Lombardia,Piloni(Pd): regia sovracomunale per insediamenti logiticaMilano, 22 giu. (askanews) – “Questa mattina è stato incardinato nuovamente in commissione consiliare” della Regione Lombardia “il progetto di legge che avevamo presentato nel luglio 2021 per regolamentare la diffusione dei grandi insediamenti di logistica che negli ultimi tempi si sono disordinatamente moltiplicati in tutta la pianura padana”. Ad annunciarlo è il primo firmatario, il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, che questa mattina ha illustrato in commissione Territorio, infrastrutture e mobilità, il primo progetto di legge della nuova legislatura, dedicato agli insediamenti logistici e firmato da tutti i consiglieri del gruppo del Pd, traghettato dalla scorsa legislatura.
“Un provvedimento che punta a riempire un vuoto normativo e che affronta una realtà estremamente urgente che riguarda molti territori della nostra Regione – aggiunge -. Purtroppo, i buoi sono già scappati dalla stalla, ma una regolamentazione va assolutamente data e mi auguro si possa giungere al più presto a un testo ampiamente condiviso”. “In soli quattro articoli, che vanno a modificare la normativa urbanistica regionale, chiediamo alla Regione di introdurre tre principi – continua Piloni – la regia sovracomunale degli insediamenti che non possono essere lasciati all’iniziativa e alla responsabilità del singolo comune; la priorità al recupero delle aree dismesse e alle zone già dotate di collegamenti a infrastrutture esistenti; il rispetto della qualità del lavoro, per non vedere più gli intollerabili fatti di cronaca degli ultimi tempi”.
“Oggi in Lombardia non esistono norme che regolino questo tipo di insediamenti, sempre più numerosi e assai impattanti su viabilità, ambiente e paesaggio. Le logistiche servono, ma occorrono regole che mettano fine a questo Far West, nel pieno rispetto dei lavoratori e della tutela del territorio” conclude il consigliere dem.
Cooperative toscane: alcuni mestieri agricoli a rischio abbandonoRoma, 22 giu. (askanews) – Allarme per interi mestieri a rischio abbandono, preoccupazione per la centralizzazione dello sviluppo rurale presente nella nuova programmazione, necessità di sostegno alle aggregazioni, contrasto a tutto quello che “si toglie all’agricoltura” in una regione che produce “solo il 18% di quel che mangia, e genera soltanto l’1% della produzione ortofrutticola italiana”.
Sono alcune delle richieste che i cooperatori toscani rivolgono al Governo e alla Regione Toscana e che Massimo Carlotti, in rappresentanza delle tre centrali cooperative toscane (Legacoop Toscana Dipartimento Agroalimentare e Pesca, Fedagripesca Confcooperative Toscana e Agci Agrital) ha avanzato oggi a Firenze nel suo intervento alla Conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo. Secondo le tre centrali cooperative in Toscana interi mestieri come la pastorizia, la zootecnia, sono a fortissimo rischio di abbandono: si fa fatica a trovare latte ovino toscano e i capi di bestiame sono quasi scomparsi, ma i fenomeni di scarsa imprenditorialità toccano anche coltivazioni a maggior valore aggiunto, come il florovivaismo. Anche la tenuta socio-economica del comparto pesca è a rischio.
Le tre centrali cooperative chiedono che si apra una vera stagione di sostegno alle aggregazioni, a partire dalle OP (le organizzazioni di produttori) con linee di finanziamento indirizzate al rafforzamento delle filiere, alla crescita dimensionale e commerciale e ritengono che i numeri necessari per costituire una OP siano ancora troppo bassi e non utili a rafforzare la competitività.
Mes, Conte: in commissione ci asteniamo, ma non siamo a favoreRoma, 22 giu. (askanews) – “Sul Mes è stato uno dei temi su cui si è acceso un dibattito politico durante i miei governi anche esagerato, ricordo a tutti che sono stato quotidianamente sollecitato, con qualche tentativo di sopraffazione, a prendere il Mes, soprattutto nel Conte 2, con Iv e buona parte del Pd schierati. Ma ora lo abbiamo compreso che se avessi attivato il Mes, quei 30 miliardi, non avremmo mai avuto Next Generation Eu, i 209 miliardi del Pnrr? A me era stato detto dagli alleati europei, Giuseppe, avete il Mes, prendete il Mes”. Lo ha detto, in collegamento con L’aria che tira su La7, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.
