della Regione dopo la protesta di oggi a Genova contro il taglio del Suerbonus che ha creato gravissimi disagi alla viabilità cittadina.

“Condividerò – ha aggiunto il presidente della Regione Liguria – le proposte che ci verranno consegnate nelle prossime ore anche con i governatori delle altre Regioni e con il governo stesso, ben comprendendo il momento difficile che vivono le aziende e allo stesso tempo la difficoltà dell’esecutivo di mantenere un equilibrio nei conti dello Stato” “Pur comprendendo anche l’esasperazione di chi vede a rischio la propria attività o il proprio posto di lavoro – ha concluso Toti – ho ribadito che sono inaccettabili forme di protesta che penalizzano cittadini, famiglie e imprese genovesi, invitando i manifestanti di oggi a scegliere forme di protesta maggiormente rispettose della vita altrui e ribadendo loro che le porte della Regione e delle istituzioni cittadine più in generale saranno sempre aperte per un confronto costruttivo se non si ripeteranno nuove proteste come quella di oggi”.

Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr

Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr




Ecco tutte le novità del decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Misure per ridurre i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di Spid, stabilizzazione del personale di Regioni e Comuni che opera su progetti europei legati alle politiche di coesione, possibilità di affidare a pensioni incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioniPrimo via libera al decreto legge che rafforza la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza, un Piano per il posizionamento di defibrillatori in vista del Giubileo del 2025, proroga al 31 dicembre 2023 per l’attuazione della legge Cartabia sull’ordinamento giudiziario. Sono le principali novità introdotte nel decreto legge sul rafforzamento della governance del Pnrr nel corso dell’esame della Commissione bilancio del Senato. La prossima settimana, a partire da mercoledì, il decreto approda il Aula.

Di seguito le misure approvate in Commissione. Spid – Un contributo di 40 milioni di euro è riconosciuto ai gestori di identità digitale a fronte di adeguamenti tecnologici per il miglioramento della qualità dei servizi. La norma è contenuta in un emendamento del governo al decreto approvato in Commissione bilancio del Senato. Con un emendamento del governo approvato in Commissione è previsto che, per raggiungere i target previsti dalla missione 1 del Pnrr (digitalizzazione, innovazione, competitività), in sede di rinnovo degli accreditamenti da parte di AgID, i gestori di Spid, oltre ai servizi già erogati, garantiscano la verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente e provvedano agli adeguatementi tecnologici per assicurare l’innalzamento dei livelli di servizio, della loro sicurezza e interoperabilità. Per questi ulteriori impegni viene erogato il contributo.

Riduzione dei tempi di pagamento – Un emendamento del governo prevede che le amministrazioni centrali dello Stato adottino misure, anche organizzative, finalizzate all’efficientamento dei processi di spesa, dandone conto alla Ragioneria generale dello Stato. Si introducono anche incentivi economici ai dirigenti pubblici responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali che raggiugono gli obiettivi di riduzione dei tempi di pagamento. Incarichi di vertice enti pubblici a pensionati – Si amplia la possibilità di affidare incarichi di vertice di enti pubblici a personale in quiescenza. Lo prevede un emendamento del governo al decreto approvato in Commissione bilancio al Senato. Il testo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri prevede già la possibilità di affidare incarichi di vertice in enti delle amministrazioni centrali a pensionati, previo parere delle Commissioni parlamentari. L’emendamento estende questa possibilità agli incarichi per i quali è prevista l’informativa alle Commissioni parlamentari (quindi non il parere). Tra questi enti figura l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza.

Stabilizzazione personale enti territoriali – Regioni e enti locali possono procedere alla stabilizzazione di personale assunto a tempo determinato per progetti europei che riguardano la programmazione 2014-2020 e 2021-2027 delle politiche di coesione. Lo prevede un emendamento parlamentare al decreto sul Pnrr (presentato dal Pd), riformulato dal governo e approvato in Commissione. La misura riguarda i soggetti che abbiamo lavorato da almeno 24 mesi, anche presso amministrazioni diverse. Opere Giubileo – Via libera a norme volte alla realizzazione di opere per il Giubileo del 2025 senza barriere architettoniche e alla predisposizione di un piano per il posizionamento dei fibrillatori considerato il flusso di pellegrini e l’eventualità di interventi di soccorso. Con un emendamento del governo approvato viene disposto che i lavori legati al Giubileo, qualificati come essenziali e indifferibili, devono essere realizzati con i metodi e le tecniche della ‘progettazione universale’, quindi con l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche. Rientrano in queste opere il sottovia di piazza Pia, piazza Risorgimento, la riqualificazione dello spazio antistante la basilica di San Giovanni e di piazza dei Cinquecento e zone adiacenti, il rinnovo dell’infrastruttura della metro A di Roma.

