Papa Francesco: il mondo è tristemente funestato da troppe guerreCittà del Vaticano, 3 set. (askanews) – Soprattutto “in un tempo come il nostro di tensioni e di guerre”, l’Eucaristia “è sempre celebrata, in un certo senso, sull’altare del mondo”, “tristemente funestato da troppe guerre e conflitti”. Ha citato il padre gesuita Pierre Teilhard de Chardin, Papa Francesco per accomiatarsi, al termine della messa odierna presso la Steppe Arena di Ulaanbaatar, dalla comunità cattolica della Mongolia. Nel suo indirizzo di saluto al termine della messa domenicale, il Papa ha voluto ringraziare la comunità cattolica locale sottolineando di aver “toccato con mano quanto mi sia caro il Popolo di Dio che è in Mongolia”. “È vero, sono partito per questo pellegrinaggio con molta attesa, con il desiderio di incontrarvi e di conoscervi, e ora – ha detto il Papa – ringrazio Dio per voi perché, attraverso di voi, Egli ama compiere grandi cose nella piccolezza. Grazie, perché siete buoni cristiani e onesti cittadini. Andate avanti, con mitezza e senza paura, avvertendo la vicinanza e l’incoraggiamento di tutta la Chiesa, e soprattutto lo sguardo tenero del Signore, che non dimentica nessuno e guarda con amore ciascuno dei suoi figli”. Dopo aver ringraziato le autorità locali e il governo mongolo per l’ospitalità, Francesco ha voluto salutare poi “di cuore i fratelli e le sorelle di altre Confessioni cristiane e religioni. Continuiamo – ha detto loro – a crescere insieme nella fraternità, come semi di pace in un mondo tristemente funestato da troppe guerre e conflitti”.
Mondiali basket, Italia batte Portorico 73-57 ed è ai quartiRoma, 3 set. (askanews) – L’Italia batte Portorico 73-57 e torna dopo 25 anni ai quarti di finale dei mondiali di pallacanestro. Paradosso che anche nel 1988 fu Portorico a dare strada agli azzurri. In una sfida offensivamente difficile, Datome ha dato ancora la scossa, mentre Pippo Ricci è stato l’uomo decisivo con 15 punti e i canestri pesanti nel quarto periodo. Ora la sfida tra Serbia e Repubblica Dominicana stabilirà la posizione nel girone. Possibile incrocio con gli Stati Uniti L’Italia parte bene. Dopo i primi 10 minuti, gli azzurri hanno anche 10 punti di vantaggio. 10 sono anche i punti di Tonut, mentre per Porto Rico è finora quasi solitaria la stella di Waters, 7 punti, 4 assist (ma anche 5 palle perse). Primo quarto che si chiude 25-15 per gli azzurri. Una prodezza di Waters sulla sirena, l’ennesima, tiene Porto Rico a contatto con gli azzurri all’intervallo (39-36). Azzurri in partita, sempre avanti, ma penalizzati dalle pessime percentuali nel tiro da fuori (18%, 3/17). Inizio da incubo dell’Italia nel terzo periodo, per la prima volta sotto nel punteggio e senza punti per circa sei minuti. Nel finale ancora Datome e Fontecchio a dare la scossa, come nel terzo quarto contro la Serbia. FInisce 51-47. Ultimo quarto con Italia a mille: Tripla di Datome dopo 11″ 54-47. Tripla di Ricci con 8’24”, timeout Colon immediato sul -10. Waters da due con 5′ ancora da giocare, Ricci risponde appoggiando al vetro +12. Nel finale l’Italia gestisce bene il cronometro, accelera e si porta sul 73-57. Gara finita: l’Italia vola ai quarti
Venezia80, presentata docuserie “Italian Japanese. Food and Culture”Roma, 3 set. (askanews) – In occasione della 80esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia oggi all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, nello spazio dedicato alla Regione del Veneto, si è tenuto il lancio ufficiale della docuserie “Italian Japanese. Food and Culture” – prodotta da Emy Productionsdi Giovanni e Emilio Franchini in collaborazione con Tatatu – che esplora la connessione culturale sorprendentemente profonda tra due paesi apparentemente lontani: Italia e Giappone.
