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Tag: Sanremo 2023

Cina, il PMI manifatturiero migliorato a gennaio ma ancora sotto 50

Cina, il PMI manifatturiero migliorato a gennaio ma ancora sotto 50Roma, 31 gen. (askanews) – L’attività manifatturiera cinese ha registrato una leggera ripresa a gennaio, ma è rimasta in contrazione. L’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti manifatturieri (PMI) si è attestato a 49,2 a gennaio. L’ha comunicato oggi l’Ufficio nazionale di statistica, rispetto a 49 a dicembre.

I dati PMI manifatturieri cinesi erano in diminuzione da cinque mesi consecutivi a partire da aprile dello scorso anno e, nonostante una breve espansione a settembre, erano tornati a contrarsi in ottobre. Un valore superiore a 50 indica che il settore manifatturiero è in espansione, mentre un valore inferiore a 50 indica una contrazione.

I nuovi numeri suggeriscono che Pechino ha ancora bisogno di rafforzare la propria ripresa economica, anche dopo la crescita superiore alle attese del 5,2% dello scorso anno. Il sottoindice della produzione si è attestato a 51,3 a gennaio, con un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Invece, il sottoindice dei nuovi ordini si è attestato a 49, con un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente.

L’indagine sul settore manifatturiero ha mostrato che oltre il 70% dei grandi produttori ha un tasso di utilizzo della capacità pari o superiore all’80%. Il PMI delle medie imprese si è attestato a 48,9, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre, mostrando un leggero miglioramento della performance aziendale. Quello delle piccole imprese è stato pari a 47,2, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Nel frattempo, il PMI non manifatturiero – un indicatore dell’attività dei servizi – ha continuato a migliorare a gennaio, salendo a 50,7 da 50,4 di dicembre.

Francia, gradimento politici: per la prima volta Marine Le Pen in testa

Francia, gradimento politici: per la prima volta Marine Le Pen in testaRoma, 31 gen. (askanews) – Per la prima volta da quando è entrata nel barometro di Figaro Magazine sull’indice di gradimento dei politici francesi, Marine Le Pen è al primo posto! Nell’aprile 2010, il suo rating era solo del 14%. Quattordici anni dopo, è pari al 40%. Un’ulteriore prova dell’affermazione del Raggruppamento Nazionale nel panorama politico francese. Certamente sono punteggi ancora lontani da quelli raggiunti nel passato da altri leader – Michel Rocard nel 1988 col 70%. Édouard Balladur nel 1993 salì al 75% – maa era un tempo diverso.

La cosa più importante per Marine Le Pen è riuscire ad espandere il suo pubblico tra tutte le categorie della popolazione. È alla sua sinistra che sta facendo i maggiori progressi questo mese, proprio come Jordan Bardella, presidente del Rally Nazionale, 3° in classifica. Altro fatto degno di nota, Marion Maréchal è salita in quarta posizione! Viceversa l’esecutivo è in difficoltà. L’effetto “wow” mediatico della nomina di Gabriel Attal a Matignon non si traduce in francese. Il suo indice di fiducia parte dal 33%, appena sopra quello di Élisabeth Borne (30%), allo stesso livello di quello di Jean Castex.

Il passaggio dai repubblicani al governo non è stato fatale per il nuovo ministro della Cultura Rachida Dati. Al contrario, poiché il barometro è in aumento, soprattutto tra i simpatizzanti di destra (+5, al 35%). Anche quelli di sinistra sembrano apprezzare questo passaggio dall’opposizione alla maggioranza. Anne Hidalgo sale di due punto. La sindaca di Parigi sembra sollevata dalla nomina al governo della sua rivale Rachida Dati. Anne Hidalgo rialza la testa a pochi mesi dai Giochi Olimpici, che segneranno la rottura del suo mandato, e dopo i quali inizierà la prossima campagna per le elezioni municipali del 2026.

