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Tag: Sanremo 2023

I figli di Berlusconi accettano l’eredità (nel pomeriggio la firma ad Arcore)

I figli di Berlusconi accettano l’eredità (nel pomeriggio la firma ad Arcore)Milano, 11 set. (askanews) – I cinque figli di Silvio Berlusconi accettano pienamente il testamento del padre, scomparso lo scorso 12 giugno. La firma degli atti relativi all’accettazione dell’eredità è attesa per questo pomeriggio ad Arcore. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Secondo le volontà espresse da Silvio Berlusconi, che saranno quindi accettate senza riserva e senza beneficio di inventario, la ‘quota disponibile’ dell’eredità va ai due figli maggiori, Marina e Pier Silvio che, insieme, controlleranno il 53% della holding Fininvest.

Padre Pio, grandi festeggiamenti a Roma

Padre Pio, grandi festeggiamenti a RomaRoma, 11 set. (askanews) – Come da tradizione consolidata ormai da più di vent’anni si celebra a Roma la Festa in onore del santo Padre Pio. Migliaia di devoti con i 600 gruppi di preghiera del Lazio e le Associazioni di Protezione Civile si raduneranno presso la Chiesa di San Salvatore in Lauro, in via dei Coronari, adiacente Piazza Navona per commemorare il grande Santo con un ricco programma di eventi in occasione della sua Festa Liturgica.

All’interno dell’antica chiesa, già Santuario Lauretano, sono state esposte per l’occasione numerose reliquie, tra le quali il mantello, i guanti, le bende, la stola e il sangue delle stimmate che per cinquanta anni hanno segnato il corpo di san Pio da Pietrelcina. Vicino ad esse, il grande gruppo scultoreo riproducente il Cristo Redentore aiutato da Padre Pio Cireneo, da venti anni grande richiamo di pellegrini e devoti. In queste giornate si svolge dal 2004 anche la Festa della Protezione Civile, che vede in San Pio da Pietrelcina il proprio Patrono, ispiratore di quei valori fondanti di servizio al sollievo della sofferenza, che sono il presupposto della sua cooperazione al bene dello Stato.

I festeggiamenti seguiranno un intenso programma che vedrà intrecciarsi eventi religiosi, d’intrattenimento e di cultura, culminanti in alcuni momenti di particolare intensità: il 20 settembre (anniversario della stimmatizzazione) con l’esposizione solenne e la venerazione della reliquia del sangue di San Pio; il 22 settembre, la Veglia del Transito in cui si ricorda la sua morte, presieduta da Sua Em.za il Cardinale Luis Francisco Ladaria. L’evento centrale del programma dedicato a Padre Pio interesserà il pomeriggio del 23, con la processione a Piazza Navona alla presenza del Capo Dipartimento della Protezione Civile, il Dott. Fabrizio Curcio, del Prefetto di Roma, numerose autorità civili e militari. In Piazza Navona avverrà la benedizione dei mezzi della Protezione Civile ivi schierati. La Santa Messa solenne in piazza San Salvatore in Lauro (sempre colma di fedeli) sarà presieduta alle ore 18.00, da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione .

I festeggiamenti si concluderanno domenica 24 settembre alle ore 18.00 con la Santa Messa di ringraziamento presieduta da Sua Em.za il Card. Angelo Comastri e la Benedizione dei fedeli con il mantello di Padre Pio A loro si uniranno folle di pellegrini provenienti da tutto il Lazio, alcuni miracolati che ringraziano Padre Pio delle grazie ricevute, e numerose autorità civili.

”Linguaggi, lingue e linguacce”, viaggio nel mondo della comunicazione

”Linguaggi, lingue e linguacce”, viaggio nel mondo della comunicazioneRoma, 11 set. (askanews) – Un viaggio nel mondo della Comunicazione. Da ieri ad oggi . I grandi cambiamenti perfino rivoluzioni, con l’arrivo di internet, dei social. E allora, nell’era della Comunicazione, si comunica davvero o no?

