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Tag: Sanremo 2023

Fratoianni (Avs): la Puglia che verrà è anche nelle mani di Vendola

Fratoianni (Avs): la Puglia che verrà è anche nelle mani di VendolaRoma, 9 apr. (askanews) – “Nichi Vendola è una personalità di assoluto rilievo intellettuale e politico. È stato per dieci anni il presidente della Regione Puglia e questa regione, lo dico senza tema di smentita, l’ha cambiata in modo profondissimo. Un governo del cambiamento, la politica come strumento di trasformazione e non di mera gestione degli interessi e degli equilibri preesistenti. E lo ha fatto nel segno della dignità del lavoro, della protezione del territorio, dell’investimento sulla cultura, della centralità dei beni comuni. Valori e idee pienamente inscritti nell’identità di Avs”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in un’intervista all’edizione pugliese de La Repubblica.


“In cosa consiste la nostra critica al sistema Emiliano? Michele Emiliano è stato disinvolto in alcune relazioni e passaggi, – prosegue il leader di SI – accarezzando un’idea di civismo che troppe volte si è confusa con il trasformismo. E poi c’è la nostra estromissione dalla giunta regionale. Detto questo, non ci interessa la polemica: Avs vuole occuparsi del futuro della Puglia. Anche perché battersi per l’unità davanti a questa destra è oggi un imperativo che consideriamo fondamentale. Alle elezioni regionali pugliesi ci sarà la lista di Alleanza Verdi Sinistra, che per noi, come ho detto molte volte, è un progetto irreversibile. Ora lavoreremo per dare la massima forza a questo progetto anche in Puglia. In tanti guardano ad Avs come a un punto di riferimento e noi abbiamo sempre dimostrato che non ci manca l’apertura per discutere con chi vuole contribuire a rafforzarlo”, conclude Fratoianni.

Finanza.Tech lancia la rete FT advisor per selezione e formazione

Finanza.Tech lancia la rete FT advisor per selezione e formazioneRoma, 9 apr. (askanews) – Finanza.tech, Società Benefit e fintech company quotata su Euronext Growth Milan, annuncia una campagna di formazione e selezione di professionisti in tutta Italia volta alla creazione di una rete nazionale di Financial Technology Advisor (FT Advisor): nuove figure professionali capaci di supportare le aziende italiane nella gestione finanziaria strategica ed operativa, mediante la combinazione, da un parte, di solide competenze e relazioni in ambito finanziario e, dall’altra parte, dell’uso della tecnologia, dei big data e dell’intelligenza artificiale.


L’obiettivo di Finanza.tech, informa una nota, è offrire alle PMI un supporto strategico in termini di gestione finanziaria tramite il nuovo servizio IllimiTED CFO, soluzione AI-human based recentemente lanciata dalla società che combina l’expertise di esperti in finance management con strumenti avanzati basati sull’intelligenza artificiale. In questo contesto, i Financial Technology Advisor ricopriranno un ruolo cruciale: saranno consulenti di fiducia capaci di instaurare relazioni solide con le aziende al fine di guidarle nell’adozione di soluzioni digitali innovative, pensate per ottimizzare la gestione finanziaria d’impresa e creare nuove opportunità di business e crescita. “Con la rete FT Advisor, vogliamo rispondere alla grande esigenza di “miglioramento finanziario” delle PMI, offrendo al tempo stesso nuove opportunità di lavoro e formazione aperte a tutti – ha commentato Nicola Occhinegro, CEO e Founder di Finanza.tech. L’impegno della nostra società, da sempre, è volto a sostenere il tessuto imprenditoriale italiano e il benessere economico del Paese tramite competenze di alto livello e strumenti innovativi di finance management. Invitiamo tutte le ragazze e i ragazzi interessati a condividere questa missione, a unirsi e a crescere insieme a noi”.

Dazi, Fedriga: recessione? Rischio è la paura di investire

Dazi, Fedriga: recessione? Rischio è la paura di investireTrieste, 9 apr. (askanews) – Per Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, i nuovi dazi “non porteranno a una recessione”, ma – dichiara in un’intervista a ‘Il Giornale’ – “il vero rischio è rappresentato dall’incertezza e dalla paura di investire. Questi due elementi potrebbero portare a effetti recessivi”. Perciò, secondo Fedriga, “bisogna porre la massima attenzione a cambiamenti unilaterali di regole e accordi, che rischiano di ridurre la propensione delle imprese all’investimento e di conseguenza di impattare negativamente anche sulla capacità di crescita”.


