Bankitalia taglia le stime di crescita: 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.
Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.
“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.
Bankitalia taglia stime di crescita 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.
Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.
“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.
M.O., Meloni: evitare escalation. Rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.
La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.
Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.
Meloni: evitare l’escalation della crisi israelo-palestinese. C’è rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.
La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.
Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.
Tumori: un “binario” unico per far viaggiare insieme tecnologia e ricercaRoma, 13 ott. (askanews) – Biosensori, radiomica, nanomedicine, intelligenza artificiale, realtà virtuale e sequenziamento genomico (NGS) sono le principali novità tecnologiche applicate anche (ma non solo) in oncologia e in medicina. Uno sviluppo straordinario che ha, sì, dato un forte impulso alla cura dei tumori, ma muovendosi in modo autonomo rispetto al mondo medico. Questi due mondi hanno dunque camminato parallelamente, su binari diversi, per oltre 20 anni, incontrandosi poi solo nella parte finale. Se si riuscisse invece a farli viaggiare su un unico ‘binario’, dall’inizio alla fine, sarà possibile accelerare il progresso terapeutico, e orientarlo ancora di più sui reali bisogni clinici del paziente. È questa l’idea che ha ispirato Next Oncology, il primo convegno al mondo che ha unito medici, biologi, scienziati, ricercatori, ingegneri, fisici, matematici ed altri esperti di vari settori con l’obiettivo di creare uno spazio unico in cui far convergere la ricerca oncologica e lo sviluppo tecnologico. L’evento si è svolto a Milano, con contributo non condizionato di Daiichi Sankyo, e ha visto il coinvolgimento di centinaia di esperti di fama internazionale con competenze diverse.
“La ricerca biomedica e quella oncologica viaggiano da anni in maniera indipendente. In sostanza noi sfruttiamo l’innovazione tecnologica, ma senza averla guidata dal principio – spiega Michelino De Laurentiis, direttore dell’U.O.C. Oncologia Medica Senologica dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli, e responsabile scientifico di Next Oncology – ora è giunto il momento di invertire questa rotta e migliorare la sinergia. Ad esempio oggi la tecnologia NGS che permette il sequenziamento genomico rapido del DNA, fondamentale per poi impostare le cure oncologiche su misura (medicina di precisione) viene svolta da molti centri. Però si ‘unisce’ al medico solo nel momento dell’applicazione clinica. Sarebbe invece molto più efficiente orientare a monte il processo dello sviluppo tecnologico con noi, sulla base delle caratteristiche cliniche del paziente. È un mettersi insieme prima e non dopo. E proprio a questo serve NEXT Oncology: unire in maniera multidisciplinare tutti gli esperti del settore tecnologico ed oncologico con lo scopo di catalizzare questa fusione e accelerare i processi di trasferimento dell’innovazione tecnologica verso soluzioni concrete ai bisogni reali del paziente”. “NEXT Oncology è nato per avvicinare la comunità degli oncologi ad altre discipline tencologiche in modo da creare un dialogo tra ambiti solo apparentemente diversi, perché tutti lavoriamo su un unico fronte: quello relativo allo sviluppo di nuove idee e nuovi approcci che possono avere un impatto fondamentale nella cura del paziente oncologico – precisa Giuseppe Curigliano, professore ordinario di Oncologia medica all’Università Statale di Milano e direttore della Divisione Sviluppo di nuovi farmaci per terapie innovative all’Istituto Europeo di Oncologia, nonché co-responsabile di Next Oncology – in futuro questo tipo di incontri saranno sempre più fondamentali. Questo accelererà l’accesso dei pazenti all’innovazione”. “In pratica – spiega Barbara Pistilli, oncologa, responsabile della Breast Cancer Unit dell’Ospedale “Gustave Roussy” di Parigi – possiamo portare l’esempio degli anticorpi monoclonali ‘coniugati’, farmaci composti in modo biotecnologico di due parti. Una parte è l’anticorpo che riconosce la cellula tumorale, nella quale veicola selettivamente la seconda parte, cioè il farmaco chemioterapico. Oggi sappiamo che ci sono pazienti con tumore del seno metastatico HER2 positivo che sono riuscite ad ottenere un controllo della malattia metastatica molto più a lungo, ben oltre i due anni grazie a questo tipo di trattamento. Non è raro, sono casi quotidiani che ci dicono quanto unire le forze sia fondamentale”. L’innovazione è dunque un lavoro di “gruppo”, che coinvolge attori provenienti da diversi mondi. “Next Oncology ha aperto una finestra su quella che potrà essere l’oncologia fra 10 anni – evidenziano De Laurentiis e Curigliano -. Il confronto e la condivisione di idee, così come la contaminazione delle competenze, può orientare e spingere l’innovazione su approcci e strategie che possono cambiare la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro”.
