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Green Deal, Timmermans: è la nostra politica industriale Ue

Green Deal, Timmermans: è la nostra politica industriale UeBruxelles, 5 feb. (askanews) – Parla, a tutto campo, Frans Timmermans, l’ex vicepresidente esecutivo della prima Commissione von der Leyen, in cui era primo responsabile del Green Deal, che dopo le sue dimissioni nell’agosto 2023 è stato considerato dal Ppe e dalle destre nel Parlamento europeo come capro espiatorio, unico autore delle ‘folli politiche green’ e ‘ideologiche’ dell’Ue negli anni scorsi.


Invitato dal gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo, Timmermans ha sottolineato che il Green Deal non va politicizzato, come hanno fatto il Ppe e le destre per osteggiarlo, perché non è né di sinistra né di destra, ma costituisce necessaria visione di politica industriale per l’Unione europea, se non si vuole restare indietro nell’economia globale, se si vogliono salvare davvero l’industria e i posti di lavoro in Europa, se si vogliono diminuire i prezzi dell’energia, se si vuole essere protagonisti e non vittime della transizione verde. Ha ricordato che la storia insegna che, quando il centro insegue la destra, alla fine è la destra che vince. Ha ammonito i Verdi e le forze di sinistra a perseguire insieme e in parallelo politiche ambientali e politiche sociali, affinché la transizione sia giusta e non pesi sui redditi più bassi. ‘Questo, oggi – ha detto l’ex vicepresidente della Commissione in un punto stampa a margine della riunione del gruppo S&D, oggi a Bruxelles -, è il secondo punto di svolta per l’Europa che ho vissuto nella mia vita professionale. Il primo è stato nell’89, pieno di ottimismo, di cambiamenti radicali a cui l’Europa doveva adattarsi. E l’Europa lo ha fatto. Chi avrebbe pensato nel 1989 che nel 2004 avremmo allargato l’Ue a quei Paesi che fino ad allora erano nostri nemici? Quindi siamo capaci di miracoli. E credo che dobbiamo tenerlo a mente’.


‘Ora – ha continuato Timmermans – siamo in questa fase di tensione, le sfide sono più grandi. L’ottimismo non è il sentimento prevalente in tutto il mondo. Dobbiamo riaccendere l’ottimismo, perché possiamo farcela. Ma dobbiamo assicurarci di essere più uniti. Trovo stimolante che la premier della Danimarca (Mette Frederiksen, ndr), un paese che per molto tempo è stato piuttosto riluttante in termini di accelerazione dell’integrazione europea, e soprattutto di aumento del bilancio europeo, stia ora dicendo che in questi tempi difficili dobbiamo stare fianco a fianco come europei’. Come europei, ‘dobbiamo aumentare il nostro bilancio e io, che vengo da un paese ‘frugale’, sono disposto a farlo. Il primo ministro finlandese (Petteri Orpo, ndr) ha detto esattamente la stessa cosa. Questo è il nostro momento, se lo comprendiamo correttamente’.


‘La nostra industria e i nostri cittadini – ha notato Timmermans – hanno bisogno di prezzi dell’energia più bassi; e l’unico modo per abbassare i prezzi dell’energia è accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, l’unica energia a basso costo che l’Europa ha a disposizione. L’unico modo per riaccendere la fiducia nel futuro è fornire alloggi ai giovani di tutta l’Unione europea che oggi non riescono a trovare un alloggio a prezzi accessibili, o spendono una quota eccessiva del loro reddito per alloggi al di sotto degli standard normali. L’Unione europea deve quindi investire nella transizione energetica e nell’edilizia abitativa. E deve farlo collettivamente, ricreare una piattaforma per l’industria europea del futuro’. Noi europei ‘siamo intelligenti almeno quanto gli americani. Siamo bravi a inventare, migliori dei cinesi. Ma siamo pessimi nel commercializzarle con un’economia di scala. Ed è questo che dobbiamo fare nei prossimi anni’. La Commissione presenterà entro la fine del mese una sorta di seconda versione del Green Deal, riveduta e corretta, chiamata ‘Clean Industrial Deal’. ‘Il Green Deal – ha osservato l’ex vicepresidente esecutivo della Commissione -, è la nostra politica industriale. E se la nuova Commissione ritenesse utile rinominarlo, appunto, ‘politica industriale’, o ‘Inflation Reduction Act’ (come il provvedimento negli Usa che finanzia l’industria installata in territorio americano, ndr), o qualsiasi altro nome voglia dargli, ma attenendosi alle linee politiche che abbiamo concordato, penso che farebbe un buon servizio all’industria e ai nostri cittadini’.


