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Iren: aggiorna piano al 2030, investimenti salgono a 10,5 miliardi

Iren: aggiorna piano al 2030, investimenti salgono a 10,5 miliardi


Iren: aggiorna piano al 2030, investimenti salgono a 10,5 miliardi – askanews.it



Iren: aggiorna piano al 2030, investimenti salgono a 10,5 miliardi – askanews.it


















Milano, 23 mar. (askanews) – Iren aggiorna il piano industriale al 2030 che prevede un ulteriore rafforzamento degli investimenti, pari 10,5 miliardi nei prossimi 8 anni (+200 milioni rispetto al piano 2021-30), e un’accelerazione nella transizione energetica con il raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile a fine piano, anche attraverso la realizzazione di 400 MW di comunità energetiche.

A fine piano, l’ebitda è previsto a 1,87 miliardi (+800 mln rispetto al 2022), con una crescita media annua del 7% grazie a crescita organica, consolidamento e sinergie, l’utile netto a circa 460 milioni (+235 mln sul 2022). Iren conferma la dividend policy fino al 2025 e a seguire un pay-out ratio del 50-60%. Il rapporto posizione finanziaria netta/ebitda è fissato a 2,7 al 2030. Previsto l’ingresso nel gruppo di 3.200 lavoratori. “Oggi, non solo confermiamo i pilastri strategici del piano, ovvero transizione ecologica, territorialità e qualità del servizio, ma siamo in grado di rafforzarli grazie ad un nuovo piano di investimenti di 10,5 miliardi al 2030”, ha commentato l’AD di Iren, Gianni Vittorio Armani. “Le comunità energetiche, l’eolico offshore ed un’ulteriore spinta all’espansione territoriale dei servizi in concessione per aiutare a superare il gap infrastrutturale del Paese sono i tratti distintivi di questo aggiornamento di piano, che si traduce nel raggiungimento di 3,6 GW di capacità rinnovabile gestita e una crescita dell’ebitda a 1,9 miliardi al 2030 prestando al contempo la massima attenzione al mantenimento del giudizio investment grade da parte delle agenzie di rating. Inoltre, abbiamo a disposizione un basket di 1,5 miliardi di ulteriori investimenti già individuati in ambito servizio idrico e ambiente nel sud Italia, da attivare con partner finanziari. Allo stesso tempo, verrà valorizzato al massimo il capitale umano grazie anche all’assunzione di circa 3.200 nuovi lavoratori che entreranno nel perimetro del gruppo.”

Mattarella il 25 aprile a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves

Mattarella il 25 aprile a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves


Mattarella il 25 aprile a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves – askanews.it



Mattarella il 25 aprile a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto l’invito dei sindaci di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves e ha annunciato che verrà in visita nelle tre città in occasione della Festa della Liberazione il prossimo 25 aprile. Lo fa sapere l’ufficio stampa del comune di Cuneo.

L’invito al Presidente era nato dal fatto che Cuneo il prossimo 26 luglio, ricorderà l’ottantesimo anniversario dello storico discorso che Duccio Galimberti fece dal balcone della propria abitazione che si affaccia sulla piazza a lui dedicata, discorso che si trasformò di fatto in una dichiarazione di guerra ai tedeschi. Ucciso dalle bande fasciste nel settembre 1944, per il suo sacrificio, insieme a quello di tanti che parteciparono alla lotta partigiana, Cuneo è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare il 1° agosto 1947. A Borgo San Dalmazzo, Mattarella è stato invitato per visitare MEMO4345 e il Memoriale della Deportazione, sorto a fianco della stazione ferroviaria da cui furono deportati i 357 ebrei (334 stranieri, 23 italiani), tra il settembre 1943 e il febbraio 1944. Borgo San Dalmazzo è, dal 2001, decorata di Medaglia d’Oro al Merito Civile.

Boves il 19 settembre ricorderà gli ottanta anni dall’efferato eccidio compiuto dalle truppe tedesche, il primo sul territorio nazionale, che mise a ferro e fuoco la città. Bruciarono 350 abitazioni e morirono 25 persone, tra cui il parroco don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo. Sorprendendo i sindaci di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Boves, il Presidente Mattarella ha proposto di visitare le tre città in una data altamente significativa per l’Italia tutta, come quella del 25 aprile nell’ottantesimo anniversario dell’inizio della Resistenza. È consuetudine del Presidente infatti, in quella giornata, rendere omaggio ai caduti all’Altare della Patria a Roma e poi recarsi in città simbolo della lotta al nazifascismo.

