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Tag: Sanremo 2023

La Grecia ha dichiarato 3 giorni di lutto per l’ecatombe di migranti

La Grecia ha dichiarato 3 giorni di lutto per l’ecatombe di migrantiRoma, 15 giu. (askanews) – Almeno 78 persone sono morte e più di 100 sono state salvate dopo che un peschereccio è affondato al largo della Grecia meridionale, ma secondo i sopravvissuti sull’imbarcazione si trovavano fino a 750, tra cui 100 bambini nella stiva. La Grecia ritiene che si tratti di una delle più grandi tragedie migratorie di sempre e ha dichiarato tre giorni di lutto.

La barca è affondata a circa 80 chilometri a sud-ovest di Pylos mercoledì mattina secondo la guardia costiera greca. L’agenzia di frontiera dell’UE Frontex ha dichiarato di aver avvistato la barca nel primo pomeriggio di martedì e ne ha immediatamente informato le autorità greche e italiane. La guardia costiera ha detto in seguito che nessuno a bordo indossava giubbotti di salvataggio.

Ambasciatore Stefanini: Nato è fronte unito, non si ripeterà Bucarest 2008

Ambasciatore Stefanini: Nato è fronte unito, non si ripeterà Bucarest 2008Milano, 15 giu. (askanews) – A Bucarest nel 2008, “la prima volta che si presentò questo problema, ci fu una discussione difficilissima che dette un segnale di divisione all’interno dell’Alleanza, perché l’Alleanza allora era divisa. Si risolse in una dichiarazione di principio, ovvero Ucraina e Georgia entreranno nella Nato, molto categorica, che infuriò Vladimir Putin e contemporaneamente diede una percezione di debolezza. Questo a Vilnius non succederà”. Lo afferma deciso l’ambasciatore Stefano Stefanini, tracciando per askanews quello che ci si potrebbe aspettare dal prossimo summit estivo dell’Alleanza militare, previsto per l’11 e 12 luglio nella capitale lituana. “La questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato – che potrebbe essere l’unica garanzia che quello che è successo il 24 febbraio 2022 non si ripeta – è un problema che si può porre soltanto nel momento in cui la guerra abbia termine”, prosegue.

Stefanini è stato consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e nel 2008 era rappresentante permanente d’Italia presso la NATO. “Quello che molto probabilmente l’Alleanza farà adesso è essenzialmente confermare l’appoggio, stabilire un raccordo forte con l’Ucraina e riaffermare il ‘Whatever it takes’ (in italiano “Tutto ciò che è necessario” o anche “Costi quel che costi”), ovvero il messaggio che americani ed europei stanno dando alla Russia e all’Ucraina, di essere pronti a sostenerla quanto e finché sarà necessario” afferma. Il tempo è tiranno con tutti e più si va avanti più consuma le parti nel conflitto. Ma “la Russia ritiene che il tempo giochi a suo favore avendo un sistema di risorse che l’Ucraina non ha e di poter continuare la guerra a tempo indeterminato, perché – a loro modo di vedere – prima o poi gli americani si stancheranno di sostenere l’Ucraina” aggiunge Stefanini. “Quello che può dire la Nato è appunto: assolutamente no, noi continueremo a sostenere Kiev per quanto tempo sarà necessario”.

Il tutto anche se “sappiamo tutti che le elezioni presidenziali americane, come un qualsiasi evento interno in Russia, possono cambiare” i giochi. “Ma la Nato deve ragionare in termini di continuità della politica estera. Cambiano i governi. È cambiato il governo in Germania, ad esempio. Ma i dati essenziali della politica estera non cambiano. Sappiamo tutti che una rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti potrebbe cambiare molte cose, ma c’è da augurarsi che gli americani non si lascino incantare dalle sirene”. C’è inoltre chi ipotizza un futuro di neutralità per l’Ucraina, un modello israeliano o svizzero. “La guerra in corso – replica Stefanini – potrebbe terminare con un armistizio alla coreana, ma nel momento in cui gli ucraini con i russi negoziassero un trattato di pace, saranno gli ucraini a decidere se la loro sicurezza può essere garantita sufficientemente da una soluzione ‘svizzera’ o ‘israeliana’. Da notare che la Svizzera è circondata dalla Nato, e quindi il problema è molto relativo per la Svizzera. Israele non ha come vicino la Russia. E dalla guerra dei 6 giorni ha una netta superiorità militare. Questo non è il caso dell’Ucraina. E comunque mi pare difficile immaginare un negoziato di pace con Putin al potere. Se ci fosse non un cambio di regime, ma di leadership, forse il discorso potrebbe essere diverso”.

