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Tv, Trincia: la docuserie su Rigopiano è storia di famiglie spezzate

Tv, Trincia: la docuserie su Rigopiano è storia di famiglie spezzateRoma, 18 nov. (askanews) – La storia di 40 famiglie “spezzate”, i video girati dagli ospiti prima della tragedia, l’angoscia, i soccorsi, il dolore di chi resta e i molti interrogativi che ancora restano aperti. Dopo il successo del podcast dal titolo omonimo, il 20, 21 e 22 novembre arriva la docuserie Sky Original “E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano – La serie”, in 5 episodi (i primi due il 20) in esclusiva su Sky TG24, Sky Documentaries e Sky Crime, in streaming su NOW.


Sullo schermo si rivive la tragedia della valanga che il 18 gennaio 2017 travolse l’Hotel Rigopiano, in Abruzzo, provocando 29 morti; il prima, con l’atmosfera di festa, il racconto degli ospiti che avevano scelto di concedersi una vacanza, nonostante le difficoltà meteo per raggiungere la struttura, poi gli attimi della valanga e il dopo, le disperate ricerche di aiuto, i soccorsi, il dolore di parenti e sopravvissuti e soprattutto il ricordo. La serie, ideata da Paolo Negro, che ne cura anche la regia, Pablo Trincia e Debora Campanella, è stata presentata a Pescara davanti a diversi familiari delle vittime e sopravvissuti, a pochi giorni dall’udienza, fissata per il 27 novembre, davanti ai giudici della Corte Suprema di Roma, per discutere del ricorso sulla sentenza di secondo grado che ha portato a 22 assoluzioni e 8 condanne. “Puntavamo molto sul fatto di raccontare questa storia dal punto di vista umano, è una storia di famiglie e di legami spezzati, abbiamo pensato che in quell’hotel ci potesse essere chiunque di noi – ha spiegato Pablo Trincia – è una storia di esseri umani, di tante famiglie che erano andate lì per svagarsi e rilassarsi, il loro dramma doveva arrivare a tutti”.


“La richiesta di realizzarla ci è arrivata dal pubblico – ha detto ancora – molte persone mi hanno scritto, anche non abruzzesi, volevano sapere di più di Rigopiano e di questa storia, volevano il racconto, c’era questa esigenza, e allora ho pensato di andare a capire perché questa storia era così richiesta”. La cosa più difficile, ha raccontato Trincia, è stata “affrontare così tante storie, tanti dolori, ognuna era diversa, ogni volta entrare in una famiglia e farsi raccontare il loro dramma e la loro perdita è stato emotivamente difficile”. Tra materiale d’archivio dei soccorsi, interviste ai familiari e ai sopravvissuti, immagini dell’albergo devastato, oggi, ci sono molti video girati dagli ospiti, che sono stati riproiettati sulle pareti di quel che resta dell’Hotel Rigopiano.


Il regista Paolo Negro ha spiegato: “Guardando i video mi sono accorto che chi fa i selfie guarda e parla in macchina allo spettatore, è una cosa banale ma se sono di persone che non ci sono più, è una cosa che turba profondamente; ho pensato che quelle immagini sono come fantasmi, persone che tornano nei luoghi a ripetere le stesse cose, come a chiedere giustizia, mi è sembrato utile e necessario proiettarli lì, nell’ultimo luogo che hanno abitato, anche per il loro bisogno di giustizia”. A quasi otto anni dalla valanga, la serie fa interrogare sulle eventuali responsabilità non ancora chiarite, ponendo l’accento su una Regione paralizzata dalla neve, isolata, e sulle richieste d’aiuto inascoltate. “A Rigopiano c’era stato un precedente importante un anno e mezzo prima – ha detto ancora Trincia – ma nulla è stato fatto”.

