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Lombardia, Rozza (Pf): Fontana usa Aler per campagna elettorale

Lombardia, Rozza (Pf): Fontana usa Aler per campagna elettoraleMilano, 8 feb. (askanews) – La consigliera uscente del Pd Carmela Rozza accusa il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana di “nuove scorrettezze” e di violazione della par condicio attraverso l’uso di Aler, la società che gestisce le case popolari lombarde, come strumento di propaganda elettorale e di ingannare gli inquilini con l’annuncio di sconti inesistenti.
“Una pioggia di bollettini aziendali con interventi di Fontana e dell’assessore Rizzi, un canale Youtube aziendale che spaccia una falsità, accusando il Comune di Milano e la Prefettura di obbligare Aler e la Regione a ricollocare gli abusivi, e infine una lettera a tutti gli inquilini controfirmata da Fontana e dal presidente dell’ente per annunciare sconti sui bollettini da pagare”, scrive in una nota Carmela Rozza, secondo cui “il fatto di inedita gravità è che la destra, con Fontana, specula e fa campagna ingannevole verso i più poveri: gli annuncia uno sconto che non c’è, è solo un gioco delle tre carte perché alla fine queste persone devono pagare molto di più di prima. Sono i pensionati al minimo, le persone con redditi annui da zero a tremila euro che già avevano dichiarato di non poter onorare le spese. A loro viene sì garantito un taglio della quota per il riscaldamento, che nel frattempo è schizzato in alto per gli aumenti dei costi energetici, ma contestualmente gli viene cancellato lo sconto sul canone e/o sui servizi. Il risultato – sostiene Rozza – è che per loro il bollettino mensile non si riduce, anzi, cresce del 50 o del 100%”.
“Tra gli inquilini di Aler Milano si tratta di almeno 4mila persone. “Stiamo parlando dei pensionati al minimo, anziani soli con i redditi più bassi, anche sotto i tremila euro l’anno, inquilini Aler che si trovano a dover pagare bollettini insostenibili, raddoppiati rispetto a pochi mesi fa, accompagnati da una lettera del loro presidente di Regione che si vanta di avergli tagliato le spese. Ma quale taglio?”.
“Quanto denunciato da Carmela Rozza è davvero molto grave – ha commentato il candidato presidente Pierfrancesco Majorino -. Indica l’uso sciagurato di Aler da parte di Fontana che prima abbandona gli inquilini per anni e poi racconta loro favole da campagna elettorale”.
Nel suo lungo comunicato di denuncia, Rozza descrive i tre casi “di utilizzo di Aler Milano, e non solo, per la campagna elettorale di Attilio Fontana e della sua Giunta”.

Ricerca multipla, visiva e immersiva: l’AI potenzia Google

Ricerca multipla, visiva e immersiva: l’AI potenzia GoogleMilano, 8 feb. (askanews) – Sarà l’intelligenza artificiale a rendere sempre più naturale la nostra interazione con la tecnologia. È la strada scelta da Google per potenziare alcune funzioni presentate in un evento a Parigi, novità che hanno l’obiettivo di rendere il reperimento di informazioni online sempre più intuitivo.
A partire dalla “ricerca multipla”, che permette di unire foto e testo per affinare i risultati. “Quando cerchiamo una informazione non è detto che le parole siano il modo più intuitivo di esprimere quello che stiamo cercando – ha spiegato Lucia Terrenghi, direttrice user experience Google – con la ricerca multipla diamo la possibilità di partire da una immagine e poi di usare le parole per rifinire la nostra ricerca quando interagiamo con il motore di ricerca”.
È possibile, ad esempio, fare la foto ad un vestito, cercarlo tramite l’immagine e poi aggiungere a parole un colore, per filtrare ulteriormente il risultato.
Annunciato anche il potenziamento di “Lens”, la tecnologia di riconoscimento immagini: prossimamente su sistema Android sarà possibile cercare informazione su monumenti che compaiono in un video, ad esempio, senza uscire dall’app. E poi l’immersive view che rende Google maps sempre più un modello digitale del mondo.
“Tra un paio di mesi arriverà la immersive view anche in Italia, in particolare a Firenze e Venezia, che ci permetterà di navigare in maniera immersiva con la realtà aumentata anche le bellissime città del nostro Paese”, ha spiegato Terrenghi, aggiungendo che la tecnologia “rivisita la nozione di mappa portando la città in 3d”.
Si rafforza anche la ricerca integrata in Live View, con l’aggiunta di nuove città, Barcellona, Dublino e Madrid, e migliaia di stazioni e aeroporti: basta alzare il telefono e le informazioni compaiono sullo schermo, nel mezzo della città reale, grazie alla realtà aumentata.

