Vendemmia 2023, in Umbria produzione -20% per attacchi peronosporaRoma, 6 nov. (askanews) – Un calo del 20% della produzione vitivinicola in Umbria a causa di massicci attacchi di peronospora, con i prezzi delle uve per produrre vini Doc e Docg in crescita di circa il 15%, con punte del 20%. In calo anche la produzione di olio: un calo a doppia cifra probabilmente superiore a quello del vino, anche se la raccolta non è ancora stata completata. E prezzi ai produttori previsti in crescita del 30%. A fare un quadro completo è la Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria.
In Umbria la vendemmia è passata dalle 400mila della 2022 ai 320mila ettolitri della 2023. Bruno Diano, presidente della Borsa Merci della Camera di Commercio dell’Umbria: “il calo della produzione in Umbria c’è, ma se si tiene conto delle previsioni, che erano pessime, si può dire che alla fine l’abbiamo sfangata. La qualità delle uve è buona e i prezzi sono in crescita del 15%, con punte del +20%. Con questi dati, il prezzo al consumo del vino dovrebbe crescere del 10%. Per quanto riguarda l’olio d’oliva, la campagna di raccolta non è ancora terminata, ma le tendenze in Umbria sembrano delineate: produzione in calo, probabilmente più di quella registrata per il vino, prezzi ai produttori previsti in crescita del 30%”.
L’ultimo listino della Borsa Merci di Perugia, organo della Camera di Commercio dell’Umbria, presenta un quadro dei prezzi al quintale pagate ai produttori per le uve per la produzione di vini Doc e Docg, che vede un incremento medio del 15%, con punte del +20%, rispetto allo scorso anno. Questo significa che il ricavo medio complessivo dei produttori di uve per vini Doc e Docg, tenendo conto del calo della produzione, diminuisce di circa il 5% rispetto allo scorso anno, quando le previsioni erano di un drastico crollo.
Bankitalia, mostra “L’avventura della moneta” a Palazzo EsposizioniRoma, 6 nov. (askanews) – Un percorso sulla “avventura” della moneta, dalle sue antichissime origini ai suoi sviluppi più attuali, accompagnando il visitatore in maniera immersiva su varie tappe storiche e sugli aspetti più rilevanti, in modo da incuriosire e stimolare l’interesse su questo elemento chiave delle nostre società e sulla sua concreta applicazione nella finanza. E’ la mostra “L’Avventura della moneta”, organizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo e l’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale.
L’iniziativa, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, è visitabile fino al 28 aprile del prossimo anno (salvo i lunedì) ed è stata presentata oggi con una conferenza stampa. Prelude a un vero e proprio museo della moneta (Musem), che Bankitalia sta preparando a Villa Huffer, in Via Nazionale, e che si spera di completare per la seconda metà del 2025. Con questa mostra Bankitalia vuole incoraggiare la diffusione della cultura finanziaria, “perché se fatte bene, se efficaci e accattivanti queste iniziative possono contribuire ad accrescere la consapevolezza del pubblico su economia e finanza, mentre sono in corso rapidi cambiamenti, ad esempio anche sulle tecnologie di pagamenti”, ha spiegato Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass.
La mostra è stata curata da Paco Lanciano e Giovanni Carrada. “Spero che in questa mostra si aprano delle porte, per far capire che alcuni argomenti sono da un lato interessanti e dall’altro comprensibili, accessibili a tutti – ha detto il fisico – anche ai bambini, usando un racconto fiabesco, per essere cittadini più consapevoli nelle nostre scelte”. La mostra è articolata su nove sale multimediali, che si visitano utilizzando un sistema di audioguide e iniziano con “Il sistema invisibile” in cui si spiega quanti meccanismi e aspetti si muovano dietro la produzione e la compravendita di un comune oggetto, così come sulla complessa rete che compone il sistema finanziario. Si prosegue con l’Antica Mesopotamia, dove trovano spazio le tavolette di terracotta utilizzate nelle città Sumere come documenti contrattuali. La mostra prosegue con il mondo classico e greco romano e la nascita delle monete coniate. Poi, nella quarta sala si passa a Basso Medioevo e Rinascimento, con la nascita delle banche, proprio in Italia. La quinta sala è dedicata alla nascita del mondo moderno e a benefici e rischi delle nuove tecnologie industriali e finanziarie.