Fondo per la Repubblica Digitale e DAP: pubblicato bando per i detenuti

Fondo per la Repubblica Digitale e DAP: pubblicato bando per i detenutiRoma, 18 nov. (askanews) – Sostenere progetti per il reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale, per contrastare il fenomeno della recidiva. Questo l’obiettivo di “Fuoriclasse”, il nuovo bando promosso e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il bando prevede un totale di 5 milioni di euro.


Secondo le evidenze emerse nell’ambito dell’iniziativa “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema in carcere e fuori dal carcere”, organizzata il 16 aprile 2024 dal CNEL insieme al Ministero della Giustizia, e in particolare quanto riportato nello studio di The European House – Ambrosetti, solo il 6% del totale dei detenuti risulta coinvolto in percorsi di formazione professionale. Tuttavia, in termini di corsi offerti, tra il 2021 e il 2023, è aumentato sia il numero di detenuti iscritti che i corsi attivati, le cui tipologie più frequentate includono settori quali cucina e ristorazione, giardinaggio e agricoltura, edilizia. Infatti, dal report della Fondazione Censis emerge che il digitale è oggetto di meno del 5% dei corsi di formazione professionale offerti in carcere. Per Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “Con “Fuoriclasse” il Fondo prosegue nel suo impegno a sostenere iniziative su scala nazionale mirate a favorire l’inclusione digitale e il riscatto sociale delle fasce di popolazione più vulnerabili. Grazie alla collaborazione con il CNEL e il DAP, ci dedicheremo a potenziare le competenze digitali delle persone detenute, facilitando il loro reinserimento sociale e lavorativo: perseguire questo obiettivo deve essere al centro delle policy di uno Stato di diritto. Invitiamo quindi enti pubblici e soggetti privati non profit a presentare proposte progettuali per promuovere azioni formative e di orientamento digitale sia all’interno che all’esterno degli istituti penitenziari”.


Per Renato Brunetta, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro: “La formazione digitale è un elemento chiave nei processi di inclusione socio-lavorativa dei detenuti. Non solo in quanto ambito particolarmente ricco di opportunità occupazionali, ma anche perché può fungere da volano per una maggiore informatizzazione degli istituti penitenziari, contribuendo in modo rilevante a gettare un ponte tra carcere e società civile. Sono temi su cui il CNEL ha posto una grande attenzione, avviando d’intesa con il Ministero della Giustizia e il DAP un programma specifico di attività. In questo contesto si inserisce anche la proficua collaborazione con ACRI, coinvolta nel Fondo Repubblica Digitale in un ottimo esempio di partnership tra pubblico e privato”. Per Giovanni Russo, capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria: “I beneficiari diretti delle attività progettuali saranno detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni, in carico agli istituti penitenziari o agli uffici di esecuzione penale esterna. Con il Fondo abbiamo la possibilità di individuare buone pratiche utili all’orientamento delle politiche pubbliche”.


FUORICLASSE. Il bando “Fuoriclasse” intende sostenere progetti in grado di realizzare efficaci azioni formative in ambito digitale e di valorizzare le potenzialità, attitudini e ambizioni delle persone detenute tramite una presa in carico personalizzata e la costruzione di percorsi integrati che ne facilitino il reinserimento sociale e lavorativo, con il fine ultimo di contrastare il fenomeno della recidiva. I beneficiari diretti delle attività progettuali dovranno essere detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni intra o extra moenia, in carico ad istituti di pena o uffici di esecuzione penale esterna. ll Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha stanziato in totale 5 milioni di euro. Le proposte potranno essere presentate da partenariati formati da un minimo di due ad un massimo di cinque soggetti. Il Soggetto responsabile dovrà essere un soggetto privato senza scopo di lucro. I partner potranno essere enti pubblici o privati senza scopo di lucro. Inoltre, ciascun progetto dovrà prevedere la partecipazione di almeno una struttura penitenziaria. Oltre a tali tipologie di enti, potranno essere coinvolti in qualità di partner – nelle sole attività di formazione digitale e di accompagnamento nel percorso di inserimento lavorativo – anche soggetti for profit che potranno gestire una quota di budget complessivamente non superiore al 30% del contributo richiesto. Ogni progetto può essere sostenuto con un minimo di 150 mila e un massimo di 500 mila euro. C’è tempo fino al 7 febbraio per partecipare al bando attraverso la piattaforma Re@dy. COS’È IL FONDO. Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC. Il Fondo è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali è riconosciuto un contributo, sotto forma di credito d’imposta. Il Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale ha pubblicato i sette bandi. Ad oggi sono stati selezionati e sostenuti 108 progetti di formazione gratuiti che forniscono competenze digitali professionalizzanti, a NEET, donne, disoccupati e inoccupati, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione e studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’obiettivo è valutare l’impatto dei progetti formativi sostenuti – in termini di competenze acquisite e di posti di lavoro creati – affinché le iniziative più efficaci possano essere offerte al Governo, per immaginare future politiche nazionali.

