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Cina sanziona Lockheed Martin e Raytheon per armi a Taiwan

Cina sanziona Lockheed Martin e Raytheon per armi a TaiwanRoma, 16 feb. (askanews) – Pechino ha deciso di adottare sanzioni contro le compagnie statunitensi Lockheed Martin e Raytheon, di fatto vietando loro ogni attività in Cina, perché queste “hanno pertecipato alla vendita di armi a Taiwan”. Lo si legge in una nota diffusa da Ministero del Commercio cinese.
Le autorità cinesi “hanno deciso di includere Lockheed Martin Corporation e Raytheon Missiles & Defence, che hanno partecipato alla vendita di armi a Taiwan , nell’elenco delle entità inaffidabili”, si legge nella nota.
Alle due compagnie americane “è vietato svolgere attività di importazione ed esportazione relative alla Cina” e viene “proibito effettuare nuovi investimenti in Cina”. Inoltre il provvedimento include un “divieto di ingresso (nel paese) al personale dirigente delle predette imprese”, la cancellazione e la nefgazione di “permessi di lavoro, soggiorno e residenza del suddetto personale dirigente in Cina”; l’”imposizione di ammende (…) il cui importo è il doppio dell’importo del contratto di vendita di armi di ciascuna impresa a Taiwan”.
Nella nota, inoltre, il ministero segnala che se il pagamento delle ammente non avverrà entro 15 giorni a partire da oggi, verranno adottate ulteriori sanzioni contro le due compagnie.
Non è chiaro a livello pratico cosa implichi il provvedimento, visto che alle compagnie produttrici di sistemi d’arma, quali sono Lockheed Martin e Raytheon, che è una controllata di Lockheed Martin, era già stata imposta una serie di blocchi molto vincolanti nel commercio con la Cina anche da parte di Washington.

Urso: imprese Italia possono affrontare tempesta deglobalizzazione

Urso: imprese Italia possono affrontare tempesta deglobalizzazioneRoma, 16 feb. (askanews) – “Questo governo è consapevole” delle sfide date dalla deglobalizzazione “e ha una strategia chiara sul ruolo dell’Italia per attraversare questa tempesta, imprese e il nostro sistema sociale sono più adeguati di altri ad affrontarla. Lo hanno dimostrato con la resilienza e la capacità reattiva e di flessibilità e determinazione che hanno stupito i nostri partner europei nella pandemia”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso alla Cabina di Regia sull’internazionalizzazione.
“L’economia italiana reale e il settore produttivo hanno reagito meglio, anche orientando l’export nei mercati in crescita, di quanto abbiano fatto altre economie significative ed importanti dell’Ue”, ha aggiunto.

Sudcorea adotta definizione della Corea del Nord come “nemico”

Sudcorea adotta definizione della Corea del Nord come “nemico”Roma, 16 feb. (askanews) – Il ministero della Difesa sudcoreano ha fatto riferimento alla Corea del Nord come regime “nemico” nell’ultimo documento di strategia di difesa e sicurezza. Si tratta di una definizione che non veniva adottata da sei anni, segno di un inasprimento dei rapporti alla luce della minaccia nucleare e missilistica di Pyongyang, che si è inasprita.
Il Libro bianco sulla difesa 2022, prodotto dal ministero, inoltre ha descritto il Giappone come “stretto vicino” a rispecchiare un tentativo di Seoul di migliorare i rapporti con Tokyo in vista di tempi peggiori nei rapporti col Nord e sotto la pressione Usa che gradisce un compattamento dei suoi alleati regionali in chiave anti-cinese.
Si tratta del primo documento di definizione della politica di difesa di Seoul da quando, a maggio 2022, il conservatore Yoon Suk-yeol è succeduto alla presidenza a Moon Jae-in, progressista e fautore del disgelo col regime di Kim Jong Un. Il Libro bianco viene stilato ogni due anni.
“Visto che la Corea del Nord ci ha definito come ‘indubbio nemico’ nell’ultima riunione plenaria del Comitato centrale del partito di governo nel dicembre 2022 e continua a porre una minaccia militare senza rinunciare al suo programma nucleare, il regime e i militari di tale regime, vettori di tale minaccia, sono il nostro nemico”, si legge nel documento sudcoreano.
La Corea del Sud ha definito per la prima volta “nemica” la Corea del Nord nel Libro bianco del 1995, quando il regime dell’allora leader Kim Jong Il, padre dell’attuale capo supremo di Pyongyang, minacciò di ridurre Seoul in un “mare di fiamme”. Nel 2004 la definizione fu sostituita da una più morbida e si fece riferimento al regno di Kim come “minaccia militare diretta”.
Dal 2010 al 2016 la definizione di “nemico” tornò, dopo che unità nordcoreane affondarono una corvetta sudcoreana, uccidendo 46 membri dell’equipaggio, e dopo un attacco contro un’isola al confine in cui morirono quattro persone. Solo nel 2018 e in quella del 2020 si tornò all’indicazione più morbida.
Nel documento ultimo, tra l’altro, il capo supremo nordcoreano Kim Jong Un viene chiamato solo per nome, senza titoli ufficiali, mentre nella precedente era definito “presidente della Commissione affari di stato”.
Simmetricamente, nel documento ultimo viene modificata la definizione per il Giappone, che torna a essere “stretto vicino”, come era nel 2018. “La Repubblica di Corea e il Giappne condividono valori e il Giappone è uno stretto paese vicino con cui costruire relazioni cooperative che servano i comuni interessi”, si legge nel documento.
Nella precedente versione il Giappone era definito semplicemente come “un paese vicino” con cui cooperare “non solo per le relazioni bilaterali ma anche per la pace e la prosperità in Asia nordorientale e nel mondo”.