‘Ma devo anche essere onesto: di molti dei sussidi e delle misure che dovevano aiutare le persone a passare a una mobilità a zero emissioni o a basse emissioni, a installare pannelli solari, ecc., hanno beneficiato – ha ammesso Timmermans – le parti più ricche dell’Europa, la parte più ricca della nostra società. Ora – ha sottolineato – dobbiamo assicurarci di ristrutturare questa politica, in un modo che siano avvantaggiate davvero le persone, quelle che da sole non possono permettersi di acquistare pannelli solari, che dipendono dai trasporti pubblici, che hanno bisogno di investimenti, e che hanno bisogno di avere accesso a veicoli a zero emissioni’. Insomma, ‘c’è molto da fare, e possiamo riuscirci solo se siamo uniti. Questa unità ha portato, anche nel Parlamento europeo e nella Commissione, a grandi decisioni in passato. A volte mi chiedo come mai la memoria delle persone sia così corta. Il Green Deal – ha ricordato – è stato possibile solo perché il Ppe ha partecipato a tutti i processi decisionali e ha votato positivamente. Il Green Deal è stato spesso rivendicato dal Partito popolare europeo come un loro progetto. Dov’è finito ora? Cosa è cambiato? È cambiato il progetto o è cambiato il Ppe?’ ‘Noi sappiamo – ha rilevato Timmermans -, e porto questa esperienza dal mio paese’, l’Olanda, ‘che se il centro-destra inizia a imitare la destra radicale, è la destra radicale che vince e il centro-destra che perde. E il centro-destra che perde viene trascinato nell’ambito della destra radicale, abbandona il centro. Il che rende poi molto più difficile, per altri partiti di centro-sinistra o di centro-destra, formare coalizioni che possano portare i nostri paesi e la nostra Europa nel futuro. Quindi spero che cambieranno approccio’ nel centro-destra. ‘Ho visto, ad esempio, il leader dei nazionalisti fiamminghi, che ora è primo ministro del Belgio (Bart De Wever, ndr), che ha capito questo quando ha assistito all’esperienza delle elezioni olandesi. E ora vedo Friedrich Merz (il leader della Cdu tedesca, candidato cancelliere alle imminenti elezioni ndr) commettere di nuovo questo tragico errore in Germania. Pensavo che il centro-destra in Germania avesse imparato dal passato a non farlo. Ma tragicamente, ora Merz lo ha fatto. Non posso controllare le conseguenze che questo avrà, ma mi preoccupano’. ‘Quindi se vogliamo essere forti a sinistra, dobbiamo essere più uniti; ma dobbiamo anche fare una proposta al centro, che attiri altri partiti dal centro per formare coalizioni con noi. Non vorrei che i movimenti di sinistra in Europa si trovassero ad avere sempre ragione, ma ad essere raramente rilevanti. E la nostra rilevanza dipende dalle nostre dimensioni, dalle nostre proposte, e dalla nostra volontà di cooperare con altri partiti democratici per portare cambiamenti’, h& spiegato Timmermans. Sempre riguardo al Green Deal, ha notato una giornalista, sembra che la Commissione, oltre a cambiandogli il nome, voglia anche andare in una direzione diversa da quella che era stata stabilita con il precedente Esecutivo Ue. Questo, ha replicato Timmermans, ‘resta da vedere. Penso che la Commissione sappia benissimo che per far passare la legislazione negli Stati membri ha bisogno del Parlamento europeo. Quindi dipenderà anche dalle possibilità del Parlamento europeo di creare abbastanza coalizioni con persone che si sono precedentemente impegnate nella transizione incorporata dal Green Deal, per continuare su quella strada’. ‘Con le elezioni che ci sono state e che ci saranno, l’Europa – ha constatato – si è spostata a destra, in particolare in certi Stati membri, e questo si rifletterà nel programma della Commissione; penso che sia ovvio. Ma quel programma dovrà anche ottenere supporto qui’ nel Parlamento europeo. ‘E al centro del programma – ha indicato – deve esserci un’idea di come portiamo posti di lavoro in Europa, di come rafforziamo la nostra base industriale, come ci assicuriamo di abbassare i prezzi dell’energia. Che si sia di sinistra o di destra, queste saranno le nostre priorità. E il Green Deal, a mia conoscenza, è il modo migliore per arrivarci’. ‘Insomma, – ha sintetizzato Timmermans – vedremo se si tratterà solo di un ‘rebranding’ o di qualche vero cambiamento di rotta. Ma penso che i piani del ‘Fit for 55′ (la legislazione già approvata affinché l’Ue possa conseguire la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, ndr) dovrebbero restare in vigore’. Questo obiettivo, ha avvertito, ‘è nell’interesse di tutti. E non va politicizzato. Ricordo i primi anni di lavoro in prima linea alla Commissione europea: allora il Green Deal non era una cosa di sinistra o di destra. Era la cosa giusta da fare, né di sinistra, né di destra’. Oggi, ha rilevato ancora, ‘in qualche modo il centro-destra è stato tentato dalla destra radicale di politicizzare l’idea stessa del Green Deal. Ma forse possiamo fare un passo indietro e guardare alle politiche di cui l’Europa ha bisogno per ricreare una solida base industriale perché è molto, molto urgente’. Comunque, ha ammonito Timmermans, che è favorevole a un’alleanza tra le forze politiche di sinistra e quelle verdi in Europa, come è già avvenuto nel suo paese, l’Olanda, ‘non si può fare una politica verde se non si è anche attenti al sociale. E non si può fare politica sociale se non si accelera la transizione verde. Perché più tempo ci vorrà’ per compiere questa transizione, ‘più sarà costosa. E il conto arriverà alle persone che non possono permetterselo’. A una domanda sul mancato decollo della domanda nel comparto dell’auto elettrica in Europa, che ha smentito le previsioni iniziali ottimistiche dei servizi della Commissione di cui lui era responsabile, l’ex vicepresidente esecutivo ha replicato: ‘Che cosa è andato storto? Prima di tutto, l’Europa è arrivata tardi nel gioco. L’industria automobilistica europea, e in particolare i grandi produttori di automobili in Germania, pensavano che il motore a combustione avesse un futuro senza fine. E allo stesso tempo abbiamo visto che, soprattutto in Asia, le auto elettriche non stavano solo diventando prodotti di massa, ma stavano anche diventando sempre più economiche’. ‘Quindi siamo arrivati ​​tardi alla festa. E ora dobbiamo supportare l’industria automobilistica per una transizione più rapida. Una transizione verso emissioni molto basse, verso una mobilità a zero emissioni’. In passato, ‘quando i motori a combustione stavano arrivando sul mercato, non si sarebbe aiutata l’industria europea sostenendo i motori a vapore. Si aiutò l’industria accelerando la transizione ai motori a combustione. Ora si deve aiutare l’industria automobilistica accelerando la transizione verso le emissioni zero’, ha concluso Timmermas.

Nordio attacca pm e opposizioni, in Parlamento muro contro muro su Almasri

Nordio attacca pm e opposizioni, in Parlamento muro contro muro su AlmasriRoma, 5 feb. (askanews) – Tensione altissima in Parlamento sul caso Almasri. La tanto agognata informativa del governo sul caso Almasri si è svolta in un clima infuocato prima alla Camera, poi al Senato. Con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durissimo contro le opposizioni e la magistratura, e le opposizioni all’attacco della premier Giorgia Meloni “patriota in fuga”.


Con i banchi del governo quasi al completo (assente il vicepremier Tajani, Salvini comparirà al Senato), accanto alla sedia vuota della premier Meloni, il Guardasigilli ha parlato di un atto, quello della Corte penale internazionale, “radicalmente nullo”, di un “pasticcio frettoloso”. Interrotto da Angelo Bonelli dei Verdi che lo ha corretto sulle date, Nordio ha alzato gli occhi dai fogli col discorso scritto e concordato con l’avvocato Giulia Bongiorno per accusare i gruppi di minoranza: “Non avete letto le carte, avete discusso sul nulla, non sapevate neanche di cosa steste parlando”. Anche la stampa “ha diffuso in questi giorni tutta una serie di notizie inventate e in parte sbagliate” ma “quello che mi ha un po’ deluso, anche se non è arrivato inaspettato, è stato l’atteggiamento di una certa parte della magistratura – ha detto il Guardasigilli – che si è permessa di sindacare l’operato del Ministro senza aver letto le carte. Questo loro modo di intervenire in modo imprudente, in modo sciatto, rende il dialogo molto, molto difficile”. Parole che hanno creato scompiglio e proteste dai banchi di Pd, M5s, Avs. “Capisco vi sia una certa delusione – la provocazione di Nordio – ma non ce l’ho con voi”. Sulla scia della linea scelta dalla premier Meloni di scontro frontale con le toghe, l’avvertimento del ministro è per i magistrati: “Se questo è un sistema per farci credere che le nostre riforme debbano essere rallentate” non funzionerà. “L’altro giorno un magistrato ha ringraziato ironicamente il Ministro perché finalmente aveva compattato la magistratura. Sono io che ringrazio questa parte della magistratura, perché ha compattato la nostra maggioranza come mai si era visto: se agli inizi vi erano delle esitazioni, oggi non vi sono più. Andremo avanti, andremo avanti fino in fondo, senza esitazione e fino alla riforma finale”. Parole che strappano la standing ovation del centrodestra.