Quanto alla posizione attuale del movimento su questo tema, “noi – ha annunciato – ci assumeremo sempre la responsabilità delle nostre posizioni, in commissione ci asteniamo e aspettiamo il dibattito in aula per chiarire la nostra posizione, che non è in favore del Mes. E’ un accordo intergovernativo e non uno strumento comunitario, ha un sistema di vigilanza vessatorio che non è stato superato e non è lo strumento giusto per soccorrere un paese in difficoltà”.
Conte dice a Schlein che “l’unità si costruisce con chiarezza di visione”Roma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.
Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”.“Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.
Il satellite Prisma per monitorare stato di salute delle foresteRoma, 22 giu. (askanews) – Misurare la concentrazione di azoto nelle foglie osservando dallo spazio le foreste italiane. È la sfida del progetto di ricerca FOREST-NC, coordinato dall’Università di Bologna e realizzato nell’ambito della missione Prisma dell’Agenzia Spaziale Italiana. La nuova tecnologia permetterà di valutare da un lato la fertilità del suolo, dall’altro gli effetti dell’inquinamento atmosferico, monitorando lo stato di salute delle piante e il livello di benessere dell’ecosistema.
“I modelli matematici utilizzati oggi per questo tipo di indagini assumono che le foreste siano tutte più o meno uguali”, dice Federico Magnani, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e responsabile scientifico di FOREST-NC. “Grazie ai risultati di questo progetto, invece, contiamo di riuscire a rappresentare finalmente la varietà di condizioni e di potenzialità delle foreste, migliorando la rappresentazione del loro contributo alla lotta al cambiamento climatico”. Le foreste – che in Italia coprono un terzo della superficie del paese – si comportano come importanti serbatoi e fissatori di carbonio atmosferico. Si stima che a livello europeo (senza considerare quelle della Siberia o del Brasile) contribuiscano a controbilanciare una quota compresa tra il 16 e il 17 per cento delle emissioni antropogeniche di carbonio.
Questa preziosissima caratteristica delle foreste è però minacciata da una serie di fattori di disturbo. Uno dei principali è l’aumentata presenza di azoto, che viene immesso in atmosfera sia dall’inquinamento generato dai motori a combustione interna che dall’utilizzo dei fertilizzanti agricoli. Queste emissioni inquinanti hanno prodotto negli ultimi decenni un brusco aumento delle deposizioni atmosferiche di azoto sugli ecosistemi naturali, portando in alcuni casi a una saturazione del sistema, inquinando le falde e arrivando a danneggiare le piante. “Questo aumento della concentrazione di azoto ha un duplice effetto”, spiega Magnani. “Da un lato, essendo le nostre foreste tipicamente povere di azoto, la sua deposizione funge da fertilizzante, ma dall’altro lato quando l’azoto diventa troppo, allora gli effetti sono negativi e occorre quantificarli”. Per farlo, il progetto FOREST-NC sta mettendo a punto una tecnologia innovativa basata sulle osservazioni del satellite Prisma dell’Agenzia spaziale italiana, in grado di calcolare la quantità di azoto presente nelle foglie degli alberi. L’azoto è infatti la componente fondamentale delle proteine coinvolte nella fotosintesi. A seconda del contenuto di queste proteine – e quindi di azoto – le foglie assorbono in diversa misura la luce ad una determinata lunghezza d’onda, che Prisma è in grado di rilevare.
“Sapere quante di queste proteine sono presenti nelle foglie significa ottenere un indice del loro stato di salute, ma anche una stima della capacità di fotosintesi delle nostre foreste”, spiega Magnani. “In questo modo, con uno strumento unico riusciamo ad avere non solo un’indicazione degli effetti dell’inquinamento atmosferico, ma anche un tassello fondamentale per riuscire a predire, con i nostri modelli matematici, quanto carbonio stanno catturando le foreste e come questo influisce di conseguenza su altri fattori, come il clima”. Il satellite Prisma, eccellenza dell’Agenzia Spaziale Italiana, è oggi in fase sperimentale, ma anche grazie ai risultati del progetto FOREST-NC – evidenzia Unibo – la metodologia potrebbe essere utilizzata in futuro dall’Agenzia Spaziale Europea a livello globale, all’interno di una collaborazione in cui l’Italia svolgerà un ruolo di primo piano. Raccogliendo informazioni che possono rivelarsi fondamentali non solo per il monitoraggio scientifico delle foreste e degli ecosistemi, ma anche per guidare le decisioni politiche sulla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico a livello regionale, nazionale e sovranazionale.