Pnrr, via libera dal Consiglio Ue al piano italiano modificato

Pnrr, via libera dal Consiglio Ue al piano italiano modificatoBruxelles, 18 nov. (askanews) – Il Consiglio Ue ha dato oggi il suo via libera al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)modificato dell’Italia. La valutazione positiva del Consiglio parte dall’analisi positiva della Commissione europea, secondo cui “le modifiche mirate presentate dall’Italia non incidono sulla pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza” del suo Pnrr.


l’Italia aveva presentato le modifiche mirate al suo Piano nazionale il 10 ottobre 2024. Il Piano vale 194,4 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti per finanziare le riforme e gli investimenti indicati, da attuare entro la fine del 2026. Il Pnrr inziale dell’Italia aveva ricevuto il via libera per la prima volta dal Consiglio Ue il 13 luglio 2024, e da allora è stato modificato tre volte, in particolare per aggiungere un nuovo capitolo “RepowerEU” nel 2023.

Peter Pan, da 30 anni la “Casa di Roma” ospita bimbi malati di tumore

Peter Pan, da 30 anni la “Casa di Roma” ospita bimbi malati di tumoreRoma, 18 nov. (askanews) – Un ventenne su 800 si stima sia oggi un sopravvissuto al cancro infantile. È il risultato dei progressi degli ultimi decenni nel campo dell’oncologia pediatrica. I tassi di guarigione per i tumori infantili sono, infatti, arrivati all’80%, mentre erano al 30% negli anni Sessanta. È il messaggio di speranza, ma anche l’impegno per il futuro, perché c’è ancora tanto da fare, che lancia, in occasione delle celebrazioni per i suoi 30 anni, Peter Pan ODV, organizzazione che supporta e accoglie le famiglie che portano i propri figli, bambini e adolescenti, a curarsi negli ospedali romani.


Le celebrazioni si sono svolte in Campidoglio a Roma con l’evento “Peter Pan, da 30 anni la Casa di Roma”, al quale è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica, e che ha visto la partecipazione di Concetta Quintarelli dell’Ospedale Bambino Gesù, Angela Mastronuzzi (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica), Francesco De Lorenzo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Paolo Viti (Federazione Italiana Associazioni Genitori e Guariti Oncoematologia Pediatrica) e la presenza di Tiziano Onesti, Presidente Ospedale Bambino Gesù, e Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale. In occasione della giornata sono state esposte 12 tele: “ritratti in parole” delle fondatrici, delle famiglie che, ieri e oggi, hanno vissuto le case di Peter Pan, dei volontari e dello staff, per raccontare attraverso le loro storie questi 30 anni di accoglienza e supporto per i bambini malati di cancro e per le loro famiglie. I 12 ritratti sono tratti dal libro istituzionale “La Casa di Roma”, distribuito da Peter Pan ODV in occasione dell’evento.