Fedriga aggiunge di non credere neppure che oggi si possa parlare di guerra commerciale globale. “Credo, però, che vi sia il rischio di arrivarci se la reazione ai dazi imposti dall’amministrazione statunitense dovesse essere ‘isterica’, con proposte di contro-dazi. Una reazione di questo tipo – sottolinea il presidente – anzichè perseguire la via della negoziazione porterebbe a un effetto ‘muro contro muro’, che rischierebbe di bloccare le possibilità di crescita sia delle nostre imprese sia di quelle americane”.

Dazi, Trump: gli Usa guadagnano 2 miliardi di dollari al giorno. E abbatte il Green Deal rilanciando il carbone

Dazi, Trump: gli Usa guadagnano 2 miliardi di dollari al giorno. E abbatte il Green Deal rilanciando il carboneRoma, 8 apr. (askanews) – Il presidente Usa Donald Trump ha difeso la sua linea in tema di dazi, affermando che gli Stati Uniti “guadagnano 2 miliardi di dollari al giorno” grazie ai dazi. Trump ha anche reso noto che Giappone e Corea del Sud stanno inviando rappresentanti negli Stati Uniti proprio per negoziare e raggiungere un accordo sui nuovi dazi. “L’America – ha assicurato Trump – tornerà molto presto ad essere molto ricca”.


Trump, dopo aver parlato ad una platea di minatori nella Sala est della Casa Bianca, ha firmato – come riferisce The Guardian – quattro ordini esecutivi per rilanciare il carbone. “Stiamo ponendo fine alla guerra di Joe Biden contro il carbone bello e pulito, e non è stato solo Biden, è stato Obama”, ha detto il presidente americano, in piedi di fronte ai minatori di carbone con le loro divise da lavoro, iniziando il suo discorso minimizzando l’impatto ambientale del carbone, come mostra il video trasmesso dalla Casa Bianca. Innanzitutto per togliere, “le regolamentazioni inutili che prendevano di mira il carbone pulito e meraviglioso”. Inoltre “accelereremo rapidamente le locazioni per l’estrazione del carbone su terreni federali”, “snelliremo le procedure di rilascio dei permessi”, “porremo fine alla parzialità del governo contro il carbone”. E ha annunciato che verrà usato il Defense Production Act “per dare una spinta all’estrazione del carbone in America”.


Trump ha sottolineato che “il valore del carbone inutilizzato nel nostro Paese è cento volte maggiore di tutto l’oro di Fort Knox”, aggiungendo che “lo scateneremo per rendere l’America di nuovo ricca e potente”. Il presidente Usa ha inoltre spiegato che il suo ordine esecutivo include una clausola di garanzia per far sì che un presidente di “estrema sinistra radicale” non potrà comunque in futuro annullare il suo stesso ordine esecutivo sul carbone. Il presidente non ha però spiegato nel dettaglio cosa significhi e come ciò potrebbe accadere. Trump ha annunciato una nuova stagione di incentivi all’uso di tale energia. Trump ha infatti sottolineato che il suo ordine esecutivo ordinerà anche al segretario all’energia Chris Wright di “utilizzare miliardi di dollari di finanziamenti federali per investire nel futuro della tecnologia del carbone”. Trump nel suo discorso ha criticato il Green New Deal, affermando che il cambiamento climatico creerà più “proprietà in riva al mare”.


Poi – come riferisce The Guardian – Donald Trump ha firmato quattro ordini esecutivi sul carbone. Il primo ordina a tutti i dipartimenti e alle agenzie di “porre fine a tutte le politiche discriminatorie contro l’industria del carbone”, anche ponendo fine alla moratoria sull’affitto del carbone su terreni federali e accelerando tutti i finanziamenti consentiti per i progetti sul carbone. Il secondo impone una moratoria sulle “politiche non scientifiche e irrealistiche messe in atto dall’amministrazione Biden” per proteggere le centrali elettriche a carbone attualmente in funzione.


Il terzo promuove “la sicurezza e l’affidabilità della rete” assicurando che le politiche siano focalizzate sulla “produzione energetica sicura ed efficace” anziché sulle politiche “woke” che “discriminano le fonti di energia sicure come il carbone e altri combustibili fossili”. E il quarto incarica il dipartimento di giustizia di “perseguire e indagare vigorosamente” sulle politiche “incostituzionali” degli “Stati radicalmente di sinistra” che “discriminano il carbone”.

