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Tag: Sanremo 2023

Alla Camera la prima opera digitale NFT

Alla Camera la prima opera digitale NFTRoma, 20 dic. (askanews) – Intelligenza artificiale e nuove tecnologie, un’opera digitale NFT dedicata all’inclusione e alla disabilità infantile, è stata consegnata alla Camera dei Deputati, all’interno dell’appuntamento presso la Sala della Regina dedicato alle eccellenze italiane nel settore digitale.

Alla Montecitorio, dove per la prima volta nella storia è stata consegnata all’esecutivo un NFT, ha aperto i lavori il deputato di Forza Italia Vito de Palma, tra i promotori dell’appuntamento pre natalizio voluto dall’Osservatorio ADR, centro di ricerca per l’innovazione sociale dedicato alle eccellenze del settore digitale. A consegnare l’opera NFT è stato un team di giovani tecnici. Con loro Giosuè Prezioso, coordinatore scientifico del team di lavoro costituito dall’Osservatorio Adr. Tra i partecipanti del team è intervenuto anche l’ingegnere Stefano Mancuso, co-founder e COO dell’azienda Synapsia, tra i creatori e progettatori di MAIA, il nuovo copilot tutto italiano di AI.

L’AI di MAIA nello specifico ha generato un’immagine che si é aggiunta a quelle che rappresentano dei momenti storici delle attività dell’istituto Vaccari nell’attività di volontariato a favore dei bambini disabili e che sono state raggruppate in un NFT. “Il Prompt usato per generare l’immagine – spiegano gli organizzatori – è di fatto un auspicio di un mondo migliore: Crea un’immagine che rappresenti un ambiente del futuro, dove i bambini disabili e non disabili possono interagire liberamente tra loro in un parco giochi progettato tenendo conto delle esigenze di tutti, con infrastrutture accessibili e tecnologie integrate che aiutano i bambini disabili a muoversi e vivere liberamente. Un appuntamento quello odierno che consolida l’azienda Synapsia come player italiano tra le eccellenze nel settore di innovazione digitale e inclusione sociale”.

Patto stabilità, ecco l’accordo franco-tedesco, base del compromesso

Patto stabilità, ecco l’accordo franco-tedesco, base del compromessoBruxelles, 20 dic. (askanews) – Saranno le autorità italiane a decidere e comunicare la loro posizione sulla proposta di compromesso per la riforma del Patto di stabilità Ue, che verrà discussa questo pomeriggio dai ministri delle Finanze dei Ventisette durante una riunione straordinaria dell’Ecofin in videoconferenza; ma i tecnici del Tesoro e il ministro italiano dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, sono stati in contatto costante con il Ministero francese delle Finanze e con il ministro Brune Le Maire, anche “ieri sera dopo cena e ancora stamattina”, per essere informati sull’accordo conseguito tra Francia e Germania sui punti controversi della proposta di riforma; e da Roma c’è stata “una reazione positiva” (“un retour positif”). E’ quanto hanno affermato stamattina da Parigi fonti di Bercy (il ministero delle Finanze francese).

Le fonti hanno confermato l’accordo “al 100%” raggiunto ieri sera dal ministro francese Bruno Le Maire con il collega tedesco Christian Lindner, e precisato i dettagli sugli elementi che restavano ancora controversi della riforma. Sostanzialmente, in confronto all’ultimo testo di compromesso che era stato discusso all’Ecofin della settimana scorsa, nell’accordo franco-tedesco (che sarà probabilmente fatto proprio dalla presidenza di turno spagnola dell’Ecofin e sottoposta all’approvazione dei Ventisette) ci sono due modifiche e un conferma.

