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Dalla Valle del Dittaino il primo smash burger made in Sicily

Dalla Valle del Dittaino il primo smash burger made in SicilyRoma, 13 gen. (askanews) – Arriva dalla cooperativa Valle del Dittaino il primo “smash burger americano”, made in Sicily, a base di farina di grano tenero e fecola di patate. Il prodotto sarà lanciato sul mercato nei prossimi mesi e sarà presentato alla 21esima edizione del Salone Marca by BolognaFiere, la più importante fiera dell’agroalimentare dedicata al settore del Private label della Grande distribuzione, in programma i prossimi 15 e 16 gennaio nel capoluogo emiliano.


Il presidente della Cooperativa, Biagio Pecorino, spiega che la partecipazione al Marca di Bologna “rappresenta un’opportunità fondamentale per consolidare i rapporti e presentare le nostre novità al fine di rafforzare le relazioni con i partner commerciali. Siamo pronti a condividere la nostra passione per il cibo e la qualità con tutti i visitatori”. Da quasi cinquant’anni, la Cooperativa Valle del Dittaino è leader in Sicilia nella panificazione del grano siciliano, sia duro che tenero, coltivato nelle assolate terre dell’Ennese da ben tre generazioni di famiglie, socie fondatrici. Per il 2025 la Cooperativa ha in cantiere nuovi progetti che la vedranno anche sugli scaffali della GDO d’Oltralpe. “Quest’anno – annuncia Biagio Pecorino – entriamo in Europa anche con il settore del Private label”.


Oggi l’azienda conta quattro linee dedicate alla trasformazione di sfarinati sia in Private Label che a Marchio Pandittaino, con una particolare attenzione ai panini morbidi che incontrano le preferenze di una larga fascia di consumatori e, soprattutto, di quelli giovani. Un’azienda che continua a crescere in numeri, con un fatturato che ha registrato un +10% nel 2024, con una capillare presenza sul territorio: in Sicilia, con la linea del fresco che arriva ogni mattina in oltre 700 punti vendita dell’isola e nel resto d’Italia grazie a sistemi di confezionamento per assicurare una elevata shelf life.

Gdo, marca privata 4a azienda Paese: in 5 anni ha permesso 20 mld risparmi

Gdo, marca privata 4a azienda Paese: in 5 anni ha permesso 20 mld risparmiMilano, 13 gen. (askanews) – I prodotti a marchio del distributore continuano a crescere toccando nel 2024 i 26,6 miliardi di fatturato complessivo tra distribuzione moderna e discount, dato che per il solo canale della distribuzione moderna si attesta a 14,2 miliardi. “Nel 2024 l’incremento a valore della marca distributore è stato del 2,4% mentre l’incremento a volume è stato del 3,3 % e questo dimostra il fatto che essendo aumentato dal punto di vista quantitativo rispetto al valore, attraverso la mdd abbiamo sviluppato anche un’azione di contenimento del tasso inflattivo – ha detto il presidente di Adm, Mauro Lusetti – Se mettessimo assieme tutto il fatturato della mdd, raggiungeremmo un totale di 26,6 miliardi di euro che rappresenterebbero, se fossero generati da una singola azienda, la quarta impresa a livello internazionale dopo Enel, Eni, Stellantis, per fatturato. E’ una operazione teorica ma serve a dare una dimensione di quello che rappresenta la marca del distributore”.


Negli ultimi cinque anni la marca del distributore ha continuato a crescere (+35,4% sul 2019) spinta prima dall’emergenza Covid e poi negli ultimi due anni dall’infazione. Su questo fronte Teha (The European House – Ambrosetti), che ha curato tutta l’analisi su “Il ruolo guida della distribuzione moderna e della marca del distributore per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare”, ha calcolato che in termini di tutela del potere d’acquisto la private label ha consentito un risparmio di 19,8 miliardi di euro dal 2020 al 2024 (4,6 miliardi solo lo scorso anno), pari a 150 euro annui a famiglia. Del resto, secondo lo studio Teha, più di otto italiani su 10 fanno riferimento oggi alla distribuzione moderna per la propria spesa alimentare: il 65% tra supermercati e ipermercati, mentre il 16% preferisce il discount. Il restante 20% circa si rivolge a mercati rionali (6,2%), va direttamente dal produttore (4,8%) o fa i propri acquisti in gastronomia (4,7%). Una geografia della spesa degli italiani che spiega la centralità di questo canale e della marca del distributore soprattutto lungo la filiera agroalimentare. A tal proposito l’analisi Ambrosetti mostra come la mdd agisca come leva anche per “democratizzare” stili alimentari sani e sostenibili rendendoli economicamente accessibili. Non a caso la private label ha una quota di mercato del 46,6% nel segmento bio, del 18,6% in quello premium e del 15,3% nel mercato nei prodotti “funzionali”.


