Crosetto: la Cybersecurity è fondamentale, pronti a investire di piùRoma, 3 ott. (askanews) – “Lo Stato e la Difesa sono perfettamente consci di quanto il settore sia fondamentale e hanno la volontà di investire sempre più”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo alla CybertechEurope 2023 in corso a Roma.
La Cybersecurity, ha aggiunto il ministro ha creato un nuovo mondo “che richiede approccio diverso, con nuove regole. Uno Stato più leggero, capace di individuare nella parte privata le competenze che gli servono”.
Nasce in Sicilia la prima distilleria italiana di RumRoma, 3 ott. (askanews) – Nasce in Sicilia, e precisamente a Modica, città patrimonio Unesco, la prima distilleria di Rum in Italia con coltivazione di canna da zucchero. Si chiama Distilleria Alma ed è gestita da tre imprenditori, Annalisa Spadaro, Hugo Gallardo e Alejandro Lopez, che sono partiti per un viaggio a ritroso nel tempo, per riscoprire l’importanza sul luogo della canna da zucchero, introdotta in Sicilia dagli Arabi nel VII secolo a.C., diventata un’industria redditizia per l’intero territorio fino alla sua sparizione dopo sette secoli di coltivazione.
Oggi il clima subtropicale della Sicilia con estati calde e inverni miti, permette alla canna da zucchero di prosperare per un lungo periodo dell’anno, da marzo a novembre, quando la temperatura scende e avviene la concentrazione dello zucchero. Nel 2022 l’azienda ha deciso di coltivare tre ettari di terreno dalle caratteristiche calcaree e ferrose: quando la canna da zucchero raggiunge la maturazione viene lavorata per fare un Rum 100% siciliano. “Mater” è il brand che accomuna tutti i prodotti raccontando la storia della Sicilia, terra madre della distilleria e delle materie prime. La linea comprenderà tre tipologie di Rum: Sugarcane Juice Pure Single Rum, e Sugarcane Syrup Pure Single Rum, con succo concentrato di canna da zucchero, e Molasses Pure Single Rum, con melassa organica. Il lancio dello Sugarcane Juice Pure Single Rum è previsto entro il 2023 mentre gli altri nel corso del 2024. Oltre al Rum è stato appena lanciato il London Dry Gin: la canna da zucchero è sempre protagonica, combinata a botaniche locali come ginepro, coriandolo, mandorla di Ragusa, limone e arancia siciliani, rosmarino, timo e ginestra locali.
Assicurazioni, Signorini (Ivass): norme tengano conto di rischi climaRoma, 3 ott. (askanews) – “La transizione energetica va perseguita fondamentalmente tramite politiche generali (regole, incentivi o tasse, investimenti pubblici); la regolamentazione prudenziale, bancaria e assicurativa, ne dovrebbe tener conto, non tanto a fini di incentivazione diretta, quanto nell’ambito dell’obiettivo che le è proprio, la stabilità delle istituzioni finanziarie. Precisamente a tal fine essa deve prendere in considerazione tutti i rischi che gravano sugli operatori, inclusi quelli legati al cambiamento climatico e alla transizione sostenibile”. Lo ha affermato Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel suo intervento all’Insurance Summit dell’Ania.
“L’eventuale introduzione di ‘fattori di sostenibilità’ nella regolamentazione, perciò, dovrebbe essere giustificata da solida e comprovata evidenza empirica. Contiamo che Eiopa riesca come previsto, a valle dell’approvazione della revisione di Solvency II, a dar corso al mandato ricevuto in merito, identificando e proponendo un sistema di incentivi ovvero di penalizzazioni basato su una comprovata evidenza – ha proseguito – circa la natura e l’entità dei rischi da presidiare. Daremo in ogni sede opportuna il nostro contributo alla discussione”.
