Schlein: sul salario minimo Pd non mollerà di un centimetroRoma, 18 lug. (askanews) – Il Pd non intende “mollare di un centimetro” sul salario minimo. Lo ha detto la segretaria Elly Schlein arrivando alla Camera. “Il governo Meloni non può non vedere che ci sono 3,5 milioni di lavoratori e lavoratrici che sono poveri anche se lavorano. Sono dati che ha dato l’Istat qualche giorno fa. I sondaggi di questi giorni dimostrano che c’è un’attesa del 75% delle italiane e degli italiani intervistati a favore del salario minimo”.
“La proposta delle opposizioni, unitaria, vuole rafforzare la contrattazione collettiva e dire che quella contrattazione non può scendere sotto i 9 euro. Proposta che riguarda la dignità del lavoro in questo paese, assurdo che la destra continui a cercare di respingerla. Non molleremo di un centimetro”.
Regione Lazio: l’agenzia Fitch conferma la valutazione “bbb”Roma, 18 lug. (askanews) – “Lo scorso venerdì 14 luglio, alla chiusura dei mercati, l’agenzia di rating Fitch ha pubblicato una revisione intermedia del giudizio relativo al merito creditizio, di breve e di lungo periodo, della Regione Lazio. Il rating di lungo periodo resta confermato al livello ‘BBB’ con prospettiva ‘stabile’, così come quello di breve, confermato ‘F2’. Il giudizio è in linea con il quadro nazionale e l’agenzia, pur consapevole del complesso contesto internazionale all’interno del quale la Regione opera, continua a vedere delle prospettive stabili per il Lazio”. Lo spiega la regione Lazio in una nota.
“L’analisi tiene conto di una serie di fattori quali: la solidità e la possibilità di regolazione delle entrate, la sostenibilità della spesa, la flessibilità delle passività e della liquidità, tutti in linea con un profilo di rischio moderatamente basso”. “I lunghi colloqui avuti nelle scorse settimane con le principali agenzie di rating che valutano la stabilità finanziaria della regione – ha detto l’assessore al bilancio Giancarlo Righini – si sono svolti in un clima di grande serenità e di massima collaborazione e trasparenza da parte nostra. Tenere i conti in ordine è uno dei principali obiettivi che ci siamo posti con la nuova Giunta e la valutazione ottenuta è la conferma che stiamo andando nella giusta direzione”.
Toti al Pd: sul rigassificatore ligure nessuna scelta unilateraleGenova, 18 lug. (askanews) – “Nessun gesto unilaterale, quanto piuttosto l’ennesima e amara constatazione dell’ignoranza che regna tra i banchi dell’opposizione, perfino in Parlamento. Nel sollevare la solita e scontata polemica, gli esponenti dem dimostrano infatti di non conoscere la procedura prevista dalla legge, secondo la quale è il proponente, in questo caso Snam, a decidere dove collocare il rigassificatore in ambito portuale esattamente come a Ravenna o a Piombino”. Così il presidente della Regione Liguria e commissario straordinario di governo per il rigassificatore, Giovanni Toti, risponde alle critiche sollevate dal Pd dopo l’istanza presentata da Snam per il posizionamento della nave rigassificatrice “Golar Tundra” al largo di Vado Ligure, in provincia di Savona.
“Il Pd – aggiunge Toti – palesa dunque la propria ignoranza, ingiustificabile e vergognosa tenuto conto dei lauti stipendi dei consiglieri regionali e ancora di più dei parlamentari. Quella che stiamo applicando è infatti la stessa identica procedura nazionale adottata dai loro governatori, Bonaccini in Emilia Romagna e Giani in Toscana. La competenza su quello specchio acqueo spetta all’Autorità Portuale ed eventualmente alla Capitaneria di Porto per tutti i servizi tecnico-nautici, dal posizionamento della boa all’ancoraggio della nave”. “Per quanto riguarda la struttura commissariale – conclude il governatore ligure e commissario per il rigassificatore – il processo di condivisione con i territori che saranno attraversati dalla condotta, prima sottomarina e poi sotterranea, partirà nelle prossime ore con un incontro convocato già entro la fine di questa settimana. Valuteremo la proposta che Snam ci ha presentato e soprattutto lavoreremo insieme ai territori per presentare una serie di richieste adeguate in termini di opere compensative, come previsto dalle norme nazionali”.
