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Mimmo Jodice alle Gallerie d’Italia Torino: 80 scatti in mostra

Mimmo Jodice alle Gallerie d’Italia Torino: 80 scatti in mostraMilano, 29 giu. (askanews) – Apre oggi al pubblico alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra “Mimmo Jodice. Senza tempo”, secondo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana” a cura di Roberto Koch, avviato nel 2022 nel museo di Intesa Sanpaolo con la mostra di Lisetta Carmi con l’intento di realizzare un omaggio ai grandi maestri della fotografia del Novecento del nostro paese.

La nuova mostra prevede il coinvolgimento di Mario Martone, regista e autore, che ha diretto e realizzato un filmato documentario sulla vita di Mimmo Jodice, suo amico e concittadino, che viene proiettato al pubblico per la prima volta. Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Gallerie d’Italia: “Nell’attività delle Gallerie d’Italia la fotografia è protagonista di un racconto che ne esplora la ricchezza di significati, da strumento di indagine sui temi del presente a prezioso patrimonio per approfondire la storia del Paese, a straordinaria forma d’arte capace di dare vita a opere di suggestiva bellezza. Il suo valore artistico e culturale trova oggi piena espressione nella nuova mostra dedicata al maestro Mimmo Jodice, i cui capolavori fanno la storia della fotografia italiana e internazionale. L’esposizione consente di ripercorrere l’intera carriera del grande fotografo, offrendoci immagini di intensa e coinvolgente poesia”.

“Mimmo Jodice. Senza Tempo” offre una significativa sintesi della produzione di Jodice, ripercorrendo i principali temi ispiratori della sua arte in altrettante sezioni della mostra, Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari, attraverso 80 fotografie realizzate dal 1964 al 2011, tra cui alcune delle opere iconiche che hanno definitivamente attestato la grandezza del maestro napoletano. Dalle foto che immortalano statue e mosaici, vestigia delle antiche civiltà del Mediterraneo, a un interesse di tipo sperimentale e concettuale per il linguaggio fotografico; dalle vedute urbane di Napoli e di altre metropoli contemporanee, cariche di assenza e silenzio, nelle quali – come scrive l’autore – “la realtà e la mia visione interiore coincidono”, alle trasfigurazioni del paesaggio naturale fino alla struggente malinconia dei suoi mari. La sezione Natura, con opere esposte per la prima volta, aggiunge un nuovo e ulteriore capitolo alla sua ricerca. Nato a Napoli nel 1934, Jodice si avvicina alla fotografia attratto dalla sua capacità di creare visioni più che documentazioni. Protagonista nel dibattito culturale che ha portato alla crescita e successivamente all’affermazione della fotografia italiana anche in campo internazionale, sin dagli anni Sessanta Jodice impiega la fotografia nella sua doppia valenza di strumento di analisi del reale e di indagine introspettiva. I suoi esordi avvengono a stretto contatto con il tessuto culturale e sociale della sua città natale, Napoli. Negli anni Settanta sperimenta nuovi linguaggi tecnici e la materialità dell’oggetto fotografico, utilizzando al tempo stesso la fotografia come strumento di impegno sociale. Dagli anni Ottanta la figura umana non è più fisicamente presente sotto il suo obiettivo e il centro della sua ricerca diventa invece il paesaggio, inteso come paesaggio di natura, di civiltà, di memoria e di sogno.

Nel suo percorso incontra non solo gli spazi urbani e costruiti ma anche alberi, piante, giardini e boschi, segni di una naturalità spontanea e indomabile che ugualmente esiste accanto a noi. In una serie di “quadri” straordinari e preziosi, l’autore osserva questi elementi e riconosce in loro il silenzio di cui si nutrono, indispensabile per vivere come la luce, come l’aria. Alla capacità unica di Mimmo Jodice di mostrarci la realtà vista attraverso il filtro di un tempo diverso e sospeso, e così interpretata, è dedicata, in sintesi, la mostra.

Ancora scontri nella notte in Francia, la polizia esegue 150 arresti

Ancora scontri nella notte in Francia, la polizia esegue 150 arrestiRoma, 29 giu. (askanews) – La polizia francese ha arrestato durante la notte almeno 150 persone che hanno partecipato alle violente proteste nel paese, dopo l’uccisione di un adolescente di 17 anni da parte di un agente a Nanterre. Lo ha confermato questa mattina il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin.