Gruppo Salvi investe su nuove varietà di kiwi, rosso e verdeRoma, 3 ott. (askanews) – Presto sul mercato due nuove varietà di kiwi. Il gruppo Salvi di Ferrara ha infatto investe su due nuove varietà, una a polpa giallo-rossa ed una a polpa verde, per rilanciare sui mercati il primato del kiwi italiano.
La società Salvivivai International, azienda della filiera Salvi che si occupa di trading internazionale di materiale vivaistico e gestione di licenze e brevetti vegetali ha recentemente acquisito i diritti di commercializzazione e licenza delle due nuove varietà: il kiwi rosso MFR 001, a polpa giallo-rossa di pezzatura elevata, dolce, molto produttivo, e il kiwi verde NM-61, di pezzatura media, dolce, precocissimo. “L’obiettivo – spiega Giuseppe Salvi – è dare innanzitutto alla filiera italiana del kiwi, che è una nostra eccellenza mondiale, due nuove opportunità di sviluppo che consentano di rilanciare il primato italiano del settore ed affiancare gli auspicabili interventi pubblici di sostegno ai produttori duramente colpiti dal fenomeno della morìa che sta ridimensionando la produzione nazionale, in particolare del verde”.
”Tre Bicchieri 2024″ a 22 vini campani: perde terreno il TaurasiMilano, 3 ott. (askanews) – Sono 22 i vini della Campania che quest’anno hanno ottenuto i “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso.
Si parte con l’Irpinia, “il bacino campano nel quale è sempre più possibile trovare dei bianchi folgoranti e dove le ultime annate sono state interpretate in maniera più che corretta, con il Fiano di Avellino che stacca un po’ il Greco di Tufo, ribadendo e rafforzando la sua essenza di grande bianco italiano”. I degustatori della guida, spiegano che le altre note positive arrivano da alcuni territori sempre più alla ribalta: “se i Campi Flegrei sono una scommessa già vinta, particolarmente interessanti stanno diventando la mediterraneità solare del Cilento e la presa vulcanica del Vesuvio”. Anche il Sannio vive “un ottimo momento con la sua Falanghina che spicca nel panorama regionale e nazionale e con l’Aglianico sempre più a fuoco”. A perdere terreno invece è una Denominazione importante come Taurasi, che, secondo gli esperti del Gambero “merita di essere trattata con più rispetto in futuro per recuperare i gradini persi”. Le etichette premiate sono: “Campi Flegrei Piedirosso 2020” di Contrada Salandra, “Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella 2022” di Cantine Astroni, “Cilento Rosso Dellemore 2020 di Casebianche, e “Costa d’Amalfi Ravello Bianco Selva delle Monache 2022” di Ettore Sammarco, “Fiano 2021” di Pietracupa, “Pian di Stio 2022” di San Salvatore 1988, “Taurasi Quattro Cerri 2019” di Masseria Della Porta, e “Taurasi Riserva 2019” di Donnachiara.
Per la Falanghina del Sannio, il punteggio massimo è andato a “Guardia Sanframondi Vignasuprema 2021” di Aia dei Colombi, “Identitas 2022” di Cantina di Solopaca, “Janare Senete 2022” di La Guardiense-Janare, “Svelato 2022” di Terre Stregate, e “Taburno V. T. Libero 2019” di Fontanavecchia. Il capitolo Fiano di Avellino si apre con il 2022 di Di Meo, e prosegue con “Alimata 2021” di Villa Raiano, “Le Grade 2022” di Vinosia, “Pietramara Etichetta Bianca Riserva 2020” di I Favati, e “Tognano Riserva 2020″ di Rocca del Principe. Per i Greco di Tufo”, “Cutizzi 2022” di Feudi di San Gregorio, “Daltavilla 2022” di Villa Matilde Avallone, “Oikos Riserva 2021” di Fonzone, e “Puddinghe 2022” di Sanpaolo – Claudio Quarta Vignaiolo.