Sanremo, Amadeus a Sinner: anche se non vieni faremo sempre il tifo

Sanremo, Amadeus a Sinner: anche se non vieni faremo sempre il tifoMilano, 30 gen. (askanews) – “Se deciderai di non venire a Sanremo io lo capirò. E’ importante che tu ti dedichi al tennis. Naturalmente noi di Sanremo saremo dispiaciuti ma non cambia nulla: faremo sempre un gran tifo per te perché sei un vero orgoglio italiano Caro Jannik, solo una richiesta: guarda Sanremo e fai il tifo per noi”: così Amadeus in un video su Instagram si è rivolto al campione azzurro Jannik Sinner dopo l’invito all’ariston che ha creato molto rumore e critiche da più parti, non da ultimo dal presidente della Federtennis Angelo Binaghi che ha detto che sarebbe deluso se Jannik andasse a Sanremo.

“Caro Jannik – ha aggiunto Amadeus – quando ti ho invitato a Sanremo l’ho fatto con il cuore pensando di interpretare il desiderio di milioni e milioni di italiani. Certamente non immaginavo tutto questo rumore intorno al mio invito. Sanremo deve includere, non dividere. Ci sono coloro che ti vogliono a Sanremo che qualcuno che ti sconsiglia di venire. La cosa importante – ha sottolineato il conduttore del festival – e la tua serenità. Non ti volevo mettere in imbarazzo”.

Tennis, Binaghi: “Sinner a Sanremo? Sarebbe una delusione”

Tennis, Binaghi: “Sinner a Sanremo? Sarebbe una delusione”Roma, 30 gen. (askanews) – “Se Jannik Sinner andasse a Sanremo sarebbe una delusione, ne sarei meravigliato. Tutti ci andrebbero, ma lui è diverso; e parlo contro i miei interessi perché Sinner a Sanremo sarebbe una grande promozione per noi”.

Lo ha detto il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi a margine della presentazione del Report Sport 2023 al Foro Italico. “Anche la Meloni gli ha detto che dovrebbe andare – aggiunge – ma va protetto da tutti: dai dirigenti perché non va strumentalizzato, dai giornalisti e anche da Sanremo. Se tutti insieme vogliamo scrivere una storia diversa, dobbiamo proteggerlo”. Il conduttore e direttore artistico della kermesse, Amadeus, lo ha pubblicamente invitato con un messaggio sui social. Il Festival è in programma dal 6 al 10 febbraio, settimana in cui Sinner non sarà in campo dopo essersi cancellato dall’ATP 250 di Marsiglia.

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicista

Schlein invoca unità Pd-M5s,Conte obbietta:vedo ostacoli,Pd bellicistaRoma, 30 gen. (askanews) – Il copione è ormai noto, Elly Schlein che fa appello all’unità delle opposizioni e Giuseppe Conte che svicola, punzecchiando il Pd che secondo lui è “bellicista”. Tra Pd e M5s il rapporto resta difficile, il botta e risposta di ieri sul sit-in organizzato dai democratici non è ancora alle spalle, anche se alla presentazione del libro di Roberto Speranza Elly la segretaria dem e il leader 5 stelle siedono uno accanto all’altra. Davanti ai fotografi va in scena l’abbraccio di rito, Pier Luigi Bersani seduto in prima fila si augura che la ‘photo opportunity’ di oggi sia il preludio di un riavvicinamento, ma quando i due intervengono le distanze appaiono immutate.

