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Tag: Sanremo 2023

L’Ue insiste: pause e corridoi umanitari a Gaza. Michel: i civili devono essere protetti ovunque

L’Ue insiste: pause e corridoi umanitari a Gaza. Michel: i civili devono essere protetti ovunqueBruxelles, 6 nov. (askanews) – “I civili devono essere protetti ovunque e in qualunque circostanza. Ogni singola vita civile è importante. Per questo facciamo appello per pause umanitarie e corridoi dentro Gaza perché l’aiuto umanitario deve arrivare alle persone che ne hanno bisogno e tutti noi siamo devastati dalle atroci immagini, soprattutto di bambini” vittime dei bombardamenti di Israele. Lo ha detto oggi a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo intervento alla Conferenza per il 2023 degli ambasciatori dell’Ue.

“Ogni misura deve essere presa – ha insistito Michel – per assicurare che i civili non siano presi di mira, e questo include il personale delle organizzazioni internazionali e il personale medico. Fin dall’inizio della guerra – ha ricordato – 88 lavoratori dell’Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) sono stati uccisi. E’ il numero più alto di morti in un singolo conflitto”. Parlando della “crisi nel Medio Oriente innescata dall’orribile attacco di Hamas alla popolazione di Israele”, Michel ha osservato innanzitutto che “assolutamente nulla può giustificare gli attacchi di una violenza e crudeltà senza precedenti contro civili innocenti”, e questo, ha detto, “”non lo ripeteremo mai abbastanza”. E ha aggiunto: “Il modo meticoloso con cui è stato preparato e attuato” l’attacco di Hamas “è puro orrore. E facciamo appello al rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza condizioni”.

Il presidente del Consiglio europeo è poi passato a parlare dell’assedio di Gaza e delle vittime tra i civili palestinesi e il personale dell’Onu. “Abbiamo visto l’intollerabile perdita di migliaia di innocenti, donne, bambini e lavoratori delle organizzazioni umanitarie a Gaza e siamo scossi anche dal peggioramento della situazione nella Cisgiordania”. “Per l’Ue – ha continuato Michel -, Israele è un amico e un alleato, è una democrazia che conta e deve contare nella regione. Ed è responsabilità del Consiglio europeo e dei suoi Stati membri stabilire la politica sovrana dell’Unione in linea con i Trattati e con i nostri valori fondamentali”.

“Sosterremo sempre il diritto di Israele di difendersi in accordo – ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo – con il diritto internazionale e in particolare con il diritto umanitario. E lo abbiamo detto – ha puntualizzato Michel – nei giorni immediatamente successivi all’attacco del 7 ottobre, attraverso il Consiglio Affari esteri, nella nostra dichiarazione del Consiglio europeo del 15 ottobre, e nelle nostre conclusioni del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre”. Un implicito punto polemico nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che per tutta la settimana successiva all’attacco del 7 ottobre aveva preso una posizione diversa, di appoggio incondizionato alla reazione di Israele contro Hamas, con l’assedio di Gaza, senza menzionare il diritto internazionale e umanitario, e pur non avendo, a norma dei Trattati Ue, alcuna competenza nella definizione della politica estera dell’Unione.

Il presidente del Consiglio europeo ha poi aggiunto che gli europei devono stare attenti a non assumere posizioni incoerenti sul Medio Oriente, per evitare il rischio che ne deriverebbe per la reputazione dell’Unione a livello internazionale, soprattutto nei paesi arabi e nel “Grande Sud”. Dobbiamo “tentare di rafforzare giorno per giorno, pietra su pietra” la nostra influenza nel mondo, e per questo – ha detto Michel – dobbiamo “rafforzare i nostri standard e le nostre norme, fondati sui nostri valori condivisi. Questo è probabilmente un marchio di fabbrica che ci caratterizza molto bene nel resto del mondo”, e “spesso quando incontriamo dei responsabili stranieri, molti di loro ci esortano a proseguire la nostra lotta per un mondo più equo, più giusto, più sostenibile, più fondato sullo spirito di cooperazione”. “Non siamo perfetti, ovviamente, ma mi sembra – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – che nessun altro blocco al mondo sia percepito come più credibile di noi su questo tema degli standard, dei valori, delle norme che cerchiamo di diffondere”. “Ma ci sono – ha avvertito – due problemi che ci insidiano: a volte c’è la tentazione del paternalismo, dell’arroganza. Penso che il tono e la forma siano importanti. Dobbiamo stare attenti, io per primo, ciascuno di noi deve essere vigile su questo tema. E poi la seconda insidia, per la quale i recenti eventi in Medio Oriente possono tendere una trappola a noi europei, è il rischio di essere percepiti come ipocriti che usano due pesi e due misure, secondo le alleanze e gli interessi di breve termine”. “Come sappiamo tutti, ci vogliono anni per costruire una credibilità, e qualche minuto per perderla. Di qui l’importanza, in questo campo, di essere estremamente coerenti”, ha concluso Michel.