Schlein: non punire tutto un popolo per sconfiggere HamasRoma, 13 ott. (askanews) – “Ci siamo tutti schierati al fianco di Israele, senza ambiguità, nel condannare nettamente l’attacco terroristico di Hamas, di violenza efferata contro i civili israeliani. Ora è il tempo della politica e di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti”. Lo dichiara in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.
Secondo Schlein “bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi, le cui vite non valgono di meno. L’assedio totale della Striscia, i bombardamenti a tappeto e l’ultimatum di 24 ore per l’evacuazione di 1,1 milioni di persone dal nord di Gaza rischiano di provocare ulteriori morti di innocenti e violazioni di massa dei diritti umani, in un territorio in cui il 40% delle persone ha meno di quindici anni. Hamas non è il popolo palestinese, bisogna isolare Hamas dal popolo palestinese e dal resto del mondo arabo. Sconfiggere militarmente Hamas dunque non può significare punire collettivamente l’intera popolazione di Gaza. L’appello delle Nazioni Unite per revocare l’ordine di evacuazione che ha definito ‘impossibile senza conseguenze umanitarie devastanti’ deve essere sostenuto accanto alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’accesso degli aiuti umanitari indispensabili e l’uscita di tutti i civili che lo vogliano, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili”.
Strategie europee per intese regionali, bilaterale Lazio-PoloniaRoma, 13 ott. (askanews) – Il presidente della prima commissione regionale del Lazio, Flavio Cera, su delega del presidente Francesco Rocca, ha partecipato a un incontro bilaterale con il maresciallo del Voivodato di Lublino, Jaroslawem Stawiarskimlettere, per iniziare a elaborare strategie per un’intesa interregionale.
“Siamo convinti che la cooperazione internazionale tra Regioni abbia un impatto positivo sullo sviluppo locale. Siamo aperti e favorevoli all’avvio di un dialogo costante e proficuo tra le nostre realtà per promuovere uno scambio di esperienze in una serie di ambiti strategici: da economico e commerciale, a quelli scientifico, accademico, turistico e culturale”, ha dichiarato Flavio Cera nel corso del suo intervento. L’incontro ha fatto seguito alla quarta edizione della conferenza “Doing Business Together”, tenuta il giorno precedente, il cui scopo principale è quello di promuovere la cooperazione tra Regioni italiane e polacche. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni di Lazio, Sicilia, Puglia e Voivodato di Lublino, hanno partecipato i rappresentanti della Camera di Commercio italo-polacca e diverse decine di imprenditori di entrambi i Paesi. Presente anche l’ambasciatrice italiana in Polonia, Anna Maria Anders.
“Siamo consapevoli che il Voivodato di Lublino, sia in virtù della sua posizione geografica che della tipologia delle attività economiche che vi risiedono, avrà un ruolo importante nella ricostruzione dell’Ucraina, tema caro a entrambi i nostri Paesi e per cui la Regione Lazio desidera fare la sua parte. L’amministrazione regionale sente il dovere di offrire tutta la sua collaborazione per fare in modo che la vita dei cittadini ucraini torni alla pace e alla normalità, nella sincera speranza che ciò possa avvenire nel più breve tempo possibile, anche grazie al lavoro e all’eccellenza delle nostre aziende”, ha evidenziato Flavio Cera. Il presidente Cera ha ringraziato la delegazione polacca e l’amministrazione del Voivodato di Lublino per la calorosa accoglienza e per l’impeccabile organizzazione. A margine della conferenza anche una serie di incontri specifici per gli imprenditori, a cui hanno partecipato circa 40 aziende.
Puzzone di Moena Dop, Csqa confermato organismo certificatoreRoma, 13 ott. (askanews) – L’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) dei prodotti agroalimentari del ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste (Masaf) ha rinnovato l’autorizzazione, con Decreto Ministeriale, a CSQA ad effettuare i controlli per la Denominazione di Origine Protetta Puzzone di Moena per i prossimi tre anni.
