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Trump continua a volere “completa denuclearizzazione” Nordcorea

Trump continua a volere “completa denuclearizzazione” NordcoreaRoma, 29 gen. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha affermato che la sua strategia rispetto alla Corea del Nord punterà alla “completa denuclearizzazione” di Pyongyang. L’ha riferito il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Brian Hughes, dopo una serie di dichiarazioni che hanno sollevato il dubbio sul fatto che la Casa bianca potesse essere intenzionata a riconoscere il regime di Kim Jong Un come una potenza nucleare.


“Il presidente Trump continuerà a perseguire la completa denuclearizzazione della Corea del Nord, proprio come ha fatto nel suo primo mandato”, ha dichiarato Hughes in risposta a una domanda dell’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Hughes ha ricordato che Trump “ha avuto un buon rapporto con Kim Jong Un, e il suo mix di fermezza e diplomazia ha portato al primo impegno a livello di leader per la completa denuclearizzazione”. Il riferimento appare essere all’accordo raggiunto tra Trump e Kim durante il loro primo vertice a Singapore nel 2018, in cui entrambe le parti si erano impegnate a lavorare per la “completa denuclearizzazione” della penisola coreana e a stabilire nuove relazioni bilaterali. Quel ciclo di tre incontri tra Trump e Kim, però, alla fine si concluse in un nulla di fatto. Il nodo fu proprio la questione della rinuncia nordcoreana “immediata, verificabile e irreversibile” all’arma atomica.


Oggi il leader nordcoreano si è recato nell’impianto di produzione delle bombe nucleari nordcoreani e lì ha ribadito che per Pyongyang la difesa nucleare è “irrinunciabile” e ha anzi ordinato un “rafforzamento dello scudo nucleare” della Corea del Nord. Sostanzialmente un messaggio a Trump: qualsiasi trattativa deve partire per Kim dalla considerazione che ormai la Corea del Nord è parte del sistema di sicurezza della Nordcorea. Trump – che ha detto più volte già di aver intenzione di riavviare trattative con Kim, da lui giudicato un “tipo intelligente” – la scorsa settimana ha definito la Corea del Nord una potenza nucleare, un’espressione che i funzionari statunitensi evitano di usare e che ha suscitato preoccupazione in Corea del Sud, poiché potrebbe essere interpretata come un riconoscimento ufficiale della Corea del Nord come potenza nucleare. Anche il neosegretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha utilizzato lo stesso termine durante la sua audizione di conferma al Senato all’inizio del mese.

Commissione Ue lancia la “bussola per la competitività europea”

Commissione Ue lancia la “bussola per la competitività europea”Roma, 29 gen. (askanews) – La Commissione europea ha presentato una comunicazione che punta a rilanciare la concorrenza dei paesi dell’Unione europea, partendo dalle analisi contenute nei rapporti stilati da Mario Draghi e Enrico Etta. Il documento – poco meno di 30 pagine nella sua versione finale, presentata oggi in conferenza stampa dalla presidente Ursula von der Leyen, e indirizzato a Parlamento europeo, Consiglio e altri organismi comunitari – afferma di voler creare “una bussola che guiderà il lavoro nei prossimi cinque anni e stila una lista di priorità per reinnescare il dinamismo economico in Europa”.


Questa “bussola” fissa due obiettivi chiave. “Primo – si legge – identificare i cambiamenti di politica necessari all’Europa per muoversi a un passo più veloce. In alcuni settori le politiche devono essere aggiornate, in altri servono cambi di passo per adattarsi alle nuove realtà”. Il secondo obiettivo è “sviluppare nuovi modi di lavorare assieme per aumentare la velocità e la qualità dei processi decisionali, semplificare quadri normativi e regole superare la frammentazione”. Perché sempre partendo dalle analisi dei sovracitati rapporti, secondo la commissione l’Europa può tenersi alla pari di competitori globali delle sue proporzioni Unicamente facendo leva sulle sue dimensioni continentali e allineando le politiche nazionali verso i medesimi obiettivi, in modo che si rafforzino vicendevolmente.


Il documento propone interventi a più livelli, dalla tassazione dei mercati di lavoro, le politiche industriali, che così come le riforme su base nazionale sono ampiamente nelle mani dei governi dei singoli paesi. Inoltre un altro aspetto chiave è rappresentato dagli investimenti. Partendo dall’industria, il settore che sta più soffrendo in Europa, secondo la Commissione, bisogna chiudere il divario sull’innovazione rispetto alle economie capofila nel mondo, Stati Uniti e Cina. “Se vogliamo che il futuro dell’industria sia ‘Made in Europe’ l’Ue deve rivitalizzare il ciclo dell’innovazione. Avviare e far crescere compagnie in Europa attualmente viene minato dalla frammentazione di mercato, dai freni al capitale di rischio e dal sostegno insufficiente all’innovazione”, recita il documento.


