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Novara: “Dopo informatica l’AI? Continua saga della scuola digitale”

Novara: “Dopo informatica l’AI? Continua saga della scuola digitale”Roma, 5 feb. (askanews) – Per Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller, quanto affermato in un convegno martedì dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ovvero che bisognerebbe insegnare informatica anche nelle classi della primaria e che servirebbe approfondire il tema dell’intelligenza artificiale”, non è altro che la prosecuzione “della saga di cui non se ne sentiva il bisogno, quella della scuola digitale”.


“Un ritornello che sentiamo da oltre un decennio e che, oggettivamente, non ha portato alcun beneficio agli studenti ma ne ha portati molti a tutte quelle aziende che puntano sul business tecnologico – ha aggiunto il direttore del Centro PsicoPedagogico per l’Educazione e la Gestione dei conflitti (CPP) – in un comunicato – Ora si arriva addirittura a parlare di intelligenza artificiale, cosa contraria a ogni buonsenso per chi ha a cuore la crescita sana dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze”. “Avevamo avuto un altro sentore quando lo stesso Ministro, all’inizio dell’anno scolastico, aveva regolamentato gli smartphone impedendone l’uso scolastico fino a 14 anni. Un’idea ottima che abbiamo sostenuto anche con un appello che ha quasi raggiunto 100.000 firme per chiedere di proibire gli smartphone fino ai 14 anni e i social fino a 16. Una proposta ancorata alla realtà, visto che si sta facendo in Australia, ma pare che in Italia si preferisca rimanere nell’assoluto Far West, con bambini e ragazzi in balia di dispositivi con una forza di penetrazione neuro celebrale non sostenibile per la loro età”.


“Tornando alla scuola, bisogna distinguere tra quello che è il comune e utile repertorio tecnologico, che da sempre la didattica utilizza, e la volontà di imporre situazioni che si allontanano dal reale scopo scolastico. Perché è necessario ribadirlo: la scuola è prima di tutto una comunità sociale, di apprendimento esperienziale. Ed è proprio l’esperienza diretta, di laboratorio operativo, che permette di attivare apprendimenti duraturi”, ha spiegato il pedagogista. “Abbiamo tutti e tutte sotto gli occhi come l’esperimento avvenuto con la DAD abbia totalmente fallito e questo i ministri post covid dovrebbero ricordarlo. Non è stato utile né alle famiglie, né agli insegnanti, né agli alunni accasciati nelle dimore casalinghe ma senza la spinta neuro cognitiva data dalla presenza sensoriale, corporea e attiva dei compagni”, ha sottolineato. “A scuola anche lo stare assieme agli altri consente di imparare, nella concretezza del contatto, della comunicazione e della relazione in carne ed ossa. Incontrando sguardi e confrontandosi con tutto quello che rende umani gli esseri umani. Il resto non solo non porta da nessuna parte, ma è pericoloso”, ha concluso Novara, ricordando che “ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”.

Almasri, Braga (Pd): Meloni venga in Aula a rendere conto al Paese

Almasri, Braga (Pd): Meloni venga in Aula a rendere conto al PaeseRoma, 5 feb. (askanews) – “Ribadiamo la nostra richiesta di avere qui in quest’aula un’informativa urgente della presidente Meloni perché oggi su quei banchi del governo che erano pieni, mancava solo una persona, mancava lei mentre è lei che deve riferire qui, dire qual è la verità, rendere conto a noi, al Paese, smettere di nascondersi e di scappare”. Lo ha detto la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, in Aula a Montecitorio.


“E’ ora che la patriota d’Italia venga qui a dire perché ha liberato un criminale che tortura donne e bambine e persone dall’altra parte del Mediterraneo”, ha aggiunto.

Da Consorzio Radicchio Treviso progetto per gestione idrica

Da Consorzio Radicchio Treviso progetto per gestione idricaRoma, 5 feb. (askanews) – Il Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP presenterà a Fruit Logistica di Berlino, nel adiglione della Regione Veneto, un progetto per la gestione e l’ottimizzazione della risorsa idrica.