Marquez: Pronti alla sfida alla Ducati di Bagnaia

Marquez: Pronti alla sfida alla Ducati di BagnaiaRoma, 8 feb. (askanews) – Il 2023 dovrà essere l’anno della svolta per Honda, troppo brutto l’ultimo posto tra i costruttori in MotoGP della scorsa stagione per la casa che ha segnato la storia della categoria regina del motociclismo. Marc MArquez per essere competitivo avrà però bisogno di una RC213V più guidabile e al passo delle case rivali e in questo senso i test in programma dal 10 al 13 febbraio a Sepang saranno la migliore occasione per capire il livello di competitività del mezzo, grazie anche alla presenza nel team ufficiale di Joan Mir, arrivato dalla Suzuki. “Abbiamo avuto un buon inverno, mi sono allenato tanto per essere pronto ad iniziare l’anno nel miglior modo possibile – ha detto il pilota spagnolo – Sarà bello incontrare di nuovo il team, ma la cosa più importante sarà scoprire come Honda ha lavorato durante l’inverno e iniziare a capire a che punto è la moto e dove siamo. Non vedo l’ora di iniziare questi interessanti test e tornare in sella”. Per Joan Mir: “È tempo di guidare nuovamente, sono impaziente di tornare nuovamente in sella alla Honda RC213V. Nelle ultime settimane ho guidato parecchio e la pre-stagione è stata produttiva, anche in palestra. Abbiamo iniziato a imparare alcune cose a Valencia, ora lavoreremo con il team Honda Repsol per proseguire l’adattamento per questa nuova sfida che abbiamo davanti”.