“Sarà un onore grandissimo per noi poter accogliere il Presidente il prossimo 25 aprile. Ricordare insieme al Presidente gli uomini e le donne che nel periodo della Resistenza pagarono con la propria vita per la difesa della libertà di tutto il popolo cuneese e italiano, non solo conferirà una solennità speciale alle nostre commemorazioni, ma confermerà e rafforzerà il nostro impegno di oggi a difesa delle libertà e dei diritti di ogni persona”, hanno dichiarato i sindaci delle tre città che ospiteranno il presidente, Patrizia Manassero (Cuneo), Roberta Robbione (Borgo San Dalmazzo) e Maurizio Paoletti (Boves), rivolgendo il loro ringraziamento al Prefetto Fabrizia Triolo, per il supporto offerto nel sostenere questo invito.

Qin Gang: per la Cina un ruolo più grande nelle questioni regionali

Qin Gang: per la Cina un ruolo più grande nelle questioni regionali


Qin Gang: per la Cina un ruolo più grande nelle questioni regionali – askanews.it



Qin Gang: per la Cina un ruolo più grande nelle questioni regionali – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – Il ruolo di mediazione svolto dalla Cina nella ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia saudita dimostra come la Cina debba essere più coinvolta nella risoluzione delle questioni di interesse regionale, a partire da quella ucraina. L’ha rivendicato il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ai media ufficiali cinesi.

Qin Gang ha affermato che il mondo si aspetta che la Cina “svolga un ruolo maggiore nella risoluzione dei problemi dei punti caldi regionali” dopo il successo dei suoi sforzi di mediazione tra Iran e Arabia Saudita. Questo vale anche per la crisi ucraina, ha spiegato il ministro a commento della visita del presidente Xi Jinping a Mosca, dove ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin. “Dallo scoppio della crisi ucraina, la Cina ha sempre sostenuto una posizione obiettiva e imparziale, promuovendo attivamente i colloqui di pace”, ha sostenuto Qin. “La Cina non ha né innescato il conflitto né è parte coinvolta nella crisi ucraina, ma una sostenitrice di una soluzione politica e una promotrice di colloqui di pace”.

Secondo Qin, sia la Russia che l’Ucraina hanno accolto con favore gli sforzi cinesi. Invece, “per interessi geopolitici egoistici alcuni paesi ostacolano deliberatamente i colloqui di pace e persino inventano tutti i tipi di voci e falsità per attaccare e screditare la Cina, ma il pubblico sostiene la giustizia”. Il riferimento neanche troppo coperto è agli Stati uniti. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, con altri funzionari americani, ha per settimane sostenuto che Pechino starebbe valutando la possibilità di fornire armi a Mosca. Ma ieri lo stesso Blinken ha affermato che non ci sono prove al momento che forniture del genere siano avvenute.

Qin ancora una volta ha difeso la scelta cinese di non condannare l’invasione russa, ma di restare neutrale nelle sedi internazionali. “La posizione della Cina è chiara e coerente. Tra la pace e la guerra, scegliamo la pace; tra dialogo e sanzioni, scegliamo il dialogo; tra il raffreddamento e l’istigazione, scegliamo il raffreddamento”, ha detto il ministro.

Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko

Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko


Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko – askanews.it



Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko – askanews.it


















Milano, 23 mar. (askanews) – Il eone d’Oro alla carriera della 18esima Mostra Internazionale Architettura della Biennale di Venezia è stato assegnato a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano. La decisione è stata approvata dal Cda della Biennale presieduto da Roberto Cicutto, su proposta della curatrice Lesley Lokko.