Migranti, Zaia: diventeremo il campo profughi d’EuropaRoma, 3 ott. (askanews) – “L’Europa non si sta occupando di questo esodo biblico, non considera più i confini italiani come confini europei” e la conseguenza di questa situazione è che “l’Italia sta diventando il ventre molle dell’Europa e pian piano ne diventeremo anche il campo profughi”. Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in un colloquio con il quotidiano La Stampa.
“Abbiamo l’imbarazzo – sostiene – di avere un’Europa totalmente assente, latitante, che non si sta minimamente occupando del problema. In Europa abbiamo votato e voluto Schengen, ora non vedo per quale motivo alcuni Paesi devono chiudere le frontiere. E questa è la prova provata di un altro aspetto: i ricollocamenti dei cittadini immigrati che arrivano in Italia non hanno nessuna efficacia a livello europeo, si contano sulle dita di una mano”. Altro tema caldo, i Cpr, che alcuni presidenti di Regione non vogliono sul loro territorio. Per Zaia “il Cpr è un anello della filiera dell’immigrazione ma non dipende dalle Regioni. Sembra che l’obiettivo nazionale sia di averne uno per Regione. Stiamo parlando di una detenzione amministrativa di un massi- mo di 18 mesi volta al rimpatrio. Non c’entra nulla con l’arrivo dei migranti nel territorio italiano”. Dal suo punto di vista il problema sono i rimpatri: “L’Italia riesce a farne tra i 3500 e i 4000 l’anno. Considerando che quest’anno avremo più o meno 200 mila arrivi e circa l’8% avrà lo status di rifugiato, valutando anche le altre forme di protezione arriviamo al 30% del totale, questo significa che 140 mila migranti devono tornare a casa: con i numeri attuali è come svuotare il mare con un secchio”.
AgriUmbria porta ad Agrilevante la zootecnia italianaRoma, 3 ott. (askanews) – Ci sarà anche Agriumbria tra i protagonisti che quest’anno caratterizzeranno Agrilevante by Eima, la rassegna delle macchine e delle tecnologie per l’agricoltura del Mediterraneo, in scena a Bari dal 5 all’8 ottobre. Organizzata da FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, in partnership con la Fiera del Levante, la rassegna biennale vede la presenza ormai consolidata di Agriumbria, evento di riferimento nazionale per la zootecnia, gli allevamenti e l’agricoltura.
Anche quest’anno punto di forza della sezione zootecnica di Agrilevante è la mostra di capi bovini, equini, ovini, oltre che di animali da cortile, che FederUnacoma realizza in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori (Aia), con la sua sezione regionale Ara Puglia e con la struttura organizzativa di AgriUmbria: oltre 500 capi di allevamento, espressione delle più pregiate razze autoctone, da quella ovina Gentile di Puglia alla Bufala Mediterranea Italiana, dai bovini di razza Limousine, Marchigiana, Maremmana, Podolica, Romagnola e Jersey ai cavalli Murgese e Haflinger, dal Cavallo da tiro pesante rapido all’asino di Martina Franca, oltre che ad altre razze pregiate che arricchiscono il patrimonio zootecnico italiano. “Prosegue il nostro impegno sul Polo Carni e portiamo questi valori in giro per l’Italia anche grazie alla forte collaborazione con l’associazione italiana allevatori (Aia) e Unacoma”, ha spiegato il presidente di Umbriafiere, Stefano Ansideri.
Agriumbria, che si terrà a Bastia Umbra (Pg) dal 5 al 7 aprile del prossimo anno, sarà presentata proprio a Bari venerdì 6 ottobre. Giunta alla 55esima edizione, la fiera perugina ha visto oltre 85mila presenze nelle ultime due edizioni.
