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Il Gruppo Alegra porta l’ortofrutta italiana a Berlino

Il Gruppo Alegra porta l’ortofrutta italiana a BerlinoRoma, 29 gen. (askanews) – Il Gruppo Alegra si prepara ad una nuova edizione di Fruit Logistica, la kermesse dedicata al settore ortofrutticolo, andrà in scena a Berlino dal 5 al 7 febbraio. Le tre aziende del Gruppo – Alegra, Brio e Valfrutta Fresco – saranno presenti con i dirigenti e i team specializzati nei mercati esteri nello spazio collettivo organizzato da CSO Italy.


“Il particolare scenario economico in cui versa la Germania, da sempre uno dei nostri primi mercati di riferimento oltre i confini nazionali, rende ancora più sfidante il contesto attuale – spiega in una nota Mauro Laghi, direttore generale di Alegra e Responsabile Commerciale di Brio – ecco perché sarà ancora più importante incontrare i nostri clienti esteri”. A Berlino il Gruppo Alegra presenterà la propria gamma di prodotti convenzionali, premium e biologici e attenzione particolare sarà dedicata a Dulcis, il kiwi verde premium 100% italiano sviluppato da New Plant e commercializzato da Alegra con i partner Apofruit e Orogel Fresco. “Nel suo primo vero anno di commercializzazione, Dulcis ha raccolto riscontri commerciali straordinari, dimostrando di soddisfare le esigenze dei consumatori più esigenti grazie a un gusto unico e a standard qualitativi eccellenti – commenta Laghi – A Berlino condivideremo i risultati ottenuti e le strategie per continuare a valorizzare questa varietà innovativa sui mercati internazionali, sempre più orientati alla qualità e alla sostenibilità”.

Libia, Nordio-Piantedosi: no informativa oggi, c’è segreto istruttorio

Libia, Nordio-Piantedosi: no informativa oggi, c’è segreto istruttorioRoma, 29 gen. (askanews) – “A seguito dell’informazione di garanzia ricevuta dai sottoscritti riguardanti le vicende in oggetto in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio non sarà possibile rendere le informative previste nella giornata di oggi”. Lo scrivono i ministri della Giustizia e dell’Interno, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, in una lettera inviata al presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Della missiva ha dato notizia il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della conferenza dei capigruppo della Camera.

Agroalimentare, il Tortello maremmano punta al marchio Igp

Agroalimentare, il Tortello maremmano punta al marchio IgpRoma, 29 gen. (askanews) – Il Tortello maremmano punta al riconoscimento del marchio Igp. L’iniziativa del deputato grossetano di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi è stata presentata oggi durante una conferenza stampa alla Cameraalla quale hanno partecipato anche Giovanni Caso, presidente di Confesercenti Grosseto, Massimiliano Mei, presidente dell’Associazione per la promozione e tutela del Tortello Maremmano e Andrea Biondi, direttore di Confesercenti Grosseto.


“Con questa iniziativa intendo seguire e supportare tutto l’iter del percorso per il riconoscimento del marchio IGP del Tortello Maremmano, una delle eccellenze gastronomiche tipiche della Maremma e della Toscana”, ha detto Rossi. “Aver ottenuto – ha proseguito – a novembre la registrazione del Marchio d’Impresa da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, registrazione tra l’altro valida per 10 anni, rappresenta per l’Associazione ‘Tortello maremmano marchio collettivo geografico’ un primo passo per poi poter avviare quell’iter necessario per procedere alla formazione di un dossier e alla richiesta formale per il futuro riconoscimento del marchio ‘Tortello Maremmano IGP’”. “Avere un domani riconosciuto questo marchio per il Tortello rappresenterebbe per tutta la Maremma motivo di orgoglio – ha proseguito – utile non solamente a valorizzare questo prodotto, mettendolo tra l’altro al riparo da imitazioni, ma soprattutto darebbe un notevole impulso all’economica locale con un importante ricaduta positiva per tutto il territorio del sud della Toscana”.


Per Rossi questo progetto rappresenta “un punto di partenza, utile a coinvolgere tutti gli altri attori del territorio: associazioni di categoria, ristoratori, aziende del settore agro-alimentare, filiera locale, enti locali e istituzioni. Da oggi parte la sfida e il mio personale impegno affinché il marchio venga riconosciuto nel più breve tempo possibile”.

