Alluvione, Figliuolo: costituiremo struttura che darà indirizziBologna, 3 lug. (askanews) – “In questo momento bisogna ascoltare le esigenze” dei territori colpiti dall’alluvione di due mesi fa “per poi fare” interventi “nella maniera più condivisa possibile, nel rispetto dei ruoli e delle competenze”. Occorrerà “fare interventi di primo tempo ma anche pensare alla messa in sicurezza”. In questo momento “stiamo costituendo la struttura che darà gli indirizzi, che farà la programmazione finanziaria. Però il tutto sarà condiviso, in armonia con quelli che saranno i subcommissari”. Lo ha detto il commissario alla ricostruzione post alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al termine di un incontro nella sede della Regione Emilia-Romagna con i sindaci e le parti sociali.
“Oggi – ha ricordato Figliuolo – stiamo vedendo fenomeni estremi, che hanno sovvertito statistiche che vanno indietro nel tempo anche centinaia di anni. Vanno tenuti nel conto perché bisogna poi fare interventi di ricostruzione per la messa in sicurezza del territorio. E’ chiaro che adesso è cogente l’intervento su famiglie e imprese, sui settori produttivi. Questa è la food Valley, sorvolando abbiamo visto un bellissimo territorio, con piantagioni veramente eccezionali. Quindi l’impegno sarà massimo”. “Stiamo costituendo la struttura che darà gli indirizzi, che farà la programmazione finanziaria – ha aggiunto il commissario -. Però il tutto sarà condiviso, in armonia con quelli che saranno i subcommissari perché ovviamente oltre al presidente Bonaccini ci sono i presidente Acquaroli e Giani. Abbiamo ascoltato le parti sociali, le parti produttive e le professioni, il patto per il territorio e per l’ambiente. Ho sentito da tutti le esigenze che mi hanno rappresentato: il mio compito sarà quello di fare un piano, lo faremo in maniera condivisa che possa poi essere messo a terra, implementato in maniera realistica e che dia la giusta fiducia, che venga ben comunicato per i nostri cittadini”.
Figliuolo: forti sentimenti emotivi nel vedere Romagna sfregiataBologna, 3 lug. (askanews) – “Con il presidente Bonaccini abbiamo sorvolato le aree colpite, specialmente quelle dei fiumi Santerno e Lamone e le aree verso la collina. Vedere questo territorio che in questo momento porta ancora delle cicatrici e in molte parti” nonostante “l’operosità dei concittadini che hanno già messo a posto tanto”. Ma “vederlo sfregiato e così lesionato davvero mi provoca dei forti sentimenti emotivi”. Lo ha detto il commissario alla ricostruzione post alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, nella sua prima visita in Romagna. “Sono venuto qua per ascoltare. Io in questo momento sono designato ma non ho ancora ricevuto la formalizzazione dell’incarico, però sentivo di darvi delle informazioni”.
Dopo l’incontro con i sindaci e tutte le parti sociali, Figliuolo ha rivolto un pensiero al territorio colpito dall’alluvione di quasi due mesi fa: “Il mio pensiero va alle vittime, a quelli che sono ancora sfollati in questo momento e a quanti stanno soffrendo dal punto di vista morale e materiale per questa tragedia che ha duramente colpito specialmente il versante emiliano per ben due volte questa regione”. E poi un messaggio incoraggiante per la popolazione e le imprese: “l’impegno è massimo”. “E’ chiaro che adesso è cogente l’intervento su famiglie e imprese, sui settori produttivi – ha aggiunto il neo commissario -. Questa è la food Valley, sorvolando abbiamo visto un bellissimo territorio, con le piantagioni veramente eccezionali. Quindi l’impegno sarà massimo”.
Mannoia, Emma, Tananai: parata di big contro la violenza sulle donneRoma, 3 lug. (askanews) – È passato un anno da quell’11 giugno 2022 quando, alla RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo), si teneva “Una. Nessuna. Centomila. Il concerto”, un grande evento musicale contro la violenza sulle donne. L’impegno e la forza della musica a sostegno di questa causa continuano ora con “Una Nessuna Centomila – in Arena”, il prossimo 26 settembre all’Arena di Verona.