“Sembra del tutto appropriato che il Leone d’Oro alla carriera – ha scritto Lokko nella motivazione del riconoscimento – venga assegnato a chi ha al suo attivo una produzione di opere materiali che coprono gli ultimi settanta anni, ma la cui eredità immateriale – approccio, idee, etica – è ancora in via di valutazione, comprensione, celebrazione. Demas Nwoko è tutto in una sola volta: architetto, scultore, designer, scrittore, scenografo, critico e storico. Quando viene interpellato, si riferisce a se stesso come a un “artista-designer”, il che dice molto sia della natura poliglotta dei suoi talenti e delle sue opere, sia dell’interpretazione piuttosto ristretta della parola ‘architetto’ che ha probabilmente tenuto il suo nome fuori dagli annali”. “È stato uno dei primi creativi nigeriani dello spazio e della forma – ha aggiunto la curatrice – a criticare la dipendenza della Nigeria dall’Occidente per i materiali e i beni importati, oltre che per le idee, ed è sempre rimasto impegnato nell’utilizzo delle risorse locali. Sebbene siano relativamente pochi, gli edifici di Nwoko in Nigeria svolgono due ruoli fondamentali. Sono i precursori delle forme di espressione sostenibili, attente alle risorse e culturalmente autentiche, che stanno attraversando il continente africano – e il mondo – e puntano verso il futuro, un risultato non da poco per chi è ancora in gran parte sconosciuto, anche a casa”.

Il principe Demas Nwoko nasce nel 1935 a Idumuje Ugboko, Nigeria, nell’area a governo locale di Aniocha North, Delta State. È figlio dell’Obi (il Re) Nwoko Secondo. Cresciuto a Idumuje Ugboko, si è lasciato ispirare dai complessi architettonici più moderni della sua città e dal Palazzo dell’Obi, disegnato dal nonno. Ulteriori ampliamenti del palazzo furono commissionati dal padre di Nwoko. Ha studiato al Nigerian College of Arts, Science and Technology di Zaria (1957-1961), città dove è diventato tra i più importanti membri fondatori della Zaria Art Society. Questo influente gruppo di artisti, noto come ‘Zaria Rebels’, sosteneva il concetto di ‘sintesi naturale’, coniato dall’artista Uche Okeke per colmare, con temi e narrazioni africane, quella formazione occidentale ricevuta da educatori coloniali. Negli anni ’60 gli Zaria Rebels hanno contribuito, insieme ad altri esponenti della letteratura, del teatro e della musica, all’avanguardia modernista postcoloniale in Nigeria.

Nel 1961 Nwoko ha ottenuto una borsa di studio per il Centre Français du Théâtre di Parigi, dove ha studiato architettura teatrale e scenografia. Dopo l’università è tornato in Nigeria per insegnare presso la neonata Scuola di Recitazione dell’Università di Ibadan. Riunitosi ai colleghi della Zaria Art Society, Nwoko ha successivamente fondato spazi come il Mbari Writers and Artists Club, sviluppando una nuova arte che fonde estetica, forme e processi modernisti africani e occidentali volta a riflettere sullo spirito di indipendenza politica. Nel 1970 ha ricevuto come primo incarico la costruzione dell’Istituto Domenicano di Ibadan, dopo i primi passi mossi nello studio dell’architettura al New Culture Studios di Ibadan alla fine degli anni ’60. Sempre a Ibadan ha fondato il New Culture Studios, centro di formazione per le arti dello spettacolo e del design. Negli anni ’70 ha fondato il New Culture Magazine (non più in produzione) che documentava l’arte e la cultura contemporanea.

La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2023, si terrà sabato 20 maggio 2023 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino

Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino


Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino – askanews.it



Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Sui migranti “io dico, e dico anche al governo italiano che celebra la grande attenzione che ottiene su questo tema, che questa è la strada sbagliata, fanno le domande sbagliate all’Unione europea. Dovrebbero invece chiedere una maggior condivisione della responsabilità dell’accoglienza, e di superare quindi il regolamento di Dublino”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha partecipato questa mattina al pre-vertice del Partito socialista europeo (Pse) a Bruxelles. L’Italia, ha aggiunto, dovrebbe chiedere “una missione europea di ricerca e soccorso in mare, perché dove non ci sono, dove non arrivano purtroppo le motovedette della guardia costiera e le ONG, vediamo tragedie e stragi in mare”.

Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro

Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro


Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro – askanews.it



Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Nel 2022 l’Italia si è confermata primo produttore al mondo di pasta con 3,5 milioni di tonnellate, davanti a Usa e Turchia. Di queste il 61% è destinato all’estero. Infatti sono salite a quasi 2,4 milioni le tonnellate che hanno varcato i confini nazionali, con una crescita del 5,2% sul 2021. Parliamo di 3,7 miliardi di euro a valore, un +31% sul 2021 che riflette i rincari legati alle materie prime e all’energia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Unione italiana Food su dati Istat.

