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Tag: Sanremo 2023

Lollobrigida: buon lavoro a Prandini, lavoriamo in sinergia

Lollobrigida: buon lavoro a Prandini, lavoriamo in sinergiaRoma, 20 dic. (askanews) – “Congratulazioni e auguri di buon lavoro a Ettore Prandini, confermato oggi alla guida di Coldiretti. La sua elezione conferma un percorso che potrà continuare a far crescere questo settore e proseguire quelle sinergie strategiche con il mondo universitario e le istituzioni per tutelare il comparto dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo all’Assemblea elettiva di Coldiretti, riunita questa mattina a Palazzo Rospigliosi a Roma.

“Coldiretti è un laboratorio di idee, un elemento portante e di analisi, che dà prospettive nell’ottica dello sviluppo della nostra Italia. Non credo – prosegue Lollobrigida – ci sia qualcosa di stonato rispetto al fatto che un Governo si poggi sulle migliori energie di questa Nazione, provi a capire la legittimità delle istanze a collaborare in un progetto più ampio, che metta in condizione di avere una direzione stabile, che deve andare oltre la stabilità dell’esecutivo stesso”, conclude Lollobrigida.

Rucola Piana Sele Igp e Olio Evo Sicilia Igp entrano in Origin

Rucola Piana Sele Igp e Olio Evo Sicilia Igp entrano in OriginRoma, 20 dic. (askanews) – Il Consorzio di tutela della Rucola della Piana del Sele IGP e il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio EVO Sicilia IGP entrano in Origin Italia che, da oggi rappresenta 77 Consorzi di tutela, due associazioni di settore e oltre il 95% delle Indicazioni Geografiche italiane.

“I numeri della Dop economy crescono di pari passo con un continuo rafforzamento del sistema dei Consorzi di Tutela che come associazione rappresentiamo – commenta Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia – anche in questo senso l’Italia è un modello a livello comunitario perché grazie a questa rete abbiamo maggiore peso circa lo sviluppo delle politiche e delle scelte strategiche del settore, ne è conferma il ruolo fondamentale che abbiamo rivestito come Origin Italia nell’ambito del percorso che ha portato alla Riforma delle IG”. La Rucola della Piana del Sele IGP arriva dalla Campania, dalla provincia di Salerno in particolare. Pur essendo tra le più giovani IG italiane, in realtà è un prodotto con una storia millenaria: si hanno già nel periodo medievale nelle Opere mediche attribuibili alla Scuola medica salernitana e in particolare a Costantino l’Africano (1025-1087), medico cartaginese giunto a Salerno nel 1077.

L’importanza di questa produzione ha trovato conferma nei secoli successivi, fino alla larga diffusione avvenuta a partire dagli anni Ottanta del Novecento. In poco tempo questa IGP sta registrando numeri di crescita impressionanti a conferma del ruolo fondamentale del marchio. “Nel giro di qualche anno potremmo portare il nostro prodotto a essere tra le prime IG italiane per volume di affari e produzione – spiega il presidente del Consorzio, Vito Busillo – ma soprattutto puntiamo sull’IGP per stabilire una sorta di contratto di fiducia con il consumatore perché dietro alla certificazione, oltre alla garanzia del prodotto, c’è tutto un valore sociale, etico e naturalmente di qualità”. L’altro Consorzio a entrare in Origin Italia è quello per la Tutela e la Valorizzazione dell’Olio Extra Vergine di Oliva Sicilia IGP, tra i protagonisti dell’alleanza di filiera proposta di recente al Masaf per il rilancio dell’olio Evo italiano. La zona di produzione di questa IGP comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia. Il legame tra il territorio, l’olivo e la cultura siciliana ha creato un prodotto la cui reputazione è dimostrata da numerosi riconoscimenti attribuiti dagli esperti del settore e dal consumatore all’olio extra vergine di oliva Sicilia IGP.