Protagonisti i grandi nomi della musica italiana: Alessandra Amoroso, Annalisa, Samuele Bersani, Brunori Sas, Elodie, Emma, Fiorella Mannoia, Francesca Michielin e Tananai, insieme sullo stesso palco, uniti con l’obiettivo di raccogliere fondi destinati ai centri antiviolenza. Sullo speciale palco dell’anfiteatro veronese, dove già in passato le voci della musica si sono unite contro il femminicidio, sarà quindi un nuovo momento di festa e condivisione per dare un aiuto concreto ai centri e alle organizzazioni che sostengono e supportano le donne vittime di violenza.
I proventi del concerto verranno erogati a strutture individuate sulla base di criteri di trasparenza e tracciabilità, grazie al lavoro di selezione effettuato dalla Fondazione Una Nessuna Centomila, nata dall’evento live del 2022, da cui prende il nome, per il contrasto alla violenza sulle donne, grazie alla volontà delle quattro fondatrici: Fiorella Mannoia (presidente onoraria), Giulia Minoli (presidente), Celeste Costantino e Lella Palladino (vicepresidenti). I proventi andranno a strutture in grado di garantire il proprio empowerment, assicurando la sostenibilità nel tempo delle attività da loro realizzate e fornendo un supporto solido e duraturo alle vittime. Gli utilizzi di tutte le risorse economiche raccolte dall’evento del 26 settembre verranno rendicontati e comunicati nella totale trasparenza.
I biglietti per il concerto, organizzato e prodotto da Friends & Partners, saranno disponibili a partire dalle 11 di martedì 4 luglio, su TicketOne.it e nei punti vendita e prevendite abituali. Per l’evento del 2022 il ricavato dei biglietti venduti, al netto dei costi di produzione e organizzativi, ha permesso di destinare i fondi a sette centri antiviolenza italiani (nelle città di Reggio Calabria, Latina, Potenza, Casal di Principe, Conversano, Palermo e Olbia).
Pnrr, Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco futuro ItaliaMilano, 3 lug. (askanews) – Maggioranza e opposizione, tutti i livelli istituzionali, sindacati, aziende, magistrati, intellettuali, gente comune. Giorgia Meloni chiama tutti a bordo di quella che chiama “la nave più bella del mondo”, tutti a “remare nella stessa direzione”, che è quella della realizzazione del Pnrr. Un appello che suona anche come un’accusa: nell’intervista al Corriere della Sera la premier aveva parlato di “allarmismo” e di “Tafazzi”, ma dal palco della Assemblea generale di Assolombarda va oltre: “C’è chi tifa perchè si fallisca”. Eppure, “qui non è in gioco un governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità internazionale”.
La presidente del Consiglio si dice “dispiaciuta”, “anche se non mi stupisce”, che il Pnrr “sia diventato terreno di scontro”. Ma agli industriali di Assolombarda assicura: “Quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi”. Anche se, tiene a precisare, “il piano non lo ha scritto o negoziato questo governo. Modificheremo le parti da cambiare, faremo le norme necessarie, contratteremo con la Commissione, supereremo le lungaggini degli enti locali. Faremo quello che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vorrà restare a guardare, vorrà dire che quando avremo finito avrà imparato una lezione”. La platea applaude, Meloni assicura il dialogo: “Il Governo è consapevole che è impossibile affrontare da solo le sfide, per qusto abbiamo recuperato lo spirito di confronto e inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante e aperto con le parti sociali”. In particolare con gli imprenditori “possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma questa nazione si può salvare, può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale”.” Con un modello industriale che “non ha nulla da imparare da nessuno, semmai ha qualcosa da insegnare”, prosegue accarezzando la platea. Che applaude quando la premier chiede una transizione ecologica “fatta con criterio: non possiamo smantellare la nostra economia per inseguirla”.
