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Tag: Sanremo 2023

Stellantis: premio medio dipendenti Italia pari a 1.879 euro

Stellantis: premio medio dipendenti Italia pari a 1.879 euroMilano, 22 feb. (askanews) – Ammonta ad un valore medio complessivo di 1.879 euro, legato alla retribuzione contrattuale di riferimento, il premio che i dipendenti di Stellantis Italia, a cui è applicato il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), riceveranno in due tranches, a febbraio ed aprile.
La cifra complessiva comprende il bonus legato agli obiettivi di efficienza degli stabilimenti previsti nel 2022 dal Contratto collettivo di lavoro 2019- 2022 applicato in Italia, scaduto il 31 dicembre scorso, e il riconoscimento straordinario (complessivamente 2 miliardi di euro) annunciato oggi dal Ceo Carlos Tavares ai dipendenti di tutto il mondo legato ai risultati finanziari del 2022 grazie ai traguardi raggiunti dall’Azienda sia a livello globale che locale.
In particolare, ai dipendenti a cui è applicato il CCSL verrà erogato mediamente un premio pari al 6% della retribuzione, che corrisponde mediamente a 1.429 euro lordi, a cui si aggiungerà il riconoscimento straordinario di 450 euro lordi, pari a circa il 2% della retribuzione media di riferimento. Si tratta quindi di una erogazione complessiva media pari all’8%.
I valori del bonus previsto dal CCSL e del riconoscimento straordinario sono stati comunicati oggi alle Organizzazioni Sindacali.
I risultati 2022 variano a seconda delle performances, misurate con gli indicatori previsti dal Contratto, e i principali stabilimenti italiani confermano il risultato dello scorso anno. Ogni Paese ha una diversa articolazione dei bonus contrattuali e Stellantis sta lavorando per armonizzare le logiche da applicare per i bonus nei singoli Contratti nazionali.
Il rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro per il quadriennio 2023-2026 è attualmente in fase di negoziazione tra l’Azienda e le Organizzazioni Sindacali firmatarie.

Stellantis ricavi 2022 +18%, utile +26%, dividendo 1,34 euro

Stellantis ricavi 2022 +18%, utile +26%, dividendo 1,34 euroMilano, 22 feb. (askanews) – Stellantis chiude il 2022 con ricavi netti pari a 179,6 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto al 2021 grazie ai prezzi netti favorevoli, al miglior mix modelli e agli effetti positivi dei cambi. L’utile netto è pari a 16,8 miliardi di euro, in aumento del 26%. Il cda propone un dividendo ordinario di 4,2 miliardi di euro corrispondente a 1,34 euro per azione, previa approvazione degli azionisti.
Il risultato operativo rettificato di 23,3 miliardi di euro, in crescita del 29%, con un margine del 13%, migliore rispetto all’obiettivo di superare il 12% al 2030. Tutti i segmenti contribuiscono alla crescita della top e bottom line.
Il flusso di cassa industriale netto è di 10,8 miliardi di euro, in aumento del 78%,coerente con l’obiettivo 2030 di superare i 20 miliardi di euro
I benefici netti di cassa sono pari a 7,1 miliardi di euro dalle sinergie frutto della fusione con Fca-Psa, in anticipo di oltre due anni rispetto all’obiettivo di 5 miliardi di euro su base annua.
La situazione patrimoniale è “solida”, con una liquidità industriale disponibile di 61,3 miliardi di euro.
Stellantis è al primo posto nelle vendite di veicoli commerciali Bev in UE30, e al secondo posto nelle vendite globali di Bev in UE30, e primo nelle vendite di Phev in Usa. Il primo Bev statunitense, Ram ProMaster, è in arrivo nel 2023. La Gamma di Bev è di 23 modelli, ulteriori 9 arriveranno nel 2023.
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato un programma di acquisto di azioni proprie per un valore massimo di 1,5 miliardi di euro, da perfezionarsi sul mercato entro la fine del 2023.
“Oltre ai nostri risultati finanziari record e all’implementazione mirata del piano Dare Forward 2030, abbiamo dimostrato anche l’efficacia della nostra strategia di elettrificazione in Europa. Ora abbiamo la tecnologia, i prodotti, le materie prime e l’intero ecosistema di batterie per condurre lo stesso percorso di trasformazione in Nord America, a partire dai nostri primi veicoli completamente elettrici Ram dal 2023 e Jeep dal 2024. Desidero esprimere il mio più profondo ringraziamento a tutti i dipendenti e ai nostri partner per il contributo dato a creare un futuro più sostenibile”, ha detto il Ceo Carlos Tavares.
Per il 2023 Stellantis prevede una crescita a doppia cifra del margine operativo e un free cash flow industriale positivo. A livello di mercati il gruppo stima una crescita del 5% in Nord America, Europa allargata, Medio Oriente e Africa, India e Sud Pacifico, del 3% in Sud America e del 2% in Cina.