“Far parte di Origin Italia vuol dire condividere gli stessi obiettivi e rafforzare il Sistema IG italiano, nell’ottica di una promozione più forte a livello internazionale, di una coesione che rafforza il peso politico e istituzionale del comparto e soprattutto della fiducia nel consumatore finale”, così il presidente del Consorzio di Tutela, Mario Terrasi.

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato Cfo

Compagnia dei Caraibi: il manager Paolo Castagno nominato CfoMilano, 20 dic. (askanews) – Paolo Castagno è stato nominato Chief financial officer (Cfo) di Compagnia dei Caraibi. A dare la notizia dell’incarico, operativo dall’8 gennaio 2024, è stata la stessa azienda torinese attiva nell’importazione, sviluppo, brand building e distribuzione di distillati, vini e soft drink di fascia da premium a ultra-premium di tutto il mondo, nonché di birre craft italiane.

Torinese, classe 1965, Castagno ha lavorato per diversi gruppi internazionali nel settore manifatturiero, e nel settore dei servizi per STAR7.

Banca Tercas, Corte Giustizia Ue respinge ricorso Banca Popolare Bari

Banca Tercas, Corte Giustizia Ue respinge ricorso Banca Popolare BariRoma, 20 dic. (askanews) – L’Unione non deve risarcire il danno asseritamente subìto dalla Banca Popolare di Bari a causa di una decisione della Commissione in merito alla misura di aiuto dell’Italia a favore di Banca Tercas. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue.

Nel 2013, la banca italiana Banca Popolare di Bari SpA (BPB) – informa la Corte in un comunicato – ha manifestato il proprio interesse a sottoscrivere un aumento di capitale di Banca Tercas (in prosieguo: la «Tercas»), un’altra banca italiana detenuta da investitori privati che era stata posta in amministrazione straordinaria a seguito di irregolarità accertate dalla Banca d’Italia. La manifestazione di interesse della BPB era tuttavia subordinata alla condizione che il deficit patrimoniale della Tercas venisse interamente coperto dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD). Il FITD è un consorzio di diritto privato tra banche, a carattere mutualistico, destinato a intervenire a titolo della garanzia legale dei depositi e che può anche sostenere, in maniera preventiva e volontaria, un membro posto in regime di amministrazione straordinaria. Nel 2014, il FITD ha deciso di coprire il deficit della Tercas e di concederle alcune garanzie. Dal 1° ottobre 2014 la BPB detiene l’intero patrimonio della Tercas. Con decisione del 23 dicembre 2015, la Commissione ha constatato che tale intervento del FITD a favore della Tercas costituiva un aiuto di Stato illegittimo concesso dall’Italia alla Tercas e ne ha ordinato il recupero. Con una sentenza del 19 marzo 2019, il Tribunale ha annullato la decisione della Commissione. La Corte di giustizia ha confermato tale conclusione in una sentenza pronunciata il 2 marzo 2021 1. La BPB ha adito il Tribunale per ottenere la condanna dell’Unione europea al risarcimento dei danni da essa asseritamente subiti a seguito dell’adozione della decisione della Commissione.

Con la sua sentenza in data odierna, il Tribunale respinge il ricorso della BPB. Il Tribunale ricorda che l’Unione deve risarcire i danni causati dalle sue istituzioni. L’insorgere della sua responsabilità dipende dal soddisfacimento di tre condizioni: una violazione sufficientemente qualificata di una norma giuridica dell’Unione che conferisce dei diritti ai singoli, il verificarsi di un danno e l’esistenza di un nesso di causalità tra detta violazione e il danno verificatosi. Per quanto riguarda la prima condizione, il Tribunale constata che l’articolo 107 TFUE, il quale definisce la nozione di «aiuti di Stato incompatibili con il mercato interno», deve essere qualificato come norma preordinata a conferire dei diritti ai singoli, come la BPB in quanto beneficiaria delle misure di aiuto in questione che sono state erroneamente qualificate come aiuti di Stato e il cui importo è stato recuperato a seguito della decisione della Commissione del 23 dicembre 2015, che è stata annullata. Tuttavia, il Tribunale constata che il presupposto per l’insorgenza della responsabilità relativo all’esistenza di una violazione sufficientemente qualificata di tale norma non risulta soddisfatto, in quanto l’irregolarità commessa della Commissione non è estranea al comportamento normale, prudente e diligente di un’istituzione incaricata di vigilare sull’applicazione delle regole di concorrenza in un contesto particolarmente complesso. Il Tribunale aggiunge, quanto all’esame dell’esistenza del nesso di causalità diretto, che il comportamento della Commissione non è la causa diretta e determinante del danno asseritamente subìto, che consisterebbe nella perdita di depositi e di clientela.