“E dal nuovo centro di ricerca del Gruppo Comazzi, dove si svolge l’assemblea, assicura il sostegno del governo all’innovazione, in particolare con un Chips Act italiano: “La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio per rendere l’Italia sempre più competitiva, il ramo hitech ha bisogno di un’evoluzione per attirare imprese dall’estero ed evitare fughe dall’Italia”. Una strategia che serve anche a conrtastare gli effetti dell’Inflation Reduction Act americano, e a sfruttare il decoupling degli Usa dalla Cina: “Possiamo porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico”
Sul Pnrr Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco il futuro dell’ItaliaMilano, 3 lug. (askanews) – Maggioranza e opposizione, tutti i livelli istituzionali, sindacati, aziende, magistrati, intellettuali, gente comune. Giorgia Meloni chiama tutti a bordo di quella che chiama “la nave più bella del mondo”, tutti a “remare nella stessa direzione”, che è quella della realizzazione del Pnrr. Un appello che suona anche come un’accusa: nell’intervista al Corriere della Sera la premier aveva parlato di “allarmismo” e di “Tafazzi”, ma dal palco della Assemblea generale di Assolombarda va oltre: “C’è chi tifa perchè si fallisca”. Eppure, “qui non è in gioco un governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità internazionale”.
La presidente del Consiglio si dice “dispiaciuta”, “anche se non mi stupisce”, che il Pnrr “sia diventato terreno di scontro”. Ma agli industriali di Assolombarda assicura: “Quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi”. Anche se, tiene a precisare, “il piano non lo ha scritto o negoziato questo governo. Modificheremo le parti da cambiare, faremo le norme necessarie, contratteremo con la Commissione, supereremo le lungaggini degli enti locali. Faremo quello che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vorrà restare a guardare, vorrà dire che quando avremo finito avrà imparato una lezione”. La platea applaude, Meloni assicura il dialogo: “Il Governo è consapevole che è impossibile affrontare da solo le sfide, per qusto abbiamo recuperato lo spirito di confronto e inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante e aperto con le parti sociali”. In particolare con gli imprenditori “possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma questa nazione si può salvare, può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale”.” Con un modello industriale che “non ha nulla da imparare da nessuno, semmai ha qualcosa da insegnare”, prosegue accarezzando la platea. Che applaude quando la premier chiede una transizione ecologica “fatta con criterio: non possiamo smantellare la nostra economia per inseguirla”.
“E dal nuovo centro di ricerca del Gruppo Comazzi, dove si svolge l’assemblea, assicura il sostegno del governo all’innovazione, in particolare con un Chips Act italiano: “La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio per rendere l’Italia sempre più competitiva, il ramo hitech ha bisogno di un’evoluzione per attirare imprese dall’estero ed evitare fughe dall’Italia”. Una strategia che serve anche a conrtastare gli effetti dell’Inflation Reduction Act americano, e a sfruttare il decoupling degli Usa dalla Cina: “Possiamo porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico”
Vino, Matarazzo: passaggio a Campania Doc limiterà frammentazioneMilano, 3 lug. (askanews) – “L’idea di trasformare Campania Igt in Campania Doc è in fase avanzata di studio: tutta la filiera è impegnata nella definizione delle possibili declinazioni utilizzabili, allo scopo di trovare il giusto compromesso tra esigenze attuali e future, e la necessità di addivenire ad una maggiore visibilità e identità delle produzioni di qualità. Il vantaggio sarà proprio quello di attenuare l’eccessiva frammentazione produttiva e l’articolazione delle Denominazioni, spesso fonte di confusione nei consumatori”. Lo ha spiegato in un’intervista ad askanews il direttore del Consorzio tutela vini del Sannio, Nicola Matarazzo, reduce da “Campania.Wine”, la manifestazione dedicata ai vini campani promossa da cinque Consorzi di tutela vini delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno e Napoli, insieme con quello del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, che si è tenuta con successo a Napoli nelle scorse settimane.
