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Tag: Sanremo 2023

Frase su Mattarella al corteo di Milano, carabiniere trasferito. Pd: intervenga Crosetto

Frase su Mattarella al corteo di Milano, carabiniere trasferito. Pd: intervenga CrosettoRoma, 29 gen. (askanews) – “Con riferimento ai contenuti di un video che circola sui social media e siti d’informazione riportante uno scambio di battute tra una manifestante e un carabiniere impegnato in un servizio di ordine pubblico nel corso di un corteo svoltosi a Milano lo scorso sabato, è stata già informata l’Autorità Giudiziaria Ordinaria e quella Militare, e nei confronti del militare, con immediatezza, saranno tempestivamente adottati tutti i provvedimenti necessari, sia di natura disciplinare sia d’impiego, trasferendolo in incarico non operativo”. E’ quanto riferisce in una nota il Comando generale dell’Arma dei carabinieri.

Secondo le frasi captate nel video in questione, il Cc avrebbe detto in sintesi: Mattarella non è il mio presidente, non lo riconosco. A stretto giro è arrivato il commento del Pd, con una dichiarazione del deputato Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera: “Prima il generale Vannacci, poi il tenente colonnello Cati ed ora un carabiniere che in una manifestazione pubblica si permette di dire che non riconosce il presidente della Repubblica, perché non l’ha votato. Si passa indistintamente dalle accuse omofobe e razziste ai presunti atti persecutori e agli abusi per finire, clamorosamente, con una certa ignoranza e strafottenza che rasenta il vilipendio verso il Capo dello Stato, da parte di una persona che – continua Vaccari – in forza di una divisa, dovrebbe essere al servizio del Paese con rigore e lealtà. È proprio sfortunato il ministro Crosetto. Succedono tutte nel corso del suo mandato da ministro. Non si può nemmeno affidare all’eccezionalità di un evento visto che ormai succedono a ripetizione. A pensar male si fa peccato però verrebbe da dire che quanto si sta verificando è frutto di una certa leggerezza nel guidare il dicastero della Difesa. La domanda successiva è se ingenuamente o volutamente. Nel frattempo – conclude – però il ministro Crosetto intervenga con sollecitudine”.

Africa a Italia: basta promesse, piano Mattei si traduca in fatti

Africa a Italia: basta promesse, piano Mattei si traduca in fattiRoma, 29 gen. (askanews) – Una partnership basata su “libertà e vantaggi reciproci” che “non impone nulla” e che si traduca in “fatti”, perchè l’Africa “non si accontenta più di semplici promesse che spesso non vengono mantenute”. Tenendo presente che “noi non siamo mendicanti”. Così il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki, ha illustrato la posizione del continente in apertura dei lavori del vertice Italia-Africa, prendendo la parola dopo la presentazione del Piano Mattei da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un piano, ha detto Faki, che “l’Africa è pronta a discutere”, ma “sul quale avremmo auspicato di essere consultati”.

Faki ha riconosciuto che l’Italia sotto la guida di Meloni “ha mostrato un costante interesse per una cooperazione forte con l’Africa”, per poi sottolineare che il continente africano vuole rapporti di partenariato “non allineati su un blocco unico” e in cui “noi non imponiamo nulla al nostro partner e il nostro partner non ci impone nulla a sua volta”, facendo allusione in particolare al rapporto con Russia e Cina. Il presidente della Commissione Ua ha poi rimarcato che “l’Africa è conscia di doversi far carico delle proprie responsabilità, se vuole far rispettare questi principi e basare questa partnership sulle proprie priorità”. Priorità che derivano da “numerose sfide”, quali quelle “securitarie, ecologiche, sanitarie, di mobilità, tecnologiche e di finanziamento allo sviluppo”, oltre “al pesante fardello del debito, agli effetti della crisi climatica, alla crescita degli estremismi violenti e all’instabilità politico-istituzionale”.