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglie

Consorzio Asti Docg: in queste Feste consumate 30 mln di bottiglieMilano, 20 dic. (askanews) – Saranno circa 30 milioni, il 30% del totale produttivo di quest’anno, le bottiglie di Asti Spumante e Moscato d’Asti stappate tra Natale e Capodanno 2023. Di queste, nove su dieci sbarcheranno sulle tavole di tutto il mondo, mentre in Italia pandoro e panettone saranno accompagnati dalla Denominazione spumantistica più antica del Belpaese, con oltre tre milioni di bottiglie consumate. E’ la stima fatta dal Consorzio Asti Docg, che spiega che il 10% verranno bevute in Italia, mentre il 90% saranno consumate all’estero.

Nell’Est Europa, in particolare Russia, Ucraina, Polonia, Lettonia, Lituania, si concentra il 30% del mercato, stessa quota dell’Europa Occidentale, dove oltre all’Italia, rimane alto il gradimento del Regno Unito (6% della domanda complessiva) ma anche di Germania e Austria. Gli Stati Uniti si confermano invece destinazione preferita per un altro 25% di un mercato mosso soprattutto dalla domanda di Moscato d’Asti. Tra i Paesi extraeuropei, il Consorzio segnala gli emergenti latino-americani, a partire da Perù e Messico, e l’Asia, “oggi a tutti gli effetti area sempre più strategica”. “In Italia e nel mondo i nostri vini sono da sempre sinonimo di famiglia, feste e brindisi soprattutto casalinghi” ha commentato il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, parlando di “una tradizione che si rinnova da oltre un secolo per due prodotti oggi quanto mai contemporanei, la cui versatilità si presta per la mixology e, al tempo stesso, a una bassa gradazione sempre più richiesta dal mercato. Non è un caso – ha concluso – se per il Natale 2023, con il nostro bartender Giorgio Facchinetti, abbiamo lanciato il cocktail ‘Christmas Vibe’, a base di Moscato d’Asti, anice stellato, scorza d’arancia e soda ai frutti rossi con cannella”.

Il Moscato Bianco che dà vita alla Denominazione è coltivato in 51 Comuni della provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. A oggi le aziende consorziate sono 1.013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione complessiva viene esportata.

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asilo

Refugees Welcome Italia: nuovo patto Ue pietra tombale diritto asiloRoma, 20 dic. (askanews) – ll Consiglio e il Parlamento dell’Ue hanno trovato un accordo sui cinque punti principali del Patto su Migrazioni e Asilo, che definirà il futuro delle politiche europee in materia. “Il compromesso raggiunto non è un ‘momento storico’, come alcuni esponenti politici hanno affermato in queste ore, ma rappresenta una pagina nera nella storia dell’Ue. È il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni”: lo denuncia Refugees Welcome Italia in un comunicato.

