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Tag: Sanremo 2023

Nasrallah (Hezbollah): tutte le opzioni sul tavolo, inutili le minacce Usa

Nasrallah (Hezbollah): tutte le opzioni sul tavolo, inutili le minacce UsaRoma, 3 nov. (askanews) – “Tutte le opzioni sono sul tavolo” e il gruppo libanese Hezbollah “è pronto a ogni possibilità”, anche a rispondere “alle flotte” schierate dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, che “non ci spaventano”. Questo il monito lanciato oggi dal leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, nel primo discorso tenuto dall’inizio del conflitto aperto tra il gruppo palestinese estremista Hamas e Israele, il 7 ottobre scorso. Un discorso di quasi due ore in cui ha rimarcato che un’eventuale escalation della guerra dipenderà dallo “sviluppo della situazione a Gaza” e dal comportamento che terrà Israele nei confronti del Libano. E in cui ha rivendicato che Hezbollah “è entrato in battaglia l’8 ottobre”, impegnando le forze israeliane lungo il confine libanese all’indomani dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele.

ATTACCO 7 OTTOBRE “La decisione della grande operazione del 7 ottobre è stata al 100% palestinese”, ha detto Nasrallah all’inizio del suo discorso, confermando che “quanti hanno preso questa decisione l’hanno nascosta alle altre fazioni palestinesi e alle forze nella regione”. Una segretezza che “ne ha garantito il successo”. Il leader Hezbollah ha quindi bollato come “bugie” le ricostruzioni secondo cui l’attacco è servito a sostenere “obiettivi dell’Iran nella regione o i negoziati sul nucleare” iraniano. L’operazione lanciata da Hamas, ha puntualizzato, “è interamente palestinese, per la Palestina, la sua causa, il suo popolo, e non è collegata ad alcuna questione regionale o internazionale”. “L’Iran sostiene apertamente i movimenti di resistenza in Libano, in Palestina e nella regione, ma non esercita alcun controllo sulla loro leadership”, ha rimarcato Nasrallah.

“TERREMOTO IN ISRAELE” Secondo Nasrallah, l’attacco del 7 ottobre scorso ha causato “un terremoto” in Israele, “con shock militari, di sicurezza, morali e psicologici e conseguenze strategiche che avranno un impatto duraturo” sul paese. L’operazione “ha messo in luce la debolezza di Israele”, ha dichiarato, sostenendo che “gli israeliani ora credono più di me che Israele sia più debole di una tela di ragno”. Una fragilità confermata anche dalla “rapidità” dell’intervento dell’amministrazione statunitense a sostegno di “questa entità vacillante”, ha aggiunto. GUERRA A GAZA Per il leader del gruppo sciita libanese, dal 7 ottobre scorso l’esercito israeliano sta bombardando nella Striscia di Gaza “soltanto civili e non riesce a raggiungere gli obiettivi” fissati. “Questo conflitto si concluderà con la vittoria di Gaza e la sconfitta del nemico”, ha dichiarato Nasrallah, affermando che Israele “non otterrà nulla con i suoi massacri”. Ma “quanto sta accadendo a Gaza non è semplicemente un’altra guerra”, si tratta di una “battaglia decisiva” perchè quello che “verrà dopo non sarà lo stesso di ciò che è accaduto prima”, ha proseguito. “Il primo obiettivo è la cessazione delle ostilità e della guerra contro Gaza. Il secondo è la vittoria della resistenza islamica a Gaza, e in particolare di Hamas a Gaza”, ha aggiunto, sottolineando però che questa “vittoria sarà nell’interesse dell’intera regione”.FRONTE LIBANESE, “POSSIBILE GUERRA PIU’ AMPIA” Allargando lo sguardo sulla regione e sui “movimenti di resistenza, il punto che tutti aspettano”, Nasrallah ha ricordato che “la resistenza islamica in Iraq ha iniziato ad assumersi le proprie responsabilità e ha espresso la propria disponibilità ad entrare in una nuova fase”, mentre “i nostri fratelli nello Yemen hanno pubblicamente e ufficialmente, nonostante le minacce americane e occidentali, preso una serie di iniziative e lanciato missili e droni”.