A Pordenone inaugura il PAFF! Museo internazionale del fumetto

A Pordenone inaugura il PAFF! Museo internazionale del fumettoRoma, 8 feb. (askanews) – Il PAFF!, acronimo di Palazzo Arti Fumetto Friuli, allarga il proprio orizzonte e diventa International Museum of Comic Art. L’innovativo contenitore culturale che ha sede a Pordenone e organizza, promuove e ospita mostre temporanee di importanza nazionale e internazionale dei grandi maestri del fumetto mondiale, il 10 marzo 2023, con il patrocinio del ministero della Cultura, inaugura l’esposizione permanente, arricchita da una bibliomediateca ed entro la fine dell’anno da un archivio con deposito climatizzato.
Il Centro punta così a completare la sua corposa offerta che dal 2018, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Comune di Pordenone, coniuga cultura, formazione, educazione, didattica, ricerca e intrattenimento attraverso lo strumento divulgativo del fumetto.
Sotto la direzione artistica del suo fondatore, Giulio De Vita, il PAFF! International Museum of Comic Art diventa una realtà unica in Italia che trova analogie per concept e dimensioni solo in capitali europee come Parigi e Bruxelles.
L’esposizione permanente, curata da Luca Raffaelli (esperto e storico del fumetto), offre attraverso un allestimento multimediale e interattivo l’opportunità di ammirare circa 200 tavole originali dei più famosi fumettisti di tutti i tempi e oltre 500 fra schizzi, fogli di sceneggiatura, pubblicazioni storiche e rare, costumi di scena utilizzati in film tratti da fumetti, scenografie e filmati provenienti da tutto il mondo tramite acquisti, prestiti e donazioni.
Collocata all’interno dei 2.200 metri quadrati di spazi espositivi del PAFF!, la collezione si estende su uno dei piani del museo, è suddivisa in 9 differenti sezioni e comprende tavole originali di numerosissimi maestri e disegnatori straordinari come Carl Barks, Milton Caniff, Giorgio Cavazzano, Will Eisner, Floyd Gottfredson, Chester Gould, Benito Jacovitti, Magnus, Milo Manara, George McManus, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Alex Raymond, Charles M. Schulz, Art Spiegelman. Sarà inoltre esposta una scultura di Ivan Tranquilli, mentre Davide Toffolo per il Museo ha realizzato la tavola introduttiva sul protofumetto, ovvero quelle storie illustrate (che ornano la Colonna Traiana o che erano pubblicate a disegni sui periodici dell’Ottocento), che anticipano la nascita dell’industria e del successo del fumetto.
Raffaelli ha dato una chiave di lettura originale alla narrazione del percorso espositivo: quella dei diversi formati con cui il fumetto – nei suoi oltre cento anni di vita – è stato letto, conosciuto e amato in ogni angolo del pianeta, a seconda delle culture, delle condizioni economiche e delle abitudini sociali dei lettori. È così che in America sono nate prima le tavole domenicali nei supplementi a colori dei quotidiani statunitensi, poi le strisce e i comic book. In Italia troviamo invece il formato giornale (quello del primo “Corriere dei Piccoli”) e le strisce di “Tex”, poi portate al successo dal formato che porta il suo nome; in Francia i volumi chiamati “albùm” in Giappone i tankobon, libretti dove vengono pubblicati i manga di successo.
Ricca e curata è infine la componente multimediale del Museo, che comprende 56 schermi touch screen, collegamento wi-fi con server dedicato per i monitor interattivi, neckbands e tablets di ultima generazione per permettere ai visitatori di vivere un’esperienza interattiva sulle arti del fumetto unica nel suo genere.
Entro la fine del 2023, l’International Museum of Comic Art si arricchirà anche di un archivio con deposito climatizzato per la conservazione delle tavole, dei disegni e delle pubblicazioni facenti parte della collezione del Museo. “L’apertura del museo rappresenta un altro petalo nella rosa di attività espositive didattiche e di formazione proposte dal PAFF! che si conferma a soli quattro anni dalla sua nascita, realtà di spicco in Europa in ambito culturale e interlocutore internazionale nel panorama museale”, ha commentato De Vita.
“L’idea di mostra e di museo sposata da Giulio De Vita e dal PAFF! è unica e innovativa e permetterà di vivere il fumetto come un mezzo di comunicazione completo e allo stesso tempo capace di interagire con le altre arti. Gli originali ci saranno e, come si vede dalla prestigiosa lista degli autori, sono di altissimo livello. Ma i visitatori li potranno ammirare solo dopo aver osservato le loro riproduzioni”, ha aggiunto Raffaelli.

Lombardia, Fratoianni (Avs): nostra vera eccellenza sanità pubblica

Lombardia, Fratoianni (Avs): nostra vera eccellenza sanità pubblicaMilano, 8 feb. (askanews) – “In questi giorni sono impegnato in Lombardia nella campagna elettorale a sostegno della Lista Alleanza Verdi Sinistra per Majorino presidente, e a Gallarate e Saronno ho incontrato medici e cittadini, negli ospedali delle due città, perchè stiamo conducendo una campagna elettorale nei luoghi in cui i lombardi vivono le maggiori difficoltà, per provare a dare risposte. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Sulla sanità in Lombardia – afferma Fratoianni – bisogna fare il contrario di quanto fatto fino ad ora. Si è investito sulla privatizzazione e si è mortificato il servizio pubblico. Ma Fontana e soci si sono accorti che ci sono decine di migliaia di famiglie lombarde che non possono nemmeno permettersi le cure di base?”.
“Bisogna cambiare rotta, smetterla di centralizzare i servizi e finanziarie cliniche per pochi facoltosi, ma investire nelle case di comunità, nella medicina territoriale e nelle cure di prossimità. Per prevenire e non solo curare. Il tutto attraverso la nostra unica e vera eccellenza – conclude Fratoianni – la sanità pubblica”.