Calcio, Impresa Inter: Bayern battuto 2-1 all’Allianz

Calcio, Impresa Inter: Bayern battuto 2-1 all’AllianzRoma, 8 apr. (askanews) – Impresa dell’Inter che vince 2-1 l’andata dei quarti, battendo il Bayern all’Allianz Arena (dove non perdeva da 4 anni). Tante occasioni nel primo tempo, tra cui il palo colpito da Kane, ma a trovare la rete è Lautaro Martinez. Nella ripresa l’argentino ha anche la chance per la doppietta, entra Muller e fa 1-1 all’85’. Frattesi la decide a due minuti dal termine.


Nell’altro match della serata prova strepitosa dell’Arsenal che batte il Real Madrid 3-0 dopo una gara attenta difensivamente e di grande qualità. Dopo un primo tempo equilibrato, il match si sblocca nella ripresa con una gran punizione di Rice. Dopo una manciata di minuti ancora Rice raddoppia sempre su punizione. Real in difficoltà, ne approfitta anche Merino che segna il gol del 3-0. Al ritorno, servirà un’impresa alla squadra di Ancelotti per ribaltare il risultato. Al 94′ rosso a Camavinga.

Sci, Brignone dimessa dall’ospedale: “Alle Olimpiadi solo se al 100%”

Sci, Brignone dimessa dall’ospedale: “Alle Olimpiadi solo se al 100%”Roma, 8 apr. (askanews) – “L’unica cosa… non toccatemi la gamba, vi prego”. Federica Brignone si presenta così, con il sorriso e con una battuta, davanti alla schiera di giornalisti che la attendeva subito dopo le dimissioni dalla clinica “La Madonnina” di Milano dove è stata operata lo scorso 3 aprile in seguito alla brutta caduta in Val di Fassa, durante i Campionati Italiani, in cui aveva riportato la rottura del piatto tibiale, della testa del perone e del crociato anteriore della gamba sinistra. “Per prima cosa vorrei ringraziare chi mi ha soccorso a Trento, i Carabinieri, la Federazione: mi sono resa conto solo post intervento di quanto ho rischiato e di tutto quello che è successo, perché io pensavo fosse una cosa veloce. Li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per permettermi di operarmi subito e per evitare delle complicazioni grandi che magari mi avrebbero portata ad avere dei problemi per tutta la vita. Hanno fatto di tutto per curarmi subito e li ringrazio. Ero in uno dei momenti più belli della mia vita ed è successa questa cosa, però succede; se fai lo sciatore, succede. Così tosta forse è un po’ troppo, però dall’altra parte ho ricevuto così tanto affetto: mi hanno mandato messaggi, fiori, regali… Sono stati cinque giorni in cui ho ricevuto un sacco di energia e affetto da parte di tutti”.


Sulle Olimpiadi dice: “Non lo possiamo sapere oggi. È uno stimolo ma perché era uno stimolo prima. Io volevo continuare la mia carriera ovviamente per le Olimpiadi in casa. Dall’altra parte, io in questo momento non voglio che questa cosa mi distrugga il mio percorso: l’importante adesso è guarire nel modo giusto perché io sarò competitiva solo nel momento in cui la mia gamba sarà guarita completamente, altrimenti non puoi andare sugli sci, osare e giocarti delle vittorie e delle medaglie. Lo puoi fare solo stando al 100%”.

Luiss BS e Italia del vino insieme per formare nuovi professionisti

Luiss BS e Italia del vino insieme per formare nuovi professionistiVerona, 8 apr. (askanews) – Il Consorzio Italia del Vino in collaborazione con Luiss Business School ha annunciato il lancio del Wine Business Program 2025, un percorso didattico innovativo nato per formare giovani talenti destinati a ricoprire ruoli strategici nelle imprese vitivinicole italiane.


“È un percorso di gestione aziendale – ha spiegato ad askanews Raffaele Oriani, Dean della Luiss Business School – che insiste tanto sulle competenze più manageriali, le skill trasversali, ma che dà anche gli studenti competenti sul settore, sul mercato, e quindi l’obiettivo è di dare a questi studenti capacità e conoscenze sul mondo del del vino, ma anche sul mondo delle aziende. Noi come Luiss Business School abbiamo nella nostra missione quella di lavorare al fianco delle imprese per formare le le risorse e per supportare i processi di crescita e trasformazione. Quindi questo è un intervento di formazione manageriale chiaramente entra nel nostre corde, ma con una specifica applicazione al mondo del vino grazie alla collaborazione con il consorzio che chiaramente ci ha avvicinato ancor di più a questo mondo che già conoscevamo avendo già dei programmi naturalmente su questo settore”. Il programma è rivolto a laureati e studenti universitari, anche triennali, motivati a costruire una carriera nel mondo del vino e si pone l’obiettivo di colmare il divario tra accademia e impresa, fornendo competenze immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.