“In Campania ci sono 29 Denominazioni ma la stragrande maggioranza della produzione si concentra in poco meno di dieci” ricorda Matarazzo, sottolineando che “29 Denominazioni sono effettivamente troppe in relazione alla produzione e soprattutto per essere comprensibili fuori dai confini regionali, anche se rappresentano un patrimonio di biodiversità e ricchezza territoriale e culturale innegabili”. “Alcune delle Denominazioni sono poco rivendicate, mentre altre sono troppo piccole per essere visibili sul mercato” aggiunge il presidente ed esperto di viticultura campana, spiegando che “la filiera regionale ha una struttura polarizzata, con poche grandi aziende o associazioni di produttori e di trasformazione che collocano con un proprio marchio i loro prodotti sui mercati nazionali ed internazionali e che hanno un buon rapporto con la Gdo, e tante piccole aziende agricole con una cultura imprenditoriale poco orientata al mercato e verso forme di cooperazione”. Insomma il panorama produttivo campano appare molto frammentato ma, chiosa Matarazzo, “è giusto evidenziare che ci sono numerose piccole realtà che sono riuscite a superare i limiti legati alla loro dimensione ridotta con una organizzazione eccellente e con una straordinaria capacità di costruirsi un marchio autorevole e riconoscibile, sfida non sempre vinta da produttori più grandi”. A sorprendere di più nelle degustazioni degli oltre 600 vini delle 116 Cantine campane presenti a “Campania.Wine” sono stati i vini bianchi, risultati nel complesso di gran lunga più interessanti e “moderni” rispetto ai rossi, in particolare laddove si è lavorato sull’affinamento. Si vedano in questo senso due estremi per notorietà e posizionamento: da un lato il celebrato “Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco Fiorduva 2020” (Fenile 30%, Ginestra 30%, Ripoli 40%) di Marisa Cuomo, e dall’altro la ben più accessibile ma di indiscutibile qualità “Falanghina del Sannio Dop Lazzarella 2021” di Vigne Sannite (Centro cooperativo agroalimentare sannita). Tra loro, non si può non citare almeno il “Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Munazei 2021” di Casa Setaro e le tre Riserve dagli altrettanti cru di Greco di Tufo Docg di Cantine di Marzo, e in particolare il “Vigna Ortale 2020”. Del resto Greco, Falanghina e Fiano rappresentano ormai più della metà della produzione di vini di qualità regionali. “L’ecletticità di utilizzo di queste uve, unita all’eccelente capacità di evolversi nel tempo – precisa Matarazzo – sono state le motivazioni che hanno spinto i Consorzi di tutela alla modifica dei Disciplinari con l’inserimento delle menzioni ‘Riserva’, prevedendo così versioni con affinamenti più lunghi”. All’evento in Galleria Umberto I si è vista anche un’importante presenza di vini da vitigni autoctoni (dall’Asprinio al Casavecchia, dal Caprettone al Pallagrello, solo per citarne alcuni) di cui la Campania è uno tra i territori più ricchi al mondo, con varietà, cloni, e biotipi spesso conosciuti più con nomi dialettali che con quelli “tecnici”. Vitigni orgogliosamente riscoperti da qualche anno ma che non sempre, in purezza, paiono in grado di dare validi risultati in bottiglia. Più facile dal punto di vista commerciale, almeno sulla carta, il lavoro intrapreso da molti produttori sulla spumantizzazione (Martinotti e Metodo Classico): “Le sperimentazioni enologiche su Fiano, Greco e Falanghina hanno dato risultati ottimi – continua – anche in termini di preferenze di consumo, quindi in un mercato che attualmente ha ormai sdoganato la stagionalità di consumo degli spumanti, credo possa essere un’opportunità attuale e futura”.