Parlando delle regionali la Schlein dice che l’accordo con M5s “the sooner, the better”, prima è, meglio è. In generale, aggiunge, bisogna “lavorare per costruire un’alternativa. Noi questa responsabilità ce l’abbiamo. Nonostante le divisioni del governo meloni, una coalizione loro ce l’hanno. Confidano sul fatto che anche dove si spaccano poi riescono a ricompattarsi”. Lo stesso dovrebbe fare l’opposizione, insiste, “se vogliamo dare il messaggio che un’alternativa c’è dobbiamo costruire pazientemente con metodo – su questo sono d’accordo (con Conte, ndr) delle convergenze sui temi”. La leader Pd risponde così alla freddezza di Conte. Il leader M5s poco prima aveva ribadito: “L’alternativa va costruita in modo serio, passo dopo passo”. E, a proposito della maggioranza di governo, secondo l’ex premier bisogna evitare di dar vita a un “cartello elettorale, come invece farà il centrodestra che litiga su tutto. Se non abbiamo una visione comune in politica estera è meglio che ci provochiamo adesso, va benissimo così. Dico provocare ma vorrei discutere, dobbiamo discutere. Se sulla transizione ecologica dobbiamo affinare alcuni punti fermi è meglio farlo adesso, ne abbiamo tutto il tempo”. Insomma, ci sono “non pregiudizi, ma ostacoli da rimuovere”.

Insomma, Schlein cita il salario minimo, le battaglie sulla sanità, i possibili temi su cui tutti – “anche forze come Avs, Più Europa e Azione” – possono ritrovarsi. Conte replica accusando appunto il Pd di “bellcismo” e ricordando le differenze. Esattamente l’approccio opposto a quello della Schlein, che certo al Pd non apprezzano. Ma, è il mantra ripetuto al Nazareno, “noi non replichiamo, noi citiamo i punti che ci uniscono”. La rissa non la vuole la segretaria Schlein e continuerà così, nonostante le stilettate di Conte. Certo, la leader Pd e i suoi sono consapevoli che questo atteggiamento dei 5 stelle rischia di allontanare gli elettori, senza contare che – sondaggi alla mano – le opposizioni unite sarebbero in grado di giocarsela con il centrodestra. Ma la consegna per tutti è di evitare le polemiche con chi dovrebbe essere alleato. Se poi Conte vuole impostarla così e assumersi la responsabilità di dividere le opposizioni sarà una sua scelta.

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il caso

Ilaria Salis, Meloni chiama Orban al telefono per portare alla sua attenzione il casoRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Salis, colloquio Meloni-Orban

Salis, colloquio Meloni-OrbanRoma, 30 gen. (askanews) – Colloquio telefonico oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Victor Orban, in vista del Consiglio straordinario Ue di giovedì 1° febbraio. Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Meloni ha anche portato all’attenzione di Orban, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, il caso della nostra connazionale Ilaria Salis, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltone

Niente intesa su premierato,barricate Lega per anti ribaltoneRoma, 30 gen. (askanews) – Alla fine tutti si affannano a sminuire, a dire che nella sostanza l’accordo politico c’è e che al massimo si tratta di sistemare qualche virgola qui o modificare qualche parolina lì, perché quando si tocca la Costituzione “va misurato tutto”. “Non è questione che si liquida in mezz’ora”, spiega la ministra delle Riforme, Elisabetta Casellati. Il dato di fatto, però, è che il primo round della riunione di maggioranza convocata per discutere degli emendamenti condivisi da presentare al premierato si è concluso con un nulla di fatto. Si riprende domani alle 13 e chissà se il nuovo summit sarà risolutivo in vista del 5 febbraio, termine fissato per la presentazione delle proposte di modifica in commissione al Senato. Anche perché, a dispetto delle dichiarazioni di circostanza, il nodo politico c’è eccome: la Lega si è infatti presentata agguerrita e pronta a difendere la norma anti ribaltone.

La base di partenza della discussione sono stati i sette emendamenti predisposti dal presidente della commissione, e relatore del provvedimento, il super meloniano Alberto Balboni. Ai partecipanti (oltre ai ministri Casellati e Ciriani, i capiguppo e i componenti di maggioranza della commissione stessa) è stato dunque distribuito un foglio con una griglia: in una colonna il testo originale, nell’altra il testo preparato da Balboni, dunque le proposte emendative studiate dal ministro delle Riforme. Sin da subito, raccontano da Fratelli d’Italia, il presidente dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo, si è mostrato meno accomodante rispetto al vertice precedente. Ma è stato quando si è arrivati a discutere del cosiddetto secondo premier (norma scritta da Roberto Calderoli) che il suo tono si è decisamente accalorato.

