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Tag: Sanremo 2023

Clima, Legambiente: bene approvazione Pnacc, ora stanziare risorse

Clima, Legambiente: bene approvazione Pnacc, ora stanziare risorseRoma, 3 gen. (askanews) – “Finalmente dopo sei lunghi anni dalla prima bozza e dopo ben quattro governi, l’Italia ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il PNACC, che raccoglie 361 azioni rivolte ai sistemi naturali, sociali ed economici. Si tratta della prima buona notizia con cui si apre questo 2024 e di un passo importante nella lotta alla crisi climatica che arriva dopo anni di ritardi e stalli”. Lo dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.

“Era il lontano 2018 – ricorda Ciafani – quando il Governo Gentiloni e l’allora ministro dell’ambiente Gianluca Galletti presentarono la prima bozza di Piano pubblicandola sul sito del ministero. Da allora si sono succeduti tre governi – il Conte 1, il Conte 2 e il Governo Draghi – e 2 ministri – Sergio Costa e Roberto Cingolani – ma nessuno ha mai adottato il documento in questione. Solo a fine 2022 è arrivato un primo segnale di svolta con la pubblicazione sul sito del MASE, guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, della bozza aggiornata del Piano, seguita dalla fase di consultazione e dall’approvazione finale arrivata pochi giorni fa. Ora però ricordiamo al Ministro dell’ambiente e al Governo Meloni che per attuare il PNACC sarà fondamentale stanziare le risorse economiche necessarie e ad oggi ancora assenti, non previste neanche nell’ultima legge di bilancio, altrimenti il rischio è che il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici resti solo sulla carta”. “Sarà, inoltre, importante – prosegue Ciafani – approvare un PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030; una legge sullo stop al consumo di suolo che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, semplificando anche la demolizione e la ricostruzione degli edifici esistenti ed entro tre mesi si emani il decreto che attiva l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, con funzione di coordinamento tra i livelli di governo del territorio e dei vari settori”.

“L’Italia – continua Ciafani – è sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi che nel 2023 sono arrivati a quota 378, +22% rispetto all’anno precedente. Per questo è fondamentale che metta in campo una chiara e decisa strategia di prevenzione attuando al più presto le 361 azioni individuate nel Piano, tra cui le aree e vasche di esondazione e i processi di rinaturalizzazione dei bacini idrografici e dei versanti pe ridare spazi ai fiumi, per far sì che la nostra Penisola conviva nei prossimi anni con l’emergenza climatica evitando così di rincorrere le emergenze. Solo per i danni delle due alluvioni che nel 2023 hanno colpito Romagna e Toscana, l’Italia ha speso 11 miliardi di euro, ossia oltre un terzo della legge di bilancio 2024 appena approvata dal Parlamento. Risorse economiche, che con campagne di prevenzione e azioni di adattamento e mitigazione fatte per tempo, potevano essere in parte risparmiate. Per questo nei prossimi anni sarà importante anche intensificare le politiche territoriali di prevenzione e le campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro Paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri”.

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime più

Degni: il mio post? La verità è che il Parlamento non si esprime piùRoma, 3 gen. (askanews) – “Più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta. Non mi sembra” che il post messo sotto accusa dai partiti di maggioranza “contenesse cose particolari. Ho solo espresso il rammarico perché l’opposizione avrebbe potuto sfruttare di più gli strumenti del diritto parlamentare per marcare meglio la maggioranza sulla manovra”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il consigliere della Corte dei Conti, Marcello Degni, il quale in un post su X ha scritto che l’approvazione della manovra è stata “un’occasione persa” perché “c’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio” e perché “potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”.

Il centrodestra chiede le sue dimissioni perché ha tradito l’imparzialità che dovrebbe contraddistinguere il ruolo di un magistrato. “Esiste un dibattito su questo. Io credo che un magistrato abbia il diritto di esprimere le sue posizioni purché non si trovi di fronte a una questione che incide su una sua azione diretta e purché lo faccia in modo rispettoso come ho fatto io argomentando su una questione di cui mi occupo”, risponde Degni.“Dall’opposizione mi sarei aspettato la presentazione di mille emendamenti che avrebbero costretto il governo a decidere il voto di fiducia. In quel caso ci sarebbe stato un dibattito e si potevano sfruttare tutti gli spazi per rallentare l’approvazione della manovra. La maggioranza sarebbe stata costretta a rinunciare al cenone per approvare in tempo la legge di bilancio – e in alcuni casi a dire la verità sarebbe stato anche preferibile – ma si poteva sollevare la questione di un metodo che da anni non dà al Parlamento la possibilità di esprimersi”, sottolinea. “La mia era una critica riferita al metodo non al contenuto della manovra. E non era una critica nei confronti soltanto di questo governo”. Sulla manovra ci “dovrebbe essere una discussione articolo per articolo, pacata, con i 183 programmi di cui è strutturata” mentre “in questo modo si svilisce il ruolo del Parlamento”.

