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Tag: Sanremo 2023

Verso Cdm per nomine giovedì. Martedì interim Gdf a De Gennaro

Verso Cdm per nomine giovedì. Martedì interim Gdf a De GennaroRoma, 8 mag. (askanews) – Dovrebbe essere formalizzata in Consiglio dei ministri giovedì la scelta di Roberto Sergio ad amministratore delegato della Rai. Nella stessa riunione potrebbe arrivare anche la nomina del successore di Giuseppe Zafarana al vertice della Guardia di Finanza, ma l’intesa non è stata ancora chiusa.

Per ora, riferiscono fonti di governo, si esclude quindi che si possa tenere martedì un Cdm anticipato, in vista dell’assemblea degli azionisti dell’Eni convocata per mercoledì in cui sarà nominato Zafarana alla presidenza. Per le Fiamme Gialle si procederà quindi martedì pomeriggio al passaggio di consegne tra l’attuale comandante ed il comandante in seconda, Andrea De Gennaro, che sia il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che il sottosegretario Alfredo Mantovano vorrebbero a capo del Corpo. Alla cerimonia prenderà parte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che invece punterebbe a scegliere il nuovo comandante, d’intesa con il ministro della Difesa Guido Crosetto, tra una rosa di nomi in cui comparirebbe anche il generale Umberto Sirico.

“Sono convinto che si farà tutto in fretta” ha assicurato il vicepremier Antonio Tajani, “credo che nel prossimo Consiglio dei ministri, non so quando sarà, non è stato ancora convocato, si faranno tutte le nomine, si farà tutto nel modo migliore”. Da chiudere anche le nomine per i vertici in scadenza di Trenitalia e Rfi, società per le quali Matteo Salvini ha auspicato “un cambio di passo”. Lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha detto che “per quello che riguarda le ferrovie noi entro la settimana chiudiamo d’amore e d’accordo con tutti” mentre “su altre nomine che dipendono da altri ministeri” bisogna chiedere “a chi di competenza”.

Meloni avvia cantiere riforme, presidenzialismo ma apre a premierato

Meloni avvia cantiere riforme, presidenzialismo ma apre a premieratoRoma, 8 mag. (askanews) – Il “sogno” è il presidenzialismo, ma Giorgia Meloni è “aperta” a ogni soluzione che garantisca “governabilità e stabilità”. Così la presidente del Consiglio si presenta all’appuntamento con le opposizioni, convocate martedì a partire dalle 12.30 nella Biblioteca del presidente a Montecitorio per un confronto sulle riforme istituzionali. Con lei ci saranno i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, il titolare dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e il costituzionalista Francesco Saverio Marini. Davanti a lei, in incontri separati, sfileranno nell’ordine Movimento 5 Stelle; Gruppo per le Autonomie e Componente Minoranze Linguistiche; Azione-Italia Viva; +Europa; Alleanza Verdi e Sinistra; Pd.

L’obiettivo, spiegano fonti di governo, è “ascoltare” le posizioni delle forze di minoranza sul tema. Dunque, almeno inizialmente, non sarà presentata una proposta dell’esecutivo, che però nella sostanza è nota. Già nella conferenza stampa di fine anno Meloni aveva definito il presidenzialismo una “priorità”, ma senza escludere altre strade, purchè garantiscano governi eletti dai cittadini e che possano durare per tutta la legislatura. Dunque si può discutere anche di semi-presidenzialismo o, meglio ancora, di premierato. E’ questa la formula che ieri ha proposto Tajani, su cui secondo il numero due di Forza Italia potrebbe essere trovata una convergenza anche con parte delle opposizioni (come Azione e Iv). Quel che è certo è che, se Meloni è disponibile al confronto, non è altrettanto disponibile a fermare l’apertura del cantiere. Il ddl di riforma costituzionale sarà infatti presentato da Casellati entro giugno e poi la palla passerà al Parlamento. “Auspichiamo che non ci sia un muro contro muro perché l’Italia ha bisogno di collaborazione sulle cose che riguardano le regole del gioco. Siamo disponibili al confronto con le opposizioni – ha ribadito oggi Ciriani – ma se ci fosse un niet dovremmo andare avanti da soli ugualmente. Però non è questo il nostro obiettivo”.