Toscana: da 15/02 via libera autorizzazione impianti nuovi vigneti

Toscana: da 15/02 via libera autorizzazione impianti nuovi vignetiRoma, 29 gen. (askanews) – Sono stati appena definiti i criteri, la quota di superficie massima richiedibile e quella di superficie minima garantita per il rilascio delle autorizzazioni per i nuovi impianti viticoli da realizzare in Toscana nel 2025. Circa seicento saranno gli ettari di superficie garantita ai viticoltori toscani sui 6800 previsti a livello nazionale. A partire dal 15 febbraio fino al 31 marzo tutti i soggetti interessati potranno presentare dunque le richieste di concessione delle autorizzazioni per impiantare nuovi vigneti.


“Il Vigneto Toscana continua a crescere e noi vogliamo proseguire a favorire la spinta delle imprese a rafforzarlo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – Un settore già vivace che anche negli ultimi anni ha continuato a crescere in qualità, grazie al continuo impegno dei produttori, sia in campo che in cantina. Non posso che rinnovare l’invito già fatto ai nostri viticoltori e imprenditori: andiamo avanti così”. Le domande devono essere presentate al ministero dell’Agricoltura in modalità telematica nell’ambito del Sian, il Sistema informativo agricolo nazionale. Possono accedere al bando tutti coloro che hanno in conduzione una superficie agricola almeno pari o superiore a quella per la quale chiedono l’autorizzazione per l’impianto di un nuovo vigneto. In ogni caso, la superficie massima richiedibile per ciascuna domanda è pari a 30 ettari.


Le autorizzazioni vengono poi concesse dalla Regione sulla base di un elenco predisposto dallo stesso Ministero ed hanno una validità di tre anni dalla data di rilascio. Qualora le richieste ammissibili complessivamente riguardassero una superficie superiore a quella disponibile, ai singoli richiedenti verrà comunque garantita una superficie minima di nuovo impianto pari a 2.500 metri quadrati. Se poi venisse concessa una autorizzazione per una superficie inferiore al 50% della superficie richiesta, il beneficiario potrà rinunciare tramite il sistema informatico messo a disposizione sul Sian, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione dell’elenco dei beneficiari sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione Toscana.

Conad: raccolti 2,2 mln euro a sostegno di 27 ospedali e reparti pediatrici

Conad: raccolti 2,2 mln euro a sostegno di 27 ospedali e reparti pediatriciMilano, 29 gen. (askanews) – Conad ha raccolto oltre 2,2 milioni di euro a favore di 27 ospedali e reparti pediatrici italiani, a seguito dell’iniziativa solidale “I gesti d’amore si fanno sentire” attiva nei punti vendita Conad alla fine dello scorso anno.


La raccolta è stata resa possibile grazie alla generosità dei clienti, che hanno sostenuto l’iniziativa acquistando le campanelle di Natale, all’interno di una linea di 12 soggetti, realizzati in plastica (ABS) riciclata, ispirati ai personaggi più famosi dei film d’animazione Disney. Per ogni campanella, Conad ha raccolto dai propri clienti 50 centesimi da destinare a favore degli ospedali per finanziare reparti o progetti pediatrici, dando così un sostegno concreto alle strutture sanitarie del territorio. “Per noi di Conad, la sostenibilità è un pilastro strategico, ed è alla base di tutte le nostre iniziative: una sostenibilità concreta che si realizza su più fronti, e che combina l’attenzione all’ambiente attraverso la scelta di materiali riciclati, con il sostegno alle persone e alle Comunità. Per questo motivo, abbiamo scelto di riproporre per il quarto anno consecutivo la nostra iniziativa solidale a favore degli ospedali e dei reparti pediatrici di tutta Italia – dichiara Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad – Grazie alla generosità dei nostri clienti, negli ultimi quattro anni abbiamo raccolto 8 milioni di euro a sostegno dei reparti pediatrici, dando una mano concreta a chi lavora ogni giorno per rendere la vita dei bambini ricoverati il più serena possibile e con le attrezzature mediche necessarie”.