Sulla Corte dei Conti che ha preso le distanze dalle sue parole, Degni puntualizza: “vedremo quali saranno le valutazioni del Consiglio. Io mi sono espresso come Marcello Degni non come giudice della Corte dei Conti”. 

Giornali sempre più difficili da trovare, perse 2.700 edicole in 4 anni

Giornali sempre più difficili da trovare, perse 2.700 edicole in 4 anniRoma, 3 gen. (askanews) – La crisi dell’editoria è anche la crisi dei “giornalai”. In quattro anni, sono sparite quasi 2.700 edicole in tutto il Paese, di cui 2.327 erano imprese individuali. Una perdita secca superiore al 16% (-18,6% considerando le sole ditte individuali), con tassi di variazione anche a doppia cifra in tante province, a partire da Isernia, che ha visto chiudere oltre un terzo delle unità locali, Trieste che registra un -31,1%, Ancona che supera il -30%.

L’elaborazione, realizzata da Unioncamere-InfoCamere sui dati del registro delle imprese, mostra che, in pratica, solo Bolzano e Sondrio, grazie all’apertura di una nuova edicola nel quadriennio, vedono crescere questa tipologia di impresa, mentre Oristano mantiene tutte le sue 51 rivendite di giornali. A fine settembre scorso, comunque, i punti vendita di giornali e periodici contavano su circa 13.500 localizzazioni, mentre a settembre 2019 erano oltre 16mila. In valori assoluti, sono i lettori di quotidiani soprattutto di Roma che oggi devono fare i conti con la rarefazione dei “giornalai”: nel territorio provinciale ne sono rimasti 1.138, 303 in meno di quattro anni fa (-21%). Anche a Torino, però, giornali e riviste sembrano andare parecchio meno di moda. Qui oggi si contano 501 rivendite, 138 in meno di settembre 2019 (-21,6%), mentre Milano ne perde 129 (-11,9%), scendendo così sotto le mille edicole.

La riduzione delle rivendite non è solo un danno per quanti continuano a preferire aggiornarsi sulla carta stampata piuttosto che su strumenti digitali, è anche un peccato sotto il profilo della crescita della componente femminile e giovanile nell’impresa. Considerando le quasi 12mila imprese registrate a fine settembre (al netto, quindi, delle unità locali aggiuntive), 4.450 risultano essere femminili e 701 giovanili. Ciò significa che il mestiere dell’edicolante piace molto alle imprenditrici, che in quest’ambito rappresentano più del 37% del totale delle imprese registrate, con una presenza, quindi, ben più consistente di quanto avvenga considerando il totale delle imprese (di cui le imprese femminili rappresentano circa il 22%). Le edicole guidate da donne, però, si sono ridotte nel quattro anni anche di più della media nazionale del settore, perdendo quasi 1.100 imprese (-19,6%). Questa attività, invece, sembra piacere poco ai giovani under 35, ai quali oggi appartiene solo il 5,9% delle edicole attive nei territori italiani, 528 in meno di quattro anni fa (-43%).

PA, sviluppata app per candidarsi dal proprio smartphone

PA, sviluppata app per candidarsi dal proprio smartphoneRoma, 3 gen. (askanews) – Il portale del reclutamento nella Pubblica amministrazione inPa diventa anche una App Mobile disponibile su Play Store e App Store. L’applicazione è stata sviluppata dal Dipartimento della Funzione pubblica, su indicazione del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, anche in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli.

“L’introduzione della digitalizzazione nella Pa non è un fine in sé, ma un mezzo per attuare i principi della buona amministrazione – sottolinea il ministro Zangrillo -. La nuova app si aggiunge agli strumenti informatici già a disposizione dei cittadini. Una soluzione al passo con i tempi e che mette a disposizione di tutti, gratuitamente e in modo capillare, anche la conoscenza e la ricerca delle opportunità di lavoro pubblico anche attraverso lo smartphone, strumento di accesso ormai quotidiano a decine di servizi digitali offerti dalle PA”. I bandi di concorso e gli avvisi di ricerca di professionisti ed esperti pubblicati sulla piattaforma online inPA sono più di 13 mila. Ad oggi, il Portale inPA raccoglie oltre 7 milioni di profili professionali, anche in virtù delle intese firmate con il mondo delle professioni, ordinistiche e non ordinistiche, ed estende il suo perimetro di ricerca alla platea dei 16 milioni di iscritti a LinkedIn Italia. Un numero che, in questa fase di incremento straordinario dei reclutamenti, è destinato a crescere ancora proprio grazie alla nuova app.