Dal tavolo, invece, resterà fuori il capitolo Autonomia, priorità della Lega, il cui percorso è già partito. “Autonomia e presidenzialismo avanti tutta. Io sono il più convinto sostenitore di entrambe le riforme”, ha detto il ministro Roberto Calderoli al Corriere della Sera.

Riforme, da Pd-M5s no al presidenzialismo e si guarda al referendum

Riforme, da Pd-M5s no al presidenzialismo e si guarda al referendumRoma, 8 mag. (askanews) – Ancora una volta le opposizioni si presentano divise di fronte al governo. Al tavolo delle riforme convocato da Giorgia Meloni Pd, M5s e centristi arrivano in ordine sparso, ognuno avendo in testa un’idea diversa su come affrontare la sfida della presidente del Consiglio. Persino 5 stelle e democratici, che pure nel merito della questione hanno idee abbastanza simili, di fatto si muovono separatamente, secondo quella logica di competizione a tutto campo che ormai contraddistingue i rapporti tra i due partiti e che con la vittoria di Elly Schlein alle primarie si è persino accentuata.

Per non parlare poi di Azione-Iv, con Matteo Renzi che apre all’elezione diretta del premier con la formula del “sindaco d’Italia” e con Carlo Calenda che in maniera più generica parla di “premierato” e chiede di salvaguardare il ruolo del capo dello Stato. Sullo sfondo si profila la sfida del referendum confermativo, minacciato da Antonio Tajani ma in realtà sempre più centrale anche nei ragionamenti sia dentro M5s che nel Pd, perché in molti cominciano a pensare che possa essere l’occasione per un remake del film andato in scena nel 2016 con Renzi. Elly Schlein si muove con prudenza, sa che nel partito le sensibilità su questo tema sono diverse e preferisce rilanciare la palla nel campo della Meloni. La segretaria, peraltro, capisce che il Pd non può attestarsi su una linea conservatrice e quindi ripete che andrà ad ascoltare quello che le dirà la premier. Certo, sia in segreteria che con i parlamentari Pd delle commissioni Affari costituzionali la leader democratica ha espresso tutti i suoi dubbi: “E’ un passaggio stretto, dobbiamo capire se Meloni vuole davvero dialogare o se sta solo cercando di distogliere l’attenzione dai temi su cui è in difficoltà”. Ma, appunto, il Pd non può permettersi di dire semplicemente no: dunque, chiarito che non c’è spazio per l’elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, i democratici domani si diranno disponibili a forme di razionalizzazione del sistema parlamentare sul modello tedesco, vale a dire cancellierato, sfiducia costruttiva e via dicendo, aspettando di sentire come Meloni porrà la questione.

Dai 5 stelle arrivano valutazioni simili, Stefano Patuanelli commenta le parole di Tajani e spiega: “Non mi pare un bel modo per aprire il confronto. Se pensano di procedere facendo anche sulle riforme le forzature che stanno facendo nei loro primi mesi di governo, che vadano pure avanti. Si schianteranno, nel referendum confermativo: è già successo, in questi anni”. Anche lui parla di “disponibilità” a valutare correttivi “puntuali” al sistema parlamentare come “maggiori poteri al presidente del Consiglio, anche ad esempio di nomina e revoca di ministri, sfiducia costruttiva” e come il Pd il presidente dei senatori M5s dice: “Non ci saremo se si pensa di imporre l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio e in generale se si pensa di stravolgere la Costituzione”. Quando però gli si chiede se ci sarà un fronte comune con il Pd, la risposta è eloquente: “Il Pd negli anni ha cambiato spesso approccio sul tema delle riforme ad esempio ricordiamo l’esito dell’iniziativa di Renzi. Non so cosa faranno, credo ci sia un confronto al loro interno. Il nostro approccio è scritto nei nostri programmi”.

