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Tag: Sanremo 2023

Università Padova in Etiopia per due Blended Intensive Course

Università Padova in Etiopia per due Blended Intensive CourseRoma, 1 feb. (askanews) – Si sono svolti dal 22 al 26 gennaio ad Addis Abeba e a Bishoftu (Oromia) due dei cinque Blended Intensive Course promossi e finanziati nel 2023-2024 da Fondazione IHEA – Italian Higher Education with Africa di cui l’Università di Padova è socio fondatore insieme a Università di Bologna, Università di Firenze, Politecnico di Milano, Università di Napoli “Federico II” e Università di Roma “Sapienza”.

Le attività in loco dei due corsi che si sono svolti in Etiopia – informa una nota dell’Università di Padova – sono state precedute in dicembre da lezioni svolte in videoconferenza. Il primo Blended Intensive Course in “Sustainability and health aspects in the development of selected value chains of the agri-food sector in Ethiopia” è stato organizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con il Dipartimento MAPS dell’Università di Padova e dal College of Veterinary Medicine and Agriculture della Addis Ababa University e ha approfondito la sostenibilità delle filiere della carne bovina, avicola e del latte, settori in grande trasformazione nel contesto etiope, puntando a formare una ventina di professioniste e professionisti etiopi nella promozione di queste filiere.

Si è trattato di un corso che si è svolto online e in presenza, che ha saputo mescolare persone e discipline diverse (la sanità animale e la sicurezza alimentare con lo sviluppo con gli aspetti economici e organizzativi delle filiere alimentari), mettendo a confronto contesti e culture diversi. Un Corso ‘intensive’ sia per la settimana in presenza, sia per le numerose attività, sia per l’immersione in una realtà e in una cultura lontana e affascinante, come quella etiope. Il secondo Blended Intensive Course con il tema focalizzato su ‘Intensive Care on Epidemics’, è stato proposto a diverse strutture sanitarie in Etiopia. Si è svolto in parte online e per un’intera settimana in presenza e ha visto la partecipazione attenta ed attiva di 23 medici, infermieri, ostetrici e personale sanitario da 4 ospedali etiopi. Le lezioni online sono state tenute tra novembre e dicembre 2023 dai docenti Gianluca Russo (La Sapienza) sulle malattie infettive a potenziale rischio epidemico, Paola Parronchi (Università di Firenze) sulle risposte dell’organismo alle infezioni, e dai docenti di Padova Jas Mantero (Epidemic Intelligence), Marco Fonzo (Non Pharmacological Interventions), Lucia Didonè, Matilde Giacomello ed Elisa Regazzi (Nursing management for patients with infectious diseases).

Nel corso della settimana di attività in presenza, svolta presso l’Università Cattolica dell’Etiopia ECUSTA – Higher Learning Institute, si sono alternate lezioni teoriche e attività in simulazione, tenute dai docenti dell’Università di Padova Carla Mucignat (Pain in the critically ill patient), Gemma Rocco (Laboratory testing for epidemic diseases), Carlo Alberto Camuccio, Sara Marchiori e Mariateresa Rigato (Nursing management of epidemics). La sessione finale dei due corsi si è tenuta congiuntamente il 26 gennaio nell’Auditorium dell’Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba e ha visto interventi di autorità governative e accademiche, il saluto iniziale del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Semen Kumurzhi e gli interventi del Ministero per l’Agricoltura di Etiopia e dell’Organizzazione non governativa CUAMM.

I partecipanti ai corsi, infine, hanno presentato i lavori di gruppo e fornito un feedback sulla rilevanza delle attività svolte e le future aspettative accademiche e professionali di cooperazione. La mattinata di lavori si è conclusa con la consegna dei diplomi di partecipazione.

Formula1, per Lewis Hamilton possibile approdo in Ferrari

Formula1, per Lewis Hamilton possibile approdo in FerrariRoma, 1 feb. (askanews) – Lewis Hamilton in Ferrari. La notizia, rilanciata da Sky UK, rimbalza sul web con le anticipazioni del Corriere della Sera. Il sette volte campione del mondo approderebbe a Maranello nel 2025, ma non è escluso che il colpo possa essere anticipato addirittura di una stagione. L’ufficialità, scrive la Gazzetta dello Sport online, potrebbe anche arrivare in giornata. Se quest’operazione dovesse andare in porto, Lewis dovrebbe sostituire Carlos Sainz, e il Cavallino si assicurerebbe un dream team composto dallo stesso Hamilton e da Charles Leclerc, fresco di rinnovo di contratto.