Italia-Serbia: incontro alla Luiss per facilitare interscambio

Italia-Serbia: incontro alla Luiss per facilitare interscambioRoma, 8 feb. (askanews) – Una delegazione del Ministero delle Finanze serbo ha preso parte oggi al Forum bilaterale: “La circolazione merci tra Italia – UE e Serbia: digitalizzazione, barriere non doganali e livelli di scambio raggiunti”, organizzato dalla Rappresentanza Internazionale di Confindustria Serbia e dalla Luiss Guido Carli. Al centro dell’incontro sono stati temi come i servizi elettronici, l’armonizzazione della legislazione con l’Unione Europea, la facilitazione delle procedure doganali e il rafforzamento della cooperazione economica tra le imprese serbe e italiane, nonché l’aumento degli investimenti esteri diretti in Serbia. Oltre ai rappresentanti dei Ministeri delle Finanze e delle Amministrazioni delle Dogane di entrambi i Paesi e Rappresentanti delle imprese e docenti della Luiss Guido Carli hanno partecipato anche l’Agenzia per l’Italia Digitale e SACE. Dopo la prima sessione di lavori – alla quale hanno partecipato alte cariche e delegazioni dei due Paesi, tra i quali Sandra Savino, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze e Luca Gori, Ambasciatore d’Italia in Serbia – si è tenuto un Executive Seminar sul tema “Favorire l’interscambio tra Italia e Serbia: Strumenti e opportunità per gli operatori”. Tra i relatori, il presidente di Confindustria Serbia Patrizio Dei Tos, Caterina Flick, responsabile legale AgID, Livio Mignano, responsabile rete internazionale SACE, il rappresentante di BDO Serbia (l’azienda associata di Confindustria Serbia) e Luciano Monti, Professore Luiss. L’incontro si è focalizzato sullo sviluppo della cooperazione tra Italia e Serbia e sugli strumenti diretti a facilitare i processi amministrativi di interscambio commerciale tra i due Paesi.

