Bankitalia: da rialzi tassi fino a +276 euro su rata mutui famiglieRoma, 7 nov. (askanews) – La stretta monetaria operata dalla Bce ha avuto un pesante impatto sulle rate dei mutui a tasso variabile per le famiglie in Italia: dall’avvio degli incrementi sui tassi “l’aumento della rata mediana mensile dei mutui a tasso variabile si è collocato fra 245 euro nel Mezzogiorno e 276 al Centro”. Lo calcola la Banca d’Italia in un riquadro di analisi sull’impatto dei tassi sui mutui delle famiglie, inserito nel rapporto annuale “Economie regionali” pubblicato oggi.
I mutui “rappresentano la passività più rilevante nei bilanci delle famiglie italiane – osserva Bankitalia – tra il 37,3 per cento del reddito disponibile al Centro e il 25,4 nel Mezzogiorno (dati 2021)”. E secondo l’istituzione alla fine di giugno del 2023 la quota di famiglie con mutui era compresa fra il 10 per cento nel Mezzogiorno e il 17 nel Nord Ovest. La durata dei mutui in essere, sia originaria (circa 25 anni) sia residua (prossima a 19), è invece comparabile nelle varie aree. Gli importi originari e residui più elevati si registrano al Centro (120.000 e quasi 90.000 euro, rispettivamente), secondo Bankitalia a riflesso di un livello dei prezzi immobiliari mediamente superiore alle altre ripartizioni.
La rata mediana del Nord Est era prossima a quella del Centro (circa 600 euro) e maggiore di oltre 50 euro a quella del Sud e delle Isole. Fino all’inizio del 2022 l’indebitamento per l’acquisto di abitazioni è stato sostenuto dal basso costo dei finanziamenti. Il differenziale contenuto tra tassi fissi e variabili ha accentuato la preferenza delle famiglie per i primi; ciò ha contribuito a limitare l’esposizione dei nuclei al rischio di tasso. La quota di mutui in essere a tasso variabile, che aveva raggiunto il valore massimo nel 2014 (74,3 per cento), era scesa al 36,1 alla fine di giugno del 2023.
Giustizia, nei primi 6 mesi del 2023 in calo la durata processiRoma, 7 nov. (askanews) – Si riduce la durata dei processi ed accelera l’abbattimento dell’arretrato, in linea con gli obiettivi del PNRR concordati con l’Europa. Questo il quadro che emerge dai dati di monitoraggio del primo semestre 2023, il primo dopo l’entrata in vigore delle riforme del processo civile e penale, e che registra gli effetti dei cambiamenti organizzativi attuati dagli uffici giudiziari, anche con l’arrivo degli addetti all’Ufficio per il processo.
La relazione, curata dalla Direzione generale di statistica e analisi organizzativa (DgSTat) del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia l’analisi statistica e le politiche di coesione del Ministero della Giustizia, pubblicata sul sito del Ministero insieme con i dati di monitoraggio, esamina gli andamenti considerando i fattori che incidono sugli stessi, incluse le positive influenze dovute alla riduzione del numero degli iscritti accaduto durante il periodo pandemico. I valori al 30 giugno 2023, confrontati con quelli del 2019 (anno di riferimento fissato nel PNRR) segnalano una decisa accelerazione nella riduzione della durata dei processi calcolata in base al disposition time, l’indicatore di durata che misura il rapporto tra i processi pendenti e quelli definiti, con valori di: – 19,2% nel settore civile; – 29,0% in quello penale.
Confagri Veneto elegge nuovo presidente giovani a FieracavalliRoma, 7 nov. (askanews) – I Giovani di Confagricoltura Veneto eleggeranno a Fieracavalli il nuovo presidente regionale. Giovedì 9 novembre si svolgerà l’assemblea elettiva e saranno presenti il consigliere regionale Alberto Bozza e il presidente della commissione Agricoltura della regione, Marco Andreoli. Oltre a nominare il presidente e i due vicepresidenti per il prossimo triennio, si farà anche il punto sull’universo agricolo giovanile, esponendo istanze e necessità degli imprenditori.