Tim, da Kkr richiesta di proroga dell’offerta non vincolante

Tim, da Kkr richiesta di proroga dell’offerta non vincolanteRoma, 21 feb. (askanews) – Con riferimento all’offerta indicativa e non vincolante presentata da Kkr il primo febbraio 2023, facendo seguito al comunicato stampa del 6 febbraio 2023, Tim informa “di aver ricevuto una lettera da Kkr con cui la stessa ha prorogato il termine di tale offerta al 24 marzo 2023”. “In particolare, secondo quanto indicato nella lettera, la proroga del termine è dovuta ad una richiesta del Governo di disporre di ulteriori quattro settimane per effettuare una analisi congiunta degli aspetti pubblicistici dell’operazione concernenti i poteri esercitabili dal Governo nel settore”. “Kkr ha tuttavia confermato la propria disponibilità a continuare un dialogo costruttivo con Tim e a procedere con le attività di due diligence”. “Tim – si legge nella nota – conferma che il Consiglio di Amministrazione si terrà comunque il 24 febbraio 2023 per discutere dell’offerta non vincolante di KKR e assumere le decisioni del caso”.
Cam

##Ue, Ok definitivo a piano REPowerEU per nuovi capitoli nei Pnrr

##Ue, Ok definitivo a piano REPowerEU per nuovi capitoli nei PnrrBruxelles, 21 feb. (askanews) – Il Consiglio affari generali dell’Ue svoltosi oggi a Bruxelles ha dato la sua approvazione definitiva al testo del Regolamento sul piano “REPowerEU” che prevede la possibilità di aggiungere un nuovo capitolo, da presentare entro fine aprile, ai Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) sottoposti dagli Stati membri alla Commissione nel quadro del Recoveru Plan post pandemico “NextGenerationEU”, con nuovi progetti da realizzare entro il 2026.
I nuovi progetti dovranno riguardare gli obiettivi specifici di REPowerEU, che la Commissione europea aveva proposto il 18 maggio 2022, sullo sfondo della guerra in Ucraina, per liberare al più presto l’Ue dalla dipendenza dai carburanti fossili russi. Gli obiettivi riguarderanno specificamente piani per il risparmio e l’efficienza energetica e per lo stoccaggio del gas, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas e petrolio (anche attraverso nuove infrastrutture), oppure la loro sostituzione con nuovi impianti di fonti rinnovabili, e con l’elettrificazione.
Il Consiglio Ue ha formalizzato l’accordo sul testo del regolamento che era stato raggiunto con il Parlamento europeo, e approvato dalla plenaria di Strasburgo il 14 febbraio scorso, con 535 voti a favore 63 contrari e 53 astensioni.
Il regolamento prevede fra l’altro nuove risorse da destinare ai Pnrr, consistenti in 20 miliardi di euro aggiuntivi in sovvenzioni Ue a fondo perduto (finanziate per il 40% con i proventi del sistema europeo Ets per lo scambio dei permessi di emissione, e dal 60% dal Fondo per l’Innovazione, finanziato anch’esso dall’Ets). La chiave di ripartizione fra gli Stati membri di queste sovvenzioni assegna all’Italia 2 milardi e 760 milioni di euro, la quota maggiore (il 13,8% del totale) a pari merito con la Polonia. Non solo: i paesi che lo vorranno potranno chiedere ulteriori prestiti Ue dal Fondo di Recovery Rrf per i progetti aggiuntivi del nuovo capitolo REPowerEU dei loro Pnrr, anche quando, come nel caso dell’Italia, i prestiti loro assegnati sono stati già tutti richiesti. Ad oggi, restano formalmente ancora 225 miliardi di euro di prestiti non richiesti, che dovrebbero però ridursi a 140 dopo che la Spagna, come ha indicato, chiederà di utilizzare gli 85 miliardi che le erano stati assegnati. Altri paesi (come Belgio, Portogallo, Slovachia, Repubblica ceca, Polonia e Ungheria) Repubblica Ceca, potrebbero ripensarci e chiedere i prestiti del fondo Rrf loro assegnati e non ancora o solo parzialmente richiesti. Resterebbe comunque una somma considerevole di prestiti Ue che i paesi destinatari non hanno interesse a richiedere, perché (come nel caso di Germania e Olanda) raccogliendo direttamente i capitali sui mercati possono spuntare tassi di interesse più favorevoli rispetto a quelli applicati alla Commissione, e senza condizioni aggiuntive.
Gli Stati membri interessati ai nuovi prestiti dovranno manifestare il proprio interesse entro fine marzo, indicando i nuovi obiettivi, ma avranno il 31 agosto come scadenza vincolante per formalizzare la richiesta.
E’ prevista, inoltre, una ulteriore flessibilità per i fondi Ue di sviluppo regionale (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo di coesione), che potranno essere ri-orientati in parte per gli obiettivi di REPowerEU, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle Pmi e alle famiglie più vulnerabili, colpite dai rincari energetici. Infine, gli Stati membri potranno anche ri-destinare agli stessi obiettivi una parte dei fondi che sono stati loro assegnati con la riserva di adeguamento alla Brexit, da 4,5 miliardi di euro complessivi. La decisione di oggi del Consiglio Ue “consentirà di integrare il Pnrr ed investire sull’autonomia e la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha commentato con una nota il ministro italiano per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che rappresentava l’Italia al Consiglio Affari generali.
“Il nostro governo – ha aggiunto Fitto nella nota – ha già avviato un confronto in cabina di regia con tutte le amministrazioni centrali responsabili e con le principali aziende statali. Il nostro obiettivo nei prossimi giorni è definire un programma che effettivamente abbia dei progetti realizzabili entro il 2026”.
“Il REPowerEU è una straordinaria opportunità per il nostro paese e per l’Europa, in quanto la sicurezza energetica del nostro paese potrà avere ripercussioni positive per l’intera Europa. In tal senso i progetti che intendiamo proporre hanno come obiettivo quello di far diventare l’Italia un grande hub energetico europeo del Mediterraneo, così come indicato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni”, ha concluso Fitto.