Per questo viene proposta una strategia dedicata alle start-up e alla crescita delle aziende che “identificherà gli ostacoli che stanno impedendo alle nuove imprese di emergere di crescere”. Parallelamente “l’Ue farà tutto quanto possibile per assicurare che abbiano i finanziamenti di cui hanno bisogno”. Un nuovo impegno viene focalizzato sulle spese per ricerca e sviluppo nell’ambito del quale la Commissione intende presentare un documento specifico (European Research Area Act) con l’obiettivo di far salire la spesa su queste voci al 3% del Pil l’anno.


Sul tavolo, anche la necessità di allestire adeguate strutture di calcolo, cloud computing e altri elementi chiave delle nuove tecnologie digitali. Un paragrafo a se stante riguarda l’intelligenza artificiale e le infrastrutture che questi sistemi richiedono. L’Ue già delle iniziative in corso su questo versante (come AI Continent strategy e AI factories). La Commissione europea afferma che intende proporre una “strategia dell’Unione dei dati allo scopo di migliorare e facilitare la sicurezza della condivisione pubblica e privata dei dati, semplificare il regime regolamentare la sua applicazione accelerare lo sviluppo di nuovi sistemi o applicativi”. Un altro elemento chiave del piano è rappresentato dalle politiche di concorrenza, legate a doppio filo con la competitività. Secondo Bruxelles “questo si deve riflettere in una revisione delle linee guida per valutare le fusioni in modo che innovazione, resilienza e intensità degli investimenti in alcuni settori strategici vengano adeguatamente soppesate alla luce delle acute necessità Europee”. Non solo, un nuovo approccio sulla concorrenza richiede non solo di semplificare e velocizzare le procedure di vigilanza ma anche di renderle più mirate, dice ancora Bruxelles. Già in base alle bozze che erano circolate nei giorni scorsi, il piano mira a rendere la regolamentazione Ue “più semplice, più leggera, più veloce”. Sarà richiesto “uno sforzo senza precedenti” da parte di “tutte le istituzioni Ue, nazionali e locali” al fine di “produrre regole più semplici e accelerare la velocità delle procedure amministrative”. Verrà anche proposta, “il mese prossimo”, una nuova definizione di piccole e medie imprese (Pmi), creando una nuova categoria di aziende medie, “più grandi delle Pmi ma più piccole delle grandi aziende”. Questa ridefinizione riguarderà “fino a 31.000 aziende nell’Ue”, che trarranno vantaggio da “una semplificazione normativa su misura”, nello stesso spirito di quella prevista per le Pmi. Il “Compass” perora una maggiore integrazione del mercato unico, come indica il rapporto Letta, con particolare enfasi sul completamento del mercato unico dei capitali, e afferma anche che “la politica della concorrenza deve tenere il passo con l’evoluzione dei mercati e l’innovazione tecnologica. Ciò richiede un nuovo approccio, meglio orientato agli obiettivi comuni e più favorevole alle aziende che si espandono nei mercati europei e globali, garantendo sempre parità di condizioni”. In questo quadro, si annuncia, verranno presentate “nuove linee guida per la valutazione delle fusioni” nell’ambito della politica antitrust dell’Ue.

Confagri Toscana: serve subito piano crescita per agricoltura

Confagri Toscana: serve subito piano crescita per agricolturaRoma, 29 gen. (askanews) – “Senza interventi concreti, il settore agricolo è destinato a soccombere sotto il peso di politiche sbagliate, burocrazia soffocante e scelte ambientali ideologiche”. Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, lancia un monito alle istituzioni, denunciando la situazione critica che gli agricoltori stanno affrontando. “Per anni siamo stati vittime di decisioni imposte dall’alto che hanno penalizzato le nostre imprese, mentre le importazioni dall’estero aumentano e i mercati internazionali ci schiacciano. Il governo ha iniziato a muoversi nella giusta direzione, ma è ancora troppo poco. Serve una svolta radicale”.