Urso: ho il dovere di agire sostenendo l’impresa italianaRoma, 22 giu. (askanews) – “In questo momento l’inflazione è il problema del paese, che ricade sui consumi e soprattutto su quelli dei ceti meno abbienti. Questo riguarda la pasta come gli ortaggi”. Anche se “sull’export italiano l’inflazione incide meno perché i prodotti che noi esportiamo sono di alta gamma”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervendo oggi a Roma all’assemblea generale dell’Unione Italiana Food. “Io ho competenze anche su concorrenza e consumatori e per questo ho il dovere di agire sostenendo l’impresa italiana”.
Urso ha ricordato che, per quanto riguarda la pasta, “finalmente si è osservato in maggio una inversione di tendenza, si è ridotto il prezzo della pasta mediamente dello 0,3%, meno in alcune regioni rispetto ad altre e per questo ho rafforzato i poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi per fare le dovute verifiche”. “Stiamo lavorando in maniera intensa – ha detto rivolgendosi all’assemblea dei soci di Unione Italiana Food – per valorizzare il vostro settore, ne siete sicuramente consapevoli”.
Il ministro ha poi ricordato il ddl sul made in Italy, che ha al centro “il rafforzamento delle filiere strategiche. Abbiamo previsto un marchio di qualità per i prodotti che visualizzano pienamente la tracciabilità della filiera affinché il consumatore globale identifichi davvero il prodotto realizzato nel nostro Paese”.
Conte a Schlein: unità si costruisce con chiarezza di visioneRoma, 22 giu. (askanews) – Alla segretaria del Pd Elly Schlein che dice che divisi non si costruisce una alternativa al Governo, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte replica, ai microfoni di La7 nel corso della trasmissione L’aria che tira, che “il modo migliore per costruire una alternativa a questa destra è innanzitutto far sentire il peso e la sostanza delle nostre posizioni, la chiarezza di una visione alternativa del Paese, questo governo ci sfida ogni giorno. La nostra posizione non è quella di chi dice state sbagliando ma di chi spiega come e perché loro si stanno dimostrando inadeguati e incapaci; dalla giustizia, al carovita, che stiamo subendo tutti noi italiani: la vera tassa sono i 61 miliardi spariti dai conti degli italiani, non solo non c’è una misura di investimenti ma nessuna misura per il carovita, anzi c’è una tassa patrimoniale da 61 miliardi”.
Quanto alla distanza che divide le due forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, “è inutile nasconderlo – ha riconosciuto l’ex premier – il Pd ha maturato una posizione diversa sin dall’inizio che noi abbiamo criticato. Questa escalation militare non ha via d’uscita, la differenza è grande, rilevante e centrale perché non stiamo parlando solo delconflitto fra Russia e Ucraina ma degli scenari geopolitici dei decenni a venire. E molte delle difficoltà che gli italiani stanno affrontando sono dovute a questa emergenza che all’interno della Nato si vuole portare ad oltranza fino a vincere la guerra ma non ci viene detto come e quando si vincerebbe la guerra”. “Detto questo -ha concluso Conte – sul salario minimo finalmente si sta raggiungendo una convergenza col Partito democratico, non era stato possibile nemmeno durante i miei governi”.
Lollobrigida: buon lavoro a Barilla neo presidente di UnionFoodRoma, 22 giu. (askanews) – “Buon avoro a Paolo Barilla, neo presidente di Unione Italiana Food per l’incarico ottenuto e un grazie doveroso a Marco Lavazza per quanto fatto in 4 anni di grandi sfide”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in un breve video messaggio inviato in occasione della assemblea di UnionFood, alla quale non ha potuto partecipare per impegni istituzionali.
Il ministro ha sottolineato la “funzione decisiva” di UnionFood “nell’ambito delle filiere: ogni settore produttivo ha un ruolo fondamentale – ha proseguito – fare sistema è la strada maestra per valorizzare il made in Italy e superare gli straordinari risutati del 2022 per il nostro export. La legge sul made in Italy ci consentirà di promuovere in maniera organica il nostro agroalimentare. L’Italia non è seconda a nessuno quando gioca in squadra”, ha concluso Lollobrigida.