Primarie Pd, Cuperlo verso libertà scelta. De Micheli per Bonaccini

Primarie Pd, Cuperlo verso libertà scelta. De Micheli per BonacciniRoma, 21 feb. (askanews) – Paola De Micheli va verso il sostegno a Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo potrebbe non dare indicazioni. Sono questi gli orientamenti dei due candidati alla segreteria Pd che non andranno alle primarie e che, dunque, sono chiamati a decidere chi sostenere domenica ai gazebo. La scelta non è scontata, perché lo statuto Pd prevede anche la possibilità di non dare indicazioni e – anzi – di fatto incentiva questa soluzione, attribuendo un “bonus” di rappresentanti in assemblea a chi ha partecipato alla prima fase e poi non si è schierato.
Secondo le norme Pd “ai candidati alla carica di segretario nazionale non ammessi alla votazione, i quali rinuncino a sostenere altre candidature ammesse, è riconosciuto il diritto a nominare un numero di persone pari a due, di cui un uomo e una donna, per ogni punto percentuale di voti ottenuti, su quelli validamente espressi, in occasione della consultazione preventiva tra gli iscritti, purché abbiano ottenuto un numero di voti pari almeno al cinque per cento di quelli validamente espressi”. Tutto questo, a patto che il candidato abbia superato almeno il 5% tra gli iscritti.
Ora, Cuperlo è poco sotto l’8%, e dunque otterrebbe 16 posti in assemblea se non si schierasse tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein. E proprio per sfruttare questa possibilità l’orientamento dell’ex presidente Pd – che si sta confrontando con i suoi sostenitori – sarebbe di non dare indicazioni.
La De Micheli è invece al 4,2%, dunque in teoria esclusa dal “diritto di tribuna”. Il risultato, però, potrebbe non essere definitivo, perché come sempre ci sono ricorsi e riconteggi in corso e quindi il 5% alla fine potrebbe essere raggiunto. Per l’ex ministra, però, c’è meno incertezza sull’eventuale nome da sostenere. Mentre molti dei sostenitori di Cuperlo sarebbero per la Schlein, ma alcuni anche per Bonaccini, dentro la mozione De Micheli l’orientamento è nettamente a favore del presidente dell’Emilia Romagna.
Nel frattempo Schlein e Bonaccini si giocano le ultime carte in vista del voto di domenica. I sostenitori della deputata, come Andrea Orlando, dicono che “l’esito non è scontato”, perché sostengono che nel voto degli iscritti Bonaccini è andato “”meno bene del previsto”, in particolare nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli dove si è affermata la Schlein. Ma, ribatte un sostenitore di Bonaccini, “non si è mai visto che il voto degli iscritti sia stato ribaltato nei gazebo. E sarebbe un terremoto per il partito, avremmo un segretario che non è quello scelto da chi ha la tessera del Pd”.