JR alle Gallerie d’Italia di Torino: il mio lavoro è di tutti

JR alle Gallerie d’Italia di Torino: il mio lavoro è di tuttiTorino, 8 feb. (askanews) – “Io sono cresciuto nelle banlieue di Parigi e la mia arte è nata da lì, dai problemi sociali che ho visto nel mio ambiente e quando viaggio nei vari Paesi del mondo la gente non mi riconosce, ce ne sono solo uno o due che mi dicono che hanno visto il mio lavoro.Però le persone vengono lo stesso, perché è anche un modo per dare visibilità alla loro situazione. La mia arte è raggiungere la gente, anche qui a Torino, come abbiamo visto ieri; anche alla fine del mondo in Mauritania, dove sono andato senza pensare che la gente ha visto il mio lavoro, ma quando hanno visto l’immagine gigante del bambino si sono riconosciuti, non c’era bisogno di conoscere il mio lavoro”. Si è presentato così JR, uno degli artisti più noti della scena contemporanea e, al tempo stesso, soggetto anomalo e difficile da classificare nel grande e spesso problematico mare del Sistema dell’arte. Le sue azioni collettive e sociali, pur con una semplicità quasi difficile da immaginare, sono veri e propri scossoni a un palazzo che raccoglie in sé tante e spesso meravigliose contraddizioni, ma che è anche dominato in larga parte da fenomeni economici e tecnologici, più che sociali. Invece nell’artista francese, che pure è amato dai galleristi e usa la tecnologia, la dimensione sociale resta primaria.
Intelligente e delicato, ma anche molto abile nella comunicazione, JR ribadisce che “non sono una artista impegnato, sono un artista ‘ingaggiante’, che lavora con la gente, che cerca un’immagine per loro, che pone domande. Io voglio scoprire situazioni che non conosco, voglio viaggiare e trovare delle storie che abbiamo senso per le persone”. A Torino le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo ospitano la sua prima mostra personale in Italia, “Déplacés.e.s”, curata da Arturo Galansino e per l’occasione è andata in scena il 7 febbraio anche una grande performance collettiva tipica della pratica di JR. Che ha anche parlato di quando ha deciso che quella dell’arte sarebbe stata la sua strada. “Sono diventato un artista durante le proteste delle banlieue nel 2005 – ha raccontato – che ho documentato con le mie fotografie. Il mondo a quel punto ha conosciuto il mio lavoro e io ho cominciato a prendere coscienza della forza delle mie immagini”.
Poi però poi torna alle persone, alla relazione con loro invece che con la dimensione di superstar artistica, cosa che JR sicuramente è, ma che entra nel suo lavoro soprattutto come cassa di risonanza per le storie che poi va a raccontare, senza prestare, almeno a parole, troppa attenzione alla “firma” dell’artista acclamato. “Il mio lavoro è di tutti – ci ha spiegato JR – perché queste grandi immagini sono immagini dei bambini, non c’è il mio nome sopra, è solo la loro foto. E l’importante è creare questa partecipazione della gente, perché questa è l’arte: la comunione di persone che non si conoscono sono una scusa per mettere in relazione tutta questa gente”.
La mostra è curata da Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi che proprio a Firenze aveva portato durante la pandemia il lavoro dei JR “La Ferita”, sulla facciata rinascimentale del museo. E a lui abbiamo chiesto di dirci che tipo di ragionamento museologico sta alla base del progetto delle Gallerie d’Italia, a fronte di un lavoro dell’artista molto orientato all’effimero e all’azione. “JR – ci ha risposto Galansino – basa il suo lavoro sulla fotografia, sulla documentazione fotografica: il suo lavoro inizia da fotografo, ma certo è molto altro e comprende la partecipazione di persone, l’attivazione attraverso i canali social e molti altri modi. Così questa mostra è un grande ibrido nel quale tutte queste cose si sommano in questo formato difficile da categorizzare”.
“È la prima volta – ha aggiunto Michele Coppola, direttore delle Gallerie d’Italia ed Executive Director Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo – che lui sceglie di ‘occupare’ un museo in maniera integrale e il risultato è eccezionale. Se si pensa poi che le immagini che vediamo qui riprodotte sulle pareti, i video che presenta in un certo senso impongono di condividerli a nostra volta, di diventare ambasciatori del suo messaggio, ecco, credo che il cerchio si sia chiuso perfettamente”.
In fondo quella che emerge è una storia museale quasi impossibile e, per questo, tanto interessante quanto contemporanea, nel senso proprio della “pratica” del pensare e realizzare mostre che vanno oltre lo spazio fisico che le ospita, cosa che qui a Torino è evidente. E arriva a toccare corde molto sottili, nonostante l’immediatezza delle opere di JR e la loro forza, in un certo senso “elementare”, che a volte rende dubbiosi i critici sul suo status di artista. “Credo che la cosa importante qui oggi – ha detto ancora Arturo Galansino – sia vedere come, grazie alla sua energia e alla capacità di coinvolgere migliaia e milioni di persone in questi anni riesca a fare parlare di temi importanti, di argomenti così urgenti che spesso rifiutiamo perché sappiamo dei problemi dei campi profughi, ma è difficile conoscerli dal vero. JR ce li fa conoscere in modo diverso, con uno sguardo dal basso, che non si ferma solo ai lati drammatici. I campi profughi sono un fenomeno tipico della globalizzazione e in 10 anni è decuplicato il numero dei rifugiati, che oggi sono 100 milioni. Fare questa cosa con la gioia e la freschezza con cui lo fa lui credo sia una cosa eccezionale, artista o non artista”.
E infine, ma anche questo è un tema enorme, c’è l’aspetto della banca che organizza, promuove e ospita la mostra, mettendosi in gioco insieme a JR e alle persone che lui coinvolge. “È facile ragionare sul dividendo sociale delle imprese private – ha concluso Coppola – Intesa Sanpaolo è una grande banca con una lunga storia e il suo impatto sociale, il dividendo sociale è sotto gli occhi di tutti: anziché vendere palazzi li trasforma in musei, continua ad assicurare a quegli edifici una funzione chiara per la comunità nella quale sono presenti. Ma c’è anche un dividendo sociale che è immateriale: quello che è accaduto ieri, con le persone che si sono incontrate e che hanno deciso di partecipare e di dare il loro contributo a qualcosa che aveva un messaggio, di pace, di speranza o di preoccupazione. Che questo avvenga grazie alla visione illuminata di un’impresa privata italiana che è una banca è un unicum che secondo me come Sistema Italia dobbiamo guardare, perché non ce ne sono tanti nel mondo di esempi così”.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, è aperta al pubblico fino al 16 luglio in piazza San Carlo.
(Leonardo Merlini)