M.O., Michel: Ue insiste per pause e corridoi umanitari a Gaza

M.O., Michel: Ue insiste per pause e corridoi umanitari a GazaBruxelles, 6 nov. (askanews) – “I civili devono essere protetti ovunque e in qualunque circostanza. Ogni singola vita civile è importante. Per questo facciamo appello per pause umanitarie e corridoi dentro Gaza perché l’aiuto umanitario deve arrivare alle persone che ne hanno bisogno e tutti noi siamo devastati dalle atroci immagini, soprattutto di bambini” vittime dei bombardamenti di Israele. Lo ha detto oggi a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo intervento alla Conferenza per il 2023 degli ambasciatori dell’Ue.

“Ogni misura deve essere presa – ha insistito Michel – per assicurare che i civili non siano presi di mira, e questo include il personale delle organizzazioni internazionali e il personale medico. Fin dall’inizio della guerra – ha ricordato – 88 lavoratori dell’Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) sono stati uccisi. E’ il numero più alto di morti in un singolo conflitto”. Parlando della “crisi nel Medio Oriente innescata dall’orribile attacco di Hamas alla popolazione di Israele”, Michel ha osservato innanzitutto che “assolutamente nulla può giustificare gli attacchi di una violenza e crudeltà senza precedenti contro civili innocenti”, e questo, ha detto, “”non lo ripeteremo mai abbastanza”. E ha aggiunto: “Il modo meticoloso con cui è stato preparato e attuato” l’attacco di Hamas “è puro orrore. E facciamo appello al rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza condizioni”.

Il presidente del Consiglio europeo è poi passato a parlare dell’assedio di Gaza e delle vittime tra i civili palestinesi e il personale dell’Onu. “Abbiamo visto l’intollerabile perdita di migliaia di innocenti, donne, bambini e lavoratori delle organizzazioni umanitarie a Gaza e siamo scossi anche dal peggioramento della situazione nella Cisgiordania”. “Per l’Ue – ha continuato Michel -, Israele è un amico e un alleato, è una democrazia che conta e deve contare nella regione. Ed è responsabilità del Consiglio europeo e dei suoi Stati membri stabilire la politica sovrana dell’Unione in linea con i Trattati e con i nostri valori fondamentali”.

“Sosterremo sempre il diritto di Israele di difendersi in accordo – ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo – con il diritto internazionale e in particolare con il diritto umanitario. E lo abbiamo detto – ha puntualizzato Michel – nei giorni immediatamente successivi all’attacco del 7 ottobre, attraverso il Consiglio Affari esteri, nella nostra dichiarazione del Consiglio europeo del 15 ottobre, e nelle nostre conclusioni del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre”. Un implicito punto polemico nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che per tutta la settimana successiva all’attacco del 7 ottobre aveva preso una posizione diversa, di appoggio incondizionato alla reazione di Israele contro Hamas, con l’assedio di Gaza, senza menzionare il diritto internazionale e umanitario, e pur non avendo, a norma dei Trattati Ue, alcuna competenza nella definizione della politica estera dell’Unione.