“Abbiamo fatto questa proposta – ha aggiunto Roberta Corrà, Presidente di Italia del Vino – di iniziare un percorso formativo che prevedesse tutte le funzioni aziendali. Abbiamo cercato la collaborazione di una primaria università italiana e con lei abbiamo scelto e costruito questo percorso. Sarà rivolto a 20 giovani appassionati del mondo del vino che dopo un periodo di formazione frontale in aula verrà affidato uno stage, un project work, all’interno delle nostre aziende alla fine del quale i cinque migliori saranno assunti con contratto a tempo determinato, ma soprattutto avremo la possibilità noi come aziende di conoscere questo nuovo mondo dei giovani, di capire come comunicano, cosa li attrae dal vino e perché non riusciamo mai a farli approcciare al vino e preferiscono altro”. Il legame tra la Luiss e il territorio veronese passa anche dalla figura di Rita Carisano, direttore generale dell’ateneo e in precedenza alla guida di Confindustria Verona, che vede nella partnership con il consorzio un modo di rendere la formazione un motore di sviluppo economico e sociale. Il progetto, articolato su 37 giornate di formazione in aula, è sostenuto da un network di partner tecnici che ne condividono le finalità ed è aperto a nuove collaborazioni.

Prandini (Coldiretti) a Meloni: da dazi impatto di oltre 3 mld

Prandini (Coldiretti) a Meloni: da dazi impatto di oltre 3 mldRoma, 8 apr. (askanews) – “Stiamo affrontando un problema che è europeo e servono diplomazia e risorse europee. Qualsiasi risorsa sarà messa disposizione a livello nazionale per contrastare questo delicato momento dovrà essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e quindi all’agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che nel pomeriggio ha partecipato al confronto a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per affrontare l’impatto dei dazi Usa sui prodotti agroalimentari italiani.


Prandini ha voluto sottolineare che i dazi avranno un “impatto che potrebbe superare i 3 miliardi di euro tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti e perdita di quote di mercato”. Durante il vertice a cui hanno partecipato le rappresentanze agricole, Prandini ha illustrato i dati che preoccupano e confermano come le tariffe al 20% decise dal presidente Trump colpiscano duramente l’export Made in Italy, minacciando un comparto strategico per l’economia nazionale. Ricordano che nel solo 2024, “l’agroalimentare italiano ha registrato un valore record di esportazioni verso gli Stati Uniti pari a 7,8 miliardi di euro”, Prandini ha rimarcato che il dazio “se applicato su questi livelli, rischia di tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani e consumatori americani”.


Ecco che allora è la diplomazia che deve giocare un ruolo determinate con l’Europa che deve parlare “con un’unica voce – ha spiegato Prandini – senza seguire la logica del contro dazio che non porterebbe da nessuna parte ma rischierebbe di peggiorare una situazione già delicata”. Al termine dell’incontro, Prandini ha consegnato alla premier un documento contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe e per sostenere le aziende: tra queste potenziare i fondi per l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro l’Italian sounding e sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocità, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili soluzioni concrete. “È il momento dell’unità – ha aggiunto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – del coraggio e della visione. Non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.

Assolatte a Meloni: dazi, aprire confronto costruttivo con Usa

Assolatte a Meloni: dazi, aprire confronto costruttivo con UsaRoma, 8 apr. (askanews) – “Serve aprire immediatamente un negoziato costruttivo con l’amministrazione americana, dimostrarsi disponibili a fare le necessarie concessioni utili ad ottenere l’azzeramento, o, almeno, la drastica riduzione dei dazi negli scambi tra un Unione Europea e Stati Uniti”. Lo ha detto Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, che oggi pomeriggio ha incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per un confronto sul tema dei dazi USA.


Al termine della riunione, Zanetti ha confermato le preoccupazioni del settore per la situazione che si sta creando. I nuovi dazi, infatti, colpiscono duramente il settore lattiero caseario e avranno un effetto nefasto sui bilanci delle aziende del sistema latte Italia. Gli Stati Uniti rappresentano la prima destinazione extra europea per i formaggi italiani tradizionali. Nel 2024, le esportazioni in USA hanno superato le 40.000 tonnellate di prodotti, per un controvalore di 500 milioni di euro, con una crescita del 10% rispetto al 2023. Un primato costruito con molti investimenti e grande fatica.


“Tre quarti dell’avanzo commerciale del nostro settore è garantito proprio dall’export verso gli Stati Uniti, non c’è quindi un minuto da perdere – ha commentato Zanetti – Non è il momento di alzare barricate e siamo sicuri che la presidente Meloni saprà farsi portavoce anche dei nostri timori durante i determinanti incontri che la aspettano nei prossimi giorni”.