L’intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non si è discostato dalle spiegazioni fornite al question time di Palazzo Madama due settimane fa sul caso, il titolare del Viminale ha letto la motivazione nota: Almasri è un soggetto pericoloso, è stato espulso per la sicurezza nazionale. Più tardi, al Senato, Matteo Renzi, definirà Piantedosi “imbarazzato” e Nordio “imbarazzante” per aver fatto “la difesa di Almasri” che “ha violentato bambini e torturato donne e ucciso delle persone e voi lo avete mandato in Libia con un volo di Stato e con il tricolore che ha fatto da quinta naturale alla pagliacciata dei criminali libici”. Citando “Le avventure di Pinocchio”, il leader Iv ha detto sarcastico: “Meloni vuole fare la fatina, ma fa l’omino di burro, forte con i deboli e debole con i forti”, “vile” perché non è venuta in aula ad ammettere che “l’interesse nazionale non è sui migranti ma si chiama Eni”. Sulla fuga della premier insistono tutti: la segretaria del Pd, Elly Schlein, alla Camera la definisce “la presidente del coniglio”, per il leader M5s, Giuseppe Conte, Meloni che scappa dal Parlamento, scappa dagli italiani, è un atto di grande viltà”. L’ex premier si rivolge direttamente al capo del governo: “So che ci sta guardando, ha parlato tre volte altrove di questo caso, adesso non parli più, ne parli al Tribunale dei ministri. Se non viene a parlare qui non si permetta di parlarne davanti a qualche scendiletto”.


Alla ripresa della seduta dell’aula della Camera, dopo il question time, mentre l’informativa si è spostata in aula al Senato, i capigruppo di opposizione tornano a chiedere un’informativa di Meloni ma è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a tagliare corto: “Abbiamo fatto l’informativa oggi, cosa altro dobbiamo aggiungere? Comunque riferiremo alla Meloni e vedremo”. A Palazzo Madama, alla presenza della leghista Bongiorno, che prima di entrare in aula dice ai cronisti di non aver sentito l’informativa della Camera ma di aver letto solo i lanci delle agenzie di stampa, i toni di Nordio sono meno duri ma il dibattito che ne scaturisce non è meno acceso di quello di Montecitorio. In particolare quando Alberto Balboni (Fdi) attacca il Pd per l’arresto del tesoriere del partito in Campania in un’inchiesta sui migranti, definendolo “uomo di fiducia di Boccia” che “non poteva non sapere”. Le argomentazioni sono le stesse usate da Giovanni Donzelli (Fdi) alla Camera dove a rispondere era stata Schlein: “La differenza – ha detto la segretaria dem – è che noi abbiamo rimosso e sospeso il tesoriere, mentre voi avete una ministra rinviata a giudizio per truffa allo Stato e Meloni non riesce a farla dimettere”.


Alla fine della giornata resta un muro contro muro sulla vicenda con le opposizioni da un lato insoddisfatte delle informative rese dai ministri e una maggioranza affatto intenzionata ad abbassare il tiro verso la magistratura.

Carlo Bonomi vicepresidente dell’organizzazione mondiale settore fiere

Carlo Bonomi vicepresidente dell’organizzazione mondiale settore fiereMilano, 5 feb. (askanews) – Carlo Bonomi, presidente di Fiera Milano dal 2020, è stato nominato vicepresidente di Ufi – The global association of the exhibition industry, l’organizzazione internazionale che riunisce i principali attori del settore fieristico mondiale. Con questa nomina, Bonomi, unico italiano designato, entra a far parte dell’executive committee di Ufi. “Accolgo con grande soddisfazione questa nomina, che non rappresenta solo un riconoscimento personale, ma un’opportunità strategica per Fiera Milano e per tutto il comparto fieristico italiano – ha dichiarato Carlo Bonomi – Essere parte attiva di UFI significa rafforzare la nostra capacità di dialogo con i principali stakeholder globali e consolidare Milano come snodo centrale di un sistema fieristico internazionale, capace di contribuire alle decisioni fondamentali per il futuro del settore. La capacità attrattiva di Milano e la sua naturale vocazione a ospitare eventi di respiro internazionale, rafforzata dalla prospettiva delle prossime Olimpiadi invernali, la rendono un punto di riferimento imprescindibile. Le fiere si confermano un motore indispensabile per la crescita economica, favorendo processi di internazionalizzazione e innovazione per le imprese”.


La nomina è stata ufficializzata nel corso del global Ceo summit di Ufi, in corso in questi giorni a Milano, in un momento particolarmente significativo per l’associazione, che celebra il centenario dalla sua fondazione. Ufi rappresenta la rete globale di riferimento per organizzatori di fiere, gestori di centri espositivi, associazioni nazionali e internazionali di settore e i loro partner, con l’obiettivo di promuovere, tutelare e sviluppare gli interessi dell’intera industria fieristica. L’associazione conta oltre 880 membri provenienti da 87 paesi e rappresenta direttamente più di 50.000 professionisti del settore.

Milano, nel 2024 recuperate da rete Hub 795 tonnellate di cibo

Milano, nel 2024 recuperate da rete Hub 795 tonnellate di ciboMilano, 5 feb. (askanews) – Nel 2024 la rete dei cinque Hub Aiuto Alimentare di Milano (Isola, Lambrate, Gallaratese, Foody zero sprechi e Centro) si è ampliata con l’apertura di tre nuovi centri (Selinunte, Loreto e Cuccagna) e ha recuperato 795,3 tonnellate di cibo (nel 2023 erano state 615 tonnellate) che hanno raggiunto 14.973 nuclei familiari per un totale di oltre 126mila persone e 3.867 minori con oltre 1 milione e 590mila pasti equivalenti e 176 associazioni servite. Sono i dati comunicati in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare dalla vicesindaco con delega alla Food Policy e all’Agricoltura, Anna Scavuzzo, negli spazi di Sogemi – Mercato Alimentare di Milano insieme ai partner della Food Policy.


