Ok Cdm a riforma giustizia. Tajani: Berlusconi sarebbe soddisfattoRoma, 15 giu. (askanews) – Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al primo pacchetto di riforma della giustizia.
“Riforme come questa – ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio – non si fanno in pochi giorni: sono frutto di 6 mesi di lavoro di uno staff del ministero ed erano già state previste e calendarizzate due mesi fa. La sorte ha voluto che Berlusconi non abbia potuto assistere a questo primo passaggio di quella che diventerà una giustizia giusta”. “Berlusconi – gli ha fatto eco il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – si è sempre battuto per gli ideali nei quali credeva, checché ne possano dire i detrattori. E uno di questi ideali era la giustizia giusta per ogni cittadino, che potesse essere giudicato con le regole e con le garanzie che in una democrazia spettano ad ognuno di noi”. Berlusconi, ha proseguito, “sarebbe soddisfatto, se potesse essere qui, ad ascoltare le parole del ministro Nordio per quanto riguarda le decisioni adottate” poco fa “dal Consiglio dei ministri in materia di diritto penale”.
Nordio ha sostenuto che le norme che limitano la pubblicazione delle intercettazioni non sono nessun “bavaglio alla stampa”. Sulla riforma della giustizia, ha aggiunto, “auspico che vi sia, non dico una concertazione o un accordo, l’opposizione deve fare l’opposizione, mi auguro solo che venga fatta in termini razionali, non in termini emotivi copme abbiamo sentito fino ad ora da molte parti”. “Il mio auspicio è che si argomenti con le ragioni non del cuore, tantomeno della pancia, ma del cervello”, ha detto.
In Cdm il ricordo di Berlusconi, Tajani: metteva al centro la personaRoma, 15 giu. (askanews) – All’inizio della riunione del Consiglio dei ministri “il presidente Meloni e io abbiamo ricordato la figura di Silvio Berlusconi, l’uomo che più a lungo di ogni altro nell’Italia repubblicana ha guidato il governo di questo Paese. E’ stata ricordata la sua visione politica, i risultati importanti che ha ottenuto, è stato ricordato il suo ruolo di fondatore di centrodetsra nel nostro Paese e ho voluto ricordare gli aspetti umani di Berlusconi presidente del Consiglio, che metteva sempre ogni persona al centro della sua attenzione, qualunque fosse il ruolo di questa persona”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, durante la conferenza stampa al termine del Cdm.
“Abbiamo anche ricordato – ha proseguito Tajani – la tanta beneficenza” che ha fatto Berlusconi, “spesso sconosciuta, nei confronti degli ultimi della società, tossicodipendenti, alcolisti, cose che denotavano un presidente del Consiglio che guardava alla persona” anche “senza grado, senza importanza”.
Area Sud Basilicata Patrimonio Umanità: chiesto sostegno per candidaturaRoma, 15 giu. (askanews) – Il giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea e il Gal, la Cittadella del Sapere, il cui Direttore Generale è Nicola Timpone, hanno chiesto il riconoscimento del titolo di Patrimonio dell’Umanità per l’Area Sud della Basilicata, che comprende 27 Comuni, il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e Maratea. Al fine di dare vigore alla richiesta essi hanno chiesto il sostegno al Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi e al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: entrambi i Presidenti hanno dato riscontro positivo a tale richiesta. Non a caso sono state coinvolte due Regioni collocate, l’una nel Sud Italia e l’altra nel Nord Italia, proprio in quanto si è voluto creare un legame solidale tra il Nord e il Sud della nazione italiana, spesso trascurato in quanto non risolta ancora l’atavica questione meridionale, che rende l’Italia divisa in due. Tale connubio solidale darà corso ad un percorso nuovo ed innovativo teso all’unificazione di territori italiani che il corso della storia ha tenuto distanti, ciascuno chiuso nella propria cultura sociale, politica ed economica, chiusura e distanza che ha svantaggiato economicamente il Sud Italia. Per promuovere una nuova cultura della nazione, che inglobi e non divida, considerata, altresì, l’avvento di una nuova forma di economia, definita green, in quanto pone al centro il rispetto della natura e del creato per evitare che venga danneggiato in modo irreversibile l’ecosistema, Biagio Maimone e il Gal hanno voluto coinvolgere la Regione Lombardia in tale nuova avventura nell’ambito dello sviluppo “verde”, in quanto la Lombardia è la Regione italiana più aperta all’innovazione e al cambiamento. In tale ottica hanno rivolto anche al Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie della Repubblica Italiana, Roberto Calderoli