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Bce-Eurosistema a marzo -3 mld su stock titoli stato Italia

Bce-Eurosistema a marzo -3 mld su stock titoli stato Italia




Bce-Eurosistema a marzo -3 mld su stock titoli stato Italia – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Lo scorso marzo, il primo mese della manovra di inasprimento quantitativo Bce e Eurosistema delle banche centrali hanno ridotto le loro consistenze di titoli di Stato dell’Italia per l’equivalente di 3,011 miliardi di euro. E’ quanto emerge dai dati diffusi dalla stessa Bce assieme al bilancio consolidato dell’Eurosistema.

La riduzione viene effettuata mediante una manovra “passiva”, in pratica vengono riacquistati solo parte dei titoli accumulati in portafogli che giungono a scadenza, con un ritmo prefissato che per l’insieme di tutti gli asset acquistati con il programma App, di cui fa parte i piano Pspp sui soli titoli di Stato, è pari a 15 miliardi di euro al mese fino a fine giugno. Il ritmo di riduzione degli stock della fase successiva del “quantitative tightening” è ancora da decidere. Lo stock di titoli di Stato dell’Italia nel piano Pspp risulta pari a 441,88 miliardi di euro a fine marzo, a fronte di 444,891 miliardi cui si attestava a fine febbraio.

Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta

Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta




Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il Giappone, per la prima volta nella sua storia post-bellica, ha annunciato che fornirà a paesi amici materiali e attrezzature volti a rafforzare la loro difesa. Ad renderlo noto è stato oggi il capo di gabinetto, portavoce del governo, Hirokazu Matsuno nella quotidiana conferenza stampa.

Si tratta di una deviazione dalla prassi del Giappone, il quale anche in un caso come quello dell’Ucraina è arrivato al massimo a fornire dispositivi non letali come elmetti e giubbotti anti-proiettile. Matsuno ha spiegato che l’obiettivo del programma denominato “Sostegno per rafforzamento alla sicurezza” (OSA). Come i “Sostegni allo sviluppo” (ODA) da sempre distribuiti da Tokyo, è diretto principalmente a paesi in via sviluppo, chge debbano condividere principi come lo stato di diritti e il sistema democratico. I primi beneficiari ipotizzati sono le Filippine e la Malaysia, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Kyodo.

“Rafforzando le capacità di sicurezza e deterrenza (di questi paesi), l’OSA punta ad approfondire la nostra cooperazione di sicurezza con loro per creare un ambiente di sicurezza favorevole per il Giappone”, ha comunicato a sua volta il ministero degli Esteri in un comunicato. La decisione di mettere in campo questo sistema – che presenta profili abbastanza delicati alla luce dei vincoli costituzionali nipponici – sarebbe stata assunta nell’ambito di una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale alla presenza di nove ministri.

I materiali che potrebbero essere inviati, in particolare, sono sistemi di comunicazione satellitare e radar. Non si parla ancora della possibilità di esportare sistemi letali.

Renzi nuovo direttore de “Il Riformista”: raddoppio l’impegno, parlo ai moderati

Renzi nuovo direttore de “Il Riformista”: raddoppio l’impegno, parlo ai moderati




Renzi nuovo direttore de “Il Riformista”: raddoppio l’impegno, parlo ai moderati – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – Il “rapporto tra verità e viralità”, il garantismo e il rapporto tra politica e magistratura. La politica estera. E poi i temi politici cari al Terzo polo: nucleare, innovazione, riforme. Con l’ambizione di “proporre un’agenda diversa” rispetto a quella dell’attuale dibattito e parlare “ai moderati del centrodestra e alle aree del Pd che non si riconoscono in Schlein”. Matteo Renzi descrive così l’indirizzo che vorrà dare a Il Riformista, in una doppia veste di parlamentare e direttore che a chi storce la bocca ricorda fu già di “Veltroni a L’Unità e di Sergio Mattarella al glorioso Il Popolo”. A lui tocca raccogliere il testimone di Piero Sansonetti, che va a dirigere L’Unità: entrambe le testate proprietà di Alfredo Romeo, imprenditore che con la famiglia Renzi ha condiviso il coinvolgimento nell’inchiesta Consip.