Il presidente del Consiglio europeo ha poi aggiunto che gli europei devono stare attenti a non assumere posizioni incoerenti sul Medio Oriente, per evitare il rischio che ne deriverebbe per la reputazione dell’Unione a livello internazionale, soprattutto nei paesi arabi e nel “Grande Sud”. Dobbiamo “tentare di rafforzare giorno per giorno, pietra su pietra” la nostra influenza nel mondo, e per questo – ha detto Michel – dobbiamo “rafforzare i nostri standard e le nostre norme, fondati sui nostri valori condivisi. Questo è probabilmente un marchio di fabbrica che ci caratterizza molto bene nel resto del mondo”, e “spesso quando incontriamo dei responsabili stranieri, molti di loro ci esortano a proseguire la nostra lotta per un mondo più equo, più giusto, più sostenibile, più fondato sullo spirito di cooperazione”. “Non siamo perfetti, ovviamente, ma mi sembra – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – che nessun altro blocco al mondo sia percepito come più credibile di noi su questo tema degli standard, dei valori, delle norme che cerchiamo di diffondere”. “Ma ci sono – ha avvertito – due problemi che ci insidiano: a volte c’è la tentazione del paternalismo, dell’arroganza. Penso che il tono e la forma siano importanti. Dobbiamo stare attenti, io per primo, ciascuno di noi deve essere vigile su questo tema. E poi la seconda insidia, per la quale i recenti eventi in Medio Oriente possono tendere una trappola a noi europei, è il rischio di essere percepiti come ipocriti che usano due pesi e due misure, secondo le alleanze e gli interessi di breve termine”. “Come sappiamo tutti, ci vogliono anni per costruire una credibilità, e qualche minuto per perderla. Di qui l’importanza, in questo campo, di essere estremamente coerenti”, ha concluso Michel.

Merlo (Federlogistica): serve un vero Ministero del Mare

Merlo (Federlogistica): serve un vero Ministero del MareRoma, 6 nov. (askanews) – La portualità è un settore vivo e sempre più promettente: dopo il Covid ha tenuto bene ed il sistema italiano è efficiente eppure manca una vera strategia delle politiche del mare. Questo è il tema al centro del libro di Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci, del senatore Graziano Delrio e dei rappresentanti apicali del settore marittimo e portuale.

“Ho scritto e riscritto questo libro mille volte, – Ha spiegato Merlo – doveva uscire per le passate elezioni politiche ma ho tardato e poi il ministro del mare è stato nominato. Lo dico chiaramente nel libro: vorrei che questa esperienza di governo rappresentasse il germe per un ministero del mare vero e proprio che possa permanere e crescere. La comunità del settore marittimo non è abituata a ragionare in termini unitari ed è difficile la sintesi, c’è da lavorare molto sulla sinergia. Esistono due criticità principali – ha spiegato Merlo – per cui è necessaria una politica adeguata marittima : il cambiamento climatico con i pericoli che vengono dal mare e la concorrenza cinese sul settore portuale e crocieristico. La notizia che è stata costruita la prima nave da crociera interamente in Cina non può lasciarci inerti, non possiamo perdere questa specificità, servono azioni incisive sulla sicurezza del mare e azioni per tutelare l’economia di settore. Mi sarò fatto qualche nemico con questo libro perché dico la verità e non faccio sconti sulle criticità che esistono: se ci deve essere una riforma sia straordinaria, spesso le intuizioni hanno bisogno di tempo per attuarsi, le buone idee non hanno paternità”. “Se sono qui è perché la buona politica deve ascoltare, accettare le critiche e replicare. Debbo dire che questo libro è sia una provocazione, anche se tardiva, che uno stimolo. Trovo sbagliato il titolo: non c’è da rivoluzionare la politica marittima perché non c’è stata mai stata una politica marittima. L’Italia non è un paese marittimo ma deve diventarlo: abbiamo tutto ciò che serve, la credibilità, la geografia, l’orgoglio e la storia. Questo governo ha fatto un primo e generoso tentativo per ripristinare il ministero del mare e viene da chiedersi come mai in trenta anni dalla soppressione del ministero della Marina mercantile non si sia fatto prima. L’obiettivo del governo è trasformare in cinque anni questa struttura di missione in un vero ministero”, ha detto il ministro Nello Musumeci.

Guerra in Medio Oriente, il segretario Onu Guterres: la Striscia di Gaza sta diventando un cimitero per i bambini

Guerra in Medio Oriente, il segretario Onu Guterres: la Striscia di Gaza sta diventando un cimitero per i bambiniRoma, 6 nov. (askanews) – La Striscia di Gaza “sta diventando un cimitero per i bambini” con “centinaia di ragazze e ragazzi uccisi e feriti ogni giorno”. E’ quanto ha rimarcato oggi il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, lanciando un appello umanitario da 1,2 miliardi di dollari per aiutare 2,7 milioni di persone, ossia l’intera popolazione della Striscia di Gaza, più mezzo milione di palestinesi in Cisgiordania.