Il Puzzone di Moena DOP, tutelato anche con il nome in lingua ladina Spretz Tzaorì DOP, è una delle eccellenze del Trentino-Alto Adige, una regione con 29 prodotti DOP IGP nei comparti cibo e vino, in grado di generare un impatto economico pari di oltre 1 miliardo di euro grazie al lavoro di 21.600 operatori. Nato nei caseifici turnari e nei masi della Val di Fiemme, Val di Fassa e nel Primiero, il Puzzone di Moena DOP può contare oggi su una filiera da 400 tonnellate di produzione certificata annua e 71 operatori capaci di generare 4 milioni di euro di valore al consumo.
“La scelta di riconfermare CSQA, organismo di certificazione leader in Italia nel campo delle Indicazioni Geografiche, è dettata dalla volontà di proseguire un cammino proficuo che dura da molti anni con reciproca soddisfazione – sottolinea Franco Morandini, presidente del Consorzio di tutela del Puzzone di Moena – Spretz Tzaorì. Da anni il Consorzio si affida a CSQA che si è sempre distinto per la propria serietà e affidabilità”.
Bce, Kammer (Fmi):non celebrare vittoria su inflazione troppo prestoMarrakech, 13 ott. (askanews) – Non celebrare prematuramente la vittoria sull’inflazione in Europa. Ci sono molti precedenti storici nel mondo che indicano come la troppa fretta abbia poi costretto le banche centrali a fare marcia indietro. Il segnale alla Bce e ma anche ai governi del Vecchio Continente giunge dal Fondo Monetario Internazionale con un argomentato contributo di Alfred Kammer, responsabile del dipartimento Europa dell’istituzione di Washington.
“Come mostriamo in un recente articolo che esamina 100 episodi di inflazione in tutto il mondo – spiega Kammer in un articolo pubblicato sul blog del Fmi – la storia è disseminata di esempi di celebrazioni premature della vittoria in lotte disinflazionistiche con l’inflazione che ritorna ogni volta. Questo è un errore costoso che l’Europa può e deve evitare. La stabilità dei prezzi deve essere ripristinata stabilito al primo tentativo. E mentre cominciano a farsi sentire gli effetti delle politiche monetarie più restrittive farsi sentire in tutta Europa, e mentre le critiche inevitabilmente aumentano, le banche centrali non devono battere ciglio”. “Secondo Kammer anche i politici possono e dovrebbero aiutare riducendo i deficit ancora elevati per ricostruire o preservare le riserve fiscali, il che contribuirà a ridurre più rapidamente l’inflazione”.
Secondo l’analisi del Fondo, infatti esistono ancora delle incognite legate soprattutto al comportamento delle parti sociali in Europa.”Nelle nostre proiezioni – spiega Kammer – prevediamo che l’inflazione ritorni al livello target nel 2025. Prima di allora, la crescita dei salari nominali aumenterà, recuperando parte del reddito reale perduto dal lavoro. Con strette politiche di indebolimento della domanda interna, i margini di profitto delle imprese dovrebbero comprimersi e aiutare a mitigare l’impatto di una crescita salariale più rapida sull’inflazione, come spieghiamo in una recente ricerca. Ci sono, ovviamente, dei rischi legati al nostro scenario centrale. La crescita dei salari potrebbe superare la nostra ipotesi, facendo lievitare il costo del lavoro. I margini di profitto potrebbero rimanere elevati. E, come il recente Il picco dei prezzi del petrolio è evidente, gli shock sui prezzi delle materie prime continuano a destare preoccupazione”. Esiste però anche un’altra possibilità: “dall’altro lato, se gli aumenti dei tassi di interesse si trasmettono più velocemente di quanto prevediamo, o più fortemente, alla domanda e alle aspettative di inflazione, l’inflazione potrebbe diminuire più rapidamente. La politica monetaria dovrebbe rimanere dipendente dai dati. Sotto la linea di base, questo significa che dovrebbe mantenere la rotta e rimanere restrittiva nella maggior parte dei paesi. Se l’inflazione arriva molto più bassa o superiore, i tassi dovrebbero adeguarsi. Ma, in generale, durante uno sforzo di disinflazione – sottolinea Kammer – è meglio sbagliare nel fare un po’ di più che nel fare di meno in risposta a un sorpresa al rialzo”.