Francesco Moser: per me più facile correre in bici che fare il vino

Francesco Moser: per me più facile correre in bici che fare il vinoMilano, 8 feb. (askanews) – “Per me era molto più facile correre in bici che fare il vino, in bici riuscivo a far bene o meglio di tutti, invece nel vino c’è una concorrenza troppo forte in giro per il mondo, e poi, per una ragione o per l’altra, non sai mai chi arriva primo mentre nelle corse si vede chi arriva primo”. A parlare, con grande ironia, è Francesco Moser, leggenda del ciclismo, che nel 1979 ha fondato in Valle di Cembra in Trentino (terra di origine della famiglia), l’azienda vinicola Moser, oggi guidata dal figlio Carlo e dal nipote Matteo, come quasi tutti i maschi della famiglia cresciuti anche loro tra vigne e pedali.
Ad un incontro a Milano per presentare il “Blauen – Blanc de Noirs 2015”, un Trentodoc Extra Brut affinato per 72 mesi sui lieviti, l’ex campione, oggi 71enne, ha ricordato che “noi ci siamo fatti le ossa lavorando nei campi e oggi a casa a Palù di Giovo (Trento) abbiamo ancora un torchio a mano, che quando era periodo di vendemmia veniva usato giorno e notte dai contadini della zona, perché di macchinari così in giro ce ne erano pochi”. “In Valle di Cembra quasi tutte le famiglie hanno un fazzoletto di terra e coltivano la vigna, e anche chi conferisce le uve si fa il suo vino” ha spiegato il 38enne Carlo Moser, che segue la gestione amministrativa e commerciale di questa consolidata realtà che produce complessivamente 150mila bottiglie, di cui 80mila di quattro spumanti Trentodoc, e le rimanenti della linea “Warth”, costituita da quattro bianchi e tre rossi fermi.
“Il primo spumante lo abbiamo fatto nel 1984 su suggerimento di un amico, Francesco Spagnoli, che era preside dell’Istituto agrario – ha precisato Francesco Moser – e lo chiamammo ‘51,151’, il tempo del record dell’ora di ciclismo che feci a Città del Messico nel 1984”. Da allora, la Cantina ha fatto molta strada e lo dimostra proprio l’ultimo nato “Blauen”, elegante bolla “sboccata” nel marzo 2022 e prodotta in circa tremila bottiglie. Il nome è nato per scherzo da “An der schonen blauen Donau” (“Sul bel Danubio blu”, ndr), titolo di un celebre valzer di Johann Strauss, ed è stato scelto dal 42enne Matteo Moser, enologo e agronomo della cantina, a cui piaceva l’assonanza con “Blauburgunder” (termine tedesco per Pinot Nero).
“Il mio pensiero di fondo è dare una continuità e uno stile molto ben definito ai nostri vini e in questo ci aiuta il fatto di essere noi a lavorare i nostri vigneti e a gestire l’intero processo produttivo” ha spiegato Matteo, ricordando che le uve provengono “da due vigneti di Pinot Nero che sorgono su una collina che noi chiamiamo Dòs dei cedri, entrambi a pergola trentina: una forma di allevamento bistrattata per anni ma che ora, con il cambiamento climatico, sta tornando”. “Questo Blanc de Noirs 2015 ha aggiunto Carlo – è frutto della nostra esperienza di oltre trent’anni nella spumantistica e di una meticolosa ed instancabile dedizione, sia in vigna che nei lunghi anni di affinamento in cantina”.
“Nel 1988, anno in cui ho smesso di correre, ho comperato il Maso Warth che è circondato dalle vigne la maggior parte delle quali erano di Schiava, poi c’erano un po’ di Chardonnay, Lagrein, Moscato e Pinot Nero, i cui ultimi filari li abbiamo tagliati quest’anno” ha aggiunto Francesco (ancora oggi il ciclista italiano con il maggior numero di successi), evidenziando che “l’operazione di sostituzione delle piante vecchie con le nuove iniziata negli anni Novanta è ora conclusa”. La proprietà del maso è di quasi trenta ettari ma la superficie vitata non supera i 13, a cui si aggiungono più o meno altri sette ettari in zone vicine. Anche se non ancora certificata, la coltivazione è quasi interamente biologica, e il maso è riscaldato a biomassa e ha un impianto fotovoltaico che copre il 60% dell’energia elettrica consumata. L’azienda, il cui dipendenti hanno un’età media sotto i 30 anni, ha dichiarato di aver chiuso il 2022 con i medesimi volumi del 2021 ma con una crescita di fatturato dell’8%, mentre l’export è ancora una voce marginale perché riguarda circa il 10% delle bottiglie vendute, di cui la metà sono bollicine.