Il progetto si chiama IDRA e mira a creare le basi per ridurre l’impiego di risorse idriche nella coltivazione e gestione delle tipologie di radicchio più esigenti tramite un approccio trasversale all’intero sistema produttivo in pre/post raccolta. Un problema, quello dell’acqua, fondamentale soprattutto dopo l’estate più siccitosa dell’ultimo periodo, nel 2022, dal momento che alcuni terreni coltivati furono dichiarati non irrigui, fondamentale quindi fornire uno stato dell’arte della coltivazione del radicchio in termini di utilizzo della risorsa idrica in tutte le fasi, dalla messa a dimora in campo alla fase di forzatura e imbianchimento. Il progetto, reso pratico dopo la fornitura di un questionario proposto a tutte le aziende socie del Consorzio, ha permesso di individuate 9 aziende, tre per ogni tipologia di radicchio tutelato, nelle quali sono in corso di monitoraggio i dati dell’annata in riferimento alla risorsa idrica e alle tecniche colturali. I dati verranno poi restituiti in un documento, presentato alla fine della stagione, che fornirà le base per avviare una nuova fase sperimentale.

Il coro di “no” al piano di Trump per Gaza

Il coro di “no” al piano di Trump per GazaRoma, 5 feb. (askanews) – Le ultime affermazioni del presidente Donald Trump sulla futura gestione della Striscia di Gaza, con il ricollocamento dei suoi cittadini al di fuori dell’enclave in vista di una ricostruzione gestita dagli Stati Uniti per farne una “Riviera” del Medio Oriente, hanno sollevato un coro di critiche da parte della comunità internazionale. La posizione più dura è stata espressa dalle diverse componenti della società palestinese: Hamas, che ha gestito l’enclave negli ultimi anni, l’Anp di Abu Manzen e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Uniche voci favorevoli, quelle che si sono levate da Israele. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha spiegato che “Gaza, nella sua forma precedente, non ha futuro”, mentre il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha commentato: “ora agiremo per seppellire finalmente, con l’aiuto di Dio, la pericolosa idea di uno stato palestinese”.


Se Hamas ha definito “ridicole e assurde” le proposte di Trump, l’Olp ha ribadito “la ferma posizione secondo cui la soluzione dei due Stati, in conformità con la legittimità e il diritto internazionale, è garanzia di sicurezza, stabilità e pace”. Il presidente Abu Mazen da parte sua ha chiarito che non sarà permesso “alcun danno ai diritti” dei palestinesi, che “non sono negoziabili”. “Queste richieste rappresentano una palese violazione del diritto internazionale”, ha commentato, insistendo sul fatto che i palestinesi “non abbandoneranno mai la loro terra, i loro diritti o i loro luoghi sacri”, e ribadendo che “Gaza è una parte inseparabile dello stato palestinese”. Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha evidenziato la necessità che “i palestinesi rimangano a Gaza, visto il loro fermo attaccamento alla loro patria e il rifiuto di abbandonarla”, mentre il suo omologo turco, Hakan Fidan, ha definito “inaccettabile” la proposta di Trump. “L’espulsione è una situazione che né la regione né noi possiamo accettare”, ha detto. Quanto alla posizione dell’Arabia Saudita, “è ferma e inamovibile” sulla creazione di uno Stato palestinese. Riad “non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza il raggiungimento di questo obiettivo”, ha precisato il ministero degli Esteri, che ha ribadito il suo “categorico rifiuto di qualsiasi azione che violi i legittimi diritti del popolo palestinese, inclusa la politica di occupazione israeliana, l’annessione dei territori palestinesi o i tentativi di sfollamento forzato dei palestinesi”.


Duro anche il commento del movimento Houthi dello Yemen, vicino all’Iran. “L’arroganza americana non non farà sconti a nessuno finché incontrerà la sottomissione degli arabi”, ha scritto su X Mohammed al-Bukhaiti, membro del Politburo del gruppo. Da parte sua, Teheran ha fatto sapere di “non essere d’accordo” con il piano Usa e “di averlo comunicato attraverso i suoi canali”. Ferma opposizione è stata espressa anche in Europa. “Mi pare che per quanto riguarda l’evacuazione della popolazione civile da Gaza la risposta di Giordania ed Egitto sia stata negativa, quindi mi pare che sia un po difficile” metterla in atto, ha spiegato il titolare della Farnesina, Antonio Tajani. “Il futuro della Striscia di Gaza non deve essere visto nella prospettiva del controllo da parte di uno Stato terzo, ma nel quadro di un futuro Stato palestinese, sotto l’egida dell’Autorità Nazionale Palestinese”, ha commentato il ministero degli Esteri francese. “La Francia ribadisce la sua opposizione a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza”.