Accordo sugli aiuti Ue all’Ucraina, 2 clausole per l’ok di Orban

Accordo sugli aiuti Ue all’Ucraina, 2 clausole per l’ok di OrbanBruxelles, 1 feb. (askanews) – Tutti i 27 leader dei Paesi Ue riuniti a Bruxelles hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. “Ciò garantisce finanziamenti costanti, a lungo termine e prevedibili per l’Ucraina. L’Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità nel sostenere l’Ucraina; sappiamo qual è la posta in gioco”, ha commentato su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il summit straordinario si è così aperto con l’importante intesa sugli aiuti a Kiev.

Prima del Consiglio – cominciato in ritardo di oltre un’ora – si era tenuto un incontro tra Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier ungherese Viktor Orban per convincere quest’ultimo a dare il via libera all’intesa sul bilancio Ue. Secondo fonti del Consiglio europeo, l’accordo sull’aiuto macrofinanziario da 50 miliardi di euro per l’Ucraina, contenuto nella revisione del bilancio pluriennale dell’Ue (2O21-2027), è stato conseguito in base a due clausole che sono state aggiunte per venire parzialmente incontro alle richieste dell’Ungheria.

La prima consisterebbe nell’accettazione da parte del Consiglio europeo, di una discussione annuale sull’attuazione del pacchetto di sostegno per l’Ucraina (come chiedeva Budapest), ma senza un nuovo voto di approvazione (come avrebbe voluto l’Ungheria). Inoltre, la Commissione sarebbe invitata a presentare entro due anni ai capi di Stato e di governo una nuova proposta di revisione del bilancio pluriennale, se necessaria, che presuppone invece un nuovo voto unanime da parte degli Stati membri. La seconda clausola riguarderebbe il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto, un regolamento che blocca i finanziamenti per certi programmi comunitari quando non sono garantite, nel paese interessato, l’indipendenza della magistratura e altre condizioni necessarie ad assicurare la buona gestione dei fondi Ue. Il testo conterrebbe un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020 in cui si sottolineava che “l’applicazione del meccanismo di condizionalità a norma del regolamento sarà obiettiva, equa, imparziale e basata sui fatti, garantendo l’equità dei procedimenti, la non discriminazione e la parità di trattamento degli Stati membri”.Inoltre “le misure a norma del meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto sulla sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione o sugli interessi finanziari dell’Unione e il nesso di causalità tra tali violazioni e le conseguenze negative per gli interessi finanziari dell’Unione dovrà essere sufficientemente diretto e debitamente accertato. La semplice constatazione di una violazione dello Stato di diritto non è sufficiente ad attivare il meccanismo”.

Accordo Ue su paccheto aiuti all’Ucraina, due clausole per l’ok di Orban

Accordo Ue su paccheto aiuti all’Ucraina, due clausole per l’ok di OrbanBruxelles, 1 feb. (askanews) – Tutti i 27 leader dei Paesi Ue riuniti a Bruxelles hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. “Ciò garantisce finanziamenti costanti, a lungo termine e prevedibili per l’Ucraina. L’Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità nel sostenere l’Ucraina; sappiamo qual è la posta in gioco”, ha commentato su X il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il summit straordinario si è così aperto con l’importante intesa sugli aiuti a Kiev.

Prima del Consiglio – cominciato in ritardo di oltre un’ora – si era tenuto un incontro tra Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier ungherese Viktor Orban per convincere quest’ultimo a dare il via libera all’intesa sul bilancio Ue. Secondo fonti del Consiglio europeo, l’accordo sull’aiuto macrofinanziario da 50 miliardi di euro per l’Ucraina, contenuto nella revisione del bilancio pluriennale dell’Ue (2O21-2027), è stato conseguito in base a due clausole che sono state aggiunte per venire parzialmente incontro alle richieste dell’Ungheria.

La prima consisterebbe nell’accettazione da parte del Consiglio europeo, di una discussione annuale sull’attuazione del pacchetto di sostegno per l’Ucraina (come chiedeva Budapest), ma senza un nuovo voto di approvazione (come avrebbe voluto l’Ungheria). Inoltre, la Commissione sarebbe invitata a presentare entro due anni ai capi di Stato e di governo una nuova proposta di revisione del bilancio pluriennale, se necessaria, che presuppone invece un nuovo voto unanime da parte degli Stati membri. La seconda clausola riguarderebbe il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto, un regolamento che blocca i finanziamenti per certi programmi comunitari quando non sono garantite, nel paese interessato, l’indipendenza della magistratura e altre condizioni necessarie ad assicurare la buona gestione dei fondi Ue. Il testo conterrebbe un richiamo alle conclusioni del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020 in cui si sottolineava che “l’applicazione del meccanismo di condizionalità a norma del regolamento sarà obiettiva, equa, imparziale e basata sui fatti, garantendo l’equità dei procedimenti, la non discriminazione e la parità di trattamento degli Stati membri”.