La Biennale Architettura di Lesley Lokko: spazio al cambiamento

La Biennale Architettura di Lesley Lokko: spazio al cambiamentoMilano, 21 feb. (askanews) – Venezia, 21 feb. (askanews) – Una Biennale di Architettura che si interroga sui bisogni dell’umanità, si impegna sul tema del contrasto al cambiamento climatico e vuole essere un agente di cambiamento, oltre che aprire uno spazio di attenzione e racconto sull’Africa, continente che, come recita il titolo della Mostra internazionale, si propone come “Laboratorio del futuro”. Curata da Lesley Lokko, la 18esima Biennale Architettura arriva a confrontarsi, come ormai capita da diverse edizioni, con un mondo che pone alla disciplina domande impellenti, necessarie come le potenziali risposte che da Venezia possono arrivare.
“Negli ultimi nove mesi, in centinaia di conversazioni, messaggi di testo, videochiamate e riunioni – ha detto Lesley Lokko in conferenza stampa – è emersa più volte la domanda se esposizioni di questa portata, sia in termini di emissioni di carbonio sia di costi, possano essere giustificate. A maggio dell’anno scorso ho parlato più volte della Mostra come di ‘una storia’, una narrazione che si evolve nello spazio. Oggi ho una visione diversa. Una mostra di architettura è allo stesso tempo un momento e un processo. Prende in prestito struttura e formato dalle mostre d’arte, ma se ne distingue per aspetti critici che spesso passano inosservati. Oltre al desiderio di raccontare una storia, anche le questioni legate alla produzione, alle risorse e alla rappresentazione sono centrali nel modo in cui una mostra di architettura viene al mondo, eppure vengono riconosciute e discusse di rado. È stato chiaro fin dal principio che The Laboratory of the Future avrebbe adottato come suo gesto essenziale il concetto di cambiamento”.
“Spesso – ha proseguito la curatrice – si definisce la cultura come il complesso delle storie che raccontiamo a noi stessi, su noi stessi. Sebbene sia vero, ciò che sfugge a questa affermazione è la consapevolezza di chi rappresenti il ‘noi’ in questione. Nell’architettura in particolare, la voce dominante è stata storicamente una voce singolare ed esclusiva, la cui portata e il cui potere hanno ignorato vaste fasce di umanità, dal punto di vista finanziario, creativo e concettuale, come se si ascoltasse e si parlasse in un’unica lingua. La ‘storia’ dell’architettura è quindi incompleta. Non sbagliata, ma incompleta. Ecco perché le mostre sono importanti”.
Nello specifico la mostra di quest’anno sarà divisa in sei parti, con 89 partecipanti, la metà provenienti o legati all’Africa. Nella visione di Lokko un ruolo fondamentale viene giocato dall’immaginazione, condizione indispensabile perché un futuro migliore possa diventare possibile. E in questo senso è particolarmente affascinante guardare all’architettura, e di riflesso alla Biennale veneziana, come spazio delle possibilità reali.
“Un laboratorio del futuro non può prescindere da un punto di partenza preciso, da una o più ipotesi in cerca di verifica – ha dichiarato il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto -. La curatrice parte dal suo continente di origine, l’Africa, per raccontarne tutte le criticità storiche, economiche, climatiche e politiche e per dire a tutti ‘a noi è già successo molto di quanto sta accadendo al resto del mondo. Confrontiamoci per capire dove si è sbagliato finora e come va affrontato il futuro’. È un punto di partenza che invoca l’ascolto di fasce di umanità lasciate fuori dal dibattito, e apre a una molteplicità di lingue zittite per molto tempo da quella che si considerava dominante di diritto in un confronto vitale e improcrastinabile”.
Altro elemento centrale della 18esima Biennale di Architettura è l’attivazione del primo Biennale College per questa disciplina. Nel corso di quattro settimane di programma didattico, quindici docenti internazionali lavoreranno con cinquanta tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti provenienti da tutto il mondo e selezionati da Lesley Lokko attraverso un processo di open call. Alla chiusura del bando, il 17 febbraio, sono pervenute 986 candidature.
A livello di numeri sono 63 le partecipazioni nazionali, che organizzeranno le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (27), all’Arsenale (22) e nel centro storico di Venezia (14). Il Niger partecipa per la prima volta alla Biennale Architettura; Panama si presenta per la prima volta da solo, nel passato partecipava come I.I.L.A. (organizzazione internazionale italo-latino americana). Torna la partecipazione della Santa Sede alla Biennale Architettura, con un proprio Padiglione sull’Isola di San Giorgio Maggiore (aveva partecipato per la prima volta alla Biennale Architettura nel 2018). Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è curato dal collettivo Fosbury Architecture, formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi. Il titolo della mostra è SPAZIALE: Ognuno appartiene a tutti gli altri.
La Biennale Architettura, che ancora una volta incarna il desiderio di consapevolezza e la forza di impatto che da almeno tre edizioni qualifica le mostre internazionali, sarà aperta al pubblico da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera.