Detto questo però, la quota di mercato complessiva della marca del distributore in Italia nella distribuzione moderna, inclusi i discount, si ferma al 31,8% (22,6% se si escludono i discount) dato che ha portato Valerio De Molli, managing partner e Ceo Teha, a dire che “the best is yet to come”. Perchè se è vero che “Siamo al massimo storico sia per valore assoluto di fatturato generato che per valore relativo di quota di mercato ponderata, rispetto al resto del contesto europeo ci posizioniamo a metà strada tra i Paesi più esposti che sorpassano il 50% di quota della mdd”. Nella classifica europea, infatti, sul podio troviamo Svizzera, Spagna e Paesi Bassi dove la quota di mercato della mdd rappresenta, rispettivamente, il 52,3%, il 45,6% e il 45,2%, con una media europea che sfiora il 36%, segno che le potenzialità di crescita sono ancora alte. “Se la quota di mercato della mdd italiana si allineasse ai primi tre Paesi europei, il fatturato supererebbe i 50 miliardi – ha fatto notare De Molli – con un fatturato aggiuntivo di 58 miliardi di euro cumulato dal 2025 al 2030”. L’anticipazione dello studio Teha – che verrà presentato in forma completa il 15 gennaio a Marca by BolognaFiere 2025 – mostra come complessivamente la distribuzione moderna, che nel 2023 ha realizzato 167,6 miliardi di fatturato, in Italia generi 208 miliardi di euro di valore aggiunto, più del 10% del pil tra valore diretto (oltre 27 miliardi) e indiretto (181 miliardi). “Il tanto celebrato turismo vale esattamente la metà per capire – ha sottolineato De Molli – Parliamo di un generatore di sviluppo estremamente rilevante e nonostante questo non ha nemmeno un ministro di riferimento come invece ha il turismo”.


In termini di occupazione, la distribuzione organizzata con i partner della mdd e le società di servizio, raggiunte i 3 milioni di lavoratori: “Una dimensione di grande rilievo sociale – ha evidenziato Lusetti – che tiene conto non solo di un numero importante di lavoratori ma anche di una qualità del lavoro, spesso a tempo indeterminato, che porta grande stabilità”. Un dato di sostenibilità sociale che corre in parallelo a quello della sostenibilità ambientale che dal 2013 alla fine del 2022 ha visto calare la Co2 da 8,7 chili per euro generato dalla distribuzione moderna a 6,2 chili, il 30% in meno. Snocciolando i numeri che stanno dietro la distribuzione moderna e la filiera della private label Lusetti, che oltre a essere presidente di Adm è anche presidente di Conad, ha voluto condividere anche una riflessione generale sul comparto che suona come un invito a tutti gli operatori: “Spesso – ha detto – come distribuzione moderna siamo giudicati un gigante economico, perché i numeri dicono che siamo grandi e importanti, ma un nano politico. Se questo è stato vero in tante situazioni, credo anche che alcuni elementi che si sono registrati già l’anno scorso danno la dimensione di come le potenzialità del settore siano enormi quando riesce ad agire insieme”. Il riferimento è “all’enorme risultato che come Adm abbiamo ottenuto con la nuova regolamentazione dei buoni pasto che per il settore è un elemento fondamentale”. “Questi sono i successi che riusciamo a ottenere quando le nostre organizzazioni trovano un filo conduttore comune – ha concluso – ed è un auspicio che lascio a partire dal sottoscritto in termini di impegno per il prossimo futuro nel non lasciare cadere opportunità e occasioni di questo agire comune”.

Milano, Amat: a ottobre e novembre calati ingressi in Area B e C

Milano, Amat: a ottobre e novembre calati ingressi in Area B e CMilano, 13 gen. (askanews) – Il rapporto per i mesi di ottobre e novembre 2024 di Amat, Agenzia Mobilità Ambiente Territorio di Milano, mostra rispetto agli stessi mesi del 2023, una ripresa dello sharing, in particolare monopattini e bici, e del trasporto pubblico. Per quanto riguarda Area C, ad ottobre 2024 gli ingressi infrasettimanali sono in calo (-1,52%), mentre risultano in aumento il sabato (+4,5%) e la domenica (+5,61%). Nel mese di novembre, invece, le percentuali sono in discesa per tutti i giorni della settimana (-3,42% dal lunedì al venerdì, -7,29% il sabato e -3,96% la domenica).


