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Con etichette allarmistiche vino a rischio export che vale 8,2 mld

Con etichette allarmistiche vino a rischio export che vale 8,2 mldRoma, 17 feb. (askanews) – L’inserimento di scritte allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiarne i consumi mette a rischio il record di 8,2 miliardi fatto segnare dal vino italiano all’estero nel 2024, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge da una proiezione della Coldiretti e di Filiera Italia su dati Istat diffusa in occasione degli Stati generali del settore al Campidoglio a Roma, con l’intervento di Dominga Cotarella, membro della Giunta nazionale Coldiretti. Le esportazioni di vino italiano sono infatti tornate a crescere in valore dopo la battuta d’arresto fatta segnare nel 2023, con gli Stati Uniti che si confermano primo mercato davanti alla Germania.


“La follia tutta ideologica di voler inserire degli alert in etichetta – rileva Coldiretti – oltre ad aumentare la tassazione, avviata due anni fa dall’Irlanda con il placet della Commissione Ue e ora proposta dallo stesso esecutivo di Bruxelles nell’ambito del Documento di lavoro dei servizi della Commissione pubblicato dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante) della Commissione Europea, in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro”. Nell’Ue a 27 finisce il 40% in valore del vino tricolore, pari a circa 3,3 miliardi di euro, ma è chiaro che l’affermarsi a livello globale di posizioni che penalizzano ingiustamente un prodotto con diecimila anni di storia che fa parte della Dieta Mediterranea finirebbe – sottolinea Coldiretti – per incidere su tutto il commercio, andando peraltro a colpire l’impegno del mondo del vino verso la promozione di stili di consumo consapevole, lontano dall’assunzione frenata di alcol, tipica del Nord Europa.


Preoccupazioni che la scorsa settimana sono state espresse della Coldiretti e da Filiera Italia in una lettera al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ai commissari alla Coesione e riforme, Raffaele Fitto, alla Salute Olivér Várhelyi, e all’Agricoltura Cristophe Hansen, poi ribadite a quest’ultimo nel corso di un incontro organizzato da Farm Europe.

Generali, quota complessiva di UniCredit salita al 5,23% (Consob)

Generali, quota complessiva di UniCredit salita al 5,23% (Consob)Milano, 17 feb. (askanews) – La quota complessiva aggregata detenuta da UniCredit in Generali è salita al 5,229% dal precedente 5,118%. Lo si apprende dagli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti. L’aggiornamento della quota nel Leone è datato 10 febbraio.


Nel dettaglio, il 4,184% in diritti di voto, riferibili ad azioni, è rimasto stabile rispetto alla precedente rilevazione, mentre le posizioni lunghe con regolamento fisico sono ora pari allo 0,89% del capitale (da 0,772%), le posizioni lunghe con regolamento in contanti sono lo 0,155% (da 0,162%).

Ft conferma Piemonte sesta regione europea per investimenti esteri

Ft conferma Piemonte sesta regione europea per investimenti esteriMilano, 17 feb. (askanews) – “Il Piemonte si riconferma al sesto posto tra le regioni europee di grandi dimensioni per la sua strategia di attrazione degli investimenti esteri, nella classifica stilata da fDi Intelligence del Financial Times, testata specializzata in investimenti diretti esteri. Questo riconoscimento corona un anno record e conferma la validità della strategia posta in essere da Ceipiemonte nel corso della sua storia. Per la prima volta, anche Torino entra nella Top 10 delle grandi città europee per la capacità di attrarre capitali esteri”. È quanto dichiarato dal professor Dario Peirone, economista e Presidente di Ceipiemonte (Centro Estero per l’Internazionalizzazione, servizi per le imprese piemontesi ed estere che desiderano investire a Torino e in Piemonte), commentando i dati della classifica pubblicata nella nuova edizione del rapporto European Cities and Regions of the Future 2025 del Financial Times.


“È il frutto di un lavoro iniziato nel 2022, che ha portato ai primi risultati nel 2023 e ora si conferma nel 2025. Abbiamo riorganizzato Ceipiemonte, creando una divisione specifica per l’attrazione di investimenti e cercando competenze a livello globale. Abbiamo assunto almeno 20 giovani, tutti under 40 e, in alcuni casi, under 30, con esperienza internazionale. Abbiamo creato forti sinergie con la Regione Piemonte, le Camere di Commercio e le Università, integrando reti istituzionali, commerciali e accademiche” ha aggiunto. “Con una crescita degli investimenti in Piemonte di oltre l’80% negli ultimi quattro anni, i risultati dimostrano l’efficacia del nostro lavoro, basato su un approccio che combina market intelligence, accordi strategici con player internazionali, assistenza puntuale agli investitori e promozione all’estero delle opportunità che il nostro territorio offre. Siamo passati da poche decine di proposte di investimento sul territorio a quasi 500 casi seguiti dal team di attrazione investimenti di Ceipiemonte. Il primo investitore in Piemonte è la Francia, mentre il primo Paese extraeuropeo sono gli Stati Uniti. Gli investimenti, che siamo stati in grado di attirare solo nel 2024, avranno una ricaduta economica di 3,2 miliardi di euro sul territorio piemontese e creeranno 2.000 nuovi posti di lavoro. Parliamo di cifre considerevoli per la Regione Piemonte” ha proseguito l’economista.


