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Tag: Sanremo 2023

Autonomia, a Potenza flash mob contro progetto Calderoli

Autonomia, a Potenza flash mob contro progetto CalderoliRoma, 16 gen. (askanews) – Oggi Flash Mob in piazza a Potenza, contro il progetto di autonomia differenziata Calderoli con la partecipazione di sindaci ed amministratori comunali, provinciali e regionali.

Ad aprire il confronto ufficiale, il presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano, che nel ricordare la presa di posizione ufficiale del Consiglio Provinciale potentino, contro un disegno di legge che accentua le differenze sociali ed economiche tra Nord e Sud, ha evidenziato come “l’autonomia differenziata è un tecnicismo normativo e un raggiro lessicale che nei fatti amplierà le diseguaglianze tra i cittadini italiani. Al contrario occorrerebbero misure perequative adeguate per colmare il divario tra Nord e Sud. Chi propone questa norma deve avere la consapevolezza che si sta scegliendo di dividere l’Italia”, ha aggiunto Giordano.

Vino, Winelivery acquisisce maggioranza della community Become Somm

Vino, Winelivery acquisisce maggioranza della community Become SommMilano, 16 gen. (askanews) – Winelivery ha annunciato l’acquisizione di Become Somm, community online di appassionati di vino. “Siamo convinti che Become Somm rappresenti un prezioso asset nella nostra strategia di comunicazione” ha spiegato l’Ad di Winelivery, Francesco Magro, aggiungendo che “il suo forte impatto sui giovani consumatori e il suo approccio inclusivo nell’avvicinare le persone al mondo del vino si allineano perfettamente alla nostra visione. Con questa acquisizione – ha concluso – potenzieremo ulteriormente la nostra capacità di raggiungere e coinvolgere il pubblico, offrendo un valore aggiunto significativo sia ai nostri clienti che ai brand che rappresentiamo”.

In una nota, Winelivery ha sottolineato che l’acquisizione della maggioranza della community “non solo rafforza la presenza dell’azienda nel panorama della distribuzione del vino, ma apre anche nuove strade per innovare e arricchire la comunicazione nel settore, portando il mondo del vino italiano a un pubblico sempre più ampio e diversificato”. “Unirsi a Winelivery rappresenta un enorme passo in avanti per Become Somm: siamo entusiasti di poter accedere alle risorse e competenze di Winelivery, permettendoci di espandere e arricchire ulteriormente la nostra offerta per la nostra fedele community” ha affermato il fondatore della community, Simone Ingrassia, concludendo che “questa collaborazione consolida la nostra posizione come destinazione per tutti coloro che desiderano esplorare e apprezzare il mondo del vino italiano”.

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green Deal

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green DealBruxelles, 16 gen. (askanews) – L’Europa deve “cambiare marcia”, imparare a contare su sé stessa, sulla propria sovranità e autosufficienza, sostenendo lo sviluppo a livello di scala industriale delle proprie innovazioni, sviluppando un unico grande mercato dei capitali per finanziare la propria industria, accessibile a tutti i giovani imprenditori ovunque nel Continente, e facendo tutto il necessario per evitare le delocalizzazioni della produzione industriale. C’è bisogno di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal, anche per vincere la lotta al cambiamento climatico, ma con una politica industriale che, come fanno Cina e Stati Uniti, usi anche le carote delle sovvenzioni oltre al bastone degli obiettivi da raggiungere a tappe forzate.

E’ quanto ha affermato oggi, in sintesi, il primo ministro del Belgio Alexander De Croo, davanti alla plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo, durante il suo discorso come presidente di turno del Consiglio Ue per il semestre che è appena iniziato. “Il 2024 – ha rilevato De Croo – sarà un anno cruciale. La posta in gioco è molto alta, per l’Europa e per l’Occidente: le nostre democrazie e le nostre libertà saranno messe alla prova, non solo dalle elezioni europee, ma anche da quelle della presidenza americana e del Congresso”. Naturalmente in quest’utimo caso il rischio, a cui ha fatto implicito riferimento, è che sia eletto Donald Trump.