“‘La Casa di Roma’ è il nome che i nostri piccoli ospiti, provenienti da tutta Italia, danno alle nostre case – spiega Roberto Mainiero, presidente di Peter Pan ODV – Ogni volta che lo sentiamo ci si scalda il cuore e sappiamo che questi 30 anni hanno dato i loro frutti. Significa che i bambini qui trovano un rifugio sicuro, dove riescono a sentirsi a casa, anche se la loro è lontana. È per loro che l’associazione esiste ed è per loro che ci impegneremo, nei prossimi 30 anni, per essere sempre più vicini alle famiglie, ampliando e migliorando i servizi di sostegno e accoglienza dedicati a loro”. “Ospitare in Campidoglio l’associazione Peter Pan è un motivo di orgoglio per me e per tutto il Comune di Roma – commenta Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale – siamo davvero felici di accogliere questa grande famiglia nella casa dei romani. Peter Pan ODV, con cui abbiamo collaborato per alcuni progetti sportivi, è un vanto per questa città, è un punto di riferimento prezioso in una società dove spesso prevale l’io sul noi. Ci tengo a ringraziare tutti i volontari che in questi 30 anni hanno collaborato e aiutato centinaia di famiglie e bambini in difficoltà”.


L’anniversario di Peter Pan ODV è un’occasione per ripercorrere le tappe di questi 30 anni di impegno e solidarietà, ma soprattutto per fare il punto sui traguardi raggiunti nel campo della ricerca e delle terapie onco-ematologiche pediatriche e sulle sfide che ancora restano da affrontare, attraverso le voci di medici e ricercatori ma anche di genitori e volontari. “Nel caso delle cure oncologiche pediatriche è importante ascoltare tutti i soggetti coinvolti nel percorso di cura – spiega Renato Fanelli, oncologo e membro del Comitato Etico di Peter Pan ODV, aggiungendo – il potere dell’alleanza terapeutica è fondamentale per garantire la riuscita delle cure e per migliorare la qualità di vita del bambino e dell’intera famiglia, nel momento in cui si trovano ad affrontare la sfida più grande che ci sia. Mentre la ricerca progredisce e trova terapie sempre più efficaci, a partire da immunoterapia e terapie geniche che permettono approcci più mirati e minori effetti collaterali, è importante occuparsi anche dell’ascolto e del supporto psicologico ed emotivo per i bambini e le famiglie”.


Ogni anno, In Italia, si ammalano 1.400 bambini, in media più di 3 al giorno. È pensando a loro e alle loro famiglie che 30 anni fa è nata Peter Pan ODV, portando conforto e assistenza direttamente in ospedale. Dal 2000, con l’apertura della prima casa, il servizio di ospitalità e supporto a 360° gradi diventa l’anima dell’organizzazione. Da allora Peter Pan ha accolto oltre 900 famiglie, offrendo 388.000 giornate di accoglienza, di cui 59.000 dedicate direttamente a bambini e ragazzi. Una storia di solidarietà che attraversa tutta l’Italia, ma va anche oltre: l’80% delle famiglie accolte in questi 30 anni è arrivato da 18 regioni italiane, in prevalenza da Calabria, Campania e Puglia, mentre il 20% da 38 paesi in tutto il mondo. Tutto questo è stato possibile solo grazie alle 480.000 ore e alle infinite energie donate dai 1.380 volontari che, in questi 30 anni, hanno dato vita a Peter Pan.

The Prism lancia Urban Project: meditazione per tutti nelle vie Milano

The Prism lancia Urban Project: meditazione per tutti nelle vie MilanoRoma, 18 nov. (askanews) – The Prism, progetto artistico creato da Stefano Simontacchi e curato da Marco Senaldi, regala alla città di Milano un’inedita esperienza immersiva a cielo aperto con “Urban Project”. Due settimane dedicate alla meditazione in cui le opere di The Prism saranno proiettate in dimensioni monumentali nei centri nevralgici di Milano.