e al Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini un messaggio finalizzato a sostenere la candidatura dell’Area Sud della Basilicata a Patrimonio dell’ Umanità. Il messaggio del Ministro Calderoli e del Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini darà certamente maggior vigore alla richiesta formulata da Biagio Maimone e dal Gal all’Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco, sicchè più facilmente possa avviarsi l’iter finalizzato all’inserimento dell’Area Sud della Basilicata nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nei prossimi giorni, la suddetta richiesta perverrà all’Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco, nonché al Presidente Audrey Azoulay, per dar corso all ‘iter dell’iscrizione dell’Area Sud della Basilicata nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Biagio Maimone, promotore della richiesta e ideatore del sito www.progettodivitasud.it per il rilancio del Mezzogiorno pone all’attenzione di Salvini e di Calderoli la necessità di unire le forze perché possa realizzarsi l’emancipazione del Mezzogiorno d’Italia, i cui beni naturali costituiscono risorse rilevanti per l’intera economia italiana e la sfida concreta alla crisi climatica. Il Nord Italia e il Sud Italia dovranno finalmente tendersi la mano, cooperando per lo sviluppo, pur in posseso di diversità che rappresentano un valore aggiunto, volano di progresso e sviluppo socio-economico. L’Area Sud della Basilicata rappresenta un modello innovativo di economia green, in quanto fondato sul rispetto e la salvaguardia del territorio e, nel contempo, delle tradizioni. Sostenere la Basilicata per il Ministro Calderoli e per il Vice Presidente del Consiglio Salvini non significa escludere altre Regioni del Sud, ma incamminarsi su una traiettoria che riscatti, man mano, tutte le Regioni del Sud Italia dall’obsolescenza da cui sono avvolte. Non vi è dubbio che la Regione Basilicata fa vivere la cosiddetta “economia verde” , o più propriamente economia ecologica, che, oltre ad essere diventata una necessità inderogabile per la salvaguardia dell’ecosistema e, conseguentemente, del pianeta, nonché degli esseri viventi che lo popolano, tra cui l’essere umano, può essere considerata fonte di opportunità concrete per lo sviluppo umano. L’economia verde, che si prende cura della salute del creato e delle sue creature, si fonda, pertanto, su un concetto nuovo ed innovativo di economia che, proprio in virtù delle sue finalità, riverserà nel contesto economico quei valori profondi che la porranno al servizio dell’umanità. Nascerà un’economia che attribuirà la priorità all’essere umano, alla sua identità profonda e ai suoi valori morali, nonché alla sua dignità umana, che, sovente, l’economia di mercato ha sacrificato in nome dell’arricchimento smodato di chi detiene il potere economico. “Per noi che prediligiamo definire l’universo creato e creature chi in esso vive, animati certamente da una speranza di carattere sociale, ma anche di carattere spirituale , la Natura è un bene non solo materiale, da difendere per i suoi benefici materiali, ma anche un bene che manifesta lo splendore della creazione e delle sue manifestazioni, che sono espressione autentica di armonia, esempio di quell’armonia che occorre riversare nella relazione umana tra i singoli, tra i territori e tra gli Stati. L’umanizzazione dei processi produttivi è l’obiettivo fondamentale della nuova economia, che è e sarà l’economia verde, il cui intento è di porre al centro l’ambiente , il cosmo e le sue leggi , nonché gli esseri viventi e l’uomo che da “oggetto” dovrà trasformarsi in ‘soggetto’. Infatti, considerate le finalità da perseguire, non potrà non sovvertirsi la relazione tra l’uomo e l’economia” ha dichiarato Biagio Maimone, il quale ha aggiunto: “E non è escluso che l’economia green darà impulso alla nascita di nuove fonti economiche non inquinanti , non deleterie all’equilibrio uomo-natura Non è escluso, altresì, che tali nuove fonti economiche possano determinare un’economia includente e, conseguentemente, realizzare i presupposti perché viva l’equità sociale, la solidarietà, l’altruismo e il benessere collettivo, ancor più fortificati dal sentimento di amore e rispetto per l’universo e per le sue inderogabili leggi. Per tale motivo l’Area Sud della Basilicata può diventare un modello di economia anche per le altre regioni italiane ed è per tale motivazione che chiediamo alle Istituzioni di voler partecipare al processo di inclusione e valorizzazione di tale Regione, la cui cultura è foriera di sviluppo sostenibile, che è lo sviluppo da realizzare per le generazioni attuali e per le generazioni del futuro”.