“Se il 2024 ci porterà nuovamente lo slogan ‘America first’, per noi” lo slogan “sarà più che mai ‘l’Europa che conta su sé stessa’. Ma – ha osservato il premier belga – non dobbiamo temere questa prospettiva; dovremmo invece abbracciarla, ponendo l’Europa su basi più solide, in modo da essere più forti, più sovrani, più autosufficienti. Un’Europa che consegue risultati e fa la differenza nella vita delle persone, proteggendole, rafforzando l’economia, preparando il nostro futuro comune”. “Mantenere la nostra economia europea forte e vitale – ha continuato – è una delle sfide più grandi che ci attendono. L’Europa non può diventare un museo economico. Se vogliamo rimanere un continente innovativo, creativo, ricco di capitali e produttivo, dovremo cambiare marcia”.

“Gli Stati Uniti d’America – ha ricordato De Croo, con un riferimento all’Ira, ‘Inflation Reduction Act’ – hanno dato alla loro industria un enorme stimolo attraverso la politica di bilancio, un bazooka di sussidi da 1.200 miliardi di dollari che preoccupa anche i più grandi Stati membri dell’Ue. D’altro canto, vediamo che la Cina sta rafforzando la sua presa sul mercato mondiale”. “L’unico modo per non rimanere schiacciati” da questa doppia pressione, ha sottolineato il presidente di turno del Consiglio Ue, “è far rivivere lo spirito del grande Jacques Delors: aprire alla concorrenza europea i mercati del futuro: energia, digitale, intelligenza artificiale, difesa e mercati dei capitali”.

“Il problema – ha spiegato – è che l’Europa è forte nell’innovazione, ma poi è debole nello sviluppo su scala di queste innovazioni. I nostri giovani imprenditori oggi lottano per portare le loro idee sul mercato, fanno fatica a trovare capitale di rischio e ‘venture capital’ per far crescere la propria attività e conquistare nuovi mercati”. I nostri imprenditori, ha aggiunto, “dobbiamo aiutarli a passare dall”inventato in Europa’, allo ‘sviluppato in Europa’, fino ad arrivare al ‘made in Europe’. Ma per fare questo, abbiamo bisogno di qualcosa di più che una manciata di capitali in poche città europee: abbiamo bisogno – ha indicato – che l’intera Europa, ogni angolo del nostro continente, si trasformi in un unico grande mercato dei capitali, accessibile a tutti i giovani imprenditori da Stoccolma a Napoli, da Dublino a Sofia”. “Per questo motivo – ha ricordato -, la presidenza belga” di turno del Consiglio Ue “ha chiesto all’ex primo ministro italiano Enrico Letta di presentare un rapporto per dare un nuovo slancio al mercato unico europeo. E dobbiamo compiere un passaggio simile anche per quanto riguarda la nostra industria, per mantenere forti gli investimenti e per mantenere qui in Europa la produzione industriale”. “Abbiamo bisogno – ha sottolineato De Croo – di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal. Questo non è solo vitale per la nostra prosperità, ma anche fondamentale per vincere la lotta al cambiamento climatico”. “Le politiche climatiche di Cina e Stati Uniti – ha osservato ancora il presidente di turno del Consiglio Ue – danno molte carote alla loro industria, mentre noi, qui in Europa, troppo spesso usiamo il bastone, non limitandoci solo a fissare gli obiettivi climatici, ma definendo anche il modo in cui quegli obiettivi devono essere raggiunti, e lasciando troppo poco spazio alle nostre aziende, troppo poco spazio all’innovazione e alla creatività”. E invece, “per prevalere nella lotta contro il cambiamento climatico abbiamo bisogno di un’Europa focalizzata, che si concentri sulla riduzione delle emissioni di gas serra”, ma anche “che sostenga le aziende che sviluppano e utilizzano queste tecnologie pulite, che diventi più neutrale tecnologicamente nelle sue politiche; e non dimentichiamolo: un’Europa che crei il sostegno sociale necessario per queste politiche climatiche, rendendo gli investimenti verdi accessibili a tutti, non solo a pochi fortunati”, ha concluso De Croo.