In sostanza da evitare a Vilnius è di “parlare di adesione” dell’Ucraina “alla Nato, anche perché la formula di quelli che spingono in questo senso è ‘adesione quando le circostanze permettono’” e “sarebbe una ripetizione di Bucarest. Contemporaneamente “rafforzare i legami e la cooperazione. E poi continuare quello che si sta facendo, che poi essenzialmente lo fanno le nazioni perché gli eserciti rimangono nazionali”. Altra questione sarà poi Stoccolma e la sua adesione, dopo che Helsinki è riuscita a entrare nella Nato come 31esimo Paese. “Se la Svezia continua a rimanere a bocca asciutta, siamo di fronte a un problema Nato-Turchia che non potrebbe che rallegrare Putin: Recep Tayyip Erdogan con altri 5 anni davanti a lui, deve mollare sulla questione perché altrimenti, se continua ad avanzare motivi pretestuosi, si crea davvero un’incompatibilità tra Turchia e Nato. Ma Erdogan penso negozierà, come al solito”.

(di Cristina Giuliano)

Mine antiuomo in Azerbaigian: priorità anche per stabilità regionale

Mine antiuomo in Azerbaigian: priorità anche per stabilità regionaleRoma, 15 giu. (askanews) – “Una questione di diritto internazionale umanitario: il caso delle mine antiuomo in Azerbaigian”, è questo il titolo dell’evento che si è svolto nella Sala Caduti di Nassirya del Senato nel rispetto della giornata di lutto nazionale per la morte dell’ex premier Silvio Berlusconi. Dall’inizio del conflitto nel Nagorno Karabakh, negli ultimi 30 anni, le vittime delle mine sono state oltre 3.300, secondo i dati forniti da Baku. E per l’Azerbaigian è necessaria una mobilitazione internazionale per eliminare questa minaccia e aumentare la stabilità regionale.

Il senatore Marco Scurria, segretario della Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato della Repubblica, membro della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa, ha aperto la presentazione dedicando un minuto di silenzio al ricordo del leader di Forza Italia. “Le mine antiuomo di fatto proseguono un conflitto anche questo è finito. Dobbiamo lavorare tutti per la pace che si raggiunge attraverso il diritto internazionale e il buonsenso. Il rapporto tra Italia e Azerbaigian è molto stretto e come presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Azerbaigian lo vorrei approfondire ulteriormente per un impegno ancora più proficuo per il futuro e per far trionfare la giustizia e la pace”, ha aggiunto Scurria. Per Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana per i Diritti Umani – Comitato Italiano Helsinki “le mine sono uno strumento ancora utilizzato nell’area ed è stata rilevata la posa di nuove mine anche dopo l’accordo tripartito del novembre 2020 tra Russia, Armenia e Azerbaigian. Anche se ci sono segnali positivi in vista di un futuro possibile trattato di pace che metta fine al conflitto, la questione delle mine resta. Ci sono state molte vittime anche dopo il novembre 2020 e c’è molto da fare. L’Italia potrebbe dare un importante contributo anche grazie alle eccellenze nazionali legate allo sminamento sia in campo pubblico che privato”.

Nel corso dell’evento Musa Marjanli, direttore della rivista “IRS-Heritage” (“Patrimonio”) ha ricordato come “l’operazione di sminamento lanciata nei territori liberati è stato uno dei progeti più importanti per l’Azerbaigian e fino ad oggi sono state 90mila le mine rintracciate nel territorio, molte in aree civili con incidenti anche mortali”. Niyaz Ismayilov, CEO della società “PASHA Life Insurance” OJSC ha presentato un volume fotografico “Hidden Seeds of Death” che mostra i segni tangibili della presenza di mine nel territorio conteso tra Azerbaigian e Armenia. Il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha sottolineato come un’opera di sminamento completo sia “una questione cruciale per riportare una vita normale in territori devastati da anni di occupazione e dalle truppe straniere”. Terzi ha aggiunto che sono stati rilevati “importanti progressi nelle operazioni di sminamento, ma i dati sulle centinaia di vittime, anche civili, bambini e donne, riportano alla centralità e all’urgenza del rispetto delle buone pratiche del diritto internazionale”.