“Sicuramente i settori dell’Aerospazio e dell’Automotive sono quelli che hanno attirato i maggiori investimenti. Tuttavia, risultati significativi si sono riscontrati anche nell’agroalimentare, nella meccatronica e nei semiconduttori” ha concluso Peirone.

La Cina guarda con attenzione frattura Usa-Europa su Ucraina

La Cina guarda con attenzione frattura Usa-Europa su UcrainaRoma, 17 feb. (askanews) – A Pechino guardano con molta attenzione le divisioni che si stanno manifestando tra Europa e Stati uniti in merito al percorso per un cessate-il-fuoco in Ucraina, dopo la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove Washington ha fatto capire chiaramente che intende procedere unilateralmente in trattative con Mosca e Kiev per porre termine al conflitto.


Oggi è arrivato un ulteriore segnale di attenzione dalla Cina. Il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun ha ricordato che quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell’instaurazione di relazioni diplomatiche tra Cina ed Europa, in un momento di grande cambiamento del contesto internazionale. “Attualmente, con l’ascesa dell’unilateralismo e del protezionismo e con fattori incerti e instabili che si intrecciano, la comunità internazionale desidera la pace e la stabilità più che mai, attende una relazione sino-europea sana e stabile più che in passato e spera, più che mai, che la cooperazione tra Cina ed Europa diventi una forza costruttiva nel trasformare il mondo”, ha detto Guo. La dichiarazione viene dopo una serie d’interventi molto precisi del ministro degli Esteri Wang Yi, che ha partecipato alla Conferenza di Monaco e ha visitato Irlanda e Gran Bretagna. Il capo della diplomazia cinese, rispetto al pericolo che gli Usa procedano da soli sulla questione ucraina, ha espresso l’opinione che la soluzione della questione ucraina non può prescindere da una partecipazione dell’Europa. “La crisi ucraina si svolge in territorio europeo e l’Europa dovrebbe svolgere un ruolo importante nell’affrontare le cause della crisi”, ha detto Wang.


Anche sulla stampa cinese sono apparse analisi approfondite sulla frattura che si è venuta a determinare tra i partner europei e gli Usa rispetto alla questione ucraina. Cui Hongjian, dell’Istituto di studi avanzati in governo regionale e globale dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, in un’intervista a ThePaper, una testata ufficiale cinese, ha osservato che durante la Conferenza di Monaco di quest’anno sono emerse in maniera esaustiva le “contraddizioni” tra Stati uniti ed Europa. “Anche qualora gli Stati uniti presentassero una cosiddetta ‘proposta’, agli occhi degli europei non sarebbe affatto accettabile”, ha affermato. Cui, in particolare, non vede un’azione decisiva da parte americana. “Gli obiettivi degli Stati uniti sono molto semplici: primo, fermare il conflitto, idealmente attraverso negoziati; secondo, che il processo di soluzione politica sia guidato dagli Stati uniti; terzo, che in questo processo gli Stati uniti non subiscano perdite, ma ottengano quantificabili benefici, inclusi risorse ucraine e un maggiore impegno di responsabilità da parte dell’Europa”. Tuttavia, continua, “in termini concreti, c’è un notevole divario tra gli obiettivi statunitensi e la realtà: gli Stati uniti evitano deliberatamente di affrontare le radici del conflitto tra Russia e Ucraina; per loro il cessate il fuoco non è una questione di principi, ma semplicemente una transazione, senza considerare gli interessi dell’Europa e dell’Ucraina”.


L’osservatore cinese, in questo senso, ha spiegato di aver avuto l’impressione che, durante la Conferenza di Monaco, i padroni di casa europei avessero “invitato” i partner a un banchetto, ma che gli Usa – in particolare il vicepresidente JD Vance – abbiano “cambiato il menù”. Per come ha visto lui i preparativi, “il tema principale dell’organizzazione di quest’anno doveva essere la situazione globale di sicurezza e il problema della ‘multipolarità’, per poi focalizzarsi sull’Ucraina e, da lì, estendere il discorso alla sicurezza in Europa e nel mondo”. Invece, “le conversazioni tra i leader Usa e russi, le dichiarazioni di alcuni alti funzionari statunitensi, e soprattutto il discorso di Vance, hanno completamente scombussolato l’agenda”. Quindi, la conferenza “si è trasformata in un palcoscenico su cui le divergenze politiche tra Europa e Stati uniti hanno preso il sopravvento, oscurando gli argomenti di sicurezza e di politica che il convegno doveva affrontare”.