“Una giornata che è occasione per confrontarci, misurare i risultati raggiunti e valutare gli strumenti che abbiamo attuato e che nel tempo hanno reso la Food Policy una pratica cittadina partecipata, efficace e innovativa – ha sottolineato la vicesindaco Scavuzzo -. La lotta agli sprechi vede oggi azioni sempre più ampie e condivise, capaci di restituire valore al cibo e sottolineare l’impegno perché si parli di salute e sostenibilità come un binomio inscindibile. Il 2024 è stato un anno importante: abbiamo aperto ben tre nuovi Hub grazie ai fondi dell’Earthshot Prize, che abbiamo investito in modo intelligente, efficiente e lungimirante. Abbiamo rafforzato la rete cittadina degli Hub, aumentando di oltre 25% rispetto al 2023 il recupero di cibo. Abbiamo intensificato il recupero delle eccedenze alimentari nelle mense scolastiche attraverso l’utilizzo di cargo bike e promosso linee guida per ottimizzare il recupero e la redistribuzione delle eccedenze insieme al Politecnico di Milano con il sostegno di Fondazione Snam ETS. E ancora: l’Hub Foody zero sprechi in Sogemi e lo studio per un nuovo strumento legato allo studio dell’impatto delle diverse progettualità sulla riduzione dello spreco alimentare. Il 2025 sarà un anno intenso: a dieci anni dall’Expo Milano 2015, il prossimo ottobre Milano tornerà a essere luogo di incontro e confronto internazionale per città da tutto il mondo che verranno per la nona edizione del Mufpp Global Forum”. “Grazie anche al lavoro delle reti QuBì, che si sono consolidate in questi anni in tanti quartieri, è emerso, in tutta la sua gravità, il fenomeno della difficoltà delle famiglie con minori che nell’ultimo decennio si sono fortemente impoverite, a Milano come in tutta Italia – spiega l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé -. Costruire una collaborazione strutturale con gli Hub significa provare a indirizzare le risposte che la città ha costruito per contrastare gli sprechi alimentari verso i destinatari più vulnerabili e bisognosi di supporto, mettendo a sistema la preziosa esperienza di due aree del Comune di Milano che collaborano per dare concretezza al principio di sostenibilità che l’Amministrazione si è data come linea guida e, allo stesso tempo, perché questo principio sia messo al servizio del benessere delle cittadine e dei cittadini più fragili”.


Delle 795,3 tonnellate di cibo recuperate, oltre 440 tonnellate sono state raccolte nell’Hub Foody Zero Sprechi ospitato nel mercato agroalimentare di Sogemi: tra tutti gli Hub attivi nella rete cittadina, è risultato essere quello maggiormente efficiente in termini di volumi di eccedenze recuperate e redistribuite, funzionale al lavoro sinergico di quattro gestori e all’ingaggio di 99 grossisti per la redistribuzione di prodotti ortofrutticoli a oltre cento enti del Terzo settore attivi in città. Per proseguire in questo percorso, nel corso del 2025 grazie a un nuovo accordo con il Comune di Milano, l’Hub troverà una nuova collocazione all’interno degli spazi del nuovo padiglione e si amplierà in termini di azioni e apertura alla città. “Il territorio milanese e più diffusamente quello lombardo sono quelli dove in Italia si concentra la più vasta domanda di cibo, dove se ne consuma di più e quindi dove anche i rischi di spreco sono su più ampia scala. Il sistema alimentare cittadino e territoriale non potrebbe funzionare se non venissero garantite azioni strutturali e condivise di recupero delle eccedenze e redistribuzione del valore – ha dichiarato Cesare Ferrero, Presidente di Sogemi -. Quando nel 2020, nel pieno dell’emergenza pandemica, abbiamo progettato con il Comune di Milano un primo hub di raccolta e redistribuzione di frutta e verdura per le famiglie in stato di bisogno, è stata chiara sin da subito la necessità di questa azione: in poche settimane siamo stati in grado di recuperare quasi 140 tonnellate di prodotti, un contributo inedito per la Città e le sue risorse di approvvigionamento e sicurezza alimentare. Il progetto sperimentale è diventato in poco tempo ‘Foody Zero Sprechi’, un sistema diffuso che oggi coinvolge con Sogemi altre 4 organizzazioni partner, attrae il sostegno di aziende e di centinaia di volontari, nel 2024 è stato in grado di registrare oltre 400 tonnellate di merci recuperate e redistribuite, un valore record destinato a crescere”.


Sempre nel corso di quest’anno si svilupperà ulteriormente una sperimentazione la cui programmazione è partita nel 2024 e che ha visto Milano Ristorazione protagonista nel recupero delle eccedenze alimentari nelle mense scolastiche in collaborazione con la rete degli Hub Aiuto Alimentare con il progetto europeo Cultivate, finanziato dal programma Horizone Europe. Il progetto, da avviarsi nei Municipi 4 e 5, ha visto inoltre nel dicembre 2024 una convenzione tra Fondazione Snam ETS, Comune di Milano e Magma Srl per una ulteriore implementazione con l’utilizzo di cargo bike per il trasporto sostenibile delle eccedenze, oltre a varie azioni come momenti di formazione sui temi del cibo sano e sostenibile all’interno delle scuole. “Per Milano Ristorazione, il recupero delle eccedenze alimentari è una priorità che coniuga sostenibilità ed educazione nella lotta agli sprechi – ha sottolineato il Presidente di Milano Ristorazione Davide Vincenzo Dell’Acqua -. Da oltre vent’anni collaboriamo con le associazioni del Terzo Settore, un impegno che oggi si rafforza con il progetto Cultivate, attraverso cui mettiamo a disposizione la nostra esperienza per promuovere una gestione più efficiente e consapevole delle eccedenze”.


Nell’ambito delle ‘azioni di sistema’ che il Comune di Milano realizzerà per implementare le Food Policy cittadine, nel 2025 saranno due gli ambiti di sviluppo: la presentazione e la condivisione delle linee guida realizzate grazie al contributo di Fondazione Snam ETS e insieme al Politecnico – Dipartimento di Ingegneria Gestionale, i quali si sono occupati di raccogliere e monitorare i dati e risultati che riguardano il modello degli Hub così da ottimizzare il recupero e la redistribuzione oltre che diventare strumento operativo per amministratori pubblici, enti del Terzo Settore e professionisti interessati a sviluppare progetti analoghi; la ridistribuzione, attraverso parametri di impatto, delle risorse residue dell’Earthshot Prize per le attività degli Hub Aiuto Alimentare tra i partner co-progettanti che avranno raggiunto i KPI definiti in base ad un indice composito. “Il sostegno di Fondazione Snam ETS alla Food Policy del Comune di Milano è in linea con la nostra mission di contrastare le tre povertà che caratterizzano il tessuto sociale: alimentare, educativa ed energetica, concentrandoci in questo caso sulla prima – spiega Marta Luca, Direttrice Generale di Fondazione Snam ETS -. La Food Policy di Milano è espressione della maturità di un territorio in cui pubblico e privato da sempre sanno fare squadra coniugando l’aiuto economico diretto con il trasferimento di competenze e la partecipazione attiva ai processi di co-programmazione e co-progettazione come gli Hub Aiuto Alimentare, che rappresentano una straordinaria opportunità per mettere in pratica questi principi”.