La sesta sala è dedicata al Novecento e alla nascita della politica monetaria, la settima è una sorta di “macchina del tempo” che spiega alcuni meccanismi chiave delle più diffuse operazioni come prestiti e investimenti; l’ottava sala è dedicata alla finanza globale e l’ultima sala spiega a cosa serva una banca centrale. Secondo Signorini, i continui sviluppi sul versante della finanza “richiedono una sforzo in piu sulla formazione, sulla diffusione delle competenze, affinché le persone possano fare valutazioni corrette dei rischi”.
Di fondo, ha proseguito il banchiere centrale, gli aspetti più essenziali di moneta e finanza “non sono molto cambiati nel corso tempo, servono a pagare, a risparmiare, a fare di conto e a affrontare un futuro incerto. Vedere la moneta al momento della sua nascita può aiutare a mettere a fuoco e a capire in che modo moneta e finanza possono agevolare la crescita economica”. C’è anche un altro motivo che ha spinto Bankitalia su questa iniziativa, quello di valorizzare presso il pubblico “e rendere fruibile il patrimonio” storico dell’istituzione, che possiede tra le monete più antiche, ma anche una serie di preziose tavolette sumeriche, che recano “elementi simili ai contratti bancari di oggi”, ha spiegato ancora Signorini. Peraltro ricordando che la storia della finanza e della monetazione è una parte non piccola della storia italiana, visto che il sistema bancario come lo si intende oggi è di fatto nato proprio nella Penisola. “E poi ci sta un principio semplice, secondo cui nostri sforzi di educazione, per quanto chiari, sono inutili se non riusciamo a essere anche coinvolgenti – ha concluso Signorini – e a a far capire che le cose di cui si parla sono importanti anche per ognuno di noi”. Il futuro museo della moneta conterrà oltre alcuni dei lingotti d’oro delle riserve auree di Bankitalia, di cui uno sarà anche “toccabile e sollevabile” dal pubblico.
”Gli autunni della terradura”, nuovo romanzo di Alessandro FainoMilano, 5 nov. (askanews) – “Mariella Capuano non somiglia al lentisco ruvido aggrappato alle balze della costiera cilentana ma piuttosto alla Primula di Palinuro, bella e inaccessibile”.
“Gli autunni di terradura”, il nuovo romanzo di Alessandro Faino, (Graus edizioni), potrebbe essere tutto qua: l’intera esistenza del protagonista a rincorrerla e a farsi rincorrere, fino a ritrovarsi al tramonto delle loro vite. È un romanzo di formazione, intriso di incursioni storiche: il Brigantaggio, la Seconda guerra mondiale, la Questione meridionale, il ’68, il Terremoto irpino-lucano dell’80, il Nuovo millennio, la Modernità. Ma, soprattutto, l’amore declinato nelle sue universali e variegate categorie; il percorso di crescita spirituale e di strutturazione della weltanschauung di Gerardo Savino. La cicatrice sullo zigomo destro e il naso storto saranno dapprima stigmate dell’infanzia, poi spoglie di un riscatto. Solitudine e purezza non lo abbandoneranno, ma soltanto la maturità conforta Gerardo del senso della vita e della missione educativa che sta dietro l’istruzione scolastica e la formazione delle giovani generazioni.