Nonostante questo, “l’Africa non vuole tendere la mano, noi non siamo mendicanti, la nostra ambizione è più alta”, ha proseguito Faki, auspicando il sostegno dell’Italia per “un nuovo modello di partenariato che possa aprire la strada verso un mondo più giusto, se vogliamo costruire pace e prosperità attraverso l’amicizia, e non attraverso barriere securitarie che sono barriere di ostilità”. Chiara l’allusione alla gestione delle ondate migratorie sul Mediterraneo. “L’Italia è il principale punto di arrivo dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Quindi, con l’Africa, l’Italia condivide la preoccupazione costante di trovare una soluzione sostenibile a questo fenomeno che è diventato tragicoáeáricorrente”, ha sottolineato Faki, condividendo le preoccupazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Per il titolare della Farnesina si tratta di “un tema che nessuno può affrontare da solo”. Serve “un impegno forte dell’Unione europea”, così come un “dialogo rafforzato tra Paesi di origine, transito e destinazione dei flussi migratori”. E per infliggere “un colpo decisivo” ai trafficanti di esseri umani, “i nostri comuni nemici”, occorre agire per creare più posti di lavoro in Africa, “per esempio con joint-ventures che permettano collaborazioni reciprocamente vantaggiose tra imprese italiane e quelle africane”. “Penso alla trasformazione in loco delle materie prime e ad un uso di quelle critiche più efficiente e vantaggioso per tutti”, ha detto Tajani.

L’Italia, d’altra parte, sta indirizzando la maggior parte delle risorse verso il Continente in settori chiave come la salute, l’istruzione, il rafforzamento istituzionale e la sicurezza alimentare. E il ministro ha annunciato che la Farnesina, insieme a Simest, ha già “predisposto un nuovo pacchetto di finanziamenti agevolati” per l’Africa “del valore totale di 200 milioni di euro”. L’approccio, insomma, è ispirato alla “massima concretezza”, con “un dialogo tra pari” che il governo italiano intende sviluppare “anche con lenti africane, con uno spirito di partenariato concreto e paritario”, sfruttando al massimo “l’opportunità offerta dalla presidenza italiana del G7” nel 2024. (di Simona Salvi e Corrado Accaputo) Sim/Coa

Francia, cominciato assedio dei trattori intorno a Parigi

Francia, cominciato assedio dei trattori intorno a ParigiMilano, 29 gen. (askanews) – Centinaia di contadini francesi hanno cominciato a bloccare le strade parigine alle 14. Dopo la pausa del fine settimana, la mobilitazione degli agricoltori riprende con forza questo lunedì 29 gennaio con un assedio alla capitale in grande stile, nel segno della rabbia dei contadini. Sono previsti otto punti di blocco sulle principali autostrade. Diverse decine di trattori hanno superato il casello di Saint-Arnoult a Yvelines: un pedaggio simbolico perché costituisce una porta d’accesso all’Ile-de-France.

La televisione ha mostrato anche l’arrivo con croissant di Karine Le Marchand, presentatrice molto nota in Francia di “L’amour est dans le pré”, che sostiene i contadini e si dice pronta a salire sui loro trattori e portare loro appunto i croissant, simbolo della cucina francese. I contadini si sono diretti verso Parigi, con l’intenzione di bloccare anche il mercato internazionale di Rungis, situato a soli 8 chilometri a sud della capitale francese, dove li aspettano i blindati della gendarmeria. Questo mercato di interesse nazionale, situato nella Val-de-Marne, è un luogo importante per lo scambio di prodotti alimentari.

Il governo ha annunciato che 15.000 membri della polizia saranno mobilitati per impedire l’ingresso dei trattori a “Parigi e nelle principali città”, mentre era già previsto un “assedio” della capitale a partire da 14. Alle 15.15 il presidente francese Emmanuel Macron riunisce i suoi, a partire dal premier Gabriel Attal, dopo che quest’ultimo ieri ha incontrato gli agricoltori, dando la colpa ai “paesei vicini”, “Italia e altri” per “concorrenza sleale”. Davanti a una situazione esplosiva intanto la destra di Marine Le Pen si sfrega le mani. E non solo lei. “Ciò che preoccupa i nostri agricoltori non è la concorrenza dei nostri vicini: abbiamo una delle agricolture più belle del mondo. Il pericolo è l’insostenibile concorrenza sleale nata dalla valanga di vincoli che i nostri stessi leader gli impongono da anni”, afferma l’eurodeputato LR François-Xavier Bellamy, vicepresidente esecutivo dei Repubblicani francesi. “Per uscire dalla crisi non basteranno poche misure. Occorre un cambio di rotta totale, che chiediamo da anni, per uscire da una logica di costrizione e sorveglianza, e dare agli agricoltori la libertà di lavorare e vivere del proprio lavoro”, assicura l’eletto.

