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Tag: Sanremo 2023

Assomela all’Ue: proposta su fitosanitari mina la sicurezza alimentare

Assomela all’Ue: proposta su fitosanitari mina la sicurezza alimentareMilano, 16 mar. (askanews) – La proposta europea di regolamento sull’Uso sostenibile dei fitosanitari per Assomela “non tiene affatto in considerazione gli impatti sulla produttività e sulla competitività del settore, e non presenta alternative reali e immediatamente concretizzabili all’utilizzo di prodotti fitosanitari”. La bozza di regolamento, è per l’associazione “figlia di una impostazione ideologica da parte della Commissione e potrebbe oggettivamente minare la sicurezza alimentare europea, diminuendo la capacità produttiva e allo stesso tempo rischiando di aumentare le importazioni da Paesi con norme in materia molto meno rigide”.
Nella nota diffusa a seguito della riunione del comitato marketing di Assomela, si fa riferimento alla recente relazione dell’europarlamentare austriaca Sarah Wiener (Gruppo Verdi), che ha rilanciato “una riduzione dell’80% dei fitosanitari entro il 2030”, giudicata “quantomai inopportuna ed irrealistica, considerato che non è ancora stato completato lo studio per valutare l’impatto del provvedimento”.
Assomela auspica che la proposta di regolamento venga definitivamente ritirata per aprire un nuovo confronto più profondo con il mondo produttivo per arrivare ad una proposta adeguata nei metodi e nei tempi, rispettosa anche delle esigenze degli agricoltori.
Il Comitato ha inoltre comunicato le giacenze di mele italiane al primo di marzo pari a 766.147 tonnellate, inferiori del 7% alla media dei cinque anni precedenti. Gli stocks continuano a essere particolarmente bassi per molte varietà. Per la Golden Delicious la giacenza è di 278.633 tonnellate, inferiore del 28% rispetto allo scorso anno. Gli stocks di Gala, che dovrebbero esaurirsi alla fine del mese, ammontano a 25.646 tonnellate, il 51% in meno rispetto al marzo 2022. Nel mese di febbraio le vendite hanno sfiorato le 200.000 tonnellate, leggermente superiori alla media dei tre anni precedenti ed in linea con i piani di decumulo. Proseguono bene anche l’export in Europa e le vendite oltremare, specialmente per il Sudamerica.