“Una notte di violenza insopportabile contro i simboli della Repubblica: municipi, scuole e stazioni di polizia sono stati incendiati o attaccati. Centocinquanta persone arrestate”, ha scritto Darmanin su Twitter. La Procura che sta indagando sull’omicidio del diciassettenne Nahel a Nanterre non ha ravvisato alcuna “condizione legale per l’uso dell’arma da fuoco” da parte dell’agente di polizia che ha ucciso l’adolescente 2 giorni fa ed ha chiesto l’arresto dell’agente, tuttora in stato di fermo.

L’agente coinvolto nell’incidente ha dichiarato di avere sparato a Nahel per impedirgli di allontanarsi e continuare a mettere in pericolo i pedoni. Sia lui che l’altro poliziotto, che era con lui, hanno detto anche di aver avuto paura di essere investiti. Un’autopsia ha mostrato che Nahel è stato ucciso da un solo proiettile che gli è passato attraverso il braccio e il petto. Tuttavia, il procuratore generale Pascal Prache ha affermato di aver stabilito che “non vi è stato uso legale di un’arma”.

L’agente in questione, dunque, è stato posto sotto inchiesta formale per omicidio volontario.

A Novara seconda tappa del Roadshow Innovazione Piemonte targato Angi

A Novara seconda tappa del Roadshow Innovazione Piemonte targato AngiRoma, 29 giu. (askanews) – Successo di pubblico e di contenuti per la seconda tappa del Roadshow Innovazione Piemonte andato in scena al Castello di Novara. Innovazione, trasformazione digitale, transizione energetica e riqualificazione urbana sono stati i temi oggetto della conferenza con la presenza del gotha delle istituzioni comunali, regionali e delle imprese del territorio. L’iniziativa è promossa dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori in collaborazione con gli Uffici del Parlamento Europeo in Italia, la Regione Piemonte, il CSI Piemonte e con il patrocinio del Comune di Novara. Appuntamento che ha fatto seguito al grande successo della prima tappa nella città di Alessandria dello scorso maggio.

Attraverso le voci e le testimonianze delle istituzioni, delle imprese e degli opinion leader del digitale, si è sviluppato il dibattito sui temi del digitale, della sostenibilità e della cosiddetta “Hydrogen Valleys” dedicata alla creazione di siti per la produzione di idrogeno rinnovabile. “A fine 2021 abbiamo approvato la Strategia di Specializzazione Intelligente che definisce le priorità e gli ambiti di specializzazione su cui concentrare gli investimenti dei fondi strutturali in materia di ricerca e innovazione – ha esordito l’assessore alla Ricerca e Innovazione di Regione Piemonte, Matteo Marnati – Le grandi sfide sono la trasformazione digitale, la transizione ecologica, tenendo in conto tutti gli aspetti, quindi non solo quello ambientale ma anche quello economico e sociale. Vogliamo, e dobbiamo, sviluppare sistemi molto innovativi, per rimanere competitivi a livello europeo, per migliorare il trasferimento tecnologico e i prodotti che devono tener conto delle nuove tecnologie ma anche dei nuovi bisogni, come l’invecchiamento della popolazione o il tema della decarbonizzazione. Dobbiamo sostenere le nostre imprese: come Regione Piemonte abbiamo investito 300 milioni di euro – su 1 miliardo e mezzo della programmazione europea – per bandi dedicati all’efficientamento energetico e per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per la ricerca e l’innovazione, per le start up, per accompagnare le imprese nel percorso di un’economia più sostenibile. E poi c’è il tema dell’idrogeno sul quale il Piemonte ha puntato molto, così come quello dei biocarburanti, per una mobilità sostenibile. Stiamo creando tante opportunità, il Piemonte sta crescendo – siamo la quarta regione italiana per innovazione – ma siamo in una fase di transizione, dobbiamo allinearci e dialogare”.