“Dalla firma della Dichiarazione Trilaterale del 10 novembre 2020, a seguito dell’esplosione di mine terrestri, 304 persone sono cadute vittime in Azerbaigian. Il numero totale di vittime di mine antiuomo e munizioni a cluster negli ultimi 30 anni è di 3.369”, ha voluto ricordare Elvin Ashrafzade, consigliere dell’ambasciata dell’Azerbaigian, aggiungendo che “oggi, l’Azerbaigian è uno dei paesi più contaminati al mondo da mine e resti di guerra esplosivi”. Lo sminamento umanitario accelerato “ridurrà il numero delle vittime delle mine attualmente in aumento, consentirà una rapida riabilitazione e ricostruzione per creare le condizioni necessarie per consentire il ritorno sicuro, dignitoso e volontario degli sfollati nei loro luoghi di origine” contribuendo anche “alla stabilità regionale”.

Usa-Sudcorea, esercitazioni a fuoco vivo vicino confine Nordcorea

Usa-Sudcorea, esercitazioni a fuoco vivo vicino confine NordcoreaRoma, 15 giu. (askanews) – Stati uniti e Corea del Sud hanno concluso oggi le esercitazioni a fuoco vivo su più larga scala mai effettuate nella Penisola coreana, a pochi chilometri dal confine intercoreano. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap, segnalando che il presidente Yoon Suk-yeol ha supervisionato le operazioni.

La “Combined Joint Live-Fire Exercise”, la prima del suo genere in sei anni, si è tenuta presso il poligono di tiro Seungjin Fire Training Field di Pocheon, a soli 25 chilometri a sud del confine intercoreano, per celebrare il 70mo anniversario dell’alleanza tra Seoul e Washington e il 75mo anniversario della fondazione delle forze armate della Corea del Sud. Per le esercitazioni sono stati mobilitati più di 610 asset militari, tra i quali caccia F-35A e obici semoventi K9 da parte sudcoreana; caccia F-16 e droni Grey Eagle da parte statunitense. Sono state inoltre coinvolte oltre 2.500 truppe sudcoreane e americane.

L’esercitazione si è svolta ipotizzando lo scenario di una provocazione nordcoreana, con la prima parte incentrata sulla risposta alle minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord e sul respingere il suo possibile attacco. La seconda parte ha mostrato le capacità di contrattacco degli alleati.

Ciak per “Best Friends Forever” con Ambra Angiolini e Anna Ferzetti

Ciak per “Best Friends Forever” con Ambra Angiolini e Anna FerzettiRoma, 15 giu. (askanews) – Sono appena iniziate a Roma le riprese del film “Best Friends Forever”, opera prima scritta e diretta da Andrea Fazzini e Alessandro Pavanelli con Ambra Angiolini, Anna Ferzetti e Massimo Poggio, con la partecipazione di Massimo Dapporto, Walter Leonardi e Renato Avallone. Il film è una commedia nera che, travestita da commedia romantica, vuole affermare che l’amicizia è meglio dell’amore. “Best Friends Forever” è prodotto da World Video Production con Rai Cinema, Adler Entertainment e la francese Bling Flamingo e supportato da Lazio Cinema International. Le riprese si tengono tra Roma e Fiumicino.

Racconta di Anna (Anna Ferzetti) e Virginia (Ambra Angiolini), due quarantenni di successo e amiche da una vita. La loro amicizia si fonda su una divertita e maliziosa competitività, soprattutto nella conquista degli uomini. Ma un rapporto serio? Una famiglia? Virginia si innamora spesso ma pensa di non aver ancora trovato quello giusto. Anna è sicura di non volere una storia. Ma si sbagliano entrambe. Un giorno si innamorano dello stesso uomo: Diego (Massimo Poggio). Quella che, inizialmente, è una “onesta” battaglia amorosa tra due donne innamorate, ben presto si trasforma in una guerra senza esclusione di colpi. L’amore non conta più niente. Conta vincere. Strappare l’uomo dalle braccia dell’altra. Trionfare a scapito di tutto e tutti. Soprattutto a scapito dell’oggetto del loro iniziale desiderio: Diego, maschio alpha smontato un pezzo alla volta. Perché come dice un antico detto tibetano: “L’unica cosa più pericolosa di una donna, sono due donne.