Mafia, Meloni: Falcone e Borsellino martiri, hanno insegnato lottaRoma, 18 lug. (askanews) – “Domani è il 19 luglio, in Italia è una data simbolica. Il 19 luglio di 31 anni fa la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone aveva intentato il più grande processo contro la mafia mai esistito in Italia. Sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato, sono stati loro ad averci insegnato quanto fosse importante combattere la mafia, combattere il crimine organizzato, anche lavorando fuori dai propri confini nazionali, con organizzazioni criminali che erano sempre più potenti e che non riguardavano più solamente le nostre società”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.
“E’ la ragione – ha aggiunto – per la quale 23 anni fa le Nazioni unite hanno, proprio a Palermo nella città di Falcone e Borsellino, avviato quella che noi conosciamo come convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e credo che questo sia un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui possiamo continuare a lavorare insieme perché l’Italia è riconosciuta per essere una delle Nazioni che hanno il know how maggiore, ma i risultati migliori in questa cooperazione li abbiamo ottenuti proprio con i partner dell’America Latina”.
Ucraina, Meloni: non confondere pace con invasioneRoma, 18 lug. (askanews) – “Ho sentito qui diversi parlare di pace. Penso però che dobbiamo dare alle parole il giusto significato che hanno: la parola pace non può essere confusa con la parola invasione perché pace e invasione sono due concetti molto diversi, su questo bisogna essere franchi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.
“E se qualcuno – ha aggiunto – ritiene di poter confondere queste due parole non si rende conto che un mondo nel quale non dovesse più esistere il diritto internazionale, un mondo nel quale chi è militarmente più forte può liberamente invadere il suo vicino non sarà mai un mondo di pace. Sarà semplicemente un mondo nel quale vige la legge del più forte, questo può convenire a chi è forte per carità ma decisamente non conviene a tutti gli altri. Sarebbero le Nazioni più esposte a essere in pericolo e quindi io credo non solo, come ha detto Christianis, che la guerra in Ucraina sia una nuova guerra coloniale ma credo anche che sia una guerra fatta contro i più deboli e lo vediamo anche con il mancato rinnovo dell’accordo sul grano che è sempre volontà della Russia, segnale chiaro sul quale credo che tutti debbano interrogarsi perché usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’offesa nei confronti dell’umanità. Eppure colleghi seppure noi siamo in una crisi sappiamo anche che le crisi sono un’occasione, ce lo insegna Papa Francesco, un discendente di emigrati italiani in Argentina che oggi guida la Chiesa Cattolica, perché le crisi ci impongono di scegliere”, ha concluso.
L’Ucraina cerca un’alternativa all’accordo sul granoRoma, 18 lug. (askanews) – L’Ucraina sta cercando un’alternativa all’accordo sulle esportazioni di cereali, formalmente noto come Iniziativa del Mar Nero, dopo che la Russia ha deciso di sospendere la sua partecipazione. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. “Non possiamo semplicemente dire: ok, l’Iniziativa del Mar Nero per i cereali è morta, la Russia l’ha uccisa e ora dobbiamo sederci e vedere come funziona. Dobbiamo trovare un’alternativa e ci sono discussioni molto attive”, ha detto Kuleba. Il ministro degli Esteri ha sottolineato che l’Ucraina non sta negoziando con la Russia su questo tema, osservando che l’accordo sul grano è stato mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia, con la Russia dall’altra parte. “È essenziale mantenere i porti aperti”, ha aggiunto Kuleba.
Ciclismo, capolavoro Vingegaard al Tour: vince crono e va a +1’48″Roma, 18 lug. (askanews) – Capolavoro Vingegaard al Tour de France. Il danese della Jumbo Visma ha vinto la 16/a tappa del Tour de France, una cronometro di 22,4 chilometri da Passy a Combloux, con arrivo in salita. Un successo che vale tantissimo in chiave Tour de France considerato il distacco inflitto al suo rivale, lo sloveno Tadej Pogacar che ha chiuso a 1’38” dalla maglia gialla dalla quale lamenta ora un ritardo di 1’48” considerando i 10″ con i quali si presentava alla vigilia di questa tappa.