Con un altro emendamento del governo viene previsto un piano per il posizionamento di totem con defibrillatori, teleconnessi al numero 118, in considerazione dei flussi di pellegrini e delle eventuali situazioni di soccorso per problemi cardiaci che potrebbero verificarsi. Controlli Mimit – Previsto il rafforzamento dei controlli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sui crediti di imposta relativi all’investimento ‘Transizione 4.0’ del Pnrr, attraverso una convenzione con l’Agenzia delle Entrate. La misura è volta ad agevolare lo scambio di dati e informazioni rilevanti per le attività di controllo. Legge Cartabia – Sono prorogati al 31 dicembre 2023, dal 30 giugno 2023, i termini per l’adotazione dei decreti attuativi della delega sull’ordinamento giudiziario. Banda larga – Con un emendmento parlamentare (primo firmatario Pietro Patton delle Autonomie) viene disposta la proroga di 24 mesi dei termini relativi a permessi, concessioni, certificati, attestati o autorizzazioni relativi ai lavori per la banda larga e ultralarga. Portovesme: con un altro emendamento parlamentare presentato dal M5S sono estesi a Portovesme i sostegni previsti per le imprese energivore in quanto “unico produttore nazionale di zinco e piombo primari”.

Meloni lascia L’Aquila dopo messa per vittime terremoto 2009

Meloni lascia L’Aquila dopo messa per vittime terremoto 2009




Meloni lascia L’Aquila dopo messa per vittime terremoto 2009 – askanews.it



















L’Aquila, 5 apr. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha lasciato la Chiesa delle anime sante in piazza del Duomo all’Aquila, dove ha assistito alla messa in suffragio delle vittime del sisma del 6 aprile 2009, celebrata dall’arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi.

All’uscita un piccolo applauso diretto alla premier si è levato dai cittadini presenti in Piazza Duomo. La presidente del Consiglio è stata accompagnata all’auto della scorta dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dal governatore della regione Abruzzo, Marco Marsilio.

Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi

Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi




Federvini a Vinitaly: evitare la standardizzazione degli imballaggi – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – “In questa edizione del Vinitaly sono state tante le tematiche che ci hanno visti uniti come comparto a tutela del made in Italy, a partire dalla normativa sugli imballaggi dell’Unione Europea, per la quale auspichiamo che il Governo e i deputati impegnati al Parlamento europeo si mobilitino per evitare la standardizzazione degli imballaggi, a prescindere dal prodotto e dal rapporto tra quest’ultimo e il packaging” Lo ha spiegato la presidente di Federvini, Micaela Pallini, che ha partecipato ad alcuni, importanti, appuntamenti di approfondimento e dibattitodurante la 55esima edizione del Salone internazionale del vino e dei distillati che si è chiuso oggi a Veronafiere.

Secondo Federvini l’omologazione degli imballaggi, così come la priorità assegnata al riuso piuttosto che al riciclo, i tassi di obbligatori di riciclo, gli obiettivi di riutilizzo e i divieti di produzione di alcune tipologie di imballi che emergono dalla proposta di riforma della legislazione che regola gli imballaggi nei Paesi dell’Ue, “rappresentano indirizzi di modifica che rischiano di minare le principali filiere produttive italiane, dall’agroalimentare al turismo”. In particolare la normativa in discussione in sede europea “mostra di penalizzare senza giustificazione valida gli sforzi compiuti dalle imprese del settore vitivinicolo verso l’efficientamento energetico e ambientale, ignorando la valenza identitaria che gli imballaggi ricoprono per prodotti quali vini, spiriti ed aceti”. Per l’associazione che riunisce i principali produttori e importatori di vini, liquori, acquaviti ed aceti “questa normativa andrebbe accompagnata da evidenze scientifiche che tengano conto sia del reale impatto ambientale del riuso rispetto al riciclo, sia del ruolo fondamentale che il packaging in vetro gioca in termini di qualità organolettiche del vino e della sicurezza alimentare stessa del prodotto”.