Mattarella: autonomia e indipendenza magistrati presidi indiscutibili

Mattarella: autonomia e indipendenza magistrati presidi indiscutibiliRoma, 15 giu. (askanews) – “Alla Magistratura è affidata dalla Costituzione la tutela dei diritti, attraverso l’applicazione della legge. Sono compiti volti a garantire l’uguaglianza e la pari dignità delle persone, valori fondamentali in uno Stato democratico” e proprio “in riferimento a quei valori l’art. 104 della Costituzione riconosce all’ordine giudiziario l’autonomia e l’indipendenza da ogni altro potere. Sono presidi indiscutibili attraverso i quali la giurisdizione può assicurare, senza condizionamenti, l’imparziale applicazione della legge”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’incontro a Palazzo del Quirinale con i magistrati ordinari in tirocinio, alla presenza del ministro Nordio, del vice-presidente e dei consiglieri del Csm, del Direttivo della Scuola superiore della magistratura.

“Desidero ricordare – ha sottolineato il Capo dello Stato – che la consapevolezza di così alta funzione fa parte del patrimonio etico della magistratura italiana, la cui traditio è affidata all’Ordine giudiziario nel suo complesso, che è quindi tenuto anche a mantenere costante e rigorosa attenzione ai comportamenti dei suoi singoli componenti”. 

Mattarella: magistrati evitino accanimento su tesi precostituite

Mattarella: magistrati evitino accanimento su tesi precostituiteRoma, 15 giu. (askanews) – “Il ruolo del magistrato si svolge nell’ambito di un sistema ordinamentale e si giova di continue occasioni di confronto dialettico all’interno delle articolazioni degli uffici giudiziari. A tal fine va sempre tenuto presente che la decisione rilevante è quella che l’autorità giudiziaria nel suo complesso sarà in grado di fornire, non solo quella del suo singolo attore. Questo deve aiutare da un lato a non personalizzare la decisione – mai accanimento per sostenere tesi precostituite – e deve indurre, dall’altro, a una approfondita valutazione del caso concreto per fornire alla decisione una elevata forza di resistenza nei vari gradi del giudizio: così trova espressione l’unicità dell’ordine giudiziario nel suo complesso”.

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’incontro a Palazzo del Quirinale con i magistrati ordinari in tirocinio, alla presenza del ministro Nordio, del vice-presidente e dei consiglieri del Csm, del Direttivo della Scuola superiore della magistratura. In questo senso, “la visione prospettica delle proprie iniziative è stata recentemente tradotta in un preciso obbligo giuridico per la Magistratura. Penso alle significative valutazioni prognostiche che devono guidare il pubblico ministero nell’esercizio dell’azione penale e il giudice nella successiva determinazione sull’eventuale rinvio a giudizio”, ha aggiunto il Capo dello Stato.

In questa direzione, “è possibile cogliere il valore della coerenza giurisprudenziale nell’interpretazione delle norme, che costituisce un importante strumento per dare attuazione al principio di uguaglianza dettato dall’art. 3 della Costituzione, che impone la parità di trattamento dinanzi alla legge nei casi simili. La prevedibilità della decisione acquista così la dovuta centralità e lungi dal costituire un ostacolo all’attività interpretativa ne rappresenta un valore aggiunto, perché rafforza la comprensibilità e, dunque, l’autorevolezza dell’azione giudiziaria. Costituendo, inoltre, una guida per i cittadini”. Il “ruolo svolto in questa direzione dalla Corte di cassazione è essenziale, in ragione della funzione di orientamento nell’interpretazione delle norme, che deve essere sempre coerente e riconoscibile. Il confronto con la giurisprudenza di legittimità è per voi, giovani magistrati, come per tutti, una guida e una chiave interpretativa utile in ogni ruolo”, ha evidenziato Mattarella.

Mattarella: il faro sono le norme, no interpretazioni creative

Mattarella: il faro sono le norme, no interpretazioni creativeRoma, 15 giu. (askanews) – “Come di recente ribadito dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione, interpretare le norme vuol dire riconoscerne l’esistenza e l’effettiva portata, con esclusione di qualunque funzione direttamente creativa”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’incontro a Palazzo del Quirinale con i magistrati ordinari in tirocinio, alla presenza del ministro Nordio, del vice-presidente e dei consiglieri del Csm, del Direttivo della Scuola superiore della magistratura.