La notizia arriva in mattinata, la annuncia un tweet del quotidiano, rilanciato poi da Renzi: “Siamo stati bravissimi a tenere il segreto”, si diverte l’ex premier, rivelando che Giorgia Meloni “è stata la prima a saperlo: resto un suo fiero avversario, ma l’ho chiamata stamattina per dirglielo”. Dunque prima anche di Carlo Calenda, che però “mi sembra entusiasta, ha già ritwittato…”. L’idea, gigioneggia ancora Renzi, arriva da un insospettabile: “Non dirò mai il nome dell’autorevole parlamentare del Pd che ha suggerito a Sansonetti il mio nome per la direzione del Riformista, gli rovinerei la carriera politica… quindi non farò mai il nome di Gianni Cuperlo”. Su quanto guadagnerà, Renzi glissa: “Non ho ancora firmato un contratto, forse guadagnerò un po di più, ma da parlamentare credo nella trasparenza e comunicherò tutto”. L’obiettivo dunque è quello di parlare a quell’area che va “da Fi e Udc ai moderati del Pd che non si riconoscono” nella “sinistra radicale” di Elly Schlein. Lo spazio politico per il Terzo polo sono convinto che ci sia e sia ampio, penso che lo spazio del Riformista debba andare oltre il Terzo polo”. Un obiettivo “in linea con la mia esperienza politica: non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il parlamentare dell’opposizione, continuerò a intervenire in Aula, continuerò a fare quello che facevo prima. Ma ci metto anche un’operazione che per me serve al Paese”.

In un ruolo singolare, considerando il rapporto con i giornalisti, segnato da numerose querele: “Non le ritiro”, afferma Renzi, “e ora semmai rischio di riceverle…”. E arriva anche una doamnda sui rapporti con l’Arabia Saudita, patria del giornalista Kashoggi fatto barabaramente uccidere: “Il mio giudizio su futuro dell’Arabia Saudita fu molto criticato, parlai di nuovo Rinascimento, faccio una scommessa con voi: da qui al 2030 sarete tutti a riconoscere che quel percorso sta portando a un cambimento radicale. E il fatto che l’Arabia Saudita avrebbe assunto una leadership nel percorso di cambiamento e innovazione oggi sta sotto gli occhi di tutti. Se parliamo di geopolitica non ho alcun motivo per cambiare idea”, rivendica Renzi. “Poi come in tanti altri Paesi non c’è un regime di libertà di informazione, come anche in alcuni Paesi d’Europa e io su questo ho sempre parlato nelle sedi opportune”.

La 24esima edizione de La Milanesiana dal 23 maggio al 27 luglio

La 24esima edizione de La Milanesiana dal 23 maggio al 27 luglio




La 24esima edizione de La Milanesiana dal 23 maggio al 27 luglio – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – La 24esima edizione de La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, attraverserà dal 23 maggio al 27 luglio, con un’anteprima il 7 aprile, ben 23 città italiane in 7 diverse regioni, con oltre 60 incontri ed eventi e più di 200 ospiti italiani e internazionali provenienti da diverse discipline.

La Milanesiana si conferma come il più grande festival itinerante europeo che promuove il dialogo tra le arti, intrecciando Letteratura, Musica, Cinema, Scienza, Arte, Filosofia, Teatro, Diritto, Economia, Sport e, per il primo anno, Fumetto, creando riflessioni e approfondimenti. Il tema di questa 24esima edizione è Ritorni, ispirato dallo scrittore nigeriano, Ben Okri. Un tema-mondo per interpretare la cronaca attuale (chi lascia la propria terra sperando di non farci più ritorno, chi parte sognando di tornarci), che abbraccia anche altri nuclei tematici: il rapporto con la natura, quello con l’intelligenza artificiale e quello tra genitori e figli.

La Rosa dipinta da Franco Battiato, che fin dalla prima edizione è il simbolo de La Milanesiana, è stata rielaborata anche quest’anno da Franco Achilli che in onore del nuovo tema l’ha raffigurata avvolta in un uroboro verde, ideale unione tra il tema della Natura e quello del Ritorno. A suggellare l’importanza di questo festival di respiro internazionale, già l’anteprima di venerdì 7 aprile con ospite il grande regista Quentin Tarantino in dialogo con Antonio Monda in occasione dell’uscita del nuovo libro “Cinema speculation” edito da La nave di Teseo (Libreria Mondadori Duomo di Milano, ore 18.00, in collaborazione con La nave di Teseo e Librerie Mondadori).