Vingegaard ha chiuso in 32’36” contro i 34’14” di Pogacar. Una prova di forza, quella del danese, impressionante. La maglia gialla è stata in testa dal primo metro della crono: 16 secondi di vantaggio su Pogacar dopo 7,1 km, 31 dopo 16,1, addirittura 1’05” in vetta alla Côte de Domancy. Il cambio di bcicletta, peraltro perfettamente eseguito da Poga?ar, non ha sortito il risultato atteso. Lo sloveno ha inflitto distacchi importanti a tutti gli avversari, ma nulla ha potuto contro Vingegaard che nel finale è riuscito anche a vedere il suo avversario davanti a sé. Alla fine 32’26” il tempo di Vingegaard alla media di 41.439 km/h: una prestazione pazzesca. Bene Giulio Ciccone che si è concentrato esclusivamente sulla Côte de Domancy, ha fatto segnare il miglior tempo e ha conquistato i punti in palio per il Gpm. La maglia a pois resta sulle sue spalle e da domani l’abruzzese dovrà andare a caccia di punti importanti. In ottica podio finale, invece, Adam Yates sale sul terzo gradino virtuale, rifilando 24″ a Carlos Rodriguez. Domani 17esima tappa, Saint gervais mont blanc-courchevel. Si parte col Col des Saisies (13,4 km al 5,1%), poi Cormet de Roselend (19,9 km al 6%), Côte de Longefoy (6,6 km al 7,5%) e Col de la Loze a 2304 metri di altitudine: 28,1 km al 6%, con punte al 24%. L’arrivo di tappa, però, non è posto in salita e ci saranno altri 6,6 km da affrontare per arrivare al traguardo di Courchevel.
In ottobre la terza Scuola universitaria maestri assaggiatori di vinoMilano, 18 lug. (askanews) – Il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) istituisce la terza “Scuola universitaria maestri assaggiatori di vino” (Sumav). La Scuola ha lo scopo di fornire “ad esperti assaggiatori, tecnici del settore enologico, enologi e sommelier, aggiornamenti e approfondimenti in tema di tecniche e metodologie di assaggio dei vini volte a definirne le caratteristiche derivanti dalla espressione varietale, dal territorio, dalle nuove condizioni climatiche e dalle tecniche di vinificazione, a valutarne il livello qualitativo ai fini della loro valorizzazione e promozione nazionale ed internazionale”.
Il corso professionale di assaggio si terrà all’Uni-Astiss Polo Universitario Asti Studi Superiori “Rita Levi Montalcini” dal 21 ottobre al 17 dicembre. “Onav propone un corso di assaggio di altissimo livello, con lezioni universitarie di approfondimento su temi viticoli ed enologici – spiega il presidente del Comitato scientifico, Vincenzo Gerbi – che formerà degli esperti competenti in grado di comprendere e comunicare in maniera precisa e scientifica i valori organolettici dei vini alla luce delle conoscenze maturate durante le lezioni”.
Soldato Usa “sconfina” in Nordcorea, non è la prima voltaRoma, 18 lug. (askanews) – Le forze Usa hanno confermato che il cittadino americano che ha attraversato oggi il confine tra le Coree, finendo sotto la custodia dei militari nordcoreani, è un soldato. E non è la prima volta che accade una fuga volontaria di un militare a stelle e strisce verso il regno dei Kim
“Un membro del servizio degli Stati Uniti in un tour di orientamento della JSA ha attraversato volontariamente e senza autorizzazione la linea di demarcazione militare nella Repubblica popolare democratica di Corea. Riteniamo che sia attualmente in custodia della Repubblica popolare democratica di Corea e stiamo lavorando con le nostre controparti dell’KPA per risolvere questo incidente”, ha affermato il colonnello Isaac Taylor delle Forze Usa in Corea (Usfk) in una breve dichiarazione ripresa dalla Bbc. La Jsa a cui fa riferimento il portavoce americano è la Joint Security Area, che si trova all’interno della Zona smilitarizzata tra le due Coree. In precedenza la Cbs News ha identificato l’uomo nel soldato di seconda classe Travis King, citando funzionari statunitensi. La storia raccontata dalla Cbs parla di un soldato che era stato messo in detenzione militare in Corea del Sud e in via di espulsione dal paese. Ma, dopo aver superato i controlli di sicurezza dell’aeroporto da cui doveva uscire dal Paese, in qualche modo sarebbe riuscito a inserirsi in un giro turistico civile diretto al confine. Secondo i media locali, mentre visitava la linea di demarcazione a Panmunjon con i turisti, l’avrebbe attraversata entrando in territorio nordcoreano.