Apple supera Samsung e diventa il numero uno globale sugli smartphone

Apple supera Samsung e diventa il numero uno globale sugli smartphoneRoma, 16 gen. (askanews) – Storico sorpasso di Apple sulla rivale coreana Samsung: lo scorso anno in termini di volumi la casa californiana è diventata il primo produttore mondiale di smartphone, con 234,6 milioni di dispositivi sfornati, l’unico tra i grandi produttori in crescita con un più 3,7%. Lo riporta il Financial Times citando i dati della società di ricerche Idc, secondo cui Samsung si è fermata quota 226,6 milioni di smartphone.

Apple si è aggiudicata in questo modo una quota di mercato pari al 20,1% nel 2023, seguita dal gruppo coreano con il 19,4% e, ben distanziata, da Xiaomi con il 12,5% e Oppo con l’8,8%. Samsung ha detenuto il primato tra i produttori di smartphone per ben 12 anni. Una sorta di rivincita per Apple, che la scorsa settimana si era vista sopravanzare da Microsoft quale società con la maggiore capitalizzazione in Borsa.

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphone

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphoneRoma, 16 gen. (askanews) – Storico sorpasso di Apple sulla rivale coreana Samsung: lo scorso anno in termini di volumi la casa californiana è diventata il primo produttore mondiale di smartphone, con 234,6 milioni di dispositivi sfornati, l’unico tra i grandi produttori in crescita con un più 3,7%. Lo riporta il Financial Times citando i dati della società di ricerche Idc, secondo cui Samsung si è fermata quota 226,6 milioni di smartphone.

Apple si è aggiudicata in questo modo una quota di mercato pari al 20,1% nel 2023, seguita dal gruppo coreano con il 19,4% e, ben distanziata, da Xiaomi con il 12,5% e Oppo con l’8,8%. Samsung ha detenuto il primato tra i produttori di smartphone per ben 12 anni. Una sorta di rivincita per Apple, che la scorsa settimana si era vista sopravanzare da Microsoft quale società con la maggiore capitalizzazione in Borsa.

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardi

Gimbe: cresce la migrazione per curarsi, verso il nord un fiume da 4,25 miliardiRoma, 16 gen. (askanews) – Nel 2021 cresce la migrazione sanitaria: un fiume da Ç 4,25 miliardi scorre verso le regioni del Nord. A Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto il 93,3% del saldo attivo. Il 76,9% del saldo passivo grava sul Centro-Sud. Delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate in mobilità oltre 1 euro su 2 va nelle casse del privato. L’autonomia differenziata è uno schiaffo al meridione: il Sud sarà sempre più dipendente dalla sanità del Nord. Questi i punti focali dell’ultimo Rapporto pubblicato da Gimbe sulla situazione sanitaria in Italia.

Nel 2021, si legge, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di Ç 4,25 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (Ç 3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo. ½La mobilità sanitaria – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese. Un gap diventato ormai una “frattura strutturale” destinata ad essere aggravata dall’autonomia differenziata, che in sanità legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell’esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute». Ecco perché, in occasione dell’avvio della discussione in Aula al Senato del DdL Calderoli, continua Cartabellotta, ½la Fondazione GIMBE ribadisce quanto già riferito nell’audizione in 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato: la tutela della salute deve essere espunta dalle materie su cui le Regioni possono richiedere maggiori autonomie». Numerose le motivazioni: “Il Servizio Sanitario Nazionale attraversa una gravissima crisi di sostenibilità e il sotto-finanziamento costringe anche le Regioni virtuose del Nord a tagliare i servizi e/o ad aumentare le imposte regionali. In altri termini non ci sono risorse da mettere in campo per colmare le diseguaglianze in sanità. Il DdL Calderoli rimane molto vago sulle modalità di finanziamento, oltre che sugli strumenti per garantire i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) secondo quanto previsto dalla Carta Costituzionale. Il gap in sanità tra Regioni del Nord e del Sud è sempre più ampio, come dimostrano i dati sugli adempimenti ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quelli sulla mobilità sanitaria qui riportati. Le maggiori autonomie già richieste da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto potenzieranno le performance di queste Regioni e, al tempo stesso, indeboliranno ulteriormente quelle del Sud, anche quelle a statuto speciale. Un esempio fra tutti: una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale, rischia di provocare una fuga dei professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrire condizioni economiche più vantaggiose. Le Regioni del Sud non avranno alcun vantaggio: essendo tutte (tranne la Basilicata) in Piano di rientro o addirittura commissariate come Calabria e Molise, non avrebbero nemmeno le condizioni per richiedere maggiori autonomie in sanità. Il Paese, indebitando le future generazioni, ha sottoscritto il PNRR che ha come obiettivo trasversale a tutte le missioni proprio quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali”. ½In tal senso – chiosa Cartabellotta – risulta ai limiti del grottesco la posizione dei Presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione».