“Posso dire con orgoglio che stiamo esportando un modello di innovazione a livello nazionale”, ha dichiarato Pietro Pacini, Direttore Generale CSI Piemonte. “Lo dimostrano alcune attività importanti che stiamo portando avanti, come il nostro cloud pubblico e open source, un caso unico in Italia. Abbiamo poi le infrastrutture e realizziamo nuovi servizi digitali per il cittadino, utilizzando le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Oggi il CSI è una realtà attrattiva come dimostra il numero in crescita dei nostri soci, pari a 134 con l’ingresso di importanti realtà anche fuori dalla nostra regione. Un risultato davvero positivo che ben rappresenta il percorso di trasformazione che il Consorzio ha portato avanti in questi anni”. “Siamo lieti del grande successo di pubblico e di contenuti per questa seconda tappa del roadshow innovazione Piemonte – dichiara il Presidente dell’ANGI, Gabriele Ferrieri – Sostenere i giovani, valorizzare il territorio, supportare le imprese e promuovere il talento sono gli elementi cardini della nostra mission e all’interno dell’ecosistema piemontese abbiamo trovato una territoriale strategica che si sta espandendo come uno dei maggiori punti di riferimento dell’innovazione in Italia. Importanti saranno i futuri traguardi da raggiungere in cui promuovere sempre più il dialogo pubblico e privato, e dove ANGI giocherà un ruolo cruciale e da protagonista al fianco dei principali operatori”.

In Ecuador è stato liberato lo chef italiano rapito: “Sto bene”

In Ecuador è stato liberato lo chef italiano rapito: “Sto bene”Roma, 29 giu. (askanews) – E’ stato rilasciato nella notte Panfilo Colonico, lo chef italiano sequestrato nei giorni scorsi da un commando armato nel suo locale di Guayaquil, in Ecuador. “Sto bene e mi sta ascoltando la Polizia. Non è stato un film”, ha detto lo stesso Colonico, mettendosi in contatto prima con la Polizia e poi con alcuni amici di Sulmona, la sua città di provenienza.

Proprio ieri, rcorda la stampa locale che riporta la notizia, alcune guardie del corpo dello chef erano state arrestate dagli agenti perché dai filmati delle telecamere interne del ristorante si erano mostrati poco reattivi nelle fasi del rapimento.

Avrebbe venduto cocaina ai vip, a Palermo arrestato un noto chef

Avrebbe venduto cocaina ai vip, a Palermo arrestato un noto chefPalermo, 29 giu. (askanews) – Arresti domiciliari per lo chef palermitano Mario Di Ferro. Il gip Antonella Consiglio ha disposto una misura cautelare per sei persone alle quali vengono contestati, a vario titolo, diversi episodi di vendita e cessione di droga a clienti della “Palermo bene”. Tra gli indagati c’è appunto lo chef di “Villa Zito” Mario Di Ferro, accusato nel provvedimento di aver procurato e ceduto cocaina, tra gli altri, all’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che però non è indagato. I primi approfondimenti hanno rivelato che Di Ferro era protagonista di un’intensa attività di vendita di cocaina a una selezionata clientela. “Non andavo da Di Ferro per comprare droga, certamente. Non andavo lì per rifornirmi. Non capisco come si possa affermarlo. Escludo di avere usato macchine con lampeggianti per queste cose, comunque”. Lo ha detto l’ex vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, oggi deputato nel parlamento nel siciliano. Tra i presunti clienti dello chef arrestato a Palermo con l’accusa di essere un pusher, ci sarebbe stato anche lui. “Andavo lì per stare bene con gli amici, per rilassarmi, con persone di enorme simpatia. Non per comprare droga – dice Micciche a LiveSicilia – io sono una persona specchiata. Non ho mai rubato. Non ho mai fatto del male a nessuno. La droga? Non nego il passato. Ma ho settant’anni e non ne faccio uso. Certo, questo trambusto non lo avevo messo nel conto. Ma mi prendo le mie responsabilità”.

Il Papa: abbiamo bisogno di persone vere come Pietro e Paolo

Il Papa: abbiamo bisogno di persone vere come Pietro e PaoloRoma, 29 giu. (askanews) – “Pietro e Paolo sono state persone vere, e noi, oggi più che mai, abbiamo bisogno di persone vere”. Lo dice il Papa all’Angelus nella solennità di Pietro a Paolo.