Guterres ha poi rimarcato che “nell’arco di quattro settimane sono stati uccisi più giornalisti che in qualsiasi conflitto in almeno tre decenni”, così come “sono stati uccisi più operatori umanitari delle Nazioni Unite che in qualsiasi periodo paragonabile nella storia della nostra organizzazione”. “La catastrofe in atto rende la necessità di un cessate il fuoco umanitario sempre più urgente ogni ora che passa”, ha sottolineato il segretario dell’Onu.

Camera,Montecitorio: stage offerti in linea con quelli altre Istituzioni

Camera,Montecitorio: stage offerti in linea con quelli altre IstituzioniRoma, 6 nov. (askanews) -“La Camera dei deputati non può che rammaricarsi che un’iniziativa di formazione, perfettamente in linea con i criteri stabiliti dalla legge per i tirocini curriculari, sia rappresentata in modo distorto rispetto alla sua finalità. Non si tratta affatto di lavoro non retribuito. È un’iniziativa di formazione, già in corso da diversi anni sulla base di una convenzione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane – analogamente a quanto avviene per altre Istituzioni pubbliche -, nata dalla volontà di corrispondere a richieste provenienti dalle stesse Università”. LO precisa l’ufficio stampa della Camera.

“Si offre agli studenti meritevoli – afferma Montecitorio- la possibilità di affinare il processo formativo e di apprendimento, di svolgere un’esperienza di conoscenza delle dinamiche istituzionali estremamente qualificante anche ai fini delle future scelte professionali, favorendo la conoscenza di procedure e funzioni degli organi parlamentari e delle strutture amministrative a supporto di quest’ultimi.Al termine di tale periodo, durante il quale è previsto l’accesso gratuito ai servizi di ristorazione della Camera, si richiede agli studenti di elaborare un documento che sintetizzi le esperienze maturate durante il tirocinio.L’iniziativa non discende, quindi, certo dall’esigenza della Camera di reperire forza-lavoro. Per lavorare alla Camera, come noto, occorre superare un concorso e, a questo scopo, l’Istituzione delibera appositi bandi pubblici. Si tratta invece di un percorso curriculare che negli anni ha raccolto consolidati riscontri positivi da parte degli studenti, in linea con le norme di legge e che fa parte di un più ampio programma dell’Istituzione parlamentare di apertura all’esterno e di supporto a progetti che hanno come finalità la più ampia informazione dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni”.

New York, Trump in tribunale attacca i procuratori e approfitta per fare campagna elettorale

New York, Trump in tribunale attacca i procuratori e approfitta per fare campagna elettoraleNew York, 6 nov. (askanews) – L’ex presidente americano Donald Trump ha aperto oggi la sua testimonianza al processo che vede imputata di frode la Trump Organization definendo i procuratori generali che lo stanno interrogando “democratici” “tutti odiatori di Trump”. Seduto al banco dei testimoni nella corte di Manhattan, Trump ha spiegato di aver lasciato l’organizzazione quando ha iniziato la sua presidenza perché “pensavo che potesse esserci un conflitto di interessi”. L’ex presidente ha spiegato di aver nominato amministratore fiduciario il figlio Donald Jr., ma quando non è stato rieletto si è nominato amministratore fiduciario dell’azienda, aspettandosi di “tornare nel mondo degli affari per un po’”. Secondo lui è proprio in quel periodo che i pubblici ministeri “democratici” e i procuratori generali dello stato – “tutti che odiano Trump”, hanno iniziato a “dargli la caccia” e ad armarsi contro di lui.

Trump ha tentato di minimizzare l’importanza delle sue dichiarazioni sulla situazione finanziaria dell’azienda quando lavorava con le banche, che secondo lui “non erano realmente documenti a cui le banche prestavano molta attenzione”. Il giudice Arthur Engoron, che presiede il processo per frode fiscale intentato dal procuratore di New York Letitia James contro la Trump organization, ha richiamato l’ex presidente dopo la sua testimonianza in cui ha accusato sia i pubblici ministeri che i procuratori di aver aperto una caccia alle streghe. Engoron ha ripetutamente contestato le risposte di Trump alle domande, definendole tortuose e venate di discorsi politici. Il giudice ha chiesto poi all’avvocato di Trump di parlare con il suo cliente e di tenerlo sotto controllo. “Questa non è una manifestazione politica”, ha detto ribadito il giudice che, durante la deposizione, è stato preso di mira dall’ex presidente.