L’apertura ufficiale della 24esima edizione vede invece il 23 maggio lo straordinario incontro con il Premio Nobel Wole Soyinka, in dialogo con Stefano Salis, e il concerto omaggio di Ramin Bahrami a Giuseppe Verdi per i 210 anni dalla nascita, uno dei tanti importanti anniversari selezionati quest’anno da La Milanesiana. Come in tutte le edizioni, l’arte ricopre un ruolo importante all’interno del Festival che quest’anno ospita ben 8 mostre in tutta Italia, dal 13 giugno al 30 ottobre.

Quest’anno La Milanesiana consegna i seguenti premi: Premio Rosa d’oro della Milanesiana a Abdulrazak Gurnah. Premio SIAE / La Milanesiana a Zerocalcare. Premio Jean-Claude e Nicky Fasquelle / La Milanesiana a Joël Dicker. Premio Omaggio al Maestro / La Milanesiana a Quentin Tarantino e Fatih Akin. Dichiara Elisabetta Sgarbi, Direttore Artistico La Milanesiana: «Al tema dei Ritorni è dedicata la ventiquattresima edizione della Milanesiana. Il suggeritore quest’anno è stato un grande scrittore nigeriano, Ben Okri, poeta, romanziere, pittore, drammaturgo. Dentro questo tema, che tocca la Letteratura, la Storia, la Cronaca, abbiamo ritagliato altri temi, tra loro collegati: “Il Ritorno alla Natura”, declinato nel senso della “Restituzione” alla “Natura”. E, ancora, il ritorno alle proprie origini, nel rapporto tra “Madri, Padri e Figli”, naturali e non. E, infine, il tema della “Intelligenza Artificiale”. Questi temi saranno raccontati in un viaggio in Italia che, accanto alle canoniche sedi della Milanesiana, viaggia in alcuni borghi e città ricchi di storia e suggestioni, fuori dalle rotte più ovvie». Dichiara Giuseppe Sala, Sindaco di Milano: «C’è più di un motivo se il mondo della cultura trova nella Milanesiana un punto di riferimento. La rassegna ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi nel corso degli anni ha sempre trovato il modo per rinnovarsi, cogliendo le trasformazioni della società e accompagnandole con riflessioni e appuntamenti di qualità. Eclettica e versatile, anche l’edizione 2023 della Milanesiana proporrà alla città un palinsesto di eventi e iniziative capaci di attraversare e valorizzare i tanti campi in cui l’arte, il sapere e la conoscenza si articolano e sviluppano, dalla musica alla letteratura, dal cinema alla filosofia, al teatro». Dichiara Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura Comune di Milano: «Da oltre vent’anni la Milanesiana cresce: nell’ampiezza dei temi, nel l’estensione sul territorio, nell’attesa da parte dei cittadini. Ciò che in tutti questi anni è invece rimasto costante è l’attenzione continua verso la qualità del programma da parte di Elisabetta Sgarbi, instancabile ideatrice della rassegna, che ha saputo trasformarla in un laboratorio artistico e culturale che Milano, grata, attende ogni anno come un appuntamento irrinunciabile». Dichiara Francesca Caruso, Assessore all’Autonomia e Cultura Regione Lombardia: «Sono entusiasta e onorata di essere qui oggi, in coincidenza del mio personale “battesimo milanese”, perché credo che questa iniziativa costituisca la perfetta sintesi della mia visione di cultura, che intendo portare avanti nel corso dell’incarico che ho l’onore di ricoprire: uno sguardo che unisce le variegate offerte culturali, andandole ad innestare in una profonda identità territoriale e mantenendone intatta l’essenza, la qualità. La Milanesiana rappresenta anche una rassegna sempre nuova, mai uguale a se stessa e in continuo divenire, un festival curioso di poter sperimentare e affascinato dalla sfida del sapersi rinnovare ampliando i propri orizzonti, non solo geografici. Ringrazio dell’invito Elisabetta Sgarbi, anima di questo straordinario “laboratorio di eccellenza”, alla quale rivolgo i miei più sentiti complimenti per la tenacia e determinazione nell’aver creduto e portato avanti, in questi anni, un’iniziativa di tale spessore e interdisciplinarità». Dichiara Piergaetano Marchetti, Presidente di Bookcity: «La Milanesiana: sempre più un eccezionale polo di attrazione che porta in sempre più numerose località un patrimonio di cultura interdisciplinare, di novità e nel contempo di testimonianze del miglior passato». La Milanesiana è organizzata da Imarts International Music and Arts e Fondazione Elisabetta Sgarbi, con il Patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia.