La proposta su cui si sta ragionando è infatti quella di un ‘simul stabunt-simul cadent’ temperato, in base al quale in caso di sfiducia del Parlamento si torna a votare. A giudizio di Romeo c’è il rischio di ritrovarsi un “potere di ricatto non scritto”. “E se un premier impazzisce? Non ragioniamo sulla nostra premier di adesso – avrebbe argomentato il capogruppo leghista – ragioniamo sul Di Maio di turno”. Argomentazioni di fronte alle quali, viene riferito, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha invitato a ribaltare la prospettiva, ossia a riflettere invece sul rischio di ritrovarsi nel paradosso di un Parlamento che resta lì anche dopo aver sfiduciato il premier grazie al quale è stato eletto. Anche Balboni ha replicato ricordando che si sta parlando di una elezione diretta del premier: “Lasciamogli almeno questo potere. Con la norma nella versione attuale ha pure meno poteri di adesso”. Casellati avrebbe invece spiegato che non si mina il parlamentarsimo dal momento che le Camere possono sempre decidere di far passare, o non passare, un provvedimento. Al di là della difesa nel merito della norma anti ribaltone, in Fratelli d’Italia sono convinti che la posizione della Lega sia un modo per tirare la corda in vista del passaggio parlamentare dell’Autonomia alla Camera.

Il Carroccio punta al via libera definitivo prima delle Europee mentre il partito della premier non sembra avere fretta. C’è poi anche la questione del terzo mandato per i governatori, che Salvini vorrebbe per assicurarsi ancora Luca Zaia alla guida del Veneto. Tra le proposte di modifica del premierato c’è infatti anche il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio, cosa che metterebbe una pietra tombale sull’aspirazione leghista. Sul tavolo è stata messa anche l’opzione avanzata dal ministro Casellati, ovvero di prevedere tre mandati se i due precedenti non sono durati più di sette anni e sei mesi.

Ilaria Salis, il padre: lo Stato italiano non è stato molto reattivo

Ilaria Salis, il padre: lo Stato italiano non è stato molto reattivoMilano, 30 gen. (askanews) – “Lo Stato italiano non è stato molto reattivo a tutti i livelli, c’è una sensibilità diversa a queste istanze nel momento in cui c’è una forte pressione mediatica”. Lo ha detto ai microfoni del Tg1 Roberto Salis, il padre di Ilaria, l’italiana in carcere a Budapest, in Ungheria, con l’accusa di aver partecipato ad una aggressione nei confronti di due neonazisti.

La donna, 39 anni, è stata mostrata in un’aula di un tribunale ungherese in catene, con le manette ai polsi, e i piedi legati da ceppi di cuoio con dei lucchetti.

Salis,Schlein: perché governo Italia non si attiva per suo rientro?

Salis,Schlein: perché governo Italia non si attiva per suo rientro?Roma, 30 gen. (askanews) – “Ilaria Salis deve tornare in Italia. C’è una decisione-quadro del Consiglio europeo che permetterebbe di farla tornare in Italia ai domiciliari e non si capisce perché il governo non si attivi con ogni forza per far rispettare i diritti fondamentali di una cittadina italiana, quando ieri dalle immagini che abbiamo visto, abbiamo avuto conferma che è detenuta in condizioni assolutamente inumane e inaccettabili”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando con i giornalisti alla Camera.

“Vedere una donna legata mani e piedi e trascinata con un guinzaglio meriterebbe lo sdegno di tutti e l’utilizzo di ogni canale, istituzionale ma pure politico visto che Orban è amico loro, per farla rientrare in Italia. Spiace che anche in questa circostanza si levino voci dalla maggioranza che sembrano invece giustificare questo tipo di trattamento “.