Il comparto agricolo toscano si trova in una tempesta perfetta: crisi climatica, concorrenza internazionale aggressiva, pressione fiscale e vincoli ambientali che ostacolano la produttività. Confagricoltura Toscana chiede un piano di crescita strutturale, che garantisca alle aziende agricole competitività e stabilità economica. Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre: siccità al Sud, alluvioni al Nord, raccolti dimezzati e un’impennata delle fitopatie che sta devastando interi comparti. “Non possiamo continuare a essere le vittime sacrificali di politiche ambientali scollegate dalla realtà” attacca Neri. “Siamo i primi a voler proteggere l’ambiente, perché è la nostra risorsa primaria, ma servono soluzioni che tengano insieme sostenibilità e produttività. L’Unione Europea deve smetterla di imporre vincoli senza offrire strumenti adeguati per affrontare le transizioni. Non siamo un sindacato da piazza, ma non siamo neppure disposti a farci mettere da parte. Se non vedremo passi avanti concreti, ci faremo sentire con ancora maggiore forza”, conclude Neri.

Rifiuti, Comm.parlamentare: traffici illeciti da Campania a Puglia

Rifiuti, Comm.parlamentare: traffici illeciti da Campania a PugliaMilano, 29 gen. (askanews) – “Certamente il fenomeno” del traffico illecito di rifiuti in Campania “è oggi meglio noto, nelle sue cause e modalità di manifestazione, che agli inizi”, visto che “passi avanti sono stati fatti in tutte le direzioni, preventive e repressive”, ma se “il miglioramento della situazione è evidente” tale miglioramento “non impedisce, tuttavia, di registrare una sua estensione su base territoriale sia verso altre Regioni italiane, come la Puglia (doc. 46/2, in relazione ai territori di Bari, Barletta, Andria, Trani e Foggia) che verso l’estero”. Lo si legge nella relazione annuale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, presentata oggi alla Camera.


Questo spostamento dei traffiici, prosegue il documento, “si deve probabilmente tanto alle accresciute esigenze della criminalità quanto all’avvenuto scoraggiamento delle condotte criminali nell’area geografica che ne vide l’origine, proprio in ragione dell’enorme sforzo istituzionale svolto soprattutto in Campania”. Per la Commissione il fenomeno, “nonostante la forte attenzione istituzionale portata avanti attraverso un articolato sistema di prevenzione, messo in campo dalle forze di polizia e dagli Enti locali, e di repressione, incentrato sul doveroso attivismo delle Procure della Repubblica, resta vivo, come dimostrano il non sopirsi di fatti di cronaca nei territori di maggiore interesse e la risonanza mediatica degli stessi. Trattasi infatti di un fenomeno ancora estremamente variegato e, proprio per questo, difficile da interpretare in tutte le sue sfaccettature ed arduo da contrastare in modo efficacemente unitario. A partire da tale dato, l’attività della Commissione è stata quindi volta ad aggiornare e approfondire, tramite le audizioni svolte, i sopralluoghi effettuati sui luoghi interessati e la documentazione acquisita, in particolare dall’autorità giudiziaria – incontrando, al riguardo, la costante collaborazione delle istituzioni coinvolte – il quadro conoscitivo già esistente e a evidenziare l’evoluzione del fenomeno nel corso del tempo”.


È così emerso come tale fenomeno “si snodi tuttora attraverso impianti di trattamento censiti e autorizzati, siti abusivi di stoccaggio o trattamento, depositi occasionali, cumuli non autorizzati, contenitori di rifiuti stradali, roghi di rifiuti abbandonati. A ciò si aggiungono frequenti casi di incendi, spesso finalizzati a rispondere all’esigenza di creare artificiosamente terreni non coltivabili per destinarli ad altri scopi, probabilmente legati alla realizzazione di impianti per energie rinnovabili. Queste tipologie si sono arricchite con l’accumulo e l’illecita attività di trattamento che avviene presso alcuni campi nomadi (si pensi all’area tra Napoli- Giugliano in Campania – Caivano- Afragola), con abbruciamento di rifiuti plastici e di rifiuti ingombranti, al fine di recuperare materie prime utili, come i metalli, con conseguenti alte e persistenti colonne di denso fumo nero che destano allarme sociale nelle popolazioni limitrofe e ampia eco nei media”.

Libia, Gribaudo: premier ha mentito, venga in Aula a dire verità

Libia, Gribaudo: premier ha mentito, venga in Aula a dire veritàRoma, 29 gen. (askanews) – “Meloni ha mentito al Paese. Non è vero che lei, Piantedosi, Nordio e Mantovano abbiano ricevuto un avviso di garanzia ma una semplice comunicazione come prevede la legge per informare che è stato presentato un esposto. Non c’è nessun complotto di una presunta magistratura politicizzata, come la premier vuole far credere: è solo un atto dovuto che la destra cavalca politicamente”. Lo scrive sui social la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo.