Pais (Sardegna): continuità digitale nuova frontiera coesione Ue

Pais (Sardegna): continuità digitale nuova frontiera coesione UeRoma, 16 feb. (askanews) – “La continuità digitale è la nuova frontiera della coesione dell’Unione europea. Attraverso l’interoperabilità, pensata per favorire e migliorare la qualità della vita dei cittadini dell’Unione, saranno soprattutto i territori periferici, le zone interne soprattutto quelle a rischio spopolamento, e le isole, spesso sacrificate da politiche miopi sui collegamenti, sui trasporti delle persone, delle merci e dell’energia a trarre i maggiori benefici: essi vedranno diminuire il gap che li separa dal centro decisionale e amministrativo dell’Unione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, intervenendo come relatore, a Bruxelles, sull’interoperabilità davanti alla Commissione europea per i problemi economici e monetari (Econ).
Il percorso, iniziato con la relazione di Pais, dovrebbe concludersi nel mese di maggio, con l’approvazione da parte della sessione plenaria del Comitato delle Regioni.
“Auspichiamo entro il 2030 la nascita e lo sviluppo di una rete di amministrazioni pubbliche interconnesse che collaborino strettamente per ridurre l’attuale frammentazione nell’attuazione delle politiche e nel perseguimento degli obiettivi digitali dell’Ue”, ha aggiunto il Presidente Pais.
Per il Presidente Pais il percorso è impegnativo e i tempi sono ridotti: “L’Europa deve prepararsi meglio, effettuare più test di resistenza sulle infrastrutture informatiche, investire in una digitalizzazione sicura che aumenti i collegamenti tra gli Stati membri al fine di ottimizzare la qualità dei servizi pubblici e cogliere significativi vantaggi economici anche per le imprese”.
“In questo progetto di cooperazione, per perseguire obiettivi comuni, grande ruolo devono avere gli Enti territoriali, soprattutto quelli insulari, periferici e quelli interessati dal fenomeno dello spopolamento che devono essere sostenuti in questo loro coinvolgimento prevedendo, prima di tutto, che i costi della transizione digitale non siano tutti a carico delle amministrazioni locali ma che ci sia un sostegno da parte delle autorità nazionali ed europee”, ha concluso.

Tajani: diplomazia economica fondamentale per crescita Italia

Tajani: diplomazia economica fondamentale per crescita ItaliaRoma, 16 feb. (askanews) – “La filosofia del governo è quella di lavorare insieme, non più a compartimenti stagni per fare sì che la politica del Paese sia frutto di un’azione collettiva. E questo si può fare solo se lavoriamo per l’internazionalizzaizone del nostro sistema produttivo che è l’esatto contrario della delocalizzaizone. Rafforzeremo strategicamente questo lavoro, grazie alla presenza italiana nelle ambasciate nel mondo, perché la diplomazia economica è fondamentale per la crescita del Sistema Italia”, lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione.

Abi, Silvia Attanasio designata presidente di Abilab

Abi, Silvia Attanasio designata presidente di AbilabRoma, 16 feb. (askanews) – Il comitato esecutivo dell’Abi, presieduto da Antonio Patuelli, riunitosi a Roma, ha designato quale presidente di Abilab (centro di ricerca per l’innovazione in banca) Silvia Attanasio, dirigente responsabile dell’Ufficio Innovazione dell’Abi. Lo comunica la stessa Associazione bancaria, aggiungendo con un comunicato che la Bce ha informato la Federazione Bancaria Europea (Ebf) di aver accettato la candidatura di Rita Camporeale, direttore centrale responsabile del Servizio Sistemi di pagamento dell’Abi, a far parte, in quota Ebf, del Digital euro scheme rulebook development group (Rdg).