Il 20/01 a Pollenzo con Cia e Unionbirrai Stati generali birra

Il 20/01 a Pollenzo con Cia e Unionbirrai Stati generali birraRoma, 16 gen. (askanews) – Arrivano gli Stati Generali della Birra. Sabato 20 gennaio si terrà il primo evento promosso da Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con Unionbirrai, per avviare il percorso programmatico dedicato alla filiera della birra Made in Italy insieme a tutti i protagonisti. L’appuntamento è all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo.

Nel corso dell’evento si svolgerà una tavola rotonda con i rappresentanti istituzionali e della filiera. Nel dettaglio, interverranno tra gli altri Vittorio Ferraris (Unionbirrai), Alfredo Pratolongo (Assobirra), Teo Musso (Consorzio Birra Italiana), Claudio Conterno (Consorzio Birra Origine Piemonte), Stefano Fancelli (Luppolo Made in Italy), Fabio Giangiacomi (Consorzio Italiano Produttori dell’Orzo e della Birra), Katya Carbone (CREA), Monica Ciaburro (segretaria Commissione Agricoltura). Parteciperanno anche Marco Protopapa (assessore Agricoltura Regione Piemonte), Cristiano Fini (presidente nazionale Cia) e Patrizio Giacomo La Pietra (sottosegretario Masaf). Al centro dei lavori la tassazione del prodotto birra, tema di forte attualità, le politiche agricole di supporto alla produzione delle materie prime nazionali e la crescita del movimento dei birrifici artigianali e agricoli, la nuova eccellenza del Made in Italy birrario.

Gdo, 30% fatturato prodotti tipici locali arriva dalla marca privata

Gdo, 30% fatturato prodotti tipici locali arriva dalla marca privataMilano, 16 gen. (askanews) – Quasi il 30% (27,2%) del fatturato delle produzioni tipiche locali italiane, pari a 8,5 miliardi di euro, viene generato direttamente dalla distribuzione moderna attraverso i marchi del distributore. E’ quanto emerge dal rapporto “Marca del distributore e made in Italy: il ruolo della distribuzione moderna”, realizzato da The European House Ambrosetti per l’Associazione distribuzione moderna, e presentato al convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024.

Per i prodotti italiani, evidenzia il rapporto, i marchi del distributore valgono all’estero quattro miliardi di euro, l’8% del totale delle esportazioni internazionali food & beverage di prodotti made In Italy. “La relazione tra i produttori locali di marchi del distributore e distribuzione moderna – ha commentato Mauro Lusetti, presidente Adm – è fondamentale per lo sviluppo del made in Italy non solo nel mercato interno, ma anche oltre confine: la distribuzione moderna rappresenta un supporto concreto per il processo di internazionalizzazione delle aziende produttrici locali italiane che possono, attraverso i marchi del distributore, far conoscere anche all’estero prodotti e tipicità che rappresentano la cultura e la storia dei territori da cui provengono”.