Meloni e La Russa a L’Aquila per ricordare le vittime del terremoto del 2009

Meloni e La Russa a L’Aquila per ricordare le vittime del terremoto del 2009




Meloni e La Russa a L’Aquila per ricordare le vittime del terremoto del 2009 – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – “Era doveroso esserci, è una terra alla quale sono molto legata, anche politicamente, visto che sono una parlamentare di questo collegio e ho fatto grande lavoro con la Regione per garantire quello che mancava e quello che si poteva fare di più per la ricostruzione. È un territorio che avuto la capacità e la forza di rialzarsi. I segnali che sono stati dati sono molto importanti: qualche giorno fa il Cipes ha sbloccato 50 milioni per la ricostruzione per le scuole e per l’edilizia scolastica. Noi abbiamo messo legge di bilancio 70 milioni di euro, senza emendamenti di risulta, dell’ultimo minuto, lo abbiamo fatto come scelta strategica per garantire la tenuta dei bilanci del territorio perché c’è bisogno di fare di più sulla ricostruzione pubblica. C’è un tema di semplificazione, la ricostruzione avrà gli stessi iter semplificativi che avrà ad esempio il Pnrr. Quindi c’è ancora lavoro da fare siamo impegnati in quello”. Lo ha detto la presidente il consiglio, Giorgia Meloni, arrivando alla Chiesa delle Anime Sante in Piazza Duomo a L’Aquila per assistere alla messa in suffragio delle vittime del sisma del 2009. “La presenza vale di più di qualunque parola”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, lasciando piazza del Duomo all’Aquila dopo che aveva partecipato a una cerimonia in cui è stata scoperta una stele commemorativa al parco della memoria per ricordare le vittime del sisma del 6 aprile 2009. La Russa ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle commemorazione.

Il presidente del Senato è poi tornato brevemente sui suoi passi per salutare la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, arrivata proprio in quel momento per assistere alla messa nella Chiesa delle Anime Sante in suffragio delle vittime.

Il cibo a base vegetale continua a crescere: nel 2022 +3% a volume

Il cibo a base vegetale continua a crescere: nel 2022 +3% a volume




Il cibo a base vegetale continua a crescere: nel 2022 +3% a volume – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – Mentre è ancora caldo il dibattito sul cibo coltivato (o sintetico come viene più spesso impropriamente definito), su cui è recentemente intervenuto anche il governo con un provvedimento, arrivano i dati di mercato di un prodotto nato come alternativa al cibo di origine animale, quello del cibo a base vegetale. Secondo i dati diffusi da Gruppo prodotti a base vegetale di Unione italiana food nel 2022, un anno particolarmente complesso dal punto di vista dei consumi, il comparto è riuscito a crescere a volume del 2,8% mentre a valore, spinto dall’inflazione, la crescita è stata dell’8% toccando 490 milioni.

Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo ai cibi a base di proteine vegetali? La gamma presente sul mercato è molto ampia e si va dai burger e piatti pronti ai gelati e dessert, passando per i prodotti al cucchiaio fermentati alle bevande vegetali: tutti prodotti realizzati partendo da proteine vegetali, ovvero di verdura, legumi, cereali, semi o alghe. Diversi per natura dalla cosiddetta carne sintetica o più correttamente coltivata, come ha tenuto a precisare Lucilla Titta, biologa nutrizionista e ricercatrice presso l’Istituto europeo di oncologia di Milano che è stata chiara: “La scienza nel merito può dir poco su questi alimenti innovativi, del futuro perchè non ci sono ancora e non ci si può pronunciare. Certo la scienza non è contro l’innovazione. Quello che però occorre fare è definire bene questo alimento che è carne coltivata perchè deriva da cellule animali che sono state estratte dall’animale e coltivate in laboratorio ma non c’è nessuna operazione di sintesi”. Diverso il discorso dei prodotti a base vegetale, la cui novità “risiede nel modo in cui ingredienti di origine vegetale vengono usati per creare qualcosa che prima non esisteva e che i consumatori hanno dimostrato apprezzare”, ha aggiunto Titta. In affetti i dati dicono che oggi oltre un italiano su due li acquista con regolarità e il 25% di chi non li ha mai provati dichiara che lo farà. A fronte di un aumento complessivo delle confezioni vendute pari quasi al 3%, spiccano gli incrementi a volume a 2 cifre di burger e piatti pronti (gastronomia e salumi +11,7%); il +2,6% messo a segno da gelati e dessert e la tenuta delle bevande vegetali (+0,4%).