IA, Von der Leyen: all’Ue servono infrastrutture e accesso a capitali

IA, Von der Leyen: all’Ue servono infrastrutture e accesso a capitaliRoma, 29 gen. (askanews) – “Sull’intelligenza artificiale, “se guardate agli annunci” di altre economie “c’è senza dubbio una corsa sulla leadership. Qui molto dipende dalle infrastrutture che servono, la capacità di calcolo, e dai talenti. Ovviamente anche l’accesso ai capitali. Per la capacità di supercomputer necessari per noi è importante che offriamo queste ‘factory’ e gigafactory, in modo da poter deve sviluppare capacità per addestrare modelli” di IA. Lo ha affermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di presentazione del piano per la “bussola” sulla competitività in Europa.


In Europa “solitamente abbiamo i talenti. Quello che manca è l’accesso al mercato unico. Vediamo oggi che i soldi non sono tutto ma l’accesso ai capitali è cruciale” per questo elemento l’idea della Commissione è di fare ricorso “ai risparmi degli europei”, in modo da convogliarli verso investimenti su questi settori.

Il 18 febbraio su Rai1 il film tv “Champagne” su Peppino di Capri

Il 18 febbraio su Rai1 il film tv “Champagne” su Peppino di CapriRoma, 29 gen. (askanews) – Martedì 18 febbraio in prima serata su Rai 1 andrà in onda “Champagne – Peppino di Capri”, un film tv per raccontare 40 anni di musica e di storia. Dalla fine della guerra al boom economico, dalla rivoluzione culturale del ’68 alla prima edizione di Sanremo a colori.


“Champagne – Peppino di Capri” – prodotto da Rai Fiction e O’ Groove, per la regia di Cinzia TH Torrini, con la sceneggiatura di Michele Pellegrini e Maria Sole Limodio e soggetto di Pierpaolo Verga e Maria Sole Limodio – non è solo il racconto della vita del cantante che ha fatto ballare e innamorare intere generazioni, dall’infanzia durante la guerra fino all’affermazione come musicista completo e maturo nei primi anni ’70, bensì un percorso attraverso decenni fondamentali per la storia del nostro paese, senza tralasciare il lato più intimo e fragile dell’uomo. “Questo film”, ha spiegato mercoledì nella conferenza stampa di presentazione Leonardo Ferrara, capo struttura di Rai Fiction, che ha seguito il progetto, “ha avuto una genesi molto lunga. Fa parte di una collana di biopic musicali che abbiamo inaugurato con Mia Martini, con la storia di Nada, ‘La bambina che non voleva cantare’, con Califano, ma per raccontare la vita di Peppino di Capri, che è un artista particolare, anche ingiustamente dimenticato, ci abbiamo messo due anni. Abbiamo incontrato Peppino, è stato un lavoro molto lungo. Con gli sceneggiatori c’è stato un lavoro di sviluppo editoriale per cercare di condensare questa storia ricchissima, che parte dagli anni del dopoguerra e arriva a metà anni Settanta”.


Per la regista Cinzia TH Torrini fondamentale, per convincersi a fare il film, è stato l’incontro a Capri con Peppino. “Con lui è nata una empatia, si è aperto e mi ha detto: ‘fallo bene’. E con questo mantra ho cercato di lavorare ogni giorno”. A sua volta, Francesco del Gaudio, che ha impersonato il cantante, ha raccontato le difficoltà incontrate nel cimentarsi con la parte: “Il processo di costruzione del personaggio è avvenuto già durante i provini. Da quando mi chiamò la mia agente e mi cantò ‘Champagne’ ho cominciato a cercare qualsiasi cosa mi potesse essere utile. Il problema è che non c’erano interviste di Peppino prima dei 35 anni, dove si potesse apprezzare la struttura di personalità di Peppino. Quindi ho recuperato quello che ho potuto, c’è stata una raccolta di materiale che mi ha consentito di farmi una idea del personaggio. Ho conosciuto Peppino, ma la maggior parte delle informazioni le ho avute dai suoi figli, Edo e Dario. Se avevo delle domande da fare le facevo a loro”.