Se ne è parlato con Walter Rodinò, l’autore del libro “Linguaggi, lingue e linguacce” edito da Albatros, insieme alla giornalista Rai conduttrice di Tg2 Marzia Roncacci nella bella Calabria, nella sede della Lega Navale sezione di Locri. Tanta partecipazione ed interesse, anche di giovani, nei confronti di un argomento complesso ma che riguarda tutti noi e la nostra vita di tutti i giorni. Adulti, genitori, nonni riescono a comunicare con i propri figli, nipoti giovani? Il web ha davvero rappresentato la svolta e quindi un grande passo in avanti della nostra società o forse no?

Walter Rodinò avvocato , giornalista pubblicista, da sempre interessato a tematiche legate al diritto della comunicazione e dell’informazione, molto impegnato in temi socio-culturali, legati ai cambiamenti generazionali degli ultimi decenni, ha provato a spiegare, con un linguaggio molto semplice ma non semplicistico, come è cambiata la nostra comunicazione e se esistono punti di incontro tra generazioni . Molti i riferimenti e i ganci con la storia, brevi, ma che riportano immediatamente il lettore in contesti, a volte anche dimenticati. La vera e propria svolta lessicale, ritiene l’autore , avviene negli anni fine Sessante e Settanta, anni dove Mike Buongiorno aveva già abbondantemente contribuito alla diffusione della lingua italiana nel nostro Paese, quindi piu italiano e meno dialetti, anni del boom economico e del boom di nascite, anni quando la FIAT con la sua 500 ha messo le ruote a tutti gli italiani che scorrazzavano su e giù per lo Stivale. Ed è proprio negli anni Settanta che si ribalta completamente il modo di intendere la comunicazione, attraverso i mass media, che ormai avevano preso possesso dell’intera popolazione, e l’arrivo timido e impacciato dei primi pc che, occupando l’intera superficie di una parete, ed è quindi in quegli anni che l’uomo inizia uno strano percorso di individualismo che, come ci fa notare Walter, oggi nell’era dei social che se da un lato accorciano le distanze dall’altro lato ci tengono lontani, come se i nostri ragazzi si stessero proiettando verso un mondo virtuale, un “Matrix”, fatto di amori virtuali, ricordi virtuali, un mondo tutto di linguaggi virtuali. e intanto il linguaggio stesso cambiava, cambiavano i costumi, le mentalità e il modo di rapportarsi con gli altri.

Poi la svolta decisiva si è avuta con Internet, con il trionfo della messaggistica virtuale, e con l’arrivo dei social network, ormai inseriti in ogni contesto e indispensabili per la socializzazione e la realizzazione del sé. Sé che mai come nella società moderna in cui viviamo ha trovato un posto principale nel nostro modo di vivere e di essere.

Masterclass di Nicola Biasi sui vini Piwi: “Una scelta sostenibile”

Masterclass di Nicola Biasi sui vini Piwi: “Una scelta sostenibile”Milano, 11 set. (askanews) – “Resistenti non sono solo i vitigni, noti anche come Piwi, ma anche gli stessi produttori che hanno abbracciato la sfida della sostenibilità in territori differenti e caratterizzati da altitudini e climi che fanno della loro viticoltura qualcosa di davvero innovativo. Questa difesa del territorio, coniugata a una viticoltura di precisione e a un’enologia dedicata e scrupolosa, permette di esaltare le qualità di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi”. Parole dell’enologo friulano Nicola Biasi che sabato 16 settembre condurrà una masterclass sul tema delle varietà resistenti, presentando il suo progetto “Resistenti” presso la torre vinaria di Cantina Frentana a Rocca San Giovanni (Chieti).