La trama, però, è molto più complessa. Gerardo Savino viene al mondo la notte dell’Operazione Avalanche, con lo sbarco sulle coste salernitane degli alleati nel settembre del 1943. Nasce, gracile e malaticcio, in un paesino collinare del Cilento da genitori modesti e avanti negli anni. Sopravvive alla difterite e a una caduta rovinosa che gli deturpa il viso. Ma Gerardo ha due talenti, coltivati dall’affetto morboso del suo parroco e mentore: la sapienza e l’attitudine per gli Studi Classici. Frequenterà il Liceo di Sapri, alloggiando nel convitto e dopo un anno sabbatico si iscriverà all’Ateneo di Salerno per seguire il Corso di Lettere Classiche. Abita nell’appartamento di Licietta, la nonna che la vita non gli ha dato e che gli diventa confidente. La delusione di un’ingiusta bocciatura al concorso per assistente universitario lo spinge verso Torino. Nella città della Mole attraversata dai moti studenteschi insegnerà in un Liceo e conoscerà Karl Ferraris, il sociologo sessantottino pentito che si innamora di lui e con lui convivrà fino alla morte prematura. È un amore asimmetrico, nel quale Gerardo conserverà la sua indole solitaria e la vocazione alla purezza.
La coppia trasferitasi a Salerno dopo il terremoto del 1980 deve fare i conti con l’Aids che colpisce Karl. I due prenderanno a frequentare Terradura, il piccolo borgo del Cilento ove il mentore di Gerardo, don Rocco Pestina, possiede una piccola residenza: la Casa degli Angeli. Dopo la morte del padre, Gerardo Savino a Terradura vedrà spegnersi Karl e, negli anni, la madre e don Rocco. Dopo l’ultimo periodo d’insegnamento svolto al Liceo di Vallo della Lucania, Gerardo si ritira da pensionato nella Casa degli Angeli. La senilità gli restituisce un animo più aperto e una solitudine operosa: fonderà la biblioteca, un caffè letterario e un pionieristico centro di informatica. Quando il tempo sembra scivolare senza rapprendersi a niente, la ricezione tardiva di un fastello di lettere speditegli da Salerno da Mariella Capuano lo inchioda all’antico pensiero dell’amore incompiuto. La donna gli ha indirizzato un’epistola ogni mese, chiedendogli di aspettarla. Nell’ultima gli annuncia la morte del marito.
Vagheranno per sei anni dentro una relazione eterea, incontrandosi talvolta da qualche parte ma senza parlarsi del futuro. Un giorno Mariella compare a Terradura. Scartocceranno insieme il regalo che lei gli fece sessantatré anni prima e che lui, vedendosi respinto in amore, confinò all’oblio nella soffitta di casa. La pandemia è scoppiata e l’autunno minaccia nuovi lockdown. Gerardo le mostra la Casa degli Angeli, troppo grande per lui, e le consegna se stesso pronto a dividere con lei il fardello dei ricordi e la vita che resta. Alessandro Faino, l’autore, è un medico igienista, formatore e docente di Medicina di Comunità presso l’Università LUMSA. Sportivo, corre a piedi e in bike ma, per il suo spirito letterario, spesso rallenta per lasciarsi raggiungere da nuove idee. Pubblica L’imperfetto amore con Manni Editore nel 2010 e con Antonio Dellisanti Editore nel 2020; Tutto il tempo, Giulio Perrone Editore, 2012; Il compito di Clara, Leone Editore, 2012, vincitore targa speciale “Il Molinello” e, nel 2022, l’edizione con Antonio Dellisanti Editore è inserita in progetti scolastici di Narrativa ed Educazione alla salute; Il candelaio magico nel 2013 e Il mistero della Sacra Spina, 2. ed., nel 2018, Antonio Dellisanti Editore (1. ed. del 2014); Il giardino degli amori perduti, Il Rio Editore, 2017, vincitore del Premio Nazionale Città di Taranto; Il confine dei giorni, Il Rio Editore, 2020, vincitore del Premio letterario Internazionale Città di Sarzana.
Carmelo Cattafi nuovo coordinatore MAIE per Nuevo LeonRoma, 6 nov. (askanews) – Carmelo Cattafi è il nuovo Coordinatore MAIE di Nuevo Leon, Messico. Figura di grande spessore e noto politologo, vive e lavora a Monterrey.