La ricca viticoltura campana, spesso associata agli uliveti, si concentra nella zona interna del Beneventano e dell’Avellinese (quella con la maggiore produzione viticola a marchio comunitario), nella provincia di Salerno e nelle provincie di Napoli e Caserta. La vite è coltivata per il 70% (16.385 ettari) sulla “collina interna”, per il 17% (4.429 ha) in montagna, per il 9% (2.186 ha) sulla “collina litoranea”, e solo per il 4% in pianura. Se nell’ultimo trentennio si è registrata una progressiva riduzione della superficie vitata, negli ultimi nove anni la produzione di vini IG è in costante crescita, con il valore alla produzione che ammonta complessivamente a 106 milioni di euro (Benevento 56,4 mln, Avellino 27 e Napoli 8,4). “Nella filiera vitivinicola campana è in corso da anni un profondo processo di rinnovamento basato sulla riqualificazione dell’offerta, che ha avuto riscontri positivi dal mercato, come testimoniato soprattutto dal notevole incremento dell’export negli ultimi dieci anni: 15 mln di euro nel 2006, diventati 52 nel 2020” spiega ancora ad askanews il direttore del Consorzio vini del Sannio, evidenziando che “sul piano della produzione è in atto uno sforzo per valorizzare e migliorare nel suo complesso la piattaforma varietale attraverso ricerche e innovazioni, la digitalizzazione in viticoltura ed enologia e l’incremento verso l’alto la qualità dei prodotti nelle diverse fasce di prezzo. In particolare si sta puntando a rafforzare il legame con un mercato regionale molto ampio rispetto all’offerta – aggiunge – e a sviluppare il mercato nazionale e internazionale, dove è maggiore la capacità di assorbimento dei vini di pregio e a prezzi superiori”. “I prezzi dei prodotti finiti si sono comunque mantenuti stabili, se non in leggera crescita” continua Matarazzo, mettendo in luce che “il problema vero rimane il valore delle uve, del loro mancato adeguamento all’aumento generalizzato dei costi in vigna e della capacità di garantire un reddito equo ai vignaioli”. Un problema su cui i Consorzi “si stanno adoperando con grande impegno per studiare le più efficaci soluzioni”.
Roma, domani Valerio Mastandrea apre l’Arena di Tor Bella MonacaRoma, 3 lug. (askanews) – Al via domani a Roma l’arena di Tor Bella Monaca, che ospiterà un ciclo di quindici proiezioni fino al prossimo 18 luglio. Alle ore 21, il programma sarà inaugurato da “Il mucchio selvaggio”, capolavoro di Sam Peckinpah, considerato uno dei migliori western della storia del cinema: il film sarà introdotto dall’attore e regista Valerio Mastandrea. Sempre a partire da domani, gli spettatori avranno l’occasione di votare il film proprio preferito da una lista di titoli che sarà fornita al pubblico prima delle proiezioni: lunedì 17 alle ore 21 sarà proiettata l’opera che avrà ottenuto il maggior numero di preferenze.
Fra i successivi appuntamenti, sabato 8 luglio alle ore 21 sarà la volta di “Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto”, introdotto dal regista Riccardo Milani e dalla protagonista Paola Cortellesi. Sabato 15 luglio (ore 21), il programma ospiterà la proiezione de “La forma dell’acqua” di Guillermo del Toro, premiato dall’Academy con 4 Oscar, presentato alla platea da Virginia Raffaele. Martedì 18 alle ore 21, come film di chiusura, si terrà “Ammore e malavita”, il pluripremiato musical dei Manetti Bros. sarà introdotto dalla protagonista Serena Rossi. L’arena di Tor Bella Monaca è realizzata da Zètema Progetto Cultura e Fondazione Cinema per Roma e promossa da Roma Capitale, all’interno della nuova iniziativa “Viva il cinema” che porterà la settima arte nelle periferie della città, con tre diverse sale cinematografiche all’aperto per un totale di quarantaquattro proiezioni gratuite. Dal 5 al 19 luglio, sarà infatti allestito un secondo spazio nella zona di Corviale, presso la Biblioteca Renato Nicolini (XI Municipio), mentre un terzo sarà attivo nel comprensorio di Santa Maria della Pietà (XIV Municipio) dal 20 luglio al 3 agosto.