Enrico Brignano gira “Volevo un figlio maschio” di Neri Parenti

Enrico Brignano gira “Volevo un figlio maschio” di Neri Parenti




Enrico Brignano gira “Volevo un figlio maschio” di Neri Parenti – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Sono in corso a Roma e dintorni le riprese del nuovo film diretto da Neri Parenti con protagonista Enrico Brignano dal titolo “Volevo un figlio maschio”.

Il regista, che firma anche la sceneggiatura con Gianluca Bomprezzi, Manuela D’Angelo e Pier Paolo Piciarelli, dal set dichiara: “Sarà una commedia per tutta la famiglia con un piccolo e inatteso risvolto fantasy. Una piacevolissima sorpresa, come lo sono Enrico Brignano, IBC Movie e Combo International con i quali lavoro per la prima volta. Adesso, l’appuntamento per tutti sarà al cinema”. Ad affiancare Enrico Brignano ci saranno Giulia Bevilacqua e un cast di giovanissimi attori. “Volevo un figlio maschio” è prodotto da Beppe Caschetto per IBC Movie e da Flavia Parnasi per Combo International in associazione con Medusa Film. La fotografia è di Gino Sgreva, le scenografie di Massimo Santomarco, i costumi di Eleonora Rella, il montaggio di Luca Montanari.

“Volevo un figlio maschio” uscirà nei cinema in autunno distribuito da Medusa Film.

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa




Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Ursula von der Leyen è stata chiara, prima di partire con Emmanuel Macron alla volta della Cina: l’Europa s’attende che Pechino eserciti la sua influenza sulla Russia per trovare una via d’uscita politica alla crisi ucraina e che non resti “a metà” o a “mezzo servizio nell’ordine internazionale”. Una dichiarazione tutto sommato morbida, in vista della missione fianco a fianco all’anima più dialogante in Europa rispetto alla vicenda ucraina, cioè il presidente francese. Ma cosa vuole invece Xi Jinping dall’Europa?

Anche in questo senso, le parole arrivate da Pechino sono state abbastanza chiare. “La Cina non è parte della crisi ucraina e noi siamo convinti sostenitori e attivi promotori di una via d’uscita pacifica dalla crisi”, ha detto ieri Mao Ning, la portavoce del ministero degli Esteri cinese nella quotidiana conferenza stampa (oggi sospesa per festività). “Siamo disposti – ha continuato – a comunicare con la parte europea su una soluzione politica alla crisi, ci aspettiamo anche che la parte europea dimostri indipendenza strategica e saggezza politica e compia passi decisi verso il raggiungimento della pace e della stabilità a lungo termine in Europa”. Indipendenza strategica e saggezza politica sono due formule che sintetizzano un concetto che Pechino sta cercando di comunicare dall’inizio del conflitto ucraino: l’Europa non deve rimanere appiattita sugli Stati uniti e sulla Nato. E non si tratta solo della questione ucraina o della Russia, in questo caso: la Cina vede l’Europa schiacciata su Washington nell’ottica del contenimento della sua stessa ascesa.