Nel corso dell’incontro – che ha visto gli interventi di Daniele Gramiccia (Produttore Delegato Emy Productions), Francesco Maria Dominedò (Creative Producer e Regista), Marco Fabbro (Autore e Regista) e della giornalista e scrittrice Silvia Gorgi in veste di moderatrice – è stata presentata la docuserie composta da 36 episodi che esplora l’incontro tra le culture italiana e giapponese, mettendo in luce affinità culturali, influenze reciproche e la passione condivisa per il cibo. Dagli anni ’80 in poi, l’Italia ha accolto con entusiasmo l’influenza giapponese, da anime e manga a prelibatezze culinarie come sushi, sashimi e ramen. La serie non solo esplora l’impatto di questa mutua influenza, ma anche come i due paesi abbiano coltivato un interesse profondo e duraturo l’uno per l’altro. La riapertura dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo nel 1959 e dell’Istituto di Cultura Giapponese a Roma nel 1962 ha gettato le basi per uno scambio culturale sempre più intenso tra le due nazioni.
Attraverso episodi coinvolgenti, gli spettatori saranno trasportati in un viaggio ricco di scoperte. Dalle arti marziali come l’Aikido, che incarna una filosofia di equilibrio e perseveranza, alla ricerca dell’armonia tra la bellezza naturale e l’imperfezione umana (Wabi- sabi), la serie esplorerà profondamente concetti come Danshari (ordine e spazio), Omotenashi (ospitalità e rispetto) e molti altri. “Italian Japanese. Food and Culture” culmina in momenti di condivisione culinaria, poiché gli episodi raccontano storie di personaggi che, attraverso la passione, la vocazione e l’appartenenza, si incontrano intorno a tavole imbandite, condividendo piatti tipici che rappresentano non solo cibo, ma anche connessione e incontro.
“Il nostro obiettivo con ‘Italian Japanese Food and Culture’ è quello di sfidare le aspettative comuni e di svelare i legami sorprendenti che uniscono Italia e Giappone”, ha dichiarato Daniele Gramiccia, Produttore Delegato Emy Productions, aggiungendo: “Siamo entusiasti di portare il pubblico in un viaggio di scoperta e comprensione, evidenziando quanto possiamo imparare e condividere attraverso il cibo e la cultura.” “Nonostante le differenze apparenti le connessioni tra culture possono essere sorprendentemente profonde e significative. Questo viaggio attraverso arte, storia, filosofia e cucina sarà un’esperienza affascinante per gli spettatori, e speriamo che possa ispirare un maggior apprezzamento delle connessioni che ci legano” gli ha fatto eco il regista e creative producer Francesco Maria Dominedò.
Tanta curiosità intorno a questo importante progetto della Emy Productions di Giovanni e Emilio Franchini, quest’ultimo giovane attore in forte ascesa che fa parte del cast di “Adagio”, film di Stefano Sollima in concorso a Venezia 80, e presto nelle sale con i film “Runner” di Nicola Barnaba e “Una preghiera per Giuda” di Massimo Paolucci. “Italian Japanese. Food and Culture” – che è sostenuto finanziariamente dalla società Fidoimpresa Spa rappresentata dal Direttore generale Giampaolo Ambrosi e dal Direttore credito Valentina Lazzarini – sarà presto disponibile sul grande schermo e prossimamente in streaming su Tatatu, offrendo a tutti la possibilità di scoprire un mondo di connessioni culturali sorprendenti tra due nazioni iconiche.
Dalla Chiesa, Meloni: non indietreggeremo su lotta a cancro mafiaRoma, 3 set. (askanews) – “A 41 anni dal brutale attentato mafioso che ha causato la morte del Generale dell’Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo, continua senza sosta l’impegno per sradicare ogni forma di criminalità organizzata”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricordando l’assassinio a Palermo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
“Al Generale Dalla Chiesa, esempio di integrità e coraggio, e a tutti i servitori dello Stato che sono caduti lottando per liberare l’Italia dal cancro della mafia – conclude Meloni – va il nostro più profondo ringraziamento e rispetto. La vostra battaglia è la nostra e non indietreggeremo mai”.