Roma, Gualtieri: Estate Romana 2023 sarà edizione straordinariaRoma, 15 giu. (askanews) – L’Estate Romana 2023 “sarà davvero un’edizione straordinaria, ricca di tantissimi eventi di grande qualità, accessibili a tutti e diffusi nei 15 Municipi di Roma. Musica, danza, teatro, cinema, arte e letteratura animeranno la bella stagione di tutti i quartieri di Roma. Un’Estate Romana senza precedenti su cui abbiamo investito molto, con un insieme di iniziative ed eventi culturali che cercano di onorare la grande eredità e intuizione di Renato Nicolini: coniugare cultura, partecipazione e far vivere la città a tutti”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Un’Estate Romana, continua il primo cittadino, “che sarà all’insegna della sostenibilità ambientale e dell’accessibilità, che avrà come elemento caratterizzante di questa edizione il cinema, con ben 24 arene all’aperto diffuse in tutta la città. A completare l’ampissima offerta di quest’anno, ci saranno anche tre manifestazioni che si svolgeranno in tre magnifiche location di Roma come Villa Ada, Villa Celimontana e piazzale Garibaldi”. Ai numerosi eventi offerti da Roma Capitale, sottolinea Gualtieri, “si aggiungeranno poi quelli proposti e realizzati dalle principali istituzioni culturali cittadine, come il Teatro dell’Opera, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Fondazione Musica per Roma, la Casa del Jazz, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e molte altre.
La danza ha già inaugurato questa Estate Romana con ‘Corpo Libero”, la prima edizione della Festa della Danza, un’importante novità che abbiamo voluto introdurre nel panorama culturale della città”. “Ringrazio molto l’assessore Miguel Gotor, Zètema Progetto Cultura, la Siae e tutti gli uffici dell’Amministrazione Capitolina che hanno lavorato intensamente per concretizzare i progetti e rendere possibile la realizzazione di un’edizione davvero speciale di questa Estate Romana, che sono sicuro tutte le romane e i romani sapranno apprezzare”, conclude Gualtieri.
Second life, arte e sostenibilità in mostra nel pisano. Poi a RomaRoma, 15 giu. (askanews) – Il Palazzo Senza Tempo di Peccioli (Pisa) ospita l’ultima tappa toscana della mostra ‘Second life: tutto torna’, nata dal primo concorso artistico a livello nazionale incentrato sul tema ‘arte e sostenibilità’ promosso da Alia Servizi Ambientali SpA, che vede la Toscana come palcoscenico della creatività dei giovani artisti e degli studenti di tutte le Accademie e Scuole d’arte italiane.