Prosegue la parlamentare dem: “La premier ha mentito perché non sa rispondere a due domande ben precise: perché hanno liberato il torturatore libico Almasri? Perché un trafficante di essere umani, accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini gravissimi, è stato rimpatriato con un volo di Stato?”. “Il giochino – sostiene – è chiaro, siamo di fronte a un’arma di distrazione di massa. Infatti hanno preso la palla al balzo per evitare di affrontare l’aula di Montecitorio, dopo la pessima figura di Piantedosi la settimana scorsa al Senato. Bugie e vittimismo sono la cifra stilistica di questa pessima destra. Possono provare a mentire sui social ma ora la Premier deve venire in Parlamento a riferire e, per cortesia, a dire la verità”, conclude Gribaudo.

Libia, Conte: nessun avviso garanzia a Meloni, anche io a Chigi denunciato

Libia, Conte: nessun avviso garanzia a Meloni, anche io a Chigi denunciatoRoma, 29 gen. (askanews) – “Smontiano uno a uno tutti i passaggi fallaci e bugiardi. Ieri in video solenne, con il tono impostato, la premier ha detto di aver ricevuto un avviso di garanzia: è falso, non è un avviso di garanzia. Invece è un avviso dovuto per legge, a sua tutela, con cui il procuratore di Roma Lo Voi, applicando la legge costituzionale, ha informato di aver ricevuto una denuncia, di non poterla esaminare, quindi ‘omessa ogni indagine’ la trasmette al Pribunale dei ministri”. Così il presidente M5s, Giuseppe Conte, in un video puntualizza quanto raccontato ieri da Giorgia Meloni in un video sui social in merito alla vicenda di Almasri.


“Lei non è un’esperta di diritto – ammette Conte – ma a fianco a lei c’è come sottosegretaria un magistrato, che ha ricevuto lo stesso avviso, quindi non può non essere informata”. Quindi l’ex premier racconta la sua vicenda a palazzo Chigi: “Sapete da premier quanti avvisi del genere ho ricevuto? Una infinità. Quante volte sono stato denunciato durante il periodo Covid? Lavoravo di giorno e di notte perchè mi sono dovuto difendere, ma mi avete sentito qualche volta fare un video in cui accusavo la magistratura e dicevo di non essere ricattabile? Mai, mai, eppure questa cosa è stata molto pesante – prosegue Conte – perchè le denunce sono state tantissime”.


Altra colpa della premier, secondo Conte, “vuole alludere che viene attaccata sul piano politico, ma io nonostante i ripetuti attacchi proprio da Fdi quando ero al governo ho sempre risposto con dignità, segna frignare come fa lei”.

Olio Barbera entra nel registro dei Marchi storici

Olio Barbera entra nel registro dei Marchi storiciRoma, 29 gen. (askanews) – L’olio siciliano Barbera entra nel Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale del ministero dello Sviluppo Economico. L’azienda in una nota sottolinea che si tratta di “un traguardo unico nel panorama oleario italiano”. L’azienda fa risalire la propria fondaziojne al 1894 quando nacque, in sodalizio con la famiglia Florio, la Società degli Oleifici Siciliani, oggi Premiati Oleifici Barbera.


“Con 130 anni di storia alle spalle, il brand rappresenta un simbolo di qualità, oltre che un forte legame con la cultura siciliana e il Made in Italy – si legge – Questo riconoscimento premia il nostro impegno e la capacità di evolverci senza mai tradire le nostre radici e rappresenta un’attestazione di eccellenza nel panorama nazionale riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico”.

Xylella, ad Evolio a Bari il 31 mobilitazione olivicoltori

Xylella, ad Evolio a Bari il 31 mobilitazione olivicoltoriRoma, 29 gen. (askanews) – La Puglia olivicola si mobilita per imprimere l’accelerata alla piattaforma anti Xylella per la rigenerazione del territorio. Venerdì 31 gennaio dalle 10.30 gli olivicoltori di Coldiretti saranno a Evolio, alla Fiera del Levante, nell’Area della Regione Puglia.