“Sono sicuro che il giudice si pronuncerà contro di me perché governa sempre contro di me”, ha detto Trump, sostenendo che le accuse andassero oltre i termini di prescrizione. Engoron di rimando ha risposto: “Può attaccarmi quanto vuole, ma risponda alle domande”. Trump ha continuato a sostenere che si tratta di un processo politico intentato dal presidente Biden, ma in realtà il procuratore di New York aveva iniziato le indagini nel 2019, prima che Biden annunciasse la sua candidatura. “Questo è un processo molto ingiusto. Molto, molto e spero che il pubblico stia guardando”, ha continuato Trump. L’ex presidente invece di rispondere ad una domanda sulla valutazione di 550 milioni di dollari delle sue proprietà al numero 40 di Wall Street, ha continuato le sue digressioni politiche. “La prego di controllarsi se può. Se non può, la congederò” dal banco dei testimoni, ha detto il giudice.

Interrogato sul valore di varie proprietà, Trump ha spesso risposto con “Non so” o “Non ricordo”. Il viceprocuratore generale Kevin Wallace chiedendo se il resort Mar-a-Lago in Florida, valesse tra 1 e 1,5 miliardi di dollari, si è sentito rispondere positivamente, ma quando ha chiesto se aveva chiesto al suo ex direttore finanziario di valutarlo in questo modo l’ex presidente ha risposto: “Non lo ricordo”. Subito dopo ha però ripreso dicendo che il resort “ha molto più valore e lo dimostreremo in due settimane o cinque settimane o nove settimane”, finché il processo andrà avanti.

Interrogato sul valore del campo da golf Aberdeen, in Scozia, Trump ha iniziato a divagare dicendo che “Aberdeen è una capitale del petrolio, il che rende la proprietà preziosa”. Evitando di rispondere alle domande dirette l’ex presidente ha detto della proprietà: “Penso che sia il più grande campo da golf mai costruito” e ha iniziato a descrivere la natura. Il giudice è intervenuto sottolineando a più riprese: “Irrilevante, irrilevante”. Trump è stato interrogato anche sull’appartamento alla Trump Tower il cui valore e la metratura sono stati cambiati in vari anni. Intanto la campagna elettorale di Trump sta approfittando del processo per raccogliere fondi inviando una mail in cui l’ex presidente dice: “Riuscite a credere che dovrò trascorrere ancora una volta un altro giorno della campagna elettorale in tribunale? Questo è un livello di interferenza elettorale mai visto prima nel nostro paese”.