Non è un luogo casuale, quello scelto per concludere il tour toscano delle 30 opere selezionate tra le oltre 100 arrivate in risposta al contest; il Palazzo Senza Tempo, infatti, è un simbolo per l’ambiente e l’arte contemporanea. Le prime notizie del palazzo, infatti, risalgono a metà del 1400 e nel corso del tempo, con il succedersi delle proprietà, ha avuto destinazioni ed utilizzi diversi. Il palazzo di via Carraia è stato recuperato dal degrado e tornato alla sua comunità come centro espositivo. Al concorso (di cui è già stato lanciato il bando per la 3° edizione) hanno partecipato giovani artiste e artisti da tutta Italia, che si sono interrogati sul concetto di sostenibilità, dalla salvaguardia dell’ambiente e del decoro urbano, all’impegno nel dare una seconda vita alla materia in linea con le regole dell’economia circolare: riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero.
Le opere – realizzate utilizzando diversi materiali, quali foglie, pietre, ferro, acciaio, tessuto, plastica, oli, candele, pellicole, cenere e tecniche varie – evidenziano un interesse al tema della sostenibilità e la necessità di essere parte attiva di un processo di consapevolezza dell’emergenza ambientale e di reale cambiamento. “Siamo giunti all’ultima tappa toscana della II edizione della mostra in un luogo simbolo per l’ambiente e l’arte contemporanea – ha dichiarato il Presidente di Alia, Nicola Ciolini -. Peccioli è il palcoscenico di una gestione virtuosa, di un impianto di trattamento e smaltimento ‘modello’, dove i rifiuti sono diventati catalizzatore di sviluppo e bellezza”.
Anche nella tappa di Peccioli proseguono i momenti di condivisione e coinvolgimento del territorio, con laboratori creativi La mostra farà, infine, tappa a Roma presso la sede della Fondazione Maire Tecnimont nel mese di settembre.
Art Basel Unlimited, quando la fiera diventa (anche) una BiennaleBasilea, 15 giu. (askanews) – Forse è banale ripeterlo ogni anno, ma la sezione Unlimited di Art Basel è uno di quei luoghi del sistema dell’arte dove i confini si fanno ancora più porosi, dove diventa difficile distinguere tra ricerca e mercato, tra la forza museale dei lavori e la loro possanza economica. È il luogo delle installazioni monumentali, dei grandi video, delle performance, ma è anche, pur nel contesto di una fiera di altissimo profilo, la sezione nella quale si potrebbe tranquillamente pensare di trovarsi in una grande biennale internazionale. Con la differenza che, comunque, anche queste opere poderose sono in vendita.
Curata da Giovanni Carmine, Art Basel Unlimited per il 2023 presenta alcuni lavori straordinari, come l’installazione video di Anne Imhof, “Jester”, nata dalle registrazioni di backstage per una performance portata nel 2021 al Palais de Tokyo di Parigi. Un percorso dentro il modo di pensare dell’artista tedesca, dentro il suo immaginario visivo e teatrale, in un panorama sotterraneo. Altro lavoro video rilevante e magnetico è “Doors” di Christian Marclay, film di 54 minuti del 2022 costruito con la stessa tecnica di “cut-up” cinematografico del leggendario “The Clock”, in questo caso dedicato alle scene in cui le porte si aprono e si chiudono, in un’atmosfera sospesa e narrativa che è la forza di questo tipo di lavori di Marclay.
Ma a segnare l’esperienza della visita all’enorme spazio della Hall 1 della Fiera di Basilea è anche l’opera di Adel Abdessemed che apre il percorso: il video di una nave in fiamme che a poco a poco dall’orizzonte si avvicina a noi, permettendoci di distinguere la figura dell’artista ritto sul ponte e apparentemente incurante delle fiamme. Un altro ragionamento sulle stragi nel Mediterraneo, un’altra prova della forza che l’arte sa assumere di fronte alle tematiche sociali e politiche, nonché dei contrasti che Art Basel sa raccontare: queste fiamme infatti bruciano proprio dentro il cuore del bel mondo dell’arte e dei suoi vip. L’elenco dei lavori di indiscusso valore museale potrebbe proseguire a lungo: c’è Bruce Nauman, con le mani e il corpo; c’è un monumentale Richard Long e, poco distante, una sorprendente scala di luce di Brigitte Kowanz o ancora un’installazione multicolore di Gerhard Richter. Ci sono i finti telegiornali di Stan Douglas e una curiosa performance ginnico-filosofica di Augustas Serapinas. Tutto sembra normale, è questo il bello, ma in fondo si tratta di una selezione di progetti che probabilmente non si possono vedere tutti insieme in nessun’altra parte del mondo.