Lagarde: a marzo tassi +50 pb poi vedremo. Inflazione inizia declino

Lagarde: a marzo tassi +50 pb poi vedremo. Inflazione inizia declinoRoma, 21 feb. (askanews) – La Bce resta risoluta e concentrata sul “riportare l’inflazione al 2%: tutto quello che facciamo al momento punta a questo obiettivo”. Ed “è la cosa migliore che possiamo fare per l’economia”, ha affermato la presidente Christine Lagarde, che in una intervista all’emittente finlandese yle TV1 ha ribadito i propositi sui nuovi aumenti ai tassi di interesse.
“Abbiamo comunicato molto chiaramente” l’intenzione di alzarli di nuovo di 50 punti base a marzo, come deciso a inizio febbraio. “Quello che verrà dopo dipenderà dai dati, dall’inflazione, dai costi lavoro”: in base a questi sviluppi “determineremo quale sarà il percorso migliore”, ha proseguito Lagarde.
Al tempo stesso la presidente della Bce ha anche riconosciuto che nell’area euro “l’inflazione ha iniziato a rallentare. L’inflazione complessiva ha iniziato a declinare”. E che se la Bce si mostrerà risoluta nel suo impegno a farla scendere, questo sarà un fattore di cui si terrà conto nelle contrattazioni salariali, evitando quindi il rischio ce si inneschi una spirale prezzi-buste paga. A dicembre i tecnici della Bce prevedevano che l’inflazione scenda al 2,4% nel 2025, “vedremo a marzo” come verranno aggiornate le nuove stime.
Guardando ai conti pubblic, “tutti i Paesi dell’area euro vedranno i costi di servizio del debito salire. I paesi, come la Finlandia, che hanno allungato la maturazione media dei titoli vedranno questi costi salire più avanti. Penso che non sarà un aumento improvviso, accadrà nel tempo. E se avremo successo nel ridurre l’inflazione e tornerà al target” più avanti “non serviranno più tassi molto alti”, ha osservato Lagarde.
Intanto, nonostante i rallentamenti, l’economia dell’Unione europea ha mostrato una tenuta migliore delle previsioni: “tutti prevedevano una recessione nel quarto trimestre, non si è verificata e non vediamo alcun paese salvo la Svezia in recessione nel 2023. Per il momento, in base alle ultime previsioni, sembra che tutti i paesi dell’Ue dovrebbero evitare la recessione”. Lagarde è infine tornata a insistere sulla necessità di elargire gli aiuti contro il caro energia con modalità che siano “temporanee e mirate”.