Nel Regno Unito, il primo ministro Keir Starmer ha detto che ai palestinesi “deve essere permesso di tornare a casa”. “Deve essere permesso loro di tornare a casa. Deve essere permesso loro di ricostruire, e noi dovremmo essere con loro in questa ricostruzione, sulla strada verso una soluzione a due Stati”, ha commentato. Parole a cui si è accodato il ministro degli Esteri David Lammy. “Siamo sempre stati chiari nella nostra convinzione che dobbiamo vedere due Stati. Dobbiamo vedere i palestinesi vivere e prosperare nelle loro terre d’origine a Gaza e in Cisgiordania”. Il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares, da parte sua ha ricordato che “la Striscia di Gaza appartiene ai suoi residenti palestinesi”. “Gaza è la terra dei palestinesi di Gaza e i palestinesi di Gaza devono rimanere a Gaza”, ha precisato. Un concetto ribdito anche dal capo della diplomazia di Berlino, Annalena Baerbock. La Striscia di Gaza “appartiene ai palestinesi”, “la popolazione civile non deve essere espulsa e Gaza non deve essere occupata o ripopolata in modo permanente”. “È chiaro che Gaza – come la Cisgiordania e Gerusalemme Est – appartiene ai palestinesi. Costituiscono la base per un futuro stato palestinese”, ha aggiunto sottolineando che “non deve esserci alcuna soluzione sopra le teste dei palestinesi”, ha concluso Baerbock.


La posizione della Russia riguardo una soluzione per il conflitto israelo-palestinese “è nota, può realizzarsi solo sulla base dei due Stati”, ha dichiarato invece il portavoce preesidenziale russo Dmitri Peskov. “La cancel culture, compresa la cancellazione del diritto internazionale, si manifesta in modo particolarmente vivido ora per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente”, ha commentato da parte sua il capo della diplomazia di Mosca, Sergey Lavrov. Quanto alla Cina, Pechino ha ribadito la sua contrarietà a “spostamenti forzati” di massa dei palestinesi da Gaza e all’idea del presidente Usa Donald Trump. La Cina ha sempre ritenuto che “i palestinesi debbano governare la Palestina”, ha confermato una portavoce del ministero degli Esteri. L’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha definito “sorprendenti” i commenti di Trump. “È qualcosa di molto sorprendente, ma dobbiamo vedere cosa significa in termini concreti”, ha detto, aggiungendo che è difficile commentare una “questione così delicata”.

Slow food: spreco alimentare, monitorare mense scolastiche

Slow food: spreco alimentare, monitorare mense scolasticheRoma, 5 feb. (askanews) – Due milioni di pasti vengono serviti quotidianamente nelle scuole italiane, soprattutto in quelle dell’infanzia (3-6 anni) e nelle primarie (fino agli undici anni), ma gran parte di questo cibo viene sprecato. In occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che ricorre il 5 febbraio, Slow Food Italia accende un riflettore sul cibo che viene buttato via nelle mense scolastiche.


Attualmente non sono disponibili dati certi sullo spreco alimentare nelle mense scolastiche, perché nessuno ne ha mai chiesto conto a chi se ne occupa e non sono previsti monitoraggi. “Ma chiunque sia entrato in una mensa scolastica ben conosce quanto grave sia la situazione – spiega in una nota Slow Food – Nella maggior parte dei casi, il servizio viene appaltato esternamente e non di rado l’assegnazione avviene tramite bandi che finiscono per premiare chi presenta preventivi al ribasso”. Non è difficile immaginare perché un modello di questo tipo possa produrre alte quantità di spreco. Slow Food Italia, che nei mesi scorsi ha lanciato l’appello per l’inserimento dell’educazione alimentare nelle scuole, esorta quindi tutti i soggetti coinvolti nella filiera della ristorazione scolastica “ad attivarsi per ridurre gli sprechi alimentari nelle scuole. Per farlo, occorre innanzitutto avviare un monitoraggio degli sprechi, piatto per piatto, classe per classe, ricetta per ricetta, finalizzato a raccogliere i dati utili a mettere a fuoco le ragioni per cui determinate pietanze non vengono consumate”.