Il fatto, appunto, è che sia tra i democratici che in casa M5s si rafforza sempre più la convinzione che la partita si giocherà al referendum confermativo, proprio come avvenne con la riforma di Renzi. Tra i democratici c’è qualche cautela a parlarne esplicitamente, “vediamo se il governo intende fare sul serio o se vogliono solo un argomento di propaganda da usare per nascondere i loro guai…”. Ma, soprattutto se ci sarà il voto di Italia viva sull’elezione diretta del premier, lo scenario del referendum confermativo diventa più che mai concreto, come dice appunto Patuanelli ma come spiega anche più di un parlamentare Pd. Ed è qui che nasce la competizione tra democratici e M5s. La campagna contro “lo stravolgimento della Costituzione” è un’occasione d’oro, è già pronta la mobilitazione di Cgil, Anpi e le associazioni che già si schierarono contro la riforma di Renzi: un bacino elettorale al quale punta Giuseppe Conte, ma anche il Pd di Schlein. Come dice un parlamentare democratico: “I sondaggi dicono che noi stiamo ottenendo risultati sul terreno dell’opposizione netta al governo, Schlein sta riportando il Pd nelle piazze dalle quali era stato cacciato. Perché dovremmo buttare via tutto questo per trattare con il governo? Se si va al referendum la polarizzazione è nelle cose, Schlein si deve accreditare come unica vera leader dell’opposizione”.

Riforme, Salvini: spero niente no pregiudiziali o decidono italiani

Riforme, Salvini: spero niente no pregiudiziali o decidono italianiAncona, 8 mag. (askanews) – “Domani ascoltiamo sperando che ci sia la voglia di dialogare, che non ci siano dei no pregiudiziali, in questi mesi c’è stata una opposizione che dice ‘no’ a tutti. Noi domani ascoltiamo per mantenere l’impegno preso coi cittadini per ottenere più stabilità e perché gli italiani possano eleggere direttamente chi li governa. Il massimo sarebbe che se metti mano alla Costituzione lo fai tutti insieme, se qualcuno poi continuerà a dire no a qualsiasi proposta poi saranno gli italiani a metterci il timbro e autorizzarlo”. Lo ha detto Matteo Salvini ad Ancona, a margine del comizio a sostegno del candidato sindaco Silvetti.

C’è un modello che preferisce? “A me – ha aggiunto il vicepremier e leader della Lega – basta che il voto dei cittadini sia sempre più corrispondente a quello che succede in cinque anni di legislatura, non ho preferenze per questo o quel modello mi interessa che siano sempre più difficili i ribaltoni, i cambi di casacca. Non abbiamo pregiudizi sulla legge elettorale, sulle riforme, premierati, siamo assolutamente disponibili ad ascoltare e lavorare insieme”.

Meloni avvia il cantiere per le riforme: il “sogno” è il presidenzialismo (ma apre al premierato)

Meloni avvia il cantiere per le riforme: il “sogno” è il presidenzialismo (ma apre al premierato)Roma, 8 mag. (askanews) – Il “sogno” è il presidenzialismo, ma Giorgia Meloni è “aperta” a ogni soluzione che garantisca “governabilità e stabilità”. Così la presidente del Consiglio si presenta domani all’appuntamento con le opposizioni, convocate a partire dalle 12.30 nella Biblioteca del presidente a Montecitorio per un confronto sulle riforme istituzionali. Con lei ci saranno i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, il titolare dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e il costituzionalista Francesco Saverio Marini. Davanti a lei, in incontri separati, sfileranno nell’ordine Movimento 5 Stelle; Gruppo per le Autonomie e Componente Minoranze Linguistiche; Azione-Italia Viva; +Europa; Alleanza Verdi e Sinistra; Pd.