Mattarella: sforzo corale dell’intero Paese nella lotta alla mafiaRoma, 3 set. (askanews) – “Il quarantunesimo anniversario dell’attentato di via Isidoro Carini richiama l’intero Paese a uno sforzo corale nell’impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni. Dal contributo di tutti, dall’efficacia delle azioni di contrasto e di prevenzione, dai germi di consapevolezza che la società, le famiglie, la scuola, il terzo settore sapranno far sbocciare nelle giovani generazioni, dipendono la stabile affermazione della cultura della legalità e lo sviluppo di durature prospettive di progresso economico e sociale”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del 41esimo anniversario dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
“Il 3 settembre 1982 a Palermo – afferma Mattarella – la mafia assassinava il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ferendo mortalmente l’agente Domenico Russo. Nel ricordo di quel tragico evento, l’intera comunità nazionale si stringe intorno agli ideali costituzionali di libertà, solidarietà e giustizia testimoniati, sino al sacrificio della vita, dall’impegno nelle istituzioni di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nominato Prefetto di Palermo, seppe portarvi la preziosa esperienza maturata negli incarichi precedenti, lottando con determinazione, in un contesto particolarmente difficile, per l’affermazione dei valori della legalità. Carlo Alberto Dalla Chiesa – ribadisce il capo dello Stato – intuì le potenzialità dell’azione della Pubblica Amministrazione per contrastare, insieme all’azione della Magistratura e delle Forze di Polizia, le pretese criminali di controllo dei territori. Il suo esempio interpella oggi la coscienza civica e la responsabilità personale di coloro che ricoprono pubbliche funzioni, chiamati a costituire un efficace argine all’illegalità, alla corruzione e alle infiltrazioni criminali nel tessuto amministrativo ed economico”. Infine, Mattarella ha rinnovato “alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica”.
Mattarella: sforzo corale dell’intero Paese nella lotta alla mafiaRoma, 3 set. (askanews) – “Il quarantunesimo anniversario dell’attentato di via Isidoro Carini richiama l’intero Paese a uno sforzo corale nell’impegno di lotta alla mafia. Tutta la società italiana deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni. Dal contributo di tutti, dall’efficacia delle azioni di contrasto e di prevenzione, dai germi di consapevolezza che la società, le famiglie, la scuola, il terzo settore sapranno far sbocciare nelle giovani generazioni, dipendono la stabile affermazione della cultura della legalità e lo sviluppo di durature prospettive di progresso economico e sociale”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione del 41esimo anniversario dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
“Il 3 settembre 1982 a Palermo – afferma Mattarella – la mafia assassinava il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ferendo mortalmente l’agente Domenico Russo. Nel ricordo di quel tragico evento, l’intera comunità nazionale si stringe intorno agli ideali costituzionali di libertà, solidarietà e giustizia testimoniati, sino al sacrificio della vita, dall’impegno nelle istituzioni di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nominato Prefetto di Palermo, seppe portarvi la preziosa esperienza maturata negli incarichi precedenti, lottando con determinazione, in un contesto particolarmente difficile, per l’affermazione dei valori della legalità. Carlo Alberto Dalla Chiesa – ribadisce il capo dello Stato – intuì le potenzialità dell’azione della Pubblica Amministrazione per contrastare, insieme all’azione della Magistratura e delle Forze di Polizia, le pretese criminali di controllo dei territori. Il suo esempio interpella oggi la coscienza civica e la responsabilità personale di coloro che ricoprono pubbliche funzioni, chiamati a costituire un efficace argine all’illegalità, alla corruzione e alle infiltrazioni criminali nel tessuto amministrativo ed economico”. Infine, Mattarella ha rinnovato “alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo i sentimenti di partecipazione e vicinanza della Repubblica”.