Filiera foraggi presenta progetto per certificare il prodotto

Filiera foraggi presenta progetto per certificare il prodottoRoma, 5 feb. (askanews) – Valutare gli impatti, positivi e negativi, dell’intero ciclo produttivo dell’erba medica e avviare il complesso iter che porterà alla certificazione del prodotto. “Un obiettivo sicuramente ambizioso ma indispensabile per competere sul mercato internazionale non sulla base del prezzo, bensì fornendo una sorta di passaporto che identifica il foraggio essiccato italiano per qualità e salubrità”. Così il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian luca Bagnara, annunciando l’incontro “La sostenibilità certificata garantisce la sicurezza alimentare” organizzato da Aife alla prossima edizione di Sana Food, durante il quale verranno presentati i risultati del progetto denominato “Valutazione dell’impronta ambientale del foraggio essiccato in Italia: analisi del ciclo di vita, quantificazione degli impatti e dei benefici”, realizzato da Turtle srl, spin-off dell’Università di Bologna fondato dal professor Augusto Bianchini che ne è anche Ceo.


“La complessità del progetto che presenteremo all’incontro organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi a SanaFood – spiega Bianchini – ha riguardato il coinvolgimento di un’intera filiera e non di una singola azienda. Il confronto dei dati italiani con quelli di altri Paesi produttori a noi vicini come Spagna e Francia – prosegue Bianchini – mette in risalto l’efficienza ambientale della produzione italiana rispetto a quella estera”. Un dato importante generato dall’utilizzo di impianti e tecnologie innovative e da un maggiore ricorso all’essiccazione naturale. Esiste poi un altro aspetto da considerare e riguarda la grande variabilità dei territori e dei suoli dove sono dislocate le aziende produttrici e di trasformazione associate a Filiera Italiana Foraggi, “un elemento strettamente legato alla produzione che non può essere sottovalutato. I dati che abbiamo raccolto con questo progetto rappresentano senza dubbio una base per approfondimenti e verifiche future”, ha concluso Bianchini.

Autonomia, Calderoli: a breve ddl delega governo su materie Lep

Autonomia, Calderoli: a breve ddl delega governo su materie LepRoma, 5 feb. (askanews) – “Il governo è al lavoro per dare seguito alle indicazioni fornite dalla Corte circa la procedura di determinazione dei Lep, a tal fine avvalendosi degli esiti del lavoro svolto dal Comitato tecnico-scientifico presieduto dal Prof. Sabino Cassese, le cui attività, concluse lo scorso dicembre, sono espressamente preservate dalla sentenza n. 192 del 2024. Sarà presentato a breve alle Camere un corposo disegno di legge di delega al governo per la definizione dei Lep”. Così il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, rispondendo al Question Time alla Camera.

Turismo in resort, il lusso accessibile Going Stilosophy alla Bit 2025

Turismo in resort, il lusso accessibile Going Stilosophy alla Bit 2025Milano, 5 feb. (askanews) – La Going Stylosophy è un concept di viaggio che unisce lusso accessibile, cura nei dettagli e le location esclusive dei Going Resort, la collezione di esperienze all inclusive a Sharm el Sheikh, Marsa Matrouh e Rodi (new entry 2025) e Creta. Presente all’Astoi Village alla Bit – Borsa internazionale del turismo – dal 9 all’11 febbraio, Going annuncia la programmazione estate 2025 con una selezione di resort internazionali a 5 stelle tra Egitto e Grecia, raggiungibili con voli diretti da sei aeroporti italiani e pensati per garantire un’esperienza di soggiorno della massima comodità.


Grazie a un team di assistenza multilingua attivo h24 e 7 giorni su 7 e alla piattaforma B2B Going4You, le agenzie di viaggio possono gestire in autonomia prenotazioni anche per soggiorni brevi di 4-5 notti con voli ad hoc e compagnie aeree low fare. Obiettivo dichiarato di Going è offrire “quel tocco in più” nel panorama delle vacanze tutto compreso (voli, soggiorno in strutture in esclusiva per il mercato italiano, ristorazione, esperienze): dalla possibilità di spaziare tra le cucine del mondo (nei resort ci sono sempre diversi ristoranti), fino alla possibilità di scegliere tra più tipologie di camere e suite (anche con piscina privata e ville), particolarmente adatte a famiglie con bambini. Le spiagge attrezzate sono il cuore del relax, così come lo sono le SPA, mentre per allenarsi non mancano attrezzature e centri fitness.