“Guardiamoci dentro e facciamoci qualche domanda a partire dalla roccia, dalla pietra, dal sasso. Dalla roccia: c’è in noi l’ardore, lo zelo, la passione per il Signore e per il Vangelo, o è qualcosa che si sgretola facilmente?”, osserva il Papa. “E poi, siamo pietre, non d’inciampo ma di costruzione per la Chiesa? Lavoriamo per l’unità, ci interessiamo degli altri, specialmente dei più deboli?”, prosegue Francesco ricordando le tre caratteristiche di Pietro (roccia, pietra, sasso). “Infine, pensando al sasso: siamo consapevoli della nostra piccolezza? E soprattutto: nelle debolezze ci affidiamo al Signore, che compie grandi cose con chi è umile e sincero?”, conclude Bergoglio. In fine il Papa ha rivolto “saluti e affettuosi auguri ai romani nella festa della solennità dei Santi Pietro e Paolo. Ringrazio la Proloco di Roma che ha organizzato l’infiorata storica” con anche dei “bellissimi tappeti floreali ispiriati alla pace. Per favore non stancatevi di pregare per la pace specialmente per il popolo ucraino che è ogni giorno nel mio cuore”.

Il nunzio apostolico in Russia dice che “il cardinale Zuppi oggi pomeriggio incontrerà Kirill”

Il nunzio apostolico in Russia dice che “il cardinale Zuppi oggi pomeriggio incontrerà Kirill”Roma, 29 giu. (askanews) – L’inviato di Papa Francesco, il cardinale Zuppi, incontrerà oggi pomeriggio a Mosca il patriarca Kirill: lo ha confermato il nunzio apostolico in Russia, Giovanni d’Aniello, al Tg1.

Giovedì “pomeriggio incontreremo Sua Santità il Patriarca Kirill, e in serata ci sarà una funzione religiosa, durante la quale il cardinale incontrerà la comunità cattolica”, ha detto d’Aniello. “Come sapete, la missione che il Santo Padre Francesco ha affidato a Sua Eminenza il Cardinale Zuppi è di individuare ed incoraggiare iniziative umanitarie che permettano di iniziare un cammino che, speriamo, possa portare alla tanto desiderata pace. Di questo si è parlato ieri nell’incontro che Sua Eminenza ha avuto con S.E. il Sig. Uchakov. Questa mattina, poi, Sua Eminenza incontrerà la Sig.ra Belova, Commissaria per i Diritti dei bambini. Nel pomeriggio, poi, ci sarà l’incontro con Sua Santità il Patriarca Kirill e di sera Sua Eminenza presiederà una solenne concelebrazione eucaristica nella Cattedrale dedicata alla Madre di Dio, dove incontrerà la comunità cattolica, alla quale trasmetterà il saluto, la vicinanza e le preghiere del Santo Padre. Infine, domani, nel primo pomeriggio, Sua Eminenza farà ritorno a Roma” ha detto ad alcuni giornalisti, come riportato da fonti Vaticane, il Nunzio apostolico a Mosca.

Nuova Ferrari SF90 XX: un’auto da corsa con la targa

Nuova Ferrari SF90 XX: un’auto da corsa con la targaMilano, 29 giu. (askanews) – Un’auto da corsa che può circolare anche su strada. Nasce seguendo questa filosofia la nuova Ferrari SF90 XX, presentata a Fiorano in versione Stradale e Spider, che riunisce le qualità delle “versioni speciali”, auto di serie dalle prestazioni esasperate, a quelle dei modelli da corsa del programma “XX”. Il risultato è un prodotto che non esisteva nel portafoglio della casa di Maranello.

Le due vetture saranno prodotte in 799 e 599 esemplari, già tutti venduti, con consegne a partire dal II trimestre 2024 al prezzo di 770mila e 850mila euro. La domanda però è stata superiore alla produzione, come spesso accade per le versioni Speciali, e Ferrari ha dovuto fare una selezioni identificando fra i clienti i profili dei collezionisti/piloti, veri e propri “ambasciatori” del brand, che già partecipano a programmi esclusivi del Cavallino. Un elenco ristretto di circa 1.200 clienti che hanno acquistato la SF90 XX ancora prima di vederla e provarla in test dedicati a ridosso della presentazione ufficiale. “La SF90 di serie da cui parte il progetto è già una supercar e in Ferrari non abbiamo mai fatto una “versione speciale” partendo da una supercar. E’ stata una sfida molto impegnativa per i nostri ingegneri che sono partiti dall’esperienze delle corse del programma XX adattandolo alla strada. E’ un concetto nuovo per un prodotto che non esisteva nel nostro portafoglio e si rivolge ai nostri clienti con un’indole da piloti”, spiega Fabio Galliera Chief Marketing and Commercial Officer di Ferrari.