Meloni a Kiev: Italia non tentenna. Zelensky contro Berlusconi

Meloni a Kiev: Italia non tentenna. Zelensky contro Berlusconi

Visita a Irpin e Bucha, poi l’incontro. Sostegno su armi e ricostruzione

Kiev, 21 feb. (askanews) – “Ho ribadito il pieno sostegno dell’Italia di fronte all’aggressione russa: l’Italia non intende tentennare e non lo farà”. Giorgia Meloni lo dice a chiare lettere al palazzo presidenziale di Kiev, a fianco di Volodymyr Zelensky, mentre volge al termine la sua visita nella capitale ucraina. Un impegno che intende fugare ogni dubbio sulla tenuta della sua maggioranza, anche se l’eco delle parole di Silvio Berlusconi arriva nella conferenza stampa. “Io credo – risponde secco il leader ucraino a chi gli chiede un commento – che la casa di Berlusconi non sia mai stata bombardata dai missili, mai siano arrivati con i carri armati nel giardino di casa sua, nessuno ha ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare né la moglie ha dovuto cercare da mangiare”. Però, al di là di questo ‘incidente’ (non il primo), sottolinea, il rapporto con “Giorgia” è solido e con l’Italia “condividiamo una visione comune del valore della pace. Ecco perché stiamo lottando insieme per fermare il terrore russo il prima possibile”.
La visita della premier è iniziata di prima mattina: Meloni è arrivata alla stazione di Kiev a bordo del treno che ha viaggiato nella notte dal confine polacco per 800 chilometri attraverso la campagna ucraina. Prima sosta in programma Bucha, la città teatro del massacro perpetrato dai russi che cercando di aprirsi la strada verso Kiev nel marzo 2022 avevano trucidato 400 persone. Meloni ha portato dei fiori sulla fossa comune in cui erano state sepolte, raccogliendosi in preghiera. Seconda sosta a Irpin, sobborgo bombardato e distrutto. “L’Italia era con voi dall’inizio e lo sarà fino alla fine”, garantisce alle autorità locali, consegnando gli aiuti italiani, a partire da due generatori di energia.
Poi via verso il palazzo per il lungo incontro faccia a faccia con Zelensky. Sul tavolo in primo luogo le forniture di armi. L’Italia invierà i sistemi anti-missile Samp-T, Spada e Skyguard, mentre per i caccia, chiesti da Kiev, una decisione non è presa ma la porta non è chiusa. “Al momento non c’è sul tavolo l’invio di aerei, è una decisione da prendere con i partner internazionali”, spiega, aggiungendo però che “quando c’è un aggredito tutte le armi sono difensive”.
Un modo per far chiarezza rispetto ai distinguo che arrivano dalle opposizioni (M5s) ma anche dalla sua maggioranza che però, garantisce, “nei fatti” è solidamente a sostegno dell’Ucraina, come previsto dal programma sottoscritto. Del resto, ribadisce, girarsi dall’altra parte è “impossibile e stupido” e “chi sostiene anche militarmente l’Ucraina è chi lavora per la pace”. E se anche nella società emergono dubbi, Meloni è convinta di poter convincere gli italiani, raccontando ciò che ha visto oggi a Bucha e Irpin: “Spero – dice – di riuscire a trasferire quello che ho visto, l’importanza del lavoro che stiamo facendo”.
Con Zelensky però Meloni parla anche di ricostruzione, che deve cominciare subito, senza attendere la fine del conflitto, con l’Italia che può essere protagonista con il proprio “know how”. “In Italia – sottolinea – il dopo guerra è stato un periodo di crescita e sviluppo tanto che si è parlato di miracolo italiano, sono certa che tra qualche anno potremo parlare di miracolo ucraino”. In questo senso arriva anche la proposta di una conferenza sulla ricostruzione da tenersi ad aprile e una partnership da costruire sull’Expo 2030, per il quale sono in campo le candidature di Odessa e Roma. Per Meloni “dobbiamo provare a ragionare di come lavorare insieme, sarebbe un bel segnale europeo e del fatto che crediamo che le cose andranno bene”.
Meloni e Zelensky, al termine dell’incontro, firmano una dichiarazione congiunta, che mette nero su bianco gli impegni. Poi la premier, dopo una sosta in ambasciata, torna alla stazione di Kiev: in serata il treno ripartirà verso la Polonia. L’arrivo è previsto per domani mattina, da lì poi, in aereo, rientrerà a Roma.