Giornate FAI Primavera: 750 luoghi aperti al pubblico in 400 città

Giornate FAI Primavera: 750 luoghi aperti al pubblico in 400 cittàRoma, 16 mar. (askanews) – In 400 città di 20 regioni oltre 750 luoghi di solito non accessibili al pubblico – tra cui ambasciate, tribunali, osservatori astronomici, ville, giardini, carceri, fabbriche, aziende agricole – apriranno le loro porte e mostreranno i loro tesori nascosti in occasione della 31° edizione della Giornate FAI di Primavera, importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, in programma sabato 25 e domenica 26 marzo. Anche in questa 31ª edizione, – presentata al ministero della Cultura – la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia.
Dalla prima edizione del 1993 al 2022 sono state quasi 12 milioni le persone che hanno approfittato dell’iniziativa che ha aperto nel complesso 14.790 luoghi in 6.400 città grazie al lavoro di oltre 150mila volontari e 344.560 apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati che accompagnano il pubblico nelle visite.
Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, – sottolinea il Fondo – affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti.
Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.
“Si tratta di un appuntamento importante dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico della nostra Nazione. Le Giornate FAI sono un’iniziativa che unisce l’Italia, un percorso di conoscenza e presa di coscienza indispensabile. Per salvare il nostro patrimonio bisogna amarlo e, prima ancora, conoscerlo – ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento che si è svolta oggi al Ministero della cultura – Grazie all’opera di migliaia di volontari, luoghi spesso inaccessibili saranno aperti e visitabili, è un’opportunità preziosa per ritrovare il carattere originale della nostra identità nazionale e per dare modo di sprigionare un’incontenibile voglia d’Italia che viene dall’estero. Stiamo lavorando a decine di interventi di valorizzazione con il PNRR e altri stanziamenti sbloccando risorse ferme e inutilizzate”.
“In questi 31 anni di esistenza – ha affermato il Presidente del FAI, Marco Magnifico – le Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano”.
Tra i luoghi che sarà possibile visitare nelle due giornate: a Roma, Villa Bonaparte, sede dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede dal 1950 e Palazzo Piacentini-Vaccaro oggi sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy; A Milano Palazzo Marino, capolavoro dell’architetto manierista Galeazzo Alessi, che lo costruì tra 1557 e 1563, ricco di sale decorate con stucchi e affreschi, sede del Comune di Milano dal 1861; a Vicenza aprirà il neo-palladiano Palazzo Loschi Zileri Dal Verme; a Genova Palazzo Doria Spinola, sede della Prefettura; a Bologna l’Accademia delle Scienze, e la Palazzina della Viola; a Ocre (AQ), lo scenografico Convento di Sant’Angelo; a Napoli in piazza del Plebiscito, aprirà Palazzo Salerno, sede del Comando Forze operative del Sud; a Tempio Pausania (SS), si visiterà l’ex Carcere La Rotunda. Ma l’elenco è molto più lungo (tutti luoghi su www.giornatefai.it).
Gli iscritti alla Fondazione, e chi si iscriverà al FAI online o in piazza in occasione della manifestazione, potranno beneficiare di aperture e visite straordinarie in molte città. In occasione della Giornate di Primavera si può sostenere il FAI con iscrizione a quota agevolata, con un contributo libero partecipando a un evento e, fino al 2 aprile, con un SMS al 45584.
Le Giornate FAI di Primavera 2023 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura e di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Anche quest’anno la Rai a partire dal 20 marzo dedicherà all’iniziativa un’ampia programmazione sulle reti televisive e radiofocniche oltre che sui social.

Meloni vede familiari Cutro: avanti con ricerche, impegno su accoglienza

Meloni vede familiari Cutro: avanti con ricerche, impegno su accoglienzaRoma, 16 mar. (askanews) – Una trentina di persone, molti giovanissimi, tre donne e anche alcuni minori, uno non accompagnato. Familiari delle vittime e superstiti del naufragio del 26 febbraio a Cutro sono arrivati questa mattina a Palazzo Chigi per incontrare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un incontro durato oltre un’ora in un clima definito “emozionato e commosso”, aperto dalla stretta di mano della premier, del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano.
In quattro, tra i presenti, hanno preso la parola, ringraziando per l’invito, “per l’operato in loro aiuto, per quanto fatto dall’Italia in Afghanistan e per quanto ancora si potrà fare in futuro”, riferisce Palazzo Chigi. Quindi hanno esposto le loro richieste facendo un “appello al suo cuore di madre”, che tocca la premier: “Sì, anch’io ho una figlia piccola…”. Quello che chiedono all’Italia è continuare la ricerca delle salme, favorire i ricongiungimenti in altri Paesi europei, principalmente in Germania, adoperarsi per i diritti in Afghanistan e per l’apertura di corridoi umanitari.
La premier ha garantito che “proseguirà la ricerca delle salme, incluse quelle presumibilmente imprigionate nel barcone, ancora incagliato sul fondale”. Per quanto riguarda le domande di accoglienza e di ricongiungimento familiare, Meloni ha chiesto uno schema preciso delle richieste, garantendo “l’impegno diplomatico dell’Italia in sede Ue” perchè siano soddisfatte. Stesso impegno sarà messo, ha aggiunto, “per un Afghanistan libero e rispettoso dei diritti umani, in particolare di quelli delle donne” e “per superare le diverse crisi che hanno colpito Pakistan, Palestina e Siria”.
Nel corso del colloquio c’è stato anche spazio per ascoltare la ricostruzione di come è avvenuto il naufragio. Meloni, a questo proposito, ha chiesto quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate del Mediterraneo. La risposta di un cittadino siriano, secondo quanto si apprende, è che erano consapevoli del pericolo, ma che un analogo pericolo di morte lo avrebbero corso rimanendo nel proprio Paese o in Turchia. La premier ha anche ribadito “la linea del Governo nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, al fine di evitare altre tragedie come quelle avvenute di recente”.
Al termine dell’incontro molti dei presenti hanno chiesto alla premier di scattare una foto insieme.