Proteste degli agricoltori, Lollobrigida: rispetto le manifestazioni, ma è ingiustificato ogni atto di violenza

Proteste degli agricoltori, Lollobrigida: rispetto le manifestazioni, ma è ingiustificato ogni atto di violenzaRoma, 29 gen. (askanews) – “Rispetto ogni manifestazione democratica, in particolare quella di lavoratori che, nel tempo, hanno visto calare il proprio reddito per scelte che certamente non hanno né tutelato l’ambiente né valorizzato la sovranità alimentare del nostro continente”, ma “considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“In Italia, sin dal suo insediamento il nostro Governo ha restituito centralità all’agricoltura e si è schierato nel contesto dell’UE a difesa del comparto, senza paura di portare avanti battaglie giuste in difesa di agricoltura, allevamento e pesca. C’è bisogno – è l’appello del ministro – di un fronte comune tra istituzioni e sistema produttivo italiano per valorizzare le nostre potenzialità e rafforzare l’Unione Europea, diversa da quella attuale, in linea con quanto intendevano coloro che la fondarono”. A Coldiretti, la cui bandiera è stata bruciata a Viterbo in segno di protesta, “si deve la battaglia contro il cibo sintetico che l’Italia sta guidando anche in Europa con risultati eccezionali. Non ha alcun senso – aggiunge Lollobrigida – che il fronte degli agricoltori diventi quello di combattere altri agricoltori che si sentono rappresentati dalle associazioni. Ed è per questo che, consapevole della validità delle istanze promosse da questo mondo, esprimo la solidarietà alla Coldiretti, auspicando che nessun uomo e donna, nessun imprenditore agricolo svilisca il proprio impegno per difendere il lavoro, la terra, la produzione, con azioni che nulla hanno a che fare con i principi di rispetto, libertà e democrazia che mai devono mancare e dei quali, proprio gli agricoltori, sono il simbolo più rilevante”, conclude il ministro.

Milano, Boston Consulting Group ospita convegno sulle smart city

Milano, Boston Consulting Group ospita convegno sulle smart cityMilano, 29 gen. (askanews) – In città sempre più congestionate a causa di un progressivo inurbamento – stime ONU prevedono il trasferimento di 2,5 miliardi di persone nelle aree urbane entro il 2050 – l’alternativa tra imposizioni restrittive sul traffico e il caos è il modello delle smart cities, capace di rendere più efficiente e sostenibile la mobilità urbana anche attraverso l’impiego massiccio del digitale e dell’Intelligenza Artificiale.

La smart city è pertanto un’opportunità per aziende leader ed emergenti per ripensare la mobilità urbana e adattare i modelli di business a un mercato in profondo cambiamento. Il prossimo 31 gennaio alle 17.30 ne parleranno, tra gli altri, il presidente di ACI Infomobility, Geronimo La Russa, il presidente e Ceo di Ferrovie Nord Milano, Andrea Gibelli, e il managing director di AmCham Italy, Simone Crolla, nel talk “Intermodalità e Smart Cities: il futuro della mobilità” promosso da AmCham nella sede di Boston Consulting Group a Milano in via Ugo Foscolo, 1.

Stellantis, al via produzione furgoni a idrogeno in Francia e Polonia

Stellantis, al via produzione furgoni a idrogeno in Francia e PoloniaMilano, 29 gen. (askanews) – Stellantis Pro One, la divisione dedicata ai veicoli commerciali, avvia la produzione di furgoni di medie e grandi dimensioni a celle a combustibile a idrogeno, rispettivamente a Hordain (Francia) e a Gliwice (Polonia).

In Europa Stellantis Pro One si avvale degli stabilimenti di Mangualde (Portogallo), Vigo (Spagna) ed Ellesmere Port (Regno Unito) per i furgoni compatti K9, Hordain (Francia) e Luton (Regno Unito) per i furgoni di medie dimensioni K0 e Atessa (Italia) e Gliwice (Polonia) per i furgoni di grandi dimensioni. “L’iniziativa di inserire nelle nostre linee di produzione prima i furgoni di medie dimensioni a celle a combustibile e ora anche i furgoni di grandi dimensioni è una dimostrazione del nostro impegno a mantenere la leadership nella tecnologia dell’idrogeno”, ha dichiarato Jean-Michel Billig, Chief Technology Officer di Stellantis per lo sviluppo dei veicoli a celle a combustibile alimentate a idrogeno.