La SF90 XX Stradale massimizza le emozioni di guida in pista e al limite. Le prestazioni sono incredibili per un’auto “stradale”: 0-100 km/h in 2,3 secondi, 0-200 in 6,5 secondi, 320 km/h di velocità massima; 29.2 metri per passare da 100 km/h a 0 e 108.1 mt per 200 km/h-0. Gli interventi hanno interessato tutti gli aspetti della vettura: motore, telaio, aerodinamica. Il powertrain riprende quello della SF90 Stradale ed è composto dal V8 abbinato a tre motori elettrici, uno sull’assale posteriore collocato fra il motore termico e il cambio e due sull’assale anteriore. La potenza complessiva è di 1030 cv (797 cv il termico, 233 cv gli elettrici), 30 cv in più della SF90 Stradale. Il motore termico è stato ridisegnato con lucidatura dei condotti di aspirazione e scarico, interventi su camera di combustione, pistoni e rapporto di compressione, e sul peso, ridotto di 3,5 kg, per un peso complessivo della vettura di 1.560 kg a secco (-10 kg). Molto lavoro è stato fatto anche sul sistema di raffreddamento (+5% di efficienza) e sul sound per esaltare l’anima racing. I motori elettrici, alimentati da una batteria da 7,6 kW contribuiscono alle performance del termico, generano trazione anche all’anteriore e consentono una guida in elettrico fino a 25 km, con una velocità massima di 135 km/h. Quattro le modalità di guida che si gestiscono con l’eManettino sul volante: eDrive per l’elettrico, Hybrid, Performance e Qualifying. Confermato il cambio di derivazione F1 a doppia frizione e 8 rapporti.

Per massimizzare le prestazioni gli ingegneri hanno introdotto due novità: l’Abs Evo per aumentare l’efficacia della frenata e l’Extra Boost, derivato dalla F1 e attivabile in modalità “Qualifying” per avere più potenza in uscita dalle curve (+0,25 secondi il vantaggio sul giro a Fiorano). La disponibilità di potenza aggiuntiva è visualizzabile tramite un indicatore ad arco nel cockpit digitale. A livello aerodinamico spicca l’ala posteriore fissa che non si vedeva dai tempi della F50 e che genera 530 kg di carico aerodinamico a 250 km/h. Altri interventi hanno interessato la parte frontale, con un nuovo diffusore e due S-Duct sul cofano anteriore per aumentare la deportanza, il fondo e il diffusore, posteriore per ottimizzare i flussi aerodinamici. Il risultato è un aumento di performance laterale del 9% e una riduzione del rollio del 10%. “La SF90 XX è incredibilmente veloce ed efficace, con un sound eccezionale”, il commento di Raffaele De Simone, capo dei collaudatori Ferrari. Non è stato svelato il tempo sul giro a Fiorano che sarò oggetto di approfondimento in un incontro dedicato.

Anche gli interni sono stati rivisti con interventi sulla console centrale, sui pannelli delle porte e sui sedili ora a guscio in fibra di carbonio che hanno permesso di ridurre il peso di 10 kg. Il risultato è uno stile “tecno chic” come lo ha definito Flavio Manzoni, responsabile del design Ferrari. La versione Spider presenta le stesse caratteristiche, con un baricentro che pare ribassato per effetto del parabrezza avvolgente in continuità con i cristalli laterali. E’ dotata di tetto in fibra di carbonio che, tramite il meccanismo Ferrari Rht, è apribile in marcia in 14 secondi fino a una velocità di 45 km/h. Sulla SF90 XX viene offerto il programma di assistenza estesa Ferrari che prevede la copertura di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria per 7 anni.

Mama Industry e il Consulente Paziente, la rivoluzione tra le mPMI

Mama Industry e il Consulente Paziente, la rivoluzione tra le mPMIRoma, 29 giu. (askanews) – Si è tenuto a Roma, alla presenza di Marco Pezzopane, Presidente di Piccola Industria di Unindustria di Rieti, e Fausto Bianchi, Presidente di Piccola Industria di Unindustria Lazio, un incontro con 120 tra professionisti e imprenditori per analizzare e affrontare alcune delle cause dell’improduttività delle mPMI, il 95% del totale delle aziende italiane.