È arrivato a scadenza, infatti, il mandato del veronese Piergiovanni Ferrarese, alla guida degli under 40 veneti dal 2020. “Ho assunto l’incarico in un momento non facile per il comparto a causa della pandemia – sottolinea Ferrarese – ma grazie alla disponibilità dimostrata nei miei confronti dai presidenti provinciali e da Confagricoltura Veneto posso presentare un bilancio positivo”. “Lascio un’associazione in ottima salute e con tanta voglia di fare per diventare promoter e influencer del nostro territorio bellissimo e vario, che raggruppa aziende agricole di ogni tipologia”, ha concluso. I Giovani di Confagricoltura Veneto sono anche tra i promotori del convegno “Le ippovie, un valore del paesaggio rurale”, che si svolgerà sempre il 9 novembre, alle 14.30.
Fine vita, la famiglia di Sibilla Barbieri denuncia la Asl per torturaRoma, 7 nov. (askanews) – Sibilla Barbieri, attrice, regista e produttrice romana “ci ha lasciato una settimana fa”, a 58 anni, accompagnata “fino all’ultimo momento” dal figlio Vittorio, in una clinica in Svizzera dove ha potuto accedere – malata oncologica terminale – alla “morte volontaria” come in Italia non le è stato possibile, nonostante la sua richiesta presentata a inizio agosto. La storia è stata raccontata in una conferenza stampa, organizzata dal partito Radicale e dall’associazione Luca Coscioni, alla quale hanno partecipato, oltre al figlio di Sibilla, Vittorio, i radicali Marco Perduca e Marco Cappato e l’avvocato Filomena Gallo.
In un video Sibilla stessa aveva raccontato la sua condizione e la sua urgenza: “Sono malata oncologica da dieci anni, ho fatto tutte le cure che mi sono state proposte ma purtroppo non hanno più funzionato, sono una malata terminale e non ho più tempo, ho provato a chiedere aiuto per il suicidio assistito in Italia, a casa mia…”. La famiglia ha presentato due esposti alla Procura della Repubblica contro l’Asl Roma 1, “due esposti – ha spiegato l’avvocato e amica di Sibilla, Filomena Gallo – presentati, uno dalla madre e dalla sorella e uno dai figli di Sibilla, affinché la magistratura rilevi i reati esistenti, per noi si configura anche il reato di tortura: l’azienda saanitaria non ha dato seguito alla richiesta di Sibilla in tempi celeri, dopo tutta la documentazione fornita anche dall’oncologo. Si sarebbe dovuto procedere come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale”. “Per anni Sibilla si è battuta per vivere – ha aggiunto Marco Cappato -, poi ha scelto l’aiuto di Vittorio, con coraggio anche rispetto alle conseguenze che potrebbero esserci per lui. Non è possibile interpretare in modo diverso la sentenza della Consulta: Sibilla era dipendente da trattamenti di sostegno vitale, quindi negarle quel diritto ad autodeterminarsi è stata una violenza di Stato. Spero che di questa vicenda non fosse informato il governatore del Lazio Rocca che ora deve chiarire cosa è accaduto nello sviluppo delle decisioni. Altrimenti dovrebbe dimettersi, la politica si assuma le sue responsabilità”.
Secondo i Radicali, peraltro, “tutto ciò è frutto dell’ignavia del legislatore italiano, che sceglie di non fare una legge, nonostante i richiami della Corte costituzionale ad emanare una legge in materia siano tre”. “Mia madre era talmente esausta che ha chiesto l’anticipo della procedura in Svizzera dal 31 al 30 ottobre – ha detto il figlio Vittorio -, era arrivata al limite massimo di esistenza terrena… Gli ultimi giorni di vita sono stati strazianti e non dovevano esserlo, si è spinta fino al limite, all’ultimo secondo, questo ha fatto in modo che tutti avessimo più sofferenza”. Il figlio di Sibilla Barbieri, Vittorio, che ha spiegato, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, di essersi offerto “volontariamente” di accompagnare la madre in Svizzera per il suicidio assistito ha ricordato gli ultimi, difficili, giorni, “Mia madre era una donna ed è tuttora, chissà dove, decisa e determinata, non ha mai tentennato rispetto alla sua voglia di autodeterminarsi, di essere libera – ha detto -. Con i suoi sguardi, con i suoi momenti ci ha sempre dato affetto. Mia madre è sempre rimasta una madre, fino all’ultimo, non ha mai pesato su di noi. Quando siamo arrivati in