I numeri di Area B potrebbero risentire ancora degli effetti delle giornate piovose a ottobre di quest’anno ed è il week end, quando la Ztl non è attiva, che fa segnare i numeri più alti, con +4,5% per le giornate di sabato e +5,61% la domenica. Dal lunedì al venerdì invece, l’incremento di accessi si assesta su un +3,3%. Per il mese di novembre, invece, i numeri tornano a scendere nei giorni feriali (-0,21%) e il sabato (-4,89%), mentre si alzano solo per le domeniche (+4,13%). In aumento i numeri dell’accesso al trasporto pubblico: ad ottobre si registra un +2,9% e a novembre un +0,3%. Per quanto riguarda l’utilizzo dei parcheggi di interscambio, ad ottobre c’è un netto aumento rispetto all’anno scorso (+7,9%), mentre a novembre emerge una leggera diminuzione (-0,5%).


In merito all’utilizzo dei mezzi in sharing, sono in discesa ad ottobre le auto (-5,2%), gli scooter (-38,2%), i monopattini (-8,7%) e le biciclette (-11,9%); a novembre risale nettamente l’utilizzo delle biciclette (+10,2%) e dei monopattini (+19,7%), mentre continuano a registrare numeri negativi le auto (-10,4%) e gli scooter (-9,8%), seppur in risalita.

Consorzio: allarme aviaria Usa? Gorgonzola con latte pastorizzato

Consorzio: allarme aviaria Usa? Gorgonzola con latte pastorizzatoRoma, 13 gen. (askanews) – Il Gorgonzola Dop è “formaggio erborinato, a pasta cruda, prodotto esclusivamente con latte di vacca intero pastorizzato”, come recita l’Articolo 1 del suo Disciplinare di Produzione e non è quindi minimamente interessato dall’allarme che arriva dagli Stati Uniti relativamente all’influenza aviaria. Un allarme che “impone la diffusione di notizie precise e puntuali sui cibi che possono contenere o essere prodotti con latte crudo. In rete può capitare di imbattersi in elenchi di formaggi prodotti con latte non sottoposto a trattamento termico che, a torto, includono anche il Gorgonzola”. Per questo per il Consorzio “occorre fare un po’ di chiarezza”.


Si definiscono formaggi “a pasta cruda” quelli nei quali, durante la lavorazione, la cagliata non subisce alcun riscaldamento oltre la temperatura di coagulazione. “Nessun allarme, dunque – spiega il Consorzio – in quanto la materia prima da cui nasce il formaggio Gorgonzola Dop è quella del latte intero che arriva ogni mattina nei caseifici dove avviene il processo di pastorizzazione del latte per la produzione del formaggio Gorgonzola”. Inoltre, il Gorgonzola, come tutti i prodotti a marchio “Dop”, è sottoposto quotidianamente a rigidi controlli superati i quali ogni forma porta impresso il numero che indica il caseificio che l’ha prodotta e il marchio “CG” del Consorzio di Tutela.

A Marca prima albicocca IV Gamma di Arandis (gruppo Agribologna)

A Marca prima albicocca IV Gamma di Arandis (gruppo Agribologna)Roma, 13 gen. (askanews) – Arriva a Marca la prima albicocca in IV Gamma e, per la prima volta, Arandis, la filiale O.P. commerciale del Gruppo Agribologna, firma la sua presenza alla edizione 2025 della fiera dell’ortofrutta di Bologna. A poco più di un anno dalla sua nascita, Arandis registra un andamento positivo: sono infatti 68 milioni i volumi portati a segno nel 2024.


E, tra le novità che saranno presentate a Marca 2025, ci sono quelle di Fresco Senso, il brand di IV Gamma che arriverà a distribuire 49 referenze nel canale GDO. Al centro della presenza a Marca 2025, tre nuovi mix di frutta fresca con albicocca, frutto che vede per la prima volta il suo ingresso nel settore, a seguito di una ricerca dedicata, durata diversi mesi per selezionare la varietà più adatta. Le varietà selezionate sono state giudicate come le più idonee ad arricchire il sapore, i colori e le proprietà nutrizionali dei due nuovi mix estivi. La caratteristica che unisce le diverse varietà e le definisce come “spiccagnole” è la loro polpa particolarmente soda e che si stacca facilmente dal nocciolo. La frutta protagonista dei tre mix è esclusivamente di provenienza nazionale. Prosegue anche il cammino di Questo l’ho fatto io, il brand di ortaggi, frutta ed erbe aromatiche coltivati, raccolti e selezionati dal Consorzio Agribologna, nella proposta di nuovi prodotti, arrivati a 57 referenze. I soci della Cooperativa che aderiscono al progetto sono ad oggi 28. Il brand ‘Questo l’ho fatto io’ conclude l’anno con un +29% di volumi rispetto all’anno precedente con un incremento registrato nelle referenze di frutta, in particolar modo: susine, albicocche, fragole e cachi.