Dopo il lancio dell’iniziativa nella centralissima Piazza San Fedele, in cui la proiezione si è tenuta per tutto il weekend, le opere di The Prism sono ora in Porta Lodovica, Corso Como, San Babila, Buenos Aires, Via de Amicis fino al 1º dicembre, offrendoci la loro più autentica dimensione spirituale attraverso THE PRISM WAY. THE PRISM WAY è un percorso strutturato in 7 passi che guida le persone verso una maggiore consapevolezza del proprio scopo nella vita. Scansionando un QR code visualizzato sui ledwall insieme alle opere, le persone potranno accedere alle 7 meditazioni guidate dalla voce dell’artista, ciascuna delle quali attinge alla specifica energia di un’opera di arte sciamanica realizzata da The Prism.


“THE PRISM WAY – spiega Stefano Simontacchi – rappresenta il manifesto di The Prism ed è qui reso come un viaggio di trasformazione profonda rappresentato da 7 passaggi cui corrispondono 7 portali energetici. Ogni portale è un invito a guardare oltre l’apparenza e a fermarsi per ascoltare quella voce interiore troppo spesso dimenticata. Il percorso inizia con la scoperta del proprio scopo e la definizione di una visione chiara, passando poi alla manifestazione delle intenzioni con amore e alla presa di decisioni consapevoli., per poi agire con determinazione e disporsi alla vita con gratitudine. Ripetere questo ciclo di meditazioni porta ad essere più presenti e consapevoli, in una crescita armoniosa e continua”. La realizzazione di questo straordinario progetto è stata possibile grazie ad un mecenate, Vincenzo Acone, che ha sostenuto il progetto con la propria azienda, la più affidabile Concessionaria italiana nell’ambito delle sponsorizzazioni pubblicitarie di interventi di ristrutturazione e restauro di edifici e monumenti. Acone Associati ha messo a disposizione non solo il ledwall in Piazza San Fedele per l’intero weekend dal 15 al 17 novembre, ma fino al 1° dicembre anche altri grandiosi impianti pubblicitari, disseminati nei punti strategici di Milano, con quasi 100 mila passaggi che supereranno il milione e mezzo di contatti.


Spiega Marco Senaldi, curatore di The Prism: “L’arte contemporanea ha sempre cercato di evadere dagli spazi tradizionali, che fossero musei, gallerie o luoghi domestici, sebbene siano relativamente pochi i casi in cui si è avvalsa degli spazi pubblicitari urbani. Se da un lato l’operazione URBAN PROJECT si inserisce in questo filone, dall’altro lo oltrepassa completamente per quanto concerne gli scopi e gli intenti. URBAN PROJECT, a differenza di tutti gli altri progetti di arte pubblica, non si fonda solamente su uno schema estetico, ma recupera una pratica sciamanica secondo la quale le forme, i colori, i suoni, le parole, sono vibrazioni in grado di generare una risonanza energetica che può essere individuale, ma anche collettiva. È proprio questo l’intento di THE PRISM: tornare a concepire l’arte come un dono da mettere al servizio dell’uomo, con il fine di una autentica guarigione dell’anima, per ricominciare a vivere, respirare ed esistere nella piena consapevolezza del Sé”. Nella frenesia del quotidiano, dove ogni minuto sembra sfuggire tra impegni e responsabilità, ritagliarsi il tempo per coltivare le profondità dell’anima diventa un atto rivoluzionario. In questo contesto, l’arte spirituale rivendica il ruolo di guida e ci insegna che la trasformazione del proprio mondo interiore è il più potente atto di creazione che possiamo intraprendere. Per aiutarci in questo percorso, Il progetto artistico e di ricerca ideato da Stefano Simontacchi e curato da Marco Senaldi porta i propri iconici portali emozionali fuori da The Prism Core Center, lo spazio permanente inaugurato a marzo 2024 in Piazza Napoli 22 a Milano, per incontrare le persone dove esse sono ogni giorno, e rende accessibile davvero a tutti un’esperienza introspettiva che riconosce e riafferma il valore dell’individuo all’interno della collettività urbana.