In un’intervista pubblicata per l’occasione dal giornale sinofono francese Nouvelles d’Europe, l’ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye ha fatto una sintesi delle valutazioni di Pechino rispetto al rapporto con l’Europa. “In primo luogo, gli Stati Uniti hanno intensificato il contenimento della Cina e hanno costretto i loro alleati europei a schierarsi”, ha segnalato Lu. “In secondo luogo – ha proseguito -, le posizioni nell’Ue rispetto alla Cina si sono modificate e alcuni singoli paesi e istituzioni dell’Ue hanno intrapreso azioni sbagliate sulla questione di Taiwan e sulle questioni relative allo Xinjiang, danneggiando seriamente gli interessi fondamentali della Cina”. In terzo luogo, inoltre, “la pandemia di Covid-19 ha gravemente ostacolato gli scambi di personale, approfondendo l’allontanamento e l’incomprensione tra le due parti”. La posizione assunta dalla Cina sull’invasione russa dell’Ucraina ha certamente creato una frattura tra Pechino e l’Europa, che ha messo in evidenza i dissapori emersi durante la pandemia. Questo ha rafforzato la posizione dei “falchi” – rispetto alla questione russa ma anche rispetto alla Cina – i quali sono principalmente a Washington. La Repubblica popolare si è rifiutata di condannare l’attacco russo in sede Onu, ha giustificato le preoccupazioni russe e, anche quando ha presentato la sua iniziativa politica attraverso un “position paper” per la pace, si è mostrata sbilanciata verso Mosca. Non a caso, Xi è andato a incontrare il presidente russo Vladimir Putin, non ha visto invece Volodymyr Zelensky.

In realtà, l’attenzione cinese è più volta a est che a ovest. La questione ucraina ha avuto una ricaduta su quella di Taiwan: l’isola autonoma ha visto l’invasione russa come un preludio dell’invasione cinese e ha rafforzato le sue iniziative politiche per garantirsi il sostegno americano. Washington, dal canto suo, ha avviato una grande iniziativa per rafforzare militarmente i suoi alleati regionali – Giappone e Corea del Sud – e la sua presenza militare nella regione. Per esempio, raggiungendo un accordo per l’aumento del numero di basi nelle Filippine, una delle quali di fronte a Taiwan. Due giorni fa l’alto diplomatico cinese Wang Yi, parlando con l’ex presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo, ha chiesto che Manila “non si allinei” alla “mentalità da guerra fredda” degli Usa. Pechino, insomma, vede il concreto pericolo di entrare nella nuova era del confronto bipolare con gli Usa già accerchiata. E l’accerchiamento non è soltanto militare, ma anche economico. Le catene di approvvigionamento sono un tema cruciale per Pechino, che rischia di trovarsi in una posizione fragile se non tiene il controllo delle rotte. In questo senso fondamentali sono lo Stretto di Taiwan e il Mar cinese meridionale da un lato, ma anche le rotte di terra delle nuove Vie della Seta, che Xi ha cercato di aprire con la specifica iniziativa Belt and Road, volta a unire le due estremità dell’Eurasia. In tal senso, la Cina sa bene che un asse esclusivo con la Russia può essere importante a breve, ma non decisivo e forse addirittura dannoso a medio termine. Basta guardare le carte geografiche: quello Mosca-Pechino è un blocco imponente ma sostanzialmente isolato e senza sbocchi.

Ecco perché, nonostante dissapori e differenze, per la Cina è importante mantenere aperto più che uno spiraglio con l’Europa. In questo senso l’ambasciatore Lu dice una mezza verità quando afferma che “la Cina e la Francia, e la Cina e l’Europa sono separate l’una dall’altra nel continente eurasiatico, e non c’è alcun conflitto di interessi o contraddizione fondamentale tra le due parti”. Non è infatti del tutto vero che Cina ed Europa siano lontane nel continente euroasiatico: sono anzi in una relazione stretta, seconda solo probabilmente a quella che si venne a creare con l’Impero mongolo nel XIII secolo. E’ invece certamente vero dal punto di vista di Pechino che “rafforzare la cooperazione sulla base dell’uguaglianza e della fiducia reciproca è conforme a gli interessi comuni di entrambe le parti ed è anche favorevole alla pace e alla stabilità nel mondo”. Bisogna capire, però, se e quanto l’Europa sia in grado di assumere una posizione autonoma rispetto alle strategie del suo principale partner e garante si dicurezza, cioè gli Usa, che vedono in Pechino il principale rivale strategico e quindi remano in tutt’altra direzione. (di Antonio Moscatello)

Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli

Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli




Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Venerdí prossimo, 7 aprile, alle 10,30 si terrà una conferenza stampa di Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra , sul progetto del Ponte sullo Stretto, a Messina, in Via Circuito 135, località Torre Faro, nei pressi della Pizzeria Gitano’s.