clinica ci eravamo già detti tutto, non avevamo più bisogno di parlare, ma solamente di guardarci”. Sibilla era “attaccata alla vita”, “iscritta da sei anni all’associazione Luca Coscioni” e aveva fatto richiesta alla “sua” Asl di poter accedere alla morte volontaria ma, ha spiegato Marco Perduca, che insieme al figlio ha accompagnato l’attrice in Svizzera e si è autodenunciato stamani ai carabinieri, “di fronte a questa necessità di prendere una decisione immediata l’Asl si è presa settimane e mesi”. “Quando questa estate, dopo l’ultimo colloquio con i suoi medici, è stato chiaro che non c’era nessuna terapia per fare tornare indietro il cancro, che era avanzato ai polmoni, al cervello, alla spina dorsale, lei ha chiamato Marco Cappato, ha preso contatto con la Svizzera ma anche con l’Italia perché poteva procedere anche in Italia e ha inviato una richiesta all’ Asl Roma 1 – ha aggiunto Filomena Gallo -. La richiesta è rimasta inascoltata fino a settemnre, finchè non abbiamo inviato diffida ed è stato fissato un appuntamento il 19 settembre con un team di esperti” che poi hanno visitato la paziente dando parere negativo sul suicidio assistito. “Mi ha chiamato piangendo, forse mi sono presentata troppo bene, mi ha detto – ha continuato Gallo con emozione -, spiegandomi che i medici le avevano proposto trattamenti per la spina dorsale… Dopo aver sentito il suo oncologo ha inviato una email all’Asl in cui spiegava che l’intervento sulla spina non avrebbe fermato il tumore nelle altri parti del suo corpo”.
Secondo l’Asl però non era possibile accedere alla morte volontaria come prevista dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale perchè la paziente “era priva di qualunque terapia di sostegno alla vita” mentre, poi, ha concluso Gallo, “un verbale del comitato etico ha riconosciuto che Sibilla aveva tutti i requisiti per potervi accedere”.
Sicurezza, apertura e inclusione, i fattori che influenzano le donne nell’acquisto di prodotti finanziariRoma, 7 nov. (askanews) – Sicurezza, apertura e inclusione sono i fattori più importanti ricercati dalle donne quando si approcciano a servizi finanziari nella vita di tutti i giorni: questo è quanto emerge da uno studio realizzato da Futura, network di Solaris, piattaforma europea leader nell’embedded finance, dedicato alle figure femminili che operano nel settore fintech.
La ricerca, intitolata “Finanza per tutti”, è nata con l’obiettivo di scoprire i principali aspetti che le donne tengono in considerazione quando acquistano servizi finanziari. In particolare, la survey ha raccolto le risposte di 221 donne attraverso un mix di metodi qualitativi e quantitativi. L’età media delle intervistate, informa una nota, è di 33 anni e in genere hanno un livello di conoscenza e di confidenza con i prodotti dei servizi finanziari superiore alla media, grazie al fatto che lavorano nel settore fintech. Quando si è trattato di valutare ciò che le donne tipicamente ricercano dai servizi finanziari, la sicurezza finanziaria è stata il fattore principale evidenziato dal 77% delle intervistate, prima del desiderio di far crescere il proprio denaro nel lungo termine. Il risparmio per la pensione è al terzo posto con il 68%, mentre la protezione dall’inflazione e da altre crisi è stata riconosciuta dal 47%.
Per contro, solo l’8% delle intervistate ha dichiarato di essere motivata dal miglioramento dello status sociale: tale numero ridotto è particolarmente significativo perché dimostra come, nonostante le assicurazioni sulla neutralità di genere dei loro prodotti, le aziende di servizi finanziari spesso manchino completamente il “bersaglio”, anche quando si tratta di marketing. Alicia Close, Senior Manager, Cards Business di Solaris, ha dichiarato: “Ci sono almeno 330 miliardi di dollari di ricavi annuali a livello globale che aspettano di essere utilizzati per offrire alle donne un migliore accesso ai finanziamenti. È giunto il momento di chiedersi: “Dove sono i prodotti che servono effettivamente a loro?”. La nostra ricerca rivela soluzioni semplici ed efficaci a cui i fornitori possono iniziare a rivolgersi per eliminare le barriere per le donne all’interno degli attuali prodotti di servizi finanziari”.