Ue valuta stop esenzione dazi su pacchi e-commerce sotto 150 euro

Ue valuta stop esenzione dazi su pacchi e-commerce sotto 150 euroRoma, 5 feb. (askanews) – La Commissione europea mette nel mirino gli acquisti via internet di beni di valore contenuto, su cui rileva una impennata negli ultimi anni, e su cui nell’ambito di una serie di misure ipotizza “la soppressione dell’esenzione dai dazi sui pacchi di valore inferiore a 150 euro”, assieme al rafforzamento dei controlli con la riforma generale delle Dogane.


Con un comunicato, Bruxelles afferma che sta adottando misure per affrontare i rischi derivanti dalle importazioni di basso valore vendute tramite rivenditori online (e-commerce) di paesi terzi e mercati che ospitano operatori commerciali di paesi terzi. Per questo ha pubblicato oggi una comunicazione sul commercio elettronico battezzata “Un pacchetto completo di strumenti dell’Ue per un commercio elettronico sicuro e sostenibile”. Secondo la Commissione Ue, lo scorso anno circa 4,6 miliardi di spedizioni di basso valore, vale a dire singoli pacchi pagati non oltre 150 euro, sono entrate nel mercato dell’Unione per un totale di 12 milioni di pacchi al giorno. Si tratta del doppio rispetto al 2023 e del triplo rispetto al 2022. “E molte di queste merci sono risultate non conformi alla legislazione europea. Questa crescita esponenziale sta sollevando numerose preoccupazioni – avverte -. Principalmente, ci sono sempre più prodotti nocivi che entrano nell’Ue. Inoltre, i venditori europei, che rispettano i nostri elevati standard di prodotto, rischiano di essere danneggiati da pratiche sleali e dalla vendita di merci contraffatte attraverso i mercati online”.


“Infine – aggiunge la Commissione – il gran numero di pacchi spediti e trasportati ha un’impronta ambientale e climatica negativa”. Nel mirino della Ue sembrano esserci soprattutto le merci di valore contenuto spedite dalla Cina, dove si sono velocemente sviluppati operatori che hanno visto impennarsi le loro attività.


La comunicazione illustra gli strumenti di cui l’Ue dispone già e mette in evidenza le iniziative attualmente discusse dai colegislatori. Propone inoltre nuove azioni congiunte per affrontare le preoccupazioni derivanti dall’aumento di prodotti non sicuri, contraffatti e altrimenti non conformi o illeciti che entrano nel mercato. Tra queste ultime la prima è la riforma doganale: la richiesta ai colegislatori di adottare rapidamente il pacchetto di riforma dell’unione doganale proposto, consentendo la rapida attuazione di nuove norme per garantire condizioni di parità nel settore del commercio elettronico. E’ qui che viene proposta la revoca dell’esensione dei dazi su pacchi da meno di 150 euro – misura che ovviamente avrebbe anche effetti inflazionistici – e il rafforzamento delle capacità di controllo, quali una migliore condivisione dei dati e una migliore valutazione dei rischi.


La Commissione invita inoltre i colegislatori a prendere in considerazione ulteriori misure, come una commissione di gestione non discriminatoria, sugli articoli di commercio elettronico importati nell’Ue direttamente ai consumatori, per far fronte ai costi crescenti della supervisione della conformità di miliardi di tali spedizioni alle norme dell’Ue. Bruxelles preme inoltre per “misure mirate per le merci importate”, compreso l’avvio di controlli coordinati tra le autorità doganali e le autorità di vigilanza del mercato, nonché azioni coordinate in materia di sicurezza dei prodotti, come la prima indagine a tappeto sulla sicurezza dei prodotti. Ciò dovrebbe portare all’eliminazione dal mercato delle merci non conformi e contribuire alla raccolta di prove per alimentare l’analisi dei rischi e le azioni complementari. I futuri controlli saranno intensificati per taluni operatori, merci o flussi commerciali, su base continuativa, alla luce dell’analisi dei rischi. Maggiore è il tasso di inadempienza, maggiore dovrebbe essere il livello di vigilanza nelle fasi successive, mentre le sanzioni dovrebbero riflettere i casi di inadempienza sistematica. Inoltre la Ue chiede di proteggere i consumatori sui mercati online, evidenziando le pratiche di commercio elettronico come una chiara priorità nell’applicazione della legge sui servizi digitali, nonché strumenti come la legge sui mercati digitali e quelli che si applicano a tutti gli operatori commerciali: il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori e la rete per la tutela dei consumatori. Sugli strumenti digitali che possano contribuire a facilitare la supervisione del panorama del commercio elettronico attraverso il passaporto digitale dei prodotti vengono citati “nuovi strumenti di IA per l’individuazione di prodotti potenzialmente non conformi”. Sulla protezione dell’ambiente, compresa l’adozione del primo piano d’azione sul regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili e la richiesta di una rapida adozione della modifica mirata della direttiva quadro sui rifiuti si afferma di voler “responsabilizzare i consumatori e i professionisti attraverso campagne di sensibilizzazione sui diritti dei consumatori, i rischi e i meccanismi di ricorso”. E mentre da un lato afferma di voler procedere a una generale “semplificazione delle regole”, in questo ambito invece la Commissione chiede di puntare su “cooperazione internazionale e commercio, compresa l’organizzazione di attività di formazione sulle norme dell’Ue in materia di sicurezza dei prodotti e la valutazione di eventuali elementi di prova relativi al dumping e alle sovvenzioni. La Commissione – si legge – invita gli Stati membri a riunirsi per svolgere un ruolo forte come Team Europa al fine di migliorare l’efficacia delle azioni intraprese dalle autorità nazionali e dalla Commissione”. Per quanto riguarda i prossimi passi, la Commissione invita la cooperazione con gli Stati membri, i colegislatori e tutte le parti interessate a mettere in atto le misure delineate nella comunicazione. Entro un anno Bruxelles valuterà l’effetto delle azioni annunciate e pubblicherà una relazione sui risultati dei controlli rafforzati. Alla luce dei risultati e in consultazione con le autorità competenti degli Stati membri e le parti interessate, la Commissione valuterà se i quadri e le attività di applicazione esistenti siano sufficienti e adeguati. In caso contrario, saranno prese in considerazione ulteriori azioni e proposte per rafforzare l’attuazione e l’applicazione delle norme dell’Ue.

Arriva (finalmente) al Sistina di Roma il musical “Tootsie” di Piparo

Arriva (finalmente) al Sistina di Roma il musical “Tootsie” di PiparoRoma, 5 feb. (askanews) – Cresce l’attesa per il debutto a Roma del Musical “Tootsie” firmato e adattato in italiano da Massimo Romeo Piparo che, forte del grande successo di pubblico e critica ottenuto nel tour iniziato lo scorso novembre, vedrà la prestigiosa presenza di Robert Horn, autore del libretto e vincitore del Tony Award per questo titolo, e di David Yazbek, autore della colonna sonora e dei testi di “Tootsie” oltre che di “The Full Monty” e candidato al Tony Award per la colonna sonora di entrambi i titoli, che voleranno a Roma dagli Stati Uniti proprio per assistere alla Première di giovedì 13 febbraio al Teatro Sistina e applaudire l’adattamento italiano della loro “creatura” firmato da Piparo.