La masterclass si intitola “Varietà resistenti, una scelta sostenibile – Degustiamo il futuro, oggi” e vedrà la partecipazione anche di Antonino La Placa, direttore commerciale Italia e Sud Est Europa di Vinventions, e l’intervento di Giovanni Pasquale, presidente Assoenologi Abruzzo-Molise. Il progetto “Resistenti Nicola Biasi” consiste in una rete che ad oggi fa affidamento su otto aziende tra Friuli, Veneto e Trentino, “che perseguono l’obiettivo di unire la qualità dei loro vini alla reale e concreta sostenibilità ambientale”. “Un recente studio scientifico condotto presso una delle aziende della nostra rete, ha dimostrato come la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali” ha spiegato Biasi, sottolineando che “tra i vini in degustazione ci sarà l’occasione di assaggiare la nuova annata del vino simbolo del progetto resistenti, ‘Renitens’, un grande bianco d’Italia nato dall’assemblaggio dei vini delle sei aziende fondatrici della rete, che sta riscontrando molti successi, e il ‘Baby Renitens’, nuovo blend ottenuto dai migliori vini di tutte le aziende della rete, che ha fatto il suo grande debutto al Vinitaly 2023”.

Don Patriciello: a Caivano i bimbi e gli anziani non escono di casa

Don Patriciello: a Caivano i bimbi e gli anziani non escono di casaRoma, 11 set. (askanews) – “Il pensiero va ai bambini, agli anziani e agli ammalati che sono ancora terrorizzati. Tanti di loro sono prigionieri in casa e non escono più”. Lo afferma don Maurizio Patriciello, parroco Parco Verde di Caivano, in un’intervista del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito ai 19 colpi di pistola sparati nella notte a Caivano. “A questi fratelli camorristi – aggiunge don Patriciello – va anche il mio abbraccio e la mia benedizione e la preghiera di cambiare strada. Loro non vogliono bene a nessuno, neanche ai loro figli. Viviamo ancora una volta un momento terribile”. “I bambini – conclude don Patriciello a Tv2000 – per il resto della loro vita questa paura e terrore nel cuore”.

Caivano, don Patriciello: bimbi e anziani non escono di casa

Caivano, don Patriciello: bimbi e anziani non escono di casaRoma, 11 set. (askanews) – “Il pensiero va ai bambini, agli anziani e agli ammalati che sono ancora terrorizzati. Tanti di loro sono prigionieri in casa e non escono più”. Lo afferma don Maurizio Patriciello, parroco Parco Verde di Caivano, in un’intervista del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito ai 19 colpi di pistola sparati nella notte a Caivano. “A questi fratelli camorristi – aggiunge don Patriciello – va anche il mio abbraccio e la mia benedizione e la preghiera di cambiare strada. Loro non vogliono bene a nessuno, neanche ai loro figli. Viviamo ancora una volta un momento terribile”. “I bambini – conclude don Patriciello a Tv2000 – per il resto della loro vita questa paura e terrore nel cuore”.

Vino, Alston: Dop superate, puntare su marchi collettivi come in Usa

Vino, Alston: Dop superate, puntare su marchi collettivi come in UsaMilano, 11 set. (askanews) – “Il concetto delle Dop andava bene cento anni fa, adesso creano quello che è un concetto di economia asimmetrica: le Dop pongono restrizioni (su vitigni, resa e tecnologia) che impattano con il mercato”. E’ quanto ha sostenuto Julian Alston, docente del Department of Agricultural and Resource economics della University of California-Davis (Usa), intervenuto ieri ad Asti al dibattito sulla riforma delle DO organizzato dall’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv).

Spiegando che “negli Stati Uniti si sono sviluppati i marchi collettivi che rappresentano la reputazione privata dei produttori”, Alston ha sottolineato la necessità di puntare ad “avere maggior qualità e maggior rendimento senza porre vincoli che incidono sui costi: se per fare un vino ho 100 euro di costi e abbasso la resa da 100 a 80, i costi salgono a 150”. Quindi il professore ha suggerito di applicare anche da noi il modello statunitense, “senza restrizioni ma dove sono i produttori a dialogare per trovare la soluzione migliore per stare sul mercato”. Il ragionamento sul fatto se le Denominazioni abbiano ancora senso e se creino un vero valore aggiunto, è andato in scena nella sede dell’Uni Astiss, mentre a Bruxelles sono attesi i triloghi della riforma delle denominazioni d’origine. Nel suo intervento, Davide Gaeta, professore associato di Economia ed estimo rurale dell’Università di Verona, ha evidenziato che se “le restrizioni aumentano i costi, dobbiamo vedere se gli effetti di questo aumento sono compensati dalla domanda”, domandandosi se “le restrizioni funzionino tutte” e se non “siano troppe”. Di certo, per Gaeta, oggi “le Denominazioni sono troppe” e la riforma non deve essere un pacchetto unico dove ci sono dentro “prosciutto e vino”. Ma sopratutto, la riforma in discussione rischia di non dare risposte ai tanti problemi sul tavolo, perché “lascerà che siano i singoli Stati a doversi risolvere i problemi”.