Turismo e sostenibilità: Kel 12, la B Corp italiana del settore

Turismo e sostenibilità: Kel 12, la B Corp italiana del settoreMilano, 16 feb. (askanews) – Un’idea di viaggi culturali che è nata nel 1978 e che tuttora è in buona salute: Kel 12 è un tour operator che, partendo dal Sahara, porta turisti alla ricerca di autenticità in molte aree del mondo. Oggi però è anche il primo operatore del turismo in Italia a essere certificato come B Corp, ossia una Società Benefit che oltre al profitto è chiamata a perseguire anche obiettivi di beneficio comune.
“Per noi la certificazione B Corp – ha detto ad askanews Massimo Grossi, presidente di Kel 12- ha solo ratificato un modo di operare che già avevamo. È chiaro che essere Società Benefit in maniera ufficiale significa sottoporsi anche a una serie di analisi, controlli, e certificazioni e rende il business sicuramente un po’ complicato”.
Se un’idea di turismo responsabile ha sempre accompagnato il progetto di Kel 12, oggi questo impegno viene messo nero su bianco, per esempio attraverso la pubblicazione di un report d’impatto delle azioni intraprese. E tra gli obiettivi, come ci ha detto l’amministratore delegato Gianluca Rubino, c’è anche quello di portare reddito nei Paesi in cui si opera. “Noi facciamo anche molta formazione – ci ha spiegato – per esempio in Namibia stiamo facendo corsi di italiano per le nostre guide; in Algeria compriamo i materiali, come le tende e poi li portiamo sul posto, i nostri tour leader affiancano le guide sempre, facciamo un lavoro in più”.
I numeri, comunque, sono molto positivi: al 30 settembre 2022 Kel 12 ha quasi raggiunto i livelli del 2019 e per il 2023 si prevede di portare il volume d’affari da 13 a 22 milioni di euro. Con l’obiettivo a tre anni di arrivare a 25 milioni.
“A me spiace che Kel 12 sia la prima B Corp Italiana nel turismo – ha aggiunto Rubino – e spero che non sia l’ultima. Perché secondo me proprio noi del turismo dobbiamo perseguire un percorso di sostenibilità, perché per il fatto stesso che viaggiare vuol dire aprirsi ad altre culture e ad altri popoli, vuol dire conoscere, dobbiamo rispettare questo mondo e dobbiamo aiutare a farlo, se non lo facciamo noi nel turismo non vedo che debba farlo”.
Anche perché le tendenze del mercato sono molto chiare. “Siamo convinti – ha concluso Grossi – che in futuro o si è sostenibili o non si è sul mercato: non ci saranno vie di mezzo. E questo è il motivo principale che ci ha portato a fare questa scelta. È un percorso di miglioramento continuo e per noi la certificazione B Corp è, oltre che un onore, un punto di partenza, non certamente un punto d’arrivo o un obiettivo”.
Un punto di partenza per altre scoperte nel mondo, ma anche per un’idea di turismo chiamata a ripensare se stessa.

Ferrero: fatturato consolidato 2022 sale a 14 mld (+10,4%)