CHEOPS trova un anello “impossibile” intorno al pianetino Quaoar

CHEOPS trova un anello “impossibile” intorno al pianetino QuaoarMilano, 8 feb. (askanews) – Il satellite CHEOPS dell’Agenzia spaziale europea (ESA) ha scoperto un misterioso anello di materia intorno al pianeta nano Quaoar, ai confini del nostro Sistema solare. Misterioso perché quell’anello non è dove dovrebbe essere.
Nel senso che si trova a una distanza ritenuta impossibile, tra 5 e 7,5 volte il raggio del piccolo pianeta, praticamente il doppio di quanto stabilito dal cosiddetto “limite di Roche”, cioé il confine ideale al di sotto del quale la materia si sgretola, vittima delle forze di marea gravitazionale, formando, appunto, degli anelli e al di sopra del quale, invece, si addensa formando delle lune come Weywot, la piccola luna di Quaoar.
E il mistero che lascia stupiti gli scienziati è proprio questo: perché, a una tale distanza, il materiale anziché addensarsi ha formato un anello?
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature e ad arrovellarsi il cervello, nel team di studio guidato dall’Università Federale di Rio de Janeiro, in Brasile, ci sono anche anche due ricercatori italiani, dell’INAF (Istituto nazionale di astrofisica).
Lanciato nel dicembre 2019, CHEOPS ha lo scopo di scoprire e caratterizzare nuovi esopianeti ma ha fatto la sua scoperta su Quaoar durante una “pausa di lavoro”.
La missione è caratterizzata da una importante partecipazione italiana grazie, appunto, all’INAF, all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e all’industria aerospaziale nazionale.
Il telescopio del satellite con il suo complesso sistema ottico basato su specchi asferici, infatti, è stato progettato e costruito da Leonardo a Campi Bisenzio (FI) su specifiche dell’ASI, dell’INAF e dell’Università di Berna.