SLA Global Day, osservatorio AriSLA: quadro positivo su ricerca italianaRoma, 15 giu. (askanews) – AriSLA, Fondazione italiana di ricerca sulla SLA, aderisce alla Giornata mondiale sulla SLA, promossa il 21 giugno dalla Federazione internazionale delle associazioni dei pazienti, l’International Alliance of ALS / MND Associations, delineando un quadro positivo della ricerca finanziata e lanciando oggi una campagna di sensibilizzazione sui profili social con alcuni contributi video dei ricercatori in cui spiegano l’impatto della loro ricerca sulla SLA.
“Abbiamo analizzato le pubblicazioni scientifiche derivate dai progetti di ricerca sostenuti da AriSLA dal 2009 ad oggi – ha affermato il Presidente di Fondazione AriSLA, Mario Melazzini – e ciò che emerge di più significativo è che sul totale di 372 pubblicazioni, quasi il 70% ha avuto un impatto molto alto sulla comunità scientifica internazionale. Inoltre, abbiamo visto che anche i risultati degli studi di ricerca di base e preclinica stanno avendo un impatto importante sulla ricerca clinica internazionale. Con il nuovo piano strategico di AriSLA, di cui il Bando AriSLA 2023 da poco chiuso è stato un primo tassello, intendiamo incentivare ancora di più approcci di ricerca innovativi che tengano conto in prima istanza delle caratteristiche del paziente con SLA e favorire le interazioni tra ricercatori clinici e di base per una ricerca ‘clinicamente informata’, che abbia maggiori ricadute sulla vita dei pazienti. È un piano che si coniuga con una visione strategica internazionale e che nasce dal confronto tra la comunità dei ricercatori e quella dei pazienti, perché l’una è legata all’altra e questa giornata offre l’opportunità di ricordarlo. È proprio dai bisogni dei pazienti che i ricercatori traggono ogni giorno una forte motivazione. Abbiamo speranza e fiducia nella ricerca e lavoriamo perché il punto di svolta, rappresentato astronomicamente dal 21 giugno, arrivi prima possibile per tutte le persone con SLA”. Cosa emerge dalla ricerca finanziata – Dal 2009 ad oggi AriSLA ha investito circa 15 milioni di euro in attività di ricerca, finanziando 98 progetti, di cui 20 attualmente in corso, in diversi ambiti (base, preclinica e traslazionale, clinica e tecnologica) e supportando 143 ricercatori selezionati attraverso 16 bandi competitivi (la selezione del 16° bando è in corso). Negli anni gli investimenti di AriSLA nei nuovi progetti, in particolar modo nei ‘Pilot Grant’, ovvero di studi con ipotesi di ricerca molto originali e innovative, hanno permesso di avvicinare nuovi ricercatori allo studio della SLA, anche molto giovani: il 53% dei coordinatori dei ‘Pilot Grant’, infatti, non si era mai occupato di SLA prima del grant AriSLA e il 33% di loro aveva meno di 40 anni al momento del finanziamento. Dai dati raccolti emerge che numerosi ricercatori hanno potuto dare continuità alla loro ricerca, producendo risultati che hanno consentito di ottenere fondi anche da altri enti, pubblici o privati, nazionali o internazionali. Inoltre, l’aver ricevuto un grant AriSLA ha consentito di promuovere la collaborazione tra scienziati: l’86% degli articoli originali pubblicati da ricercatori AriSLA sono nati dalla collaborazione tra diversi gruppi, principalmente tra coloro che hanno contribuito ai progetti multicentrici, ma anche con il coinvolgimento di altri centri di ricerca, sia in ambito nazionale che internazionale.