D’altronde “prima o poi arriverà il momento dei tagli dei tassi d’interesse. Quando lo si fa, è meglio che tali tagli non comportino inversioni di rotta. Quel momento non è adesso. L’urgenza richiede anche pazienza. La buona notizia, nel frattempo, è che i mercati del lavoro europei sono forti. Hanno attraversato i travagli della pandemia, lo shock energetico e la politica monetaria più severa nella memoria recente. I mercati del lavoro europei si sono dimostrati straordinariamente resilienti”. Anche se, puntualizza “con la politica monetaria più restrittiva che ora alimenta intenzionalmente una forte stretta creditizia, e con l’industria ancora in fase di adeguamento all’aumento dei costi energetici relativi ai livelli di qualche anno fa, un certo indebolimento dell’attività è inevitabile, anche se il Il rallentamento sarà parzialmente attenuato dalla stabilità dei consumi privati con il recupero dei salari reali”.
White Coat ceremony per studenti Cattolica: il primo camice biancoRoma, 13 ott. (askanews) – “Non abbiate mai paura di sbagliare, perché alcune fra le più brillanti scoperte scientifiche sono nate da profondi fallimenti iniziali” – così il professor Ignazio Marino, Executive Vice President for Jefferson International Innovative Strategic Ventures della Thomas Jefferson University, ha incoraggiato le studentesse e gli studenti del Corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicine and Surgery della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, in uno dei passaggi più significativi del suo Keynote Address nella White Coat ceremony che si è tenuta nel campus di Roma dell’Ateneo nel pomeriggio di ieri 12 ottobre. Dopo la partecipazione di due studenti iscritti nel percorso di Triple Degree del Corso di laurea in Medicine and Surgery alla solenne White Coat ceremony della Thomas Jefferson University nello scorso mese di luglio, il campus di Roma dell’Università Cattolica vive ancora una volta l’emozione e il significato dell’evento che in Italia segna l’ingresso dei medici nelle corsie degli ospedali, dopo la frequenza del primo triennio di studi.
La cerimonia è stata aperta dal saluto istituzionale del professor Alessandro Sgambato, Vicepreside della Facoltà: “Alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica cerchiamo ogni giorno di trasmettere agli studenti strumenti scientifici e clinici per diventare buoni medici, assicurando la migliore didattica e pratica medica innovativa anche grazie alle attività svolte al Policlinico Gemelli. Ogni giorno ci impegniamo anche nella ricerca per introdurre nella pratica clinica le procedure e i farmaci più innovativi. Soprattutto, forniamo un servizio alla nostra comunità”. “Vogliamo però che i nostri studenti – ha continuato Sgambato – imparino non solo ad essere dei medici eccellenti, ma anche ad essere delle brave persone, professionisti ed esperti della salute che mettono al primo posto le esigenze dei pazienti, delle loro famiglie, dei caregiver perché curare un paziente, agire da medico, significa anche e innanzitutto prendersi cura della persona”. “Oggi questi studenti – ha concluso il Vicepreside – iniziano un percorso bello, ma difficile e impegnativo che li porterà a diventare ottimi medici. Ma non sarà facile, e il sostegno di familiari e amici, oltre che di docenti e tutor, sarà fondamentale: tutti noi vi assicuriamo che questo sostegno ci sarà”. Tante le suggestioni del Keynote address: la differenza fra essere e fare il medico, le sfide sollevate dall’innovazione tecnologica, come l’intelligenza artificiale, soprattutto relativamente alla necessità di mantenere il contatto umano ed empatico con il paziente, l’importanza del coraggio e il valore dell’errore anche nell’esercizio della professione medica: “Siate perseveranti – ha continuato Marino -, ma soprattutto curate fin dall’inizio il rapporto con il paziente: solo questo vi permetterà di “essere medici” anziché semplicemente di “fare i medici”. Poiché certamente un’epoca come quella in cui vi apprestate ad operare, ricchissima di continue rivoluzioni tecnologiche, costituisce al tempo stesso uno strumento preziosissimo, ma anche una pericolosa minaccia alla conservazione di un approccio empatico”.