Non è chiaro perché abbia fatto questo incredibile gesto, ma uno dei turisti che partecipava al tour e che ha visto la scena ha detto a Cbs News che l’uomo avrebbe riso e avrebbe cominciato a correre tra gli edifici. Poi c’è stata confusione. La Zona smilitarizzata che divide le due Coree è considerata il confine più blindato del mondo. Per di più, la Corea del Nord è sigillata per la pandemia Covid-19. Il fatto che il “fuggitivo” sia un soldato, ovviamente, rischia di rendere più complessa un’eventuale trattativa per il suo rilascio.
In Corea del Sud ci sono 27-28mila soldati statunitensi. Il contingente americano è presente da dopo la guerra di Corea (1950-53), interrotta da un armistizio che ha di fatto congelato i combattimenti ma non ha portato alla pace. Non è la prima volta che un soldato americano si “rifugia” in Corea del Nord. Negli anni ’60 almeno quattro soldati statunitensi si andarono a mettere nelle braccia del regime di Pyongyang: James Josepf Dresnok, Jerry Parrish, Larry Allen Abshier e Charles Robert Jenkins. Furono occupati nel cinema: sostanzialmente erano utilizzati per impersonare gli “invasori” americani. I quattro furono fatti poi sposare con donne rapite, tra le quali la pittrice rumena Doina Bumbea tratta con l’inganno in Corea del Nord mentre viveva a Roma e data in moglie a Dresnok.
In seguito solo a Jenkins – che fu fatto sposare con la rapita giapponese Hitomi Soga – venne consentito di espatriare con la famiglia in Giappone, dove si consegnò alla giustizia militare Usa che lo condannò a una pena lievissima. Morì in Giappone nel 2017, un anno dopo Dresnok che invece finì i suoi giorni in Corea del Nord. Abshier risulta morto nel 1983 e Parrish nel 1998, entrambi in Nordcorea.
La quarta ed. del Gibellina Photoroad 2023 al via dal 28 luglioRoma, 18 lug. (askanews) – Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982 la mostra di Mimmo Jodice diffusa tra il Mac Gibellina, Museo d’Arte Contemporanea ‘Ludovico Corrao’ e gli spazi esterni di Gibellina (Trapani). È con questo evento che si apre venerdì 28 luglio alle ore 11 al Mac, Gibellina Photoroad, la quarta edizione del festival di fotografia e arti visive open air e site-specific che si svolgerà nella cittadina del Belìce fino al 30 settembre, con installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, opere site-specific, video mapping, talk e visite guidate.
Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, Gibellina Photoroad presenta 34 mostre, invitando quest’anno 49 artisti provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano: dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell””alchimista dell’immagine”, il giapponese Kensuke Koike, e l’artista olandese Sjoerd Knibbeler solo per citarne alcuni. Gibellina Photoroad offre uno spaccato ampio e variegato della fotografia internazionale e un osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo, attraverso immagini che interpretano il tema di questa quarta edizione: le “alterazioni”, ovvero lo spazio che si determina nella relazione dialettica tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali, la fotografia è dalla sua nascita un campo in cui questo conflitto si esprime alla sua massima potenza. Arte che nasce dalla tecnica, ideologicamente costretta, in qualche modo, a una positivistica aderenza alla realtà, essa in realtà non solo interpreta il mondo, ma lo modifica, lo trasforma, lo altera. Spiega la direttrice Arianna Catania.
Questa edizione del festival omaggia la fotografia come arte di sperimentazione estremamente intrigante che dialoga con altre arti per violarne le regole ed elaborare linguaggi indipendenti aperti a innumerevoli letture. Fin dalle prime sperimentazioni analogiche a quelle digitali, dal collodio umido all’intelligenza artificiale, dalla pellicola alla realtà aumentata. Da sempre centrale per Gibellina Photoroad è il sostegno all’arte emergente e alla nuove produzioni artistiche. E anche quest’anno il festival continua in questa mission, con il progetto “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea”; vincitore dell’avviso pubblico ‘Strategia Fotografia 2022’ della DGCC – Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura – promosso da On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, festival Planches Contact (Francia), festival Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté.