Von der Leyen: valuteremo aiuti Stato guardando a dimensione globale

Von der Leyen: valuteremo aiuti Stato guardando a dimensione globaleRoma, 29 gen. (askanews) – Un aspetto chiave della revisione alle normative sulla concorrenza dell’Unione europea è che nel valutare la compatibilità con le regole degli aiuti di Stato la Commissione Ue terrà conto della Scala globale dei mercati e non unicamente, come avviene oggi, della dimensione europea della concorrenza. Lo ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di presentazione del piano per la “bussola” sulla competitività in Europa.


“Si guarderà non solo all’Unione europea ma anche a livello globale: il mercato in cui completiamo è globale quello. Gli aiuti di Stato devono essere veloci e flessibili e (li valuteremo) tenendo conto della dimensione globale”.

La commissione Ue lancia la “bussola per la competitività europea”

La commissione Ue lancia la “bussola per la competitività europea”Roma, 29 gen. (askanews) – La Commissione europea ha presentato una comunicazione che punta a rilanciare la concorrenza dei paesi dell’Unione europea, partendo dalle analisi contenute nei rapporti stilati da Mario Draghi e Enrico Etta. Il documento – poco meno di 30 pagine nella sua versione finale, presentata oggi in conferenza stampa dalla presidente Ursula von der Leyen, e indirizzato a Parlamento europeo, Consiglio e altri organismi comunitari – afferma di voler creare “una bussola che guiderà il lavoro nei prossimi cinque anni e stila una lista di priorità per reinnescare il dinamismo economico in Europa”.


Questa “bussola” fissa due obiettivi chiave. “Primo – si legge – identificare i cambiamenti di politica necessari all’Europa per muoversi a un passo più veloce. In alcuni settori le politiche devono essere aggiornate, in altri servono cambi di passo per adattarsi alle nuove realtà”. Il secondo obiettivo è “sviluppare nuovi modi di lavorare assieme per aumentare la velocità e la qualità dei processi decisionali, semplificare quadri normativi e regole superare la frammentazione”. Perché sempre partendo dalle analisi dei sovracitati rapporti, secondo la commissione l’Europa può tenersi alla pari di competitori globali delle sue proporzioni Unicamente facendo leva sulle sue dimensioni continentali e allineando le politiche nazionali verso i medesimi obiettivi, in modo che si rafforzino vicendevolmente.


Il documento propone interventi a più livelli, dalla tassazione dei mercati di lavoro, le politiche industriali, che così come le riforme su base nazionale sono ampiamente nelle mani dei governi dei singoli paesi. Inoltre un altro aspetto chiave è rappresentato dagli investimenti. Partendo dall’industria, il settore che sta più soffrendo in Europa, secondo la Commissione, bisogna chiudere il divario sull’innovazione rispetto alle economie capofila nel mondo, Stati Uniti e Cina. “Se vogliamo che il futuro dell’industria sia ‘Made in Europe’ l’Ue deve rivitalizzare il ciclo dell’innovazione. Avviare e far crescere compagnie in Europa attualmente viene minato dalla frammentazione di mercato, dai freni al capitale di rischio e dal sostegno insufficiente all’innovazione”, recita il documento.


Per questo viene proposta una strategia dedicata alle start-up e alla crescita delle aziende che “identificherà gli ostacoli che stanno impedendo alle nuove imprese di emergere di crescere”. Parallelamente “l’Ue farà tutto quanto possibile per assicurare che abbiano i finanziamenti di cui hanno bisogno”. Un nuovo impegno viene focalizzato sulle spese per ricerca e sviluppo nell’ambito del quale la Commissione intende presentare un documento specifico (European Research Area Act) con l’obiettivo di far salire la spesa su queste voci al 3% del Pil l’anno.