Nel corso di questo evento dedicato alla meditazione, The Prism Core Center ospiterà workshop e seminari dedicati alla crescita personale e spirituale, in collaborazione con i più interessanti esponenti del benessere olistico.

Smart irrigation migliora efficienza, qualità e conti agricoltura

Smart irrigation migliora efficienza, qualità e conti agricolturaRoma, 18 nov. (askanews) – Quanto costa investire per migliorare l’uso efficiente dell’acqua attraverso sistemi di smart irrigation? “Difficile dare una cifra esatta, perché dipende dagli strumenti tecnologici che si scelgono, ma il costo potrebbe aggirarsi intorno ai 1.000-1.500 euro all’ettaro per il monitoraggio dell’umidità del terreno, informazione di grande rilevanza per pianificare l’impiego irriguo”. Lo ha detto Salvatore Gentile del Consorzio di Bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo (Cer), nel corso del webinar “Smart Irrigation, tecnologie e strategie per il risparmio idrico” organizzato da Fieragricola e dalla rivista Terra è Vita del gruppo New Business Media – Edagricole di Bologna, in vista della quarta edizione di Fieragricola Tech, expo-conference in programma il 29 e 30 gennaio 2025 e rivolta a imprenditori agricoli, operatori del settore primario, dottori agronomi, agrotecnici, periti agrari, decisori aziendali, energy manager e studenti.


Al centro dell’evento di gennaio, le aree tematiche che sono sinonimo di innovazione e che saranno i driver per un’agricoltura sempre più sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale: robotica, meccanizzazione e automazione, smart irrigation, energie rinnovabili e bio-solution. Fondamentale, ha proseguito Gentile, è il passaggio “da una gestione dell’irrigazione basata su stime e abitudini a un approccio più scientifico e preciso, monitorando costantemente l’umidità del suolo, le condizioni atmosferiche e le esigenze specifiche di ogni coltura, per definire con esattezza quando e quanto irrigare”.


Fra gli strumenti a supporto dell’agricoltore è possibile adottare sensori per misurare l’umidità del suolo e fornire dati precisi sulle necessità idriche delle piante; immagini satellitari per monitorare lo stato delle colture e individuare eventuali stress idrici; modelli matematici in grado di simulare il bilancio idrico del suolo e che consentono di prevedere le esigenze irrigue. Oltre al sistema Irriframe, messo a disposizione gratuitamente dal Cer, per indicare agli agricoltori il momento ideale per irrigare nei campi. Satelliti e droni possono, inoltre, fornire ulteriori informazioni per una smart irrigation, Accanto alla smart irrigation, la ricerca deve proseguire il proprio percorso, attraverso lo sviluppo di varietà vegetali più resistenti alla siccità, migliorando le tecniche di irrigazione di precisione e utilizzando la fertirrigazione e i biostimolanti per aiutare le piante a far fronte allo stress idrico. In vista della quarta edizione di Fieragricola Tech (29 e 30 gennaio 2025), Veronafiere ha programmato altri due webinar. Il prossimo 11 dicembre, l’Informatore Agrario parlerà di droni e robot, fra costi, applicazioni in campo, normative che ne limitano la diffusione, con la presentazione dei dati dell’unico osservatorio nazionale su robotica e automazione in agricoltura, a cura dell’Università di Padova e Informatore Agrario. Il prossimo 14 gennaio, Image Line affronterà i temi della digitalizzazione in agricoltura e della gestione dei dati per migliorare l’efficienza dell’azienda agricola e accedere ai finanziamenti.

Lollobrigida: trattato Ue-Mercosur non condivisibile così com’è

Lollobrigida: trattato Ue-Mercosur non condivisibile così com’èRoma, 18 nov. (askanews) – “Così come è impostato il trattato UE-Mercosur non è condivisibile. Pur auspicando un mercato più aperto e regolato da trattati, è evidente che le attuali economie, organizzazione del lavoro e rispetto delle norme di carattere ambientale siano estremamente differenti tra i due contesti”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.