Le attività sono organizzate dai Going Ambassador: gli assistenti esperti, residenti nel resort, propongono esperienze di qualità tra una sessione di mindfulness al tramonto ed escursioni di snorkeling accompagnate. Oppure con un DJ set o musica dal vivo su una terrazza che guarda il Mediterraneo o il Mar Rosso. Infine, il tocco speciale dell’escursione gratuita del secondo giorno dall’arrivo nella struttura, per esplorare le meraviglie della destinazione, è la firma di Going Resort di un soggiorno che non sia solo relax, ma anche di scoperta. Ad esempio, a Marsa Matrouh si visita la località egiziana, che si dice fondata da Alessandro Magno e affacciata su un tratto di Mediterraneo rinomato per le acque dai colori “caraibici”, con la moschea Al Awam, la Chiesa di Santa Maria e il vivace bazar Souq Lybia. Di pregio anche la visita di Agios Nikolaus a Creta, cittadina costruita su tre colline con stradine tortuose e numerose piazze, la più grande è Eleftherias, ma la più pittoresca è Nearchou, per i suoi elementi neoclassici. Tutto questo anche a portata di smartphone con “What’s Going ON”, l’app che permette di prenotare attività ed esperienze direttamente, da feste a sorpresa sulla spiaggia alle lezioni di yoga all’alba, di cui alcune sono free of charge.

Voli cancellati, esperti RimborsamiTu chiariscono diritti passeggeri

Voli cancellati, esperti RimborsamiTu chiariscono diritti passeggeriRoma, 5 feb. (askanews) – I viaggi aerei sono diventati una parte essenziale della nostra quotidianità, sia per motivi di lavoro che di piacere. Tuttavia, non sempre le cose vanno come previsto, e i voli cancellati rappresentano uno dei disagi più comuni per i passeggeri. Ritrovarsi con un biglietto annullato all’ultimo minuto può creare non solo disagi logistici, ma anche costi imprevisti e un forte stress. In questi casi, conoscere i propri diritti è fondamentale per evitare di subire passivamente la situazione.


Secondo le normative europee – come chiariscono anche gli esperti di RimborsamiTu, una nota agenzia specializzata nell’assistenza ai viaggiatori che hanno subito disagi nei trasporti aerei – i passeggeri hanno diritto a determinate tutele in caso di cancellazione del volo da parte della compagnia aerea. La legislazione comunitaria stabilisce infatti che, salvo circostanze eccezionali, le compagnie aeree – si legge in una nota – sono tenute a offrire soluzioni alternative ai passeggeri, come un volo sostitutivo o il rimborso del biglietto. Inoltre, in determinati casi, il passeggero può avere diritto a un risarcimento economico, il cui importo varia in base alla tratta e alla distanza del volo cancellato. Uno degli aspetti principali da considerare è la tempistica con cui la cancellazione viene comunicata. Se il volo viene annullato con meno di 14 giorni di preavviso, il passeggero può richiedere un risarcimento che varia da 250 a 600 euro, a seconda della lunghezza della tratta. Questo diritto – prosegue il comunicato – decade se la compagnia aerea offre un volo alternativo che permetta di arrivare a destinazione con un ritardo minimo rispetto all’orario originale. È quindi essenziale verificare con attenzione le condizioni del biglietto e le tempistiche della comunicazione da parte della compagnia.