Imaginarium, ha coinvolto i fotografi italiani Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola in una residenza artistica a Favignana per la produzione di nuove opere fotografiche che saranno esposte al festival e poi donate e allestite a partire dal 6 ottobre negli spazi dell’Ex Tonnara di Favignana, entrando a far parte della collezione fotografica dell’Ex Stabilimento Florio. E con le call, tra le quali Fotografia Spazio Aperto in collaborazione con Triennale Milano, che ha visto vincitori il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci per la produzione di una monumentale installazione site specific per il Sistema delle Piazze progettato da Franco Purini e Laura Thermes che sarà presentata il 28 luglio, alla presenza di Purini e Thermes, e di Lorenza Bravetta e Nina Bassoli, della Triennale Milano.
Con la Call for an open air installation, fin dalla sua prima edizione Gibellina Photoroad premia un progetto di installazione capace di immergersi nelle architetture di Gibellina ed esaltarle. Il premio, assegnato da una giuria di alta qualità, è proprio la realizzazione dell’installazione durante il festival. Quest’anno il premio è stato vinto dall’artista polacca Marta Bogdanska, che al Municipio realizzerà l’installazione Shifters, progetto artistico con materiale d’archivio relativo alla storia dell’uso degli animali da parte di militari occidentali, agenzie di intelligence, Croce Rossa e forze di polizia. La Call for Projects è un concorso lanciato da Gibellina Photoroad aperto a tutti i fotografi che, come primo premio mette in palio una residenza artistica a Gibellina, per realizzare un progetto destinato a essere esposto nell’edizione 2025 del festival. A vincere la call del 2023 è stata Héléne Bellenger, artista francese, col progetto Bianco Ordinario. I 15 migliori progetti saranno prodotti ed esposti in una collettiva, presso la collezione Fotografia della Fondazione Orestiadi, durante l’edizione del 2025. Quest’anno alla Fondazione Orestiadi i vincitori delle Call 2021. LE MOSTRE Come da tradizione anche quest’anno il festival si “diffonde” per tutta la città, tra i suoi edifici e le sue monumentali piazze: Piazza Beuys, Teatro di Consagra, Palazzo di Lorenzo, Municipio, Chiesa Madre, Sistema delle Piazze, Fondazione Orestiadi, Orto Botanico, Labirinto, Giardino Segreto, Cresm. E il MAC – Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, che ospiterà l’importante mostra di Mimmo Jodice Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982, esponendo per la prima volta a Gibellina un corpus di 29 fotografie in stampa vintage dedicate alla New town in costruzione, in cui Jodice introduce sapientemente i primi segni dell’arrivo dell’uomo, per guardare a quella città come ad un laboratorio in movimento, fonte di ispirazione per la sua ricerca che si stava in quel momento sviluppando verso l’esplorazione del paesaggio inteso come spazio meditativo. Quattro opere di questa serie saranno installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente. Tra le architetture visionarie della città, ciascuno degli artisti di Gibellina Photoroad 2023 “occuperà” lo spazio urbano, restituendo con immagini potenti, la propria interpretazione del tema delle alterazioni che è inevitabilmente influenzata dal nostro presente e dalle urgenze del mondo contemporaneo: ambiente, migrazioni, nuove tecnologie. Se l’ascesa delle tecnologie digitali apre strade di sperimentazione senza precedenti, non v’è dubbio che al tempo stesso crei evidenti alterazioni della realtà, ponendo questioni etiche e sociali che Gibellina Photoroad 2023 indaga attraverso lo sguardo di alcuni tra i più interessanti artisti di quest’edizione: Catherine Leutenegger, artista visiva e fotografa svizzera pluripremiata, che in New Artificiality, in mostra in Piazza Beuys, racconta le “alterazioni” prodotte dalla stampa 3D, dimostrando così come il confine tra reale e virtuale sia diventato sempre più labile in un mondo post-digitale e iper-capitalista. Sull’ecologia, la natura e le arti generative si concentra Entangled Others lo studio condiviso delle artiste Feileacan McCormick e Sofia Crespo, interessato alla produzione di nuove forme “more thanhumans”, di presenza e vita nello spazio digitale. Nel loro lavoro An upwelling in mostra alla Fondazione Orestiadi, gli artisti si “immergono” svelando alcuni dettagli