Lula-show a Roma: in Ucraina basta sparare, bisogna parlareRoma, 22 giu. (askanews) – La pace, la lotta alle disuguaglianze, la libertà di migrare, il no alle discriminazioni di genere, il sostegno a Julian Assange: è il solito, agguerrito Lula quello che oggi ha chiuso a Roma, con una partecipata conferenza stampa, il suo primo viaggio in Italia dopo la rielezione alla presidenza della repubblica brasiliana.
Un Lula, quello che ha parlato oggi, che non l’ha mandata a dire e che sta riproponendo sulla scena internazionale il Brasile dopo gli anni di appannamento di Jair Bolsonaro, il quale proprio a partire da oggi affronta a Brasilia il Tribunale supremo elettorale per rispondere dell’accusa di abuso di potere e di utilizzo fuorviante dei media, dopo che ha suggerito che le elezioni da lui perse fossero truccate. Luiz Inacio da Silva viene da alcuni giorni di incontri importanti a Roma, a partire da quelli con papa Francesco, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, così lontana da lui per idee politiche. “E’ sempre un gran piacere per me visitare l’Italia”, ha esordito nella conferenza stampa odierna, dopo aver salutato in italiano. E ha ricordato che il Brasile è “il paese con più italiani al mondo, a parte l’Italia”: 600mila naturalizzati e oltre 30 milioni con radici italiane, cittadini di seconda, terza, quarta generazione. Ma ha anche lamentato che i vertici italiani non conoscono il Brasile: “Poche autorità italiane visitano il Brasile. La premier Meloni e il presidente Mattarella non conoscono il Brasile. Credo che sia strano questo fatto: è un Paese con 30 milioni di italiani”. E ha aggiunto: “Ho invitato sia il presidente sia la premier a visitare il Brasile, spero che vengano”.
Con Meloni, esponente di destra, lui che viene dallo speculare mondo della sinistra del lavoro, c’è stato nell’incontro di ieri un rapporto di natura istituzionale. In effetti, a dire dei giornalisti brasiliani, fino a martedì non si parlava neanche di un possibile faccia-a-faccia con la premier. Alla fine Lula ne è uscito con una buona impressione, ma non sembra essere scattato il feeling. “Ho avuto una buona impressione di Giorgia. E’ una donna, è importante che una donna abbia vinto le elezioni in Italia: in un mondo ancora maschilista, la questione di genere pesa ancora”, ha detto. “Mi è parsa una donna intelligente, d’altronde se non lo fosse non sarebbe dove si trova”. Però con lei l’incontro è stato di tenore formale, da figure istituzionali dei reciproci governi. “Quando un capo di stato incontra un altro capo di stato, non entra in campo la questione ideologica”, ha precisato il presidente brasiliano. “Quando scelgo i miei amici personali, con cui andare a bere un bicchiere di vino, voglio decidere. Ma quando si tratta di un incontro con un capo di stato, non esiste una possibilità diversa”. Comunque, la parte bilaterale sulle relazioni italo-brasiliane pare andata bene. Lula ha anche affermato oggi che il Brasile sosterrà l’Italia nella candidatura di Roma per l’Expo 2030. Chissà che su questo non abbia inciso anche l’amicizia col sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, che Lula ha visto ieri. Lo stesso presidente ha voluto ricordare che Gualtieri lo andò a trovare in Brasile quando era sotto arresto. E d’altronde i rapporti di Lula con il mondo della sinistra italiana sono antichi e consolidati. Non a caso, oltre alla segretaria del Pd, Elly Schlein, il presidente laburista ha visto anche l’ex premier Massimo D’Alema. Si è invece rammaricato di non aver potuto incontrare i suoi “amici sindacalisti”, ha detto da ex sindacalista a sua volta. Per la sinistra europea, però, ha avuto parole severe. “Penso che nella sinistra europea ci sia stata una perdita di discorso: dobbiamo creare una nuova utopia da contrapporre a quella creata della destra”, ha detto, individuando i focus di questo discorso nei temi delle disuguaglianze e della protezione dei migranti: “Ci deve essere transito libro degli esseri umani, come c’è transito dei soldi”. Perché, ha detto ancora Lula, “l’essere umano è per natura nomade”.