“Riguardo al nostro fronte libanese, noi siamo entrati nella battaglia l’8 ottobre”, ha dichiarato. “A quanti chiedono a Hezbollah di impegnarsi in una guerra aperta, quello che sta accadendo al confine può sembrare moderato, ma non è così” perchè “quello che sta accadendo non si vedeva dal 1948, nemmeno durante la guerra del luglio 2006”. Queste operazioni alla frontiera tra Libano e Israele stanno causando “paura a livello del comando politico e militare del nemico, così come tra gli americani”, perchè “c’è il timore che questo fronte possa portare a un’ulteriore escalation o a una guerra più ampia. Questa è una possibilità e il nemico deve tenerla a mente”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui Israele “commetterebbe un grave errore se lanciasse un’offensiva contro il Libano”.GLI STATI UNITI “RESPONSABILI” DELLA GUERRA Secondo Nasrallah, gli Stati Uniti sono “pienamente responsabili della guerra nella Striscia di Gaza e Israele è solo uno strumento per condurla”.

“Ci è stato detto che l’aeronautica americana ci avrebbe bombardato e che la flotta americana sarebbe stata lì per noi se avessimo lanciato operazioni nel sud. E poi sono arrivate una seconda e una terza flotta. E altre ne arriveranno”, ha detto Nasrallah facendo riferimento al dispiegamento di portaerei Usa nel Mediterraneo come deterrenza rispetto a un possibile allargamento del conflitto. “Ma queste minacce non cambieranno nulla. Abbiamo iniziato il nostro lavoro su questo fronte”, ha proseguito il leader libanese, secondo cui una eventuale escalation “dipende da due cose: lo sviluppo della situazione a Gaza e il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano”. “Agli americani dico: le minacce contro di noi non servono a nulla. Le vostre flotte nel Mediterraneo non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Abbiamo preparato una risposta alle flotte con le quali ci minacciate”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui spetta agli americani fermare “l’aggressione contro Gaza, perché è la vostra aggressione”. (di Simona Salvi)

Nasrallah: tutte le opzioni sono sul tavolo, inutili minacce Usa

Nasrallah: tutte le opzioni sono sul tavolo, inutili minacce UsaRoma, 3 nov. (askanews) – “Tutte le opzioni sono sul tavolo” e il gruppo libanese Hezbollah “è pronto a ogni possibilità”, anche a rispondere “alle flotte” schierate dagli Stati Uniti nel Mediterraneo, che “non ci spaventano”. Questo il monito lanciato oggi dal leader del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, nel primo discorso tenuto dall’inizio del conflitto aperto tra il gruppo palestinese estremista Hamas e Israele, il 7 ottobre scorso. Un discorso di quasi due ore in cui ha rimarcato che un’eventuale escalation della guerra dipenderà dallo “sviluppo della situazione a Gaza” e dal comportamento che terrà Israele nei confronti del Libano. E in cui ha rivendicato che Hezbollah “è entrato in battaglia l’8 ottobre”, impegnando le forze israeliane lungo il confine libanese all’indomani dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele.

ATTACCO 7 OTTOBRE “La decisione della grande operazione del 7 ottobre è stata al 100% palestinese”, ha detto Nasrallah all’inizio del suo discorso, confermando che “quanti hanno preso questa decisione l’hanno nascosta alle altre fazioni palestinesi e alle forze nella regione”. Una segretezza che “ne ha garantito il successo”. Il leader Hezbollah ha quindi bollato come “bugie” le ricostruzioni secondo cui l’attacco è servito a sostenere “obiettivi dell’Iran nella regione o i negoziati sul nucleare” iraniano. L’operazione lanciata da Hamas, ha puntualizzato, “è interamente palestinese, per la Palestina, la sua causa, il suo popolo, e non è collegata ad alcuna questione regionale o internazionale”.