L’export nei Pesi Ue occupa il 65,2% del totale mentre il restante 37,8% riguarda i Paesi non Ue, America, Asia, Africa, Oceania. In valori assoluti, Germania (440.044 tonnellate), Regno Unito (296.578 tonnellate), Francia (267.685 tonnellate), USA (259.470) e Giappone (67.126) sono i mercati più strategici per l’export di pasta italiana. Ma la voglia di spaghetti&co prodotti nel Belpaese registra crescite intorno o superiori al 20% in Canada, Polonia, Malta, Libia e Kenya, superiori al 50% verso Arabia Saudita e Tunisia, e addirittura superiori al 100% per Repubblica di Moldavia, Indonesia, Iraq, Costa d’Avorio e Birmania. Discorso a parte per la Russia, Paese importatore che a seguito del conflitto ha visto contrarsi le quantità del 41,4% dalle 20.955 tonnellate del 2021 alle 12.287 dello scorso anno. A valore si tratta di una contrazione che sfiora il 28% dai 26,3 milioni del 2021 ai 19 del 2022.

In vent’anni sono quasi raddoppiati (54 oggi contro i 30 di allora) i Paesi dove si consuma più di un chilo di pasta pro capite di pasta all’anno. In questa classifica però l’Italia è ben avanti: noi consumiamo una media di 23 chilogrammi di pasta l’anno a testa, contro i 17 della Tunisia, che ci rincorre. Seguono Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg), Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg). “Oggi oltre il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato, contro il 48% nel 2000 e il 5% nel 1955 – afferma Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai italiani di Unione italiana food – Se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo è merito del saper fare centenario dei pastai italiani. Protagonista di infinite ricette antispreco e del giorno dopo, la pasta si conferma un alimento sostenibile, versatile, nutrizionalmente bilanciato e accessibile”.

Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari

Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari


Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari – askanews.it



Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Una delle opere più iconiche dell’arte giapponese, la xilografia della “Grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai, è stata venduta all’asta da Christie’s a New York per 2.76 milioni di dollari, quasi quattro volte la previsione fatta dalla casa d’asta.

La xilografia, che rappresenta barchette di pescatori sotto le acque agitate, con sullo sfondo il monte Fuji, è parte della serie “Trentasei vedute del Monte Fuji” realizzata da Hokusai tra il 1826 e il 1833. Christie’s si aspettava che l’opera sarebbe stata venduta tra 500.000 e 700.000 dollari. Secondo il Wall Street Journal, sei offerenti su sono dati battaglia per 13 minuti facendo levitare il prezzo. L’identità dell’acquirente, inclusa la sua nazionalità, non è stata rivelata.

Hokusai è uno dei maestri della xilografia ukiyo-e, le rappresentazioni del “mondo fluttuante”, che rappresentavano scene della quotidianità, di viaggio o di vita nei bordelli dei quartieri di piacere, oltre a soggetti spiccatamente satirici o erotici. Questa arte caratteristica del periodo Edo (1603-1868) è diventata sinonimo di Giappone – la “Grande onda” è persino rappresentata nei passaporti giapponesi – e ha influenzato molta arte impressionista e pittori come Claude Monet, Edouard Manet, Edgar Degas, Gustav Klimt e Vincent Van Gogh.

Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina

Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina


Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina – askanews.it



Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Sono stati avviati i lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina, parte integrante della nuova potenziata linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina.

La tratta Taormina-Fiumefreddo, spiega una nota del gruppo Fs, rientra nel progetto di raddoppio, velocizzazione e potenziamento tecnologico della Giampilieri-Fiumefreddo, tra i più impegnativi della Catania-Messina, che prevede la realizzazione di 43 km di un nuovo doppio binario, di cui circa 37 km in sotterranea e in variante rispetto all’attuale linea. Gli interventi consentiranno di incrementare il traffico merci e migliorare la mobilità dei viaggiatori siciliani, riducendo di 30 minuti i tempi di viaggio tra Messina e Catania e ponendo le condizioni per sviluppare un servizio di tipo metropolitano. I lavori sono stati affidati da RFI al Raggruppamento Temporaneo di Imprese che vede Webuild come capofila e Pizzarotti, il tutto sotto la direzione lavori di Italferr. L’investimento per l’intera tratta tra Giampilieri e Fiumefreddo è di oltre 2,25 miliardi e per la sua realizzazione saranno impegnate oltre 3mila persone. La nuova potenziata linea Palermo – Catania – Messina, parte integrante del Corridoio Scandinavia- Mediterraneo, ha un valore complessivo di oltre 11 miliardi. L’intervento, realizzato per conto di RFI, con il supporto della società di ingegneria Italferr, sotto l’egida del Commissario straordinario di Governo, beneficia anche di risorse provenienti dal Pnrr.

Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, Mario Bolognari, Sindaco di Taormina, Filippo Palazzo, Commissario straordinario dell’opera, Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo Fs Italiane, e Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. L’evento ha rappresentato anche la prima tappa in Sicilia dei Cantieri Parlanti, progetto ideato dal Gruppo FS Italiane con le società del Polo Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr insieme alle imprese coinvolte nei lavori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Commissario Straordinario di Governo, per raccontare i cantieri ai territori e alle comunità interessate. Presentato anche il nuovo infopoint dedicato agli investimenti ferroviari in Sicilia di RFI e Italferr, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, da oggi nell’atrio di Palazzo Zanca a Messina.

Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati

Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati


Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati – askanews.it



Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Il numero di membri dei clan della yakuza, la “mafia” giapponese, è sceso nel 2022 a circa al minimo storico di 22.400, con un calo di 1.700 unità rispetto all’anno precedente. L’ha reso noto oggi l’Agenzia nazionale di polizia nipponica.

Invece indagati dalla polizia per presunta associazione ai clan yakuza nel 2022 è sceso sotto i 10mila per la prima volta da quando il Giappone ha promulgata la legge contro la criminalità organizzata nel 1991. Le forze dell’ordine hanno da tempo avviato un’azione più deciso per reprimere il fenomeno della yakuza. Lo scorso anno , sono stati indagati su 9.903 membri e fiancheggiatori dei gruppi mafiosi, in calo di 1.832 rispetto all’anno precedente.

Tra gli indagati, 2.141 erano sospettati di violazioni alle leggi contro gli stimolanti e stupefacenti, 1.424 per presunte frodei e 1.142 per aggressioni fisiche. La polizia continua a mantenere i fari accesi, in particolare, per la guerra di mafia che si è determinata tra gruppi rivali in seguito alla scissione avvenuta nel 2015 nell,ambito del principale clan del paese, il potente Yamaguchi-gumi.

Dal gruppo yakuza che conta migliaia di affiliati in tutto il Giappone si è staccata un’ala nella città di Kobe. Particolarmente accesa è la faida che si è determinata tra lo Yamaguchi-gumi e lo Ikeda-gumi, che è un clan associato al Kobe Yamaguchi-gumi. La polizia ha segnalato sette incidenti legati a questa rivalità nel 2022. Il Giappone è considerato un paese molto sicuro. I numeri in generale confermano questa percezione: nel 2022 ci sono state in tutto il paese soltanto nove sparatorie con quattro morti, Uno di questi è stato l’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso con un’arma da fuoco improvvisata durante un comizione per le elezioni politiche per la Camera alta da un singolo.

In totale 321 pistole sono state confiscate dalla polizia nel 2022, 26 in più rispetto all’anno precedente, comprese le armi fatte in casa dall’uomo che ha assassinato Abe. La polizia giapponese ha anche indagato un totale di 9.548 cittadini stranieri durante tutto l’anno, in calo di 1.129 rispetto all’anno precedente a causa delle restrizioni di viaggio dovute alla pandemia di COVID-19. Circa il 60% dei cittadini stranieri indagati proveniva dal Vietnam o dalla Cina.

Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25%

Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25%


Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25% – askanews.it



Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25% – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – La Banca d’Inghilterra ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse sulla sterlina, nella misura di 25 punti base con cui il riferimento sale al 4,25%. La decisione giunge dopo una inattesa riaccelerazione dell’inflazione del Regno Unito, al 10,4% a febbraio, a fronte di un obiettivo della anche per la Bank of England è del 2%.

La decisione, in linea con le attese prevalenti, è stata presa dal direttorio della Boe a maggioranza: due componenti avrebbero voluto lasciare i tassi al 4%, secondo quanto riferisce la stessa istituzione con un comunicato.