Quando Futura ha analizzato i fattori che più attraggono le donne nell’utilizzo dei prodotti finanziari, la semplicità è risultata il fattore più importante – segnalato da un enorme 88% delle intervistate – davanti all’accessibilità (77%), alla flessibilità (63%) e alla sicurezza (58%). Per quanto riguarda le barriere che le donne ritengono impediscano loro di utilizzare i prodotti finanziari, la mancanza di conoscenza ha rappresentato l’aspetto principale per il 71% – una cifra che probabilmente aumenterebbe tra le intervistate che hanno una minore familiarità con il settore dei servizi finanziari. Il timore di prendere decisioni sbagliate è stato rilevato dal 55% e l’eccessiva complessità dal 40%.
Lo studio ha anche scoperto che la mancanza di conoscenza e la paura della discriminazione sono fattori chiave che ostacolano il benessere finanziario delle donne transgender e delle persone non binarie. Solo il 60% delle intervistate transgender ha dichiarato a Futura di utilizzare un conto bancario o una carta di debito, mentre un numero ancora minore ha utilizzato la carta di credito. La paura della discriminazione si rivela una barriera continua: le donne transgender intervistate hanno riferito di sentirsi a disagio nel chiedere una consulenza finanziaria perché temono di non essere prese sul serio, di essere scambiate per un’altra persona o di essere chiamate con il loro “dead name”.
La famiglia di Sibilla Barbieri denuncia Asl per torturaRoma, 7 nov. (askanews) – Sibilla Barbieri, attrice, regista e produttrice romana “ci ha lasciato una settimana fa”, a 58 anni, accompagnata “fino all’ultimo momento” dal figlio Vittorio, in una clinica in Svizzera dove ha potuto accedere – malata oncologica terminale – alla “morte volontaria” come in Italia non le è stato possibile, nonostante la sua richiesta presentata a inizio agosto. La storia è stata raccontata in una conferenza stampa, organizzata dal partito Radicale e dall’associazione Luca Coscioni, alla quale hanno partecipato, oltre al figlio di Sibilla, Vittorio, i radicali Marco Perduca e Marco Cappato e l’avvocato Filomena Gallo.
In un video Sibilla stessa aveva raccontato la sua condizione e la sua urgenza: “Sono malata oncologica da dieci anni, ho fatto tutte le cure che mi sono state proposte ma purtroppo non hanno più funzionato, sono una malata terminale e non ho più tempo, ho provato a chiedere aiuto per il suicidio assistito in Italia, a casa mia…”. La famiglia ha presentato due esposti alla Procura della Repubblica contro l’Asl Roma 1, “due esposti – ha spiegato l’avvocato e amica di Sibilla, Filomena Gallo – presentati, uno dalla madre e dalla sorella e uno dai figli di Sibilla, affinché la magistratura rilevi i reati esistenti, per noi si configura anche il reato di tortura: l’azienda saanitaria non ha dato seguito alla richiesta di Sibilla in tempi celeri, dopo tutta la documentazione fornita anche dall’oncologo. Si sarebbe dovuto procedere come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale”. “Per anni Sibilla si è battuta per vivere – ha aggiunto Marco Cappato -, poi ha scelto l’aiuto di Vittorio, con coraggio anche rispetto alle conseguenze che potrebbero esserci per lui. Non è possibile interpretare in modo diverso la sentenza della Consulta: Sibilla era dipendente da trattamenti di sostegno vitale, quindi negarle quel diritto ad autodeterminarsi è stata una violenza di Stato. Spero che di questa vicenda non fosse informato il governatore del Lazio Rocca che ora deve chiarire cosa è accaduto nello sviluppo delle decisioni. Altrimenti dovrebbe dimettersi, la politica si assuma le sue responsabilità”. Secondo i Radicali, peraltro, “tutto ciò è frutto dell’ignavia del legislatore italiano, che sceglie di non fare una legge, nonostante i richiami della Corte costituzionale ad emanare una legge in materia siano tre”. “Mia madre era talmente esausta che ha chiesto l’anticipo della procedura in Svizzera dal 31 al 30 ottobre – ha detto il figlio Vittorio -, era arrivata al limite massimo di esistenza terrena… Gli ultimi giorni di vita sono stati strazianti e non dovevano esserlo, si è spinta fino al limite, all’ultimo secondo, questo ha fatto in modo che tutti avessimo più sofferenza”.