“L’Iran sostiene apertamente i movimenti di resistenza in Libano, in Palestina e nella regione, ma non esercita alcun controllo sulla loro leadership”, ha rimarcato Nasrallah. “TERREMOTO IN ISRAELE”

Secondo Nasrallah, l’attacco del 7 ottobre scorso ha causato “un terremoto” in Israele, “con shock militari, di sicurezza, morali e psicologici e conseguenze strategiche che avranno un impatto duraturo” sul paese. L’operazione “ha messo in luce la debolezza di Israele”, ha dichiarato, sostenendo che “gli israeliani ora credono più di me che Israele sia più debole di una tela di ragno”. Una fragilità confermata anche dalla “rapidità” dell’intervento dell’amministrazione statunitense a sostegno di “questa entità vacillante”, ha aggiunto. GUERRA A GAZA

Per il leader del gruppo sciita libanese, dal 7 ottobre scorso l’esercito israeliano sta bombardando nella Striscia di Gaza “soltanto civili e non riesce a raggiungere gli obiettivi” fissati. “Questo conflitto si concluderà con la vittoria di Gaza e la sconfitta del nemico”, ha dichiarato Nasrallah, affermando che Israele “non otterrà nulla con i suoi massacri”. Ma “quanto sta accadendo a Gaza non è semplicemente un’altra guerra”, si tratta di una “battaglia decisiva” perchè quello che “verrà dopo non sarà lo stesso di ciò che è accaduto prima”, ha proseguito. “Il primo obiettivo è la cessazione delle ostilità e della guerra contro Gaza. Il secondo è la vittoria della resistenza islamica a Gaza, e in particolare di Hamas a Gaza”, ha aggiunto, sottolineando però che questa “vittoria sarà nell’interesse dell’intera regione”. FRONTE LIBANESE, “POSSIBILE GUERRA PIU’ AMPIA” Allargando lo sguardo sulla regione e sui “movimenti di resistenza, il punto che tutti aspettano”, Nasrallah ha ricordato che “la resistenza islamica in Iraq ha iniziato ad assumersi le proprie responsabilità e ha espresso la propria disponibilità ad entrare in una nuova fase”, mentre “i nostri fratelli nello Yemen hanno pubblicamente e ufficialmente, nonostante le minacce americane e occidentali, preso una serie di iniziative e lanciato missili e droni”. “Riguardo al nostro fronte libanese, noi siamo entrati nella battaglia l’8 ottobre”, ha dichiarato. “A quanti chiedono a Hezbollah di impegnarsi in una guerra aperta, quello che sta accadendo al confine può sembrare moderato, ma non è così” perchè “quello che sta accadendo non si vedeva dal 1948, nemmeno durante la guerra del luglio 2006”. Queste operazioni alla frontiera tra Libano e Israele stanno causando “paura a livello del comando politico e militare del nemico, così come tra gli americani”, perchè “c’è il timore che questo fronte possa portare a un’ulteriore escalation o a una guerra più ampia. Questa è una possibilità e il nemico deve tenerla a mente”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui Israele “commetterebbe un grave errore se lanciasse un’offensiva contro il Libano”. GLI STATI UNITI “RESPONSABILI” DELLA GUERRA Secondo Nasrallah, gli Stati Uniti sono “pienamente responsabili della guerra nella Striscia di Gaza e Israele è solo uno strumento per condurla”. “Ci è stato detto che l’aeronautica americana ci avrebbe bombardato e che la flotta americana sarebbe stata lì per noi se avessimo lanciato operazioni nel sud. E poi sono arrivate una seconda e una terza flotta. E altre ne arriveranno”, ha detto Nasrallah facendo riferimento al dispiegamento di portaerei Usa nel Mediterraneo come deterrenza rispetto a un possibile allargamento del conflitto. “Ma queste minacce non cambieranno nulla. Abbiamo iniziato il nostro lavoro su questo fronte”, ha proseguito il leader libanese, secondo cui una eventuale escalation “dipende da due cose: lo sviluppo della situazione a Gaza e il comportamento del nemico sionista nei confronti del Libano”. “Agli americani dico: le minacce contro di noi non servono a nulla. Le vostre flotte nel Mediterraneo non ci spaventano e non ci hanno mai spaventato. Abbiamo preparato una risposta alle flotte con le quali ci minacciate”, ha ammonito Nasrallah, secondo cui spetta agli americani fermare “l’aggressione contro Gaza, perché è la vostra aggressione”. (di Simona Salvi)