A nominarlo il coordinatore nazionale del MAIE Messico, Giovanni Buzzurro, d’accordo con Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE. Cattafi è di origine siciliana, ha la doppia nazionalità – italiana e messicana – ed è professore universitario di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali.
“Entro con grande entusiasmo nella grande famiglia del MAIE, convinto come sono che solo un movimento autonomo e indipendente dai partiti tradizionali possa riuscire a fare la differenza per noi italiani nel mondo”, dichiara Cattafi, che poi assicura: “Sono già al lavoro per fare crescere il Movimento nella mia zona di riferimento”. Soddisfatto Buzzurro: “Continua a crescere il MAIE in terra messicana. L’ingresso di Carmelo Cattafi è per noi di grande importanza e aggiunge ulteriore spessore al nostro progetto. Ormai il Movimento Associativo Italiani all’Estero qui è una realtà consolidata, conosciuta, viva, presente, apprezzata, organizzata. Avanti così – conclude Buzzurro -, nell’interesse della comunità italiana e del Sistema Italia in Messico”.
Il ministero della Sanità di Hamas: a Gaza ci sono oltre 10mila morti, tra cui 4.104 bambiniRoma, 6 nov. (askanews) – Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che oltre 10mila persone sono morte nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, scatenata dall’attacco del movimento integralista islamico in territorio israeliano il 7 ottobre. Il numero totale di morti è ora di 10.022, tra i quali 4.104 bambini.
In precedenza, i leader delle principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali hanno chiesto un “immediato cessate il fuoco umanitario” a Gaza, affermando che la situazione è “orribile” e “inaccettabile” in una rara dichiarazione congiunta. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha già detto che gli attacchi di Hamas non possono “giustificare la punizione collettiva” del popolo palestinese.
In E.-R. -20% superfici a grano duro, crescono soia e orticoleRoma, 6 nov. (askanews) – Perde terreno il granaio Emilia-Romagna, con le superfici coltivate nel 2024 che passano da 250 a 220mila ettari complessivi. Confagricoltura regionale stima una flessione più accentuata per il duro rispetto al tenero, nell’ordine del 15-20%, configurando uno scenario decisamente in controtendenza rispetto all’andamento degli ultimi anni.
Il grano duro registra infatti una netta battuta d’arresto nella terza regione d’Italia per ettari investiti: una disaffezione dovuta sia alla carenza di seme certificato, sia all’elevata volatilità dei mercati nonché scarsa redditività della coltura. “Bisogna sostenere il comparto produttivo e la filiera regionale di eccellenza della pasta made in Italy – avverte Confagricoltura Emilia Romagna – potenziare il sistema dei contratti di filiera e promuovere strumenti di tutela del reddito. Sul fronte commerciale, potrebbe giocare a favore la diminuzione degli stock mondiali di grano duro, per via dell’eccesso di piogge in Europa e, al contempo, della grave siccità abbattutasi sul continente nordamericano”.
Nel Ferrarese il calo delle superfici a grano duro sarà probabilmente compensato da un incremento di terreni a soia e orticole. In Romagna si prevede una crescita delle colture da seme (girasole, barbabietola, radicchio) e delle orticole come cipolle e patate visto il trend commerciale positivo della passata campagna. Nell’areale che va da Bologna a Modena e Reggio Emilia si conferma in crescita la superficie coltivata a grano tenero di forza (varietà Rebelde e Bologna o simili), sulla spinta di quotazioni soddisfacenti tuttora in tendenziale rialzo. “Ci attendiamo nel 2024 – precisa infine l’organizzazione agricola – un leggero balzo in avanti della superficie investita a erba medica un po’ ovunque, su tutto il territorio regionale, in virtù del fatto che la coltura è in grado di garantire una buona redditività, trainata anche dalla domanda estera”.