Le determinazioni dei magistrati, osserva il Capo dello Stato, “devono essere governate dalla saggezza del diritto. Nessun timore di possibili reazioni di pubblica opinione o di interessi coinvolti ma attenta considerazione delle questioni, rifuggendo da ricostruzioni normative arbitrarie, dettate da impropri desideri di originalità o, peggio, di individualismo giudiziario”. Mattarella ricorda, rivolgendosi alla platea dei magistrati in tirocinio, che “nel quadro degli equilibri costituzionali, improntati alla divisione dei poteri, infatti, i giudici sono soggetti soltanto alla legge, nel senso che la legge ne rappresenta il fondamento e al contempo il limite”.

Giappone, Kishida potrebbe convocare elezioni anticipate

Giappone, Kishida potrebbe convocare elezioni anticipateRoma, 15 giu. (askanews) – Il Giappone potrebbe avviarsi, a dispetto di un’apparente stabilità, verso nuove elezioni anticipate. A fare il probabile passo sarà il primo ministro Fumio Kishida, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la sua presa sulla Dieta, il parlamento nipponico, puntando ad avere i numeri per procedere a una complicata riforma costituzionale, ma soprattutto per imporre al suo stesso partito – il Partito liberaldemocratica – la forza della sua candidatura in vista delle elezioni interne per la leadership.

L’occasione a Kishida potrebbe venire paradossalmente dalla decisione del principale concorrente d’opposizioone, il Partito democratico costituzionale, di procedere con la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del premier, motivata dal no a una controversa proposta di legge sull’emissione di nuove carte d’identità digitali, ma anche dalla spinosa vicenda dell’ex segretario personale di Kishida, cioè suo figlio Shotaro Kishida, licenziato per aver avuto comportamenti inappropriati al ruolo. In realtà la mossa del premier avrebbe la sua motivazione profonda nella volontà di capitalizzare un’impennata nel sostegno pubblico registrata dopo la sua visita a Kiev e con il summit G7 di Hiroshima (19-21 maggio) e fotografata dai sondaggi. Negli ultimi cinque mesi il gabinetto Kishida è uscito da una fase di bassa fiducia e il consenso si è attestato tra il 45 e il 50 per cento, come ha segnalato il Nikkei.

Nelle ultime settimana, il primo ministro si è impegnato in maniera molto attiva a definire una serie di politiche, un vero e proprio programma, da realizzare entro la fine dell’anno. I campi toccati vanno dall’assistenza all’infanzia (in un paese che vive un rapido invecchiamento), alle catene di approvvigionamento, fino alla sfida della decarbonizzazzione. Gli obiettivi posti sono ambiziosi, meno chiare le fonti di finanziamento. E questo ha fatto pensare a molti osservatori che l’aspetto elettoralistico abbia un suo peso nella definizione di questi programmi. “Vogliamo risolvere i problemi sociali e creare nuovi motori di crescita per costruire una società più sostenibile e inclusiva”, ha affermato Kishida.

Le elezioni anticipate potrebbero essere così indette per l’autunno, in tempo per avviare una serie di discussioni per un budget aggiuntivo in sede di sessione straordinaria della Dieta. Quindi, sciogliere questo mese il parlamento, darebbe a Kishida l’agio di poter presentare il suo programma senza troppo preoccuparsi di definire da subito anche le coperture. Inoltre consentirebbe a Kishida di capitalizzare l’onda economica post-pandemica, dopo che gli anni duri del Covid-19, da lui traghettato fuori dalla pandemia.