Corrado Veneziano nel Metaverso, in mostra i non-luoghi dell’artista

Corrado Veneziano nel Metaverso, in mostra i non-luoghi dell’artistaRoma, 8 feb. (askanews) – L’arte invade il Metaverso con le opere di Corrado Veneziano: a distanza di dieci anni dalla sua prima personale, la mostra antologica “Corrado Veneziano nel Metaverso” inaugura mercoledì 15 febbraio in un inedito spazio, quello della Sky Art Gallery su Spatial, ambientata sul comprensorio del Cervino, sospesa nel cielo con un panorama a 360 gradi. A curarla è Francesca Barbi Marinetti, l’architettura della galleria è realizzata da Dario Buratti, aka Colpo Wexler, la direzione artistica è di Marina Bellini, aka Mexi Lane, anche regista del video che sarà distribuito prossimamente sui canali social.
La mostra ripropone le opere più emblematiche della prima personale dell’artista, quella di Roma del 2013 (“L’anima dei non luoghi”), integrate con una selezione di quelle successive, presentate in gallerie e musei pubblici nazionali e internazionali: dai codici a barre ISBN agli alfabeti Morse che traducono testi filosofici e letterari, dai QR code che mimano i mosaici aztechi alle serialità vagamente warholiane. E ancora grafie moderne (cinesi, giapponesi, russe, indiane) e antichissime (l’aramaico, il sanscrito) che sacrificano il proprio significato per desemantizzarsi, diventando pura forma e astrazione.
“Per la prima volta nel Metaverso, Veneziano non poteva che considerare questo ambiente altro e parallelo del percorso umano un contesto che lo attendeva, proprio in considerazione dei temi che permeano la sua ampia produzione artistica: un reiterato confronto, costante e differenziato, con l’immensa foresta di linguaggi che qualificano il passaggio dell’esistere – ha spiegato la curatrice Francesca Barbi Marinetti – poeticamente l’uomo abita la terra, scriveva Hölderlin, e Veneziano si dedica interamente allo studio e rappresentazione della complessa struttura linguistica, simbolica visiva di questo abitare, sperimentandosi con i codici, (ISBN, QRcode, Morse) i “non luoghi” e i simboli della modernità (marchi commerciali compresi). Antico e contemporaneo dialogano costruendo prodigiosamente nuovi ponti e sentieri, in singolar tenzone tra tela e pennello, verso e prosa, miti e loghi, codici e visioni.”
Artista internazionalmente e istituzionalmente riconosciuto, i suoi celebri omaggi ai maestri della poesia e della pittura, da Dante Alighieri a Leonardo da Vinci, sono sempre ricerca innovativa e tentativo di risposta ai grandi quesiti passati e presenti. Ma in questa mostra la sua produzione artistica si sublima: in un ambiente di ricerca che crea e interconnette informazioni, soggetti, avatar e oggetti, i “non luoghi” di Corrado Veneziano assumono nuovo senso e significato. Veneziano ha esposto per la prima volta le sue opere dedicandole proprio ai “non luoghi”. La sua mostra del 2013 godeva dei testi critici di Achille Bonito Oliva e dell’antropologo e filosofo francese Marc Augé, che aveva inventato e battezzato la locuzione “non luoghi”, denunciandone la pericolosa invadenza. E se Bonito Oliva scriveva che “Veneziano lavora sulla riqualificazione dei luoghi per ridare presenza a un passato spaziale, a un’architettura abbandonata”, Marc Augé dichiarava in modo inequivoco che “Veneziano trasforma i non luoghi in spazi vitali”. E aggiungeva che “Veneziano è capace con la sua arte di portare luoghi apparentemente senza identità alla loro essenza più vera”. L’accezione di non luogo era forse per la prima volta resa più poetica, spirituale, umana. Oggi, invece, si sublima in un contesto innovativo, il Metaverso, “luogo non luogo” per antonomasia.
“Superando i concetti di realtà virtuale e realtà aumentata la costruzione di un essere in presenza, ovvero avatar, attraverso la tecnologia sociale, si avvale dell’interoperabilità fra mondi e piattaforme, in un ambiente di ricerca che crea e interconnette informazioni, soggetti, avatar e oggetti”, ha spiegato Marina Bellini.
“Le gallerie d’arte nei metaversi stanno trasformando il modo in cui percepiamo l’arte contemporanea – ha aggiunto Dario Buratti – Questi universi virtuali, come Second Life, Spatial e Sansar, offrono un’esperienza immersiva che va oltre ciò che è possibile in una galleria tradizionale. Essi rappresentano un vero e proprio territorio sperimentale: gli artisti hanno la possibilità di sfruttare la tecnologia per creare esposizioni interattive e coinvolgenti, che catturano l’immaginazione dei visitatori in modo dinamico, offrendo esperienze uniche ed immersive e permettendo di raggiungere un pubblico sempre più vasto”.