Max Pezzali accende Roma. Il Circo Max è una festa: amici e hit cultRoma, 3 set. (askanews) – Una grandissima festa con i fan che sono cresciuti con le sue canzoni e le nuove generazioni. Max Pezzali ha fatto cantare e ballare per più di due ore le oltre 56.000 persone che ieri sera al Circo Massimo di Roma hanno celebrato con lui i suoi 30 anni di carriera ne “Il Circo Max”, lo speciale appuntamento dopo una stagione live di successi – due date a San Siro e oltre 30 sold out nei Palazzetti – con la promessa che non finisce qui.
Prima del concerto un’ora di musica anni ’90 con il set Deejay Time degli amici Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso. Poi è arrivato Pezzali che ha aperto con “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno” entrando da un vintage van sul palco trasformato in tendone da circo con riferimenti agli anni ’90 e all’universo raccontato nei suo brani, tra videogame, una sala giochi arcade, televisori a tubo catodico a fare da maxi-shermi, una pompa di benzina con una Gran Torino e una Harley-Davidson. Nella scaletta brani storici per almeno tre generazioni come “Una canzone d’amore”, “Come mai”, “Sei un mito” e duetti con amici che poi Max ha accompagnato nei loro successi. Con Riccardo Zanotti (Pinguini tattici nucleari) ha intonato “Rotta per casa di Dio” e la sua “Giovani Wannabe”; con Colapesce Dimartino “Bella vera”, la loro “Musica leggerissima” e “Nella notte”; con Lazza “Gli anni” e il suo successo “Cenere”. E ancora sul palco con lui gli Articolo 31, Dargen D’amico, Gazzelle e a chiudere Paola e Chiara per “Nord Sud Ovest Est” e “Tieni il tempo”, prima dell’ultimo brano, “Con un deca”.
Un emozionato Max Pezzali si è rivolto al pubblico di Roma: “Ringrazio il cielo di aver avuto un pubblico come voi. È stato un regalo straordinario”. E dopo gli oltre 520mila biglietti venduti nel tour di quest’anno, finita la musica appare la scritta: “Continua? Continua”.
Papa: religioni insieme indichino a società strada armonia e beneCittà del Vaticano, 3 set. (askanews) – Le religioni, insieme e senza confusioni, possono rappresentare per l’umanità attuale una via unica di armonia e ricerca del vero senso della vita. Questo l’invito venuto da Papa Francesco dalla Mongolia dove oggi, presso l’Hun Theatre di Ulaanbaatar, ha partecipato ad un Incontro Ecumenico e Interreligioso.
“Le tradizioni religiose, nella loro originalità e diversità, – ha ricordato Francesco prendendo la parola – rappresentano un formidabile potenziale di bene a servizio della società. Se chi ha la responsabilità delle nazioni scegliesse la strada dell’incontro e del dialogo con gli altri, contribuirebbe in maniera determinante alla fine dei conflitti che continuano ad arrecare sofferenza a tanti popoli”. Il tutto in uno spirito di “armonia”, parola, ha detto Francesco “dal sapore tipicamente asiatico. Essa è quel particolare rapporto – ha poi spiegato – che si viene a creare tra realtà diverse, senza sovrapporle e omologarle, ma nel rispetto delle differenze e a beneficio del vivere comune”. Per questo, secondo il Papa, “le religioni sono chiamate a offrire al mondo questa armonia, che il progresso tecnico da solo non può dare, perché, mirando alla dimensione terrena, orizzontale dell’uomo, rischia di dimenticare il cielo per il quale siamo fatti”.
Da qui l’appello all’incontro tra credenti con l’impegno “a condividere il tanto bene che abbiamo ricevuto, per arricchire un’umanità che nel suo cammino è spesso disorientata da miopi ricerche di profitto e benessere. Essa – ha poi aggiunto Francesco – è spesso incapace di trovare il filo: rivolta ai soli interessi terreni, finisce per rovinare la terra stessa, confondendo il progresso con il regresso, come mostrano tante ingiustizie, tanti conflitti, tante devastazioni ambientali, tante persecuzioni, tanto scarto della vita umana”.