L’obiettivo, spiegano fonti di governo, è “ascoltare” le posizioni delle forze di minoranza sul tema. Dunque, almeno inizialmente, non sarà presentata una proposta dell’esecutivo, che però nella sostanza è nota. Già nella conferenza stampa di fine anno Meloni aveva definito il presidenzialismo una “priorità”, ma senza escludere altre strade, purchè garantiscano governi eletti dai cittadini e che possano durare per tutta la legislatura. Dunque si può discutere anche di semi-presidenzialismo o, meglio ancora, di premierato. E’ questa la formula che ieri ha proposto Tajani, su cui secondo il numero due di Forza Italia potrebbe essere trovata una convergenza anche con parte delle opposizioni (come Azione e Iv). Quel che è certo è che, se Meloni è disponibile al confronto, non è altrettanto disponibile a fermare l’apertura del cantiere. Il ddl di riforma costituzionale sarà infatti presentato da Casellati entro giugno e poi la palla passerà al Parlamento. “Auspichiamo che non ci sia un muro contro muro perché l’Italia ha bisogno di collaborazione sulle cose che riguardano le regole del gioco. Siamo disponibili al confronto con le opposizioni – ha ribadito oggi Ciriani – ma se ci fosse un niet dovremmo andare avanti da soli ugualmente. Però non è questo il nostro obiettivo”.

Dal tavolo di domani, invece, resterà fuori il capitolo Autonomia, priorità della Lega, il cui percorso è già partito. “Autonomia e presidenzialismo avanti tutta. Io sono il più convinto sostenitore di entrambe le riforme”, ha detto il ministro Roberto Calderoli al ‘Corriere della Sera’.

Martina: obiettivo fame zero più lontano, schiaffo per chi ha fatto Expo

Martina: obiettivo fame zero più lontano, schiaffo per chi ha fatto ExpoMilano, 8 mag. (askanews) – “Nella lotta alla fame siamo ai numeri del 2015 e per chi ha vissuto Expo è uno schiaffo”. Maurizio Martina, vice direttore generale della Fao, scandisce queste parole da Milano, città dell’Expo 2015 quando lui era ministro delle Politiche agricole. Il palco è quello della nuove edizione di Tuttofood da dove dice: “La pandemia, la guerra e il cambiamento climatico hanno aggravato la situazione. Se anni fa credevamo di poter raggiungere l’obiettivo della fame zero dell’agenda 2030, oggi quell’obiettivo è molto più lontano”.

Un obiettivo che si allontana, dunque, come testimoniato dai numeri: “Editiamo a cadenza regolare rapporti che danno la misura dell’aggravamento della fame, il nostro rapporto ci ha detto che più di 850 milioni di persone soffrono la fame, un rapporto di settimana scorsa sulle crisi alimentari acute ci dice che più di 200 milioni di persone la soffrono. Gli obiettivi dell’agenda 2030 sono più lontani di ieri”. Questo impone una accelerazione nella lotta a questa piaga planetaria: “Nello spazio di 5-6 anni dal punto di vista agricolo alimentare dobbiamo recuperare un gap che non abbiamo recuperato in 15 anni, quindi dobbiamo raddoppiare gli sforzi nella metà del tempo”.

Tuttofood, Pazzali: ci candidiamo a essere piattaforma Ue agroalimentare

Tuttofood, Pazzali: ci candidiamo a essere piattaforma Ue agroalimentareMilano, 8 mag. (askanews) – “Oggi possiamo dichiarare formalmente che insieme a Credit Agricole possiamo candidarci a diventare la piattaforma europea dell’agroalimentare mettendo Milano al centro come il Salone del mobile fa con l’arredo”. Il presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, sceglie il palco dell’inaugurazione di questa edizione di TuttoFood per “benedire” l’operazione tra Fiera Milano e Fiere di Parma per la nascita di una piattaforma fieristica unica sull’agroalimentare, con TuttoFood e Cibus come fiere cardine per l’internazionalizzazione e la promozione cibo del made in Italy. Con questa operazione Fiera Milano ha ceduto il ramo d’azienda TuttoFood a Parma ed è diventata il secondo azionista privato dell’ente parmense con una quota del 18,5% dopo Crédit Agricole Italia, che detiene il 26,44%.