Alla Conferenza stampa, assieme ad Angelo Bonelli, parteciperanno esponenti dei comitati NO Ponte, il portavoce di Europa Verde Sicilia Mauro Mangano, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, i rappresentanti di Europa Verde di Reggio Calabria. In caso di maltempo l’incontro con i giornalisti si svolgerà nei locali del Parco Horcynus Orca, Largo Senatore Francesco Arena, Capo Peloro.

Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez

Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez




Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Tra i temi discussi dalla presiodente del Consiglio Giorgia Meloni nell’incontro con il premier spagnolo, Pedro Sanchez, a palazzo Chigi c’è stato quello della immigrazione: “Riteniamo molto importante su questo il cambio di passo dell’Europa che guarda con più attenzione alla difesa dei confini esterni, ma conveniamo che al prossimo Consiglio europeo di giugno ci siano avanzamenti concreti con risposte immediate ed efficaci, a partire da investimenti e stanziamenti per i Paesi del Nord Africa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del colloquio con Sanchez. “Per parte italiana, ma anche per parte spagnola, il tema dell’immigrazione – ha sottolineato Meloni – è un tema molto importante. Su questo, lo abbiamo detto molte volte, il cambio di passo di una Europa che oggi guarda con molta più attenzione alla difesa dei suoi confini esterni è importante, ma conveniamo che nel prossimo consiglio di giugno di spossa fare stato degli avanzamenti concreti della Commissione europea sulle iniziative che è necessario portare avanti a cominciare dagli investimenti fondamentali per cooperare e trovare soluzioni strutturali con i Paesi del Nord Africa”.

Durante il bilaterale si è discusso dell’Ucraina “non solo ribadendo pieno sostegno alla causa” perché “continueremo a garantire un sostegno a 360 gradi a Zelensky finché sarà necessario” ma “ragioniamo anche su come favorire una pace giusta e rispettosa dell’integrità ucraina”. L’Italia chiede che la riforma della governance europea “punti sulla crescita più che sulla stabilità”, “crediamo sia fondamentale portare a casa questa riforma entro la fine dell’anno e daremo il nostro pieno sostegno a Sanchez” e al semestre di presidenza spagnola “per questo obiettivo”.

Per Giorgia Meloni “bisogna fare attenzione a che non si percepiscano due pesi e due misure, due velocità sull’attuazione delle decisioni” prese in Europa: “Come si è proceduto velocemente sull’allentamento degli aiuti di Stato che era caro ad alcuni Stati, confidiamo nella stessa velocità per una piena flessibilità nell’utilizzo dei fondi esistenti e sul fondo sovrano per sostenere le industrie europee”. “Sono molto lieta di questo incontro. Molte sono le materie sulle quali Italia e Spagna si trovano ad affrontare lo stesso punto di vista e molte sono le convergenze che già in questi mesi all’interno del Consiglio europeo abbiamo spesso trovato su diverse materie. Particolarmente questo rapporto diventa importante nel momento in cui la Spagna si prepara ad assumere la presidenza di turno del Consiglio europeo e credo che fosse particolarmente importante per noi attraverso questo incontro fare lo stato dell’arte sulla sintonia tra le nostre nazioni, sulla necessità che l’Europa, in una fase così delicata sulle materie che discutiamo, dia risposte efficaci e immediate” ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”




Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice” – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Pechino per una visita di Stato di tre giorni. Parlando con i giornalisti, il leader francese ha affermato che chiunque aiuti la Russia, “aggressore” nel conflitto ucraino, diventerebbe un “complice”. “Abbiamo deciso fin dall’inizio del conflitto di aiutare la vittima, e abbiamo anche chiarito che chiunque aiuti l’aggressore sarebbe un complice in violazione del diritto internazionale”, ha specificato Macron nella capitale cinese.