Per Oreste Gerini, Dg della Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare del Masaf, ha spiegato tra l’altro che c’è da trovare una soluzione “sulla protezione delle Ig quando usate come ingredienti” e sul “lasciare il vino nel pacchetto globale della riforma”, sulle quali non c’è unità di vendute tra ministero e produttori. Nel corso della tavola rotonda e dei focus seguiti al dibattito, Antonio Rallo, presidente del Consorzio Sicilia Doc, “la riforma delle Ig deve essere vista come una grandi opportunità per il sistema vino a denominazione”, mentre Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Chianti Docg, ha posto l’accento sul fatto che “il Disciplinare di una Doc deve essere al passo con in tempi” e che “occorrono Disciplinari elastici per essere tempestivi”. Matteo Ascheri, presidente Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, ha invece spiegato come “il vero problema siano la burocrazia e tutte le sovrastrutture e non tanto le Denominazioni d’origine e le loro restrizioni”, aspetto ripreso da Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio Asti Docg, che ha parlato di “tempi biblici per modificare un Disciplinare che non consentono di stare al passo con il mercato”.

Premio Balzan 2023 a D.Damrosch, J.Hublin, E.Willerslev e H.Falcke

Premio Balzan 2023 a D.Damrosch, J.Hublin, E.Willerslev e H.FalckeMilano, 11 set. (askanews) – Annunciati oggi a Milano i vincitori del Premio Balzan 2023. Sono: David Damrosch per la “Letteratura mondiale”; Jean-Jacques Hublin per “Evoluzione umana: paleoantropologia”; Eske Willerslev per “Evoluzione umana: Dna antico ed evoluzione umana”; Heino Falcke per “Immagini ad alta risoluzione: dagli oggetti planetari a quelli cosmici”. Il riconoscimento per “L’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli” – che la Fondazione Balzan assegna con un intervallo non inferiore ai tre anni – viene assegnato per l’edizione 2023 alla Fondazione Francesca Rava. I Premi Balzan 2023 verranno consegnati a Berna, a novembre, nel corso di una cerimonia alla presenza del presidente del Consiglio nazionale della Confederazione svizzera, Martin Candinas.

I vincitori – annunciati dal presidente della Fondazione Balzan Premio, Alberto Quadrio Curzio, e dal vicepresidente del Comitato Generale Premi Balzan, Jules A.Hoffmann; e presentati dai componenti del Comitato generale Premi – sono stati scelti in base alla “validità, attualità e coerenza delle ricerche, individuando fattori specifici di eccellenza che potranno contribuire alla comprensione del nostro mondo e del nostro tempo, promuovendo l’avanzamento della conoscenza senza confini, secondo i principi ispiratori della Fondazione Balzan”, si legge in una nota della Fondazione. In dettaglio, le motiviazioni dei premi sono state: David Damrosch – professore della Harvard University – “per il suo approccio creativo alla letteratura mondiale come circolazione transnazionale di opere che rimangono vive perché vengono accolte e modificate al di là della loro cultura d’origine. Per la sua stupefacente conoscenza delle letterature occidentali e non occidentali in tutta la loro ampiezza geografica e profondità storica”.