L’evento “Aperimatch”, organizzato da Mama Industry, è stata l’occasione per un confronto sulla causa dell’improduttività delle mPMI. Uno spazio sospeso tra innovazione e tradizione, passato e futuro. Il fascino di una fabbrica di inizio ‘900 rivisitata in chiave creativa e moderna. Non poteva essere diversa la location scelta per l’evento romano organizzato da Mama Industry che guarda appunto ad un possibile futuro per mPMI italiane con la consapevolezza dei limiti del passato. Ed anche la data non è casuale, il 27 giugno, infatti, è stata istituita dall’ONU la “Giornata Mondiale delle Piccole e Medie Imprese”, in qualche modo protagoniste della serata. La finalità di questo incontro è stato affrontare l’importante tema dell’improduttività delle mPMI avviando un dibattito costruttivo insieme ad imprenditori, professionisti ed operatori del settore, con l’ambizioso obiettivo socio-economico di contribuire a dare una svolta al sistema economico italiano. Partendo da alcuni interessanti dati di una recente indagine di Mama Industry, si è cercato di analizzarli e vederli attraverso un punto di vista nuovo; prospettando poi una possibile e reale soluzione al problema attraverso una metodologia radicale di cambiamento, con la convinzione che insieme si possano cambiare le cose.

“Vedere le cose in modo diverso è la chiave per risolvere i problemi”. Con questa citazione di Thomas Edison, Marco Travaglini, Fondatore di Mama Industry, ha aperto la presentazione. “Il perché dell’evento nasce da alcune domande e considerazioni. Perché siamo, in molti ambiti, tra gli ultimi della classe? Si può andare oltre i luoghi comuni per scovare la vera causa dell’improduttività italiana? Uno dei luoghi comuni più diffusi è quello di colpevolizzare i piccoli imprenditori, considerati spesso evasori e generatori di precarietà, così come quello che guarda al “Made in Italy” come possibile soluzione al problema, insieme alla digitalizzazione o ai finanziamenti pubblici”, afferma Travaglini, parlando poi proprio del superamento di queste false certezze, invitando a smettere di puntare il dito contro i piccoli imprenditori, perché questi invece vanno messi nella condizione di poter fare impresa. La situazione si potrebbe risolvere, secondo il suo punto di vista, attraverso un’azione culturale più che tecnologica, rivolta proprio al primo lavoratore, ovvero l’imprenditore, e tesa a cambiarne la mentalità, auspicando un vero e proprio salto di paradigma. Fabrizio Mecozzi, co-fondatore di Mama Industry, continuando ad esporre l’indagine, mostra alcuni grafici analizzando i dati con una diversa prospettiva, mettendo in luce molte criticità del tessuto imprenditoriale italiano, e soprattutto delle mPMI, spiegando il perché queste condannino l’Italia alla stagnazione. Dopo l’esposizione dell’attenta analisi, il co-fondatore di Mama Industry ha approfondito il motivo dell’evento-incontro tra piccoli imprenditori e consulenti, spiegando il perché questi ultimi dovrebbero rivolgersi proprio alle piccole aziende: una motivazione che ha anche un riflesso sociale se si pensa che l’improduttività è la causa principale di molti problemi quali bassa natalità, disuguaglianza, precarietà, bassa istruzione, fuga di cervelli, evasione, stagnazione del Pil, calo dei consumi. Anche per questo sono stati invitati due personaggi istituzionali dei quali si è ascoltato l’autorevole intervento, Marco Pezzopane, Presidente di Piccola Industria di Unindustria di Rieti, e Fausto Bianchi, Presidente di Piccola Industria di Unindustria Lazio.