Ue, Germania scettica su sospensione Patto stabilità su spese difesa

Ue, Germania scettica su sospensione Patto stabilità su spese difesaRoma, 17 feb. (askanews) – La Germania si mostra aperta a deroghe alle regole Ue sui limiti di spesa, relativamente alla difesa, ma esprime “scetticismo” sull’ipotesi di far ricorso alla clausola generale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita, che non sarebbe adatta ad essere utilizzata in questo ambito. Lo ha spiegato il ministro delle finanze, Joerg Kukies, arrivando all’eurogruppo.


“Stiamo valutando tutte le opzioni sul tavolo. Siamo scettici sul fatto che la clausola generale di sospensione (del Patto di stabilità e di crescita) sia sufficientemente operabile, perché richiede ‘una grave evoluzione negativa dell’economia’, che al momento non vediamo – ha spiegato -. Le spese in difesa sono qualcosa di molto diverso rispetto a una svolta economica negativa. Per questo non pensiamo che funzionerebbe. Ma le regole europee prevedono anche deroghe nazionali”. “Dobbiamo vedere una proposta concreta e oggi e domani sarà una buona opportunità per capire cosa stia pensando la Commissione”, ha proseguito. Ad ogni modo “qui non si tratta di eurobond o di finanziamenti comuni – ha chiarito – qui si tratta del fatto di cambiare le regole sul fatto che ogni Stato membro, per conto suo, abbia la flessibilità per il finanziamento che va oltre i livelli concordati a livello Nato, per raggiungere nuovi obiettivi comuni sulle spese in difesa”. (fonte immagine: Europea Union 2025).

Confagricoltura: vino, usare fondi per investimenti e promozione

Confagricoltura: vino, usare fondi per investimenti e promozioneRoma, 17 feb. (askanews) – “L’uso di tutti i fondi per gli investimenti e per la promozione messi a disposizione del settore è fondamentale. L’anno scorso è stato utilizzato soltanto il 73% delle risorse previste dagli interventi settoriali per il vino. Questo non deve più accadere”. Lo ha detto il componente della giunta di Confagricoltura, Alberto Statti, durante gli Stati Generali del Vino, iniziativa ospitata a Roma, in Campidoglio, per un confronto tra imprese e istituzioni sul presente e il futuro della vitivinicoltura.


“Bisogna consentire una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle misure e  nella spesa, riportare le somme non spese all’anno dopo per impiegare le economie residue per gestire eventuali crisi”, ha aggiunto Statti.   “Il vino italiano oggi affronta importanti sfide l’ultima in ordine di tempo quella del rischio di dazi sull’export italiano verso gli Stati Uniti. Fare previsioni su quanto ulteriori tasse penalizzerebbero il nostro export Oltreoceano non è facile. Una cosa è certa, dobbiamo fare di tutto per evitare questa eventualità”, ha commentato l’esponente di Confagricoltura con i giornalisti a margine dell’evento.    Vino vuol dire anche territorio. Territorio messo a dura prova dai cambiamenti climatici. “Dobbiamo prendercene cura anche con l’uso razionale delle risorse naturali, in primis quella idrica che continua ad avere bisogno di infrastrutture adeguate”, ha concluso.   All’Aria Che Tira, programma di approfondimento di La7, si è parlato di una delle importanti novità che interessano il settore, quella dei vini dealcolati. Sull’argomento è intervenuto, in collegamento dal Campidoglio, Salvatore Avallone, esponente della Federazione di settore di Confagricoltura. “Le produzioni senza alcol rappresentano di certo un’opportunità per le imprese, ma ricordiamo che stiamo parlando di una bevanda  per cui occorre lavorare sugli aspetti organolettici che presentano ancora numerose debolezze. Questo deve essere chiaro ai consumatori”.

Federdistribuzione: sostegno a imprese retail per rincari energetici

Federdistribuzione: sostegno a imprese retail per rincari energeticiMilano, 17 feb. (askanews) – “Negli anni le imprese della distribuzione moderna hanno continuato a investire in azioni di contenimento dei consumi energetici, ma oggi hanno costi non comprimibili. Si pensi ad esempio all’importanza della climatizzazione dei punti vendita o della tenuta delle catene del freddo. Il nostro è un settore energivoro, seppur non classificato come tale, ed è necessario che misure di tutela dall’incremento delle tariffe, oltre a essere correttamente orientate alle famiglie e a soggetti economici più fragili, tengano in considerazione un settore importante come quello della distribuzione moderna, che costituisce una parte cruciale del tessuto economico”. Lo afferma in una nota Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. Le aziende della distribuzione moderna sono preoccupate dall’aumento delle tariffe energetiche che rischia di mettere sotto pressione le imprese del settore retail, con maggiori costi. “In un periodo di grandi sfide, le nostre imprese devono poter contare su politiche di sostegno lungimiranti che ne garantiscano la tenuta e la capacità di investimento”, ha concluso Buttarelli.