Invece, ha espresso grande ammirazione per papa Francesco, che ha invitato in Brasile (e “dal suo sorriso” ha detto di aver capito che vorrebbe farlo, agenda permettendo). Lula ha definito Bergoglio “la più importante autorità politica sul pianeta Terra”, per quel che dice. Di certo i due sono uniti dalla volontà di contribuire alla pace in Ucraina. “Sono d’accordo con papa Francesco: bisogna mettere gli attori a un tavolo negoziale, bisogna smettere di sparare e iniziare a parlare”, ha detto Lula. “Non è giusto spendere miliardi di dollari in una guerra non necessaria”. Sabato il suo inviato speciale per l’Ucraina, l’ex ministro degli Esteri Celso Amorim, sarà a Copenaghen per la riunione con i paesi “neutrali” convocata da Kiev. La differenza con la piattaforma di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, però, è evidente. Per Lula anche la Russia deve vedere un vantaggio in un accordo di pace: “Un accordo di pace non è una resa. Un accordo di pace è qualcosa che fa sì che tutti gli attori coinvolti possano guadagnare qualcosa, possano vincere qualcosa”. D’altronde, questo mondo in cui le potenze si armano sempre più per preparare guerre non ha una logica nella visione di Lula. Le risorse usate per la difesa, dovrebbero servire per la transizione ecologica e per ridurre le disparità. “Non servirà a nulla fare razzi o caccia, se non avremo uno spazio sano su cui vivere su questa Terra”, ha detto, ricordando che nel 2025 il Brasile ospiterà la COP30 per la lotta al cambiamento climatico e che la decisione di Brasilia è di tenerla in Amazzonia, nella città di Belem, stato del Parà. Infine, prima di andar via, Lula ha voluto esprimere la sua “indignazione” per la poca solidarietà mostrata, anche da parte dei media, nella vicenda del fondatore di WikiLeaks Julian Assange. “E’ in carcere, e lo è perché ha denunciato al mondo lo spionaggio americano”, ha ricordato. “È imprigionato a Londra, sarà condannato all’ergastolo. Non vedo un giornale che lo difende. Io questa la chiamo codardia. Ciò che Assange ha fatto merita il rispetto di tutti i giornalisti su questa Terra”.
Lula-show a Roma: in Ucraina basta sparare, bisogna parlareRoma, 22 giu. (askanews) – La pace, la lotta alle disuguaglianze, la libertà di migrare, il no alle discriminazioni di genere, il sostegno a Julian Assange: è il solito, agguerrito, Lula quello che oggi ha chiuso a Roma, con una partecipata conferenza stampa, il suo primo viaggio in Italia dopo la rielezione alla presidenza della repubblica brasiliana.
Un Lula, quello che ha parlato oggi, che non l’ha mandata a dire e che sta riproponendo sulla scena internazionale il Brasile dopo gli anni di appannamento di Jair Bolsonaro, il quale proprio a partire da oggi affronta a Brasilia il Tribunale supremo elettorale per rispondere dell’accusa di abuso di potere e di utilizzo fuorviante dei media, dopo che ha suggerito che le elezioni da lui perse fossero truccate. Luiz Inacio da Silva viene da alcuni giorni di incontri importanti a Roma, a partire da quelli con papa Francesco, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, così lontana da lui per idee politiche.
“E’ sempre un gran piacere per me visitare l’Italia”, ha esordito nella conferenza stampa odierna, dopo aver salutato in italiano. E ha ricordato che il Brasile è “il paese con più italiani al mondo, a parte l’Italia”: 600mila naturalizzati e oltre 30 milioni con radici italiane, cittadini di seconda, terza, quarta generazione. Ma ha anche lamentato che i vertici italiani non conoscono il Brasile: “Poche autorità italiane visitano il Brasile. La premier Meloni e il presidente Mattarella non conoscono il Brasile. Credo che sia strano questo fatto: è un Paese con 30 milioni di italiani”. E ha aggiunto: “Ho invitato sia il presidente sia la premier a visitare il Brasile, spero che vengano”. Con Meloni, esponente di destra, lui che viene dallo speculare mondo della sinistra del lavoro, c’è stato nell’incontro di ieri un rapporto di natura istituzionale. In effetti, a dire dei giornalisti brasiliani, fino a martedì non si parlava neanche di un possibile faccia-a-faccia con la premier. Alla fine Lula ne è uscito con una buona impressione, ma non sembra essere scattato il feeling. “Ho avuto una buona impressione di Giorgia. E’ una donna, è importante che una donna abbia vinto le elezioni in Italia: in un mondo ancora maschilista, la questione di genere pesa ancora”, ha detto. “Mi è parsa una donna intelligente, d’altronde se non lo fosse non sarebbe dove si trova”. Però con lei l’incontro è stato di tenore formale, da figure istituzionali dei reciproci governi. “Quando un capo di stato incontra un altro capo di stato, non entra in campo la questione ideologica”, ha precisato il presidente brasiliano. “Quando scelgo i miei amici personali, con cui andare a bere un bicchiere di vino, voglio decidere. Ma quando si tratta di un incontro con un capo di stato, non esiste una possibilità diversa”.