Innanzitutto, c’è la questione del cosiddetto “centro di controllo (Art.2 del Regolamento sul “braccio correttivo”): per i paesi con rapporto debito/Pil superiore alla soglia del 60%, è stata ridotta allo 0,3% del Pil annualmente (rispetto al precedente 0,5%), e allo 0,6% cumulativamente (rispetto al precedente 0,75%) la deviazione massima consentita dai percorsi di aggiustamento basati sulla limitazione della spesa primaria netta. Il secondo elemento riguarda la cosiddetta “clausola di salvaguardia della resilienza del deficit” (Art. 6ter del Regolamento sul “braccio preventivo”), per gli Stati membri con debito oltre la soglia del 60% del Pil. Quando hanno già ridotto il deficit/Pil sotto il 3%, questi paesi che devono continuare a ridurlo per costituire un “margine di manovra di bilancio”, fino a raggiungere l’1,5% (se hanno il debito oltre il 90% del Pil) o il 2% (se il debito/Pil è sotto il 90%).

Il punto controverso qui era il parametro relativo alla velocità dell’aggiustamento richiesto: nell’accordo franco-tedesco, è stato aumentato allo 0,4% lo sforzo strutturale di miglioramento annuale del bilancio primario, e allo 0,25% se si fanno investimenti e riforme, rispetto alle cifre indicate in precedenza, rispettivamente dello 0,3% e 0,2%. In cambio di queste ulteriori concessioni ai tedeschi (finalizzate anche a convincere il resto dei paesi “frugali”, Austria, Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca) è stata concordata una clausola di flessibilità temporanea (per gli anni 2025, 2026 e 2027), chiesta dalla Francia e appoggiata dall’Italia, sull’aumento della spesa per gli interessi sul debito, come fattore mitigante rispetto all’aggiustamento strutturale minimo annuale dello 0,5 del Pil (Art.3 del Regolamento sul “braccio correttivo”), richiesto ai paesi con un disavanzo oltre il 3% del Pil e sotto procedura per deficit eccessivo.

In sostanza, l’aumento della spesa per gli interessi sul debito, dovuta a eventuali aumenti dei tassi d’interesse o al nuovo debito contratto sui mercati per finanziare gli investimenti e le riforme, sarà preso in considerazione dalla Commissione e dovrebbe permettere di diminuire di uno o due decimi di punto (in termini di Pil) la correzione annuale richiesta. Nel complesso, il nuovo Patto di stabilità che si profila appare molto più rigoroso e “tedesco”, meno “su misura” per ogni paese e anche molto meno semplificato, di quello proposto dalla Commissione, con l’aggiunta delle nuove clausole di salvaguardia su debito (Art. 6bis del Regolamento sul “braccio preventivo”)e deficit e dei nuovi parametri di correzione minima e deviazione massima nei percorsi di aggiustamento, per i quali tuttavia resta l’elemento centrale della proposta dell’Esecutivo comunitario, l’indicatore basato sulla sostenibilità del debito e sul controllo della spesa pubblica. Per l’Italia, comunque, nel complesso c’è un indubbio vantaggio rispetto alle regole dell’attuale Patto di stabilità, che prevede in particolare la regola, mai applicata, della riduzione annuale di 1/20 dell’eccedenza del debito/Pil rispetto alla soglia del 60% (ovvero, con il debito al 140%, una diminuzione del 4% all’anno), e un “obiettivo di medio termine” che in pratica consisterebbe in un azzeramento del deficit/Pil. Ora, invece, il nuovo “obiettivo di medio termine” per il deficit viene fissato all’1,5%, e il debito dovrà ridursi solo dell’1% all’anno.

Francia, Macron porterà testo migranti a Consiglio costituzionale

Francia, Macron porterà testo migranti a Consiglio costituzionaleMilano, 20 dic. (askanews) – Votata dal Parlamento francese, la legge sull’immigrazione non ha ancora concluso il suo iter legislativo: il presidente Emmanuel Macron trasmetterà il testo – che ha già provocato le dimissioni di un ministro mentre esulta l’estrema destra – al Consiglio costituzionale questa sera per garantire la regolarità del testo. Il Consiglio è un organo di estrema importanza, creato con la nascita della Quinta Repubblica e che non trova per funzioni e poteri un corrispondente nell’ordinamento giuridico italiano.