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisolto

M.O, Mattarella: attacchi Hamas alimentano conflitto irrisoltoRoma, 3 nov. (askanews) – “Un’altra tragedia è in atto in Medio Oriente. I vili attacchi terroristici portati da Hamas lo scorso 7 ottobre contro inermi cittadini dello Stato di Israele – dai bambini agli anziani – hanno alimentato drammaticamente l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, con migliaia di morti su entrambi i fronti, pagando un prezzo elevato per un contrasto che da oltre settant’anni dilania la regione senza che si sia pervenuti, responsabilmente, a una soluzione condivisa”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia al Quirinale per la consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia.

Sono 4 le vittime del maltempo in Toscana, 140 i salvataggi dei Vigili del fuoco

Sono 4 le vittime del maltempo in Toscana, 140 i salvataggi dei Vigili del fuocoFirenze, 3 nov. (askanews) – E’ di quattro vittime il bilancio aggiornato dei danni del maltempo in Toscana. Lo ha precisato Luca Cari portavoce nazionale Vigili del Fuoco al Tg1 in collegamento da Montemurlo (Prato): “l’ultimo corpo è quello di un uomo che abbiamo recuperato in un torrente a Lamporecchio, in provincia di Pistoia. Stiamo cercando -ha aggiunto Cari- anche la donna che era in macchina con lui. 140 le persone che siamo riusciti a salvare, 400 vigili del fuoco a lavoro, un impegno notevole, concentrato in questa zona della Toscana che è stata particolarmente colpita”. Attualmente le ricerche sono attive per 1’unico disperso nel Comune di Campi Bisenzio (Firenze). Lo spiega la Prefettura di Firenze.

Durante la notte sono proseguiti interventi di soccorso da parte delle squadre dei Vigili del Fuoco (attivi con più di 85 uomini) e un afflusso di più di 50 unità da parte dei Comandi di altre provincie anche con il supporto di mezzi speciali. Sono stati attivati anche mezzi per evacuazione medica in elicottero e squadre di sommozzatori, tra cui una del COMSUBIN con mezzi anfibi per il recupero di persone a Campi Bisenzio.áá Il Prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, ha anche disposto servizi antisciacallaggio a cura delle Forze di polizia nelle aree maggiormente interessate dalle precipitazioni. Rimane attentamente seguita la situazione della viabilità con l’ausilio della Polizia Stradale, in particolare la A1 risulta regolare, la A11 chiusa tratto prato est-prato ovest, la SGC chiuso ramo verso e da Livorno, con code sul ramo di Pisa.

È all’attenzione del CCS, non solo l’area di campi Bisenzio – sicuramente la città più colpita – ma anche l’area del Mugello e dell’Empolese, in particolare, nella zona di Fucecchio e nella zona di Cerretto Guidi. In merito, è in corso un punto di situazione per le ulteriori necessità dei Comuni interessati, fermo restando che i mezzi, come le idrovore, stanno affluendo verso i punti di raccolta.

Elon Musk annuncia sabato debutto di xAI, sua società di IA

Elon Musk annuncia sabato debutto di xAI, sua società di IANew York, 3 nov. (askanews) – Il fondatore di Tesla, Elon Musk, ha annunciato in un post su X, la piattaforma social già nota come Twitter, che sabato debutterà ufficialmente la sua società di intelligenza artificiale, xAI. Il debutto sarà riservato ad un gruppo selezionato, ha specificato Musk, sottolineando che xAI “è il meglio che esiste attualmente”.