L’orientamento della ricerca AriSLA – Dagli studi finanziati da AriSLA sono derivate 372 pubblicazioni (fonte Web of Science, periodo 2010 – maggio 2023), un dato che conferma come questi risultati abbiano contribuito a costruire conoscenza scientifica a livello internazionale, fornendo la base per Insieme per un futuro senza SLA altri studi. Il riconoscimento da parte della comunità internazionale dei risultati conseguiti è evidenziato anche dalle analisi bibliometriche basate su algoritmi sviluppati dai National Institutes of Health (NIH) americani che posizionano il 67% delle pubblicazioni AriSLA tra gli articoli ad alto impatto nell’area scientifica di riferimento. Dall’osservazione dei risultati dei progetti finanziati da AriSLA emerge che questi sono concentrati in buona parte sullo studio dei meccanismi molecolari, con una progressione interessante verso la ricerca preclinica ed una maggiore potenzialità di ricaduta clinica. Campagna social ‘Il futuro è nella ricerca’ – È partita oggi la nuova campagna di sensibilizzazione ‘Il futuro è nella ricerca’ sui profili social di AriSLA con la pubblicazione di contributi video dei coordinatori dei progetti recentemente finanziati dalla Fondazione in cui spiegano cosa li abbia spinti ad occuparsi dello studio della SLA e quale sia l’impatto del loro progetto di ricerca sulla malattia. Sono dodici i video che saranno postati da oggi fino alla fine del mese e vedono coinvolti: Savina Apolloni del Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Manuela Basso del Dipartimento CIBIO, Università degli Studi di Trento; Caterina Bendotti del Centro SLA dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri – IRCCS, Milano; Bert Blaauw del Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM), Padova; Emanuele Buratti dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB), Trieste; Serena Carra del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Modena; Mauro Cozzolino dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Consiglio nazionale delle ricerche (IFT-CNR), Roma; Marta Fumagalli del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Università degli Studi di Milano; Luca Muzio dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSpe), IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano; Michela Rigoni del Dipartimento di Scienze Biomediche, Università degli Studi di Padova, Nicola Ticozzi dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano, Milano e Università degli Studi di Milano; Elena Ziviani del Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova.
Donazioni 5×1000 contribuiranno a supportare i nuovi progetti di ricerca – È da poco partita la campagna 5×1000 di AriSLA che contribuirà a sostenere nuovi progetti di ricerca. Per donare il 5X1000 alla Fondazione è sufficiente apporre la propria firma nella dichiarazione dei redditi nel riquadro riservato a “Finanziamento della ricerca scientifica e della Università” oppure a “Finanziamento della ricerca sanitaria” e inserire il codice fiscale 97511040152.
”Ulisse, l’ultima Odissea” in anteprima al Teatro Greco di SiracusaRoma, 15 giu. (askanews) – La storia di Odisseo raccontata attraverso un intenso dialogo tra teatro, musica e danza. Ulisse, l’ultima Odissea, lo spettacolo ideato e diretto da Giuliano Peparini debutterà al Teatro Greco di Siracusa, il 29 giugno, in anteprima mondiale. La creazione originale del regista, coreografo e direttore artistico noto in tutto il mondo chiuderà la 58. Stagione di rappresentazioni classiche prodotta dalla Fondazione INDA e resterà in scena a Siracusa fino al 2 luglio per poi essere presentata nei teatri italiani, da Pompei a Ostia antica e Milano.