Jean-Jacques – professore del Max-Planck-Institut fur evolutionare Anthropologie di Lipsia – “per l’importanza delle sue scoperte sul campo, in particolare quella del più antico homo sapiens in Africa; per la sua capacità di sintetizzare dati provenienti da strumenti tecnologici all’avanguardia; per la sua abilità nell’organizzare gruppi scientifici, in particolare come responsabile dell’Istituto Max Planck di Lipsia; e per le sue qualità di insegnante e divulgatore”. Eske Willerslev – professore dell’Università di Copenhagen – “per i suoi studi sul Dna umano in una prospettiva evolutiva che si concentra sulla mobilità delle popolazioni e sulle migrazioni, contribuendo così in larga misura a trasformare la nostra comprensione della storia umana. Per aver aperto la strada all’uso del Dna antico (rinvenuto nei denti) per identificare gli agenti patogeni umani e per aver recuperato il Dna direttamente da campioni ambientali, aprendo un nuovo campo scientifico”.

Heino Falcke – professore dell’Università Radboud di Nimega e del Max Planck Institute for Radio Astronomy di Bonn – “per essere stato il primo a concepire l’immagine dell’ambiente circostante un buco nero e per la sua leadership dell’Event Horizon Telescope, appositamente progettato per questo scopo. Questo telescopio ha prodotto le immagini più nitide mai viste di ciò che circonda i buchi neri nella lontana galassia conosciuta come M87, e nella nostra galassia, la Via Lattea, confermando la teoria della relatività generale di Einstein laddove la gravità è così intensa da produrre una forte curvatura dello spaziotempo”. La motivazione del Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli alla Fondazione Francesca Rava recita: “per l’impegno profuso dal 2000, in interventi di emergenza a seguito di catastrofi umanitarie e naturali in Italia e in America Latina -in collaborazione con Nuestros Pequeños Hermanos-, e per specifiche iniziative adottate a favore dell’infanzia dell’America Latina per contrastare carenze educative e alimentari”.

I Premi annuali hanno un valore di 750.000 franchi svizzeri ognuno. Le quattro materie premiande cambiano ogni anno e vengono prescelte nelle due categorie delle lettere, scienze morali e arti e delle scienze fisiche, matematiche, naturali e medicina. La rotazione delle materie consente di privilegiare filoni di ricerca nuovi o emergenti. Lo statuto del Premio prevede che la metà di ciascun premio dovrà finanziare, su indicazione del premiato, progetti di ricerca svolti da giovani studiosi e ricercatori. Il Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli è invece un premio speciale, assegnato dalla Fondazione Balzan con un intervallo variabile ma non inferiore ai tre anni. Il riconoscimento è destinato a onorare persone o istituzioni che si sono distinte per un’eccezionale opera di carattere umanitario. Anch’esso ha un valore di 750.000 franchi svizzeri (circa 780.000 euro). In occasione dell’annuncio dei vincitori del Premio Balzan 2023, sono state indicate infine le materie che verranno premiate nella prossima edizione 2024: “Giustizia ripartiva”, “Storia della scienza moderna e contemporanea”, “Meccanismi biologici dell’invecchiamento”, “Materiali nanoporosi per applicazioni ambientali”. La Fondazione Internazionale Balzan, fondata nel 1956, opera attraverso due sedi. La Balzan “Premio”, a Milano, è presieduta da Alberto Quadrio Curzio. Attraverso il Comitato generale Premi, presieduto dal professor Luciano Maiani, sceglie le materie da premiare e seleziona le candidature. La Balzan “Fondo”, a Zurigo, è presieduta da Gisèle Girgis-Musy e amministra il patrimonio lasciato da Eugenio Balzan. (nella foto: da sinistra il vicepresidente del Comitato Generale Premi Balzan, Jules A.Hoffmann, e il presidente della Fondazione Balzan Premio, Alberto Quadrio Curzio)

Berlusconi: figli accettano l’eredità, nel pomeriggio firma ad Arcore

Berlusconi: figli accettano l’eredità, nel pomeriggio firma ad ArcoreMilano, 11 set. (askanews) – I cinque figli di Silvio Berlusconi accettano pienamente il testamento del padre, scomparso lo scorso 12 giugno. La firma degli atti relativi all’accettazione dell’eredità è attesa per questo pomeriggio ad Arcore. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Secondo le volontà espresse da Silvio Berlusconi, che saranno quindi accettate senza riserva e senza beneficio di inventario, la ‘quota disponibile’ dell’eredità va ai due figli maggiori, Marina e Pier Silvio che, insieme, controlleranno il 53% della holding Fininvest.