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea Next Generation Eu nell’ambito del Pnrr, rientra tra gli Interventi Immateriali individuati nella linea progettuale Piani Urbani Integrati M5C2-Investimento 2.2, destinati alle periferie delle Città Metropolitane. “Il cinema estivo in piazza si arricchisce delle arene di Tor Bella Monaca, Corviale e Santa Maria della Pietà finanziate nell’ambito del Pnrr e inserite nel programma dell’Estate Romana, quest’anno decisamente orientato a valorizzare la Settima Arte, con complessivamente 24 arene in tutta la città tra luglio e settembre”. Così l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor. “Queste tre arene – ha aggiunto – sono particolarmente significative perché si inseriscono in un progetto di valorizzazione di tre aree strategiche per la città, che saranno riqualificate attraverso tre Piani Urbani Integrati. Sono sicuro che la varietà dei programmi di queste rassegne spingerà tanti cittadini ad assistere agli spettacoli e che questa sarà per molti l’occasione per scoprire o rivedere vecchi e nuovi film, insieme e in un’atmosfera di festa”.
L’arena, posizionata in via Giovanni Castano (VI Municipio), è a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili; tutti i film saranno proiettati in italiano.
Figliuolo: per ora solo un sopralluogo sulle zone alluvionate, a breve arriverà anche il portafoglioBologna, 3 lug. (askanews) – “In questo momento ho fatto solo un sopralluogo” sulle zone alluvionate in Romagna. “Poi ritengo che a breve arriverà anche il portafoglio. I piani chiaramente vanno fatti, vanno dati un perimetro d’azione e le priorità. Poi è chiaro che ad ogni piano devono essere associate le risorse, che possono essere non solo economiche ma anche umane”. Lo ha detto il commissario alla ricostruzione post alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al termine di un incontro nella sede della Regione Emilia-Romagna con i sindaci e le parti sociali.
“C’è la massima attenzione da parte del nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e di tutta la compagine governativa” ha aggiunto Figliuolo.
Il Papa: sono indignato per il rogo del Corano in SveziaRoma, 3 lug. (askanews) – “Mi sento indignato e disgustato da queste azioni”. Dialogando con Hamad Al-Kaabi, direttore del quotidiano degli Emirati Arabi Al-Ittihad, Papa Francesco ha così commentato il rogo delle copie del Corano avvenuto nei giorni scorsi in Svezia: “Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha detto Francesco, come riporta Vatican News.
Francesco ha parlato del suo stato di salute dopo il recente intervento chirurgico all’addome: “È stato difficile, ma ora, grazie a Dio, sto meglio grazie all’impegno e alla professionalità dei medici e del personale infermieristico che ringrazio molto e prego per loro e le loro famiglie e per tutte le persone che mi hanno scritto e pregato per me in questi giorni”. Ricordando poi la visita ad Abu Dhabi nel 2019, il Papa ha espresso apprezzamento per l’Impegno degli Emirati Arabi e dello sceicco Mohamed bin Zayed per il percorso intrapreso per diffondere la fratellanza, la pace e la tolleranza, e chiede che i giovani non siano lasciati dagli adulti in preda a miraggi e scontri di civiltà: “A mio avviso, l’unico modo per proteggere i giovani dai messaggi negativi e dalle notizie false e inventate, e dalle tentazioni del materialismo, dell’odio e del pregiudizio, è non lasciarli soli in questa battaglia, ma dare loro gli strumenti necessari che sono libertà, discernimento e responsabilità. La libertà è ciò che distingue una persona. Dio ci ha creati liberi anche di rifiutarlo, la libertà di pensiero e di espressione sono essenziali per aiutarli a crescere e imparare. Non dobbiamo mai cadere nell’esperienza di trattare i giovani come ragazzi incapaci di scegliere e prendere decisioni – ha continuato – sono il presente e investire su di loro significa garantire continuità”, seguendo sempre la regola d’oro del fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
Rispondendo a una domanda sul documento sulla Fratellanza Umana, il Papa ha affermato di donarlo sempre alle delegazioni che riceve in Vaticano “perché credo che sia un testo importante non solo per il dialogo tra le religioni, ma per la convivenza pacifica tra tutti gli esseri umani. Ci sarà la civiltà della fratellanza o quella dell’inimicizia, o costruiamo insieme il futuro o non ci sarà futuro”. Francesco si dice lieto per l’accettazione da parte della comunità globale del messaggio e degli obiettivi del documento. “La fratellanza umana è l’antidoto di cui il mondo ha bisogno per guarire dal veleno di queste ferite. Il futuro della cooperazione interreligiosa si basa sul principio della reciprocità, del rispetto per l’altro e della verità”. “Il nostro compito – ha aggiunto Francesco – è trasformare il senso religioso in cooperazione, in fraternità, in concrete opere di bene. Oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di fabbricanti di armi; oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di istigatori di conflitti; abbiamo bisogno di vigili del fuoco, non di piromani; abbiamo bisogno di fautori della riconciliazione, non di persone che minacciano distruzione”.