Un Macron accigliato viene raccontato dalla fedele emittente Bfm durante il consiglio dei ministri. Se il capo dello Stato non ha menzionato le dimissioni di Aurélien Rousseau, ha comunque criticato i membri dell’ala sinistra del governo senza nominarli. “Chi dubita e non ha mai combattuto, veramente non ha lezioni da impartire”, avrebbe detto Macron. “Non è un testo che ci disonora”, avrebbe anche aggiunto. La legge è stata approvata con il sostegno della destra e viene definita una vittoria per la rivale di Macron, Marine Le Pen. “Affrontare il tema dell’immigrazione è anche pericoloso perché siamo in maggioranza relativa nell’Assemblea nazionale, vale a dire che non possiamo decidere da soli” ha dichiarato il portavoce Olivier Véran, che ha anche parlato di “tema divisivo per eccellenza che porta con sé verità e falsità”.

Il punto centrale della legge è che gli stranieri devono essere in Francia da cinque anni per avere diritto alle prestazioni sociali, requisito che viene ridotto a 30 mesi per coloro che lavorano. Il ministro della Sanità Aurelien Rousseau ha già presentato le sue dimissioni mentre il governo ha manifestato delle perplessità su alcune misure concesse alla destra, prima e durante la “folle soirée” in Parlamento – così l’ha definita l’imperturbabile Afp – che ha visto il testo, ampiamente approvato al Senato, e votato in Assemblea con 349 sì e 186 contrari su 573, ma 59 deputati della maggioranza che hanno votato contro o si sono astenuti. Grande lo sdegno trasversale sulla stampa francese questa mattina. E anche l’esecutivo non appare rassegnato.

Nel merito, la premier Elisabeth Borne ha riconosciuto a France Inter che ci sono “disposizioni” sulle quali “abbiamo espresso i nostri dubbi ai repubblicani” sulla loro costituzionalità. Più secco e meno diplomatico il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Il testo contiene “misure manifestamente e chiaramente contrarie alla Costituzione”, ha dichiarato ieri davanti al Senato Darmanin secondo la tv francese Bfm. “Il Consiglio costituzionale farà il suo dovere, ma la politica non è fare l’avvocato prima degli avvocati. La politica consiste nello sviluppare norme e vedere se sono conformi o meno alle nostre esigenze”, ha detto il ministro dell’Interno. Il Consiglio costituzionale ha ora un mese per prendere una decisione. Ciò non può quindi costituire oggetto di alcun ricorso. Poi la promulgazione del testo, passaggio obbligato, spetta al Presidente della Repubblica Emmanuel Macron al quale appartiene tale autorità. Il Capo dello Stato ha 15 giorni di tempo per firmare la presente promulgazione prima della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

Una delle ultime carte nelle mani dell’opposizione, e in particolare della sinistra, è invece un referendum di iniziativa condivisa. La consultazione popolare dovrà essere prima presentata al Consiglio Costituzionale che dovrà convalidarlo. Concretamente il testo dovrà essere sostenuto almeno da un quinto dei deputati del Parlamento (185 deputati e senatori). Se sarà ritenuto valido dai Saggi, il referendum dovrà essere sostenuto da un decimo degli elettori iscritti nelle liste elettorali, ovvero da circa 4,8 milioni di cittadini.

Sardegna, Todde: Governo impugna “collegato”, figuraccia Solinas

Sardegna, Todde: Governo impugna “collegato”, figuraccia SolinasRoma, 20 dic. (askanews) – Ennesima figuraccia della giunta Solinas, ennesima prova lampante della incapacità di questo governo regionale. Il governo nazionale, quello ‘amico’, impugna il cosiddetto ‘collegato’ davanti alla Corte costituzionale. I temi impugnati sono innumerevoli. Chi vuole può sbizzarrirsi sul sito del Dipartimento Affari regionali”. E’ quanto dichiara in una nota Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 stelle, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Sardegna.