“Le crisi geopolitiche hanno già drammaticamente indebolito ulteriormente il nostro settore primario – argomenta il ministro – che difficilmente potrebbe reggere un impatto di importazioni a costi di produzione e quindi prezzi decisamente più bassi. Va verificato a monte l’adeguamento nei Paesi aderenti al Mercosur agli stessi oneri che imponiamo ai nostri agricoltori in termini di rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente”, ha concluso Lollobrigida.

In Spagna 3 mln aiuti per digitalizzare settore agroalimentare

In Spagna 3 mln aiuti per digitalizzare settore agroalimentareRoma, 18 nov. (askanews) – Il ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione spagnolo ha concesso un aiuto di tre milioni di euro alla consulenza per la digitalizzazione del settore agroalimentare e forestale, si tratta di risorse cofinanziate dall’Unione Europea e inquadrate nel Piano Strategico della PAC. Gran parte degli aiuti sono destinati a facilitare l’implementazione da parte degli utenti del Quaderno digitale sullo sfruttamento agricolo e fanno parte di una delle misure del Piano 43.


Gli aiuti verranno concessi attraverso il Fondo Agrario di Garanzia spagnolo (FEGA) e finanzieranno sette proposte per la creazione e la fornitura di servizi di consulenza per la transizione digitale nel settore agroalimentare e forestale. I sussidi rientrano nel quadro del Piano strategico della politica agricola comune 2023-2027 e sono cofinanziati per il 43% dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e per il 57% dal ministero. Questo programma di aiuti è considerato una parte essenziale delle politiche per rafforzare il sistema di conoscenza e innovazione agricola (AKIS) ed è un’azione che fa parte di una delle 43 misure impegnate dal governo per migliorare la situazione degli agricoltori e degli allevatori. Le sette proposte beneficiarie sono state presentate da Cooperative Agroalimentari della Spagna, Unione dei Piccoli Agricoltori e Allevatori (UPA), Associazione Agraria dei Giovani Agricoltori (ASAJA), Federazione Spagnola del Vino (FEV), Associazione di Servizi agli Allevatori e agli Agricoltori Riojanos (ASEGAR), Fundación Cajamar e la Federazione Spagnola del Vino (FEV), che ha due diversi progetti sovvenzionati.

Tajani a Bruxelles ribadisce “no” all’uso delle armi italiane fuori dall’Ucraina

Tajani a Bruxelles ribadisce “no” all’uso delle armi italiane fuori dall’UcrainaBruxelles, 18 nov. (askanews) – “Non cambia la linea italiana dell’utilizzo delle nostre armi all’interno del territorio ucraino”, e quindi non per colpire obiettivi militari in territorio russo. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo al Consiglio Esteri dell’Ue, oggi a Bruxelles. Tajani ha anche ribadito la posizione italiana a favore di una conferenza di pace che includa anche i russi e la Cina, sperando che i cinesi possano svolgere un ruolo positivo.


“La nostra posizione è molto chiara: noi siamo dalla parte dell’Ucraina e continueremo a sostenerla; questo non vuol dire che non si debba lavorare per la pace, lo abbiamo sempre detto. Siamo favorevoli – ha detto Tajani – a una conferenza di pace come quella che c’è stata in Svizzera, però con la presenza dei russi, dei cinesi, degli indiani, dei brasiliani. Io mi auguro che la Cina possa svolgere un ruolo positivo per far comprendere alla Russia che non bisogna continuare con questa guerra insensata. Certo, la presenza di militari nordcoreani non è un bel segnale. Ecco perché bisogna impedire che ci sia una escalation”. “Per quanto ci riguarda – ha affermato il ministro – noi continueremo a seguire la linea che abbiamo sempre seguito, quella dell’utilizzo delle nostre armi all’interno del territorio ucraino. Non cambia la nostra linea, andiamo avanti in questa direzione”.