Ambiente, a Firenze tecnologie d’avanguardia per tutela pianeta

Ambiente, a Firenze tecnologie d’avanguardia per tutela pianetaRoma, 21 feb. (askanews) – L’Italia della tecnologia tornerà all”Earth Technology Expo 2023′. Oggi è stata presentata a Roma presso la sede della Protezione civile la terza edizione dell’unica manifestazione italiana interamente dedicata all’ambiente, alle tecnologie più avanzate e alla tutela del pianeta, expo che si terrà a Firenze dal 15 al 18 novembre 2023.
A presentare il programma della terza edizione di ETE c’erano tra gli altri Fabrizio Curcio capo dipartimento della Protezione Civile, Laura Lega capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, Mauro Grassi, direttore di Ete, Antonio Navarra Presidente del Centro EuroMediterraneo per i cambiamenti climatici, Erasmo D’Angelis presidente di Ewa Foundation.
“ETE è un punto di riferimento anche sul piano della comunicazione oltre che sugli scambi proficui tra esperti che i vari eventi promuovono – ha dichiarato Fabrizio Curcio -, lo è anche per la comunità scientifica e istituzionale internazionale con la Conferenza Euromediterranea sui cambiamenti climatici e con la collaborazione con il Forum internazionale sulle frane”.
I relatori hanno presentato il programma dell’evento che porterà a Firenze scienziati, istituzioni e tecnici specializzati: l’Expo 2023 si occuperà della prevenzione e della protezione dell’Italia dai grandi rischi naturali (terremoti, frane alluvioni) e dagli effetti dei cambiamenti climatici, della tutela dell’ambiente e della gestione delle acque contro inquinamento, sprechi e siccità, delle nuove energie e di idee e azioni per la transizione ecologica e digitale. ETE sarà a ingresso gratuito e con la possibilità per gli utenti di fare esperienze dirette legate alle nuove tecnologie per l’ambiente. Ci saranno 70 eventi tra workshop e presentazioni con 350 esperti della Protezione civile, Anci, Università, Ispra, Agenzia Spaziale, Cnr, Enea, Agenzia di coesione territoriale, Ministeri, Anbi, Crea, Autorità di bacino e tanti altri. Earth Technology Expo 2023 avrà spazi più ampi per un’esposizione completa e di sicuro impatto visivo ed emozionale fatto di satelliti, sensori, droni, intelligenza artificiale, modelli climatici e tutta l’alta ricerca Made in Italy per salvare il pianeta e avviarlo a una transizione ecologica concreta.
“Dedicheremo ampi spazi anche alla protezione dell’acqua e alla sua gestione sostenibile presentando un piano di infrastrutture e di nuove tecnologie per il monitoring e il risparmio per tutti gli usi – spiega Erasmo D’Angelis presidente Earth and Water Agenda -. La prevenzione costa infinitamente meno delle emergenze. Se per far fronte ai danni da terremoti, frane e alluvioni spendiamo ogni anno dal 1946 oltre 8 miliardi di euro, l’Italia ha speso oltre 20 miliardi di euro per i soli danni degli ultimi 7 periodi di siccità dal 2000 ad oggi (2001, 2002, 2003, 2012, 2017, 2019, 2022) e le crisi idriche ormai colpiscono non solo il Sud ma soprattutto il Nord l’epicentro anche della siccità in corso soprattutto per clamorose sottovalutazioni e carenze infrastrutturali. Alla Expo vedremo l’Italia che sa inventare ed innovare, e le tecnologie che ci aiuteranno ad anticipare e prevenire il più possibile i disastri ambientali”.
Nel corso della terza edizione sarà inaugurata la nuova area ‘Noi italiani non rischiamo più’, con la Protezione civile, i Vigili del Fuoco, le istituzioni e gli enti scientifici di ricerca per Startup e format legati all’autoprotezione.

Wang Yi: relazioni Cina-Russia forti come una roccia

Wang Yi: relazioni Cina-Russia forti come una rocciaRoma, 21 feb. (askanews) – L’alto diplomatico cinese Wang Yi ha affermato oggi a Mosca che le relazioni sino-russe sono “forti come una roccia” in un incontro con il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, uomo chiave nei rapporti Mosca-Pechino. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Ria Novosti.
“Le relazioni sino-russe sono mature e forti come una roccia e resisteranno alla prova della mutevole situazione internazionale”, ha detto il direttore della Commissione centrale affari esteri del Partito comunista cinese e membro del Politburo, nella capitale russa per l’ultima tappa del suo tour europeo che l’ha portato prima a Parigi, Roma, Monaco di Baviera (per la Conferenza sulla sicurezza) e Budapest.
“Siamo pronti, insieme alla parte russa… a difendere con decisione gli interessi e la dignità nazionali e a promuovere una cooperazione reciprocamente vantaggiosa in tutti i settori”, ha aggiunto Wang.