Prodotto da PeepArrow Entertainment in collaborazione con Il Sistina, “Tootsie” – tratto dal famoso film del 1982 di Sydney Pollack con l’indimenticabile interpretazione di Dustin Hoffman – sarà in scena a Roma fino al 9 marzo con due nuove settimane di programmazione, aggiunte per far fronte alla grande richiesta del pubblico del Teatro Sistina che ha già acquistato 10mila biglietti per un totale complessivo, in questa prima parte del tour, di quasi 50mila spettatori. Divertente, romantico e con una irresistibile vena dissacrante che fa sorridere ma anche riflettere, “Tootsie”- in scena per la prima volta in Italia – è interpretato dall’inedita ma affiatatissima coppia formata da Paolo Conticini, già protagonista acclamato di successi come “Mamma Mia!” e “The Full Monty”, ed Enzo Iacchetti che torna finalmente al Musical dopo il grande successo personale ottenuto nei panni di Zazà ne “Il Vizietto”. Sul palco, con un grande cast di artisti, le scenografie di Teresa Caruso, le coreografie di Roberto Croce, i costumi di Cecilia Betona, le luci di Umile Vainieri, il suono di Stefano Gorini, l’Orchestra dal vivo diretta dal Maestro Emanuele Friello.


“Come sempre il Teatro arriva più in fondo e in modo più diretto al cuore dei temi fondamentali della nostra società”, afferma Massimo Romeo Piparo. “In un momento in cui si fa tanto parlare (o urlare) di temi così delicati e sensibili come ‘sessismo’, ‘patriarcato’, ‘identità’, Tootsie, con leggerezza e grande ironia, oltre che con la ineguagliabile forza della musica, li rappresenta in modo chiaro e deciso, affidando a poche ma significative indimenticabili battute la prova di quanta confusione ci sia ancora oggi tra ‘essere’ e ‘apparire’. Nella versione teatrale si aggiunge anche una caustica e pungente critica all’intero mondo dello show business in cui – purtroppo – la differenza tra i sessi è ancora marcatamente segnata. La mia versione italiana – continua Piparo – tiene fedelmente conto dell’indirizzo dato dagli autori e ne esalta tutta l’ironia e la rinnovata comicità, integrandola grazie anche alla grande ispirazione che una inedita e strepitosa coppia di attori come Conticini e Iacchetti mi hanno fornito. Un cast di grandissimi professionisti, tutti perfettamente aderenti ai propri ruoli, ha completato la ricetta che mi ha permesso di offrire al pubblico italiano un prodotto attualissimo, scorrevole e di grande intrattenimento, che per la prima volta in Italia viene rappresentato dopo il suo successo a Broadway. Tootsie è un (meritato e doveroso) inno alle donne, uno spettacolo al femminile anche quando a parlarne… sono gli uomini, che potremmo condensare nella celeberrima battuta finale: ‘sono stato un uomo migliore con te, da donna… di quanto non lo sia stato con le altre donne… da uomo. Devo solo imparare a farlo… senza la gonna!”. “Tootsie” è classificato come una delle migliori commedie di tutti i tempi nella lista stilata dall’American Film Institute e acclamato come “Il Musical più divertente di Broadway!” (The New York Post), oltre ad aver ricevuto l’incredibile cifra di 11 nomination agli Oscar del Musical (Tony Award), tra cui quello per il miglior musical e la migliore colonna sonora originale.


Lo spettacolo racconta la storia di Michael Dorsey (Paolo Conticini), un bravo attore con un particolare talento per… non riuscire a mantenere un lavoro. Avvilito e disoccupato, Michael decide di fare un ultimo, disperato tentativo per realizzare i suoi sogni: si presenta al provino del musical sequel di Giulietta e Romeo travestito da donna con il nome di Dorothy Michaels e, dopo un’ottima performance, lo vince. In una fulminea ascesa verso la celebrità di Broadway, Michael (travestito da Dorothy) diventa presto un’attrice amatissima dal pubblico ma, mentre il lavoro comincia ad andare a gonfie vele, Michael si innamora di una sua collega. Sarà il suo amico e coinquilino Jeff (Enzo Iacchetti), uno squattrinato ma navigato scrittore che per sopravvivere gestisce un ristorante, a metterlo di fronte alla realtà, facendogli realizzare che mantenere quel successo “di attrice” è molto più difficile di quanto si possa aspettare. Con il suo ritmo serrato, una vicenda incredibilmente attuale e la coinvolgente colonna sonora suonata dal vivo dall’Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello, “Tootsie” è una commedia brillante e piena di colpi di scena che si prende amabilmente gioco dell’intero mondo dello show business con le sue dinamiche distorte, in cui “merito” e “scorciatoia” spesso si confondono.


Ma la storia di Michael, grazie anche allo scoppiettante rapporto con il suo alter-ego Jeff, offre anche l’occasione per riflettere su temi importanti, come l’amore e il rapporto tra i sessi, l’identità e il ruolo della donna nella società, la genialità e il coraggio di rischiare per guadagnarsi un’opportunità per emergere. Celeberrima la frase finale che il camaleontico Dustin Hoffman rivolge alla sua amata nel disperato tentativo di “giustificare” il suo scambio di identità: “Sono stato un uomo migliore con te da ‘donna’, di quanto lo sia stato con le altre donne da ‘uomo’”. La realizzazione di Tootsie – unitamente alla produzione di “West Side Story” ha sancito per Peeparrow Entertainment e per il Teatro Sistina l’inizio dell’importante partnership con Fineco che per un biennio sarà Main Sponsor delle rispettive attività. Una collaborazione prestigiosa e di grande qualità che vede affiancate due realtà molto affermate nei rispettivi ambiti. Dopo Roma, “Tootsie” sarà in scena dal 14 al 16 marzo 2025 a Reggio Emilia (Teatro Municipale Romolo Valli, dal 21 al 23 marzo 2025 a Firenze (Teatro Verdi) e dal 28 al 30 marzo 2025 a Torino (Teatro Colosseo).

Mattarella: come negli anni Trenta si rischia abbandono multilateralismo

Mattarella: come negli anni Trenta si rischia abbandono multilateralismoMarsiglia, 5 feb. (askanews) – “Regole e strumenti ci sarebbero per affrontare questa fase e allora perchè il sistema multilaterale sembra non riuscirci, con il rischio del ripetersi di quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi? Oggi come allora si allarga il campo di quanti, ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali, pensano di abbandonarle”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella lectio magistralis pronunciata in occasione della laurea honoris causa all’università d’Aix Marseille.