Il golpe Pinochet 50 anni dopo: il nuovo Internazionale Storia

Il golpe Pinochet 50 anni dopo: il nuovo Internazionale StoriaMilano, 11 set. (askanews) – L’11 settembre 1973 i militari cileni rovesciavano il governo socialista di Salvador Allende: a 50 anni dal golpe di Pinochet, arriva in edicola e libreria il nuovo Internazionale Storia, speciale del settimanale Internazionale dedicato a un regime brutale, diventato emblema dell’autoritarismo, e alla sua eredità, che continua a determinare i destini del Paese e gli equilibri internazionali.

La soppressione del progetto politico di Allende, le torture e gli omicidi compiuti dal regime, fino al ripristino dell’ordine democratico: tutto questo in Cile 1973, una raccolta di articoli usciti sulla stampa di tutto il mondo dal 1971 ad oggi, dagli Stati Uniti all’India e alla Russia, con contributi storici e pezzi contemporanei. Nel volume anche spazio alle immagini, con tante foto dell’epoca, le opere dell’artista Vicente Larrea e il fumetto di Carlos Reyes e Rodrigo Elgueta. Nel volume una raccolta di riflessioni, brani e articoli: la via cilena al socialismo intrapresa da Allende nel racconto di Eric Hobsbawm, tra i maggiori storici del novecento; i drammatici eventi del 1973, tra interferenze statunitensi e ferocia dei militari, nell’analisi dello scrittore premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez; ma anche le difficoltà economiche e la polarizzazione politica che accompagnarono il progetto di Unidad Popular in un reportage di Pierre Kalfon, uno dei grandi inviati europei in America Latina. E ciò che è venuto dopo: le ferite lasciate dalla dittatura sono raccontate da una delle più importanti firme del giornalismo cileno, Mónica González, mentre lo scrittore Ariel Dorfman riflette su come l’elaborazione di questo trauma collettivo sarà determinante nella definizione del futuro e dell’identità cileni. Nel volume anche le parole del brano Manifiesto di Victor Jara, cantautore, militante del Partito comunista cileno e sostenitore di Allende, tra i prigionieri politici torturati e uccisi nello stadio nazionale di Santiago.

Allende era impegnato da quasi tre anni nel tentativo di trasformare il Cile, organicamente e pacificamente, in una democrazia socialista. Il golpe mise bruscamente fine all’esperimento, impedendo al mondo di assistere alle sue possibili evoluzioni. Seguirono 15 anni ricordati soprattutto per le indicibili violenze, ma che videro anche la riorganizzazione sociale ed economica del Paese che sarebbe poi stata alla base del successivo neoliberismo, fino alle proteste che, attraversando il Cile dal 2019, hanno portato all’assemblea costituente e all’attuale governo Boric. Il Cile di oggi è un paese in movimento, che rimettendo in discussione e rilanciando il proprio progetto democratico e i propri percorsi di partecipazione sfida e interroga allo stesso tempo i modelli di riferimento dell’Occidente. Che significato assumono oggi per noi, quindi, la storia e l’eredità del golpe di Pinochet e della dittatura che è seguita? Cosa possiamo capire dell’attuale crisi delle nostre democrazie? E ancora, fino a che punto è possibile trasformare un sistema dall’interno prima che si scateni la reazione violenta dei custodi dello status quo?

Se non esistono risposte certe a queste domande, l’esperienza cilena mette senz’altro in luce come, per progettare il futuro, sia necessario elaborare il passato. Come scrive Ariel Dorfman: “Il modo in cui il Cile interpreta i traumi del passato determinerà la sua identità più profonda, il tipo di futuro che la popolazione immagina per i suoi figli. Non posso prevedere come il mio paese uscirà da questa ricerca di un’unità sfuggente, di un consenso diffuso su chi siamo veramente”. La collana Internazionale storia è curata da Andrea Pipino e Daniele Cassandro.