La nuova produzione della Fondazione INDA è uno spettacolo moderno e contemporaneo che sarà ambientato in un aeroporto, “un luogo – come dice il regista Giuliano Peparini – da cui si parte ma anche un luogo che ci può bloccare” e vedrà in scena quasi 100 artisti. Sul palco la musica del gruppo canadese di ispirazione folk-rock Reuben and the Dark, la danza contemporanea e il teatro dialogano in modo fluido, restando al servizio del testo classico di Omero. Proiezioni e luci completano la visione poetica di questi quadri che faranno leva anche su costumi espressione di forti contrasti e contrapposizioni tra passione, trasgressione e amore per la patria. “L’Odissea è uno dei testi più emozionanti del nostro canone – sono le parole del regista -, è un testo che condensa tutti i sentimenti più intensi: l’attaccamento disperato alla vita, l’odio travolgente e l’amore incondizionato, la passione sfrenata e il freddo calcolo, la paura e il dolore della perdita, la nostalgia e la sete di conoscenza. Nel nostro spettacolo, faremo vivere e prorompere tutte queste emozioni, nelle voci degli interpreti e nei corpi dei nostri performers. Oltre ai viaggi lontani o fermi, scegliendo di trattare il tema di Ulisse questo spettacolo parla anche del nostro tempo, e di noi: mette in scena un uomo che si è perso e cerca di nuovo la strada di casa. Il libretto dell’opera è del grecista Francesco Morosi.
A interpretare Odisseo sarà Giuseppe Sartori che torna a Siracusa dopo il grande successo riscosso nelle ultime stagioni nel ruolo di Oreste e di Edipo. Nel cast Massimo Cimaglia (Aedo/Polifemo), Giulia Fiume (Calipso/Anima di Anticlea), Alessio Del Mastro (Anima di Tiresia/Lo spazzino), Giovanna Di Rauso (Circe), Gabrie-le Beddoni (Argo), Gianlorenzo De Donno (un viaggiatore), i performer Gabriele Baio, Michele Barile, Andrea Biagioni, Luca Capomaggi, Dennis Cardinali, Jhonmirco Baluyot Cruz, Mariaelena Del Prete, Gloria Ferrari, Gianmaria Giuliattini, Luca Gori, Giulio Hoxhallari, Raffaele Iorio, Claudio Lacarpia, Theo Legros-Lefeuvre, Christian Pace, Carlo Padulano, Andrea Raqa, Giuseppe Savino, Andrea Tenerini, Giuseppe Troise (compagni di Odisseo/viaggiatori bloccati), Dennis Carletta, Simone Cataldo, Tancredi Di Marco, Rosario Graceffa, Giu-seppe Orto, Gabriele Scatà (viaggiatori). Nello spettacolo sono coinvolti anche gi allievi dell’Accademia d’Arte del dramma antico. Le scene sono di Cristina Querzola e Lucia D’Angelo, i costumi di Valentina Davoli, le coreografie di Giuliano Peparini, le musiche della band Reuben and the Dark, light designer è Alessandro Caso, videomaker è Edmundo Angelelli, assistenti alla regia sono Tim Vranken e Gianluca Merolli, assistente coreografo è Francesco Sarracino, assistente costumista è Silvia Oliviero, ideazione e direzione dei cori cantati Simonetta Cartia, direzione del coro Elena Polic Greco, direttore di scena è Mattia Fontana, assistenti alla direzione di scena Dario Castro, Eleonora Sabatini, assistente alla drammaturgia Aurora Trovatello; coordinatori artistici sono Federica Panzeri e Christophe Allemann.
La 58a stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco ha il sostegno di Unicredit banking partner, di Urban Vision come media partner, e di Aeroporti di Roma che la Fondazione INDA ringrazia, come ringrazia i molti mecenati, aziende e privati, che anche quest’anno con una donazione liberale nel quadro dell’Art bonus hanno voluto essere al suo fianco.
Qatargate: Cozzolino va a deporre a Bruxelles, revocati arrestiRoma, 15 giu. (askanews) – La Procura Federale di Bruxelles ha revocato il mandato di arresto europeo emesso il 10 febbraio scorso a carico dell’on Andrea Cozzolino, che, come ha dichiarato di voler fare sin dal primo momento, si recherà a Bruxelles da uomo libero per essere interrogato. Lo annunciano in una nota i suoi legali,Federico Conte, Dezio Ferraro,Raffaele Bifulco
“L’onorevole Cozzolino – sottolineano i suoi avvocati- resterà a disposizione del Giudice Claise per ogni attività istruttoria che si renderà necessaria. A fronte della revoca del Mae, che realizza l’obiettivo che la difesa si proponeva, l’onorevole Cozzolino ha rinunciato al ricorso per cassazione proposto avverso la sentenza della Corte di Appello di Napoli del 16 maggio scorso”.