“I plant-based sono entrati nelle scelte alimentari di moltissime famiglie in Italia – ha spiegato Salvatore Castiglione, presidente Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food – Oggi sono oltre 22 milioni i consumatori che li hanno provati e poi inseriti regolarmente nella propria dieta. Una scelta forte e indiscutibilmente consapevole. La ricerca lo conferma: chi li acquista sa bene cosa sono i plant-based e cosa sta mangiando”. In effetti secondo un’indagine Astraricerche per il Gruppo prodotti a base vegetale di Unionfood il 75,5% di chi già conosce questi prodotti sa esattamente di cosa sono fatti i plant-based (con punte dell’80% tra i consumatori abituali e nelle fasce d’età più adulta) e solo l’1,4% dichiara di non saperlo (il restante 23,1% dimostra di avere una conoscenza parziale di questi prodotti). Il merito di tutto questo è attribuibile alle etichette a cui nove consumatori abituali su 10 (8 su 10 per i consumatori in generale) prestano attenzione, dimostrando di sapere esattamente quello che mangiano.

Fra gli italiani che conoscono i plant-based, due su tre li consuma abitualmente e uno su quattro li ha introdotti nel proprio regime alimentare su base settimanale mentre solo 2 su 10 non li hanno mai consumati. Tra le ragioni di questo successo, la bontà (71,3%), la digeribilità (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) e la sostenibilità (70,3%). Spingono il consumo di questi prodotti l’esigenza di variare l’alimentazione quotidiana (41,8%, percentuale che sale tra gli over 55) e la voglia di ridurre il consumo di proteine animali (32,2%). “I plant-based incontrano e appagano le richieste di tanti consumatori – spiega Castiglione – Non dimentichiamo che prodotti come le polpette di melanzane, le panelle di ceci o il latte di mandorle (solo per citarne alcuni) fanno parte da sempre della nostra cultura culinaria. Il mondo delle aziende ha risposto in questi anni a una richiesta crescente del consumatore”.

Anche sulla sostenibilità dei plant-based quasi otto conoscitori su 10 (77,5%) sono concordi. Restano dubbi solo tra un 15,6% che pensa erroneamente che questi prodotti siano realizzati consumando molta acqua e producendo ingenti quantità di anidride carbonica. “È una credenza errata: numerosi studi hanno dimostrato che i prodotti vegetali hanno un ridotto impatto ambientale – conferma Ludovica Principato, professoressa aggregata in Gestione sostenibile di impresa, Università Roma Tre – Il cibo che consumiamo ha un impatto diretto sul Pianeta e sull’uso delle sue risorse naturali: in Italia, l’adozione diffusa di una dieta flexitariana, più ricca di alimenti di origine vegetale (come verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all’attuale regime alimentare seguito nel nostro Paese: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15.000 campi di calcio, anziché 20.000; l’acqua consumata sarebbe pari a 17 km cubi, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600 mila piscine olimpioniche”.

Solinas: estremamente orgogliosi per risultati Sardegna a Vinitaly

Solinas: estremamente orgogliosi per risultati Sardegna a Vinitaly




Solinas: estremamente orgogliosi per risultati Sardegna a Vinitaly – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – “Siamo estremamente orgogliosi dei risultati riportati dalla Sardegna a questa edizione di Vinitaly, vetrina internazionale di prestigio grazie alla quale i nostri produttori si fanno apprezzare dalle migliaia di visitatori e buyers che arrivano da ogni parte del mondo”. Lo afferma il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas.