I furgoni a celle a combustibile utilizzano la stessa tecnologia delle varianti Bev ma con tempi di rifornimento più brevi. Per i furgoni di medie dimensioni, l’autonomia può arrivare fino a 400 km con tempi di rifornimento inferiori a quattro minuti. Nei furgoni di grandi dimensioni, l’autonomia può raggiungere i 500 km, con tempi di rifornimento di cinque minuti. L’offerta di Stellantis comprenderà otto versioni di furgoni a idrogeno: Citroën e-Jumpy ed e-Jumper, Fiat Professional E-Scudo e E-Ducato, Opel Vivaro e Movano, e Peugeot E-Expert e E-Boxer. Per accelerare nello sviluppo di veicoli a idrogeno Stellantis ha acquisito un terzo del capitale di Symbio, azienda leader nella tecnologia con stabilimenti in Europa e negli Stati Uniti.

Lollobrigida: proteste agricoltori, atti violenza ingiustificati

Lollobrigida: proteste agricoltori, atti violenza ingiustificatiRoma, 29 gen. (askanews) – “Rispetto ogni manifestazione democratica, in particolare quella di lavoratori che, nel tempo, hanno visto calare il proprio reddito per scelte che certamente non hanno né tutelato l’ambiente né valorizzato la sovranità alimentare del nostro continente”, ma “considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto oggi a Viterbo”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“In Italia, sin dal suo insediamento il nostro Governo ha restituito centralità all’agricoltura e si è schierato nel contesto dell’UE a difesa del comparto, senza paura di portare avanti battaglie giuste in difesa di agricoltura, allevamento e pesca. C’è bisogno – è l’appello del ministro – di un fronte comune tra istituzioni e sistema produttivo italiano per valorizzare le nostre potenzialità e rafforzare l’Unione Europea, diversa da quella attuale, in linea con quanto intendevano coloro che la fondarono”. A Coldiretti, la cui bandiera è stata bruciata a Viterno in segno di protesta, “si deve la battaglia contro il cibo sintetico che l’Italia sta guidando anche in Europa con risultati eccezionali. Non ha alcun senso – aggiunge Lollobrigida – che il fronte degli agricoltori diventi quello di combattere altri agricoltori che si sentono rappresentati dalle associazioni. Ed è per questo che, consapevole della validità delle istanze promosse da questo mondo, esprimo la solidarietà alla Coldiretti, auspicando che nessun uomo e donna, nessun imprenditore agricolo svilisca il proprio impegno per difendere il lavoro, la terra, la produzione, con azioni che nulla hanno a che fare con i principi di rispetto, libertà e democrazia che mai devono mancare e dei quali, proprio gli agricoltori, sono il simbolo più rilevante”, conclude il ministro.

Sanremo, dal 5 febbraio al via ‘Il Villaggio del Festival’

Sanremo, dal 5 febbraio al via ‘Il Villaggio del Festival’Genova, 29 gen. (askanews) – È iniziato il conto alla rovescia per la 74esima edizione del Festival di Sanremo e da lunedì 5 febbraio prenderà il via anche il ricco programma di eventi collaterali organizzati nell’ambito del Villaggio del Festival allestito all’interno dello splendido Parco di Villa Ormond.

Sei giorni di dibattiti, incontri, interviste e degustazioni enogastronomiche, a cui parteciperanno i cantanti in gara ma anche rappresentanti istituzionali, imprenditori, influencer, studenti, personaggi televisivi e molti altri ospiti. Questa edizione del Villaggio del Festival, ideato e diretto da Giuseppe Grande, è stata presentata nella Sala degli Specchi del Comune di Sanremo alla presenza del vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana, dell’assessore al turismo del Comune di Sanremo Giuseppe Faraldi, del presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria Enrico Lupi e del presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini.

“Un’edizione straordinaria e frizzantissima. Tanti ospiti, dai cantanti del festival alle istituzioni, agli studenti e alle scuole. Tantissime attività, con un programma anche serale in diretta, il ControFestival, con alcuni dei protagonisti che prima si saranno esibiti all’Ariston e poi verranno a trovarci, cene di gala, momenti istituzionali, di unione tra la Camera di Commercio della Marche e Riviere di Liguria e tanto tanto altro ancora”, ha detto Giuseppe Grande. Tra le novità di quest’anno, anche la collaborazione con il critico musicale Michele Monina, che intervisterà gli artisti in gara e la sera, insieme all’inviato di Striscia la notizia Pinuccio, sarà protagonista del ControFestival, in onda in diretta dal salotto del Villaggio del Festival, ma anche la partnership istituzionale con la Camera di Commercio della Regione Marche.  

“Metteremo in campo tutte quelle bellezze che possiamo portare sul territorio di Sanremo per far sì che il Festival di Sanremo diventi un festival veramente inclusivo di tante realtà. Ecco perché le Marche oggi sono qui presenti”, ha aggiunto Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche. Con i padroni di casa della Liguria nasce così una sorta di gemellaggio all’insegna delle eccellenze delle due regioni.