UNESCO: Ministero del Turismo firma per TATS

UNESCO: Ministero del Turismo firma per TATSRoma, 6 nov. (askanews) – Il Ministero del Turismo, di concerto con Federterme, alla chiusura della XXV BMTA di Paestum, ha firmato il Tavolo Tecnico dedicato alla valorizzazione dei siti termali ad alta vocazione archeologica e del bioaging dell’ Osservatorio TATS, candidato Unesco. A sottoscrivere il protocollo, promosso dall’Ente di Terzo Settore IWW guidato dalla giornalista Patrizia Angelini, (esperta di Archeologia dell’Acqua) è stato l’on. Gianluca Caramanna ( Min Turismo) con Massimo Caputi ( Presidente Federterme) insieme ai comuni capofila di Manciano- Saturnia(GR), Chianciano Terme (SI), Lanuvio(Rm) e Ginosa (TA). “E’ motivo di grande soddisfazione accogliere questo nuovo cammino della BMTA che porterà alla ribalta le città termali europee ad alta vocazione archeologica facendo prevenzione”. Questo quanto espresso da Mounir Bouchenaki, Presidente Onorario della BMTA e consigliere speciale del Direttore Generale Unesco, alla chiusura della XXV edizione. Dunque un tavolo tecnico per il coordinamento di un Osservatorio con itinerari italo-europei ad alta vocazione archeologica mirati alla prevenzione Anti-aging come testimoniano le antiche civiltà e già condiviso dalla Direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo: “La storia di Paestum e quella di Velia sono intrinsecamente legate all’acqua, che costituisce un elemento fondamentale delle tradizioni mediche delle due città in epoca greca e romana. La forza e il valore del progetto risiedono nella sua interdisciplinarità e nella sua capacità di unire molteplici contesti territoriali e realtà storiche, indagando temi attuali e universali tra sanità e sostenibilità”. All’eredità Etrusco-Romana si è ispirato questo format culturale che dal 2020 promuove il termalismo sanitario attraverso l’impiego delle cure idropiniche già benefiche per il Long Covid, Non a caso tra i sostenitori ci sono diversi Centri di Ricerca tra cui il Dipartimento di Scienze dell’ Invecchiamento-Ortopedia- Reumatologia- Medicina dello Sport del Policlinico Gemelli di Roma con il Direttore Francesco Landi secondo cui “il Longevity Program nei siti termali è un’attenzione del turista alla propria salute e rinforzare nel termale italiano il concetto di prevenzione e di implementazione degli stili di vita è fondamentale”. Anche l’Ospedale Civile di Macerata con il Direttore delle Emergenze Sanitarie Mauro Cirilli ha accolto l’invito a presentare nuovi programmi di bioaging nel settore termale. Così come l’Università di Foggia rappresentata dalla cattedra di medicina fisica e riabilitativa del Prof. Pietro Fiore ha espresso forte condivisione del progetto per le persone fragili con patologie a decorso cronico. Plauso da Massimo Caputi, Presidente di Federterme, e dall’ intergruppo Parlamentare Amici del Termalismo, guidato dall’ on. Francesco Michelotti. “Per Chianciano Terme è motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il Sindaco Andrea Marchetti – essere tra i comuni capofila del TATS©, con la nostra eredità etrusco-romana legata alle Terme ed alle antiche Vie dell’acqua di cui continueremo a farci promotori”. “Sostengo a pieno questo progetto candidato Unesco – così il Sindaco di Lanuvio, Andrea Volpi – e sono onorato che il nostro Comune sia stato inserito fin dall’inizio negli itinerari turistici ad esso riferiti. Il patrimonio dell’Italia in termini di siti archeologici e termali è noto a tutti. Unire queste eccellenze in un unico percorso può rappresentare un valore aggiunto per il turismo del nostro paese e per lo sviluppo di quei territori ancora poco conosciuti ma pieni di ricchezze che meritano di essere valorizzati”. “Come amministrazione del Comune di Manciano – afferma l’assessore al Turismo, Andrea Caccialupi – siamo ben lieti di essere parte a sostegno e promozione del turismo archeologico termale sanitario. Negli ultimi anni il turismo termale sta avendo una crescita importante, collocandosi all’8% in termini di Pil turistico. Pertanto, se a questo si associa il settore archeologico si andrà a creare un prodotto vincente, da qui il progetto Tats”. “Siamo felici e onorati che il nostro Comune sia parte del progetto TATS per la Puglia – ha dichiarato il Sindaco di Ginosa Vito Parisi – .Quella di Ginosa è una realtà tutta da scoprire grazie ai suoi meravigliosi paesaggi naturali e identitari come la gravina e il Villaggio Rupestre Rivolta. Laddove ora regnano cavità, anfratti, cantine ipogee e magnifici affreschi di chiese rupestri, c’era vita. Ma guardando attentamente, c’è ancora. Ed è palpabile nei dettagli delle case grotta, abitate dai nostri predecessori, membri di una comunità laboriosa che hanno vissuto questo territorio molto prima di noi, addirittura sin dalla preistoria, come dimostrano gli scavi archeologici tuttora in corso presso il sito dell’Oscurusciuto. Ginosa insieme agli altri Comuni, sono certo che diverrà una ulteriore meta per chi vorrà lasciarsi emozionare dai suoi meravigliosi paesaggi scenografia naturale per il prossimo festival del docufilm Italia in the World”.

Il Pomodoro Pachino Igp arriva nei menu McDonald’s

Il Pomodoro Pachino Igp arriva nei menu McDonald’sRoma, 6 nov. (askanews) – Il pomodoro prodotto dalle aziende certificate dal Consorzio di Tutela Pomodoro di Pachino IGP è sbarcato nei menù insalata di McDonald’s. Ad annunciarlo il presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato, che lo scorso marzo, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida, promotore dell’intesa, ha siglato un accordo con McDonald’s Italia per garantire l’acquisto di 250mila chilogrammi di prodotto all’anno da inserire nelle insalate della catena di ristorazione.

“Un importante traguardo nella promozione di un prodotto unico al mondo per qualità e sicurezza alimentare – ha dichiarato Fortunato – che si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che il nostro Consorzio sta portando avanti per tutelare il lavoro e la passione di tante aziende siciliane, primo fra tutti l’introduzione di misure protettive nei confronti del pomodoro di provenienza estera, prodotto con manodopera a bassissimo costo, che per noi si traduce nell’impossibilità di competere sul fronte dei prezzi”. Fortunato ha quindi lanciato “un appello ad altri grandi gruppi economici, affinché questo accordo non resti un caso isolato ma un modello da seguire a sostegno del nostro Made in Italy”.