“La modernizzazione della Pubblica amministrazione passa dalla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per offrire servizi sempre al passo con i tempi – conclude Zangrillo -. Questo strumento ci consentirà di migliorare ancora nel reclutamento delle competenze necessarie, oggi più che mai, ad affrontare e vincere le sfide che abbiamo di fronte”.

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democrazia

Meloni: dopo 70 anni la Rai resta oggi garanzia di pluralismo e democraziaRoma, 3 gen. (askanews) – “Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l’occasione di quest’importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra Nazione. Oggi il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa”. E’ quanto dichiara la premier Giorgia Meloni.

Tajani: la soluzione dei due Stati è l’unica via per la stabilità in Medio oriente

Tajani: la soluzione dei due Stati è l’unica via per la stabilità in Medio orienteRoma, 3 gen. (askanews) – “Obiettivo politico dell’Italia e dell’Ue, e ne ho parlato con il segretario di Stato (americano) Blinken, è quello di arrivare a una situazione che stabilizzi il Medio Oriente” e “l’unica soluzione è quella di avere Israele come Stato libero indipendente che riconosca uno Stato palestinese libero e indipendente che a sua volta riconosca Israele”. Lo ha spiegato oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rainews 24. E’ questo “l’unico obiettivo che potrà permettere la stabilità, è difficile da raggiungere ma mai demordere”, ha aggiunto il titolare della Farnesina, ricordando che “Israele è molto importante” per l’Italia, perché “oltre 18.000 italiani vivono lì in maniera stabile”. “Dobbiamo lavorare perché la situazione si normalizzi”, ha insistito Tajani.

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vita

Riforme, La Russa: non serve premier di scorta. Tenere 3 senatori a vitaRoma, 3 gen. (askanews) – Il premier ‘di scorta’, che entrerebbe in gioco in caso di caduta del primo premier “è un’ipotesi di scuola messa nella riforma più per accontentare tutte le forze politiche coinvolte che non nella previsione che si realizzi. Ad oggi non vedo possibile che un premier, leader del primo partito di maggioranza, lasci palazzo Chigi e il suo partito accetti una soluzione diversa dal ritorno al voto”. Così, in un’intervista su ‘La Stampa’, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il quale ha aggiunto: “se ci fosse un emendamento che legasse la caduta di un premier al necessario ritorno alle urne, non mi straccerei le vesti. Ma un secondo premier nella stessa legislatura resterà una ipotesi pressoché irrealizzabile”.

Quanto alla cancellazione dei senatori a vita eletti dai presidenti della Repubblica, La Russa ha spiegato che la ratio è legata alla “riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita” ma precisa che “se ci fosse un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo, anche per coerenza con me stesso”, avendo presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui si prevedeva “che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo”. Sulla riforma del premierato, il presidente del Senato ha precisato: “forse mi sono spiegato male. Non è peggiorato il testo. È che nel programma elettorale, parlavamo di presidenzialismo. Insomma, volevamo qualcosa di più del premierato in tema di democrazia diretta. Trovo comunque sia stato saggio tentare di portare un testo il meno invasivo possibile. Sarà pure qualcosa di minore rispetto al presidenzialismo, ma non considero un errore la strada che la ministra Casellati ha scelto. La verità è che le buone mediazioni hanno il pregio di non accontentare né scontentare del tutto nessuno”.

La Russa ha ribadito poi di ritenere che le prerogative del presidente della Repubblica non vengano intaccate dal premierato perché, “vengono ridotte solo quelle che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari. Di fatto quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo. Con il premierato, però, non esisteranno più maggioranze incerte: sarà il popolo che decide il premier e qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare”. “Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi, ma solo il venir meno, grazie alla riforma ora proposta, della necessità di riparare urgenze politiche dovute alla mancanza di maggioranza chiara”, ha concluso La Russa.

Il Papa: la guerra è una pazzia. Preghiamo per i popoli colpiti dai conflitti

Il Papa: la guerra è una pazzia. Preghiamo per i popoli colpiti dai conflittiCittà del Vaticano, 3 gen. (askanews) – Papa Francesco nella sua prima udienza generale del nuovo anno è tornato a pregare per la pace nel mondo e per i popoli colpiti dai conflitti. Al termine dell’udienza nell’Aula Paolo VI in Vaticano, Francesco ha ricordato che “la guerra è una pazzia sempre, la guerra è una sconfitta sempre”, invitando i tanti fedeli riuniti nel incontrarlo a pregare perchè cessino i conflitti che insanguinano “Palestina, Israele, Ucraina e tanti altri posti dove c’è la guerra. “E non dimentichiamo i nostri fratelli che sono perseguitati nel Rohingya”, ha poi aggiunto.