di una lunga e ossessiva ricerca negli “altri digitali” che potrebbero popolare le acque mutevoli, ancora non conosciute. Il progresso tecnologico, dal punto di vista della spinta umana all’esplorazione e all’invenzione è anche alla base della ricerca di Sjoerd Knibbeler (Amsterdam, 1981), fotografo olandese Grand Prix Photographie a Hyères (FR) 2015. Nella mostra Ground Control riunisce per la prima volta due sue opere correlate: Paper Planes (2015), sugli aerei militari ‘falliti’ che non sono mai andati oltre il tavolo da disegno, che l’artista ricrea come modelli di carta e origami, basandosi su disegni di progetti storici, per continuare a farle volare per il mondo sotto forma di idee e dati virtuali. E Lunacy, dedicato alla luna, la destinazione prescelta, oggetto di sogni, leggende, film, letteratura, ricerca scientifica, corsa allo spazio e venture capital. Per questa serie, l’artista crea modelli in scala di navicelle spaziali in legno e li fotografa al chiaro di luna in uno studio all’aperto. Tra i lavori in mostra in quest’edizione di Gibellina Photoroad 23 sono molte le denunce sulle questioni ambientali, come There’s no calm after the storm di Matteo De Mayda, sulla terribile tempesta Vaia che nel 2018 ha squassato Trentino e Bellunese, devastato circa 42.500 ettari di foreste e creando un danno economico di quasi tre miliardi di euro; e Mare Omnis, di Francesco Zizola, in cui il pluripremiato fotografo si concentra sull’ecosistema marino attraverso il racconto della relazione dell’uomo con il mare, documentando in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie. Ma il mare è anche lo scenario dei terribili naufragi, tra cui quello del 3 ottobre 2013 – una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI – con 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, che ha spinto Matteo Delbò a imbarcarsi per 8 lunghi mesi sulla nave Libra, seguendo l’ultimo viaggio dell’operazione umanitaria nel suo reportage Primo Sonno. Il tema delle migrazioni apre la strada a una riflessione sul concetto di ‘nazione’ e di ‘possesso’, spingendoci a riconsiderare il nostro rapporto con gli altri esseri e con il territorio. Su questa scia a Gibellina Photoroad 23, Rubén Martín de Lucas (Spagna, 1977) presenta due opere del suo progetto concettuale Stupid Borders: Minimal Republics, un insieme di ‘microstati’ il cui limite risponde a un criterio artificiale, la geometria, ha una superficie costante, 100 m2, una durata che non supera mai le 24 ore e un unico abitante, l’artista stesso. Gibellina Photoroad 23 indaga il rapporto uomo-natura anche da una prospettiva “ribaltata”, attraverso, per esempio, il lavoro di Mishka Henner (Belgio, 1976), artista visivo – le cui opere sono state esposte al Museum of Modern Art, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi e al Centre Pompidou di Metz, al Victoria & Albert Museum di Londra, solo per citarne alcuni – affascinato dalla perdita di controllo dell’uomo verso la natura che documenta in Scopes; una seria di cinque filmati che raccolgono il materiale tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente dai proprietari vicino agli animali che mostrano un contrappunto piuttosto scioccante rispetto all’idea prevalente che la nostra specie regni sovrana. Il racconto di Gibellina Photoroad 23 sulle relazioni non si esaurisce nella ricerca sulla natura, ma si estende anche alle relazioni umane con il lavoro di Ieva Stankuté (Lituania, 1996) About the belly button in mostra al centro sociale. Un progetto-libro sulla maternità di cui l’artista ne racconta, attraverso i colori, le gioie, i dolori, la fatica e le difficoltà, per smantellare il luogo comune della “mamma perfetta”, dimostrando come invece la perfezione stia nella verità del “multicolor”. La figura umana è centrale anche nei lavori di Charles Fréger (Francia, 1975) che da oltre vent’anni attraversa l’Europa da Nord a Sud alla ricerca della “figura del selvaggio” così come sopravvive nelle tradizioni popolari locali, e la racconta in Wilder Mann in mostra all’Orto Botanico. Le alterazioni di Gibellina Photoroad 23 ricorrono anche nell’opera di quegli artisti che lavorano sulla combinazione e sulla manipolazione delle immagini, primo fra tutti “l’alchimista dell’immagine” Kensuke Koike (Nagoya, Giappone, 1980) che in Fragmented Identity, a Palazzo Di Lorenzo, presenta opere