Dario Baroni, amministratore delegato McDonald’s Italia, ha spiegato: “con questo accordo, che per noi rappresenta la ventesima collaborazione avviata con i Consorzi di Tutela grazie al supporto di Fondazione Qualivita, vogliamo confermare il nostro impegno ad investire sulla filiera del Made in Italy e a valorizzare la qualità dei suoi prodotti portandoli sui vassoi di 1,2 milioni di clienti che ogni giorno vengono nei nostri ristoranti”.

Meloni firma intesa, centri italiani per clandestini in Albania

Meloni firma intesa, centri italiani per clandestini in AlbaniaRoma, 6 nov. (askanews) – L’Italia realizzerà due centri per migranti in Albania per poter gestire, a regime, fino a 39 mila casi all’anno. E’ quanto prevede un protocollo di intesa siglato oggi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L’intesa, secondo quanto fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, era stata di fatto chiusa a Ferragosto, quando la premier aveva passato un paio di giorni ospite di Rama nel Paese delle Aquile (dunque non era né “vacanza” né “aperitivi” come era stato scritto, rivendicano dall’entourage di Meloni).

L’intesa “politica” sarà adesso tradotta in atti normativi e ratificata e i due centri, realizzati a spese dell’Italia, saranno “operativi” entro la primavera del 2024. Nel porto di Shengjin, ha spiegato Meloni, le autorità italiane si occuperanno di sbarco e identificazione con un centro di “prima accoglienza” e per lo “screening”. Un secondo centro, a Gjader, sarà più simile a un Cpr per le successive procedure. La “giurisdizione” nei centri sarà italiana mentre l’Albania (per cui non sono previste compensazioni) collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna. I due centri non accoglieranno gli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma solo quelli salvati in mare da navi “ufficiali” dell’Italia (dunque non delle Ong). Inoltre non potranno ospitare minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. I migranti – ha spiegato Meloni – resteranno nei centri “il tempo necessario per espletare rapidamente le procedure per le domande di asilo”. Potranno accogliere “3 mila persone contestualmente” ma “con le procedure accelerate che grazie a questo governo consentono di processare le richieste in 28 giorni” tale cifra potrà essere mensile. L’obiettivo di Palazzo Chigi è duplice: di “dissuasione” delle partenze e di “deterrenza” rispetto al traffico di esseri umani. “Sono molto soddisfatta del lavoro fatto. Considero questo un accordo di respiro europeo, dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi. L’immigrazione illegale di massa è un un fenomeno che l’Ue e gli Stati membri non possono affrontare da soli e la cooperazione con i Paesi, per ora, non dell’Ue può essere decisiva. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello e un esempio da seguire”, ha detto Meloni, confermando il “sostegno” italiano all’ingresso nell’Ue dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali. “L’Albania – ha sottolineato – si conferma nazione amica dell’Italia e dell’Ue perchè anche se non fa formalmente parte dell’Ue si comporta come se fosse già un Paese membro di fatto dell’Unione”.

“Questo protocollo di intesa è frutto di una lunga discussione per fare le cose bene, non è una scappatoia, lo facciamo perchè ci crediamo”, ha detto Rama, rimarcando che “l’Albania ha una storia di ospitalità”. Della firma dell’accordo è stata informata l’Unione europea.