ENEA, con fotovoltaico su 30% tetti ok fabbisogno elettrico residenzialeRoma, 15 giu. (askanews) – Per soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale servirebbe installare pannelli fotovoltaici sul 30% circa della superficie complessiva dei tetti degli edifici ad uso abitativo del nostro Paese, che equivale a quasi la totalità dell’area idonea all’installazione di questi dispositivi. È quanto ha calcolato l’ENEA nello studio pubblicato sulla rivista Energies che descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050 impiegando solo le superfici di copertura di edifici esistenti, senza la necessità di ulteriore uso del suolo. “Nel nostro Paese gli edifici ad uso residenziale sono oltre 12 milioni con una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 km2, di cui solo 450 km2, pari appunto al 30% circa, potrebbero avere caratteristiche adeguate all’installazione di pannelli fotovoltaici”, spiega Nicolandrea Calabrese responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano e coautore dello studio insieme al ricercatore dello stesso laboratorio Domenico Palladino. Lo studio evidenzia come, ipotizzando di occupare interamente questa superficie ottimale (circa 450 km2), si potrebbero generare oltre 79 mila GWh di energia elettrica per una potenza complessiva installata di 72 GW. Anche se si riuscisse a occupare una superficie inferiore (indicativamente circa 310 km2), l’energia prodotta sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del settore residenziale pari a un consumo medio annuo di circa 65,5 mila GWh. Tuttavia, gli scenari più ‘probabili’ evidenziati dallo studio ENEA dimostrano che la potenza fotovoltaica installata potrebbe essere solo pari a 6 GW, ovvero l’11,5% dell’obiettivo nazionale fissato in 52 GW di nuova capacità fotovoltaica al 2030 (due volte e mezzo la potenza registrata nel 2020). Al 2050, lo studio stima che la produzione di energia elettrica da fotovoltaico potrebbe coprire potenzialmente poco meno del 40% del fabbisogno nazionale, ma con significative differenze a livello regionale: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dovrebbero avvicinarsi agli obiettivi nazionali anche seguendo scenari più cautelativi, mentre altre regioni necessiterebbero di scenari più spinti. “Per sostenere e promuovere il fotovoltaico sui tetti serve rimodulare gli incentivi o adottare nuove azioni su base regionale. Per questo abbiamo definito un nuovo indice che misura il potenziale fotovoltaico di ciascuna regione e che potrebbe essere di supporto ai decisori politici e agli enti locali per adottare strategie energetiche sempre più efficaci e specifiche per ogni singolo territorio”, sottolinea Domenico Palladino. A livello territoriale, lo studio ENEA ha calcolato che al 2050 nel Nord-ovest si potrebbe produrre oltre 5.500 GWh di energia elettrica con il fotovoltaico sui tetti, consentendo di soddisfare fino al 50% del fabbisogno residenziale. Nel Nord-est questa percentuale potrebbe superare il 50%, con una produzione complessiva di 7.100 GWh. Al Centro, la percentuale scenderebbe a circa il 40%, mentre nel Sud e nelle Isole la copertura del fabbisogno raggiungerebbe percentuali via via più basse. Nonostante il potenziale e la convenienza del fotovoltaico sulle coperture degli edifici, rimangono da affrontare sfide come la natura intermittente di questa fonte di energia e procedure amministrative che restano complesse, anche se di recente è stata varata una normativa che punta a ridurre la burocrazia e a promuovere nuove installazioni sui tetti di edifici esistenti, compresi quelli dei centri storici. “Negli ultimi anni sono stati realizzati molteplici interventi di efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio, ma molto rimane da fare: gli edifici residenziali sono responsabili ancora del 12% delle emissioni e del 30% del fabbisogno energetico complessivo del nostro Paese soprattutto a causa della climatizzazione e delle scarse prestazioni termiche dell’involucro edilizio”, concludono i due ricercatori ENEA.