“Il food – ha ricordato Pazzali parlando davanti alla platea di TuttoFood dove sedeva anche l’ad di Fiere di Parma, Antonio Cellie – è un grande orgoglio per la nostra nazione, dal 2007 abbiamo sempre pensato che l’Italia non avesse una piattaforma, non avesse una fiera di riferimento internazionale. Sappiamo che le Fiere più forti sono in Germania e in Francia e da allora stiamo cercando di cambiare. Oggi su questo stiamo lavorando con Fiere di Parma e con Cibus”. Oltre Cibus e Tuttofood, in realtà ci sono ancora altre fiere sull’agroalimentare, che potrebbero essere messe a sistema. Pazzali durante il suo intervento cita Vinitaly e Macfrut ma se gli si chiede se saranno le prossime a finire nel mirino dell’alleanza Milano-Parma smorza un po’ i toni: “Ci sono fiere importanti come Vinitaly o Macfrut con cui quando dovremo proporci all’estero l’unione sarebbe auspicabile – ha detto – Questo è un lavoro che dovranno fare le fiere e io appoggio questo suggerimento del ministro di fare sistema verso l’estero. Noi siamo pronti a metterci a disposizione del governo anzi delle imprese italiane. Non mettiamo nessuno nel mirino, noi ci mettiamo a disposizione di tutti perché questa possa essere una piattaforma collaborativa per interessi reciproci e non di qualcuno”.

Lollobrigida a Ue: per cibo sinetico si segua iter approvazione farmaci

Lollobrigida a Ue: per cibo sinetico si segua iter approvazione farmaciMilano, 8 mag. (askanews) – “A Bruxelles ho avanzato la richiesta di non passare dalle procedure di Novel food legate alle produzioni sintetiche, ma di passare attraverso il processo di verifica attribuito ai farmaci, molto più lungo e approfondito, ma che garantisca, rispetto a una scelta epocale di questa natura, una percezione da parte delle popolazioni, che sia quella corretta”. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, torna più volte sul tema della carne coltivata durante il suo intervento all’inaugurazione di Tuttofood a Milano, invocando un iter per la approvazione di questi alimenti che sia quello che seguono i farmaci.

Ma all’Europa Lollobrigida lancia anche un altro messaggio in tema di agrofarmaci, viste le imminenti decisioni sulla riduzione del loro uso in agricoltura. Dobbiamo adottare “un modello di sviluppo meno ideologico con una riduzione degli agrofarmaci più lenta in modo tale da andare sì incontro all’ambiente ma dall’altra senza cancellare le nostre culture perchè alla fine le persone mangiano lo stesso”. “Scegliere di cancellare l’utilizzo degli agrofarmaci in assenza di piante che resistono alle fitopatie – è il ragionamento di Lollobrigida – significa semplicemente cancellare le sue imprese e comprare cibo da nazioni che usano 50-60 volte i pesticidi che tu proibisci in Europa”.

Giappone-Sudcorea, “rimorso” di Kishida non concordato con Seoul

Giappone-Sudcorea, “rimorso” di Kishida non concordato con SeoulRoma, 8 mag. (askanews) – Le espressioni di rimorso del primo ministro giapponese Fumio Kishida per la storia della colonizzazione giapponese della Corea, tra il 1910 e il 1945, durante il vertice di ieri a Seoul col presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, sono arrivate senza una preventiva consultazione con le autorità sudcoreane. Sono state, insomma, una spontanea scelta del capo di governo di Tokyo. L’hanno riferito oggi fonti governative della Sudcorea all’agenzia di stampa Yonhap.

Per i sudcoreani, le espressioni di rimorso di un capo di governo giapponese non sono una novità e in passato affermazioni simili hano mantenuto margine di indeterminatezza nel quale si sono inserite dispute e recriminazioni. Tuttavia, in questo momento, tra Tokyo e Seoul è in corso un rapido disgelo delle relazioni, per cui il contesto fa sì che le parole di Kishida siano state accolte con molta attenzione dall’opinione pubblica sudcoreana. Nella conferenza stampa congiunta dopo il vertice, Kishida ha fatto riferimento alle vittime del lavoro forzato del periodo coloniale, dicendo: “Il mio cuore soffre per il fatto che molte persone abbiano avuto un’esperienza estremamente dolorosa e triste in condizioni difficili in quel momento”.