“Nel fragile contesto degli anni fra le due guerre mondiali, percorso da un cupo rialzarsi del nazionalismo, da allarmanti tendenze al riarmo, dal contrasto fra gli Stati, secondo la logica delle sfere di influenza – ha ricordato il capo dello Stato – furono circa 20 i casi di recesso dalla Società delle Nazioni. La Germania, con Hitler Cancelliere, si ritirò nel 1933. Lo stesso fece il Giappone. L’Italia uscì nel 1937” e questo dice che “fin dall’inizio, purtroppo, la Società delle Nazioni non seppe fare argine all’espansionismo, alle ripetute violazioni della sovranità territoriale, in Europa come in altri continenti”.

Danza, la Sergio Bernal Dance Company in tournée un mese in Italia

Danza, la Sergio Bernal Dance Company in tournée un mese in ItaliaRoma, 5 feb. (askanews) – Il danzatore madrileno Sergio Bernal, protagonista assoluto della danza spagnola, riporta in Italia la sua Sergio Bernal Dance Company in due spettacoli, firmati da lui medesimo insieme a Ricardo Cue: “Una Noche con Sergio Bernal” e “SeR”.


Il pubblico italiano avrà il divo della danza spagnola per un intero mese grazie a una lunga tournée, prodotta da Daniele Cipriani Entertainment, che partirà da Trieste (28 febbraio) e toccherà Modena (1 marzo), Piacenza (2 marzo), Palermo (7, 8, 9, 12, 13, 14, 15 marzo), Barcellona Pozzo di Gotto (16 marzo), Bologna (20, 21 marzo), Roma (27 marzo), Padova (28 marzo), Brescia (29 marzo). Popolarissimo in patria, Bernal è da tempo una stella internazionale, acclamato nelle ultime settimane sia in Francia che in America (da New York a Los Angeles), dove un pubblico in delirio ha accolto le sue recenti esibizioni. In Italia è da anni il beniamino dei gala Les Étoiles di Daniele Cipriani, nonché di Las Estrellas, e non è raro vederlo come ospite nei più gettonati show televisivi.


Gli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company, visionari racconti per quadri – vertiginosi assolo, passi a due e a tre – in cui si fondono diversi stili, raccontano le mille sfaccettature di Sergio Bernal. Caso quasi unico nell’universo della danza, bailaor di flamenco e bailarín classico, di lui si può dire che incarni al contempo i quattro elementi: il fuoco e la terra, che caratterizzano il vigore primordiale della danza iberica, insieme all’aria e l’acqua, ossia l’impalpabilità e la fluidità del balletto classico. Negli spettacoli della Sergio Bernal Dance Company si avverte il forte richiamo della terra dei bailaores, che sembrano volerla penetrare con il loro zapateo, ma anche il desiderio di spiccare il volo verso il cielo dei bailarínes. Ed è in uno spazio indefinibile, posto tra cielo e terra, ricca di interessanti contaminazioni tra diversi stili di danza, che Sergio Bernal, flessuoso come un gatto, scattante come una pantera, esile, magnetico e possente, trova la sua originalissima dimensione. Insieme a Cristina Cazorla e a Carlos Romero, apprezzati protagonisti sulla scena spagnola, nonché alla ballerina-étoile di formazione accademica, Ana Sophia Scheller (già con il San Francisco Ballet e il Balletto Nazionale dell’Ucraina), Sergio Bernal offrirà tutte le declinazioni della danza iberica, dalle più tradizionali alle più sofisticatamente moderne, con anche momenti di balletto classico.


Presenti a tutte le rappresentazioni saranno il chitarrista Daniel Jurado, il percussionista Javier Valdunciel e la cantaora Paz de Manuel; allo spettacolo SeR, anche l’Orquesta Cruz Diez e il cantante e pianista Antón. Le coreografie di “Una Noche con Sergio Bernal” e “SeR” portano varie firme: da quella di Bernal stesso, che crea una sua versione dell’iconico Boléro sulle celeberrime note di Maurice Ravel, a quella di Antonio Ruiz Soler (figura così leggendaria da essere conosciuto come “Antonio el Bailarín” o, ancor più semplicemente, “Antonio”), a cui si devono la Farruca del Molinero e Zapateado Sarasate. Ma ci sono anche i riverberi luminosi del balletto classico: oltre a duettare con Ana Sophia Scheller che danza sulle punte, un quasi “desnudo” Bernal interpreta le celebri note di Camille Saint-Saëns in El Cisne, rilettura de La Morte del Cigno, famoso assolo di Anna Pavlova. Si tratta di una coreografia di Ricardo Cue (co-direttore artistico della compagnia al fianco di Bernal), che firma anche El ultimo encuentro sulle note di Hable con ella di Alberto Iglesias (dalla colonna sonora del film omonimo di Pedro Almodóvar) in cui affiorano reminiscenze quasi hollywoodiane.


Il brano SeR, danzato su una canzone di Beyoncé, è invece autobiografico: significa “essere” in spagnolo. Ma è anche la prima sillaba del nome di Sergio Bernal, di “Ser” Sergio, nuovo Signore del Flamenco, erede di Antonio Gades e Joaquín Cortés.

Anima vola in Borsa dopo conti e super cedola, quota Mps strategica

Anima vola in Borsa dopo conti e super cedola, quota Mps strategicaMilano, 5 feb. (askanews) – Anima sugli scudi a Piazza Affari nel giorno dei risultati 2024, che hanno evidenziato numeri in forte crescita e un aumento del dividendo a 0,45 euro (+80%). Il titolo ha guadagnato il 2,8% chiudendo a 6,94 euro, dopo aver toccato un massimo a quota 7,025 e allontanandosi sempre più dal prezzo offerto dal Banco Bpm con l’Opa lanciata a 6,2 euro per azione il 6 novembre. Quanto meno per pareggiare, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna – che il 12 febbraio presenterà ad analisti e stampa i risultati e l’aggiornamento del piano – dovrebbe aumentare del 12% la sua offerta.


Anima ha chiuso il 2024 con un utile netto normalizzato pari a 276,5 milioni (+50%). Le commissioni nette di gestione sono state pari a 338,7 milioni (+17%), i ricavi consolidati a 530 milioni (+44%). Il totale delle masse gestite e amministrate a fine 2024 è salito a 204,2 miliardi grazie anche al contributo di Kairos Partners Sgr. La posizione finanziaria netta è positiva per 251,5 milioni dai 13,2 milioni di debito netto di fine 2023. Il dato include significative plusvalenze su titoli, in particolare sulla partecipazione in Mps. Per quanto riguarda la quota nel Monte Paschi, salita dall’1% al 4% a novembre, nell’ambito della vendita del Mef, l’amministratore delegato di Anima Holding, Alessandro Melzi d’Eril, ha sottolineato che si tratta di “un investimento strategico”. “Mps per noi è un partner chiave strategico, uno dei fondatori di questa società, di questo progetto, è molto importante per noi – ha detto nel corso della conference call – e ci aspettiamo che la partecipazione generi importanti ritorni. Siamo felici di questa quota, è strategica”. La quota in Mps è in bilancio per circa 340 milioni, con un capital gain di 80 milioni.