Qui il presidente e direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni, ed il presidente di Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano, David Granieri, si confronteranno con il presidente di ANCI Puglia, Fiorenza Pascazio, Michele Sonnessa, presidente Associazione Nazionale Città dell’Olio, Salvatore Infantino, dirigente dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, assessore all’agricoltura della Regione Puglia e Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario di Stato del Masaf. Gli olivicoltori chiedono una strategia condivisa “perché la Xylella è un problema nazionale, oltre che regionale ed europeo e se dovesse continuare a ‘camminare’, non ci sarà più olio da commercializzare, oltre al danno per l’economia ed il turismo con la perdita di ambiente e paesaggio”.

L’85% degli abitanti della Groenlandia non vuole l’annessione Usa

L’85% degli abitanti della Groenlandia non vuole l’annessione UsaRoma, 29 gen. (askanews) – No, gli abitanti della Groenlandia non vogliono “stare con” gli Stati uniti, come ha rivendicato sabato scorso il presidente americano Donald Trump. Secondo un sondaggio commissionato dal giornale dell’isola artica Sermitsiaq, l’85% dei groenlandesi vogliono restare come territorio autonomo nella Danimarca. Lo riferisce l’agenzia di stampa France Presse.


Il sondaggio rivela che solo il 6% vorrebbe avere come bandiera le stelle e strisce americane, mentre il 9% rimane indeciso sull’argomento. La metà della popolazione percepisce la proposta di Trump come una minaccia, l’altra metà come un’opportunità. Dalla sua elezione, avvenuta il 5 novembre scorso, il presidente americano Donald Trump ripete di voler annettere agli Usa la Groenlandia, di cui gli Usa avrebbero bisogno “per la sicurezza internazionale”. Non ha neanche escluso la possibilità di forzare l’annessione con le forze militari.


Parzialmente controllata dalla Danimarca, la Groenlandia non fa parte dell’Unione europea, ma gode di uno status speciale che le garantisce accesso ai fondi europei e libertà di movimento per i suoi abitanti, considerati cittadini dell’Ue. Inoltre, l’isola è protetta dalla clausola di difesa reciproca dell’Ue, che prevede “aiuto e assistenza” in caso di aggressione armata. Ieri la prima ministra danese Mette Frederiksen ha dichiarato di non avere “alcun motivo” per temere una minaccia militare contro la Danimarca e la Groenlandia, nonostante le dichiarazioni di Trump. Ha inoltre affermato di aver ricevuto “un grande sostegno” dai leader europei.

Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettari

Barbabietole da zucchero, in Veneto obiettivo 8mila ettariRoma, 29 gen. (askanews) – Dopo un 2024 difficile per le barbabietole da zucchero, segnato da semine tardive in primavera a causa delle piogge e a temperature torride in estate, gli agricoltori scommettono sulla coltura e puntano a raggiungere 7.000-8.000 ettari di investimenti, com’era stato all’inizio dello scorso anno, che era stato segnato da un netto aumento di superfici, concentrati principalmente a Rovigo, Padova e Venezia.


Di prospettive e sfide della nuova campagna si è parlato in un incontro promosso dalla sezione di prodotto bieticola di Confagricoltura Veneto. “Negli ultimi anni abbiamo cercato di aumentare gli ettari in regione, per arrivare ad una buona produzione – ha premesso Carlo Pasti, presidente della sezione di Confagricoltura Veneto – Purtroppo la scorsa annata è stata pessima e quindi siamo partiti un po’ a rilento, ma contiamo che gli agricoltori continuino a credere ad una coltura storica e strategica per il nostro territorio, nonché importante per le rotazioni e l’organizzazione aziendale”. Giovanni Tamburini, presidente nazionale della sezione bieticola di Confagricoltura e vicepresidente di Coprob, Cooperativa produttori bieticoli proprietaria dei due zuccherifici italiani rimasti, Pontelongo nel Padovano e Minerbio nel Bolognese, ha confermato la necessità di incrementare gli ettari di coltivazione per arrivare ad una produzione idonea a far lavorare i due stabilimenti. “In questi anni abbiamo lavorato sul marchio 100% italiano e l’impegno ci sta premiando – ha detto -. Nonostante nel 2024 il prezzo dello zucchero, dopo due anni di crescita, abbia ceduto, siamo riusciti a stipulare ottimi contratti con industrie che stanno puntando sul made in Italy per valorizzare i propri prodotti”.


Giovanni Campagna, referente dell’area Sperimentazione di Coprob, ha sottolineato che si stanno testando nuove varietà molto interessanti. L’auspicio di Confagricoltura è che aumenti lo sforzo sul fronte della ricerca, con maggiori finanziamenti che consentano di ottenere bietole più resistenti ai cambiamenti climatici e agli attacchi fungini, oltre che nuovi principi attivi per la difesa fitosanitaria.