Pediatri SIP: inaccettabile ricovero bimbi in terapie intensive adultiRoma, 6 nov. (askanews) – “Offrire ai pazienti pediatrici l’opportunità di essere assistiti in unità di terapie intensive dedicate significa aumentare le loro possibilità di sopravvivenza rispetto ai bambini che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. E questo è tanto più vero quanto più il paziente è piccolo e grave. È inaccettabile che una parte importante dei bambini italiani in condizioni critiche venga assistita in terapie intensive per adulti, così come non è ammissibile che esistano differenze così profonde tra le varie regioni italiane”. È la Presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano a tornare sul tema delle Terapie intensive Pediatriche, alla luce della lettera-denuncia pubblicata sulla rivista Lancet, ricordando che la SIP da anni denuncia questa situazione e che la riorganizzazione della rete delle TIP è uno degli argomenti prioritari portati al tavolo di lavoro ministeriale per la riforma del DM 70. Nonostante le terapie intensive pediatriche giochino un ruolo rilevante sulla prognosi, in Italia sono poche e mal distribuite, ma il primo grande problema è che nel nostro Paese non esiste una modalità precisa per censirle. Manca infatti un codice che le identifichi, codice ministeriale che esiste per tutte le altre discipline assistenziali del Paese. Ciò rende molto difficile valutare con esattezza il numero di letti e i reparti. Secondo calcoli approssimativi realizzati dalla SIP nell’anno 2022, le TIP che trattano soggetti in età pediatrica con una attività clinica sufficiente (almeno 100 pazienti/anno) sono appena 26 in tutta Italia e i letti di terapia intensiva pediatrica sono circa 202 con una media di 3 posti letto per 1 milione di abitanti, ben al di sotto della media europea pari a 8. Numeri, questi, addirittura inferiori a quelli riportati nella lettera al Lancet, a dimostrazione della estrema difficoltà esistente nel riuscire ad avere una raccolta accurata dei dati in assenza di precisi criteri di identificazione delle TIP. “Molti bambini finiscono, quindi, per essere ricoverati in terapie intensive per adulti, dove manca una specifica esperienza in assistenza pediatrica, determinante per ottenere i migliori risultati possibili”, prosegue Staiano. Senza dimenticare che le Terapie Intensive pediatriche rappresentano solo un aspetto, forse il più eclatante, di un tema molto più ampio: il diritto dei bambini da 0 a 18 anni a essere curati in reparti a loro dedicati e da personale formato per l’età pediatrica. Oggi 1 bambino su 4 viene ricoverato in reparti per adulti, e circa l’85% dei degenti tra 15 e 17 anni è gestito in condizioni di promiscuità con pazienti adulti e anziani e da personale non specializzato nell’assistenza ai soggetti in età evolutiva”, aggiunge Staiano. I bambini hanno il diritto a essere curati dai loro pediatri, a partire dalle terapie intensive. “La prima proposta presentata al Governo nell’ambito del tavolo per la riforma del DM 70 è la definizione del codice ministeriale di disciplina specifico per Terapia Intensiva Pediatrica. È questo il presupposto essenziale per costruire la Rete Hub & Spoke per le Terapie Intensive Pediatriche su base regionale o interregionale, comprensiva anche di modalità e criteri operativi per il trasporto pediatrico”, conclude Staiano.
Confagricoltura a Economondo con eventi su transizione ecologicaRoma, 6 nov. (askanews) – Torna Ecomondo, la fiera dedicata alla transizione ecologica, e Confagricoltura conferma la sua presenza con uno stand per dare spazio ad un calendario di eventi, organizzati in collaborazione con atenei, enti e associazioni. Tanti i temi al centro degli appuntamenti in programma: il cambiamento climatico e la gestione del rischio, la sostenibilità nelle sue varie declinazioni; l’economia circolare, le sfide della filiera agroalimentare, le innovazioni tecnologiche e il PNRR, le bioenergie e l’uso consapevole delle risorse naturali. Lo stand sarà animato anche da workshop, laboratori e talk.