I principali assi del suo programma sono la politica di sostegno alla natalità, la riforma del mercato del lavoro con l’obiettivo di aumentare la mobilità, le catene di approvvigionamento e la strategia di transizione ecologica. Per la politica di sostegno alla natalità e all’infanzia, Kishida vorrebbe mettere in campo qualcosa come 3.500 miliardi di yen (23 miliardi di euro). Il Giappone sta vivendo una profonda crisi demografica che potrebbe intaccare in maniera decisiva le prospettive di crescita economica e l’efficienza del sistema-paese. Le modifiche proposte sul tema del mercato del lavoro includono il sostegno ai lavoratori che desiderano acquisire nuove competenze e l’allentamento del sistema di indennità di disoccupazione per coloro che lasciano il lavoro per motivi personali, consentendo potenzialmente un flusso più agevole di lavoratori nei settori in crescita. Inoltre il premier vorrebbe metter mano ai sistemi previdenziali, rendendo più facile per le persone cambiare lavoro . Kishida ancora punta a rafforzare il ruolo del Giappone nelle catene di approvvigionamento per i componenti strategici, a partire dai chip. Il governo ha annunciato una strategia per triplicare le vendite di semiconduttori di produzione giapponese entro il 2030. Inoltre il capo del governo vede per il Giappone un futuro come hub finanziario globale per gli investimenti diretti alla trasformazione energetica e verde. La gara che Kishida si troverà ad affrontare col voto non sarà contro l’opposizione – che è debole e frammentata – ma soprattutto contro sé stesso e la sua capacità di compattare il partito e attirare il consenso. Le formazioni dell’opposizione sono fragili e l’unica, parziale preoccupazione esterna, è rappresentata dal rischio che qualche piccolo partito conservatore possa far perdere qualche voto a destra. Invece il rischio principale per il primo ministro è interno: se non riuscirà a ottenere un risultato migliore della vittoria delle ultime elezioni politiche, che si sono tenute il 31 ottobre 2021 e che Kishida anche sull’onda emozionale dell’uccisione dell’ex primo ministro Shinzo Abe, potrebbe risultare indebolito nella corsa per la leadership il prossimo anno.

Credito cooperativo compie 140 anni, seminario su origini e futuro

Credito cooperativo compie 140 anni, seminario su origini e futuroRoma, 15 giu. (askanews) – L’intuizione “rivoluzionaria” di Leone Wollemborg, l’attualità del suo pensiero e le prospettive della cooperazione di credito alla luce delle grandi trasformazioni in atto. I 140 anni dalla costituzione della prima Cassa Rurale italiana saranno ricordati martedì 20 giugno prossimo, nel corso di un seminario che si svolgerà presso Villa Wollemborg a Loreggia (Padova), dove nel 1883, nella stessa data, il giovane filantropo ed economista Leone Wollemborg costituì la prima cooperativa di credito italiana. Si tratta di un anniversario particolarmente significativo per il Credito Cooperativo, occasione per valorizzare le radici storiche, le ragioni ideali e lo spirito ancora oggi di grandissima attualità, con i quali si avviò in Italia un poderoso processo di diffusione di ‘banche di comunità’ con finalità mutualistiche e che, a partire dalla Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII (1891), sarebbe poi stato caratterizzato da una marcata matrice valoriale ispirata ai valori del Magistero sociale.

Il tema scelto per l’evento di Loreggia, ‘Credito Cooperativo. Giovane da 140 anni’ vuole, da un lato, rendere giusto omaggio e riconoscimento ai quei ‘pionieri’ che in una Italia povera – nella quale i contadini, spesso costretti a emigrare e vittime degli usurai, non avevano accesso al credito – innescò un percorso originale di riscatto sociale e di crescita delle comunità e, dall’altro, ragionare sul presente e sulle prospettive della ‘mutualità bancaria’ (dimostratasi uno strumento essenziale per lo sviluppo dei territori, per la diffusione della democrazia economica e per l’inclusione finanziaria), soprattutto in un’ottica inter-generazionale. L’evento di Loreggia (che si svolgerà dalle ore 10.00 alle 13.00) è organizzato da Federcasse (la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) in coordinamento con la Federazione Veneta delle BCC, la Federazione del Nord Est e con la Banca di Credito Cooperativo di Roma che, dopo l’acquisizione nel 2015 di Banca Padovana, ha un proprio sportello a Loreggia. Dopo l’intervento di apertura del Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba e la performance dei giovani podcaster di ‘Bank Station’ sulla figura di Wollemborg (che avrebbe poi ricoperto anche il ruolo di Ministro delle Finanze nel Governo Zanardelli), il programma prevede l’intervento di Francesco Polo (giovane changemaker ‘Economy of Francesco’ e Direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Conegliano Veneto, sul tema ‘Le prospettive delle banche di comunità’) e un dialogo tra Francesca Gambarotto (Docente di Economia Regionale all’Università di Padova) e Alessandro Azzi (Presidente della Federazione Lombarda delle BCC e già Presidente di Federcasse).

A seguire, le riflessioni di Giuseppe Maino (Presidente BCC Iccrea) e Carlo Antiga (Vice Presidente vicario Cassa Centrale Banca) sul tema ‘Radici e nuovi rami’ e le testimonianze di tre giovani soci delle BCC.