Sul tavolo, anche la necessità di allestire adeguate strutture di calcolo, cloud computing e altri elementi chiave delle nuove tecnologie digitali. Un paragrafo a se stante riguarda l’intelligenza artificiale e le infrastrutture che questi sistemi richiedono. L’Ue già delle iniziative in corso su questo versante (come AI Continent strategy e AI factories). La Commissione europea afferma che intende proporre una “strategia dell’Unione dei dati allo scopo di migliorare e facilitare la sicurezza della condivisione pubblica e privata dei dati, semplificare il regime regolamentare la sua applicazione accelerare lo sviluppo di nuovi sistemi o applicativi”. Un altro elemento chiave del piano è rappresentato dalle politiche di concorrenza, legate a doppio filo con la competitività. Secondo Bruxelles “questo si deve riflettere in una revisione delle linee guida per valutare le fusioni in modo che innovazione, resilienza e intensità degli investimenti in alcuni settori strategici vengano adeguatamente soppesate alla luce delle acute necessità Europee”. Non solo, un nuovo approccio sulla concorrenza richiede non solo di semplificare e velocizzare le procedure di vigilanza ma anche di renderle più mirate, dice ancora Bruxelles. Già in base alle bozze che erano circolate nei giorni scorsi, il piano mira a rendere la regolamentazione Ue “più semplice, più leggera, più veloce”. Sarà richiesto “uno sforzo senza precedenti” da parte di “tutte le istituzioni Ue, nazionali e locali” al fine di “produrre regole più semplici e accelerare la velocità delle procedure amministrative”. Verrà anche proposta, “il mese prossimo”, una nuova definizione di piccole e medie imprese (Pmi), creando una nuova categoria di aziende medie, “più grandi delle Pmi ma più piccole delle grandi aziende”. Questa ridefinizione riguarderà “fino a 31.000 aziende nell’Ue”, che trarranno vantaggio da “una semplificazione normativa su misura”, nello stesso spirito di quella prevista per le Pmi. Il “Compass” perora una maggiore integrazione del mercato unico, come indica il rapporto Letta, con particolare enfasi sul completamento del mercato unico dei capitali, e afferma anche che “la politica della concorrenza deve tenere il passo con l’evoluzione dei mercati e l’innovazione tecnologica. Ciò richiede un nuovo approccio, meglio orientato agli obiettivi comuni e più favorevole alle aziende che si espandono nei mercati europei e globali, garantendo sempre parità di condizioni”. In questo quadro, si annuncia, verranno presentate “nuove linee guida per la valutazione delle fusioni” nell’ambito della politica antitrust dell’Ue.

Emis Killa indagato, rinuncia a Sanremo

Emis Killa indagato, rinuncia a SanremoRoma, 29 gen. (askanews) – Emis Killa rinuncia al Festival di Sanremo. Il rapper è indagato per associazione a delinquere e dopo essere stato colpito dal Daspo che gli vieta di assistere agli incontri di calcio ed in un suo post sui Social sottolinea l’intenzione di fare un passo indietro. “Apprendo oggi dai giornali – scrive – che sono indagato (a me è stato notificato esclusivamente il daspo, che è un atto amministrativo e non penale) e se questo corrisponderà al vero sarà importante che l’indagine faccia il suo corso e la magistratura possa lavorare in serenità, senza polemiche o pressioni e circhi mediatici”. Poi la decisione: “Dopo 15 anni di carriera ero felice di affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare. Confido che tutto si risolverà al più presto, per il meglio, e spero di poter affrontare in futuro un Festival in cui ad essere centrale sia la musica, poter portare la mia canzone, parlare solo di quella e divertirmi, come avrebbe dovuto essere quest’anno come è giusto che sia per tutti gli Artisti che decidono di mettersi in gioco e partecipare alla gara. Il nome di Emis Killa, come scrive il Corriere della Sera, è stato iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere nell’inchiesta «Doppia curva» della Direzione distrettuale antimafia sugli affari criminali del mondo ultrà interista e milanista che a fine settembre ha portato a 19 misure cautelari e all’azzeramento delle due curve di Milano. Nella sua casa a Vimercate erano stati trovati coltelli, tirapugni e un taser. Da qui la probabile decisione di rinunciare a Sanremo dove l’attenzione sarebbe evidentemente distolta dalla musica a vantaggio del caso giudiziario. A quanto risulta, scrive il Corriere della Sera, non ci sarebbero state pressioni da parte della Rai — intesa come i vertici aziendali — né tanto più sarebbe stata l’organizzazione del Festival a stopparlo.