“La presenza di Arandis a Marca 2025, sigla un anno dalla nascita della nostra società commerciale, espressamente dedicata ai rapporti con GDO e Normal trade – spiega Massimiliano Moretti, direttore generale Gruppo Agribologna – si è trattato di una sfida, che oggi possiamo dire affrontata con determinazione e motivazione. La IV Gamma richiede un impegno davvero importante, per l’innovazione costante della nostra proposta. Così come è continuo l’impegno dedicato alla nostra produzione orticola e frutticola, nella stretta collaborazione fra agricoltori e tecnici agronomi”.

Sanremo, Marcella Bella al Festival con Pelle Diamante

Sanremo, Marcella Bella al Festival con Pelle DiamanteRoma, 13 gen. (askanews) – Marcella Bella torna in gara, dopo diciotto anni, per la nona volta, alla 75esima edizione del Festival della Canzone Italiana con Pelle Diamante, scritto da Marcella Bella, Marco Rettani, Senatore Cirenga, Andrea Simoncini. Produzione FFN Records, Starpoint Corporation, BMG.


Marcella Bella dopo l’esordio sul prestigioso palco nel 1972 con Montagne Verdi, con cui ebbe un grandissimo successo entrando nel cuore di tanti, torna nel 1981 con Pensa per te, 1986 con Senza un briciolo di testa, 1987 con Tanti Auguri, 1988 con Dopo la tempesta, 1990 Verso l’ignoto con il fratello Gianni, 2005 con Uomo bastardo e 2007 con Forever, per sempre, con il fratello Gianni. Un palco importante per Marcella, che esordisce come cantautrice a Sanremo senza il fratello e con un brano che porta anche la sua firma.


Pelle Diamante è un inno che celebra le donne ma sa andare al di là di ogni separazione di genere, sottolineando come il diamante sia, oltre che prezioso, il più resistente a qualunque urto. Avere Pelle Diamante è avere la “pelle dura”, resistente: “E’ un inno alla donna forte e determinata che sa quello che vuole e sa essere artefice della propria vita. È talmente forte, indipendente e resistente proprio come il diamante. Con un pizzico di ironia può essere anche un po’ stronza ma sorprendente. Un pezzo contemporaneo fatto per divertirsi ballando, per un messaggio importante. Se diventasse un inno anche per una sola donna – conclude Marcella – saprei di aver fatto il mio dovere di artista”. Parole dolci e forti per un’artista che non tradisce l’immagine femminile che abbiamo di lei, confermando, al tempo stesso, come sia indomabile e “tosta”.


Marcella è una donna libera, come i suoi inconfondibili ricci che sono da sempre la sua nota distintiva come il carminio del suo rossetto che ne sottolinea il sorriso affascinante. Ancora una volta Pasquale Mammaro, l’uomo che a Sanremo, con Il Volo, Diodato e Tananai (da editore), con Orietta Berti e Donatella Rettore (da produttore e editore) e i Cugini di Campagna in ordine di tempo, ha dimostrato di avere un intuito infallibile e che quest’anno, con Marcella Bella, conferma la sua attitudine a dare valore e risalto a grandi artisti secondo il suo motto, Old is Gold.


Pelle Diamante, il singolo in gara a Sanremo sarà contenuto in ETNEA DIAMANTE EDITION con gli inediti Fino alla fine del mondo, musica di Marcella e Rosario Bella, testo di Marcella e Tacchi a Spillo remix, di L. Vizzini e S. Cirenga. È attivo il pre-order.

Hamas: “I nostri prigionieri saranno presto liberi”

Hamas: “I nostri prigionieri saranno presto liberi”Roma, 13 gen. (askanews) – “I nostri prigionieri saranno presto liberi”: Hamas ha conferma così i progressi nelle trattative per un accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi nella Striscia di Gaza.