Confagricoltura sarà presente anche alla dodicesima edizione degli Stati generali della Green economy, in particolare ai tavoli di lavoro che si terranno nel pomeriggio del 7 e dell’8 novembre. Due i convegni in programma sull’agroalimentare e sulla gestione forestale. Il primo, l’8 mattina, “Le esigenze e le opportunità del settore agroalimentare nella sfida verso modelli di produzione sostenibili nel mutato contesto economico ed internazionale” è organizzato in collaborazione con Federalimentare, Enea e Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, parteciperà al confronto insieme a istituzioni europee, organismi nazionali, rappresentanti della filiera e del mondo accademico.
Al secondo convegno, previsto il 10 mattina, “Energia dal bosco per la decarbonizzazione e la transizione energetica”, condiviso con Università del Molise e il Cts di Ecomondo, parteciperà il presidente della Fnp Risorse Boschive, Enrico Allasia. Si parlerà di selvicoltura, del ruolo svolto dal comparto nello sviluppo socioeconomico delle aree collinari e montane del Paese e degli interventi necessari per migliorare la qualità delle produzioni forestali e delle filiere foresta-legno e foresta-energia. Al centro del dibattito la Strategia Forestale Europea e gli impegni dell’Italia in materia di contrasto ai cambiamenti climatici, biodiversità e decarbonizzazione dell’economia.
IIC Monaco Baviera: Sulle tracce degli oli d’oliva di alta qualitàRoma, 6 nov. (askanews) – Martedì 14 novembre, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, lo stesso IIC, insieme alla Camera di Commercio Italiana Monaco-Stoccarda, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia organizza un evento dedicato allo’olio di oliva nell’ambito della Settimana della cucina italiana nel mondo.
Sono numerosi i miti che si ricollegano all’olivo sempreverde, argentato, quasi immortale e ai suoi frutti preziosi. L’incontro è organizzato con Monika Kellermann, che nel 2007 ha scritto un libro sull’olio d’oliva e da allora trasmette con passione le sue conoscenze agli intenditori. Attraverso una spiegazione chiara e coinvolgente, l’autrice fornirà informazioni sull’olio d’oliva, partendo dagli oliveti sino all’etichettatura, e si soffermerà sui diversi tipi di pressatura, sul controllo qualità e su cosa può rivelare l’etichetta. Il seminario si concluderà con una degustazione di oli d’oliva, provenienti da quattro diverse regioni d’Italia.
Monika Kellermann, nutrizionista, autrice e giornalista, da oltre trent’anni anni scrive libri e articoli sui piaceri della buona tavola. Ha pubblicato più di novanta titoli, scrive articoli su temi gastronomici ed enologici per varie riviste e, da ventitré anni, trascorre ogni minuto libero nel suo appartamento sulle rive del Lago di Garda, in mezzo ad un uliveto. Oltre ai numerosi libri e articoli che ha scritto sul Lago di Garda, lavora come libera professionista per la Camera di Commercio Italiana Monaco-Stoccarda. Ha pubblicato tra l’altro: per la casa editrice Bruckmann.
Psr Piemonte, aperto bando formazione consulenti in agricolturaRoma, 6 nov. (askanews) – Con una dotazione finanziaria di 500mila euro l’assessorato regionale piemontese all’Agricoltura e cibo ha aperto il bando relativo all’intervento SRH02 del Complemento per lo sviluppo rurale 2023-2027, che sostiene la formazione dei consulenti in agricoltura. Possono partecipare al bando gli Enti formativi accreditati che offrono attività di formazione in presenza e/o in remoto: corsi e seminari, sessioni pratiche in aula e in campo, visite aziendali, viaggi studio.
Il bando risponde alle direttive della Pac e del Piano strategico nazionale in materia di Agricoltural Knowledge and Innovation System (AKIS). L’obiettivo è potenziare il sistema di conoscenze sul territorio regionale in tema di innovazione e ricerca applicata in agricoltura. “Investire nella formazione e poter avvalersi di consulenti preparati aumenta la competitività delle nostre aziende agricole piemontesi perchè le conoscenze anche in ambito tecnologico sono strategiche per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e necessarie per affrontare e mitigare le diverse criticità causate sempre di più dal cambiamento climatico”, sottolinea in una nota l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.