La startup AI, annunciata da Musk a luglio, cerca di “comprendere la vera natura dell’universo”, secondo il suo sito web, e Musk sembra che la stia preparando per competere con aziende come OpenAI, Google e Anthropic, che sono dietro i principali chatbot di ChatGPT, Bard e Claude. Secondo Greg Yang, co-fondatore di xAI, la startup approfondirà la “matematica del deep learning”, e “svilupperà la ‘teoria del tutto’ per le grandi reti neurali” per portare l’intelligenza artificiale “al livello successivo”.

Prestito Bei da 40 mln contro pratica soppressione pulcini maschi

Prestito Bei da 40 mln contro pratica soppressione pulcini maschiBruxelles, 3 nov. (askanews) – La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha firmato un accordo di prestito da 40 milioni di euro con la società olandese AgriTech “In Ovo” per il periodo 2023-2026, al fine di sviluppare la tecnologia “Ella”, in grado di identificare il sesso dell’embrione dei pulcini nelle uova (“ovosessaggio” o “sessaggio in ovo”) già in una fase iniziale della cova o dell’incubazione, consentendo così agli allevamenti di far schiudere solo galline ovaiole, senza ricorrere alla pratica sistematica della soppressione dei pulcini maschi subito dopo la schiusa.

Questo accordo, riferisce una nota diffusa oggi dalla Commissione europea, è sostenuto dal programma europeo InvestEU. Il suo finanziamento consentirà all’azienda di perseguire il miglioramento di questo tipo di tecnologia e di sviluppare ulteriormente le macchine “Ella”. Il fondo InvestEU interviene grazie a partner finanziari che investono in progetti che beneficiano della garanzia del bilancio dell’Ue. “Si stima in 6,5 miliardi il numero di pulcini maschi uccisi ogni anno nel mondo per la produzione di galline ovaiole. Questa tecnologia contribuirà a migliorare il benessere degli animali e a ridurre le emissioni di CO2 nel settore della produzione di uova”, si legge nella nota. In Italia, si stima che i pulcini maschi appena nati abbattuti ogni anno siano tra i 25 e i 40 milioni.

Si tratta di una pratica contro cui da tempo lottano le associazioni per il benessere degli animali, anche in considerazione dei metodi barbari con cui i pulcini vengono soppressi: dopo essere stati selezionati, i pulcini sono spesso introdotti vivi in macchine trituratrici, mentre la normativa europea prevede che siano storditi prima dell’uccisione, o soffocati tramite schiacciamento (regolamento CE n. 1099/2009, relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento). In Italia, un decreto legislativo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni di questo regolamento europeo è stato approvato il 7 settembre scorso, e prevede che dal 31 dicembre del 2026 sia vietato l’abbattimento dei pulcini maschi subito dopo la schiusa. Leggi simili sono state approvate anche in Francia e in Germania e sono in vigore dal gennaio 2022.

Stella Kyriakides, commissaria responsabile per la salute e la sicurezza alimentare, ha dichiarato: “Garantire che gli standard europei in materia di benessere degli animali siano tra i più elevati al mondo costituisce per noi una priorità. Grazie a questa tecnologia eviteremo l’abbattimento sistematico di milioni di pulcini maschi in tutta l’Unione europea. Si tratta di una tappa importante nel nostro lavoro volto a rafforzare gli standard di benessere degli animali nella nostra Unione”, ha dichiarato la commissaria Ue responsabile per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, secondo quanto riporta la nota. Nell’ottobre 2022, la stessa Kyriakides aveva riferito l’intenzione della Commissione di proporre un divieto Ue della pratica dell’abbattimento dei pulcini maschi, nel quadro della revisione delle norme europee sul benessere degli animali, prevista entro la fine di quest’anno. Ma questa misura, per la quale spingono soprattutto Francia e Germania, sembra ora essere stata accantonata, come si evince dall’annuncio fatto dalla Commissione il mese scorso riguardo al fatto che la proposta in preparazione sul benessere degli animali riguarderà solo le condizioni del loro trasporto.