“È un’occasione per farci conoscere dagli amici dell’altra parte dell’Italia, dell’Adriatico, della Regione Marche, che ha molti similitudini e molti valori comuni e quindi noi siamo molto contenti che si sia scelto il palcoscenico di Sanremo, in occasione del festival, per creare questa sinergia”, ha concluso Enrico Lupi, presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria.

Per giornata vittime civili centinaia comuni illuminati in blu

Per giornata vittime civili centinaia comuni illuminati in bluRoma, 29 gen. (askanews) – Nella serata del 1° febbraio, in occasione della “Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo”, centinaia di Comuni di tutto il Paese si illumineranno con una luce blu, insieme a Palazzo Chigi, Camera, Senato ed ai principali Ministeri, per levare una voce in difesa di tutti i civili coinvolti nei 31 conflitti attualmente in corso nel mondo (dato XII edizione Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo).

È stata ampia la risposta di istituzioni ed enti locali – ad illuminare le proprie sedi ci saranno infatti anche le Regioni – all’appello lanciato dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) in collaborazione con ANCI per dire “Stop alle bombe sui civili”. Il 2023 è stato un anno un tragico: le vittime civili sono state 33.846, un numero che non era così elevato dal 2010 (dato Action on Armed Violence), chiaramente condizionato dal protrarsi del conflitto russo ucraino e da quello esploso in Medioriente dopo gli attentati del 7 ottobre. I dati relativi alle vittime civili sono numeri complessi da quantificare: perché difficilmente verificabili, perché spesso condizionati dalla propaganda di guerra e anche perché il concetto stesso di vittima civile di guerra può essere inteso in modi diversi, taluni vi includono solo chi perde la vita, altri anche chi rimane ferito o, in senso più ampio, chiunque subisca indirettamente le conseguenze di guerre e conflitti armati (insicurezza alimentare, mancato accesso alle cure mediche, all’istruzione, etc.). Sono però diverse le fonti che registrano nell’ultimo anno un sensibile incremento rispetto all’anno precedenti: + 62%, ad esempio, secondo l’Action on Armed Violence e l’assenza di concrete ed imminenti prospettive di pace per quanto riguarda i conflitti israelo-palestinese russo- ucraino non lascia presagire un calo repentino per il prossimo anno.

Per questo l’ANVCG, l’associazione di vittime civili di guerra che rappresenta e tutela per legge in Italia la categoria, ha deciso di rilanciare la campagna “Stop alle bombe sui civili”, per chiedere con forza che le Convenzioni, i Trattati e le Dichiarazioni internazionali che esistono per la protezione dei civili vengano estesi, attuati e rispettati. La Convenzione di Ginevra e i protocolli aggiuntivi, il Trattato di Ottawa sulla messa al bando delle mine antiuomo, la Convenzione Onu sulle bombe a grappolo, la Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali, la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, solo per citare le principali. “Siamo a un punto di non ritorno, l’attuale contesto internazionale deve spingere ad una riflessione tanto la società civile quanto gli Stati che credono nella democrazia: quali strumenti abbiamo per arrestare la guerra e le sofferenze sui civili? Il 1° febbraio dello scorso anno abbiamo salutato con soddisfazione la sottoscrizione da parte di 82 paesi – tra cui l’Italia, la Francia, la Germania, la Palestina, il Regno Unito, gli Stati Uniti, solo per citarne alcuni – della “Dichiarazione politica internazionale sull’uso delle armi esplosive nelle aree popolate”. Tale Dichiarazione riaffermava, con molta chiarezza e incisività, i principi del diritto internazionale umanitario sull’illegittimità giuridica e anche morale di ogni attacco che abbia come obiettivo la popolazione e le strutture civili, specialmente nei grandi centri abitati. Tali principi sono già ben scolpiti nella convenzione di Ginevra e nei protocolli aggiuntivi e in numerose altre Convenzioni e Trattari internazionali a tutela dei civili. Le vicende belliche cui abbiamo assistito dallo scorso anno e a cui stiamo assistendo oggi dimostrano che, nonostante il numero e l’importanza degli Stati firmatari, tali Trattati, Convenzioni e Dichiarazioni appaiano ormai completamente dimenticati e sovrastati dalle armi” dichiara il Presidente Nazionale ANVCG Michele Vigne, lanciando l’evento, che anticiperà la Giornata Nazionale, che si terrà a Roma il 31 gennaio alle ore 10.00 presso l’auditorium della Casa Madre del Mutilati d’Italia in Piazza Adriana n. 3. Durante l’evento, condotto dalla giornalista ed attivista Metis Di Meo, oltre al lancio dell’iniziativa con l’ANCI, è prevista la premiazione del concorso per le scuole indetto insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito e la presentazione della dodicesima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, diretto da Raffaele Crocco, di cui l’ANVCG è partner con “L’Osservatorio”, il proprio centro di ricerca internazionale sulle vittime civili dei conflitti. La dodicesima edizione dell’Atlante è ricca di dati, approfondimenti sulle 31 guerre attualmente in corso nel mondo e descrive i nuovi equilibri mondiali nel pieno delle crisi in Ucraina e in Medioriente e nel mezzo di un cambiamento forte nell’Africa sub sahariana. Non manca un’analisi sullo stato dell’arte nelle politiche per arrestare il cambiamento climatico e un’analisi sulla “geografia dei diritti”, come strumento per analizzare quel che accade nel pianeta.