Riguardo alla recente telefonata del cancelliere tedesco Olaf Scholz al presidente russo Vladimir Putin, Tajani ha osservato: “Tutti quanti dobbiamo lavorare per la pace, ma la telefonata non mi pare che abbia ottenuto grandi effetti; però credo che sia anche giusto che si faccia una scelta unitaria e coesa da parte di tutti i paesi della Nato, da parte di tutti gli interlocutori”. “Serve una conferenza di pace. Anche Zelensky”, il presidente ucraino, “dice che si arriverà entro il 2025 alla pace. Tutti quanti ce lo auguriamo. Deve essere una pace giusta, che non significa la sconfitta dell’Ucraina”.


“Ogni paese che segue con attenzione le vicende della guerra in Ucraina – ha continuato Tajani – lavora per la pace. Noi stiamo lavorando per la pace. Bisogna lasciare sempre uno spazio aperto alla diplomazia. Questo non significa rinunciare a sostenere l’Ucraina, un paese candidato a far parte dell’Unione europea e della Nato. Quindi l’amicizia con questo paese è fuori discussione. Però – ha concluso il ministro – bisogna trovare una soluzione, perché centinaia di migliaia di morti sono per l’umanità un fardello gravissimo”.

In 2023-24 prodotte 77.000 tonn. olive tavola, ma consumo 149.000

In 2023-24 prodotte 77.000 tonn. olive tavola, ma consumo 149.000Roma, 18 nov. (askanews) – Nella campagna 2023-24, l’Italia ha prodotto circa 77mila tonnellate di olive da tavola, ma se ne sono consumate 149mila, vale a dire il doppio. Bene anche l’export, che si è attestato sulle 36mila tonnellate. Si tratta di una nicchia produttiva che fa il 2% dell’intera produzione mondiale, ma che ha grandi potenzialità. Se ne è discusso in un convegno che ha coinvolto rappresentanti della filiera e della politica, Assom, la prima associazione italiana dei produttori di olive da mensa, nata nel 2016 e dal 2023 socio aggregato di Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria. L’associazione coinvolge 2100 produttori, le aziende aderenti, in media, trasformano ogni anno circa 65mila tonnellate di olive da tavola.


Obiettivo del convegno “Verso una federazione europea per rafforzare il settore” è dare voce e forza al comparto delle olive da tavola, in Italia e in Europa, offrendo così nuove opportunità anche alla filiera olivicolo-olearia. Per crescere, insomma, è necessario modernizzare il sistema produttivo e lavorare sia sulla quantità che sulla qualità dei prodotti. Ecco perché Assom propone la creazione di una federazione di settore, capace di contare a Roma come a Bruxelles. “Il nostro è un ambito ristretto, una nicchia produttiva già molto vitale – ha spiegato Angelo Moreschini, presidente di Assom – E’ sbagliato considerarci figli di un dio minore, siamo parte integrante della filiera olivicolo-olearia e possiamo fare molto per darle nuovo slancio”.


Nella campagna 2023-24, in base alle rilevazioni del Consiglio oleicolo internazionale, l’Unione europea ha prodotto 829mila tonnellate di olive, mentre nel mondo si sono superati i 3 milioni di tonnellate di olive da tavola. Una tendenza positiva, che i produttori italiani stanno già intercettando, puntando sempre di più sui mercati extra-UE. “Le olive da mensa piacciono sempre di più – ha confermato Moreschini – ora anche all’estero i consumi sono in crescita. Il fenomeno non riguarda soltanto i Paesi tradizionalmente produttori di olive e va ben oltre l’Europa”. Stati Uniti, Arabia Saudita, Brasile e Canada, infatti, sono i maggiori acquirenti di un prodotto legato all’Italian style e alla Dieta mediterranea. Se le potenzialità di crescita sono significative, lo sono altrettanto le criticità che colpiscono il comparto, comuni al mondo oleario italiano. Il sistema olivicolo italiano è sottodimensionato e frammentato e fatica a rispondere alle richieste di un mercato in espansione. Inoltre crisi climatica e rincari energetici hanno pesantemente influito sulla produzione.