Sbarra (Cisl): da Cgil e Uil silenzio su manifestazione comune

Sbarra (Cisl): da Cgil e Uil silenzio su manifestazione comuneModena, 3 nov. (askanews) – “Sulle ombre” che ci sono in manovra economica “vogliamo rafforzare il protagonismo sindacale per migliorare la finanziaria”. Ma nonostante la proposta fatta dalla Cisl per una “manifestazione comune” dagli altri sindacati “non è arrivata ad oggi nessuna risposta”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del convegno “Sicurezza e sviluppo: quali prospettive per il futuro del paese” promosso a Modena.

“No, ad oggi non c’è nessuna risposta – ha detto Sbarra -. Pur tuttavia la Cisl è impegnata in queste settimane e in questi mesi in una grande mobilitazione nei luoghi di lavoro e sul territorio per la nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione e sulla democrazia economica”. “Stiamo tenendo le nostre assemblee organizzative – ha proseguito il segretario – e pensiamo che nelle prossime giornate e nelle prossime settimane accompagneremo con una mobilitazione ancora più forte nei luoghi lavoro e a livello nazionale nel tentativo di impegnare il governo e le commissioni parlamentari a migliorare e cambiare contenuti di una legge di stabilità che presenta tante luci ma anche alcune ombre. Sulle ombre vogliamo rafforzare il protagonismo sindacale per migliorare la finanziaria”.

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionale

Premierato, in 5 articoli il nuovo assetto costituzionaleRoma, 3 nov. (askanews) – Approvato oggi dal Consiglio dei ministri il testo del disegno di legge costituzionale che mira a istituire il “premierato”. Nelle intenzioni del Governo, una volta concluso l’iter della riforma l’Italia avrà l’elezione diretta del presidente del Consiglio e legherà la sua figura, la sua maggioranza alla durata in carica degli eletti nelle due Camere.

Il testo è intitolato “Introduzione dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia”. Rispetta in sostanza previsioni e anticipazioni circolate nelle scorse settimane e si compone di cinque articoli: sul potere di nomina dei senatori a vita, sui poteri di scioglimento delle Camere, sull’elezione diretta del premier e il premio di maggioranza conferito in Parlamento alla coalizione vincente, sull’obbligo per il presidente della Repubblica di sciogliere le Camere in caso di mancata fiducia all’insediamento del Governo, sui limiti entro i quali il presidente eletto può essere sostituito in caso di cessazione dalla carica, infine sull’entrata in vigore della nuova veste della Carta costituzionale. L’articolo 1 abroga il secondo comma dell’articolo 59, quello che recita “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”. Potere cancellato dal ddl costituzionale in questa norma apparentemente simbolica: negli anni la presenza dei senatori a vita è stata spesso oggetto di polemiche sulla loro possibilità di influenzare gli equilibri parlamentari, pur non essendo eletti dal popolo; il problema sarebbe tuttavia superato da un premio di maggioranza introdotto in Costituzione, come da testo appena licenziato a palazzo Chigi. Resta invece in vigore, nelle intenzioni dei promotori del ddl, il primo comma dell’attuale articolo 59: “E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”.