Porta (Pd): istituzioni scommettano tutte sul turismo delle radici

Porta (Pd): istituzioni scommettano tutte sul turismo delle radiciRoma, 17 mar. (askanews) – “Credo che il turismo delle radici non vada banalizzato, derubricandolo alla festa del Paese o al ritorno dell’emigrante con la valigia di cartone. Tutte cose ovviamente che fanno parte anche dell’immaginario e forse ancora di una realtà dell’emigrazione, ma il turismo delle radici è molto di più”. Così il deputato Pd, Fabio Porta, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione America meridionale, promotore assieme agli altri colleghi eletti all’estero del Pd – Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo e Nicola Caré – nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati della presentazione del libro ‘Scoprirsi italiani – I viaggi delle radici in Italia’ di Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario, patrocinato dal Maeci.
“Il progetto del turismo delle radici è anche la risposta allo spopolamento dei piccoli borghi, la valorizzazione di collettività che oggi ha costruito interi continenti. É una strategia a medio e lungo termine sulla quale noi vorremmo che le istituzioni scommettessero in maniera sistemica e non episodica”, ha proseguito Porta.
“Con questo progetto, per la prima volta, gli italiani nel mondo vengono considerati e valorizzati , non solo a parole, come fatto per decenni, ma concretamente dando un’importanza vera agli italodiscendenti, agli italiani nati all’estero, alle nuove generazioni di italiani all’estero, che rappresentano la vera linfa, il vero potenziale al quale attingere quando si parla di turimo delle radici”, ha spiegato Porta ricordando di aver presentato “una proposta di legge per la concessione di visti speciali agli italodiscendenti per favorire lo stabilirsi in Italia”.

Xi Jinping: agricoltura questione primaria di sicurezza nazionale

Xi Jinping: agricoltura questione primaria di sicurezza nazionaleRoma, 16 mar. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha lanciato un messaggio per ribadire la centralità dell’agricoltura, definendola una “questione di sicurezza nazionale di estrema importanza” di fronte alle turbolenze del mercato dei cereali in seguito alla guerra russo-ucraina. Lo riferisce il South China Morning Post.
Il messaggio di Xi, accompagnato da una forte indicazione a lavorare per ottenere l’autosufficienza alimentare, risale in realtà a dicembre, quando il presidente intervenne alla conferenza annuale sul lavoro rurale. Tuttavia è apparso oggi sulla rivista di elaborazione teorica del Partito comunista cinese Qiushi.
“Da quando è iniziata la crisi ucraina, oltre 30 paesi hanno limitato le esportazioni di cibo e alcuni hanno sperimentato disordini sociali o addirittura cambi di regime”, ha segnalato il presidente cinese. “C’è un evidente aumento dell’incertezza e imprevedibilità” della situazione, ha continuato il numero uno di Pechino. “Quando qualcosa non va nell’agricoltura, le nostre ciotole finiscono per essere tenute nelle mani di qualcun altro e dobbiamo dipendere dagli altri per il cibo. Come potremmo mai conquistare la modernizzazione in una situazione del genere?”
Sebbene la Cina nutra un quinto della popolazione mondiale con solo il 9% della terra arabile mondiale, negli ultimi anni sono cresciute le preoccupazioni per la sicurezza alimentare tra le minacce del cambiamento climatico e il peggioramento dei legami con gli Stati Uniti e i suoi alleati, molti dei quali sono principali fornitori agricoli.
Pechino ha adottato una politica di autosufficienza alimentare e ha stabilito una “linea rossa” per mantenere le dimensioni della terra coltivabile. La Cina ha registrato una produzione annuale di grano di circa 660 milioni di tonnellate dal 2015, raggiungendo livelli record nel 2021-22 con più di 680 milioni di tonnellate.
Nella sua prima conferenza stampa dopo le “Due sessioni” annuali, il nuovo premier Li Qiang ha incoraggiato lunedì gli agricoltori lavorare per garantire ai cinesi di “tenere in mano le loro ciotole”, riecheggiando la stessa formula usata da Xi. “Il nostro sostegno alla produzione di grano sta solo aumentando e mai diminuendo”, ha affermato.
Nonostante produca la maggior parte dei prodotti agricoli a livello globale, lo sviluppo agricolo della Cina è molto indietro rispetto all’industrializzazione e all’urbanizzazione, ha affermato Xi nel discorso di dicembre. La produttività agricola – ha detto ancora il presidente – è solo un quarto di quella dei settori non agricoli, mentre le materie prime agricole “ovviamente mancano di competitività” nel mercato globale. Preservare quindi i terreni agricoli e sviluppare i semi invece di affidarsi a allevatori stranieri sono le due principali priorità per la produzione alimentare cinese, ha sostenuto Xi.
La Cina – ha aggiunto – deve anche frenare i gravi sprechi durante i processi di raccolta, trasporto, lavorazione, vendita e consumo, dove oltre il 20% del cibo viene sprecato ogni anno: “Se riuscissimo a dimezzare lo spreco di cibo, sarebbe sufficiente per sfamare 190 milioni di persone per un anno”.
Mentre la Cina rimane fondamentalmente autosufficiente per gli alimenti di base, vale a dire riso, grano e mais, fa molto affidamento sulle importazioni di soia e altri raccolti di semi oleosi.