A proposito degli impegni concreti in questa direzione, incoraggiando le iniziative caritatevoli avviate dopo la pubblicazione del documento, il Papa ha detto: “È facile parlare di fratellanza, ma la vera misura della fratellanza è ciò che realmente facciamo in modo concreto per aiutare, sostenere, soccorrere, nutrire e accogliere i miei fratelli e sorelle nell’umanità. Ogni bene per sua natura deve essere rivolto a tutti indistintamente. Se faccio del bene solo a chi la pensa o crede come me, allora il mio bene è ipocrisia, perché il bene non conosce discriminazione ed esclusione”. A proposito dell’aumento delle minacce terroristiche, Francesco ha risposto con le parole del documento, condannando “tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”. Infine, il Papa ha espresso apprezzamento per la Casa di Abramo ad Abu Dhabi, lo spazio comprendente una Chiesa dedicata a San Francesco, una Moschea e una Sinagoga, nata per realizzare il principio della Fratellanza Umana. E a proposito dell’emergenza climatica e ambientale ha detto: L’unico modo efficace per affrontare questa crisi è trovare soluzioni realistiche ai problemi reali della crisi ecologica. Dobbiamo trasformare le dichiarazioni in azione prima che sia troppo tardi.
Mattarella in visita ufficiale in CileRoma, 3 lug. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà in visita ufficiale nella Repubblica del Cile fino al 6 luglio.
Domani, martedì 4 luglio, il presidente Mattarella incontrerà, allo Stadio italiano di Santiago, una rappresentanza della collettività italiana in Cile e, successivamente, visiterà la Stazione della Undicesima Compagnia italiana dei Vigili del Fuoco di Santiago e il Museo della Memoria e dei Diritti Umani. Nel pomeriggio deporrà una corona al Monumento a Bernardo O’Higgins.
Il capo dello Stato sarà ricevuto, quindi, al palazzo della Moneda, dal presidente della Repubblica del Cile, Gabriel Boric. Al termine dei colloqui, i due Presidenti rilasceranno dichiarazioni alla stampa. Mattarella incontrerà, quindi, presso la sede del Congresso a Santiago, il presidente del Senato, Juan Antonio Coloma Correa, e il presidente della Camera dei Deputati, Vlado Mirosevic Verdugo.
Mercoledì 5 luglio mattina il capo dello Stato terrà una lectio magistralis all’Università del Cile dal titolo: “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo”. Successivamente, inaugurerà la mostra “Forme e colori dell’Italia pre-romana” allestita all’Istituto italiano di cultura e renderà omaggio al Monumento in onore di Lumi Videla, presso la Residenza dell’Ambasciatrice d’Italia.
Mattarella si trasferirà, quindi, a Punta Arenas dove, giovedì 6 luglio, visiterà il Forte Bulnes, il Museo Salesiano Maggiorino Borgatello, il Círculo Italiano e il Mausoleo della Fratellanza Italiana.