“Tra i tanti – sottolinea – sono impugnati i provvedimenti sui temi in cui Solinas ha fallito maggiormente: impianti di produzione di energia rinnovabile, su cui la giunta Solinas non è mai riuscita o non ha mai voluto avere il controllo, Sanità, il cui disastro è sotto gli occhi di tutti e sulla pelle di tanti, riforma delle province, abortita alla nascita”. “Da inizio legislatura, questa è la diciannovesima legge regionale che viene impugnata dal Governo. Un disastro amministrativo”, osserva Todde, spiegando che “il collegato è la legge che dovrebbe dare gambe alla programmazione regionale e di norma si approva subito dopo il bilancio ad inizio anno. La giunta Solinas lo ha approvato a settembre, praticamente a fine anno. E a novembre ha fatto una variazione di bilancio da un miliardo di euro che rischia di essere più pasticciata del collegato e di sicuro non attuabile perché i tanti provvedimenti che contiene, in chiara ottica elettorale, difficilmente potranno essere impegnati prima della fine dell’anno”.

“Di fatto, per ritardi inspiegabili e pasticci, la programmazione finanziaria del 2023 della Regione Sardegna di fatto non è mai partita. Se questa gestione l’avesse avuta un’azienda, in queste ore il consiglio di amministrazione starebbe chiedendo le dimissioni dell’amministratore delegato. Noi dovremo aspettare il 25 febbraio”, conclude Todde.

Capogruppo Fdi sale su banchi governo, caos in aula a Palermo

Capogruppo Fdi sale su banchi governo, caos in aula a PalermoPalermo, 20 dic. (askanews) – Momenti di grande tensione nel Consiglio Comunale di Palermo. Una seduta lampo che si è chiusa praticamente dopo alcuni minuti, a causa della dura lite fra il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo e il vicepresidente del Consiglio Giuseppe Mancuso. Milazzo, di fronte ad un mancato intervento d’aula concesso, è salito sui banchi del governo e ha inveito contro il collega di coalizione. La scena è stata immortalata con video e foto: momenti surreali, durante i quali a Mancuso è anche stato tolto il microfono.

Duro il commento delle opposizioni: “Chiediamo l’intervento del Sindaco e del Prefetto di Palermo perché venga garantito il corretto funzionamento del Consiglio Comunale, interrotto oggi per uno scontro senza precedenti tra i consiglieri di maggioranza. Chiediamo anche la convocazione immediata del Consiglio alla presenza del Sindaco, perché chiarisca se è ancora in grado di proseguire nell’espletamento del proprio mandato, considerato che, di fatto, non ha più una coalizione che lo sostiene”.

Ex Ilva, Fiom: rimaniamo a Palazzo Chigi finché non avremo risposte

Ex Ilva, Fiom: rimaniamo a Palazzo Chigi finché non avremo risposteRoma, 20 dic. (askanews) – “È inammissibile che il Governo ancora non abbia chiarito cosa intenda fare per garantire il futuro degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e dei lavoratori, in vista dell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia del 22 dicembre.

Per noi la riunione non può finire con un nulla di fatto, senza risposte concrete. Per questo abbiamo deciso di rimanere a Palazzo Chigi in attesa della ripresa del confronto, ammesso che Il Governo non abbia scelto di non decidere”. Lo dichiara Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil.

Premio Angi, menzione speciale al Sottosegretario Butti

Premio Angi, menzione speciale al Sottosegretario ButtiRoma, 20 dic. (askanews) – All’interno della sede del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, a Largo Pietro di Brazzà, è avvenuto l’incontro istituzionale tra il sottosegretario Alessio Butti e la delegazione dell’Angi, Associazione Nazionale Giovani Innovatori, presieduta dal Presidente Gabriele Ferrieri e dal Direttore del Comitato Scientifico prof. Roberto Baldassari.

L’occasione è stata propizia per un positivo confronto su progetti e iniziative comuni sul fronte dello sviluppo dell’economia digitale e per una collaborazione strategica in merito alle linee guida per sostenere le imprese e il mondo delle startup, in particolare quelle legate alla digital trasformation e all’intelligenza artificiale. Congiuntamente all’incontro, la delegazione dell’ANGI è stata onorata di conferire al SS Butti, l’Innovation Government Award, legato alla cerimonia degli Oscar dell’Innovazione 2023. Una menzione speciale riservata al Sottosegretario Butti per l’importante e profuso lavoro svolto al servizio delle istituzioni e dello stato.