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romani

Barilla porta la pasta al bronzo in tre ristoranti romaniMilano, 16 mar. (askanews) – Barilla porta la sua ultima innovazione in fatto di pasta nei ristoranti romani. Al bronzo infatti entra nei menù di tre locali della Capitale Assuntina a Testaccio, Ripa 12 e Osteria Circo, situati a Trastevere e Testaccio. Proprio gli spaghetti della linea trafilata al bronzo si sono aggiudicati il primo posto nella classifica di Altroconsumo e il primo posto ex aequo in quella stilata da Il Salvagente, le due associazioni a tutela dei consumatori.
Con questo progetto sarà possibile mangiare la pasta Al bronzo non solo a casa ma anche al ristorante, nella versione “cacio e pepe con gamberi rossi profumati al lime” da Assuntina a Testaccio, alla carbonara di tonno e al sugo di vegetali e basilico da Ripa 12 durante l’aperipasta, o col pesce spada nel menù del ristorante, o ancora delle linguine ai carciofi in due consistenze, guanciale iberico croccante e olio alla mentuccia all’Osteria Circo, situata di fronte al Circo Massimo.

Bce alza tassi di 50 pb, rifinanziamento al 3,50% top da 2007

Bce alza tassi di 50 pb, rifinanziamento al 3,50% top da 2007Roma, 16 mar. (askanews) – La Banca centrale europea ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, come aveva ripetutamente indicato nelle scorse settimane. In questo modo il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento sale al 3,50%, il livello più elevato che si registri dall’ottobre del 2007 (3,75%). “L’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, afferma il Consiglio direttivo.
Le turbolenze di Borsa e del settore bancario delle ultime sedute non hanno fatto desistere l’istituzione monetaria dai suoi propositi. Diversi osservatori avevano ipotizzato che la Bce potesse optare per un rialzo più contenuto, o addirittura non ritoccare i tassi, alla luce dell’alta tensione che si è registrata nelle ultime giornate, prima per i fallimenti di diverse banche negli Usa, tra cui la Silicon Valley Bank, poi ieri con il tracollo di Credit Suisse in Svizzera, oggi in forte recupero dopo l’intervento sulle liquidità della Banca centrale elvetica.
La Bce ha anche aggiornato le sue previsioni economiche, ma precisando di non aver fatto in tempo a tenere conto proprio di queste ultime turbolenze sui mercati. I tecnici dell’istituzione hanno rivisto al rialzo al +1% l’attesa di crescita dell’area euro di quest’anno, mentre hanno limato all’1,6% la previsione sia sul 2024 sia sul 2025.
Contestualmente i tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso le previsioni di inflazione al 5,3% quest’anno, al 2,9% sul 2024 e al 2,1% nel 2025. Ma hanno alzato al 4,6% l’attesa sull’inflazione di fondo di quest’anno, cioè la previsione sulla crescita dei prezzi senza le componenti relative a energia e alimentari.

Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destra

Schlein a leader opposizione: costruiamo alternativa a destraMilano, 16 mar. (askanews) – “Gli elettori non hanno trovato più la sinistra, dobbiamo costruire un’alternativa: diamoci un appuntamento fuori, lontano dalle telecamere. Possiamo fare insieme un ragionamento di contenuto e di merito. Chiudiamoci in una stanza, non usciamo fino a notte fonda, ma poi qualcosa da fare insieme la troviamo piuttosto che far vincere di nuovo quegli altri”. Lo ha detto Elly Schlein, segretaria del Pd, chiudendo il suo intervento alla tavola rotonda con Conte, Calenda e Fratoianni organizzata al congresso della Cgil.

Disgelo Tokyo-Seoul, Cina: no a cricche esclusive

Disgelo Tokyo-Seoul, Cina: no a cricche esclusiveRoma, 16 mar. (askanews) – La Cina è contraria al tentativo di costituzione di “cricche esclusive”. L’ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella quotidiana conferenza stampa, dopo il vertice a Tokyo tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol che ha segnato un disgelo tra i due principali alleati regionali degli Stati uniti.
“Mantenere stabili e attive le catene industriali e di approvvigionamento è interesse della Cina, del Giappone, della Repubblica di Corea (Corea del Sud) e di tutta la regione”, ha segnalato Wang. “La Cina – ha proseguito – si oppone ai tentativi di formare cricche esclusive. Noi speriamo che le relazioni Giappone-Repubblica di Corea si evolvano in una maniera che conduca alla pace regionale, alla stabilità e alla prosperità”.
Poi, rivolgendosi a Tokyo, Wang ha detto: “Noi chiediamo costantemente al Giappone di riflettere profodnamente sulla sua storia di aggressione, di gestire in maniera appropriata le questioni storiche con un atteggiamneto onersto e responsabile e su questa base sviluppare relazioni normali con i vicini asiatici”:

Disgelo Tokyo-Seoul, la diplomazia dell’”omuraisu” di Yoon e Kishida

Disgelo Tokyo-Seoul, la diplomazia dell’”omuraisu” di Yoon e Kishida

Roma, 16 mar. (askanews) – Alcune testate giapponesi l’hanno hià definita “la diplomazia dello omuraisu”: la tipica omelette giapponese arrotolata e ripiena di riso è stata infatti il piatto principe della cena oggi a Tokyo tra il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, dopo l’atteso vertice nel quale i due hanno concordato di portare alla normalizzazione i rapporti tra i loro paesi, principali alleati in Asia orientale degli Stati uniti.
Il presidente sudcoreano aveva confessato di non aver mai dimenticato questo piatto mangiato tanto tempo fa a Tokyo nel ristorante Rengatei, dove si dice sia stata inventata la ricetta. Dopo il summit, il premier nipponico ha portato il capo dello stato sudcoreano a riassaporare ancora una volta in quel locale l’”omuraisu”.
Il vertice, accuratamente preparato, è andato come previsto. Kishida e Yoon – arrivato oggi nella capitale nipponica come primo capo di stato sudcoreano a fare una visita bilaterale in Giappone in 12 anni – hanno concordato di mantenere una “stretta comunicazione”, perché il rafforzamento delle relazioni bilaterali è “questione di massima urgenza”, ha chiarito Kishida nella conferenza stampa congiunta dopo la parte plenaria e quella a due del vertice. Il Giappone – ha continuato il capo dell’esecutivo di Tokyo – riprenderà presto i colloqui di sicurezza con la Corea del Sud anche per affrontare le “provocazioni” della Corea del Nord e la crescente asserività della Cina.
Yoon, dal canto suo, ha annunciato di aver “dichiarato la completa normalizzazione” dell’Accordo di sicurezza generale delle informazioni militari (GSOMIA), un documento cruciale di condivisione delle intelligence che Seoul aveva minacciato di sospendere causando anche una preoccupata presa di posizione degli Stati uniti. “Io credo – ha detto ancora il presidente sudcoreano – che i nostri due paesi debbano poter condividere informazioni sui lanci di missili nucleari nordcoreani e sulle loro traiettorie per rispondere”.
Una dichiarazione, questa, che va incontro a un’esigenza messa in luce anche dal fatto che, proprio oggi, il summit è stato “salutato” dalla Corea del Nord con il lancio di un missile intercontinentale balistico (ICBM), che è caduto poco lontano dalla Zona economica esclusiva del Giappone.
I passaggi che hanno portato al disgelo tra Tokyo e Seoul sono stati rapidi negli ultimi mesi, nei quali si è manifestata una forte discontinuità a Seoul tra la politica della precedente presidenza Moon Jae-in, particolarmente caustica verso Tokyo, e quella della presidenza Yoon. Il passaggio-chiave è stato probabilmente l’annuncio la settimana scorsa da parte di Seoul della costituzione di una fondazione che raccoglierà donazioni volontarie tra le imprese sudcoreane per risarcire una dozzina di anziane vittime del lavoro forzato durante il periodo coloniale giapponese (1910-1945). S’è trattato di una decisione sofferta che, nel paese, si sta scontrando con una vasta opposizione e con le reazioni sdegnate delle vittime superstiti dei lavori forzati stessi.
Il passo fatto dall’amministrazione Yoon serve a togliere uno dei principali macigni sulla strada del disgelo con Tokyo. Infatti la fondazione andrebbe a sostituire nel risarcimento due compagnie giapponesi – Mitsubishi Heavy Industries e Nippon Steel – condannate nel 2018 dalla Corte suprema di Seoul a pagare somme importanti, pena il congelamento dei loro asset. Tokyo considera chiusa la vicenda del lavoro forzato, come anche quella delle cosiddette “donne di conforto”, cioè delle donne sfruttate nei bordelli militari dell’Esercito imperiale giapponese fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, perché regolata dall’accordo di normalizzazione delle relazioni del 1965, che ha anche fissato le riparazioni di guerra.
Sempre oggi, per favorire il clima del vertice, il Giappone ha annunciato lo sblocco delle esportazioni di alcune materie prime necessarie all’industria sudcoreana dei semiconduttori e alla produzione di display e altri componenti elettronici. Questo embargo era stato imposto nel 2019 ed era stato visto come una rappresaglia nipponica per la sentenza della Corte suprema sudcoreana. Seoul aveva reagito al blocco giapponese presentando un ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc o WTO) per discriminazione. Oggi ha segnalato di aver ritirato anche questo ricorso.
Se, però, il riso dell’”omuraisu” ce l’hanno messo i due leader asiatici, l’omelette è stata cucinata altrove. Washington ha guardato con molta attenzione a quanto sarebbe accaduto oggi a Tokyo. Non a caso ogni passaggio del rapido disgelo nippo-sudcoreano è stato accompagnato da pacche sulle spalle e benedizioni americane. Il presidente Usa ha recentemente definito questo passaggio “un nuovo, rivoluzionario capitolo di cooperazione e partnership tra due dei più stretti alleati degli Stati Uniti” e un “passo fondamentale per forgiare un futuro per il popolo coreano e giapponese che sia più sicuro, più protetto e più prospero”.
Due giorni fa l’assistente segretario di Stato Usa per l’Asia Daniel Kritenbrink ha spiegato che Washington considera l’Indo-Pacifico “centrale” per la strategia di sicurezza americana. Il riallineamneto dei due principali alleati nell’Asia nordorientale, in questo senso, rappresenta un atout per rendere sostenibile la postura militare americana nella regione di fronte a quella che a Washington percepisce come la principale concorrente e minaccia globale: la Cina.
(di Antonio Moscatello)