“Rinnoviamo la nostra alleanza con il nostro popolo fedele e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle carceri, e affermiamo che abbiamo un appuntamento con la loro imminente libertà”, ha aggiunto Hamas in un comunicato che arriva dopo che apparentemente è stata raggiunta una svolta nei colloqui tenutisi durante la notte a Doha. Un responsabile del Qatar ha detto che sia Israele che Hamas hanno ricevuto una bozza “finale” della proposta di accordo, anche se un funzionario israeliano ha successivamente negato l’affermazione.


Si prevede che un potenziale accordo vedrà il rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi, compresi i condannati per terrorismo, per garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia. Si ritiene che 94 dei 251 rapiti da Hamas il 7 ottobre siano rimasti a Gaza, compresi i corpi di almeno 34 morti confermati dall’Idf.


Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua a fine novembre 2023, e prima di ciò erano stati rilasciati quattro ostaggi. Otto ostaggi sono stati salvati vivi dalle truppe mentre sono stati recuperati anche i corpi di 40 ostaggi, inclusi tre uccisi per errore dall’Idf. Hamas detiene anche due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, nonché i corpi di due soldati dell’Idf uccisi nel 2014.

Università, da Ferrara progetto per parità genere e lotta a dipendenze

Università, da Ferrara progetto per parità genere e lotta a dipendenzeRoma, 13 gen. (askanews) – A partire dal primo ottobre 2025 prende il via la seconda fase del progetto PRISMA (Promuovere Risorse Individuali e Sociali nel Mondo Accademico), che punta a costruire università italiane più inclusive, resilienti e attenti al benessere psicofisico di tutta la comunità accademica. Dopo il primo finanziamento di 2.750.000 euro, il progetto ha ottenuto un ulteriore sostegno dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per 1.810.000 euro.


PRISMA 2.0, guidato dall’Università di Ferrara in partnership con otto atenei (Politecnico di Milano, Università di Genova, di Modena e Reggio Emilia, Cattolica del Sacro Cuore, di Sassari, Ca’ Foscari di Venezia, di Parma) e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, si pone l’obiettivo di creare un ambiente accademico dove il disagio psicologico non venga stigmatizzato, ma affrontato in modo tempestivo e senza pregiudizi. La nuova fase mira a consolidare e ampliare le azioni della precedente edizione, rafforzando il supporto alla salute mentale, promuovendo l’inclusione e intervenendo su tematiche fondamentali come le disabilità, la parità di genere e le dipendenze.


Il progetto prevede il rafforzamento dei servizi di Counseling Psicologico nelle università e l’introduzione di percorsi formativi inter-Ateneo per specialisti, con un focus sul benessere psicologico e su stili di vita salutari, anche attraverso iniziative sportive e partecipative. Inoltre, PRISMA 2.0 si concentrerà sul monitoraggio continuo della salute psicologica della popolazione studentesca e sull’inclusione sociale, estendendo la ricerca a nuove aree, come la gestione dei bisogni educativi speciali e la sensibilizzazione sulle dipendenze. La seconda fase del progetto prevede anche la creazione di gruppi di supporto tra pari, attività di sensibilizzazione e formazione per tutta la comunità accademica, e il coinvolgimento diretto degli studenti in focus group e interviste, al fine di sviluppare proposte condivise di intervento.


Tra gli obiettivi principali di PRISMA 2.0, oltre alla creazione di una comunità universitaria inclusiva e consapevole, c’è la costruzione di un modello di buone pratiche replicabile in altre realtà accademiche e la promozione di una cultura del benessere come parte integrante della vita universitaria. Il progetto si propone, inoltre, di garantire la sostenibilità degli interventi attraverso una pianificazione a lungo termine, con l’obiettivo di strutturare azioni che possano essere integrati nei servizi permanenti delle università, migliorando così il benessere complessivo della comunità accademica.

Nuovo evento dedicato a tartufo nero a Roccafluvione, nelle Marche

Nuovo evento dedicato a tartufo nero a Roccafluvione, nelle MarcheRoma, 13 gen. (askanews) – Nasce nel cuore delle Marche, a Roccafluvione, un nuovo evento dedicato al tartufo nero pregiato: dal 24 al 26 gennaio arriva, infatti, il primo Tartufo Nero Festival di Roccafluvione. Il borgo in provincia di Ascoli Piceno si candida così a diventare un nuovo punto di interesse per quanti sono appassionati di tartufo nero pregiato, che cresce nei boschi di Roccafluvione e nei territori limitrofi e che, da quest’anno, sarà non solo al centro di una mostra mercato, ma anche occasione di approfondimento culturale.