Ferrero: fatturato consolidato 2022 sale a 14 mld (+10,4%)Mlo, 16 feb. (askanews) – Il gruppo Ferrero ha chiuso l’esercizio terminato il 31 agosto 2022 con un fatturato consolidato di 14 miliardi di euro, con un incremento del 10,4% rispetto all’anno precedente, quando aveva registrato un fatturato consolidato di 12,7 miliardi di euro. È quanto riporta una nota del gruppo dolciario di Alba dopo l’approvazione del bilancio consolidato da parte della capogruppo Ferrero International.
L’anno fiscale 2021/2022, spiega la nota, è stato caratterizzato da un contesto economico e geopolitico complesso, in cui il gruppo è riuscito a crescere “grazie alla resilienza delle sue persone, dei suoi marchi e del suo modello di business”. A trainare la crescita Stati Uniti e Italia con una aumento del fatturato di marchi iconici come Nutella, Ferrero Rocher, Kinder Bueno e Kinder Joy, accanto al consolidamento delle quote di mercato nella maggior parte dei Paesi.
Il gruppo di Alba ha investito inoltre 830 milioni di euro nell’esercizio chiuso al 31 agosto 2022. “Per sostenere l’innovazione, il gruppo Ferrero – si legge nella nota – ha continuato a incrementare gli investimenti nei suoi marchi iconici, rafforzando contestualmente le attività interne di ricerca e sviluppo. Ha inoltre ampliato la propria capacità produttiva con investimenti totali di 830 milioni di euro. Sull’ammontare totale degli investimenti la parte più significativa è stata focalizzata su immobili, impianti e macchinari (733 milioni di euro), principalmente in Italia, Stati Uniti, Germania e Polonia”.
Al 31 agosto il gruppo era costituito da 109 società consolidate a livello mondiale e 32 stabilimenti produttivi, con una presenza dei propri prodotti in 170 Paesi. L’organico medio è salito a 36.756 unità dai 34.374 dipendenti del 2020/2021. L’organico puntuale al 31 agosto 2022 ammontava a 41.441 dipendenti, in aumento rispetto ai 38.767 al 31 agosto 2021. A fine giugno 2022, è stata inoltre finalizzata l’acquisizione di Fulfill Nutrition, un’azienda di barrette vitaminiche e proteiche di alta qualità. Questa operazione permette a Ferrero di espandersi nel segmento di mercato better-for-you, incontrando le esigenze e le tendenze in evoluzione dei consumatori.

Bce: “Importante iniziare a revocare ora misure su caro energia”

Bce: “Importante iniziare a revocare ora misure su caro energia”Roma, 16 feb. (askanews) – La Bce continua a ripetere che gli interventi pubblici approntati dai governi per proteggere l’economia dall’impatto dal caro energia “dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia”. E che “con l’attenuarsi della crisi energetica è importante iniziare ora a revocare tali interventi tempestivamente in linea con il calo dei prezzi dell’energia e in maniera concordata”. Lo si legge nel Bollettino economico.
Questo messaggio era stato spiegato meglio ieri dalla presidente Christine Lagarde, durante un dibattito al Parlamento europeo. Il timore che ha espresso è che se si ritardasse la revoca queste misure, il loro venir meno avrebbe un effetto inflazionistico sui prossimi anni costringendo, secondo questa teoria, la politica monetaria a mantenersi a livelli restrittivi più a lungo del dovuto.
Peraltro questo messaggio viene sempre accompagnato dalla Bce da un avvertimento sulle conseguenze di una mancata “osservanza”. “Qualsiasi misura che disattenda questi criteri verosimilmente sospingerà al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta”, dice l’istituzione.
Più in generale “le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l’economia più produttiva e a ridurre gradualmente l’elevato livello del debito pubblico”.

Bce: a marzo tassi +50 pb, “poi valuteremo successiva evoluzione”

Bce: a marzo tassi +50 pb, “poi valuteremo successiva evoluzione”Roma, 16 feb. (askanews) – La Bce ribadisce che intende aumentare i tassi di interesse per l’area euro di altri 50 punti base nella prossima riunione operativa del Consiglio direttivo, a marzo, “per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria”. Il messaggio, contenuto nel Bollettino economico appena pubblicato, era stato ripetuto ancora ieri dalla presidente Christine Lagarde, durante un dibattito al Parlamento europeo.
L’istituzione riafferma che “continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine”.
Perché secondo gli intenti dei banchieri centrali, questo inasprimento della linea “ponendo un freno alla domanda farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione e metterà inoltre al riparo dal rischio di un duraturo spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno dipendenti dai dati – si legge – e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.
Anche nell’eurozona l’inflazione ha iniziato a segnare moderazione, portandosi all’8,5% anno a gennaio. Finora, tuttavia, la Bce ha in qualche misura minimizzato questi sviluppi, giusto ieri la presidente Christine Lagarde – prevedendo peraltro che la lettura definitiva di gennaio possa essere ritoccata al rialzo quando verranno inclusi dati sulla Germania – ha rilevato che l’inflazione di fondo, cioè depurata da componenti come energia e alimentari, sta continuando a salire. E che comunque il livello dell’indice resta “ben troppo elevato”.
Generalmente gli analisti si attendono che dopo il rialzo di marzo, sempre che sia effettivamente da 50 punti base, la Bce rallenti la manovra di inasprimento con mosse da 25 punti base o addirittura pause sui rialzi. Se tuttavia il carovita dovesse frenare in maniera più rapida del previsto, questo potrebbe impartire una ulteriore moderazione anche alla stretta della Bce.