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia




A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – La sicurezza dell’Atlantico settentrionale passa ormai anche dall’Indo-Pacifico. Non ci sono più dubbi, su questo, a Bruxelles. Sia la Nato che l’Unione europea continuano a guardare con sempre maggiore attenzione al quadrante orientale come alla fonte della principale minaccia strategica globale del prossimo futuro. A preoccupare è, soprattutto, il rapporto tra la Cina e la Russia, che impone “un rafforzamento del partenariato strategico” con i Paesi dell’area: “in un mondo più pericoloso e meno prevedibile, è ancora più evidente che la sicurezza non sia una questione regionale, ma globale”, ha confermato oggi il leader della Nato, Jens Stoltenberg. Così, i leader dei Paesi dell’Indo-Pacifico saranno invitati a partecipare al summit della Nato a Vilnius, in Lituania, il prossimo 11 e 12 luglio, ha annunciato.

Intanto – e non resterà un caso isolato – una parte dei lavori odierni della ministeriale Esteri dei Paesi membri dell’Alleanza è stata dedicata alle relazioni con i Paesi dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea. Insieme all’Unione europea. Le conseguenze della guerra della Russia contro l’Ucraina “sono globali”: il conflitto ha mostrato “chiaramente” le sue “ramificazioni”, ha spiegato il leader della Nato incontrando i ministri dei Paesi partner nella regione. Ciò che sta accadendo in Europa interessa l’Indo-Pacifico e viceversa, ha sottolineato, avvertendo soprattutto sul rischio che quanto sta accadendo oggi nel Vecchio continente “potrebbe succedere domani nell’Asia orientale”. E “il fatto che Cina e Russia siano sempre più vicine tra loro rende ancora più importante per noi stare insieme come partner e alleati Nato”. Insomma, secondo i Paesi dell’Alleanza atlantica, l’Indo-Pacifico rappresenta una regione che può avere un “impatto diretto sulla sicurezza euro-atlantica”. E in questo quadro, la Cina rappresenta un attore con cui confrontarsi. In ogni senso: cercando di limitare le conseguenze delle sue azioni sulla sicurezza globale con iniziative economiche, diplomatiche e di soft power, ma anche costruendo con Pechino un percorso “costruttivo” comune. “Abbiamo bisogno della Cina per affrontare e risolvere i problemi globali”, ha detto non a caso l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla sede della Nato. Ma “la Cina deve comportarsi come un attore responsabile”, “soprattutto nei confronti della crisi ucraina, che rappresenta una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”, ha avvertito nel giorno dell’arrivo nella capitale cinese della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi avranno domani un incontro con Xi Jinping.

L’inquilino dell’Eliseo non è il primo leader europeo a recarsi a Pechino negli ultimi mesi. Due settimane fa era stato preceduto dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. E prima di loro, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, già nel novembre scorso, si era recato in Cina (tra qualche polemica) per incontrare Xi. Missioni, che al di là del tentativo di Bruxelles di compattare il fronte europeo al cospetto del gigante asiatico, hanno confermato sensibilità diverse, seppur nella convinzione condivisa che Pechino era e resta un interlocutore – economico e finanziario, in primis – con cui fare i conti. E magari qualche fruttuoso contratto. D’altra parte, lo stesso nuovo Concetto strategico della Nato indica per la prima volta la Cina come attore statale da attenzionare nell’ottica di una protezione degli interessi e della sicurezza globale, assieme a Federazione russa, terrorismo, Medio Oriente e Africa del Nord. Così come la progressiva ascesa di Pechino sulla scena internazionale preoccupa non poco l’Unione europea, al punto che delle relazioni tra Cina e Russia l’Ue discuterà proprio con i paesi della regione dell’Indo-Pacifico durante un incontro a Stoccolma a metà maggio. “Siamo attenti a questo sviluppo”, ha detto oggi il ministro degli Esteri svedese Tobia Billström in riferimento all’amicizia russo-cinese, ed è per questo che, come presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, “la Svezia convocherà un incontro tra i ministri degli Esteri dell’Unione europea e quelli della regione dell’Indo-Pacifico, a Stoccolma il 13 maggio”. La Cina, ha concluso Billström, sarà “uno degli argomenti” su cui riflettere e trovare un terreno comune. “È importante che l’Unione europea comprenda le tensioni che si stanno accumulando nella nell’Indo-Pacifico, ma anche le possibilità di cooperazione tra l’Ue e i paesi della regione”. (di Corrado Accaputo)