La Croce Rossa: dopo dieci anni dalla strage di Lampedusa bisogna essere fratelliLampedusa , 3 ott. (askanews) – “Sono passati dieci anni dal naufragio del 2013 e se c’è un pensiero che ci appartiene e che dobbiamo sottolineare oggi è quello della fratellanza. Un pensiero non retorico che può avere un senso religioso come un significato laico che sta nell’unire, nel legare la propria vita a quella degli altri. Ed è sul significato di altri che dobbiamo capirci. Come Croce Rossa Italiana siamo espressione di unità che contribuisce a dare un significato diverso alla parola altro, annullando il sentire la diversità e dunque l’estraneità come un pericolo. Siamo, nel dare valore al principio di Umanità, i testimoni operativi e sul campo di ciò che può e deve essere la fratellanza. Il ‘tutti fratelli mai come oggi trova attualità. La trova nella costruzione dell’Europa, la trova nell’affermare il diritto a non migrare come in quello di farlo, la trova nella lotta ai trafficanti di esseri umani come necessità anche umanitaria, la trova nella costruzione di quei confini nazionali in cui la pluralità di identità siano principio di vita nella sicurezza di un’integrazione vera. Le migrazioni sono il tempo che viviamo ed è a questo tempo che, onorando i morti di quel mare troppo spesso funereo, che non deve esistere più, dobbiamo saper costruire la vita. È un compito da far tremare i polsi. Ma è un dovere farlo. E in questo la Croce Rossa non può che essere presente”. Così il presidente della Croce Rossa italiana Rosario Velastro sul decimo anniversario della strage di Lampedusa, in cui persero la vita 386 persone.
GIMBE: con la Nadef 2023 la sanità pubblica va verso il baratroRoma, 3 ott. (askanews) – “I numeri della NaDEF 2023 certificano che, in linea con i Governi degli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta affatto una priorità politica neppure per l’attuale Esecutivo”. Lo afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, commentando un dossier della Fondazione che “ha effettuato un’analisi indipendente della NaDEF 2023 relativamente alla spesa sanitaria, sia per verificare la coerenza tra dichiarazioni programmatiche e stime tendenziali, sia per informare confronto politico e dibattito pubblico in vista della discussione sulla Manovra”.
Nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NaDEF) 2023, deliberata il 27 settembre 2023 e resa pubblica il 30 settembre, relativamente alla sanità, si legge che “La Legge di Bilancio 2024 prevederà, per il triennio 2024-2026, stanziamenti da destinare al personale del sistema sanitario”. Inoltre, il Governo dichiara collegati alla decisione di bilancio due disegni di legge: il primo in materia di riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale nel SSN e dell’assistenza ospedaliera; il secondo in materia di riordino delle professioni sanitarie e degli enti vigilati dal Ministero della Salute. ANALISI NADEF 2023 – Secondo GIMBE, in dettaglio, analizzando i vari periodi: – Previsionale 2023: rispetto al 2022, la spesa sanitaria aumenta del 2,8%, in termini assoluti di Ç 3.631 milioni, ma si riduce dal 6,7% al 6,6% in termini di percentuale di PIL.
– Previsionale 2024-2026: a fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 3,5%, la NaDEF 2023 stima la crescita media della spesa sanitaria all’1,1%. Il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a Ç 132.946 milioni (-1,3%), per poi risalire nel 2025 a Ç 136.701 milioni (+2,8%) e a Ç 138.972 milioni (+1,7%) nel 2026. “È del tutto evidente – commenta Cartabellotta – che l’irrisorio aumento della spesa sanitaria di Ç 4.238 milioni (+1,1%) nel triennio 2024-2026 non basterà a coprire nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo”. In altri termini, per GIMBE le stime previsionali della NaDEF 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 non lasciano affatto intravedere investimenti da destinare al personale sanitario, ma certificano piuttosto evidenti segnali di definanziamento. In particolare il 2024, lungi dall’essere l’anno del rilancio, segna un preoccupante -1,3%. CONFRONTO NADEF 2023 VS DEF 2023 – Relativamente al periodo 2023-2026, rispetto alle stime del DEF 2023, in quelle della NaDEF 2023, la spesa sanitaria in termini assoluti aumenta di soli Ç 1.140 milioni (+0,4%) e in termini di percentuale del PIL si riduce dello 0,3%. In dettaglio, nel 2023 la spesa sanitaria si riduce di: – 0,1% in termini di percentuale del PIL – Ç 1.309 milioni (Ç 134.734 milioni vs Ç 136.043) in termini assoluti – 1% in termini di variazione percentuale Nel triennio 2024-2026 la spesa sanitaria: – si riduce complessivamente dello 0,2% in termini di percentuale di PIL – aumenta di Ç 2.449 milioni (in media Ç 816 milioni/anno) in termini assoluti – aumenta di 1,4 punti percentuali (in media di 0,47 per anno) in termini di variazione percentuale.