Inoltre “le misure a norma del meccanismo dovranno essere proporzionate all’impatto delle violazioni dello Stato di diritto sulla sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione o sugli interessi finanziari dell’Unione e il nesso di causalità tra tali violazioni e le conseguenze negative per gli interessi finanziari dell’Unione dovrà essere sufficientemente diretto e debitamente accertato. La semplice constatazione di una violazione dello Stato di diritto non è sufficiente ad attivare il meccanismo”.

Premierato, al via vertice maggioranza ristretto sulle riforme

Premierato, al via vertice maggioranza ristretto sulle riformeRoma, 1 feb. (askanews) – E’ cominciata a palazzo Madama la riunione ristretta di maggioranza sugli emendamenti da presentare al premierato. All’incontro partecipano: la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il capogruppo di Fdi, Lucio Malan, della Lega Massimiliano Romeo e di Fi, Maurizio Gasparri oltre al presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, e relatore del provvedimento, Alberto Balboni.

La riunione dovrebbe servire a trovare la quadra sulle proposte di modifica condivise da presentare che poi dovranno avere il ‘sigillo’ dei leader.

Malattie rare, Gemmato: con risorse a Regioni il Piano può partire

Malattie rare, Gemmato: con risorse a Regioni il Piano può partireRoma, 1 feb. (askanews) – Il Piano nazionale delle malattie rare “è un unicum del Sistema sanitario nazionale italiano. Rivendico con orgoglio il fatto che l’Italia sia il secondo Paese al mondo per approccio e cura delle malattie rare, primo in Europa e secondo solo agli Stati Uniti. A questo risultato hanno contributo tutti, anche il governo che ci ha preceduti perché il testo unico sulle malattie rare è stato licenziato all’unanimità nella passata legislatura, e questo governo ha impresso un’accelerazione nei processi che ha portato a licenziare il piano in pochissimo tempo dotandolo di 50 milioni di euro in due anni perché le Regioni possano attuarlo. I 25 milioni del 2023 sono stati ripartiti tra le Regioni che oggi hanno le risorse per mettere in campo l’azione profonda che il Piano prevede per il miglioramento dell’approccio, della presa in carico e della cura dei pazienti con malattie rare”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute con delega alle malattie rare Marcello Gemmato intervenendo al ministero della Salute all’evento “#Uniamoleforze – Rari, mai soli” organizzato da Uniamo, la Federazione italiana delle Malattie Rare, che ha dato l’avvio alle iniziative per l’edizione 2024 del Rare Disease Day che si celebra il 29 febbraio in tutto il mondo.

“Parallelamente – ha proseguito Gemmato – i nuovi Lea che entreranno in vigore ad aprile prevedono tutta una serie di misure, tra cui gli screening neonatali diffusi che purtroppo oggi vedono delle sperequazioni regionali che dovremo superare, per migliorare le performances del nostro sistema sanitario pubblico sul tema delle malattie rare”. “Tra gli eventi del G7 che si svolgerà in Puglia – ha aggiunto Gemmato – ci sarà anche il G7 Salute che si terrà ad Ancona e come evento satellite stiamo immaginando due tavoli: uno sull’antibiotico resistenza, che è una vera emergenza planetaria, e l’altro sulle malattie rare per aprire un focus su questo con gli altri Paesi del mondo. Ritengo – ha concluso – che questa sia un’occasione straordinaria per declinare un’eccellenza del nostro Ssn di cui siamo protagonisti siamo tutti noi insieme”.

Calcio, Pace fatta: Bonucci rinuncia al ricorso contro la Juve

Calcio, Pace fatta: Bonucci rinuncia al ricorso contro la JuveRoma, 1 feb. (askanews) – Pace fatta tra Bonucci e la Juventus. La società bianconera ha comunicato che “il sig. Leonardo Bonucci ha rinunciato al ricorso arbitrale promosso verso la Juventus FC, che ha accettato la rinuncia, con definitivo superamento del contenzioso, che avviene senza alcuna conseguenza di carattere patrimoniale. Juventus e Leonardo Bonucci condividono con piena soddisfazione la chiusura di questa vicenda lasciando intatto il percorso ed il rapporto vincente costruito negli anni”.