Milano è la città con più genitori ma 70% scontenti di politiche famiglia

Milano è la città con più genitori ma 70% scontenti di politiche famigliaMilano, 6 nov. (askanews) – Milano è la città con più genitori di tutte: il 61% ha almeno un figlio (contro il 49% nazionale). Ciononostante, la critica verso le attuali politiche di supporto alla famiglia è netta: sette milanesi su 10 (70%) sono insoddisfatti o poco soddisfatti dalle attuali politiche di supporto alla famiglia (dato che conquista il secondo gradino del podio nazionale). È quanto emerge da “Gli italiani e la denatalità”, la ricerca realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, finalizzata ad analizzare la situazione familiare nelle principali città italiane e i motivi, le conseguenze e le misure a supporto della denatalità.   Dei meneghini che non si dichiarano genitori (39%), uno su tre non progetta o non desidera avere figli in futuro (34%, vale a dire il secondo dato più alto emerso dalla Ricerca dopo Napoli); mentre uno su quattro progetta di mettere al mondo il primo figlio tra più di cinque anni (24%).   Analizzando invece la percentuale record di genitori (61%), si scopre che la famiglia milanese è mediamente più piccola rispetto a quella italiana: la media è infatti di 1,52 figli, contro 1,63 a livello nazionale. Tra chi ha figli, infatti, 3 su 5 rispondono di averne solo uno (59%), ben 9 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (50%) e distante soprattutto dai dati del Sud Italia dove il numero di figli per famiglia è più elevato.    Ma – secondo gli abitanti di Milano – quanto dev’essere grande la famiglia ideale? Secondo l’indagine condotta tra chi ha o vorrebbe avere figli, la famiglia ideale meneghina ha un numero di bambini maggiore di quella ideale italiana: il numero medio ideale, infatti, è di 2,06, contro una media italiana pari a 1,92. In particolare, il 26% dei milanesi dichiara che il numero ideale di figli è 3 o più; il 39% indica 2 come numero ideale; e il 35% – seconda percentuale più consistente d’Italia – risponde che la famiglia ideale dovrebbe avere un figlio.    I milanesi sono tra i più delusi d’Italia dalle attuali politiche di supporto della famiglia: 7 su 10 ne sono insoddisfatti o poco soddisfatti (70%, la seconda percentuale più alta registrata nel Paese). E si rivelano i più critici d’Italia nel confronto con l’Europa, giudicata molto più avanti: 7 su 10 (69%) ritengono le attuali politiche inferiori alla media europea. Solo il 3% – d’altra parte – giudica queste politiche sopra la media europea, e il restante 18% pensa che siano in linea con l’Europa.   All’ombra della Madonnina, dunque, quali misure si stimano migliori per contrastare la denatalità? L’assegno universale mensile per ogni figlio a carico (fino all’età adulta) è indicato dal 63% dei rispondenti, segnando la seconda evidenza più alta del Paese.  I milanesi, inoltre, stimano molto utili l’estensione dei congedi parentali (61%) e l’introduzione di incentivi al lavoro femminile (59%).   Il ruolo delle aziende è altrettanto cruciale per combattere la denatalità: il 51% pensa infatti che forme di aiuto economico sarebbero efficaci in tal senso (si tratta della seconda percentuale a livello nazionale). Nel dettaglio, rispetto ai connazionali, i rispondenti di Milano sono coloro che considerano di maggiore valore sia i rimborsi per i costi sostenuti dalla famiglia per le spese scolastiche e di baby-sitting (26%) sia i piani di assistenza sanitaria integrativa per i figli (22%). Infine, contro la denatalità, i milanesi considerano più utile di chiunque in Italia l’introduzione di flessibilità nell’orario di entrata/uscita (32%).   Altro mito che la ricerca sfata riguarda l’ambizione di fare carriera: se aumenta l’età media per generare il primo figlio è per ragioni socioculturali (56%, segnando così la percentuale più alta in Italia). Nello specifico, tra le motivazioni di questo tipo, l’ingresso ritardato nel mondo del lavoro (dovuto all’innalzarsi del livello medio di istruzione e quindi all’aumento degli anni di studio) è indicato dal 18% dei meneghini – anche in questo caso, si tratta di una percentuale record a livello nazionale.   Se si vogliono scovare le principali motivazioni per ritardare o non prevedere di avere figli a Milano, bisogna guardare altrove, vale a dire alle ragioni economiche personali – indicate dal 45% dei rispondenti, a fronte di una media nazionale del 34%. E in particolare: la mancanza di una casa di proprietà registra la maggiore percentuale in Italia (18%), mentre la presenza di spese troppo elevate segna la seconda evidenza del Paese (15%).   Delle motivazioni lavorative, invece, la scarsa parità di genere è minimamente rilevante (7%): tra i connazionali, i milanesi sono infatti quelli che la giudicano meno importante.

Qual è la conseguenza della denatalità più temuta dai milanesi? I rispondenti si dimostrano molto preoccupati per gli impatti della natalità sul sistema pensionistico, con il 33% che lo indica come area più colpita.  Poco timore, invece, per la crescita del PIL (18%) e per la gratuità e universalità del Sistema Sanitario Nazionale (19%). Milano, infine, non ha pressoché alcuna paura di veder crollare il mercato immobiliare (10%, il dato più basso emerso dalla Ricerca).