Università Cattolica e Gemelli in Tanzania per sostegno alla maternità

Università Cattolica e Gemelli in Tanzania per sostegno alla maternitàRoma, 29 gen. (askanews) – È partita il 27 gennaio la delegazione dell’Università Cattolica e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS per accompagnare la quarta tappa del Progetto di sostegno, collaborazione e sviluppo delle attività e delle strutture sociosanitarie del Paese dell’Africa orientale, nell’ambito delle iniziative di solidarietà e di volontariato internazionale di Fondazione e Ateneo.

Questa nuova missione – spiega una nota – nasce, in particolare, con l’obiettivo di rafforzare e sostenere le attività del St. Gemma Hospital di Dodoma attraverso tutte le fasi del progetto, grazie a un’attività di consulenza e formazione, accompagnando l’intera realizzazione di nuove strutture: un nuovo edificio per il reparto Maternità con l’organizzazione della Sala Operatoria e della Sala Parto, grazie all’expertise del personale medico e sanitario dell’Area di Ginecologia e Ostetricia della Fondazione Gemelli, diretta da Antonio Lanzone, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica. La delegazione, composta da ginecologhe e personale della Direzione Tecnica, ICT e innovazione tecnologie sanitarie della Fondazione Gemelli diretta dall’Ing. Giovanni Arcuri, è guidata da Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, che ha seguito fin dall’inizio, ossia dai primi anni Duemila, i progetti di realizzazione e sviluppo del St. Gemma Hospital attraverso la realizzazione dei tre precedenti progetti in Tanzania che hanno ottenuto il sostegno della CEI: “Grazie al legame con alcuni amici del Trentino e alla conoscenza diretta della Congregazione locale delle Suore di Santa Gemma presenti nella Diocesi di Dodoma, dopo la costruzione dell’Ospedale, inaugurato nel 2004, e la formazione di 30 suore infermiere e 3 suore medico con un progetto avviato nel 2009, è stata realizzata la struttura per il nuovo servizio dedicato alla gastroscopia, servizio allora non disponibile nel raggio di 500 Km da Dodoma (2016) e curato per i primi tre anni grazie alla collaborazione di 20 medici gastroenterologi volontari italiani che si sono alternati in loco per tutto il periodo. Ora il progetto cresce ancora e raddoppia gli spazi ospedalieri, dedicando tutta la nuova struttura alla ostetricia e ginecologia”.

“Da molti anni, la CEI sostiene le attività del St. Gemma Hospital con i fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica. Si tratta di un supporto a favore delle donne e dei bambini, in una fase particolare per la salute materno- infantile, che pone un’attenzione costante all’accompagnamento delle persone accolte. Garantire assistenza e cura, con competenza e sollecitudine, è un modo concreto per farsi prossimi e per promuovere la dignità dell’essere umano”, sottolinea S. E. Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI. Il nuovo progetto, redatto dalla Direzione Tecnica della Fondazione Gemelli nel corso del 2022, risponderà ai più moderni criteri progettuali e normativi italiani e sarà in grado di soddisfare due bisogni essenziali: la necessità di ampliare il servizio di maternità a causa dell’aumento esponenziale delle partorienti che si rivolgono all’ospedale di Dodoma e, quindi, la necessità di allestire un servizio per i molti neonati prematuri per evitare il trasferimento critico all’unico ospedale che lo ha, distante 35 chilometri.