L’accordo – prosegue l’associazione indipendente – è l’ennesima riproposizione di un approccio securitario da “fortezza Europa” che ha ampiamente dimostrato di essere fallimentare e che rischia di compromettere seriamente l’esercizio del diritto di asilo. “Invece di introdurre soluzioni in grado di garantire una maggiore protezione alle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, – si legge nel testo – questo patto rischia di dar vita ad un sistema disumano, costoso e inefficace, con un impatto devastante sui diritti umani e sul sistema di protezione in materia di asilo. Migliaia di persone, inclusi bambini e bambine, rischiano di essere trattenute in quelli che sono di fatto centri di detenzione alle frontiere”. Refugees Welcome Italia spiega che il Patto prevede “l’uso obbligatorio delle procedure di frontiera, che si tradurrà in situazioni di detenzione prolungata con limitato accesso ad assistenza legale, l’incremento dei respingimenti alla frontiera che hanno causato negli anni gravi violenze e violazioni dei diritti umani, il rafforzamento delle politiche di esternalizzazione con il coinvolgimento nella gestione dei flussi migratori di Paesi terzi, l’espansione della nozione di ‘Paese terzo sicuro’ che consentirà di rimpatriare forzatamente le persone in paesi che sicuri non sono, la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per migranti (compresi bambini e famiglie), l’uso della profilazione razziale. Nessuna forma di solidarietà che possa risolvere i problemi strutturali del sistema di accoglienza e garantire una equa ridistribuzione delle persone in arrivo”.

“Oggi è un giorno drammatico per chi cerca di protezione in Europa. Il patto è un compromesso politico fatto sulla pelle delle persone che non affronta alla radice le questioni irrisolte, ma perpetua una logica securitaria e pericolosa che causerà ancora più sofferenza. Qualsiasi riforma del sistema di asilo dovrebbe porre al centro i diritti delle persone, per questo l’accordo tradisce i valori fondanti dell’Unione europea”, ha commentato Fabiana Musicco, direttrice di Refugees Welcome Italia.

Istat: gli italiani sono indietro sulla media Ue in competenze digitali

Istat: gli italiani sono indietro sulla media Ue in competenze digitaliRoma, 20 dic. (askanews) – Nel 2023 in Italia la quota di persone tra i 16 e i 74 anni che dispone di competenze digitali almeno di base si attesta al 45,7%, valore stabile rispetto al 2021, ma sotto la media europea del 55,5%. E’ quanto rileva l’Istat nel suo report 2023 su cittadini e Ict, ricordando che l’obiettivo target Ue fissato per il 2030 è che l’80% di cittadini (utenti di Internet negli ultimi tre mesi e tra i 16 e i 74 anni) possegga competenze digitali almeno di base.

Nel nostro Paese, come in altri Paesi europei, le competenze digitali sono caratterizzate da forti divari associati alle caratteristiche socio-culturali della popolazione, afferma l’istituto. Nel 2023 il 61,7% dei ragazzi di 20-24 anni residenti in Italia che ha usato Internet negli ultimi 3 mesi ha competenze digitali almeno di base. Tale quota decresce rapidamente con l’età per arrivare al 42,2% tra i 55-59enni e ad attestarsi al 19,3% tra le persone di 65-74 anni. Questo livello di competenze risulta caratterizzato da una forte disparità a favore degli uomini, che nel nostro Paese è di 3,1 punti percentuali. Va però evidenziato che almeno fino ai 34 anni di età si registra un vantaggio femminile per poi invertire il segno a partire da 45 anni.

Le competenze digitali sono ancora prerogativa delle persone con titolo di studio elevato. Infatti, il 77,6% delle persone di 25-54 anni con istruzione terziaria ha competenze digitali almeno di base. La quota scende al 26,4% sempre in riferimento alle persone della stessa coorte ma con titolo di studio basso (fino alla licenza media). Differenze sensibili si riscontrano anche considerando la condizione occupazionale. In Italia, il divario tra gli occupati che hanno usato internet negli ultimi tre mesi e che hanno competenze digitali almeno di base rispetto a chi è in cerca di occupazione è di 18 punti percentuali. Inoltre, osservando la posizione professionale degli occupati, emerge come gli operai presentino i livelli più bassi di competenza digitale, con una distanza di circa 34 punti percentuali rispetto a quella riscontrata tra direttivi, quadri e impiegati (71,6% contro 37,9%).