“Il vino sardo conquista infatti sempre più amatori, grazie alla sua unicità dettata dalle peculiari caratteristiche ambientali dei nostri territori. La Sardegna merita tutta l’attenzione che in questo momento riceve dai mercati europei ed extraeuropei, anche quelli emergenti di Cina e Giappone. Siamo molto fieri dei nostri produttori, che in occasioni come questa trovano il giusto riconoscimento per gli sforzi e la fatica del loro lavoro. Sappiamo bene quante criticità possano esserci nella gestione di un’attività imprenditoriale del settore. La tenacia e l’amore per la propria terra, tipica dei sardi, si ritrovano nei sapori nelle nostre produzioni”, sottolinea il presidente. Tanti i visitatori negli oltre 1.700 metri quadri dello stand della Regione Sardegna, che ha ospitato 72 cantine, delle 110 arrivate dall’Isola a Verona. 79 sono stati i vini sardi premiati e segnalati nella guida 5Stars Wine – the book 2024 e Wine Without Walls di Vinitaly, tra questi il Vermentino di Gallura Docg. Particolare attenzione merita anche la nascita del Consorzio della Vernaccia di Oristano Doc. Si sono distinti anche i vini del Mandrolisai, area che potrebbe presto vedere l’istituzione di un altro consorzio per i vitigni dei suoi territori, in prevalenza Bovale, Cannonau e Monica.

Il Premio “Angelo Betti”, che viene assegnato su indicazione degli assessori dell’Agricoltura delle varie Regioni, è stato assegnato in questa edizione alla Cantina di Santadi di Antonio Pilloni: l’assessore Valeria Satta ha voluto premiare l’impegno e la tenacia dell’imprenditore sulcitano, attivo dal 1974.

Urbanistica, Gualtieri: nuova mappa di Roma scopre 310 quartieri

Urbanistica, Gualtieri: nuova mappa di Roma scopre 310 quartieri




Urbanistica, Gualtieri: nuova mappa di Roma scopre 310 quartieri – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Cambia la mappa di Roma: dalle 155 zone urbanistiche individuate nel 1977 ai 288 quartieri e 22 rioni, 310 aree di cui 115 fuori dal Gra, intorno alle quali si articoleranno gli interventi della strategia della Giunta Gualtieri per la città dei 15 minuti. Questa nuova geografia della città è il risultato di un lavoro di ricognizione promosso dall’Assessorato al Decentramento e alla Città dei 15 minuti, sotto la responsabilità dell’assessore Andrea Catarci, in collaborazione con tutti i Municipi. La ricerca è stata presentata oggi pomeriggio a Roma nel corso della II edizione della conferenza “Roma a portata di mano: la città dei 15 minuti”, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri.

Una sessione di lavoro tra amministratori, esperti, università e realtà sociali per approfondire la conoscenza della città per orientare efficacemente politiche di trasformazione urbana basate sul concetto di prossimità dei servizi da rendere disponibili nelle vicinanze delle abitazioni, per tutti. All’iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, la presidente dell’Assemblea Capitolina Svetlana Celli, l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia, il delegato del sindaco Gualtieri al progetto Fori Walter Tocci, il responsabile dell’Ufficio Clima Zanchini e il direttore della Direzione Decentramento, docente di Economia dell’Università Roma 3 Salvatore Monni. “Quella dei 15 minuti, che molti nella città utilizzano come battuta, non è una politica della viabilità ma un processo di trasformazione cui crediamo e stiamo lavorando con grande energia”, ha spiegato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

“Le zone urbanistiche sono state definite nel 1977 con una delibera – ha ricordato Gualtieri -, sotto la quale troviamo firme curiose come quella dell’allora consigliere Walter Veltroni. Dovremo anche noi arrivare a uno strumento amministrativo per definire gli oltre 300 quartieri e rioni odierni – ha sottolineato Gualtieri – cosa che ci richiederà qualche altro passaggio, ma che sarà fondamentale per finalizzare gli interventi per trasformare Roma sulla scala dei 15 minuti”. “Roma è cambiata completamente rispetto a quella che, sindaco Argan, venne fotografata con la delibera 2982/1977 – ha spiegato l’assessore Catarci -, è tempo che se ne prenda atto e che gli studi e le statistiche, a partire da quelle ufficiali dell’Istat, puntino a leggere gli agglomerati urbani in cui si svolge la vita quotidiana e che in gran numero, 115 su 310, sono situati oltre il Grande Raccordo Anulare”.

“L’obiettivo alla base del modello dei 15 minuti – ha sottolineato Catarci – è la ricucitura di una città frantumata da disuguaglianze socioeconomiche e spaziali che negli ultimi decenni hanno portato alla migrazione interna della popolazione verso il GRA – circa 500 mila residenti nell’anello ferroviario, 1 milione e mezzo tra anello e Gra, 800 mila oltre GRA -, a quella esterna verso i Comuni di un’area metropolitana arrivata a 4,3 milioni”. La città dei 15 minuti, ha aggiunto Catarci “è un modello della prossimità, dell’inclusione, del decentramento, della partecipazione, della contemporaneità che a Roma abbiamo voluto basare su una strategia ambiziosa, agendo da vari livelli – Campidoglio, Municipi, sociale – attraverso interventi locali, programmazione e confronto internazionale, analisi e progetti sperimentali” ha concluso Catarci.