C’era attesa per le parole di Kishida in Corea del Sud, anche alla luce del fatto che il governo di Yoon ha deciso di prendere in carico, attraverso una fondazione alimentata da donazioni volontarie di aziende sudcoreane, il risarcimento richiesto a due grandi compagnie nipponiche per lo sfruttamneto del lavoro forzato durante il conflitto, in base a una sentenza della Corte suprema di Seoul, per favorire una ripresa delle relazioni con Tokyo e il superamento di una serie di restrizioni commerciali. Yoon è stato criticato per questa scelta dall’opposizione, che ritiene questo passo una concessione eccessiva a Tokyo.

Secondo le fonti della Yonhap, nelle trattative precedenti al delicato vertice, il consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreana Cho Tae-yong aveva segnalato al suo corrispettivo giapponese Takeo Akiba l’auspicio di un qualche passo, anche se lo stesso Yoon aveva dato indicazioni di far dire a Kishida di “non sentire troppa pressione” rispetto alla questione delle scuse.

Da 11 a 14 maggio “Trentino and wine”: il vino e il suo territorio

Da 11 a 14 maggio “Trentino and wine”: il vino e il suo territorioMilano, 8 mag. (askanews) – Si rinnova l’appuntamento primaverile con la più longeva rassegna enologica trentina: dall’11 al 14 maggio “Trentino & Wine” accenderà i riflettori sulla vocazione vitivinicola della provincia di Trento con un programma di iniziative che da Palazzo Roccabruna, sede dell’Enoteca provinciale del Trentino, coinvolgerà le principali dimore storiche cittadine.

Fulcro dell’edizione di quest’anno della rassegna nata nel 1925, sarà l’evento “Wine & Me” che darà la possibilità di effettuare a Palazzo Roccabruna le degustazioni di vini e grappe con l’assistenza dei sommelier (tutti i giorni dalle 17 alle 22 e domenica 14 maggio dalle 11 alle 20). Torna anche il fortunato appuntamento con “Wine & History” un percorso di degustazione che “coinvolge tutti i sensi” attraverso la storia della città con tappe enologiche presso le principali dimore cittadine (Palazzo Thun, Palazzo Trautmannsdorf, Palazzo Geremia), partendo da Palazzo Roccabruna che per l’occasione sfoggia una sala Conte di Luna al massimo splendore, fresca di recente restauro (il 12 maggio alle 21, il 13 maggio alle 17 e alle 21; il 14 maggio alle 11 e alle 15). Venerdì 12 maggio dalle 18 alle 21 l’appuntamento sarà con “Wine & Grappa”: la grappa trentina incontra il mondo del bere miscelato all’insegna del gusto, della musica e di un consumo responsabile. Infine, sabato 13 maggio dalle 18 alle 21 l’Enoteca provinciale del Trentino sarà la cornice di un connubio fra l’arte del vino e quella della musica in “Wine & Music”, evento che vedrà la possibilità di degustare la collezione di “Trentino & Wine” sulle note di un originale accompagnamento musicale. La rassegna è organizzata dal Consorzio vini del Trentino in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento, l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, l’Istituto Trento Doc, il Comune di Trento, Trentino Marketing e la Provincia autonoma di Trento.

In una nota, il Consorzio ha infine ricordato che ad oggi oltre il 90% della superficie vitata trentina è certificata secondo le disposizioni del Sistema nazionale di qualità della produzione integrata (Sqnpi), che coinvolge seimila viticoltori, 30 cantine e che prevede l’analisi di oltre 400 campioni d’uva all’anno con controlli documentali sul 100% dei vignaioli. Un impegno che ha consentito al Trentino di ricevere nel 2022 il prestigioso premio di “Wine Region Of The Year” assegnato dal magazine internazionale Wine Enthusiast. Un ulteriore passo in questa direzione è stato sancito dalla prima edizione del Bilancio di sostenibilità consortile.