Dall’analisi delle singole regioni italiane emerge un forte gradiente tra Centro-nord e Mezzogiorno, con l’eccezione della Sardegna che si attesta attorno al valore medio. Le regioni in migliore posizione in questo ambito sono la Provincia Autonoma di Trento (56,5%), la Lombardia (53,1%), il Lazio (51,4%) e l’Emilia Romagna (51,3%). In fondo alla graduatoria si collocano la Calabria (32,2%) e la Campania (32,3%). Se si analizzano separatamente le cinque dimensioni in base alle quali è calcolato l’indicatore composito è possibile tracciare una mappa degli elementi di forza e debolezza nei livelli di competenza digitale dei cittadini residenti in Italia. Tra la popolazione di 16-74 anni che ha usato internet negli ultimi tre mesi il 79,8% ha competenze avanzate nel dominio della “Comunicazione e collaborazione”, il 60,6% in quello legato all’”Alfabetizzazione su informazioni e dati”, quasi la metà (49,9%) ha competenze avanzate nella “Risoluzione di problemi”. Nei domini “Creazione di contenuti digitali” e “Sicurezza” si registrano invece le quote più elevate di persone con nessuna competenza digitale, rispettivamente il 26,8% e il 27,9%.

Va evidenziato, inoltre, che rispetto al 2021 si registra un decremento di 1,3 punti percentuali per le competenze digitali avanzate nel dominio “Sicurezza”, per tutti gli altri invece si registrano incrementi significativi; in particolare, aumenta di 4 punti percentuali la quota di persone con competenze digitali avanzate nel dominio “Comunicazione e collaborazione” e di quasi 3 punti percentuali nel dominio “Risoluzione di problemi”.

Accordo tra Coldiretti e Open Fiber per una agricoltura smart

Accordo tra Coldiretti e Open Fiber per una agricoltura smartRoma, 20 dic. (askanews) – Un accordo di collaborazione nello sviluppo di servizi digitali innovativi per il settore dell’agricoltura, grazie alla diffusione della rete ultraveloce a Banda Ultra Larga di Open Fiber, dove sono presenti gli associati di Coldiretti, e l’agevolazione nell’accesso ai fondi agricoli per la realizzazione delle infrastrutture necessarie. L’accordo è stato siglato oggi dal presidente di Open Fiber, Paolo Ciocca e dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, appena rieletto alla guida dell’associazione per i prossimi 5 anni dall’assemblea nazionale riunita oggi a Roma, a Palazzo Rospigliosi, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Secondo il Censimento Nazionale dell’Agricoltura, solo il 15,8% delle aziende agricole, infatti, risulta digitalizzato. Open Fiber, principale operatore italiano di reti in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home), ha già coperto in FTTH oltre 14.5 milioni di unità immobiliari in Italia e nell’ambito dei piani BUL e Italia 1 Giga sta portando connettività ultraveloce anche nei piccoli comuni e nelle aree rurali. La fibra ottica abilita una serie di servizi innovativi come, ad esempio, la meccanica di precisione e il monitoraggio in tempo reale basato su sensori in fibra e droni. In questo modo, è possibile raccogliere in maniera periodica i dati relativi alle colture e condividerli con altri soggetti interessati, misurare l’umidità del suolo e la salute delle piante, le condizioni meteorologiche e rilevare eventuali sprechi. C’è poi la filiera relativa all’automazione dei macchinari agricoli, per migliorare la produttività ed efficientare l’operatività delle macchine.