Ma la motivazione è anche di natura economica. Lavorando da anni con i “piccoli” e affiancandoli nel processo di trasformazione digitale, il team di Mama Industry si è reso conto che ancora prima della tecnologia mancano le basi; e quindi quello di cui hanno realmente bisogno le mPMI è un primo approccio all’innovazione. L’innovazione è strettamente collegata alla produttività, ma non è subito una questione tecnologica, richiede prima consapevolezza, fiducia e metodo e quindi va introdotta gradualmente e con pazienza. Da qui la necessità di figure consulenziali trasversali che sviluppino il progetto tecnicamente e con una visione a 360°, ma che supportino anche umanamente il piccolo imprenditore nel cambiamento. Su questo tema è intervenuta Axelle Andolina, Innovation Program Manager, parlando della quasi mancanza di una tale offerta di consulenza alla portata delle piccole imprese; viene così raccontato il progetto Consulente Paziente una Community di oltre 250 consulenti differenti, con competenze verticali e trasversali, perfetti nell’approccio sia tecnico che umano con le piccole realtà. Subito dopo la conferenza, un momento interattivo molto divertente: la “Caccia al Consulente Paziente”, un vero e proprio gioco nel quale l’imprenditore, dopo aver inquadrato un QR code, ha scelto tra una lista di Consulenti Pazienti della Community, presenti all’evento, quello che lo ha ispirato di più, per poi fare insieme un brindisi e quattro chiacchiere. L’aperitivo in terrazza si è così trasformato in un’opportunità di networking utile a stabilire delle connessioni personali, base imprescindibile per una collaborazione professionale futura. E sono proprio le relazioni umane il focus di un progetto di R&S più ampio denominato “Il Raccomandato”, una piattaforma basata su un sistema scientifico di matching tra imprenditore e consulente, anticipato giocosamente con questa attività ludica.

Biennale Teatro, specchio del presente e grammatica di speranza

Biennale Teatro, specchio del presente e grammatica di speranzaVenezia, 29 giu. (askanews) – Un momento di trasformazione, di cambiamento, di rimessa in discussione di tutto il nostro modo di vivere e di essere. Un momento che passa da un colore, il verde smeraldo, scelto per descrivere lo spirito della 51esima edizione della Biennale Teatro di Venezia, che dal 15 giugno ha provato a fare un “inventario delle nostre inquietudini”, in vista di qualcosa di nuovo, di una svolta che parte pure dal palcoscenico del contemporaneo. A dirigere anche questa edizione il duo ricci/forte a cui abbiamo chiesto un primo bilancio della manifestazione. “Dopo anni un po’ bui – ha detto ad askanews Gianni Forte – ma per situazioni contingenti che abbiamo affrontato ciascuno di noi all’interno e all’esterno di noi, fortunatamente, da quest’anno, dal 2023, abbiamo ricominciato a vedere la luce sotto ogni aspetto”.

Una luce che passa anche negli occhi degli spettatori, nella sensazione di essere parte di una presenza sulla scena che non è solo autoriale o attoriale, ma va oltre e assume spesso le sembianze di uno specchio, il nostro specchio. “Siamo qui, siamo tutti sotto lo stesso cielo – ha aggiunto Stefano Ricci – e quindi questa condivisione di possibilità, di esperienze sta a raccontare non soltanto la bellezza della differenza, ma anche la presa in atto di una coscienza maggiore. Tutti gli artisti che sono presenti in questo festival hanno grammatiche espressive completamente differenti, vengono da posti del pianeta completamente lontani tra loro, ma tutti quanti sono cuciti e imbastiti a doppio filo con l’esigenza di chiedersi il perché di esserci, il perché di trovare delle possibilità, delle architetture invisibili, come in questo caso uno spettacolo teatrale, che raccontino il tempo che stiamo abitando e probabilmente raccontando il tempo che stiamo abitando raccontarci anche noi a che punto siamo nella nostra storia”. Una storia nella quale questa Biennale Teatro, oltre che la consapevolezza, ha voluto portare anche la meraviglia, l’utopia, la rivoluzione. La forza di sapere di non sapere, e quindi di poter crescere e cambiare. E vivere con una intensità simile a quella che gli spettacoli sanno trasmettere. “C’è uno sguardo trasversale, uno sguardo obliquo – ha concluso Forte – abbiamo prodotto delle crepe, delle fratture e attraverso queste fratture abbiamo la possibilità di mostrare e di offrire al pubblico che esiste un nuovo mondo e di cui andarne orgogliosi e che ci riempie di speranza verde o smeraldo”.

L’approdo è quello, forse: la possibilità di una speranza o, meglio della grammatica di una speranza. Che usa la parola, i corpi e le relazioni che partono dal teatro per ridefinire un modo di stare davanti al mondo.