Meloni il 17 da Trump per dazi. E mette su tavolo 25 mld per imprese

Meloni il 17 da Trump per dazi. E mette su tavolo 25 mld per impreseRoma, 8 apr. (askanews) – Giorgia Meloni volerà a Washington il 17 aprile e a Donald Trump proporrà la formula “zero per zero” sui dazi. Intanto il governo mette sul tavolo 25 miliardi di euro, tra risorse Pnrr e fondi di coesione, a sostegno di imprese e lavoratori a cui propone un “nuovo patto” per fare “fronte comune”. Lo ha annunciato la stessa presidente del Consiglio, che a Palazzo Chigi ha incontrato le categorie economiche per un confronto sulle misure e le strategie da mettere in campo per affrontare il problema dei dazi. Con lei, al tavolo della Sala Verde di Palazzo Chigi, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti (Giorgetti, Urso, Foti, Lollobrigida) e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.


Meloni nel suo intervento ha ribadito che ritiene quella del tycoon una decisione “assolutamente sbagliata” che finirà per “danneggiare l’Europa quanto gli Stati Uniti”. Però, al momento, gli impatti per l’Italia non sono quantificabili: “Le esportazioni italiane negli Stati Uniti valgono cica il 10% delle nostre esportazioni totali. L’introduzione di dazi può, chiaramente, ridurre questa quota di export ma non la azzera ed è oggettivamente presto per quantificarne l’effetto e per capire quanto i nostri prodotti saranno effettivamente penalizzati”. Dunque in questa fase occorre evitare “panico” e “allarmismo” che “rischiano di fare molti più danni della misura in sé”. Tre le direttrici su cui si basa la strategia del governo. In primo luogo il negoziato con gli Usa e la “sfida” è “lavorare con l’Unione Europea per definire un accordo positivo”. L’Ue, ha sottolineato, adesso ha scelto una reazione “propedeutica ad una trattativa non escalatoria”, che Meloni apprezza, mentre “se la posizione fosse stata quella di una escalation, l’Italia non l’avrebbe supportata”. La via da esplorare è quella della formula “zero per zero” già proposta da Ursula von der Leyen. “È questo – sostiene – il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il presidente degli Stati Uniti”.


Il secondo punto riguarda il ‘cambio di passo’ che il governo italiano chiede all’Europa. Una necessità “ineludibile” nella situazione attuale perchè “se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a far finta di niente o a pretendere di iper regolamentare tutto, semplicemente non sopravviverà e abbiamo un problema più grande dei dazi americani”. Dunque le sue proposte, già anticipate nei giorni scorsi, riguardano in primo luogo “fortissime correzioni” al Green Deal, le cui regole “ideologiche e non condivisibili” non “erano sostenibili ieri, non lo sono a maggior ragione oggi”. Occorre inoltre “rafforzare la competitività delle nostre imprese, accelerare il percorso verso il mercato unico, accelerare la riforma del mercato elettrico, e penso alla semplificazione, visto che l’Unione europea è soffocata dalle regole e le regole sono alla fine delle tasse, dei dazi autoimposti”. Dunque tra le ipotesi c’è quella di una “moratoria regolatoria” fino a quando non sarà chiaro il quadro di riferimento. L’Europa, infine, deve salvaguardare il mercato interno per evitare gli impatti dovuti alla “sovrapproduzione della Cina e di altri Paesi soprattutto asiatici”. Parallelamente, il governo intende intervenire a sostegno dell’economia italiana, reperendo fondi “che non hanno un impatto sulla finanza pubblica”. La via annunciata da Meloni alle associazioni delle imprese è quella di utilizzare 25 miliardi di risorse fresche, dalla rimodulazione di Pnrr e fondi di coesione. In particolare, ha precisato, “abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”. Altri soldi potranno venire dalla revisione della politica di coesione approvata la scorsa settimana dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Per l’Italia “circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea”. Inoltre, ha concluso, “in questi mesi stiamo poi programmando, è infatti in corso una consultazione pubblica, il Piano Sociale per il Clima, con una dotazione UE di 54 miliardi (2026-2032), che prevede per il nostro Paese circa 7 miliardi di euro complessivi, destinato a ridurre i costi dell’energia per famiglie e microimprese, attraverso misure per compensare i costi logistici e incentivare le tecnologie pulite”. Infine “il governo intende portare avanti il rafforzamento degli strumenti di sostegno all’export delle nostre imprese, potenziando quelli già esistenti a partire dal sistema fondato sull’Agenzia Ice, Simest e Sace”.