d’arte tridimensionali composte da varie componenti, da pezzi di volti umani; opere interattive che esplorano il concetto di identità incoraggiando gli spettatori a testare la propria creatività e suscitando una riflessione sul ruolo della tecnologia nell’arte e su come gli strumenti digitali possano essere utilizzati per creare nuove forme di esperienze coinvolgenti. Tra le alterazioni più attuali della nostra società ci sono senza dubbio le fake news, pseudo notizie e false notizie che con rapidità si diffondono sul web. Jonas Bendiksen (Norvegia, 1977) le affronta in The Book of Veles: il racconto del caso della città di Veles, nella Macedonia settentrionale, salita alla ribalta mondiale come epicentro della produzione di fake news durante le elezioni americane del 2016, e diventato un libro fotografico ampiamente lodato dalla comunità della fotografia documentaria. Fino a quando lo stesso Bendiksen non ha rivelato che si trattava di qualcosa di molto diverso da ciò che sembrava essere. The Book of Veles è una provocazione, un esperimento per vedere dove la tecnologia potrebbe portare la fotografia nell’immediato futuro. L’OPENING Nelle tre giornate di opening (28-30 luglio) l’intera città di Gibellina si popola di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione, che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose visite guidate con gli artisti. Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina. Alle 17.30 a Palazzo di Lorenzo, si svolgeranno i saluti istituzionali con Salvatore Sutera (Sindaco di Gibellina), Elvira Amata (Assessore Turismo, sport e spettacolo Regione Sicilia), Calogero Pumilia (Presidente Fondazione Orestiadi), Matteo Fontana (Assessore turismo comune di Gibellina), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Alessandro La Grassa (Presidente Cresm), Rosario Di Maria (Presidente Tenute Orestiadi) e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad). Alle 19.00, al Sistema delle Piazze, si svolgerà l’Incontro pubblico ‘Fotografia Spazio Aperto’: un dialogo tra architettura e fotografia, con Franco Purini e Laura Thermes (Architetti), Nina Bassoli (Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città Triennale Milano), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Luca Massaro (Fotografo), Anna Merci (Architetto), Enzo Fiammetta (Direttore Museo delle Trame Mediterranee), e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad). Il 29 luglio, alla Sala Agorà alle 19.00 si svolgerà l’incontro/Seminario ‘Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” con gli artisti Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto, Valentina Vannicola e con Simona Antonacci (MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Louise Fedotov Clements (Format Festival), Enzo Fiammetta (Museo delle Trame Mediterranee/Fondazione Orestiadi), Laura Serani (Festival Planches Contact), Marco Scarpinato (Comune di Favignana). Dalle 22.45 fino a mezzanotte si svolgerà il suggestivo videomapping, nell’abside sferica della Chiesa madre di Gibellina, progettata da Ludovico Quaroni con i progetti visionari di Mishka Henner e Priscilla Pallante. Il 30 luglio, alle ore 11.00, presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, si svolgerà l’incontro pubblico “Mare Omnis: editoria e fotografia” con Francesco Zizola e Nicolò Degiorgis. E le visite guidate con hli artisti. Infine alle 17.30 presso il MAC-Museo d’arte contemporanea “Ludovico Corrao”, si svolgerà l’incontro “Esperienze di formazione a confronto: Accademia Palermo e Made Program (Accademia Siracusa)”. LA STORIA DI GIBELLINA PHOTOROAD Sin dalla sua prima edizione nel 2016, il festival ha portato in Sicilia artisti e fotografi noti a livello internazionale tra i quali Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruce Gilden, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Valérie Jouve, solo per citarne alcuni, le cui testimonianze rimangono oggi nelle installazioni visionarie che dialogano con la città, come ad esempio la grande opera permanente Gibellina Selfie di Joan Fontcuberta, e Andata e Ritorno di Moira Ricci nello storico Palazzo di Lorenzo, e nelle opere facenti parte della Collezione permanente di fotografia della Fondazione Orestiadi inaugurata nel 2021. Nelle passate edizioni il festival ha presentato il lavoro di 120 artisti in 90 esposizioni site-specific.