L’articolo 2 cancella il potere del capo dello Stato di sciogliere una sola delle Camere, ed è di fatto una premessa del seguente articolo 3: legando il destino dei parlamentari alla maggioranza risultata vincente alle elezioni e alla carica del premier, l’ipotesi dello scioglimento di un solo ramo del Parlamento è superata. I precedenti storici dicono che questo potere è stato utilizzato tre volte nella storia repubblicana: nel 1953, nel 1958 e nel 1963, ma solo per scelta “tecnica”, ovvero per far coincidere il rinnovo con quello dell’altro ramo del Parlamento. Esigenza tecnica superata quando fu portata a cinque anni la durata della legislatura anche per il Senato, che originariamente restava in carica per sei anni. Il cuore della riforma è negli articoli 3 e 4 del disegno di legge. L’articolo 3 riscrive l’articolo 92 della Costituzione e introduce il “premierato” e costituzionalizza il premio di maggioranza che dovrà essere indicato nella legge elettorale. “Il Presidente del Consiglio – recita la proposta di riforma – è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura”. Nuova formulazione anche per il rapporto con il presidente della Repubblica, che nella vecchia formulazione “nomina” il presidente del Consiglio, qui, essendo il capo del Governo “nominato” attraverso il procedimento elettorale, l’ultimo comma recita: “Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”.

L’articolo 4 è quello che, modificando radicalmente le previsioni dell’attuale articolo 94 della Carta, completa il disegno che lega il destino della legislatura a quello della maggioranza e del premier, introducendo, al verificarsi di determinate condizioni, l’obbligo di scioglimento delle Camere in capo al presidente della Repubblica, che finora ne aveva invece la facoltà, il potere (art. 88). Nel nuovo terzo comma dell’articolo 94 si legge fra l’altro: “Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Sempre l’articolo 4 del ddl statuisce il caso di scuola della sostituzione del premier eletto dal popolo, con un comma aggiuntivo all’articolo 94 della Carta, che ribadisce comunque un “dovere di scioglimento” del quale il capo dello Stato diventa esecutore: “In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio eletto, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha ottenuto la fiducia. Qualora il Governo così nominato non ottenga la fiducia e negli altri casi di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio subentrante, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”. Infine, l’articolo 5 del testo di riforma contiene due norme transitorie: la prima per precisare che i senatori a vita di vecchia nomina restano in carica anche dopo l’abrogazione del potere di nomina. La seconda per indicare che la legge costituzionale “si applica a decorrere dalla data del primo scioglimento delle Camere, successivo alla data di entrata in vigore della disciplina per l’elezione del Presidente del Consiglio dei Ministri e delle Camere”. Per completarsi tecnicamente, quindi, necessiterà oltre che delle doppie letture nei due rami del Parlamento, la seconda delle quali a maggioranza assoluta dei componenti, come stabilisce l’articolo 138 della Costituzione, anche della nuova legge elettorale che segua le indicazioni della riforma.

Appello associazioni a governo: restituire subito i fondi alle disabilità

Appello associazioni a governo: restituire subito i fondi alle disabilitàRoma, 3 nov. (askanews) – “Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà verso quanto emerge in questi giorni dal Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie”. È quanto si legge in un comunicato stampa congiunto, sottoscritto dalle associazioni Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) , CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni Volontari in Oncologia), Fida (Coordinamento Italiano Diritti Autismo) FightTheStroke Foundation (Persone con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare).

“Al fine di una diffusa consapevolezza – si sottolinea nella nota – premettiamo i fatti: 1. il cosiddetto decreto legge “anticipi” al fine di garantire copertura alle misure in esso previste ricorre al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità azzerandone l’assegnazione per il 2023 (350 milioni);

2. la motivazione addotta è che quel Fondo sarebbe destinato all’attuazione della legge delega sulla disabilità (legge 227/2021) di cui mancano ancora i decreti attuativi, motivo che non spiega perché non possa essere comunque usato per fronteggiare le numerose emergenze delle persone con disabilità e dei loro familiari; 3. il Governo nel frattempo licenzia il testo del disegno di legge di bilancio; vi prevede l’istituzione di un Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità con una dotazione di 232 milioni, che non comprende il Fondo di cui sopra;