Nel corso della call con la comunità finanziaria, nessun commento specifico è arrivato invece sull’Opa di Banco Bpm, dal momento che la Sgr è in ‘black period’, ma solo riferimenti sulla tempistica prevista. “Ci aspettiamo tutte le autorizzazioni regolatorie entro la fine di febbraio, quella Antitrust e Golden Power hanno già ottenuto il via libera”, ha spiegato Melzi d’Eril. “L’approvazione e la pubblicazione del prospetto avverrà entro 5 giorni dall’ultima autorizzazione ottenuta. Nei giorni successivi il cda di Anima si esprimerà con un proprio comunicato che includerà la fairness opinion”. “E’ un periodo molto importante per la società”, ha voluto sottolineare l’AD. “Siamo sotto Opa, siamo al centro di diversi potenziali sviluppi e credo che Anima sia in questa situazione perchè ha fatto molto bene negli ultimi 10, 15 anni. Abbiamo dimostrato forza e resilienza, abbiamo dimostrato come stare sul mercato e come fare questo mestiere”.

Art City Bologna: serie di eventi per aprire le porte della città

Art City Bologna: serie di eventi per aprire le porte della cittàBologna, 5 feb. (askanews) – La tredicesima edizione di ART CITY Bologna è in programma da giovedì 6 a domenica 16 febbraio 202. Promossa dal Comune di Bologna e da BolognaFiere, l’iniziativa è diretta per l’ottavo anno consecutivo da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna. Come di consueto, ART CITY Bologna si svolge in affiancamento ad Arte Fiera, segnando di fatto l’avvio congiunto con la quarantottesima edizione in programma dal 7 al 9 febbraio 2025 con il titolo Scena Italia.


Nei giorni di ART CITY Bologna è l’intera città a trasformarsi in un palcoscenico diffuso della cultura contemporanea. Sono oltre 270 gli appuntamenti in calendario, in città e nell’area metropolitana, che – tra mostre, performance, talk, installazioni ed eventi, promossi da soggetti pubblici e privati – mettono in risalto la vivacità e la ricchezza della scena artistica e culturale bolognese. Lo Special Program del 2025 rende omaggio a Le Porte della Città, celebrando le dieci Porte storiche di Bologna con altrettante iniziative. A queste si aggiunge un undicesimo progetto che, attraverso una performance in movimento, fa da collante all’intero progetto. Un percorso circolare di opere, firmate da artisti e artiste italiani e internazionali, intreccia così un dialogo con la storia, le trasformazioni sociali e i cambiamenti culturali e morfologici che hanno plasmato la città felsinea. Lungo gli otto chilometri dei viali cittadini, il pubblico può scoprire, passo dopo passo, i linguaggi dell’arte contemporanea insieme alla storia del capoluogo emiliano-romagnolo. Main Sponsor di questa edizione di ART CITY Bologna è Banca di Bologna, che dal 2007 al 2009 ha promosso una campagna di restauro delle Porte cittadine.


Presenti sin dal 1300, le Porte sono simboli evidenti dell’evoluzione della città. Dodici in origine, si sono trasformate andando di pari passo ai cambiamenti di Bologna, divenendo, nel corso dei secoli, testimoni silenziosi di importanti accadimenti cittadini, quali ingressi trionfali di eserciti, battaglie perse, cortei danzanti e lotte di resistenza antifascista e di conquista dei diritti civili. Nate a difesa della città, le Porte di Bologna sono diventate simboli architettonici che, come bussole, aiutano a orientarsi nello spazio urbano. Espressioni come “Dentro Porta” e “Fuori Porta” sono parte del linguaggio quotidiano, usate sia dalla comunità bolognese sia da visitatrici e visitatori occasionali per darsi appuntamento, fornire indicazioni o identificare luoghi. Fin dai tempi più antichi, le Porte rappresentano passaggi rituali, spazi fisici che segnano il confine tra esterno e interno, tra passato, presente e futuro. Ancora oggi evocano un’idea di transizione e di movimento, rappresentando un’apertura verso nuove prospettive e scenari inediti. Un concetto multiforme e dinamico che trova espressione e rivive nello Special Program di ART CITY Bologna 2025, interpretato attraverso il linguaggio e la visione dell’arte contemporanea. “BolognaFiere ed Arte Fiera – ha detto Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere – sostengono da anni ART CITY per offrire il nostro contributo ad affermare Bologna come punto di riferimento dell’arte contemporanea in Italia. La rassegna di mostre ed eventi dell’Art Week bolognese, coordinata dall’Area Arte Moderna e Contemporanea del Settore Musei Civici Bologna, e l’ART CITY White Night, con il suo fittissimo programma di appuntamenti diffuso in tutta la città metropolitana, anche quest’anno offrirà a migliaia di visitatori l’opportunità di vivere l’arte moderna in un contesto urbano straordinario”.


“Quella del 2025 – ha aggiunto Lorenzo Balbi, direttore artistico di ART CITY Bologna 2025 – è sicuramente l’edizione di ART CITY Bologna più ambiziosa e spettacolare mai realizzata. Per oltre dieci giorni le storiche Porte della città, emblema della Bologna medievale e punto di riferimento visivo, spaziale e culturale per chiunque abbia attraversato e ancora oggi attraversi la città, ospiteranno gli interventi di undici artiste e artisti contemporanei italiani e internazionali – alcuni giovani altri già affermati e noti sul palcoscenico dell’arte internazionale – che esporranno opere, forme e linguaggi espressi attraverso differenti media: disegno, scultura, installazione, video, suono. Le Porte sono simboli di un passaggio e di una trasformazione e l’edizione di ART CITY Bologna 2025 al loro interno si presenta come possibile modello di progetto sull’arte nello spazio pubblico, capace di aprire e portare a disposizione dei visitatori spazi famigliari ma inaccessibili, storie condivise e suggestioni mai rivelate che gli artisti e le artiste sapranno valorizzare con i loro interventi realizzati per l’occasione e concepiti per questi specifici luoghi. Il pubblico sarà invitato a compiere un percorso ad anello, senza inizio né fine prestabiliti, un viaggio nella storia della città e nell’arte contemporanea eccezionale e inaspettato. Il progetto non sarebbe possibile senza l’imprescindibile sostegno di Banca di Bologna che ha creduto dal primo momento a questa impresa unica e che voglio ringraziare per la fiducia, per l’impegno e per l’entusiasmo dimostrato”.