Tennis, Roma punta a diventare il “Quinto Slam”

Tennis, Roma punta a diventare il “Quinto Slam”Roma, 17 feb. (askanews) – La Federazione italiana tennis e Padel avrebbe formalizzato un’offerta agli organizzatori del Masters 1000 di Madrid per acquisire la settimana del torneo. Sul piatto ci sarebbero 550 milioni di dollari. Lo scrive la Stampa secondo la quale l’eventuale acquisizione permetterebbe così agli Internazionali d’Italia l’ampliamento a due settimane complete che fino ad oggi in calendario spetta solo ai tornei dello Slam. Affinché il torneo diventi a tutti gli effetti un “quinto Slam” servirebbe poi il benestare del Grand Slam Commitee – formato dagli attuali 4 Major. In progetto, secondo Riccardo Bisti per Tennis Magazine anche un ampliamento del sito nello Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”, che sorge di fianco all’Olimpico che negli ultimi anni ha ospitato prevalentemente eventi di atletica leggera. All’interno sorgerebbero tre nuovi campi tra i quali la SuperTennis Arena che avrà una capienza di circa 6.500 posti.

Ucraina, Macron ha parlato con Trump (prima dell’inizio del vertice di Parigi)

Ucraina, Macron ha parlato con Trump (prima dell’inizio del vertice di Parigi)Roma, 17 feb. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto un colloquio con l’omologo statunitense Donald Trump poco prima dell’inizio del vertice informale sull’Ucraina in programma a Parigi: è quanto riporta l’agenzia di stampa britannica Reuters, citando fonti dell’Eliseo.


Alla riunione informale su Ucraina e sicurezza in Europa presieduta da Emmanuel Macron oggi a Parigi, partecipano dieci leader dei Paesi dell’Unione europea (tra cui la premier Giorgia Meloni) e della Nato. Una riunione voluta per fronteggiare “l’accelerazione” dell’amministrazione americana sul dossier Ucraina e definire una risposta comune per rafforzare la sicurezza del Vecchio Continente. L’incontro avviene pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha telefonato al suo omologo russo Vladimir Putin e ha deciso di negoziare direttamente sull’Ucraina in un prossimo vertice in Arabia Saudita. Trump ieri ha affermato che un incontro con Putin potrebbe aver luogo “molto presto”. Uno sviluppo che arriva all’indomani della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, dove il discorso – quasi unanimente considerato ostile – del vice presidente statunitense J.D. Vance nei confronti dei suoi alleati ha lasciato di stucco gli europei.


“Riteniamo che, a seguito dell’accelerazione della questione ucraina e anche di quanto affermano i leader americani, gli europei debbano fare di più, meglio e in modo coerente per la nostra sicurezza collettiva”, ha sottolineato ieri un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron. A questo incontro, che si presenta come informale, sono presenti oltre a Macron il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i capi di governo di Germania, Regno Unito, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca. Oltre a loro il presidente del Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea e il segretario generale della Nato.

Lo chef stellato Pino Cuttaia protagonista a “Gusto Montagna 2025″

Lo chef stellato Pino Cuttaia protagonista a “Gusto Montagna 2025″Milano, 17 feb. (askanews) – Giovedì 20 febbraio alle 20, allo Ski Grill di Frabosa Sottana (CN), Pino Cuttaia del ristorante 2 Stelle Michelin La Madia di Licata, in provincia di Agrigento, curerà la seconda cena di Gusto Montagna 2025. Per lo chef, che vanta un passato in Piemonte, anche in importanti ristoranti che hanno scritto la storia della gastronomia regionale, si tratta di un ritorno nella rassegna di alta cucina in alta quota, dopo l’ultima partecipazione del 2023.


“Porto la mia Sicilia tra le montagne di Prato Nevoso. In un evento che celebra i sapori autentici del territorio, propongo un’esperienza dove le tradizioni isolane si fondono con il paesaggio alpino, in un dialogo armonioso tra il Mediterraneo e le vette innevate” ha dichiarato Pino Cuttaia. “La mia cucina, fatta di memoria e innovazione, racconta il mare; un mare che si fa portavoce della mia visione gastronomica e delle mie esperienze, anche piemontesi. Questa cena è un viaggio da sud a nord che coniuga il piacere della buona tavola con l’atmosfera incantata della montagna, per un’esperienza intima e suggestiva”.