Nel cuore multiculturale di Roma arriva il Muro dei 100Roma, 7 nov. (askanews) – Dopo Milano e Nairobi, fino ad aprile 2024, la Campagna dei 100 di Perimetro (in collaborazione con Contemporary Cluster) arriva nel cuore interculturale di Roma, a Piazza Dante, con il Muro dei 100: il mosaico in bioresina voluto e curato da Yourban 2030 con il patrocinio del Municipio I – in collaborazione con Graffiti for Smart City – che rappresenta i 100 volti della sostenibilità della Capitale, per riflettere sul cambiamento, a partire dalla sostenibilità fino ad arrivare all’inclusione sociale, all’integrazione, alla finanza etica, per abbattere le divisioni.
Un muro che mette insieme i ritratti di 100 personalità – fotografate per l’occasione da Angelo Cricchi di Lost and Found Studio – che hanno fatto della sostenibilità la loro mission. Capofila del progetto, Yourban 2030, in collaborazione con Perimetro. Il Muro dei 100 racconta la sostenibilità a 360 gradi attraverso l’esempio di coloro che nella loro quotidianità si impegnano per un cambiamento sociale e culturale sostenibile, per la costruzione di una società più equa e inclusiva e la tutela del nostro ecosistema; tutto per lanciare un messaggio positivo e presentare le best practices per raggiungere un futuro migliore per tutti, in ogni parte del mondo, partendo da Roma. I concetti chiave sono quelli portati avanti dall’Agenda2030 delle Nazioni Unite: Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta, per abbracciare ogni aspetto della società e cercare insieme di migliorarlo. È così che la divulgazione sostenibile che dal 2018 porta avanti Yourban 2030 ha incontrato l’attività artistica e fotografica di Perimetro e la sua Campagna dei 100, il progetto che da sempre guarda alla necessità di riconnessione con la città dell’individuo, mostrando i volti della comunità con l’obiettivo di riunirli.
“Abbiamo deciso di aderire a questa campagna e pensato di dargli una connotazione sostenibile, a 5 anni esatti di distanza dal nostro primo intervento su Roma: Hunting Pollution, il primo ecomurales d’Europa. A distanza di 5 anni da quell’ottobre 2018 quando abbiamo deciso di lanciare un appello alla città – e non solo -, il Muro dei 100 diventa l’occasione per fare una prima mappatura delle persone che contribuiscono a rendere il futuro delle nostre città più inclusivo e dargli voce e spazio in modo trasversale. Ma anche di creare tra di loro un network. Nel portare avanti questa campagna ci siamo accorte che sono molte di più le persone che si occupano di cambiamento sostenibile per questo ci auguriamo di continuare in questa mappatura, non solo a Roma ma in tutta Italia per lanciare un messaggio forte di cambiamento” ha affermato Veronica De Angelis, fondatrice di Yourban2030. “Questo progetto non poteva che essere patrocinato dal Municipio I e ospitato in questo rione di Roma che si caratterizza per la sua multiculturalità. È un progetto culturale che richiama alla responsabilità collettiva, che, mettendo al centro i numerosi punti dell’Agenda 2030, li rende concreti attraverso la visualizzazione dei volti e delle storie delle persone che questi punti li hanno messi in atto” ha detto Giulia Silvia Ghia, assessore alla cultura, politiche educative e giovanili e allo sport.
Meloni: patto per lavoro a misura di mamma, è sfida di libertàRoma, 7 nov. (askanews) – “Il Governo vi propone di sottoscrivere un patto, perché la sfida demografica coinvolge tutti e ha bisogno di tutti. È una sfida per il futuro dell’Italia, è una sfida per la libertà, in particolare delle donne. Perché purtroppo, sono ancora troppe le donne costrette a dimettersi dal lavoro dopo essere diventate mamme; sono ancora troppe le mamme lavoratrici che vedono il proprio percorso di carriera ostacolato da un sistema che non riconosce il valore di quello che fanno; sono ancora troppe le donne che rinunciano a mettere al mondo un bambino perché vivono questa scelta come una scelta alternativa alla realizzazione professionale. E noi non possiamo permettere tutto questo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’iniziativa “La maternità (non) è un’impresa” in corso a Roma.