4. per costituire il Fondo unico il Governo ne sopprime quattro: Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità (erano 100 milioni nel 2023); Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità (erano 200 milioni nel 2023); il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (erano 30 milioni nel 2023); il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (erano 6 milioni nel 2023). Totale 336 milioni, nel 2023; 5. al Fondo unico nel 2024 il Governo destina una cifra inferiore di 104 milioni rispetto al 2023 quando sussistevano ed erano finanziati tutti e quattro i fondi che si intende sopprimere;

6. per il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e per il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare non sono ancora previsti rifinanziamenti a valere sul 2024. Per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia non è prevista copertura per il 2025; 7. dunque nel 2024 ci saranno il Fondo “per la legge delega” (già previsto da anni; 350 milioni) e il Fondo unico con una dotazione di soli 232 milioni”. “Questi i fatti verificabili. Accantonando per ora istanze molto più di dettaglio e di sistema circa le politiche e i servizi per le persone con disabilità, vista l’emergenza che preclude e condiziona ogni futura riflessione – proseguono le associazioni nel comunicato – chiediamo nel modo più chiaro e netto al Governo e al Parlamento di: 1. restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega. Il decreto “anticipi” all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni “non usati” nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità. 2. usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico – il Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia che non ha copertura nel 2025. Nella discussione del decreto “anticipi” c’è lo spazio per farlo se ci sono le volontà. “Solo così il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”, concludono Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo.

Lavoro e immigrazione, martedì a Latina incontro su comunità indiana

Lavoro e immigrazione, martedì a Latina incontro su comunità indianaRoma, 3 nov. (askanews) – Si svolgerà a Latina, presso l’Istituto di Istruzione Superiore San Benedetto, martedì 7 novembre, dalle 9, l’incontro dal titolo “L’agricoltura pontina e chi la vive: tra buone pratiche e integrazione”.

Promosso dalla Fai-Cisl in collaborazione con l’Istituto San Benedetto e Coldiretti Latina, l’appuntamento ha come obiettivo quello di approfondire il ruolo dei lavoratori stranieri nell’agroalimentare italiano, con un focus particolare sul contributo della comunità indiana nel pontino, territorio che rappresenta uno dei maggiori distretti ortofrutticoli d’Italia e d’Europa. All’incontro, moderato dal giornalista e docente universitario Sandro Sassoli, interverranno l’Assessore regionale Giancarlo Righini, il Consigliere regionale Vittorio Sambucci, la Presidente Anolf Nazionale Maria Ilena Rocha, Daniele Pili, Presidente provinciale Coldiretti Latina, il reggente della Fai-Cisl Lazio Claudio Tomarelli, il Segretario Generale della Fai-Cisl Latina Islam Kotb, il Segretario Generale della Cisl Latina Roberto Cecere, il Dirigente scolastico dell’Istituto San Benedetto Ugo Vitti e il Segretario Generale della Cisl Lazio Enrico Coppotelli.

È previsto inoltre l’intervento straordinario di Tara Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi, apostolo della non violenza: la leader indiana, con un video da New Delhi porterà all’incontro la sua testimonianza sull’impegno per la pace e per promuovere il lavoro quotidiano svolto dal sindacato a favore dell’importante comunità indiana presente nella provincia di Latina. “L’incontro – affermano i leader della Fai-Cisl regionale e territoriale – sarà un’opportunità per fare il punto sui percorsi avviati e da progettare in materia di formazione, assistenza e tutela delle lavoratrici e dei lavoratori per prevenire e contrastare qualsiasi forma di sfruttamento, favorire il reperimento della manodopera, indispensabile alla crescita dell’agricoltura regionale, promuovere l’inclusione dei lavoratori stranieri di seconda e terza generazione e delle loro famiglie, e favorire un patto tra associazioni datoriali, sindacati e istituzioni per valorizzare il buon lavoro agricolo nel territorio e in tutto il Lazio”.

Appuntamento per martedì 7 novembre, dalle ore 9, presso l’Istituto di Istruzione Superiore San Benedetto, Via Mario Siciliano 4, Latina.