Il Nero di Roccafluvione, che cresce tra i 5 e i 20 cm di profondità nei terreni freschi e calcarei della zona, è raccolto grazie all’uso di cani addestrati e tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Roccafluvione è un comune sparso e fa parte dell’Unione montana del Tronto e Valfluvione. Deve il suo nome al torrente Fluvione e ai castelli medievali che un tempo punteggiavano la zona e custodisce tesori come il suggestivo Ponte Nativo, simbolo del comune, le cascate di Forcella e i misteriosi massi erratici dei castagneti di Meschia. Il territorio offre anche splendidi percorsi naturalistici, come il Grande Anello dei Borghi Ascolani, ideale per gli amanti del turismo lento, tra natura incontaminata e panorami mozzafiato. Il programma del Festival prevedrà appuntamenti dedicati alla scoperta del tartufo nero: mostre mercato, degustazioni, esperienze di truffle hunting e incontri con esperti e chef.

Vino, Aivv: scelta di bere sia accompagnata da consapevolezza critica

Vino, Aivv: scelta di bere sia accompagnata da consapevolezza criticaMilano, 13 gen. (askanews) – “In un contesto in cui il dibattito sul consumo di alcol è più acceso che mai, la scelta di bere vino deve essere accompagnata da una consapevolezza critica. Se il vino viene consumato con moderazione e apprezzato per le sue qualità intrinseche, può rimanere una parte significativa della cultura gastronomica. La sfida per il futuro sarà quella di educare i consumatori a fare scelte informate, garantendo al contempo la sostenibilità dell’industria vitivinicola”. E’ quanto sostiene il vicepresidente dell’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv), Vincenzo Gerbi, in una relazione dal titolo “Alcol e vino” che parte dalla recente allerta dell’Oms che ha messo in guardia contro il consumo di alcol, sostenendo che “non c’è un consumo moderato e nessuna quantità è sicura per la salute”.


“Questa posizione è stata sostenuta dal capo operativo della Sanità statunitense, Vivek Murthy, che ha evidenziato una correlazione diretta tra l’alcol e almeno sette tipi di cancro, tra cui quelli al seno e al colon” ha ricordato Gerbi, precisando che “Murthy ha chiesto l’introduzione di etichette sanitarie sulle bottiglie di alcolici, un passo che potrebbe segnare un cambiamento significativo nella consapevolezza pubblica riguardo ai rischi associati al consumo di alcol”. “Professionisti e appassionati di vino si trovano ora a dover riflettere sulle implicazioni etiche e sociali del loro operato: è evidente che, mentre ci sono persone che godono di una vita sana consumando vino con moderazione, ci sono anche casi di abuso che portano a gravi danni alla salute” ha proseguito il vicepresidente dell’Aivv, evidenziando che “l’alcol rappresenta solo una frazione del totale del vino: con l’83-84% di acqua e circa il 13-14% di alcol, il restante 3% è composto da componenti come polifenoli e aromi, che conferiscono al vino le sue caratteristiche uniche. Gli intenditori non si concentrano sul grado alcolico ma piuttosto sulla complessità dei sapori e degli aromi che ogni varietà e ogni territorio conferisco al vino – ha aggiunto – e quindi l’educazione alimentare risulta cruciale per promuovere una maggiore consapevolezza tra i giovani e i loro genitori. È fondamentale che i messaggi sui rischi legati all’alcol siano chiari e completi, evitando semplificazioni eccessive”.


“A partire dalla vendemmia 2024, sarà obbligatorio indicare in etichetta le informazioni nutrizionali e gli ingredienti utilizzati nella vinificazione. Questo rappresenta un passo importante verso la trasparenza ma è essenziale che i consumatori siano in grado di interpretare correttamente queste informazioni” ha rammentato Gerbi, sottolineando che “se l’alcol è un pericoloso cancerogeno, qualunque sia la bevanda che lo contiene e indipendentemente dalla dose assunta, allora il bevitore di vino, saggio e moderato, dovrà considerare l’alcol del vino come un possibile danno collaterale, un pericolo da tenere presente, senza però indurlo a rinunciare al piacere sensoriale di questa fantastica e millenaria bevanda”. Infine, in merito alla questione dei vini dealcolati, ha affermato che “questa pratica solleva interrogativi sulla qualità e sul profilo gustativo dei vini, specialmente per quanto riguarda l’equilibrio tra dolcezza, tannicità e acidità”.