Cia a Fieragricola: con climate change 100 Dop e Igp a rischio

Cia a Fieragricola: con climate change 100 Dop e Igp a rischioRoma, 1 feb. (askanews) – Un regolamento europeo e una legge nazionale sulle biotecnologie per avere in campo colture più resistenti al climate change e alle fitopatie. È quanto serve all’agricoltura per affermare un cambio di paradigma netto di fronte alle emergenze climatiche, ambientali e fitosanitarie, e ancora di più per mettere al riparo dagli eventi catastrofali la Dop economy, che ha superato i 20 miliardi di produzione, ma che dipende, completamente, dalla salute dei territori, elemento cardine del sistema di certificazione. Di questo si è parlato alla 116esima edizione di Fieragricola durante il convegno tenuto da Cia-Agricoltori Italiani dal titolo “Dop e Ipg nella crisi climatica”.

Finora i cambiamenti climatici hanno tolto all’Italia un frutto su quattro e messo a rischio circa 1200 prodotti. Un centinaio, sottolinea Cia, sono Dop e Igp. Praticamente, sotto temperature elevate e siccità, gelate e alluvioni, il nostro Paese, primo al mondo per numero di denominazioni, 855 tra cibo e vino, vede compromesso già il 10% delle sue produzioni certificate. Dal Piemonte alla Sicilia, tra le regioni più in difficoltà, sono sotto i riflettori vere eccellenze del Made in Italy agroalimentare di qualità, come la robiola di Roccaverano Dop, la mela dell’Alto-Adige Igp, l’olio extravergine Garda Dop, il pomodoro San Marzano Dop, i limoni di Sorrento Igp e il pecorino siciliano Dop. La cozza di Scardovari Dop è minacciata dal granchio blu, i vigneti Dop e Igp, specie al Centro-Sud, soffrono sotto la peronospora, mentre l’alluvione ha dato il colpo di grazia, in Emilia-Romagna, a tipicità come il lambrusco di Sorbara Doc e le pere Igp, quest’ultime in picchiata produttiva del 75%. Per un’ampia quota della filiera delle Indicazioni geografiche tra i principali effetti “emergenziali” ci sono, infatti, siccità e innalzamento delle temperature (86%), alterazione del microclima negli areali di produzione (68%) grandine (55%) e alluvioni (42%), un toccasana sulla diffusione di almeno 40 patologie vegetali e animali (flavescenza dorata, mal dell’esca, oidio, mosca, brucellosi, solo alcune). A parte, ma a fare il totale, il peso della crisi economica, tra aumento dei costi delle materie prime, mancanza di manodopera e concorrenza sleale.

Zelensky: sono grato all’Ue per i 50 miliardi all’Ucraina, l’accordo dimostrata l’unità dell’Unione

Zelensky: sono grato all’Ue per i 50 miliardi all’Ucraina, l’accordo dimostrata l’unità dell’UnioneBruxelles, 1 feb. (askanews) – “Grato a Charles Michel e ai leader dell’Ue per aver istituito lo strumento da 50 miliardi di euro per l’Ucraina per il periodo 2024-2027”. Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“È molto importante – aggiunge – che la decisione sia stata presa da tutti e 27 i leader, il che dimostra ancora una volta la forte unità dell’Ue. Il continuo sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina rafforzerà la stabilità economica e finanziaria a lungo termine, che non è meno importante dell’assistenza militare e della pressione delle sanzioni sulla Russia”.

Dopo stop a maxicompenso, Musk minaccia di spostare Tesla in Texas

Dopo stop a maxicompenso, Musk minaccia di spostare Tesla in TexasRoma, 1 feb. (askanews) – Elon Musk ha anunciato sul suo social X – l’ex Twitter – che Tesla meterà al voto degli azionisti la proposta di spostare immediatamente la sua sede legale in Texas, dopo che una sentenza del tribunale nel Delaware ha annullato il suo pacchetto retributivo da 56 miliardi di dollari.

“Tesla si attiverà immediatamente per tenere un voto degli azionisti per trasferire lo stato di costituzione in Texas”, ha scritto Musk sulla sua piattaforma di social media X. Musk ha anche tenuto su X un sondaggio informale, sostenendo che il risultato è stato “inequivocabilmente a favore del Texas”.

Questa settimana una sentenza della giudice Kathaleen McCormick ha stabilito che il pacchetto retributivo da record di 56 miliardi di dollari di Musk è stato approvato impropriamente dal consiglio di amministrazione della società. La causa era stata intentata da una patte degli azionisti di Tesla, che vedevano come eccessivo il compenso.