“Allora – ha aggiunto – dobbiamo perseguire tutti insieme con forza e determinazione l’obiettivo di costruire una cultura e un’organizzazione del lavoro che non consideri la genitorialità come una penalità, ma che anzi accompagni e valorizzi l’esperienza di diventare padre o di diventare madre. Anche su questo il Governo ha iniziato a muovere i suoi passi, dal potenziamento del congedo parentale fino alla decontribuzione delle mamme lavoratrici, però io sono convinta che insieme, tutti noi, possiamo fare la differenza molto di più. Dobbiamo promuovere una nuova consapevolezza, anche culturale, mettere in rete quelle tante buone pratiche che dove ci sono aumentano la produttività delle realtà nelle quali si realizzano, migliorano il benessere delle persone e fanno crescere la natalità. La denatalità e la mancanza di libertà sono in fondo due facce della decrescita. E la decrescita, checché ne dica qualcuno, non è mai felice. Noi vogliamo che l’Italia cresca, che cresca la libertà dei suoi cittadini, il benessere dei suoi lavoratori, il suo tessuto produttivo. Un’impresa a misura di mamma e di bambino può essere una chiave di volta per affrontare tutti insieme questa sfida”, ha concluso.
Meloni: infranto tabù, natalità e famiglia a centro agendaRoma, 7 nov. (askanews) – “Noi abbiamo davanti una sfida importante e, ovviamente, ne siamo consapevoli. La denatalità affligge tutta l’Europa e non solo e in Italia un certo clima culturale ha contribuito a spingere giù la curva demografica. Per decenni c’è stata molta disattenzione nei confronti della famiglia e, mentre altrove si correva ai ripari, da noi parlare di sostegno alla natalità sembrava quasi essere un tabù. Ecco, noi abbiamo infranto quel tabù, abbiamo messo la famiglia e la natalità al centro della agenda di Governo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio all’iniziativa “La maternità (non) è un’impresa” in corso a Roma.
“Lo abbiamo fatto – ha aggiunto – nonostante le poche risorse che avevamo a disposizione: con questa legge di bilancio, con quella precedente abbiamo messo in campo un pacchetto di provvedimenti che vale complessivamente oltre due miliardi e mezzo di euro. Chiaramente non è sufficiente, lo sappiamo bene, però la direzione tracciata, è chiara e disegna una visione”.
Palazzo Grazioli diventa sede stampa estera a Roma, Fi:”bella notizia”Roma, 7 nov. (askanews) – “Palazzo Grazioli è stato il simbolo di un’epoca. Lì abbiamo trascorso gli anni migliori della nostra avventura politica. Certamente i libri di storia dovranno parlare di Palazzo Grazioli. Il fatto che diventi la sede della stampa estera è una bella notizia, così finalmente riconosceranno l’importante ruolo svolto dal presidente Berlusconi in politica estera.Oggi più che mai ci sarebbe bisogno di un leader come lui”. Lo ha dichiarato in un’intervista al Tg1 Sestino Giacomoni, storico collaboratore di Silvio Berlusconi che per oltre vent’anni ha fatto di palazzo Grazioli a Roma la sua casa-ufficio, sede distaccata dei suoi governi negli anni di permanenza a palazzo Chigi.
“Palazzo Grazioli – dice ancora Giacomoni- ne ha visti tanti di leader. L’incontro con Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi per me rappresentò simbolicamente il passaggio tra due leader politici che rappresentavano, uno la prima e l’altro la seconda Repubblica.Oggi c’è Via della Scrofa e con Giorgia Meloni la storia del centrodestra di governo continua puntando dritta verso la terza Repubblica, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei Ministri”. “La cosa che più mi manca degli anni a Palazzo Grazioli – prosegue – sono le colazioni di lavoro ristrette, con il presidente Berlusconi, il dottor Letta, Niccolò Ghedini, Paolo Bonaiuti ed i collaboratori più stretti. A Palazzo Grazioli abbiamo passato anni irripetibili, fatti di lavoro ed impegno nell’interesse del Paese. Facendo il trasloco solo dalla mia stanza in cui sono stato interrottamente per quasi 20 anni ho raccolto più di 10 scatoloni di appunti, documenti, riflessioni, spunti scritti di suo pugno dal presidente. Prima o poi quando avrò tempo mi dedicherò, come più volte mi è stato chiesto, a scrivere un libro ‘Berlusconi visto da vicino’ o ancora meglio ‘Berlusconi visto da dentro Palazzo Grazioli’”.