Mantovano: non riformeremo i servizi senza coinvolgere ParlamentoRoma, 2 set. (askanews) – Il tema della riforma dei servizi segreti “non interessa il Governo ma la nazione, non intendiamo fare questa riforma senza coinvolgere tutte le forze politiche presenti in Parlamento”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, intervistato a Bisceglie nel corso di Digithon 2023.
“L’ultima legge è del 2007 – ha riconosciuto Mantovano – non sarebbe tanto lontana in realtà, ma in 16 anni è cambiato il mondo più volte. Cito due espressioni di questo cambiamento: uno è il fronte cyber e l’altro è l’incremento notevole del lavoro dell’intelligence sugli interessi economico-finanziari del Paese, un lavoro che ha assunto una estensione che 16 anni fa non era neanche in nuce”. “Ora – ha proseguito il sottosegretario – l’esigenza principale è quella della specializzazione e dell’efficienza. Andiamo alla sostanza: l’equazione che leggo su certi giornali particolarmente ‘amici’ del Governo… è che essendoci un governo di destra unificherà tutto in un solo servizio per rafforzare il suo autoritarismo. Ma l’unificazione della guida politica risale ad anni fa, è una delle più importanti novità della riforma del 2007: la guida politica non è più di Interno e Difesa ma direttamente del presidente del Consiglio o dell’autorità delegata. Il Dis è un dipartimento e gli sono sottoposte le due agenzie. Questo – ha spiegato ancora Mantovano – è un sistema che va migliorato: le due agenzie hanno un’autonomia fondata su una ripartizione che forse andava bene per il Regno di Sardegna. Se degli hacker che stanno a San Pietroburgo attaccano la Asl di Bari, cos’è, interno, esterno, chi si muove?”
“C’è un problema strutturale, ci sono troppe sovrapposizioni, le sovrapposizioni generano dispersione e le energie vanno rese più efficaci possibile. Non parliamo – ha sottolineato in conclusione – di corpi di polizia da centomila l’uno ma di un comparto che nel suo complesso a non più di 4500 unità fra le due agenzie e il dipartimento”.
Oltre 56mila per il “Circo Max”. Pezzali: emozione, e si continuaRoma, 2 set. (askanews) – “È un momento incredibile, sono due notti che non dormo, da quando ho visto il palco per la prima volta, pensando a cosa succederà, ma le emozioni non saranno mai quelle che ho immaginato, per me è straordinario essere qui non solo per la cornice ma perché alla mia età e per chi fa questo lavoro da 30 anni, essere qui con tutta questa gente con questo entusiasmo è incredibile”.
Così Max Pezzali poco prima di esibirsi sul palco del Circo Massimo a Roma per “Il Circo Max”, la grande festa-evento per concludere le celebrazioni dei suoi 30 anni di carriera dopo un anno fortunato di concerti sold out con oltre 520mila biglietti venduti. Questa sera oltre 56mila persone al Circo Massimo. “Il palco è incredibile – ha detto Max Pezzali – è una rappresentazione tridimensionale dell’universo pop raccontato nelle mie canzoni”.
Per uno degli artisti più amati da intere generazioni è la prima volta nella spettacolare location romana e a festeggiare con lui ci sono tanti ospiti amici, dal set di Deejay Time con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, agli Articolo 31, da Colapesce Dimartino a Dargen D’Amico, Gazzelle, Lazza, Paola & Chiara e Riccardo Zanotti (dei Pinguini Tattici Nucleari). “È una selezione di amici che ringrazio di essere qui, è bello condividere un momento del genere con chi stimi, con alcuni abbiamo fatto un pezzo di percorso insieme, Lazza lo conosco da quando era bambino e averlo qui è come chiudere il cerchio, era sotto il palco e ora è con me sul palco” ha spiegato.
Una festa con i successi cult, dai più vecchi come “Non me la menare” ai più recenti come “L’universo tranne noi”. Ma non finisce qui. “Si continua – ha svelato Pezzali – io superata una certa età vivo alla giornata ma tutto questo successo vivendo alla giornata è arrivato per la follia creativa di Clemente Zard (Vivo Concerti) che ha creduto in me e da qui in poi può succedere di tutto”.