“La rivoluzione tecnologica è fatta di informazioni, elaborazione di dati, automazione – ha detto Ciocca – È un tema cross sector, che riguarda la finanza, la sanità e senz’altro l’agricoltura. Penso ad esempio all’incrocio di informazioni tra territorio e meteorologia, all’anticipazione di quello che può succedere su un certo terreno e quindi all’analisi dell’area attraverso sensori e droni e agli interventi automatizzati. Tutto ciò può avvenire con la centralizzazione delle informazioni, il cloud e il collegamento al cloud”. In questo interviene Open Fiber, che con 14.5 milioni di unità immobiliari connesse è il principale operatore di fibra ottica FTTH italiano. “Per gestire queste enorme quantità di dati c’è bisogno di connettività ultraveloce – ha concluso Ciocca – stabile e anche sostenibile. Senza connettività, per le aziende, e soprattutto per le PMI, si genera un collo di bottiglia. Qui è racchiuso il senso del nostro accordo con Coldiretti: favorire l’accesso delle piccole e medie imprese ai servizi innovativi”.

Rai: Sanremo Giovani sfiora i 15 punti di share

Rai: Sanremo Giovani sfiora i 15 punti di shareMilano, 20 dic. (askanews) – In attesa del Festival 2024, la serata di Sanremo Giovani ha raggiunto 1 milione 806 mila telespettatori pari al 14.4 di share. In crescita l’ascolto nel target femminile rispetto allo scorso anno: più 3,6 per cento nella fascia 15-24; più 3,1 per cento in quella 55-64 anni. Il picco di ascolti alle 21.41 con 3 milioni 325 mila telespettatori, quello di share alle 24.43 quando Alfa scopre di essere in gara a Sanremo. “Intrattenimento di qualità in linea con la nostra missione di Servizio pubblico, supporto all’industria discografica, offerta di una grande platea e un palcoscenico importante ai tanti giovani talenti del nostro Paese per farsi conoscere e apprezzare- commenta soddisfatto il direttore Intrattenimento Prime Time Marcello Ciannamea. L’entusiasmo dei ragazzi e l’energia dei Big in gara hanno creato una miscela magica amalgamata con sapienza dal direttore artistico Amadeus. Un grazie alla Commissione musicale, agli autori e a tutta la squadra di lavoro. Ai tre giovani vincitori di Sanremo 2023 invece un grande in bocca al lupo e a tutti gli altri artisti gli auguri di una carriera ricca di soddisfazioni”.

Vino, Gruppo Mezzacorona: record storico fatturato, 217,7 mln (+2%)

Vino, Gruppo Mezzacorona: record storico fatturato, 217,7 mln (+2%)Milano, 20 dic. (askanews) – Il Gruppo Mezzacorona chiude il 2023 con un nuovo record storico del fatturato consolidato che si attesta a 217,7 mln di euro, facendo segnare un +2% sul 2022, con un utile netto di 1,4 milioni di euro, un patrimonio netto in crescita che si avvicina ai 106 milioni e oltre 69 milioni liquidati ai soci. E’ quanto emerge dal bilancio dell’azienda cooperativa con sede a Mezzacorona (Trento) illustrato ai soci nel corso della 119esima assemblea generale dal presidente Luca Rigotti e dal Dg Francesco Giovannini.

Per il Gruppo, che alla chiusura del bilancio al 31 luglio 2023 contava su 487 collaboratori, l’export (in più di 70 Paesi) ha rappresentato oltre l’80% delle vendite, con una forte presenza nello strategico mercato degli Stati Uniti, dove opera da più di trent’anni con la controllata Prestige Wine Imports Corp. (“Importatore dell’anno” per Wine Enthusiast), e in Germania tramite la controllata Bavaria Wein Import GmbH. Seguono Olanda, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio, Europa dell’Est, Austria, Svizzera, l’Estremo Oriente (Giappone, Corea del Sud, Cina) ma anche mercati nuovi come l’Australia, il Sud America, i Caraibi e il Vietnam. Nel 2023 i soci hanno ottenuto per l’ottava volta la certificazione delle uve prodotte secondo il Sistema di qualità nazionale per la produzione integrata (Sqnpi).