Oltre al rimborso o alla compensazione economica, la compagnia aerea deve garantire assistenza ai passeggeri bloccati in aeroporto. Questo significa che, in caso di attesa prolungata per un volo sostitutivo, i viaggiatori devono ricevere pasti, bevande e, se necessario, una sistemazione in hotel con trasporto incluso. Tuttavia, non tutti sanno che questi diritti non vengono concessi automaticamente, ma devono essere richiesti esplicitamente alla compagnia. Per questo motivo, è sempre utile conservare scontrini e ricevute delle spese sostenute, in modo da poterle successivamente richiedere come rimborso. Un’altra questione rilevante riguarda le cosiddette circostanze eccezionali, ovvero quelle situazioni in cui la compagnia aerea non è tenuta a risarcire i passeggeri. Rientrano in questa categoria eventi come condizioni meteorologiche estreme, scioperi del personale aeroportuale (ma non quelli interni alla compagnia), emergenze sanitarie o rischi legati alla sicurezza del volo. Se la cancellazione è dovuta a uno di questi motivi, il passeggero ha comunque diritto al rimborso del biglietto, ma non alla compensazione pecuniaria. Non sempre è facile determinare se la compagnia abbia effettivamente agito nel rispetto della normativa, motivo per cui rivolgersi a professionisti del settore può essere una scelta utile per ottenere la giusta tutela.


Oltre all’Unione Europea, anche altri paesi hanno regolamenti che proteggono i viaggiatori in caso di cancellazione del volo. Negli Stati Uniti, ad esempio, le compagnie non sono obbligate a rimborsare i passeggeri in caso di disservizi causati da fattori operativi interni, mentre in Canada esistono regolamenti simili a quelli europei, con compensazioni stabilite in base al ritardo subito. Questa disparità normativa rende ancora più importante informarsi prima di intraprendere un viaggio a lungo raggio, soprattutto per chi vola spesso per lavoro o per turismo. Negli ultimi anni, con l’aumento delle cancellazioni dovute a cause operative e alla riorganizzazione del settore aereo dopo la pandemia, sono cresciute anche le richieste di rimborso da parte dei passeggeri. Molti viaggiatori, però, non hanno la conoscenza o il tempo per gestire la burocrazia necessaria per ottenere il risarcimento dovuto. È qui che entrano in gioco servizi specializzati che aiutano i passeggeri a far valere i propri diritti, evitando lunghe trafile burocratiche e aumentando le possibilità di ottenere un risarcimento in tempi più brevi. Sapere quali sono le tutele previste dalla legge è quindi il primo passo per affrontare un volo cancellato senza stress e con la consapevolezza di poter ottenere un rimborso. In caso di dubbi, affidarsi a esperti del settore – conclude la nota – può fare la differenza, garantendo che ogni richiesta venga gestita in modo efficace e nel pieno rispetto della normativa vigente.

Vino, Uiv: da dazi Usa possibili perdite per circa 300 mln in un anno

Vino, Uiv: da dazi Usa possibili perdite per circa 300 mln in un annoMilano, 5 feb. (askanews) – Secondo le analisi dell’Osservatorio Uiv, i dazi statunitensi al vino italiano determineranno nel 2025 una perdita delle vendite di 330 milioni di euro, dato che scenderebbe a 250 milioni qualora il dollaro dovesse mantenere gli attuali livelli di forza. La proiezione di Unione italiana vini ipotizza dazi al 20% per tutti i vini fermi e al 10% per gli spumanti, una tariffa inferiore per questi ultimi determinata dalle pressioni dell’industria Usa, più restia a sopportare limitazioni commerciali sulla tipologia di punta.


Una perdita stimata del 15% sul risultato dello scorso anno, rileva l’Osservatorio, basata sull’esperienza francese occorsa tra metà 2020 e primo trimestre 2021, quando a fronte di dazi caricati del 25% la risposta del mercato sui volumi commercializzati è stata direttamente proporzionale: -24%. “Il vino è uno dei settori del made in Italy maggiormente esposti in caso di dazi nel primo mercato al mondo” ha detto il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, aggiungendo che “il danno sulle imprese sarà inevitabile, perché se vorranno rimanere competitive dovranno assumersi gran parte dell’extra-onere richiesto, visto che il mercato non è in grado di sostenerlo. Ma il danno sarà doppio, perché lo subiranno inevitabilmente anche i consumatori finali a causa di un’inflazione che tornerà a bussare con insistenza”. Il 2024 si chiuderà con un valore delle spedizioni in Usa a oltre 1,9 miliardi di euro, il 24% dell’export del vino italiano nel mondo. Una quota più che doppia se paragonata al peso statunitense sul totale delle merci italiane dirette all’estero (11%). La contrazione determinata dalle extra-tariffe – rileva Uiv – farà scendere in un solo anno il valore sotto 1,7 miliardi di euro, ovvero sotto ai livelli del 2021.