Le stime della NaDEF 2023 confermano che la sanità rimane la “cenerentola” dell’agenda politica per varie ragioni. Innanzitutto, il rapporto spesa sanitaria/PIL del 6,7% del 2022 scende al 6,6% nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1% nel 2026, un valore inferiore a quello pre-pandemico del 2019 (6,4%); in secondo luogo, nel triennio 2024-2026 la NaDEF stima una crescita media annua del PIL nominale del 3,5%, a fronte dell’1,1% di quella della spesa sanitaria, ovvero un investimento che impegna meno di 1/3 della crescita attesa del PIL; infine, nonostante le dichiarazioni programmatiche sugli stanziamenti 2024-2026 da destinare al personale del SSN, la NaDEF 2023 non fa alcun cenno alla graduale abolizione del tetto di spesa per il personale sanitario, priorità assoluta per rilanciare le politiche del capitale umano. “Se a parole la NaDEF 2023 afferma l’intenzione di stanziare risorse per il rilancio del personale sanitario nel prossimo triennio – conclude Cartabellotta – i numeri non lasciano intravedere affatto i fondi necessari, ma viceversa documentano segnali di definanziamento della sanità pubblica ancor più evidenti di quelli del DEF 2023, le cui stime previsionali sulla spesa sanitaria sono state riviste al ribasso. Oggi la grave crisi di sostenibilità del SSN non garantisce più alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie con pesanti conseguenze sulla salute delle persone e sull’aumento della spesa privata. A fronte di questo scenario, le stime NaDEF 2023 spingono la sanità pubblica sull’orlo del baratro, confermando che il rilancio del SSN non rappresenta una priorità politica nell’allocazione delle, pur limitate, risorse. Scivolando, lentamente ma inesorabilmente, da un Servizio Sanitario Nazionale basato sulla tutela di un diritto costituzionale, a 21 sistemi sanitari regionali basati sulle regole del libero mercato. E, ignorando, rispetto ad altri paesi, che lo stato di salute e benessere della popolazione condiziona la crescita del PIL: perché chi è malato non produce, non consuma e, spesso, limita anche l’attività lavorativa dei propri familiari”.
L’Ocse raccomanda all’Italia di rendere più graduale il ritiro del Reddito di cittadinanzaRoma, 3 ott. (askanews) – “Promuovere la partecipazione al mercato del lavoro tra i percettori di sussidi sociali, incluso il Reddito di cittadinanza rendendo più graduale il ritiro del sussidio”. E’ una delle raccomandazioni dell’Ocse, elencate nel capitolo sull’Italia nel rapporto “Obiettivo crescita” (Going for Growth).
In generale, sulle tematiche di “Inclusività, protezione sociale e invecchiamento”, l’organizzazione parigina identifica lacune in Italia correlate alla quota di persone che vive in povertà, che aumenta nonostante gli alti livelli di redistribuzione che vengono ottenuti tramite la tassazione e i sussidi sociali. “Per raggiungere quelli più bisognosi serve una revisione dei requisiti per accedere ai programmi di sussidio”, afferma l’Ocse.
Le raccomandazioni includono la “riduzione del gap di copertura dei programmi di protezione sociale rivedendo i requisiti di ammissibilità basati sulla residenza”. E ridurre, semplificare e standardizzare le diverse procedure per l’elargizione dei sussidi.