Poco prima, salutando i pellegrini di lingua polacca, il Papa aveva detto: “Fratelli e sorelle, alla soglia di un nuovo anno, doniamo la nostra vita a Dio. Preghiamo che ci conceda un cuore sensibile alle necessità dei poveri, rifugiati e vittime della guerra. Per intercessione di Maria, Madre di Dio, chiedo al Signore il dono della pace, e vi benedico di cuore!”.

Un dispositivo subacqueo per studiare la Terra dai fondali marini

Un dispositivo subacqueo per studiare la Terra dai fondali mariniRoma, 3 gen. (askanews) – Avere informazioni in tempo reale per studiare la struttura della Terra, i disastri naturali, gli oceani e le aree marine in profondità e, non ultimo, supportare gli studi sul clima: queste e infinite altre le potenzialità dello SMART Cable, un dispositivo subacqueo innovativo installato da un team di ricercatori e tecnologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nel settore occidentale del Mar Ionio, al largo della Sicilia orientale.

Lo SMART Cable (Science Monitoring And Reliable Telecommunications) – informa l’INGV – è un prototipo costituito da un cavo di circa 21 km comunemente usato per le telecomunicazioni, equipaggiato con 3 ripetitori tecnologicamente sofisticati e distanziati a 6 km l’uno dall’altro in grado di misurare tutte le variabili ambientali e sismologiche in real time. Lo SMART cable, ora funzionante a 2.000 metri di profondità a circa 30 km al largo di Catania, è parte di una infrastruttura per la ricerca in ambiente marino profondo, gestita congiuntamente da INGV e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), che comprende alcune stazioni di monitoraggio che costituiscono uno dei nodi osservativi del programma europeo EMSO (European Multidisciplinary Seafloor and water column Observatory).

Il prototipo di SMART Cable, la cui idea progettuale è stata concepita nell’ambito della Joint Task Force (JTF) costituita tra International Telecommunications Union (ITU), World Meteorological Organization (WMO) e Intergovernmental Oceanographic Commission (IOC) dell’UNESCO, è stato realizzato nell’ambito del progetto InSEA, coordinato dall’INGV e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con il programma PON Ricerca e Innovazione – Azione II.1 Infrastrutture di Ricerca. “L’utilizzo di cavi di telecomunicazione sottomarini innovativi, ovvero equipaggiati con strumentazione geofisica e ambientale, rappresenta una soluzione per estendere le osservazioni ad aree marine mai raggiunte, per avere accesso in tempo reale alle osservazioni e per supportare gli studi sul clima, sugli oceani, sulla struttura della Terra e sui disastri naturali”, dichiara Giuditta Marinaro, Responsabile dell’unità funzionale Ricerche multidisciplinari sulle interazioni Geosfera-Oceano-Atmosfera della Sezione Roma 2 dell’INGV.

Angelo De Santis, già ricercatore dell’INGV e Coordinatore scientifico del Progetto InSea, aggiunge: “I dati acquisiti da una futura rete di SMART Cables andrebbero a integrarsi con i dati delle reti osservative terrestri e spaziali, rendendo più fitta ed estesa la rete di osservazione globale. L’applicazione di questa nuova tecnologia al monitoraggio dell’ambiente marino profondo del bacino occidentale dello Ionio contribuirà a migliorare le conoscenze sui cambiamenti climatici, gli effetti antropici e i rischi naturali che possono interessare quell’area”. Massimo Chiappini, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’INGV, sottolinea: “L’installazione dello SMART Cable rappresenta un esperimento pilota di rilevanza internazionale cui stanno guardando molte comunità scientifiche, in particolare la JTF. Il successo di questo esperimento apre nuove possibilità di collaborazione con il settore delle Telecomunicazioni e con il settore della Blue Economy”.

Alla costruzione dello SMART Cable – conclude la nota – ha provveduto la Guralp Systems, la logistica per la sua installazione è stata fornita dalla società italiana Elettra Tlc per mezzo della nave posacavi Antonio Meucci, con il supporto della società italiana di servizi marittimi Aalea per le operazioni sottomarine.

Meloni: Rai compie 70 anni, ancora oggi garanzia pluralismo-democrazia

Meloni: Rai compie 70 anni, ancora oggi garanzia pluralismo-democraziaRoma, 3 gen. (askanews) – “Settant’anni fa la Rai iniziava le sue trasmissioni e da quel momento non ha mai cessato di accompagnare il processo collettivo di crescita e cambiamento culturale, sociale e civile. Colgo l’occasione di quest’importante anniversario per ringraziare la Rai del lavoro che da 70 anni svolge nel narrare la nostra Nazione. Oggi il Servizio Pubblico radiotelevisivo e multimediale, pur in un mercato fortemente diversificato, resta garanzia di pluralismo e democrazia, e trova ancora il suo fondamento nella vocazione di settant’anni fa”. E’ quanto ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.