Comunque, la parte bilaterale sulle relazioni italo-brasiliane pare andata bene. Lula ha anche affermato oggi che il Brasile sosterrà l’Italia nella candidatura di Roma per l’Expo 2030. Chissà che su questo non abbia inciso anche l’amicizia col sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, che Lula ha visto ieri. Lo stesso presidente ha voluto ricordare che Gualtieri lo andò a trovare in Brasile quando era sotto arresto. E d’altronde i rapporti di Lula con il mondo della sinistra italiana sono antichi e consolidati. Non a caso, oltre alla segretaria del Pd, Elly Schlein, il presidente laburista ha visto anche l’ex premier Massimo D’Alema. Si è invece rammaricato di non aver potuto incontrare i suoi “amici sindacalisti”, ha detto da ex sindacalista a sua volta. Per la sinistra europea, però, ha avuto parole severe. “Penso che nella sinistra europea ci sia stata una perdita di discorso: dobbiamo creare una nuova utopia da contrapporre a quella creata della destra”, ha detto, individuando i focus di questo discorso nei temi delle disuguaglianze e della protezione dei migranti: “Ci deve essere transito libro degli esseri umani, come c’è transito dei soldi”. Perché, ha detto ancora Lula, “l’essere umano è per natura nomade”.
Invece, ha espresso grande ammirazione per papa Francesco, che ha invitato in Brasile (e “dal suo sorriso” ha detto di aver capito che vorrebbe farlo, agenda permettendo). Lula ha definito Bergoglio “la più importante autorità politica sul pianeta Terra”, per quel che dice. Di certo i due sono uniti dalla volontà di contribuire alla pace in Ucraina. “Sono d’accordo con papa Francesco: bisogna mettere gli attori a un tavolo negoziale, bisogna smettere di sparare e iniziare a parlare”, ha detto Lula. “Non è giusto spendere miliardi di dollari in una guerra non necessaria”. Sabato il suo inviato speciale per l’Ucraina, l’ex ministro degli Esteri Celso Amorim, sarà a Copenaghen per la riunione con i paesi “neutrali” convocata da Kiev. La differenza con la piattaforma di pace del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, però, è evidente. Per Lula anche la Russia deve vedere un vantaggio in un accordo di pace: “Un accordo di pace non è una resa. Un accordo di pace è qualcosa che fa sì che tutti gli attori coinvolti possano guadagnare qualcosa, possano vincere qualcosa”. D’altronde, questo mondo in cui le potenze si armano sempre più per preparare guerre non ha una logica nella visione di Lula. Le risorse usate per la difesa, dovrebbero servire per la transizione ecologica e per ridurre le disparità. “Non servirà a nulla fare razzi o caccia, se non avremo uno spazio sano su cui vivere su questa Terra”, ha detto, ricordando che nel 2025 il Brasile ospiterà la COP30 per la lotta al cambiamento climatico e che la decisione di Brasilia è di tenerla in Amazzonia, nella città di Belem, stato del Parà. Infine, prima di andar via, Lula ha voluto esprimere la sua “indignazione” per la poca solidarietà mostrata, anche da parte dei media, nella vicenda del fondatore di WikiLeaks Julian Assange. “E’ in carcere, e lo è perché ha denunciato al mondo lo spionaggio americano”, ha ricordato. “È imprigionato a Londra, sarà condannato all’ergastolo. Non vedo un giornale che lo difende. Io questa la chiamo codardia. Ciò che Assange ha fatto merita il rispetto di tutti i giornalisti su questa Terra”.