Abruzzo, Marsilio visita lo stabilimento Rolli-Salpa di Roseto

Abruzzo, Marsilio visita lo stabilimento Rolli-Salpa di RosetoTeramo, 20 dic. (askanews) – Il presidente della giunta regionale dell’Abruzzo, Marco Marsilio, oggi ha visitato, a Roseto degli Abruzzi (Teramo) il sito produttivo delle Industrie alimentari Rolli-Salpa. “Mi fa piacere ascoltare che la squadra dei miei assessori abbia collaborato fattivamente con questa importante realtà produttiva – ha affermato Marsilio -, non avevo dubbi in merito ma sentirlo dal management di Rolli è stato un riconoscimento al buon lavoro svolto in questi anni ed all’impegno del mio Esecutivo nel sostenere l’economia regionale”.

“L’Abruzzo, negli ultimi tempi – ha proseguito Marsilio – sta registrando risultati economici importanti. I recenti dati Istat, infatti, mostrano che l’export regionale è cresciuto nell’ultimo semestre del 13% , attestandosi al quarto posto assoluto in ambito nazionale, mentre l’Italia, nel frattempo, ha fatto registrare solo un +1 per cento. Così come, in termini di crescita di occupazione, mentre l’Italia ha segnato un incremento del 2 per cento, noi abbiamo fatto un balzo pari quasi al 7%. L’auspicio – ha proseguito – è che, lavorando insieme, si riesca a consolidare questi dati perché c’è un gran bisogno di recuperare i fatturati raggiunti prima della pandemia e quindi di ritornare ai risultati pre-crisi”. “Come Regione – ha concluso Marsilio – siamo a disposizione delle imprese anche per ragionare in sinergia sulla transizione energetica e su come affrontare il futuro sostenibile”.

L’azienda Rolli-Salpa, che ha un insediamento produttivo anche a Noceto, in provincia di Parma, e che occupa, a vario titolo, nel solo stabilimento rosetano, circa 800 lavoratori, si occupa della produzione diretta dell’intera gamma di vegetali che controlla direttamente tutta la filiera, dalla semina al raccolto. Lo stabilimento di Roseto degli Abruzzi si sviluppa su un’area di circa 100.000 metri quadrati di cui 45.000 coperti, con impianti ad alto contenuto tecnologico, per garantire elevati standard produttivi, qualitativi ed igienico-sanitari nella produzione di vegetali e di piatti pronti surgelati.

La proposta di legge Fdi per non poter vietare il presepe a scuola

La proposta di legge Fdi per non poter vietare il presepe a scuolaRoma, 20 dic. (askanews) – “Da qualche anno assistiamo ad inaccettabili e imbarazzanti decisioni di alcuni organi scolastici che vietano il presepe nelle scuole o ne modificano l’essenza profonda modificando ad esempio la festa del Natale in improbabili festività dell’inverno per non offendere i credenti di altre religioni. Con la proposta di legge che ho presentato e che è stata firmata da molti parlamentari, non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado. E’ assolutamente fondamentale salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio”. Lo annuncia la senatrice Fdi Lavinia Mennuni.

Presepe a scuola, Mennuni: presentata pdl Fdi per non poterlo più vietare

Presepe a scuola, Mennuni: presentata pdl Fdi per non poterlo più vietareRoma, 20 dic. (askanews) – “Da qualche anno assistiamo ad inaccettabili e imbarazzanti decisioni di alcuni organi scolastici che vietano il presepe nelle scuole o ne modificano l’essenza profonda modificando ad esempio la festa del Natale in improbabili festività dell’ inverno per non offendere i credenti di altre religioni. Con la proposta di legge che ho presentato e che è stata firmata da molti parlamentari, non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado. E’ assolutamente fondamentale salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio”. Lo annuncia la senatrice Fdi Lavinia Mennuni.