Made in Italy, Valentini (Mimit): aggiunge 20-30% a valore prodotti

Made in Italy, Valentini (Mimit): aggiunge 20-30% a valore prodotti




Made in Italy, Valentini (Mimit): aggiunge 20-30% a valore prodotti – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Il Made in Italy è un “meta brand” cioè un brand che raccoglie in se tutti gli altri brand e che per questo comporta un aumento del 20-30% del valore di un prodotto e che deve essere valorizzato anche per favorire l’attrazione di capitali dall’estero. Lo ha affermato il viceministro alle Imprese e al Made in Italy, Valentino Valentini, secondo quanto riporta un comunicato intervenuto nel corso di una visita allo stabilimento produttivo di Alcantara Spa, azienda produttrice di un materiale hi-tech totalmente prodotto in Italia sulla base di un brevetto giapponese.

“Il cambio di nome da Ministero dello Sviluppo economico a Ministero delle Imprese e del Made in Italy – ha sottolineato Valentini – non è una facile trovata di marketing. Qui in questa azienda abbiamo l’esempio di cosa significhi il valore del marchio, cosa significhi rivendicarlo e coltivarlo. Nel marketing, quando il nome del prodotto, del brand e dell’azienda coincidono sei riuscito a raggiungere il massimo. Noi con il Made in Italy volevamo fare lo stesso: il Made in Italy è un brand vero e proprio che si nutre di tutti gli altri brand, è la somma di tutto quello che le aziende italiane fanno nel mondo. Aziende che costruiscono un immaginario, un insieme di valori, un’emozione”. Dunque, Made in Italy “non è un’indicazione geografica perché ha dietro di sé una carica emotiva e valoriale così forte da renderlo un ‘meta brand’, che si nutre di quello che fanno le imprese e gli imprenditori, di tutti gli altri marchi che sono i nostri ambasciatori. Quindi prende da tutti ma restituisce poi alle aziende un premium calcolato intorno al 20-30%”. Però, ha precisato, “Made in Italy non è un concetto statico, che si ha una volta per tutte ma una mission, è un continuo percorso per migliorarsi, per fare meglio, è una scommessa per il futuro attraverso l’investimento in ricerca e innovazione”. Inoltre, secondo Valentini, che tra le altre ha la delega all’attrazione degli investimenti, “il Made in Italy è un brand non esclusivo ma inclusivo. Nel caso di Alcantara abbiamo fatto un tipo di collaborazione che è una best practice: abbiamo preso un brevetto giapponese e capitali giapponesi, che hanno scommesso sul Made in Italy creando lavoro e benessere. Come governo siamo a disposizione delle imprese, di chi vuole esportare e di chi dall’estero vuole venire in Italia perchè i capitali investiti in Italia possono diventare parte del Made in Italy e rendere molto di più”.

Onu,Massari inaugura mostra multimediale su operazioni sminamento

Onu,Massari inaugura mostra multimediale su operazioni sminamento




Onu,Massari inaugura mostra multimediale su operazioni sminamento – askanews.it




















New York, 5 apr. (askanews) – L’ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite, Maurizio Massari, ha inaugurato martedì pomeriggio, assieme ai rappresentanti delle ambasciate di Germania e Stati Uniti, la mostra multimediale sullo sminamento umanitario co-organizzata con UNMAS, l’agenzia dell’Onu specializzata sul tema.

Il taglio del nastro è avvento a conclusione del simposio “Mine Action Cannot Wait” (L’azione di sminamento non può aspettare), promosso insieme con Vietnam e Cambogia, per commemorare la Giornata Internazionale per l’Azione contro le Mine e gli Ordigni Bellici Inesplosi. L’Italia, che nel 2023 il ruolo di presidente del Mine Action Support Group (MASG), è stata il quinto donatore a livello globale dell’UNMAS. La mostra resterà visitabile per 6 settimane e presenta anche la contaminazione da ordigni esplosivi in Myanmar, Yemen e Ucraina, considerata dall’Onu fra i territori più afflitti dal problema.