Andando a indagare a livello regionale il contributo della marca del distributore, il rapporto evidenzia che oltre il 42% del fatturato complessivo delle imprese di produzione tipiche locali abruzzesi è stato generato dalla collaborazione con la distribuzione moderna attraverso i marchi del distributore. Si scende al 40% per i prodotti del Friuli-Venezia Giulia e al 36,9% per quelli campani. Secondo il report i produttori locali Piemontesi hanno realizzato (dati 2022) il 27,1% del fatturato complessivo grazie alla mdd. Percentuali analoghe si registrano in Umbria (26,8%) e nelle Marche (26,1%). Emilia-Romagna, Veneto e Lazio rientrano tra le prime 10 regioni a beneficiare della collaborazione con la GDO rispettivamente con il 25%, il 24,5% e il 23,8% delle vendite di prodotti locali. Seguono via via Toscana (11esima, 23,3% del fatturato), Liguria (12esima, 23,2%) e Sicilia (13esima, 22,7%). Al di sotto del 20% si collocano il Trentino A.A (19,3%), la Lombardia (19%), le Basilicata (13,3%) e la Puglia (12,1%). Chiudono la classifica Molise (9,8%), Calabria e Sardegna (entrambe al 4,8%). “Per comprendere l’impatto fondamentale della distribuzione moderna e nello specifico della marca del distributore – ha spiegato Valerio De Molli, managing partner e Ceo The European House Ambrosetti – basti considerare che la mdd coinvolge indirettamente circa 50 sotto-comparti economici e oltre 1.500 imprese del settore agricolo e food (il 92% italiane e il 78% piccole e medie) che producono alimenti commercializzati con la marca dell’insegna della distribuzione moderna. Gli effetti dell’inflazione e della riduzione dei volumi di vendita colpiscono perciò direttamente il patrimonio di imprese locali italiane che rappresentano la spina dorsale dell’economia del Paese”.

Blinken promette a Zelensky: Usa continueranno a sostenere Ucraina

Blinken promette a Zelensky: Usa continueranno a sostenere UcrainaMilano, 16 gen. (askanews) – La promessa al presidente ucraino Volodymyr Zelensky è che il “sostegno” degli Usa – e anche degli altri Paesi alleati – a Kiev continuerà. Così il segretario di Stato americano Antony Blinken nel suo incontro a Davos con il leader di Kiev. “So che i nostri colleghi europei faranno la stessa cosa” ha detto secondo Afp.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, presente anche lui, ha rassicurato Zelensky – che ha avuto sino ra anche un incontro con i maggiori fondi finanziari del mondo e con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – che gli Stati Uniti e i loro alleati sono determinati “a garantire che la Russia perda e l’Ucraina vinca”. Nonostante una disputa nel Congresso americano sull’approvazione di nuovi finanziamenti, Blinken ha detto a Zelensky: “Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all’Ucraina e stiamo lavorando a stretto contatto con il Congresso per raggiungere questo obiettivo. So che i nostri colleghi europei faranno la stessa cosa”. Il tutto mentre si incontravano al World Economic Forum di Davos, in Svizzera.

Blinken promette a Zelensky: gli Usa continueranno a sostenere l’Ucraina

Blinken promette a Zelensky: gli Usa continueranno a sostenere l’UcrainaMilano, 16 gen. (askanews) – La promessa al presidente ucraino Volodymyr Zelensky è che il “sostegno” degli Usa – e anche degli altri Paesi alleati – a Kiev continuerà. Così il segretario di Stato americano Antony Blinken nel suo incontro a Davos con il leader di Kiev. “So che i nostri colleghi europei faranno la stessa cosa” ha detto secondo Afp.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, presente anche lui, ha rassicurato Zelensky – che ha avuto sino ra anche un incontro con i maggiori fondi finanziari del mondo e con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – che gli Stati Uniti e i loro alleati sono determinati “a garantire che la Russia perda e l’Ucraina vinca”. Nonostante una disputa nel Congresso americano sull’approvazione di nuovi finanziamenti, Blinken ha detto a Zelensky: “Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all’Ucraina e stiamo lavorando a stretto contatto con il Congresso per raggiungere questo obiettivo. So che i nostri colleghi europei faranno la stessa cosa”. Il tutto mentre si incontravano al World Economic Forum di Davos, in Svizzera.